Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2022 8:33 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2022 8:35 pm

23)
Il caso dell'africano Soumahoro, il boss nero, il piccolo dittatore ivoriano in trasferta in Italia che vorrebbe darci lezioni di umanità, civiltà e buona politica



Aboubakar Soumahoro africano di nazionalità e cittadinanza della Costa D'Avorio, migrato in Italia e divenuto anche cittadino italiano oltre che ivoriano. Non ha mai fatto il bracciante agricolo e non ha mai lavorato per i caporali in agricoltura.
L'USB inoltre l'ha accusato di non avere utilizzato interamente per i fini prefissati i fondi raccolti durante la pandemia come dirigente USB. Soumahoro ha chiesto una conciliazione di 25 mila euro.
https://it.wikipedia.org/wiki/Aboubakar_Soumahoro

Aboubakar Soumahoro (Bétroulilié, 6 giugno 1980) è un sindacalista e politico italiano di origini ivoriane, eletto deputato nella XIX legislatura.
Aboubakar Soumahoro nasce nel 1980 a Bétroulilié in Costa d’Avorio.[5] L'arrivo in Italia avviene nel 1999, a 19 anni.[6] Si laurea nel 2010 in Sociologia all'Università "Federico II" di Napoli con voto 110/110 con una tesi su “Analisi sociale del mercato del lavoro. La condizione dei lavoratori migranti nel mercato del lavoro italiano: persistenze e cambiamenti”.

Aboubakar Soumahoro è tra i fondatori della "Coalizione Internazionale Sans-Papiers, Migranti e Rifugiati" (CISPM).[7] Nel 2012 organizzò insieme ai compagni del CISPM una marcia dei sans-papiers che attraversarono 6 paesi europei senza documenti per chiedere la libertà di circolazione delle persone come già accade per le merci.[8]

È stato inoltre sindacalista del Coordinamento Agricolo dell’Unione Sindacale di Base (USB), occupandosi soprattutto della tutela dei diritti dei braccianti, della lotta al caporalato e dello sfruttamento lungo la filiera agricola.[2] All'indomani dell’uccisione di Soumaila Sacko (bracciante e sindacalista USB assassinato in Calabria il 2 giugno 2018, mentre raccoglieva lamiere per costruirsi una baracca di fortuna), ha chiesto e ottenuto dal Governo Conte I la creazione del Tavolo operativo di contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura. Il Tavolo viene istituito ufficialmente con il decreto del 4 luglio 2019 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 3 settembre 2019 e vede la partecipazione, oltre che del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali che lo presiede, anche del Ministero degli Interni, del Ministero delle Politiche Agricole, del Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, delle Regioni, di tutte le sigle sindacali e di vari altri attori.

Il 27 luglio 2020 Soumahoro lascia l'USB dopo 20 anni di militanza,[11] ma continuando una raccolta fondi per l'emergenza COVID-19 nel settore e lanciare poi l'12 agosto l'APS Lega Braccianti.[12][13] In questa occasione inaugura nel foggiano, a Borgo Mezzanone, la prima “Casa dei diritti e della dignità Giuseppe Di Vittorio”. Il riferimento a Di Vittorio gli attirerà critiche da parte della CGIL, che gli contesta in quell'occasione l'appropriazione di un simbolo del movimento sindacale.[14] L'USB inoltre l'ha accusato di non avere utilizzato interamente per i fini prefissati i fondi raccolti durante la pandemia come dirigente USB. Soumahoro ha chiesto una conciliazione di 25 mila euro.[13]




Soumahoro: il tu, il lei e la cipria da lasciare al Pd
Maurizio Crippa
1 novembre 2022

https://www.ilfoglio.it/contro-mastro-c ... d-4612165/

Il sindacalista ha la stoffa del politico di primo piano. Ed è più bravo quando cita Di Vittorio di quando dice cose che non riguardano la storia italiana

Ci è già capitato di notare, en passant, che il neo deputato eletto con Alleanza Verdi e Sinistra, Aboubakar Soumahoro, ha la stoffa del politico di primo piano, e un’oratoria da leader di piazza (è sindacalista) molto rara tra i politici professorali, e professionali, della sinistra. Tant’è che qualcuno ha iniziato a farne girare il nome come possibile segretario esterno del Pd. Una scorpacciata di popcorn congressuali. Ma, se ci permette Soumahoro, protagonista di uno scontro verbale allorché Giorgia Meloni gli si era rivolta con il “tu”, dovrebbe tenersi lontano dalle banali scaramucce nominali e dirittiste, roba da Serracchiani.

Gli diamo l’attenuante di essere stato trascinato dalle malìe di Fazio, e forse stordito dalla cipria che aleggia nello studio. Ma quando ha detto “tanti anni fa nelle colonie i colonizzatori chiamavano i colonizzati utilizzando il tu, semplicemente perché il lei era riservato solo ai bianchi”, ha detto una cosa che non riguarda la storia italiana, priva di schiavi e piantagioni, e nemmeno gli schiavisti inglesi, privi di terza persona reverenziale. Forse gli ispanici, con quel “lei spagnolesco” che tanto irritava, però, il Duce. “La presidente può darmi anche del dottore, sono laureato”, ha aggiunto. Dia retta, onorevole, è più bravo quando cita Di Vittorio. La cipria la lasci al Pd.





Vi racconto l'inferno delle coop gestite dalla famiglia di Aboubakar Soumahoro, la testimonianza della cuoca
Clemente Pistilli
19 novembre 2022

https://roma.repubblica.it/cronaca/2022 ... 375158019/

"C'era sempre poco cibo e i ragazzi avevano fame". Luisa, chiameremo così una 36enne che lavorava come cuoca e come interprete in una struttura gestita dal Consorzio Aid nel capoluogo pontino, conferma le denunce-shock fatte dai migranti minorenni sulle condizioni in cui erano costretti a vivere nei centri portati avanti dalle coop della moglie e della suocera di Aboubakar Soumahoro, operanti nelle province di Roma e Latina.


Condizioni pessime

"Parlo arabo e ho lavorato lì fino al 31 maggio scorso", racconta la donna. In quella casa erano ospitati dieci minorenni, 5 egiziani e altrettanti tunisini, di età compresa tra i 14 e i 17 anni. "Le condizioni - assicura - erano pessime. Non compravano vestiti ai ragazzi. Quando gli ospiti sono arrivati hanno ricevuto una tuta, un pigiama, un paio di scarpe, uno di mutande e una giacca. Poi basta". "Dovevano uscire e lavorare per potersi vestire", aggiunge.

Il freddo e i termosifoni rotti

Ragazzini che sarebbero stati costretti a soffrire il freddo. "Chiedevano coperte - ricorda Luisa - i termosifoni non funzionavano bene e la caldaia spesso andava in tilt, col risultato che non c'era sempre acqua calda". Ai minori non sarebbe stato garantito neppure il pocket money di 10 euro a settimana. Proprio come era stato denunciato in passato da migranti adulti ospiti di altre strutture gestite dalla Karibu, che nel corso degli anni si sono resi protagonisti di proteste eclatanti.

La spesa insufficiente: "Date da mangiare riso in bianco"

"A quei ragazzini - assicura la cuoca - non davano quasi mai la cosiddetta paghetta e quando sono stati trasferiti erano 4 mesi che non la vedevano". I minori avrebbero però dovuto fare i conti anche con la fame. "C'erano sempre difficoltà col cibo - sostiene la cuoca - e a volte la responsabile spendeva di tasca sua per far mangiare qui i minori. Io mi dovevo arrabbiare per far portare degli alimenti. Ma la spesa non bastava". Luisa afferma che di quel problema ha parlato spesso con la stesa suocera di Soumahoro: "Doveva provvedere lei alle forniture, ma il cibo appunto era poco e non dava spiegazioni. Quando la chiamavo diceva di far mangiare ai ragazzi il riso in bianco".

La struttura senza luce

Senza contare che, come appunto denunciato da diversi minorenni, la struttura sarebbe rimasta anche senza luce. "Non pagavano le bollette, dicevano che non avevano soldi - dichiara la 36enne - e per dieci giorni siamo rimasti senza corrente elettrica". Infine la piaga dei mancati pagamenti ai dipendenti. "A noi - conclude Luisa - i pagamenti non arrivavano mai. Io ero anche incinta. Ho quattro bambini e senza soldi è difficile sopravvivere". La risposta data dalla coop? "Lo Stato non ci paga e noi non possiamo pagare".

"Ancora aspetto 10 mesi di stipendio"

Stesso quadro tracciato da Monica, 37 anni, di origine eritrea e residente a Roma. "Lavoravo come operatrice in una struttura per minori a Latina - sostiene - ho tre bambini e sono in attesa di dieci mesi di stipendio. Marie Terese mi ha sempre detto che non ha soldi". Le condizioni del centro pontino? "Mancava tutto, dal cibo alla corrente, fino all'acqua. Sul cibo dicevano che dovevamo farci bastare quel poco che portavano. Poi, senza avvisarci, hanno mandato i ragazzi in altre strutture a Napoli, Frosinone e pure in Calabria".

