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'Trump riconoscerà il Golan siriano occupato come parte di Israele'24/05/2018
https://www.lantidiplomatico.it/dettnew ... e/82_24081In un'intervista rilasciata ieri all'agenzia di stampa britannica Reuters, il ministro dell'intelligence israeliana Yisrael Katz ha indicato che la questione del riconoscimento delle alture del Golan come parte dei territori palestinesi occupati ora "è in cima all'agenda" dei colloqui diplomatici tra Tel Aviv e Washington.
Katz, tuttavia, considera questo piano come una possibile estensione della "tattica di confronto" dell'amministrazione Trump contro la presunta espansione della presenza e dell'influenza dell'Iran in Siria.
"Questo è il momento perfetto per compiere un tale passo (...) per riconoscere la sovranità di Israele sulle Alture del Golan, con una dichiarazione degli Stati Uniti, una proclamazione presidenziale, consacrata (in diritto)", ha spiegato Katz, aggiungendo, quindi, che questo "accadrà probabilmente nei prossimi mesi".
Queste dichiarazioni arrivano il giorno dopo che il rappresentante repubblicano Ron DeSantis ha rivelato di aver presentato una proposta al Congresso degli Stati Uniti per riconoscere le Alture occupate del Golan, appartenenti alla Siria come territorio israeliano dopo il trasferimento dell'ambasciata statunitense nella città palestinese di Al-Quds (Gerusalemme).
Israele occupò le alture del Golan, territorio siriano, dopo la guerra dei sei giorni del 1967 e le annesse nel 1981, azione che fu respinta all'unanimità lo stesso anno dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Nonostante questo provvedimento, l'occupazione israeliana ha costruito dozzine di insediamenti illegali nella zona, oltre a utilizzare l'area come punto di partenza per gli attacchi militari contro l'esercito siriano.
Trump completa l’opera, chiude il consolato Usa a GerusalemmeMichele Giorgio
Medio oriente. Nella città santa opererà solo l'ambasciata. Le questioni palestinesi saranno affrontate direttamente da David Friedman, amnbasciatore Usa sostenitore dei coloni israeliani. Ieri uccisi due palestinesi a nord di Ramallah
4.3.2019
https://ilmanifesto.it/trump-completa-l ... erusalemmeGerusalemme torna al centro dell’attenzione. Washington ieri ha completato il trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv nella città santa voluto dall’Amministrazione Trump. Ed ha anche chiuso il consolato americano che per decenni è stato una sorta di sede diplomatica statunitense per i Territori palestinesi occupati. Un passo mosso mentre di Gerusalemme e della protezione dei luoghi santi hanno discutevano a Baghdad il capo di stato iracheno, Barham Salih, e il presidente palestinese Abu Mazen. Gerusalemme intanto non sembra più un ostacolo nelle relazioni tra Indonesia e Australia che hanno firmato l’accordo di partenariato economico dopo un ritardo di mesi dovuto anche al disappunto degli indonesiani per la decisione del primo ministro australiano, Scott Morrison, di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. A dicembre però Morrison ha chiarito di riconoscere solo la parte ebraica della città come capitale di Israele e che il trasferimento dell’ambasciata australiana non avverrà fino a quando palestinesi e israeliani non arriveranno ad un accordo.
Il Dipartimento di Stato ha provato a ridimensionare la portata della chiusura del consolato Usa e del trasferimento definitivo a Gerusalemme dell’ambasciata. «Vogliamo aumentare l’efficienza dei nostri impegni diplomatici, non è un segnale di cambiamento della politica americana su Gerusalemme, la Cisgiordania o la Striscia di Gaza», ha spiegato il portavoce Robert Palladino. Invece il cambiamento è molto netto. Da ieri le questioni palestinesi saranno affrontare da un ufficio che fa capo all’ambasciatore Usa, David Friedman, convinto sostenitore e finanziatore del movimento dei coloni israeliani. Il solco tra palestinesi e Usa si amplia. Già a ottobre, quando il segretario di Stato Mike Pompeo aveva annunciato la chiusura del consolato, il segretario dell’Olp Saeb Erekat aveva parlato di «ultimo chiodo nella bara» della mediazione americana nel conflitto. Ieri Erekat è tornato all’attacco. «Questo nuovo passo – ha commentato – non ha nulla a che fare con l’efficienza, piuttosto riguarda il piacere di un team ideologico statunitense che vuole frantumare le fondamenta del sistema internazionale».
