Rasixmo,rasisti contro łi ebrei e Ixraele i crimini de l'ONU

Rasixmo, contro łi ebrei e Ixraele i crimini de l'ONU

Messaggioda Berto » dom giu 12, 2016 5:27 am

Shavuot e la nostra Storia per reagire a Sarona
di Deborah Fait
11 giugno 2016

http://www.linformale.eu/3314-2

Gli Stati Uniti hanno raccomandato a Israele di non punire tutti i palestinesi perchè, poverini, mica tutti sono cattivi. Mica tutti hanno partecipato all’attentato di Tel Aviv che mercoledì sera ha fatto 4 vittime più numerosi feriti.
E quali sarebbero i buoni? Quelli che da mercoledì fanno festa per le strade con dolci e fuochi d’artificio? Nei filmati si vedono anche donne e bambini far festa per i nostri morti, saltano e ballano neanche fosse carnevale, non sono terroristi ma li adorano e li ammirano e li ringraziano per aver ammazzato quattro ebrei, solo quattro, certamente speravano di più.

O forse i buoni sono quelli tra loro che dicono sottovoce, più vigliacchi di tutti “benissimo, evviva, ma adesso come reagirà Israele?”. E come reagisce Israele? Non li fa entrare momentaneamente nel suo territorio, non gli permette di andare sul Monte del Tempio per festeggiare anche là durante il Ramadan, cancella i permessi.
Mi sembra il minimo anche se agli israeliani dispiace, li ho sentiti per la strada, nei bar, sono dispiaciuti perchè credono nell’umanità, nella democrazia, hanno una pazienza indicibile….”in fondo è Ramadan”… dicono in tanti.

Io no! Io non ho tutta questa pazienza, io ad ogni attentato divento furibonda! Sono andati a Sarona i due assassini…”erano vestiti eleganti”, racconta una testimone, “all’italiana”. Sono andati in uno dei quartieri più belli di Tel Aviv, si sono seduti, giacca e cravatta, hanno ordinato, poi si sono alzati e hanno incominciato e sventagliare le persone colle loro mitragliette. A terra sono rimasti Ido, un manager la cui moglie è ancora grave all’ospedale; Michael, antropologo dell’Università Ben Gurion nel Neghev; Mila , assistente sociale, e Ilana che lascia quattro bambini ed era andata a festeggiare un compleanno.
Gli assassini invece sono vivi e uno, ferito da un poliziotto, lo stiamo curando nello stesso ospedale in cui sono ricoverate le sue vittime.

I festeggiamenti dei palestinesi a Ramallah, a Gaza e in giro per territori in cui vivono sono quanto di più disgustoso si possa immaginare, non ne siamo sorpresi perchè è il loro comportamento abituale dopo ogni attentato e più numerose sono le vittime più loro saltano e ballano e distribuiscono dolci e bevande.
No, non ne siamo sorpresi ma lo schifo è assoluto perchè solo chi è avvelenato di odio può festeggiare in modo così ripugnate e turpe la morte di persone innocenti .
Il mio schifo, e voglio usare proprio questa parola forte, va anche a quelli che gustificano, che prendono le distanze, che dicono “È colpa dell’occupazione”.
Sì, mi fanno schifo! Occupazione di che? Della Giudea, di Samaria , di Gerusalemme? Quella è roba nostra da sempre! Non esiste nella storia una Giudea araba, non esiste nella storia una nazione di nome Palestina, inoltre gli imbecilli che dicono “è colpa dell’occupazione” non ricordano che Israele ha abbandonato Gaza dove il governo è palestinese, dove non esiste più da anni un ebreo?

E quale è stato il risultato? Che sono peggio di prima, se possibile, che ci hanno colpiti per 10 anni con migliaia di missili, che continuano a promettere la distruzione di Israele. Non sono “occupati” ma non gli basta perchè è la distruzione di Israele che vogliono.
Se Israele consegnasse loro Giudea e Samaria, quei territori diventerebbero come Gaza e sarebbero occupati da Hamas e dall’Isis che è presente nel Sinai e ha regolari incontri con i palestinesi. E non si incontrano certo per bere un caffè in allegria ma per organizzare la morte di altri ebrei, per sognare insieme l’eliminazione di Israele!
E mi fanno schifo i giornalisti della CNN che hanno messo la parola terroristi fra virgolette e tutti i media internazionali che cercano in tutti i modi di trovare sinonimi di terrorismo.

Non c’è pietà per Israele, si cerca sempre qualcosa per giustificare le belve, per mandare tra le righe il messaggio…si si vabbè, Israele se l’è cercata…
Mi fanno schifo i giornalisti che parlano di Tel Aviv definendola capitale di Israele, un po’ per una loro ideologia antisionista/antisemita, un po’ per fifa nera degli arabi loro amici.
Ugo Tramballi del Sole 24 Ore, oltre a far passare la bella Tel Aviv per capitale di Israele, oltre a scrivere molte odiose, ignobili inesattezze sulla politica di Israele, sui “terroristi/povere vittime” e “sulle vittime/colpevoli brutte e cattive” parla di “guerra” .
Ma che guerra e guerra, I palestinesi, gli arabi non fanno la guerra, non sanno combattere a viso aperto, preferiscono la vigliaccheria cinica e sanguinaria del terrorismo, non gli interessa la guerra , loro vogliono una cosa sola : DISTRUGGERE ISRAELE.