Le indagini

Quella sulle coop della moglie e della suocera del deputato Aboubakar Soumahoro è più di un'indagine esplorativa. I carabinieri stanno indagando ma sulla Karibu e sul Consorzio Aid, incaricate da numerosi enti di assicurare servizi di accoglienza per richiedenti asilo, già da mesi stanno lavorando anche i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria e gli accertamenti sono in una fase avanzata. Il procuratore capo di Latina, Giuseppe De Falco, in una nota ha specificato che le Fiamme gialle sono state incaricate di far luce su "eventuali profili di rilievo penale connessi ai diversi temi di rilevanza della complessa vicenda". E ha aggiunto "che le indagini sono sviluppate con il dovuto riserbo".

Fatture false e debiti

Fonti qualificate assicurano intanto che a breve verrà chiuso il cerchio e che già sono stati messi in luce diversi aspetti su un caso esploso con 26 lavoratori che reclamano 400mila euro di stipendi non pagati, sollevato dalla Uiltucs all'Ispettorato del lavoro, e che si è poi allargato a ipotesi di richieste di fatture false per effettuare i pagamenti e a migranti minorenni che hanno riferito di condizioni pessime delle strutture in cui erano ospitati, senza acqua né luce. I finanzieri stanno inoltre indagando a fondo sulla gestione delle due coop, sui debiti milionari accumulati, partendo da quelli con l'erario, sull'ipotesi di denaro transitato in istituti di credito del Ruanda, la terra d'origine di Marie Terese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, suocera e moglie dell'onorevole di Alleanza Verdi e Sinistra, e sui contatti degli esponenti delle cooperative.

Soumahoro: "Contro di me falsità"

Soumahoro intanto, dopo aver reagito alla notizia sulle indagini parlando di "falsità" contro di lui, per la prima volta interviene su Karibu e Consorzio Aid, ma soltanto per sostenere che non sa nulla di quello che fanno moglie e suocera e per ribadire che lui comunque è estraneo alla vicenda. L'onorevole, tramite l'avvocato Maddalena Del Re, sostiene che i presunti maltrattamenti nei confronti dei minori se si rivelassero veri rappresenterebbero una vicenda "molto grave", che ha fiducia nella magistratura, ma che lui ha appreso la stessa solo dalla stampa, "nonostante il rapporto affettivo" con moglie e suocera e dunque non può rilasciare dichiarazioni in merito. Il deputato poi conclude ribadendo che è "estraneo alle vicende narrate".

"Sono state poste in essere le azioni necessarie per procedere alla riscossione dei crediti che la cooperativa vanta nei confronti della pubblica committenza, nel tentativo di soddisfare le posizioni debitorie nei confronti dei lavoratori", assicura invece Marie Therese Mukamitsindo. "Il nostro interesse rimane quello di tutelare la forza lavoro e il riconoscimento delle retribuzioni non corrisposte", sottolinea Gianfranco Cartisano, segretario Uiltucs.

Il caso è però oggetto di dibattito all'interno della stessa Alleanza Verdi e Sinistra. Tanto che la senatrice Ilaria Cucchi specifica che, se confermata, la vicenda è gravissima: "Riguarderebbe la violazione dei diritti fondamentali dell'essere umano, tema sul quale io non faccio sconti a nessuno, anche perché l'ho vissuto, drammaticamente, sulla mia pelle".



L'indagine sulle coop gestite dalla moglie e dalla suocera di Aboubakar Soumahoro: «Noi senza stipendio, acqua e luce»
17 novembre 2022

https://www.open.online/2022/11/17/lati ... soumahoro/

La procura ha aperto un’indagine a Latina nei confronti delle coop Karibu e Consorzio Aid. Una la gestisce la suocera, l’altra la moglie del deputato Aboubakar Soumahoro. Tutto parte dalle denunce del sindacato Uiltucs. Alcuni minorenni hanno messo a verbale di essere stati maltrattati e anche privati di acqua e luce nelle strutture delle due cooperative pontine. La procura di Latina ha aperto un’inchiesta, come racconta oggi l’edizione romana di Repubblica. Una trentina di lavoratori delle due coop sostengono di non ricevere lo stipendio da due anni e di essere costretti a lavorare in nero. Secondo i lavoratori sono stati disattesi anche gli accordi raggiunti davanti all’Ispettorato del Lavoro. Alcuni di loro hanno denunciato di aver ricevuto una richiesta di fatture false per poter essere pagati. Nel frattempo gli investigatori hanno acquisito diversi documenti, tra cui gli screenshot delle chat tra i vertici e alcuni lavoratori. Oltre a della documentazione ritrovata in alcuni cassonetti a Sezze, dove ha sede la Karibu. «L’elettricità e l’acqua sono state tagliate per molto tempo. Non c’è cibo né ci sono vestiti. Stavamo lavorando e poi ci hanno spostato in un posto a Napoli peggiore del primo e tutti quelli che lavorano qui sono razzisti», ha raccontato uno degli ospiti della struttura. La Karibu è guidata da Marie Terese Mukamitsindo, presidente del CdA. Ha come consigliera Liliane Murekatete, moglie di Soumahoro. Nel 2021 ha ricevuto contributi a fondo perduto Covid per 227 mila euro. Il consorzio Aid è invece un’Agenzia per l’inclusione e i diritti. Nel 2020 ha ottenuto l’affido di vari servizi per stranieri dalle istituzioni.




Dagli osanna ai silenzi: il caso Soumahoro imbarazza la sinistra
Marco Leardi
18 novembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/interni/ ... 86680.html

Dagli osanna intonati a gran voce ai silenzi imbarazzati. Dalle lodi sperticate ai sussurri. Di colpo attorno a Aboubakar Soumahoro è calato uno strano silenzio. E il colmo è che a tacere sono stati proprio i progressisti nostrani che fino all'altro ieri lo elogiavano senza mezze misure. Il parlamentare di origini ivoriane era diventato una vera e propria icona, sin dal suo arrivo a Montecitorio con degli stivaloni da lavoro. La sua recente visita sulla nave Ong Humanity 1, poi, lo aveva reso un paladino degli anti-Meloni: un emblema dell'opposizione al nuovo governo di centrodestra. Ora, tuttavia, a fronte delle notizie arrivate dalla Procura di Latina, quelle voci entusiastiche di sono di stranamente spente.


Il silenzio della sinistra sul caso Soumahoro

Il fascicolo esplorativo, al momento senza ipotesi di reato, aperto sulla gestione delle due cooperative della moglie e della suocera di Soumahoro ha forse innescato qualche disagio tra i progressisti, di colpo indecisi sul da farsi. Commentare la vicenda o tacere in attesa di eventuali sviluppi? Così il deputato ivoriano si è ritrovato a difendere la propria famiglia in totale solitudine. "Stanno provando a infangare la mia persona su una vicenda in cui non c'entro nulla. A chi in queste ore sta usando i miei affetti per colpirmi dico solo: ci vedremo in tribunale. Non ci fermeranno", ha affermato il parlamentare su Facebook, precisando di non essere indagato né coinvolto nella vicenda. Ma dai colleghi che fino all'altro ieri lo incensavano, sino al punto da considerarlo il "Papa straniero" tanto atteso dal Pd, nessuna espressione pubblica di sostegno. Enrico Letta? Non pervenuto. Orfini e Orlando? Spariti anche loro. Boldrini? Assente. Il tutto, a fronte di discussioni e polemiche che non accennano ad affievolirsi (Fdi ha annunciato un'interrogazione parlamentare sull'inchiesta esplorativa della procura di Latina).


La difesa di Ilaria Cucchi

L'unica personalità di sinistra a far sentire la propria voce è stata Ilaria Cucchi. "La vicenda che pare coinvolgere la famiglia di Abubakar Soumahoro se vera, sarebbe gravissima. Riguarderebbe la violazione dei diritti fondamentali dell'essere umano, tema sul quale, io, non faccio sconti a nessuno, anche perché l'ho vissuto, drammaticamente, sulla mia pelle", ha affermato la parlamentare, dicendosi "certa che Abubakar Soumahoro saprà fare chiarezza". E ancora: "Anche io, come lui, sono fiduciosa nel lavoro della magistratura. I miei valori sono la mia storia e, posso permettermi di dirlo, la 'nostra' storia. La storia di chi, insieme a me, ha lottato passo dopo passo per portare alla luce le istanze di chi non ha voce. E su questi principi andremo avanti, insieme. Sempre".


Il graffio del centrodestra a Boldrini e Soumahoro

Il silenzio dei progressisti sulle notizie trapelate è stato però notato nel centrodestra. La deputata della Lega Simonetta Matone, al riguardo, ha incalzato: "Vorremmo sapere dall'onorevole Boldrini se oggi premierebbe nuovamente Marie Terese Mukamitsindo, a capo della cooperativa Karibù, che a Latina lotta contro il caporalato ma poi pagherebbe i suoi dipendenti, quando si ricorda di farlo, a nero, di fatto sfruttandoli. E chiediamo all'onorevole Soumahoro se era questo che intendeva quando, entrando a Montecitorio, diceva di voler tutelare 'chi vive nel fango della miseria e del caporalato', la 'miseria di chi non riesce a pagare la bolletta e l'affitto'. Perché apprendere, ove le notizie fossero confermate dall'inchiesta dei magistrati di Latina, di minorenni lasciati in condizioni di sofferenza senza cibo, acqua o luce rischia di ridimensionare, e di molto il suo ruolo di paladino degli ultimi".