Nel frattempo il genero e inviato per il Medio oriente Jared Kushner prosegue gli incontri in vista della presentazione del piano di pace Usa, il cosiddetto “Accordo del Secolo”, dopo le elezioni israeliane del 9 aprile. Cosciente che i palestinesi non lo accetteranno mai – stando alle indiscrezioni prevede l’autonomia amministrativa di Gaza e di alcune aree palestinesi in Cisgiordania e la fine del diritto al ritorno dei profughi (in cambio di un risarcimento economico) –, Kushner nei giorni scorsi ha provato a vendere il piano ai sauditi, i turchi e ad altri nella regione, non si sa con quale risultati, per isolare i palestinesi.
Ciò di cui il genero di Trump non è cosciente è la tensione in costante aumento nella Cisgiordania occupata. Ieri non lontano da Ramallah un drappello di soldati israeliani ha ucciso due giovani, Amir Darraj e Youssef Anqawi, entrambi ventenni. Secondo la versione israeliana, due soldati erano fermi sul lato della strada vicino all’uscita dal villaggio di Niima quando sono stati investiti intenzionalmente e feriti da un’automobile palestinese. Gli altri militari presenti hanno aperto il fuoco uccidendo due delle tre persone all’interno dell’auto. I palestinesi smentiscono categoricamente che i due colpiti a morte fossero degli attentatori. Ripetono che i due erano solo dei manovali che si stavano recando al lavoro e che causa delle cattive condizioni stradali hanno perso il controllo del loro veicolo. Netanyahu ha annunciato che farà in modo da accelerare la demolizione delle case dei due “terroristi”. I palestinesi chiedono alla Corte penale internazionale di indagare anche su questo episodio nel procedimento che invocano da tempo contro Israele.
IL REALISTA AL CUBONiram Ferretti
La decisione di Donald Trump di riconoscere da parte degli Stati Uniti la sovranità israeliana sopra le alture del Golan dopo 52 anni, è un altro storico passo avanti verso la realtà.
Il primo fu il riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico, a cui è seguita la decisione di privare l'UNRWA dei 350 milioni di dollari americani, quindi il Taylor Force Act, che taglia i fondi all'Autorità Palestinese relativamente ai vitalizi nei confronti dei terroristi in carcere e delle loro famiglie, quindi la chiusura dell'ufficio di rappresentanza dell'Autorità Palestinese a Washington.
La realtà geopolitica per Trump e il suoi consiglieri, in primis John Bolton, è composta di fatti chiari e nitidi. Il Golan è strategicamente vitale per Israele, che, nel 1981 se lo è annesso, malgrado la comunità internazionale non abbia mai ratificato questa decisione.
Trump ora lo ha fatto. Ha certificato che gli USA non riconoscono alcuna legittimità alla posizione della comunità internazionale, fondata sull'ipocrisia e sulla più palese ostilità nei confronti di Israele. Dai documenti del Dipartimento di Stato, l'espressione "territori occupati", relativamente al Golan è stata ora depennata.
Nessun altro presidente americano, dal dopoguerra ad oggi, ha dimostrato fino ad ora nei confronti di Israele una tale lucidità e determinazione.
Bolton spiega la decisione USA sulle Alture del Golan22.03.2019
https://it.sputniknews.com/mondo/201903 ... fDGLLrekyg Il consigliere del presidente USA degli Stati Uniti per la sicurezza nazionale, John Bolton, ha dichiarato che la decisione sul riconoscimento delle Alture del Golan come parte del territorio israeliano serve a contrastare la Siria e l’Iran nella regione.