Intanto Tel Aviv ha ricominciato a vivere, come sempre succede in Israele, si pulisce, si lava via l’orrore, e si pensa alla vita, al lavoro e al domani. E’ questo grande coraggio che fa di Israele un esempio che molti odiano e non riescono a capire.
Vorrebbero vederci in ginocchio a tremare di paura e sono delusi e rabbiosi.
Reagiremo a Sarona festeggiando con forza Shavuot quando D.o ha consegnato alla Nazione ebraica la Torah.
Lo festeggeremo anche per i nostri morti. Le strade di Israele saranno percorse da giovani che ballando e cantando porteranno i Rotoli della Torah tra la gente.

Nelle sinagoghe si leggeranno con commozione le parole di Ruth, la moabita, a Noemi, l’ebrea. Mi piace ricordarle ogni anno perchè le ritengo la più bella dichiarazione d’amore e fedeltà di tutti i tempi, amore per Israele che l’aveva accolta e per la persona cui era legata: “Non pregarmi di lasciarti per andarmene via da te, perchè dove andrai tu andrò anch’io e dove starai tu io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu morirò anch’io e là sarò sepolta. Che il Signore mi tratti col massimo rigore se altra cosa che la morte mi separerà da te”

Deborah Fait per Informazione Corretta
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Messaggioda Berto » dom ago 14, 2016 8:44 am

ONU e ONG complici di Hamas: ora i sospetti sono certezze
Ago 10, 2016
http://www.rightsreporter.org/onu-e-ong ... o-certezze

ONU e ONG complici di Hamas, il gruppo terrorista palestinese che tiene in ostaggio la Striscia di Gaza. Ormai quello che era solo un sospetto si palesa chiaramente con il terzo episodio in pochi giorni di un dipendente ONU scoperto a lavorare per Hamas e a girare soldi destinati allo sviluppo al gruppo terrorista.

Ieri lo Shin Bet ha reso noto che a luglio ha arrestato Waheed Abd Allah Bossh,un ingegnere palestinese di 38 anni dipendente del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) accusato di aver fornito denaro e assistenza ad Hamas usando la propria posizione all’interno dell’organismo dell’ONU. Alcuni giorni fa sempre lo Shin Bet aveva fatto sapere di aver scoperto che Muhammad Halabi, manager della ONG World Vision aveva incanalato milioni di dollari destinati alla popolazione di Gaza nella casse di Hamas mentre lunedì scorso a finire sotto la lente dei servizi di sicurezza israeliani era stato un dipendente di Save the Children.

«Questi non sono incidenti isolati» ha detto l’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, «ma una tendenza sistematica dei terroristi di Hamas a usare a proprio vantaggio le organizzazioni dell’Onu (e le ONG n.d.r.)».

Rights Reporter aveva già pubblicato un report nel 2013 sul business milionario degli aiuti umanitari alla Palestina al quale seguirono anche diverse azioni tra le quali una denuncia alla Commissione Europea la quale ci rispose senza però chiare nulla. Ma se la nostra attenzione era rivolta soprattutto alla distrazione di fondi per uso personale da parte della dirigenza palestinese e dagli interessi delle ONG a mantenere un livello di tensione costantemente a livelli altissimi senza che nessuno ne chiedesse conto né alla Autorità Nazionale Palestinese (ANP) né alle ONG, oggi il quadro è, se possibile, ancora più preoccupante perché viene provata la connessione tra aiuti umanitari e terrorismo palestinese, un fatto gravissimo che non può più essere ignorato e al quale si aggiunge la altrettanto gravissima posizione della UNRWA sulla quale Rights Reporter insieme a diverse organizzazioni ha aperto una campagna per la sua chiusura, un posizione quella della UNRWA di chiaro appoggio al terrorismo e di sistematico incitamento all’odio.

«Se l’Onu è veramente interessato a migliorare la vita dei residenti di Gaza deve interrompere qualsiasi rapporto con Hamas e licenziare tutti i dipendenti che fanno parte dell’organizzazione terroristica» ha detto ieri l’ambasciatore Danny Danon all’ONU. Il discorso vale in particolare proprio per la UNRWA che vista la sua posizione ha il compito di educare le nuove generazioni di palestinesi e invece di educarle alla pace e alla pacifica convivenza le alleva facendole crescere nell’odio verso gli israeliani e nel concetto del martirio con l’unico obiettivo di distruggere Israele.