Il sostegno di Mimmo Lucano

A difendere apertamente Soumahoro e la sua famiglia, in compenso, ci ha pensato Mimmo Lucano, l'ex sindaco di Riace. "È una delegittimazione mediatica che si ripete sempre uguale quando qualcuno si batte per la tutela dei diritti delle persone più deboli. È un conto da pagare, quasi un effetto collaterale obbligato", ha contestato l'ex primo cittadino condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi di carcere per le sue politiche sull'accoglienza dei migranti.




In lacrime, Aboubakar Soumahoro si difende dalle accuse piovute sulla sua famiglia, dopo l'inchiesta aperta dalla procura di Latina sulle condizioni dei lavoratori nelle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera.
"Voi mi volete distruggere ma avete paura delle mie idee", attacca il sindacalista e deputato dell'Alleanza Verdi Sinistra in un video postato sulla sua pagina Facebook.
"Pensate di seppellirmi ma non ci riuscirete. Sono giorni che non dormo. Ho lottato per le persone che voi avete abbandonato. Mia moglie è disoccupata, è iscritta all'Inps, non possiede allo stato attuale nessuna cooperativa. Perché non parlate con lei? Quando l'ho conosciuta lavorava già nell'ambito dell'accoglienza. Parlate con mia suocera, chiedete a lei che è proprietaria della sua cooperativa: sarò il primo a scioperare con i dipendenti e a lottare per i loro diritti".
"Voi mi volete morto - conclude Soumahoro - ma non riuscirete a uccidere le mie idee".

Soumahoro in lacrime: «Mi volete morto, da una vita lotto per i diritti delle persone»
20 novembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/politica/so ... 64640.html

Aboubakar Soumahoro in lacrime. «Mi dite cosa vi ho fatto? È da una vita che sto lottando per i diritti delle persone, da una vita... Vent'anni per strada a lottare per dare dignità alle persone. La mia vita è stata caratterizzata dalla lotta contro qualsiasi forma di sfruttamento. Voi mi volete morto».

L'uomo così, si difende dalle accuse piovute sulla sua famiglia, dopo l'inchiesta aperta dalla procura di Latina sulle condizioni dei lavoratori nelle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera. «Voi mi volete distruggere ma avete paura delle mie idee», attacca il sindacalista e deputato dell'Alleanza Verdi Sinistra in un video postato sulla sua pagina Facebook.

Soumahoro, le coop anti-caporalato gestite da moglie e suocera sotto inchiesta per sfruttamento
Cooperativa Karibu e consorzio Aid, il ministero invia gli ispettori

«Pensate di seppellirmi ma non ci riuscirete. Sono giorni che non dormo. Ho lottato per le persone che voi avete abbandonato. Mia moglie è disoccupata, è iscritta all'Inps, non possiede allo stato attuale nessuna cooperativa. Perché non parlate con lei? Quando l'ho conosciuta lavorava già nell'ambito dell'accoglienza. Parlate con mia suocera, chiedete a lei che è proprietaria della sua cooperativa: sarò il primo a scioperare con i dipendenti e a lottare per i loro diritti». «Voi mi volete morto - conclude Soumahoro - ma non riuscirete a uccidere le mie idee».



Inchiesta coop Karibu: Boldrini premiò la suocera di Soumahoro come imprenditrice dell'anno
Secolo d'Italia
Penelope Corrado
19 Nov 2022

https://www.secoloditalia.it/2022/11/in ... -dellanno/

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato dal senatore Fdi Adolfo Urso ha deciso di disporre un’ispezione sui presunti casi di sfruttamento di migranti sulle due coop, Karibu e Consorzio Aid, legate a suocera e moglie di Aboubakar Soumahoro, parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra.

Boldrini premiò la suocera di Soumahoro (il video)

Soumahoro – entrato in Parlamento con gli stivali da lavoro come simbolo delle sue battaglie a favore dei braccianti e contro il caporalato – si è già dichiarato completamente estraneo alla vicenda. Intanto, Marie Therese Mukamitsindo, suocera del deputato di Sinistra, Soumahoro potrebbe presto essere ascoltata dai magistrati con la figlia.

Nel 2018 la signora Mukamitsindo era stata premiata da Laura Boldrini come imprenditrice straniera dell’anno, e la coop Karibu andava alla grande, passando in due anni da 50 a 150 dipendenti. Si fa vedere in quel periodo anche la moglie di Soumahoro, Liliane, che tra l’altro promosse nel 2017 il lancio di «K mare», una linea di costumi e pareo realizzati dai rifugiati ospiti delle loro strutture.

Ruspandini e Schifone chiedono di fare luce sulla vicenda

“Fratelli di Italia intende alzare l’attenzione su ogni forma di sfruttamento e violazione dei diritti sui luoghi di lavoro. Andremo avanti per accertare la verità”, plaude all’iniziativa del ministro il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini. “Si faccia subito chiarezza: è in gioco non solo l’integrità dell’economia italiana ma anche la dignità di queste persone”, fa eco Marta Schifone, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Lavoro della Camera. Aumentano gli indizi di colpevolezza nei confronti dei familiari del deputato Soumahoro, eletto con una formazione politica che a parole predica accoglienza e solidarietà. Bene gli accertamenti in corso della Procura di Latina. Stando a quanto riportato dalle denunce degli immigrati stessi, nella realtà dei fatti le due strutture potrebbero sfruttare il lavoro di disperati arrivati in Italia con ben altre prospettive”.


“Minori tenuti al freddo e alla fame in condizioni disumane”

Oltre alla questione delle condizioni dei lavoratori, lavoratori che hanno dato le dimissioni per giusta causa e ora sono tutti disoccupati, è emersa anche la vicenda di come vivevano i minori ospitati nei centri di accoglienza. Ne ha scritto oggi Repubblica, raccogliendo testimonianze drammatiche ed è uno dei punti su cui insiste la deputata leghista Giovanna Miele, che ha presentato un’interrogazione al ministero del Lavoro: “Ci sarebbero lavoratori non pagati, minori ospitati in strutture gestite da Karibù e Aid che sarebbero stati discriminati, che avrebbero subito maltrattamenti. Non è fango, sono accuse gravissime”.



Soumahoro, chi è la moglie Liliane Murekatete: borse e hotel di lusso, ma per il marito è «disoccupata»

Redazione Web
21 novembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/italia/soum ... 66713.html

Le cooperative "Karibu" e "Consorzio Aid" sono finite sotto la lente della procura di Latina per possibili irregolarità nei contratti e nei pagamenti dei lavoratori. Coinvolte nelle indagini Marie Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, rispettivamente suocera e moglie del deputato Aboubakar Soumahoro (Alleanza Verdi e Sinistra). Mentre il parlamentare urla al complotto contro di lui, i riflettori si sono accesi sulla consorte e in particolare sul suo stile di vita ostentato via social.

"Libero" oggi racconta di come Liliane Murekatete su Instagram sfoggi borse, valigie ed occhiali di lusso, mentre si fotografa in pose da diva in hotel 5 stelle. Secondo quanto riporta lo stesso quotidiano, perfino sul profilo Twitter della società Karibù - specializzata nell'assistenza ai migranti - ci sono rimandi continui a marchi di alta moda come Missoni, Prada, Fendi, Gucci e Valentino. Liliane Murekatete, secondo una visura camerale consultata da "Libero", fino al 17 ottobre risultava consigliera di amministrazione di Karibu.

La versione di Maria Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete

«L'obiettivo è Aboubakar, vogliono affossarlo. Un mese dopo il suo ingresso in Parlamento, e subito dopo essere andato a Catania per difendere lo sbarco dei migranti, scoppia questo scandalo»: sono le dichiarazioni rilasciate al quotidiano "La Repubblica" da Maria Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete. L'indagine è emersa senza ipotesi di reato né comparsa del nome di Soumahoro, che tuttavia ha tenuto a precisare la propria estraneità alla vicenda parlando con i media e in un accorato appello social, in cui piangendo ha rivendicato la propria lotta per i diritti delle persone e contro qualsiasi forma di sfruttamento.

La suocera di Aboubakar, Maria Therese Mukamitsindo, ha detto che «tutto è stato speso per i rifugiati. Tutto è rendicontato e posso provarlo», mentre la moglie del deputato, Liliane Murekatete, ha dichiarato che Aboubakar «non si è mai interessato alla coop. In famiglia non ne parliamo mai».