Nel 1967, Israele sconfisse la Siria e occupò le alture del Golan e nel 1981 le annesse unilateralmente. Il presidente americano Donald Trump ha scritto su Twitter giovedì che era tempo che gli Stati Uniti riconoscessero le alture del Golan come parte d’Israele nell'interesse della sicurezza di Tel Aviv e della regione nel suo complesso.
"Consentire ai regimi siriani o iraniani di controllare le alture del Golan significherebbe chiudere gli occhi sulle atrocità di Assad e sulla destabilizzante presenza iraniana nella regione.Il rafforzamento della sicurezza d'Israele rafforza la nostra capacità di combattere le minacce comuni insieme", ha scritto Bolton su Twitter.
Il rappresentante del servizio diplomatico dell'UE, Maja Kocijancic, ha già dichiarato che l'Unione europea di non riconoscere ancora le alture del Golan come parte d'Israele. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha affermato che cambiare lo status delle alture del Golan scavalcando il Consiglio di sicurezza è una violazione diretta delle decisioni delle Nazioni Unite. Anche un certo numero di stati mediorientali si opposto alla decisione di Trump.
Con un tweet, il presidente americano riconosce la sovranità di Israele sul GolanDaniele Raineri
2019/03/22
https://www.ilfoglio.it/esteri/2019/03/ ... w9ZCB9fuZI New York. Con uno di quei tweet che fanno alzare il livello di allerta nelle basi americane sparse per il mondo, giovedì il presidente americano Donald Trump ha scritto che “dopo 52 anni è tempo che gli Stati Uniti riconoscano la piena sovranità di Israele sulle alture del Golan, che sono di importanza strategica per la sicurezza dello stato di Israele e per la stabilità della regione”. Le alture del Golan occidentale furono conquistate da Israele durante la guerra del 1967 contro la Siria e furono annesse qualche anno dopo. Sono senz’altro strategiche, perché rappresentano una posizione sopraelevata e privilegiata in caso di combattimenti e sono sempre più importanti adesso che la Siria è diventata vassalla dell’esercito iraniano e del gruppo libanese Hezbollah, che sono nemici acerrimi di Israele (lo era già vassalla, ma dopo l’aiuto ricevuto durante la guerra civile è diventata totalmente dipendente, è una piattaforma militare per le operazioni iraniane). Se Israele non occupasse militarmente le alture del Golan, i suoi nemici potrebbero affacciarsi da esse e guardare il territorio israeliano dall’alto verso il basso.
Di fatto, Israele esercitava già la sua piena sovranità sulle alture del Golan e la dichiarazione di Trump non modifica il quadro militare e di sicurezza. Modifica il quadro politico. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, da tempo faceva pressione sull’Amministrazione perché facesse questo passo e la settimana prossima potrà ringraziare di persona Trump durante la visita ufficiale a Washington prevista per lunedì e martedì. “Non c’è miglior amico di Trump”, ha detto ieri. Il riconoscimento americano della sovranità israeliana sul Golan aiuterà Netanyahu alle elezioni del 7 aprile, come del resto lo aiuta già in generale il sostegno offerto da Trump – con cui una gran parte dell’elettorato israeliano è in sintonia. Il presidente americano ha spostato la sede dell’ambasciata americana a Gerusalemme, riconoscendola anche di fatto come capitale dello stato di Israele, e ha tagliato i fondi americani per l’Autorità nazionale palestinese. Adesso il riconoscimento della sovranità israeliana sul Golan farà molto arrabbiare il cosiddetto “asse della Resistenza” formato da Iran, Hezbollah e Siria – che però già considerano, specie i primi due, la guerra per cancellare Israele come un dovere esistenziale. Un problema legato al tweet di Trump è semmai che l’America è nel mezzo di un grande ritiro dal medio oriente e dalla Siria, quindi arriva in un momento in cui gli americani stanno di fatto lasciando più scoperto Israele, perché ritirano i soldati americani dalla Siria orientale.