Lo Shin Bet con le sue recenti operazioni ha aperto il vaso di Pandora degli interessi terroristici che si celano dietro all’enorme business degli aiuti umanitari in Palestina, ora spetta alla società civile mettere a frutto le operazioni dei servizi di sicurezza israeliani e fare in modo che questa assurda situazione arrivi a vedere la fine e che finalmente ONU e ONG lavorino per la pace e non per il mantenimento dell’attuale situazione, che sarà pure redditizia (e lo è) ma che impedisce qualsiasi passo avanti verso la pace.
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Messaggioda Berto » dom ago 14, 2016 8:45 am

LO SCONTRO IN GERMANIA
E l'hotel tedesco «vieta» di telefonare in Israele
È bufera sul prestigioso albergo Kempiski di Berlino Il prefisso è scomparso: «Ce l'hanno chiesto gli arabi»
di Noam Benjamin *
(Il Giornale, 13 agosto 2016)

https://www.facebook.com/54282881907040 ... 4502571159

Israele cancellato dall'elenco telefonico di un grande albergo berlinese per compiacere la danarosa clientela araba. E la denuncia di Claude Lanzmann, giornalista e regista francese, noto al pubblico internazionale per il suo documentario di nove ore e mezzo Shoah sullo sterminio del popolo ebraico. L'intellettuale classe 1925 ha affidato la sua denuncia a una lettera pubblicata sulla Frankfurter Allgemeine e sul Figaro. «Mi sono dovuto recare a Berlino per il funerale della mia ex moglie, Angelika Schorbsdorff, e senza troppo riflettere ho preso una stanza all'hotel Kempinski sul Kurfirstendamm», la principale arteria di Berlino ovest. In camera Lanzmann consulta l'elenco dei prefissi intemazionali e si accorge di una stranezza: «Siamo alla lettera "I" ma manca Israele. Com'è possibile che nel 2016 a Berlino, capitale della Germania, Israele sia cancellato?». «Angosciato e indignato», il regista si precipita alla reception a chiedere lumi ma la risposta ricevuta non aiuta certo a calmarlo. «La maggioranza della nostra clientela è araba sono stati i clienti a chiedere la cancellazione di Israele dalla brochure».
Diventata di dominio pubblico, la notizia ha obbligato la direzione dell'albergo a fornire spiegazioni. Alla Süddeutsche Zeitung il Bristol Kempinski ha fatto sapere, smentendo il proprio impiegato, che la brochure contestata contiene i prefissi telefonici di soli 35 paesi, per cui la mancanza di Israele sarebbe del tutto casuale. «Si è trattato solo di una svista», ha confermato la direttrice dell'hotel, Birgitt Ullerich. Difficile credere che le sue parole daranno soddisfazione a Lanzmann che fonda la sua tesi sulla presenza araba a Berlino. Una presenza in crescita, come indirettamente confermato anche dalla direzione del Ritz-Carlton della capitale tedesca, che da un anno pubblicizza servizi ad hoc per la sua clientela mediorientale, al 99% di fede islamica. Tè e frutta per chi è appena atterrato, e copie del Corano e tappeti per la preghiera in direzione della Mecca. Mettere i clienti a proprio agio in fatto di fede è tuttavia diverso dall'acconsentire a negare i valori della propria società. La questione, per Lanzmann supera anche la dimensione bilaterale Germania-Israele. «Non si può lottare contro il terrorismo arabo e permettere allo stesso tempo che uno dei più importanti alberghi di Berlino cancelli Israele».
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Messaggioda Berto » gio set 01, 2016 5:52 am

L'Iran sogna di cancellare lo stato di Israele entro i prossimi 25 anni
di Redazione IBTimes USA 26.08.2016

http://it.ibtimes.com/liran-sogna-di-ca ... ni-1462977

Una nuova unità dell’esercito iraniano mira alla distruzione di Israele entro i prossimi due decenni, secondo quanto affermato la settimana scorsa da un ex comandandante militare. Il generale in pensione delle Guardie Rivoluzionarie Mohammed Ali Al Falaki sostiene che il recente Esercito di Liberazione Shiita distruggerà Israele attraverso operazioni militari extraterritoriali, come ha riportato giovedì il Jerusalem Post.

All’unità militare sono stati assegnati compiti per combattere dalla Siria, Iraq e Yemen con l’obiettivo di porre fine allo stato di Israele, stando a quanto riportato dall’agenzia iraniana Mashregh news. La missione è di “eradicare Israele entro 25 anni, specialmente per quei battaglioni che si trovano ora al confine israeliano”.

Non è chiaro quanti soldati faranno parte dell’Esercito di Liberazione, come ha riportato Aljazeera. I leader militari iraniani in precedenza avevano avvertito che il loro paese ha la forza di distruggere Israele nel giro di otto minuti.

“Le forze che fanno parte di questa unità militare non sono esclusivamente formate da iraniani. A seconda del luogo in cui si svolge il combattimento, organizzeremo e riforniremo l’esercito con le persone del posto”, ha detto Falaki.