Soumahoro:«Mia moglie è disoccupata»

«Sono molto preoccupato. Non sottovaluto questi attacchi mediatici. Ma, a chi vuole seppellirmi politicamente, dico: mettetevi l'anima in pace, il fango mediatico non ci fermerà». Lo ha detto Soumahoro, che ieri ha rilasciato dichiarazioni ai quotidiani "Corriere della Sera" e "La Repubblica". «Non avendo vissuto nulla di questa vicenda finirei per fare un'informazione approssimativa con un'indagine della Procura in corso», ha affermato a proposito della vicenda, spiegando di non voler eludere le domande e che sua moglie «non possiede nessuna cooperativa, non fa parte di nessun Cda e non è mai stata all'interno del consorzio Aid. È vero che è stata una dipendente della Karibu, ma allo stato attuale è disoccupata». Quando «vorranno sentirla, fornirà tutti i chiarimenti», ha aggiunto.

Il parlamentare ha anche pubblicato su Facebook un filmato in cui, con la voce rotta dal pianto, ha esordito: «Mi dite cosa vi ho fatto? Da una vita sto lottando per i diritti delle persone. Vent'anni per strada a lottare per dare dignità alle persone. La mia vita è stata caratterizzata dalla lotta contro qualsiasi forma di sfruttamento. Voi mi volete morto. Ho sempre lottato». E ancora: «Voi avete paura delle mie idee, di chi lotta».

«Pensate di seppellirmi ma non mi seppellirete. Sono giorni che non dormo. Io non lotto solo per Aboubakar, non ho mai lottato per Aboubakar. Ho lottato per le persone che voi avete abbandonato. Mia moglie è attualmente disoccupata, è iscritta all'Inps, non possiede allo stato attuale nessuna cooperativa. Perché non parlate con lei? Quando l'ho conosciuta lavorava già nell'ambito dell'accoglienza. Parlate con mia suocera, chiedete a lei che è proprietaria della sua cooperativa, e io sarò il primo ad andare lì, a lottare, a scioperare con i dipendenti e difendere i loro diritti», ha continuato.

«La montagna di fango non seppellirà le mie idee; probabilmente riuscirete a seppellirmi fisicamente, ma non riuscirete mai a seppellire le nostre idee, le idee degli invisibili», di «quel mondo che voi avete abbandonato». «Io sono una persona integra, pulita», ha rivendicato Soumahoro.



"È stata una leggerezza". La sinistra si dispera dopo il caso Soumahoro
Luca Sablone
22 Novembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/interni/ ... 87628.html

Tra i Verdi di Angelo Bonelli circola imbarazzo per quanto avvenuto. E il partito va in pressing: chiesto un incontro per fare chiarezza sulla vicenda

"È stata una leggerezza". La sinistra si dispera dopo il caso Soumahoro

Il caso Aboubakar Soumahoro sta continuando ad agitare la sinistra. Il deputato di Verdi-Sinistra non è coinvolto direttamente nella vicenda, ma quanto venuto a galla in questi giorni ha messo in forte imbarazzo la galassia rossa e tutti coloro che erano convinti di impartire lezioni morali su accoglienza e immigrazione dall'alto della propria presunzione. Ed ecco che il combattente portavoce degli "invisibili" si è lasciato andare a un durissimo sfogo con tanto di piagnisteo. Nel frattempo nel partito circola amarezza.

Il disagio nel partito

È bene ribadire che Soumahoro non risulta essere coinvolto in prima persona, così come va rimarcato che ovviamente la giustizia farà il proprio corso. Ma non ci si può esimere dal far notare che la spavalderia sempre ostentata dalla sinistra rischia di rivelarsi l'ennesima nube inconsistente di semplici parole al vento. Che volano via. Un senso di soggezione inizia a serpeggiare tra Verdi e Sinistra italiana, che guardano con apprensione agli sviluppi di un caso che ha già causato qualche mugugno interno.

Ad esempio il giornalista Goffredo Buccini dà conto che Angelo Bonelli si sarebbe sfogato solo con le persone a lui più vicine, evitando dunque di trattare pubblicamente la questione. "Ho commesso questa leggerezza", è la dichiarazione che il Corriere della Sera attribuisce al co-portavoce di Europa Verde. E pensare che lui stesso, annunciando la candidatura di Soumahoro, con la voce rotta dall'emozione lo aveva giudicato "una figura importante, un attivista che difende da vent'anni le persone invisibili".

È comprensibile l'impaccio verso chi è stato dipinto come l'assoluto difensore delle persone senza voce e dimenticate, come le lavoratrici e i lavoratori della filiera agroalimentare. Sia chiaro: non è tanto una questione giudiziaria (su cui occorre sempre la massima cautela), ma una scena di imbarazzo politico che ha rappresentato un colpo basso per chi riteneva di possedere - in via del tutto esclusiva - lo scettro di puro sostenitore delle buone cause contro i "pericolosi cattivoni" del centrodestra.

L'imbarazzo della sinistra

Una brutta scossa per la sinistra, che aveva individuato nell'italo-ivoriano il suo potenziale leader e che addirittura aveva sognato di avere davanti "il Meloni" della galassia rossa. Soumahoro riveste un ruolo pubblico che non può passare inosservato: i fatti contestati nella vicenda hanno un rilievo politico e dunque aumenta il pressing per arrivare a un chiarimento. Va in questo senso la nota diramata a firma - tra gli altri - di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Sinistra italiana.

Nel comunicato è stata espressa personale vicinanza al deputato, ma allo stesso tempo viene fatto sapere che è stato chiesto un incontro per poter avere "elementi di valutazione su questa vicenda che contribuiscano a fare chiarezza". L'auspicio è che sul caso "venga fatta piena luce nel minor tempo possibile". Ogni parola è stata soppesata: da una parte il sostegno personale; dall'altra la richiesta di un chiarimento ritenuto indispensabile.

Non c'è solo questo. Tra i rossoverdi più di qualcuno ha notato una certa propensione al protagonismo da parte di Soumahoro che, non a caso, ha espresso la volontà di dare "una nuova casa politica a tutti quelli che non si sentono più rappresentati da questa sinistra fluida, senza identità e senza idee". Parole che, come riporta La Repubblica, hanno scatenato la reazione di un parlamentare di Verdi-Sinistra italiana: "Siamo appena arrivati e già pensa a fare altro, ma stiamo scherzando?!". Con il passare delle ore non si placano le perplessità rossoverdi.



Caso Soumahoro, Bechis: "Ha comprato villetta, non è vero che non aveva reddito. Un conto difendere diritti, un conto la gestione"
22/11/2022
https://www.la7.it/omnibus/video/caso-s ... 022-461088



Viaggio nel "regno" di Soumahoro: "Da lui solo chiacchiere e nient’altro"

A San Severo i migranti lo conoscono: "L'onorevole? Solo business e non paga..."
Bianca Leonardi
22 novembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 87571.html

Puglia, San Severo. Una lunga strada immersa tra i campi delle campagne foggiane ci porta fino al ghetto dei braccianti.

Tetti in lamiera, minimarket, bar, ristoranti e alimentari: è tutto improvvisato nella baraccopoli di Torretta Antonacci, che ci accoglie tra saluti curiosi e sguardi più titubanti.

Il ghetto che accoglie circa 2500 persone - anche se è impossibile avere un dato esatto in quanto la maggior parte dei migranti non vuole essere registrata - si divide in due parti: la grande tendopoli autogestita e la parte di competenza della Regione.

Fuochi, musica e uomini che ci guardano con sospetto: il regno di nessuno è praticamente inavvicinabile. I camper lungo la strada e le «guardie» - coloro che hanno il compito di controllare chi entra e chi esce - si allertano subito per il passaggio di qualche «straniero».

Pochi metri più avanti è tutto diverso: nella foresteria - scenario di tutti i video dell'onorevole Soumahoro - è presente l'Associazione Anolf, vincitrice del bando della Regione Puglia lo scorso agosto.

«Qui sto bene, ho un letto», ci racconta un giovane bracciante. La zona è infatti allestita con moduli abitativi dati dalla protezione civile: ogni modulo ospita 4 persone per un totale di 250. «Questi posti sono pochi, tutti gli altri restano di là al freddo e a dormire per terra», continua Sangari che da anni vive nel ghetto.

È quasi ora di cena e, mentre nello spazio autogestito riecheggiano grida e urla, Dudè ci invita ad entrare «in casa». È piccola, due letti a castello e un tavolino in mezzo. Ci sono 30 gradi e il riso è sul fuoco, sui fornelli elettrici sotto il tavolo. «Oggi non lavoro perché piove. Tutte le mattine mi alzo prestissimo per andare nei campi, ci sono i taxi che ci portano e ci riportano dai campi». In realtà la questione trasporto è molto più complessa ed ha a che fare con la criminalità e il caporalato. «Tutte le mattine ci chiedono 3-4-5-6 euro»- prosegue un altro che preferisce non dirci il suo nome.

«Sono della Lega braccianti, gli uomini di Soumahoro che controllano tutto», aggiunge. Una dichiarazione importante che giustifica infatti tutte le volte che gli abitanti del ghetto ci hanno allontanato quando abbiamo chiesto proprio della Lega braccianti.