Alture del Golanhttps://it.wikipedia.org/wiki/Alture_del_GolanLe fonti antiche non rivelano molto sulla storia e sulla gente della regione. Le prime testimonianze di insediamenti umani risalgono al Paleolitico superiore. Nella Bibbia viene considerato parte del Bašan.
Vari imperi hanno controllato la zona nel corso della storia e nel corso del XVI secolo il Golan fu conquistato dai turchi ottomani. Fu nel tardo XIX secolo, verso il 1878 circa, che le autorità ottomane iniziarono a costruire aree per l'insediamento. La regione fece parte del Governorato di Damasco dell'impero turco ottomano fino al 1918 quando passò alla Francia con il Mandato francese della Siria al termine della prima guerra mondiale. Quando il mandato terminò nel 1944, le alture del Golan divennero parte della Repubblica Araba di Siria.
Due terzi della regione vennero occupate da Israele nel corso della Guerra dei Sei Giorni nel 1967. In seguito alla guerra dello Yom Kippur del 1973 Israele ha accettato di restituire circa il 5% del territorio alla Siria per il controllo internazionale e da allora il 95 % del territorio è conteso tra Israele e Siria. Questo 5% del territorio è stato incorporato in una striscia demilitarizzata di terra che corre lungo la linea di cessate il fuoco nota come zona UNDOF. L'UNDOF è stato istituito nel 1974, per supervisionare l'attuazione dell'accordo di disimpegno e mantenere il cessate il fuoco. Attualmente ci sono oltre 1.000 membri delle forze di pace delle Nazioni Unite.
Israele iniziò la costruzione di insediamenti nella parte restante del territorio e governò l'area sotto amministrazione militare fino al 1981 quando approvò la Legge delle Alture del Golan, ponendo la regione sotto il diritto civile, l'amministrazione e la giurisdizione israeliana.[4] Questa scelta è stata condannata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la Risoluzione 497, che ha definito la decisione israeliana di imporre le sue leggi, la sua amministrazione e la sua giurisdizione sulle alture del Golan "nulla e priva di ogni rilevanza giuridica internazionale".[5] Israele sostiene di essere in diritto di trattenere la zona, interpretando in tal senso un passo della Risoluzione 242, adottata dopo la Guerra dei Sei Giorni, che stabilisce il rispetto del diritto di ciascuno Stato "alla propria integrità territoriale, a confini sicuri e riconosciuti, liberi dalla minaccia o dall'uso della forza."
Dal 1988 Israele ha permesso ai pellegrini drusi di attraversare la frontiera per visitare il santuario di Abele in Siria.
Nel 2005 le alture del Golan avevano una popolazione di circa 38.900 persone, di cui circa 19.300 drusi, 16.500 ebrei, e 2.100 musulmani.
Bašanhttps://it.wikipedia.org/wiki/Ba%C5%A1anBašan (in ebraico: הַבָּשָׁן?, ha-bašan, terreno chiaro) è un territorio citato ripetutamente nella Bibbia, proverbiale per i ricchi pascoli e le folte foreste. Esso si trovava a oriente del fiume Giordano fra il Galaad a sud e il monte Ermon a nord. Prima dell'ingresso degli israeliti in Canaan era un regno, governato dal re Og.
Dopo l'esilio babilonese il Bašan fu ripartito in quattro regioni:La Gaulantide, o Golan, la parte più occidentale.
La Batanea, oggi Al-Bathaniya, ai piedi del Golan.
L'Auranitide, o Hauran
La Traconitide, oggi Al-Lajat
Non è del tutto chiaro se l'Argob, una parte del Bašan citata nel terzo capitolo del Deuteronomio, debba essere identificata con la Traconitide. A parte la Traconitide, tutto il resto del Bašan è un territorio fertile e arabile composto da un terreno di origine vulcanica.
Le principali città citate nell'Antico Testamento sono Aštaroth, Edrei, Golan e Salchah. Nel 106 Traiano creò la provincia romana dell'Arabia, in cui incorporò anche il regno nabateo e ne pose la capitale a Bostra (Bozrah), una città dell'Auranitide, che divenne per alcuni secoli un importante centro commerciale.