Iranian Armed Forces Over Time | FindTheData

La guida spirituale iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei disse nel 2015 che Israele cesserà di esistere entro il 2045. “Dopo le negoziazioni, nel regime sionista hanno detto che non ci saranno preoccupazioni riguardo l’Iran per i prossimi 25 anni. In primo luogo, è difficile prevedere cosa accadrà tra 25 anni. Se Dio vorrà, non ci sarà nulla del regime sionista entro i prossimi 25 anni”, scrisse allora in un tweet.

“Abbiamo subito dei danni da parte dell’occidente e non dovremmo dimenticarci cosa l’occidente ha fatto a noi”, ha scritto l’agenzia Mehr news riportando le parole di Khamenei.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha chiesto con urgenza ai leader occidentali, tra cui Regno Unito e Stati Uniti, di cessare le negoziazioni con l’Iran sul programma nucleare fino a quando il paese continuerà a invocare la fine di Israele. Israele ha anche minacciato di attaccare il presunto programma nucleare di Teheran.
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Messaggioda Berto » dom set 18, 2016 8:52 am

Khamenei: “l’Iran sostiene chiunque attacchi Israele”. Silenzio del mondo
Set 17, 2015

http://www.rightsreporter.org/khamenei- ... -del-mondo

«L’Iran sostiene pienamente la resistenza in Medio Oriente e in particolare la resistenza in Palestina e sosterrà tutti coloro che lottano contro Israele e che porteranno attacchi contro il regime sionista». Lo ha detto ieri il Grande Ayatollah Ali Khamenei ripreso dalla agenzia FARS e da altri media iraniani in un incontro con i comandanti delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) che si è tenuto a Teheran in seno alla 8° assemblea generale internazionale della “Islamic Radios and Televisions Union”.

Khameni però non si è limitato solo a lanciare minacce contro Israele. Ha ammonito i funzionari iraniani sul pericolo rappresentato dal tentativo da parte dei “nemici” di infiltrare la cultura islamica con le culture occidentali. «L’influenza economica e sulla sicurezza da parte dell’occidente è pericolosa, ma l’influenza politica e culturale del nemico è disastrosa e deve ricevere la massima attenzione da parte di tutti» ha detto Khamenei.

Nel suo lungo discorso al corpo IRGC Khamenei ha attaccato la “politica divisoria” degli Stati Uniti che ha portato alla frammentazione della Siria e dell’Iraq e ha ribadito che l’Iran sostiene l’integrità nazionale dei Paesi in Medio Oriente e in particolare della Siria e dell’Iraq, confermando poi il sostegno militare al regime siriano.

Al di la del discorso della Guida Suprema iraniana, che ha spaziato dall’accordo sul nucleare ai moniti ai funzionari iraniani che lavorano all’estero a vigilare affinché la cultura occidentale non “infetti” la rivoluzione islamica, Khamenei torna ancora una volta ad attaccare Israele e lo fa con una chiara allusione ad attacchi terroristici e all’appoggio a gruppi terroristici quali Hamas ed Hezbollah, il tutto nel totale silenzio della diplomazia internazionale che non si azzarda minimamente a protestare contro queste parole di guerra da parte della Guida Suprema iraniana, cioè dell’uomo più potente e influente in Iran.
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Messaggioda Berto » mer set 21, 2016 12:54 pm

La menzogna di Barack Obama
di Niram Ferretti
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 2351932125

Nel suo discorso di ieri all'ONU, Obama ha redarguito Israele dicendo una menzogna che grida vendetta e che fa solo il gioco degli esecratori di Israele. Affermare che Israele "Non può perennemente occupare terra palestinese" significa di fatto affermare un falso clamoroso.
La Giudea e la Samaria non sono mai state "terra palestinese" e la Risoluzione 242 lo afferma chiaramente ponendosi in linea di continuità con quanto proposto il 29 novembre del 1947 dall'ONU, il quale, recependo quanto era stato deliberato nella Conferenza di San Remo del 1920, stabiliva senza alcuna ambiguità il diritto degli ebrei di insediarsi ovunque nella Palestina occidentale tra il Giordano e il Mediterraneo.
Gli Accordi di Oslo del 1993 recepiscono chiaramente lo spirito di entrambi le risoluzioni attribuendo all'Autorità Palestinese il governo sulla popolazione palestinese dei territori lasciando alla giurisdizione di Israele unicamente l'Area C a tutela della popolazione ebraica ivi residente.
Con la sua dichiarazione di parte Obama ha di fatto affermato che la Giudea e la Samaria sono palestinesi e che la presenza ebraica su di esse è abusiva.
Mentre in Israele sono ripresi gli accoltellamenti Obama legittima indirettamente la violenza offrendo ai terroristi la scusa che Israele "occuperebbe" la loro terra. Questa è, dal 1967, la narrazione propagata dall'OLP e coadiuvata dall'allora Unione Sovietica per delegittimare lo stato ebraico agli occhi del mondo.
Il rischio che nei prossimi mesi il presidente uscente possa avvelenare ulteriormente i pozzi è concreto. Cosa potrebbe fare? Per esempio fare in modo che gli Stati Uniti appoggino una risoluzione ONU per il venire in essere di uno stato palestinese creando di fatto un precedente che, seppure non vincolante, metterebbe Israele con le spalle al muro indebolendolo ulteriormente a livello internazionale.
Chi fa notare come questa Amministrazione sia stata particolarmente generosa con Israele in termini di fondi, non ha ancora capito che Obama usa la tecnica del bastone e della carota. Da una parte provvede a versare miliardi di dollari nelle casse dello stato ebraico (e va detto che sarebbe comunque molto difficile per gli USA giustificare una riduzione degli aiuti economici ad Israele soprattutto dopo avere fatto un accordo con l'Iran, il suo principale nemico nella regione), dall'altra gli assesta ben mirate bastonate che hanno il solo scopo di portare acqua al mulino dell'Autorità Palestinese.
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Messaggioda Berto » ven ott 28, 2016 8:06 pm