Già, l'onorevole Aboubakar Soumahoro, nei guai per l'apertura da parte della procura di Latina dell'inchiesta che vedrebbe coinvolte moglie e suocera nello sfruttamento dei migranti all'interno delle cooperative di famiglia. Significativo il servizio andato in onda ieri sera su «Quarta Repubblica», il programma di Nicola Porro, a firma di Giancarlo Palombi. La testimonianza è quella infatti di un mediatore culturale che lavorava per la cooperativa Karibu e si occupava di minori non accompagnati. L'uomo racconta di essere stato pagato dai parenti di Soumahoro soltanto due volte, di aver sempre lavorato in nero e di essere stato «accolto» e fatto vivere in condizioni di vita al limite, senza acqua né cibo. A ciò si aggiunge, quindi, la controversa visione dei braccianti pugliesi che hanno da sempre lavorato con lui. «Soumahoro non ha fatto niente, solo chiacchiere e business», dicono.

Guardandoci intorno, in effetti, la condizione del ghetto non è cambiata rispetto agli anni passati nonostante i 250mila euro raccolti con la campagna crowfunding «Cibo e Diritti». La «Casa dei Diritti e della Dignità», inaugurata nel 2020 dall'ex sindacalista, non la vediamo. Non c'è niente se non una palestra improvvisata. «Abbiamo recuperato qualcosa per tenerci in forma», raccontano. In realtà si tratta di uno spazio sotto un tendone pieno di buchi dove però, dopo il lavoro, i braccianti trovano sfogo.

Lasciamo infine il ghetto tra ululati di cani di randagi, fuochi accesi in mezzo al niente e sguardi sospetti che ci invitano ad andarcene velocemente. A prescindere dagli slogan propagandistici, dalle urla di facile consenso, dalle eventuali indagini - se la magistratura farà il suo corso - ciò che resta sono gli occhi di questa umanità dimenticata che, tra arroganza e dolcezza cerca di sopravvivere tra le macerie di un ghetto e di un passato scomodo.


Prima le vertenze per circa 400 mila euro di stipendi non pagati ai dipendenti, poi le ipotesi di fatture false chieste ai lavoratori e infine le ...
22 novembre 2022

https://www.facebook.com/watch/?ref=sav ... 1101512517
Prima le vertenze per circa 400 mila euro di stipendi non pagati ai dipendenti, poi le ipotesi di fatture false chieste ai lavoratori e infine le accuse di migranti minorenni che lamentano condizioni terribili nelle strutture dove sono ospitati, prive anche di energia elettrica e acqua corrente



Protagonista del caso delle cooperative del Pontino, Maria Therese Mukamitsindo quattro anni fa definiva l’emergenza migranti “una bomba a orologeria”
"Poi vedono la realtà...". Cosa diceva nel 2018 la suocera Soumahoro sui "migranti economici"
Massimo Balsamo
22 Novembre 2022
https://www.ilgiornale.it/news/interni/ ... 87664.html
C’è grande disagio a sinistra per il caso Aboubakar Soumahoro. La vicenda delle cooperative del Pontino coinvolge la moglie e la suocera del deputato di Verdi-Sinistra Italiana. Qualche errore è stato fatto, ha ammesso Maria Therese Mukamitsindo, ma non ci sono stati raggiri: “Tutto è stato speso per i rifugiati”. Le indagini delle forze dell’ordine su Karibu e Consorzio Aid vanno avanti da mesi dopo - riflettori accesi su eventuali irregolarità nei contratti e sulle cattive condizioni di assistenza dei minori ospitati in quelle strutture - ma c’era un tempo in cui la titolare delle coop parlava dei migranti come di “vittime dell’inganno”.

Cosa disse la suocera

In un’intervista rilasciata a Lazio Tv nel 2018, ripresa oggi su Libero, la suocera di Soumahoro utilizzò termini più vicini al vocabolario di centrodestra che a quello di sinistra per parlare di immigrazione. In riferimento all’emergenza sbarchi, Maria Therese Mukamitsindo parlò senza mezzi termini di migranti economici:“Arrivano con la speranza di migliorare le condizioni di vita. Poi vedono la realtà, ma non possono tornare indietro perché la loro famiglia ha investito su di loro, ha pagato su di loro e loro devono rimborsare questi soldi”.

La presidente del cda della cooperativa Karibu rimarcò inoltre che il viaggio della speranza era finalizzato a “migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie e loro si ritrovano che non possono più fare, non possono più andare in Germania, dove si trova lavoro, o in Francia o altrove per cercare lavoro”. E ancora, sempre dritta al punto, ammise che l’emergenza migranti era “una bomba a orologeria”.

La cooperativa nei guai

Oggi suocera e moglie di Soumahoro devono fare i conti con le accuse di dipendenti ed ex ospiti delle cooperative. Dai mancati pagamenti alle condizioni choc delle strutture, addebiti piuttosto pesanti. Interpellata da Repubblica, la Mukamitsindo ha puntato il dito contro l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, reo di aver dimezzato il costo per il rimborso per migrante, passato da 35 a 18 euro, senza dimenticare i tagli di assistenza sociale, corsi di italiano e psicologi.

"Alzarsi, Resistere e Andare avanti come mi state dicendo in tanti in queste ore. L'impegno deve andare avanti perché è il mandato popolare ricevuto e la nostra missione di vita. Da membro Commissione Agricoltura sono venuto qui nelle campagne pugliesi dai contadini e braccianti", la posizione di Soumahoro. Ma il paladino della sinistra deve fare i conti con qualche malumore nel suo schieramento. Verdi e Sinistra Italiana hanno chiesto un incontro per avere elementi di valutazione che contribuiscano a fare chiarezza, ma c'è anche chi inizia a manifestare imbarazzo.



Caso Soumahoro, indagata la suocera | Ispettorato: da mesi accertamenti sulla coop di famiglia
Gli atti sono "in via di conclusione" e che sono stati avviati "sulla base delle denunce da parte di alcuni lavoratori"
23 novembre 2022
https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca ... 202k.shtml
Mentre proseguono le indagini della guardia di finanza, è spuntato un verbale della prefettura di Latina in cui si riconosce a quattro lavoratori della società Aid il pagamento della retribuzione che avrebbe dovuto versare la cooperativa. Si tratta dunque di un riconoscimento formale che la cooperativa era inadempiente nei confronti dei quattro lavoratori. Gli stipendi non sarebbero stati corrisposti neanche dopo un invito scritto della stessa prefettura a procedere al pagamento.

Bonelli: "Confronto con Aboubakar per avere risposte" - Del caso ha parlato il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, che spinse per la candidatura di Soumahoro. "Sono comparse notizie che non corrispondono al vero sul fatto che staremmo valutando sospensioni o espulsioni. Noi siamo una alleanza che fa del garantismo con dei principi. Abbiamo detto che c'è una questione politica su cui è necessario e urgente il confronto con Aboubakar, che deve delle spiegazioni non solo a noi ma anche a chi ci ha votato e stiamo cercando di fare in modo che questo incontro si svolga il più velocemente possibile. Il tema dello sfruttamento dei migranti è una questione che non può assolutamente lasciarci indifferenti, anzi ci indigna molto. Da questo punto di vista siamo schierati dalla parte dell'autorità giudiziaria e di chi ha subìto sfruttamento. Questa gravissima notizia ci ha sconvolto e anche se noi comprendiamo lo stato d'animo di Aboubakar riteniamo necessario un confronto immediato per avere delle risposte".

Pd di Modena: "Avevamo dubbi, ma ci hanno ignorati" - Sulla vicenda Soumahoro è intervenuto anche il segretario del Pd di Modena, Roberto Solomita, commentando dopo le notizie sulle indagini della procura di Latina sulle attività delle due cooperative pro-migranti Consorzio Aid e Karibu. "Alcuni elementi di criticità e di opacità rispetto alle cose emerse a proposito di Aboubakar Soumahoro circolavano anche in precedenza. Ne avevo parlato con il Pd, nei pochi giorni che avevamo a disposizione prima delle elezioni abbiamo immaginato che le condizioni della candidatura fossero state verificate. Noi non abbiamo fatto un'indagine approfondita, ma abbiamo fatto presente ai responsabili del Pd che già circolavano cose sul conto di Soumahoro. Abbiamo semplicemente detto: 'Gira questa roba qui, siamo proprio sicuri?' Questa vicenda è semplicemente lo specchio della gestione delle candidature nell'ultima tornata elettorale, che ha prodotto gli esiti cui abbiamo tutti assistito".

Il caso della raccolta fondi in una Caritas pugliese - In un'intervista a La Repubblica, il direttore della Caritas di San Severo in Puglia, don Andrea Pupilla, ha parlato di 16mila euro raccolti da persone vicine al parlamentare per giocattoli destinati a un ghetto di migranti con pochi bambini. Un'iniziativa promossa per donare giocattoli in un ghetto di migranti in cui però i minori sono pochissimi, un clima di tensione nei confronti di chi vuole portare aiuti "dall'esterno" da parte di persone che facevano riferimento al mondo di Aboubakar Soumahoro. A sollevare dei dubbi - e anche a lanciare qualche frecciata - contro il parlamentare è stata la Caritas di San Severo (Foggia), nella zona cioè dove l'ex sindacalista ha condotto in passato alcune delle sue più ferventi battaglie per i diritti dei braccianti.