Re Oghttp://www.treccani.it/enciclopedia/og Og (ebr. Ōg) Nella Bibbia, re della regione di Basan, con cui gli Israeliti si scontrarono alla vigilia della loro conquista della Palestina. È detto «l’unico superstite dei Refaim», cioè di una antica popolazione locale, che impressionò gli Israeliti per l’alta statura dei suoi componenti. Lo scontro decisivo avvenne a Edrai: Mosè con i suoi uomini vinse il nemico, distruggendolo e conquistandone la terra.
Refaimhttps://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1200003695 Tribù o popolo di alta statura. Non si conoscono con precisione né il significato né l’origine del nome. Probabilmente si chiamavano refaim perché discendenti di un uomo di nome Rafa. In 2 Samuele 21:16 ricorre l’espressione haRafàh (lett., “il Rafà”): il nome del padre sembra essere stato usato per indicare l’intera stirpe di giganti.
In epoca remota i refaim si erano evidentemente stanziati a E del Mar Morto. I moabiti, che li spodestarono, li chiamavano emim (“cose spaventose”). Gli ammoniti li chiamavano zamzummim (forse da una radice che significa “avere in mente; tramare”). (De 2:10, 11, 19, 20) Quando Chedorlaomer re di Elam si diresse a O per far guerra a cinque re ribelli nei pressi del Mar Morto (prendendo prigioniero Lot), sconfisse i refaim ad Asterot-Carnaim. (Ge 14:1, 5) Quindi a quell’epoca i refaim si trovavano in Basan, a E del Giordano. Poco dopo Dio disse che avrebbe dato ai discendenti di Abraamo la Terra Promessa, che includeva la regione abitata dai refaim. — Ge 15:18-20.
Oltre 400 anni più tardi, quando Israele stava per giungere in Canaan, “il paese dei refaim” si identificava ancora con Basan. Là gli israeliti sconfissero Og re di Basan (De 3:3, 11, 13; Gsè 12:4; 13:12), il solo ‘rimasto di ciò che restava dei refaim’. Non si può dire con certezza se questo significa che era l’ultimo re dei refaim o l’ultimo dei refaim nella regione, dato che poco dopo furono trovati refaim a O del Giordano.
Nella Terra Promessa gli israeliti ebbero delle difficoltà con i refaim, poiché alcuni di loro rimasero nei boschi della regione montagnosa di Efraim. I figli di Giuseppe ebbero paura di scacciarli. (Gsè 17:14-18) Mentre combattevano contro i filistei, Davide e i suoi servitori abbatterono quattro uomini “nati ai refaim a Gat”. Uno di loro era “un uomo di statura straordinaria che aveva sei dita a ciascuna mano e a ciascun piede, ventiquattro”. La descrizione della loro armatura indica che erano tutti uomini di alta statura. Uno di questi era “Lami fratello di Golia il gattita”. (1Cr 20:4-8) Questo Golia, ucciso da Davide, era alto sei cubiti e una spanna (quasi 3 m). (1Sa 17:4-7) In 2 Samuele 21:16-22, anziché “fratello di Golia” come in 1 Cronache 20:5, il testo ha “Golia”, e questo potrebbe indicare che c’erano due Golia. — Vedi GOLIA.
Il termine ebraico refaʼìm ricorre anche in un altro senso nella Bibbia. A volte è chiaro che non si riferisce a un popolo particolare, ma ai morti in generale. Ricollegando questo vocabolo a una radice che significa “cascare, rilassarsi”, alcuni studiosi ritengono che significhi “sprofondati, impotenti”. Nei versetti in cui il termine ha questo significato la Traduzione del Nuovo Mondo lo rende “quelli impotenti nella morte”, e molte altre traduzioni usano espressioni come “defunti” o “trapassati”. — Gb 26:5; Sl 88:10; Pr 2:18; 9:18; 21:16; Isa 14:9; 26:14, 19.