ONU - UNESCO e altri (no grasie!)
Mito e organizzazioni parassitarie e criminali che non promuovono affatto i diritti umani, le libertà, il rispetto e la fraternità tra gli uomini, le genti, i popoli, le etnie, le nazioni, gli stati.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5542336059

viewtopic.php?f=205&t=2404
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Messaggioda Berto » ven dic 23, 2016 8:28 pm

Una definizione operativa di antisemitismo non dovrebbe dare fastidio a nessuno, tranne agli antisemiti
Eppure alcuni anni fa la definizione venne inopinatamente rimossa dal sito web dell’ente di vigilanza dell'Unione Europea

Di Dina Porat

http://www.israele.net/una-definizione- ... antisemiti

Giorni fa il primo ministro britannico Theresa May ha annunciato l’intenzione di adottare la “definizione operativa di antisemitismo”, spiegando la sua decisione con l’aumento del numero di incidenti antisemiti e con il fatto che la lotta contro il pregiudizio anti-ebraico costituisce una parte importante dei suoi sforzi per costruire una società più giusta. La scorsa settimana quella stessa definizione è stata discussa in una conferenza dell’Unesco a Parigi e, successivamente, in un convegno dell’OCSE (l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa). In entrambe le occasioni è stata citata l’adozione (per la prima volta) di quella definizione da parte dell’International Holocaust Remembrance Alliance, lo scorso maggio in Romania. Ognuna di queste organizzazioni conta decine di stati membri.

Alla conferenza dell’Unesco il direttore generale Irina Bokova e il presidente dell’International Holocaust Remembrance Alliance, Mihnea Constantinescu, hanno raccomandato l’adozione della definizione e si sono detti contrari, seppure in modo indiretto, alla risoluzione approvata dal plenum dell’Unesco (e dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite) che di Gerusalemme riconosce esclusivamente la storia e la realtà musulmana. La storia, hanno detto, non deve essere distorta: bisogna diffondere informazioni sulla realtà dei fatti e preservare il retaggio di Gerusalemme come città sacra a tutte e tre le religioni monoteiste.

Una clausola della definizione operativa di antisemitismo che si occupa della negazione del diritto del popolo ebraico all’autodeterminazione ha offerto l’occasione per ricordare, nel corso della conferenza, che autodeterminazione significa identità, storia e radici la cui negazione, in riferimento all’antico popolo ebraico, costituisce una forma di discriminazione, se non già di per sé una forma di antisemitismo.

Ora gli Stati Uniti hanno avviato un’iniziativa di legge che richiede la consapevolezza dell’antisemitismo – l’Anti-Semitism Awareness Act – e sull’argomento è scoppiata un’accesa discussione, dal momento che fino ad oggi l’adozione della definizione non era considerata legalmente vincolante. Durante la discussione è stata ricordata un’altra adozione, più di un anno fa, di una definizione di antisemitismo da parte del Dipartimento di Stato americano.

L’Unione Europea, dal canto suo, ha nominato un coordinatore per la lotta all’antisemitismo, Katharina von Schnurbein, che sta cercando di promuovere l’uso della definizione, mentre in Austria il ministro della giustizia ha recentemente annunciato che la definizione entrerà a far parte della formazione dei nuovi giudici e pubblici ministeri del suo paese.

Come è accaduto che una definizione di antisemitismo che quasi nessuno conosceva sia diventata una questione internazionale altamente controversa?

Il testo della definizione è frutto del lavoro congiunto di organizzazioni, studiosi e attivisti, sia ebrei che non ebrei. Si tratta di una definizione pratica – non più lunga di una pagina – che non si occupa dell’identità e delle motivazioni degli antisemiti, né di descrivere l’immagine che essi hanno degli ebrei. Essa si limita a stabilire, in una frase, che “l’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni retoriche e fisiche dell’antisemitismo sono dirette verso individui ebrei e non ebrei e/o i loro beni, verso istituzioni comunitarie e altre strutture religiose ebraiche”. Fa seguito una serie di esempi: istigazione a colpire gli ebrei, miti circa il loro immaginario potere, negazione della Shoà, accuse di doppiezza e doppia fedeltà.