Soumahoro, indagata la suocera. Bonelli: «Né sospensione né espulsione, ma servono chiarimenti». L'indagine sui fondi alle cooperative della moglie
L'ispettorato del lavoro intanto ha avviato accertamenti sulle coop già da mesi
Mercoledì 23 Novembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/politica/so ... 70859.html

Aboubakar Soumahoro - Al momento Soumahoro, leader della Lega dei braccianti, eletto deputato a settembre nella lista Verdi - Sinistra, non è né sospeso e né espulso dal partito. Lo riferisce il leader Angelo Bonelli commentando la bufera mediatica e politica in cui è finito il parlamentare che, va precisato, non è indagato.

«Siamo un'alleanza che fa del garantismo un principio importante. Certo è che abbiamo detto che c'è una questione politica su cui è necessario e urgente il confronto con Aboubakar che deve delle spiegazioni non solo a noi ma anche a chi ci ha votato e stiamo sollecitando affinché questo incontro si svolga il più rapidamente possibile», ha spiegato Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, oggi in piazza Ss. Apostoli per parlare della manovra.

Bonelli smentisce un suo pentimento sulla candidatura di Soumahoro e ribadisce la necessità di un chiarimento «per fare una valutazione rispetto a fatti gravi accaduti e che stanno emergendo dall'attività giudiziaria, e ringraziamo i magistrati che stanno svolgendo questa attività a cui va tutto il nostro supporto e sostegno, perché il tema dello sfruttamento dei migranti è una questione che non ci può lasciare assolutamente indifferenti, anzi ci indigna, e da questo punto di vista siamo assolutamente schierati da una parte con l'autorità giudiziaria e dall'altra dalla parte con chi ha subito sfruttamento. Per questo riteniamo che sia urgente un chiarimento, sollecitato più volte. Comprendiamo il suo stato d'animo ma il chiarimento è necessario, lo deve ai suoi colleghi e a chi ci ha votato». Il chiarimento potrebbe arrivare in Parlamento per la seduta.

Indagata la suocera di Soumahoro

È indagata dalla procura di Latina Marie Therese Mukamitsindo, la suocera del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Aboubakar Soumahoro, coinvolta nell'inchiesta sulla gestione di due cooperative che si occupano di migranti in provincia di Latina. Il fascicolo della procura, secondo quanto si apprende, è stato aperto per l'ipotesi di malversazione.


La vicenda delle cooperative tra stipendi non pagati e contratti irregolari

Soumahoro è stato tirato in ballo in quanto parlamentare: si è posto un problema politico. Non è indagato e si è sempre dichiarato estraneo ai fatti. Quali fatti? La procura di Latina ha aperto un 'indagine sulle cooperative Karibu e Consorzio Aid, nella cui gestione sarebbero coinvolte la compagna e la suocera del deputato. Queste cooperative sono finite sotto inchiesta per presunte irregolarità nei contratti e nei pagamenti dei lavoratori. Il procuratore Giuseppe De Falco ha confermato che un fascicolo esiste ma il «riserbo è massimo» e che le indagini sono state affidate, oltre che ai carabinieri - che stanno vagliando materiale trovato all'esterno di una coop durante un trasloco - anche alla Guardia di Finanza. Alle due coop sono stati affidati anche servizi di accoglienza per i richiedenti asilo nel territorio pontino, e i sindacati riferiscono di progetti «finanziati dalla Regione Lazio e da vari Comuni della provincia, tra cui Latina». Ma Marie Therese Mukamitsindo, presidente del Cda della "Karibu" e suocera del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ci tiene a mettere in chiaro che se gli stipendi non sono stati pagati è perché anche loro, la cooperativa, sono in attesa di ricevere i soldi «dalla committenza pubblica». L'inchiesta procede e l'ipotesi di reato è truffa per il mancato pagamento dei salari, così come era stato denunciato da una trentina di lavoratori, supportati anche dal sindacato Uil. Si parla anche di cattive condizioni di assistenza dei minori ospitati nelle strutture delle cooperative Karibu e Consorzio Aid.

Ed è spuntato anche un altro caso, in una Caritas pugliese, per cui sono stati raccolti migliaia di er comperare giocattoli per bambini. A puntare il dito contro è la Caritas di San Severo, in provincia di Foggia, nella zona cioè dove il neo-deputato ha condotto in passato alcune delle sue più vistose battaglie per i diritti dei braccianti. Don Andrea Pupilla, sacerdote e direttore della Caritas ha dichiarato che «c'erano ben pochi giocattoli da distribuire, non essendoci bambini a cui poterli donare». Don Pupilla si riferisce a un video in cui si vede Soumahoro vestito da Babbo Natale che porta i giocattoli in una struttura dove in realtà non c'erano molto bimbi. Il sacerdote ha detto che «nel ghetto di Torretta non ci sono bambini, mentre a Borgo Mezzanone, l'insediamento oggetto del video, i bambini sono molto pochi. C'erano dunque ben pochi giocattoli da distribuire, non essendoci bambini a cui poterli donare». Secondo quanto riferisce don Pupilla, inoltre, ci sarebbero stati «problemi, e li abbiamo avuti anche noi, con alcune persone che facevano riferimento prima a Usb e poi a Lega Braccianti», cioè le realtà in cui Soumahoro ha costruito la sua carriera sindacale. «Ci hanno impedito di fare corsi di italiano e scuola - prosegue - Noi ci rechiamo a Torretta Antonacci ogni settimana per ascoltare e aiutare persone. In alcuni periodi sale la tensione, perché ci sono sempre personaggi che vengono da fuori a fomentare gli animi. E magari ci costruiscono una carriera politica sopra. Davanti a fenomeni complessi «c'è bisogno di risposte corali» dice ancora, e non di «un sindacalista che viene da fuori, urla, fa i selfie e magari costruisce una carriera politica, soprattutto quando c'è anche un pò di incoerenza.



Caso coop, Soumahoro si autosospende dal gruppo parlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra
Luca Pons
24 novembre 2022

https://www.fanpage.it/politica/caso-co ... -sinistra/

In seguito alle indagini aperte dalla Procura di Latina sulla compagna e la suocera, il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra ha scelto di autosospendersi dal suo gruppo parlamentare. Lo comunicano i vertici del gruppo, dopo un incontro in cui Soumahoro avrebbe detto di voler ribattere “punto su punto” alle contestazioni.

Aboubakar Soumahoro, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, si autosospenderà dal gruppo parlamentare a cui appartiene. Negli ultimi giorni, Soumahoro è stato al centro di un caso politico nato in seguito all'indagine che la Procura di Latina ha aperto sulla sua compagna, Liliane Murekatete, e sulla suocera Marie Therese Mukamitsindo. Oggi, la direzione di Alleanza Sinistra Verdi ha incontrato il suo parlamentare per un chiarimento.

"Lo abbiamo trovato sereno e determinato", dice il comunicato diramato dopo l'incontro e firmato da Angelo Bonelli di Europa verde, Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e la presidente del gruppo parlamentare Luana Zanella. "Ci ha esposto il suo punto di vista e ha annunciato l’intenzione di rispondere punto su punto e nel merito alle contestazioni giornalistiche ribadendo la sua assoluta estraneità alle vicende".

"Naturalmente sarà lui a farlo, nelle forme e nei tempi che riterrà più opportuni. Perché questo avvenga con la massima libertà Aboubakar Soumahoro ci ha comunicato la decisione di autosospendersi dal gruppo parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra", continuano i vertici del gruppo.

L'inchiesta giudiziaria, che non coinvolge Soumahoro personalmente, è ancora nella fase delle indagini. Il reato ipotizzato sarebbe la malversazione, cioè l'utilizzo di soldi pubblici per scopi diversi da quelli dichiarati.

La compagna e la suocera di Soumahoro sono responsabili a vario titolo della gestione di due cooperative, la Karibu e la Consorzio Aid, che si occupano di assistenza ai migranti. L'indagine sarebbe nata dalle denunce del sindacato Uiltucs per dei mancati pagamenti dei lavoratori e per le cattive condizioni di assistenza.

Soumahoro finora si è sempre detto estraneo alla situazione. Domenica, in un video pubblicato sul suo profilo Facebook, è apparso in lacrime: "Mi dite cosa vi ho fatto? Da una vita sto lottando per i diritti delle persone. Vent'anni per strada a lottare per dare dignità alle persone", ha detto. "La mia vita è stata caratterizzata dalla lotta contro qualsiasi forma di sfruttamento. Voi mi volete morto. Ho sempre lottato".

Ieri, Angelo Bonelli ha negato a Fanpage.it che ci fosse l'intenzione di sospendere o espellere Soumahoro dal gruppo parlamentare. "Certo", ha aggiunto, "c'è una questione politica su cui è necessario e urgente un confronto con Aboubakar, ci deve delle spiegazioni, non solo a noi, anche a chi ci ha votato". Il comunicato dell'Alleanza, infatti, riferendosi all'autosospensione parla di una scelta "non dovuta" e ribadisce che averla fatta "mostra il massimo rispetto che Aboubakar Soumahoro ha delle istituzioni e del valore dell’impegno politico".