Alla fine vi sono alcuni esempi di dichiarazioni contro lo stato di Israele definibili come antisemitismo: “negare al popolo ebraico il diritto all’autodeterminazione, applicare una doppia morale pretendendo da Israele un comportamento non atteso né richiesto da qualsiasi altra nazione democratica, utilizzare simboli e immagini associate all’antisemitismo classico per caratterizzare Israele e gli israeliani, tracciare paragoni tra la politica israeliana contemporanea a quella dei nazisti”.

Alcuni anni fa, questa definizione venne inopinatamente rimossa dal sito web dell’ente di vigilanza dell’Unione Europea, forse per ragioni tecniche, come sostengono i suoi dirigenti. Da allora, importanti personalità e organizzazioni, ebraiche e non, hanno incessantemente cercato di reintrodurla e, come si è detto, ultimamente qualche risultato si è visto grazie agli sforzi costanti e forse anche al fatto che in Europa, dove fiorirono i regimi fascisti e totalitari, c’è una maggiore disponibilità verso una definizione di antisemitismo che funga da base per identificare il fenomeno ed eventualmente varare leggi che lo contrastino. L’esperienza insegna che l’intolleranza inizia con gli ebrei, ma raramente si limita ad essi. Infine, la necessità di uno strumento operativo può anche darsi che sia dettata dalla crescente consapevolezza dell’uso che alcune posizioni anti-sioniste hanno fatto di tematiche tipicamente antisemite.

In fondo, come ha detto lo studioso David Hirsh, una definizione operativa di antisemitismo non rappresenta una minaccia per nessuno, tranne che per gli antisemiti.

(Da: Ha’aretz, 20.12.16)
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Messaggioda Berto » dom gen 15, 2017 8:35 am

IL PREGIUDIZIO RELIGIOSO RAZZIALE VERSO GLI EBREI
Tel Aviv 14 01 2017

Gli ebrei vivono nei ghetti cioe' quartieri che vengono chiusi al tramonto e dai quali gli ebrei non possono uscire. Possono esercitare solo due mestieri: il prestito ad usura o la vendita ambulante di stracci e rottami. (Furono costretti a farlo Per editto Papale non per loro scelta).

L'usuraio è persona già di per se sgradevole e quando I signorotti del posto dovevano restituire I prestiti contratti con gli ebrei, convocavano il Pope (il prete nei villaggi Russi) e insieme aizzavano la popolazione contro gli ebrei , non per il mestiere di usuraio ma definendoli esseri spregevoli, assassini di dio, e sopratutto accusandoli del crimine più nefando: l'infanticidio.

Gli ebrei infatti erano accusati di rapire I bambini cristiani spariti dalle case per berne il sangue anzi per intingerci il pane azzimo....davanti ad un crimine così vergognoso tutta la popolazione diventava assassina Si organizzavano I “POGROM” (parola russa che significa strage di ebrei).
I villaggi ebrei erano assaliti, le donne violentate e le bambine rapite o uccise.
Morto il creditore, estinto il debito, era anche occasione per impadronirsi delle case e delle stalle degli ebrei.

I “POGROM” comunque, con varianti nella modalità vennero eseguiti in tutti I paesi nei quali soggiornavano ebrei, con vari pretesti e con nomi diversi ma la sostanza rimaneva immutata.
Gl ebrei però NON POSSONO mai cibarsi di alimenti che contengano sangue, questa è la prima prescrizione del codice alimentare ebraico ( detto “KASHERUT”). Anche le uova, se contengono un grumo di sangue devono essere gettate, infatti gli ebrei non mangiano pasta all'uovo se non quella da loro stessi confezionata. L'accusa di infanticidio rituale è quindi del tutto infondata.

Perché gli ebrei sono cosi' invisi?
Tutto parte da un pregiudizio religioso sia per il Cristianesimo che per l”Islam.
Gli ebrei NON fanno proselitismo, sono una nazione minuscola nel mondo mentre Islam e cristianesimo si espandono a macchia d'olio convertendo pacificamente o forzatamente tutte le popolazioni che incontrano. MA GLI EBREI NO.

Gli ebrei Non si sottomettono, NON si convertono; preferiscono morire che convertirsi e questo crea un bel problema per il marketing delle altre due religioni monoteistiche:
Cristiano-Cattolica :(Non c'è salvezza fuori dalla Chiesa)
Islam: (La illah Illaluhu) Non c'è dio all'infuori di Allah.

L'esistenza degli Ebrei però permette di avere dubbi.
Quindi perseguitarli , ucciderli, stremarli con tasse e condizioni di vita inaccettabili; spargerli per il mondo affinché sparsi in piccole comunità lentamente si estinguano.
Gli ebrei negli ultimi duemila anni sono stati perseguitati sempre, in ogni nazione con maggiore o minor violenza. - Mai un solo anno, mai, senza persecuzioni. In oriente o in occidente...(solo un caso a titolo di esempio: nella civilissima Spagna, nel 1492, anno della scoperta dell”America, solo quell'anno, 50.000 ebrei furono bruciati vivi).
Solo un isola pazialmente felice; l'Olanda tollerante e poi di seguito l”America dove vive oggi la metà degli ebrei circa del mondo.
Quindi pregiudizio religioso adattato alle necessità politiche e anche economiche ma non solo.

Gli ebrei rimangono uniti e solidali nei secoli e questo dà fastidio ad uno spetattore esterno; permette di individuare un complotto, trame oscure . Emarginati perché respinti e per forza quindi solidali e molto uniti tra loro.

IL PREGIUDIZIO SCIENTIFICO
Intorno alla fine del 1800 un criminologo ( per giunta ebreo, Cesare Lumbroso ) sostiene che gli individui possono essere classificati in base a “TIPI” cioé l'aspetto fisico determina l'indole del soggetto.
Queste teorie vengono accolte con entusiasmo in America dove serviva un supporto scientifico per attribuire ai negri la caratteristica di “razza inferiore “ e poter perpetuare il regime di semischiavitù negli stati del Sud.
Dall'America queste teorie rimbalzano in Europa, sopratutto in Germania (dove la presenza ebraica era cospicua) e vengono perfezionate.
Gli ebrei non sono umani quindi.

Hitler credeva fermamente nella necessità di depurare la razza Germanica da tutte le infiltrazioni esogene: ebrei, Polacchi, Zingari ma anche da omosessuali, infermi etc..

Gli ebrei erano ritenuti responsabili di aver fatto precipitare la Germania nella più devastante crisi economica della storia.
Gli ebrei tramano per conquistare il mondo strozzandolo, gli ebrei uccidono i bambini per berne il sangue, gli ebrei hanno ucciso Gesù, gli ebrei provocano le guerre, gli ebrei ... sempre gli ebrei.
Il pregiudizio religioso inculcato dall 'infanzia anche in dittatori come Hitler, Mussolini e Stalin -che si dichiaravano atei-, era sufficente poi per attribuire pretestuosamente gravi responsabilità agli ebrei.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Rasixmo,rasisti contro łi ebrei e Ixraele i crimini de l'ONU

Messaggioda Berto » ven gen 27, 2017 11:28 pm

Alt ai negazionisti
Il consiglio di facoltà cancella il master del professor Moffa cui partecipavano storici revisionisti non solo italiani, i promotori rilanciano sul web. Viaggio in un pianeta sorprendente e contraddittorio
MARCO VENTURA
TERAMO

http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSe ... girata.asp

Casa Moffa a Roma. Salotto borghese in un comprensorio nel verde, senza pretese ma vivacizzato da scaffali a cielo aperto con volumi di cultura politica anni '70 e documenti da scannerizzare per il sito internet del master Enrico Mattei in Medio Oriente, ricettacolo di Ideologie retrò amalgamato dal livore anti-americano e anti-ebraico. Il master, coordinato da Claudio Moffa, ordinario di Storia e istituzioni dei Paesi afroasiatici, è stato cancellato il 3 luglio dal Consiglio di facoltà di Scienze politiche dell'Università di Teramo perché «non coerente con gli obbiettivi formativi complessivi della facoltà».
Moffa grida al «fascismo universitario» e paga così l'invito il 12 giugno a Teramo al negazionista francese dell'Olocausto, Robert Faurisson. La contromossa? Lo spostamento del master a Roma con il lancio via Internet di libere sottoscrizioni e la creazione in poche ore dello Iemasmo, Istituto Enrico Mattei di alti studi in Medio Oriente, intitolato all'emblema della lotta alle multinazionali del petrolio. Il direttivo riunisce le anime contraddittorie del negazionismo italiano: veteromarxisti e filo-cubani, neofascisti studiosi di Julius Evola, mediorientalisti pacifisti e militanti di sinistra a sinistra della sinistra radicale, molti riuniti attorno a un cognac in casa Moffa per scaldarsi al sole della loro tesi e bandiera di libertà. Quale?
L'uso politico dell'Olocausto da parte del sionismo e imperialismo americano, e il suo ridimensionamento di contro alla storiografia «sterminazionista». I figli dei deportati nei lager che hanno impedito a suon di sberle la lezione di Faurisson a Teramo sarebbero l'avanguardia teppistica del fronte atlantico-sionista che opprime l'Eurasia.