Il gruppo parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra continua a sostenere Soumahoro: "Siamo fiduciosi, considerato quanto riferitoci, che la vicenda possa essere chiarita in tempi rapidi e senza alcuna ombra", conclude il comunicato.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2022 8:35 pm

Soumahoro si autosospende per salvare i rosso-verdi. Il deputato spinto a lasciare il gruppo. «Ho commesso una leggerezza»
Mario Ajello
24 novembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/politica/so ... 73008.html

È stata messa la toppa. Per non cacciare Aboubakar Soumahoro, e cercare in un mare d’imbarazzo e di vergogne di salvare al faccia all’alleanza rosso-verde e di non venire travolti ma già in gran parte lo sono, Bonelli e Fratoianni hanno fatto auto-sospendere l’eroe degli sfruttati. Ma non basterà questa auto-sospensione obbligata - e che fino all’ultimo Aboubakar ha cercato di rifiutare: «Non c’entro niente con gli affari della mia famiglia, vogliono solo farmi e farci fuori politicamente» - per chiudere un caso che ha mandato in tilt la sinistra dei puri e che è destinato a fare ancora male a quella parte politica.

Soumahoro, le proteste delle mamme nei centri gestiti dalla moglie e dalla suocera: «Mancano sapone e cibo per i bambini»

Il deputato simbolo delle lotte degli sfruttati, con i suoi stivali infangati dell’esordio a Montecitorio, non è stato capace di dimostrare ai suoi compagni la sua estraneità dagli affaracci (presunti) della moglie e della suocera e dunque dopo tanto tira e molla i leader del suo gruppo lo hanno spinto a lasciare. Contestandogli tra l’altro il video vittimistico con cui Soumahoro ha cercato in lacrime di discolparsi ma soprattutto: «Perché quando ti abbiamo candidato non ci hai detto, e lo sapevi benissimo, che c’era un’inchiesta della magistratura aperta dal 2019 sulla cooperativa di tua suocera?».

La sinistra moralista e moralizzatrice ne esce male da questa vicenda che ha una ricaduta tutta politica e che racconta come minimo di un grave deficit di trasparenza. Dopo due giorni di incontri e arrabbiature nei faccia a faccia tra Soumahoro e il duo Bonelli-Fratoianni («Vi giuro...», «Non riusciamo a crederti...»), Aboubakar ha gettato la spugna, travolto dalle questioni imbarazzanti di moglie e suocera da cui si dichiara «estraneo» ma tutti, anche a sinistra, dicono che non poteva non sapere dei traffici della sua famiglia. Ossia dell’uso scorretto dei soldi che lo Stato fornisce alle cooperative che si occupano della gestione dei migranti.
Fratoianni, che pure aveva ricevuto prima delle elezioni segnalazioni sul rischio di candidare Aboubakar, parla così: «La sua decisione di auto-sospendersi è una forma di rispetto per un gruppo parlamentare e un’alleanza che ha contribuito alla sua elezione». Il punto politico è proprio questo: la sinistra, che si è fatta vanto di portare in Parlamento l’eroe di colore della guerra alle diseguaglianze, si è trovata a dir poco spiazzata dalle malversazioni scoperchiate dai magistrati e ha dovuto ammettere di aver fatto un pasticcio e un vero e proprio abuso della propria credibilità e di quella degli elettori facendo eleggere un personaggio così carico di ombre.

INDAGINI
E intanto a Latina la Guardia di Finanza sta passando al setaccio bilanci, fatture e rendicontazioni della cooperativa Karibu e del Consorzio Aid, riconducibili alla famiglia di Marie Therese Mukamitsindo, socuera di Aboubakar Soumahoro. In particolare sotto la lente è finito l’ultimo bilancio presentato dalla Karibu, quello chiuso nel dicembre 2021 da cui risultano un debito tributario di oltre un milione di euro, debiti verso istituti previdenziali per 100 mila euro e complessivamente debiti per oltre 2 milioni, in parte compensati da crediti vantati per oltre un milione. Ma spicca un particolare: nel 2021 il fatturato è precipitato da 4,9 milioni del 2019 a circa 200 mila euro del 2021. E’ il periodo in cui prende piede il Consorzio Aid, ma allo stato non si può verificare l’entità del suo giro d’affari visto che i consorzi non hanno l’obbligo di presentare i bilanci a fine anno. Sono aspetti al centro delle inchieste aperte dalla Procura di Latina e affidate ai magistrati Giuseppe Miliano e Andrea D’Angeli.

Le parole di Soumahoro

Ieri sera Spumahoro, ospite di “Piazza pulita” su La7, ha provato a rispondere alle contestazioni, ha ammesso di aver «commesso una leggerezza» e alla domanda «con quali soldi ha vissuto negli anni scorsi» ha risposto: «Ho scritto un libro». Quanto alla sua auto-sospensione, non è una cacciata: si tratta invece di una mossa di mezzo e di un tentativo di chiudere il caso da parte dei rosso-verdi un po’ a tarallucci e vino. Con la convinzione della sinistra, atavica ed eterna, che magari può esserci qualche compagno che sbaglia ma la supremazia morale resta nel campo opposto alla destra e i malfattori o i torbidi sono sempre gli altri.



I lavoratori mollano la cooperativa pugliese: "Così i suoi ci terrorizzano"
Soumahoro rischia l'espulsione dal partito
Bianca Leonardi
23 Novembre 2022 - 08:59

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 87966.html

«Non ci sto più, è tutta una bugia quella della Lega Braccianti», e ancora: «Prendono soldi e se li dividono tra loro». Queste le parole dei braccianti di Torretta Antonacci, il ghetto pugliese scenario della maggior parte degli interventi dell'onorevole Aboubakar Soumahoro. E se sui social grida alla libertà e alla lotta al caporalato, i lavoratori che lo conoscono da anni raccontano una realtà molto diversa del deputato con gli stivali che rischia l'espulsione e oggi vedrà Bonelli e Fratoianni. «Soumahoro non fa niente. Viene qua, prende un pullman quando ha bisogno di persone per fare dimostrazioni a Roma o a Bari», ci racconta una persona che è stata molto vicina all'ex sindacalista fino a quando «non ha iniziato a voler creare il suo regno». E un altro: «Ci avvertono quando arriva, ci dicono cosa dobbiamo dire o fare e ci pagano per farci vedere nei video», continua un altro.

Le parole di questi braccianti disegnano una figura, quella dell'onorevole, molto diversa da come si è sempre mostrato, proprio nel luogo dove ha imparato, prima a fare il bracciante, poi il sindacalista, per poi cucire la sua carriera politica proprio nel fango di questa terra. Intervistando queste persone abbiamo avuto, infatti, la dimostrazione che al solo nominare «Lega Braccianti» o «Soumahoro», la maggior parte di loro è scappata, ha inveito contro di noi e ha detto di non poter rispondere e di avere paura. Ma c'è di più: a Torretta Antonacci nemmeno una persona ha preso le difese di Aboubakar Soumahoro.

«Hanno paura perché nel ghetto hanno terrorizzato tutti, hanno organizzato un vero esercito», ci racconta - riferendosi alla Lega Braccianti - una persona che vive a Torretta Antonacci da più di 20 anni ma che, anche lui, preferisce non dirci il nome. Ciò che emerge però, oltre all'omertà e alla mancanza di interventi concreti da parte della Lega Braccianti, è uno scenario ben più importante e degno di nota, anche se dalle Forze dell'Ordine non ci è dato sapere se ci siano inchieste e indagini specifiche sulla questione.

«Il problema di Aboubakar Soumahoro è che ha formato una brigata per controllare Torretta. Lui non viene mai ma il suo governo è qui a lavorare per lui», continua il veterano dei braccianti. «Governo Soumahoro»: così viene chiamato il clan che ha messo su l'onorevole, fatto di uomini donne, scelti e nominati responsabili di gestire tutto il ghetto.

«Da quando ha nominato Alpha come responsabile, - continua - loro hanno iniziato a chiedere soldi per stare su quel terreno. Ma quel terreno mica è loro». A confermare la richiesta di soldi molti braccianti, reticenti a farsi riprendere, ma che spiegano chiaramente come la Lega Braccianti si farebbe pagare per portarli a lavorare. «Se non do qualche soldo la mattina non lavoro, non mi portano dal padrone bianco», ci spiega un giovane che vive lì.

Un'egemonia, quella che raccontano a Torretta Antonacci, che avrebbe come mente Soumahoro e come braccia i delegati che «girano per il ghetto con i coltelli, terrorizzando tutti». L'uomo dell'onorevole, ci dicono, sarebbe Alpha «che fa il caporale a San Severo» e che «ha nel suo capannone una vera e propria cassa dove ha detto che è la cassa della polizia del ghetto». Alpha - come abbiamo potuto verificare - è proprio colui che, insieme a Sambarè, solo qualche mese fa ha querelato il deputato per i fondi mai arrivati ma adesso sarebbe il responsabile di questo presunto torbido giro di affari sulla pelle dei migranti.