Il sogno di Moffa? Un confronto pubblico con diritto di parola per i negazionisti. Un aiuto, per quanto timido, gli viene dallo storico Franco Cardini: «Molti studiosi cosiddetti negazionisti portano argomenti degni di discussione e problemi che non consentono la politica dello struzzo. Anche studiosi israeliani hanno parlato di industria dell'Olocausto. Chi pensa di poter demolire il negazionismo ha il dovere morale e il diritto civile di esporre i propri argomenti. Il tema è delicato, pericoloso. I tanti che in buona fede considerano queste tesi uno sciocchezzaio che può alimentare la rinascita di sentimenti antisemiti dovrebbero sfidare i negazionisti in una riunione scientifica con tesi e controtesi, e un verdetto dopo un mese di approfondimenti. Storici seri come Enzo Collotti e Gian Enrico Rusconi, di estrazioni diverse, mettano a tacere i negazionisti. Proporrei la sala stampa di Milano».

Moffa non aspetta altro. A casa sua è un lamentarsi dell'insistenza sulla memoria «olocaustica». Elisabetta Ippolitoni, ricercatrice: «Vi ricordate la canzone napoletana? Chi ha dato ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto ha avuto». Basta celebrazioni della Shoa. Annuisce il marito, l'orientalista Vincenzo Strika già collaboratore della rivista del Sisde, Per aspera ad veritatem. Concorda il giurista filo-cubano Matteo Carbonelli, plaude il filosofo del diritto e traduttore di Carl Schmitt, Antonio Caracciolo. Gli ultimi due sono entrati nel direttivo di 13 membri dello Iemasmo. Presidente Moffa. Vicepresidente Tiberio Graziani, docente perugino, autore del libro-intervista a Padre Benjamin Iraq, trincea d'Eurasia, curatore di «Serbia, trincea d'Europa» del nazionalista serbo Dragos Kalajic, traduttore di Drieu La Rochelle e Brasillach, collaboratore del negazionista Claudio Mutti con le sue Edizioni all'insegna del Veltro.
La galassia negazionista spazia dal marxismo filopalestinese antimperialista dell'africanista Moffa al marxismo bordighista di Cesare Saletta, dal leninismo dei seguaci del generale Pasti ai «giuristi democratici» castristi di Carbonelli, dal radicalismo pacifista della rivista Giano di Luigi Cortesi ai siti filo-iraniani come http://www.vho.org e al revisionismo dell'11 Settembre che lo attribuisce a una congiura di sionisti e Cia.
È il caso del fotografo e regista Massimo Mazzucco animatore da Los Angeles di luogocomune.net, ma anche del gruppo Faremondo di Bologna e della piemontese non profit Scholè futuro per l'educazione alla «sostenibilità sociale e ambientale», la cui sezione bolognese organizza seminari di controinformazione sull'11 settembre e l'Olocausto nel dopolavoro ferroviario. Ancora: l'emittente ambientalista pacifista Spazio Radio di Paolo Pioppi, direttore di Aginform, Foglio di corrispondenza comunista. In casa Moffa hanno voce gli ultra-marxisti fanatici del pamphlet La sinistra rivelata di Marino Badiale e Massimo Bontempelli, critici da sinistra del Manifesto e di Liberazione. Singolare la presenza di Caracciolo, già dirigente calabrese di Forza Italia in rotta col partito. Significativa la difesa di polemisti come Massimo Fini e avvocati d'assalto come Nino Marazzita, il radicale garantista Mauro Mellini e Augusto Sinagra, già legale dell'Ambasciata turca. Poi c'è il gruppo di Mutti, esegeta di Evola, e delle edizioni d'estrema destra: Sentinella d'Italia, La Sfinge, Il Settimo Sigillo, Sette colori, il Cavallo Alato. E i neofascisti di Nuovo Ordine Nazionale.

Il negazionismo non nega in toto la Shoah, ma contesta il numero dei morti, il disegno preordinato, la capacità di sterminio di camere a gas e forni crematori.
C'è, infine, una vena di «libera ricerca», di studiosi controcorrente insediati in nicchie universitarie o extrauniversitarie pronti a usare taxi ideologici e Internet, la Rete mondiale trampolino di nicchie neofasciste e veteromarxiste e di lobby serbe, cubane, iraniane, e dell'anarchismo che si richiama a Noam Chomsky che ha scritto un'introduzione per Faurisson.
Condivisa la critica di Mutti al «mito» dell'arma di distruzione di massa: la guerra contro Saddam poggerebbe su una mistificazione analoga al decreto di sterminio anti-ebraico di Hitler. Baghdad come Berlino. No all'Europa provincia dell'Imperium, sì al blocco eurasiatico alleato dell'Islam nella resistenza agli Usa. Mutti parafrasa Croce: «Non possiamo non dirci eurasiatici». Agnostico, invece, Carlo Mattogno: «Il revisionismo in Italia sono io». Vero. Lui è il capofila del negazionismo tecnico. «Per amore della verità mi sono trasformato in perito dei forni crematori». «Quel che è successo resta un orrore - chiosa Cardini -. Negazionisti come Mattogno mi appaiono monomaniaci. I sei milioni di ebrei morti non saranno passati uno per uno per il camino, ma i conti comunque non tornano. Queste idee sono un virus, per neutralizzarle vanno affrontate».
Sala stampa, Milano, 11 Settembre 2008, se qualcuno ci sta.
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