«Soumahoro sapeva che noi lavoratori eravamo sfruttati e i minori trattati male»: l'accusa di un testimone

Virginia Piccolillo
22 novembre 2022

https://www.corriere.it/politica/22_nov ... 1d74.shtml

Le indagini sulle coop gestite della moglie e della suocera: un verbale dimostrerebbe come fossero molti i dipendenti non pagati. Il deputato eletto nelle liste di Verdi-Si a confronto con i leader Bonelli e Fratoianni

Documenti, testimonianze, racconti. Dalle carte dell’inchiesta emerge il mondo di Soumahoro. E non è solidale e trasparente.

Il sindacalista ivoriano, eletto alla Camera nelle liste di Sinistra italiana e Verdi, in lacrime, sui social ha rivendicato la sua battaglia «per i diritti dei lavoratori sfruttati». E ha promesso di «essere il primo a lottare e scioperare» a fianco dei lavoratori delle cooperative di accoglienza gestite da sua suocera e dalla sua compagna, qualora si accertasse che anche loro sono stati sfruttati. Attualmente la suocera, Marie Therese Mukamitsindo, è indagata per malversazione. Il deputato, che al momento non è coinvolto nell’indagine, dovrebbe vedersi a breve, con i leader Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che comunque annuncia: «Non sarà sospeso, la magistratura indaga, la politica fa la politica». Ma c’è invece chi accusa: «Soumahoro era lì, portava la spesa. Era la sua famiglia. Lui era a conoscenza di quello che accadeva lì dentro».


Il testimone

Youssef Kadmiri, 42 anni, è un ingegnere nato a Marrakesh e non parla per sentito dire. E’ un testimone e una vittima di quello sfruttamento. E racconta al Corriere qualcosa di molto più grave di ciò che è emerso. Dice di essere stato pagato «due volte in due anni». Meno di quanto pattuito: «un totale di 6mila euro». Senza contratto, come altri suoi colleghi, alcuni dei quali ricevevano «bonifici dal Ruanda». «Ero operatore sociale, traducevo i ragazzi che venivano dalla Libia, dall’Albania, dal Bangladesh, dal Marocco. Ma poi facevo anche manutenzione. Le guardia la notte. L’orario non era giusto. Tante volte ho chiesto il contratto, sempre scuse. E lo stipendio di 1000-1200 euro non arrivava. Dicevano “mi dispiace”. Ma io dovevo pagare l’affitto. Dopo 6 mesi ho avuto 3000 euro. Poi niente. Per un anno e mezzo. Poi solo altri 3000». «La “capa” era la suocera di Soumahoro. Ma lui veniva, lo vedevamo spesso. Portava da mangiare». Ma soprattutto Yuseff accusa: i minori che erano nella struttura venivano tenuti in una «situazione grave: gli davano poco da mangiare e non gli davano il “poket money”», la diaria di 5 euro che la legge assegna loro per le spese personali. «Avevano sempre fame. Adesso sono in altre strutture, gli danno vestiti, li portano in ospedale se stanno male, hanno luce e acqua, non è come era lì. E tutti sapevano».


Il verbale

Sarà l’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, a chiarire ogni aspetto di questa vicenda. Ma le prove che ci si approfittasse dei lavoratori sono già nero su bianco. In un verbale della prefettura di Latina si riconosce a quattro lavoratori della società Aid il pagamento della retribuzione che avrebbe dovuto versare la cooperativa ma non lo aveva fatto: «Si procederà ad attivare l’intervento sostitutivo ai sensi dell’articolo 30 comma 6 del Dl 50/2016». Un formale riconoscimento che nei confronti dei quattro dipendenti la cooperativa era inadempiente. E, malgrado l’invito per iscritto a provvedere, non aveva pagato gli stipendi dovuti. E in tal caso, secondo la legge, lo aveva fatto la prefettura stessa. Una situazione capitata anche ad altri che poi sono stati assistiti dalla Uil. L’Ispettorato nazionale del lavoro conferma che sono «in via di conclusione ispezioni aperte in base alle denunce di alcuni lavoratori» sulle cooperative riconducibili ai familiari di Soumahoro, la suocera e la compagna.



Soumahoro, in Sinistra italiana scatta il processo a Fratoianni: "Sapeva tutto"
Luigi Salomone
26 novembre 2022

https://www.iltempo.it/politica/2022/11 ... -34000424/

Volano gli stracci a sinistra dopo il caso Aboubakar Soumahoro. Nel partito di Nicola Fratoianni cresce il malumore: il leader sapeva tutto delle situazioni che potevano creare imbarazzo ma è andato avanti lo stesso. Ma "Fratoianni mostrò completa indifferenza alle notizie riferitegli nei competenti organismi di partito, sottolineando invece il notevole richiamo mediatico positivo conseguente alla candidatura in una campagna elettorale così breve e difficile", si legge in una lettera inviata al segretario di Si da Mario Nobile e Marco Barbieri, membri dell'assemblea e della direzione nazionale del partito.

Insomma, ora Fratoianni non può "chiedere chiarezza ad Aboubakar Soumahoro su fatti di cui era perfettamente a conoscenza da molto tempo prima della prima della sua candidatura: atteggiamento di inaccettabile ipocrisia, lesivo del buon nome di Sinistra Italiana e della dignità di quanti e quante hanno, malgrado ciò o molto più spesso ignorando ciò, dato fiducia alla lista che ci comprendeva" si legge nella lettera di fuoco.

Insomma, pure il partito non poteva non sapere... Anche i dirigenti del partito della provincia di Foggia avevano "espresso contrarietà argomentata in vari contesti di partito e soprattutto nell'Assemblea nazionale che il 17 agosto pose in votazione le candidature della lista Alleanza Verdi sinistra in cui Soumahoro figurava candidato nel collegio uninominale di Modena ed in ben cinque collegi plurinominali", ricostruiscono gli esponenti di SI. "La risposta è stata che la candidatura fosse espressione della formazione alleata di Europa Verde, voluta direttamente da Bonelli". Che succede ora? Dieci membri della direzione nazionale di Si, riporta Repubblica, chiedono la convocazione di un'assemblea che molto probabilmente vedrà come imputato politico non Soumahoro, ma lo stesso Fratoianni.



E c'è chi difende l'africano Aboubakar Soumahoro
Lucia Corso
26 novembre 2022

https://www.facebook.com/lucia.corso.96 ... UMwT5Pdxsl

L'on. Aboubakar Soumahoro è il primo deputato della Repubblica nato in Costa d'Avorio, arrivato giovanissimo in Italia per vie rocambolesche.Si è laureato in sociologia, è diventato sindacalista, si è contraddistinto per una serie di proteste, anche eclatanti, contro il capolarato. Parla in modo corretto e forbito. Meglio di altri deputati e senatori italiani da generazioni.
La procura di Latina (non vorrei essere maliziosa sul colore politico di quell'area geografica) accende un faro su una serie di irregolarità che riguarderebbero la gestione dei migranti da parte di cooperative intestate alla moglie e la suocera di Aboubakar. Mi pare di capire, ma i fatti devono essere accertati, che ci sarebbe un problema di mancati versamenti contributivi, ma anche di condizioni piuttosto discutibili dei migranti minori ospiti.
Bonelli e Fratoianni (non sappiamo il parere della moglie di quest'ultimo) si sono affrettati a scaricare il loro compagno di partito. La Destra sghignazza sulla questione e la sinistra rispolvera il proprio giustizialismo per smarcarsi dal personaggio (ma anche dalla questione più generale).
Ora, la presenza dell'on. Soumahoro di certo costituisce una speranza di riscatto per centinaia di migliaia di immigrati regolari e non, e accende un faro sulle condizioni miserrime di alcuni di loro. Si tratta del tema più generale e molto più ampio della gestione dei flussi migratori, e del trattamento da riservare a chi arriva (identico a quello dei lavoratori italiani, migliore di quello che avevano in patria, diverso ma sopra i limiti di una certa dignità?)
Si tratta di questioni immense che non solo i governi ma l'opinione pubblica intera si ostina ad ignorare, concentrandosi sull'ultimo anello della catena (l'approdo nel porto sicuro, la struttura delle cooperative e i loro obblighi fiscali, il pocket Money, etcc..).
La CAMPAGNA DI DIFFAMAZIONE (E FORSE CALUNNIA) nei confronti dell'on. Soumahoro non è che l'ennesima strategia di evitare la questione. All'italiana: mettendo in mezzo guardia di finanza, pm e naturalmente giornalisti assetati di audience.
Senza scomodare la teoria critica della razza, penso che questo tipo di processi dovrebbe essere evitato. Tanto più se, pur essendo chiaramente ispirati a razzismo ed egoismo italico, fingono di rifarsi alla tutela dei migranti sfruttati.
È noto che le condizioni di sfruttamento di qualsiasi gruppo migratorio (penso agli italiani in America agli inizi del Novecento) siano drammatiche. Ma di certo non è colpevolizzando chi si fa portare di certe istanze che esse possono migliorare. Meglio tollerare qualche irregolarità e dare voce ad alcune istanze che mettere tutto a tacere nel gorgo giuziario mediatico.
Che bisogno c'era, in mezzo a tutta la criminalità che dilaga in quelle zone ( il Foggiano, ma anche la zona del basso Lazio) cominciare questa campagna mediatico giudiziaria?
Ma è sempre la solita solfa: faccio finta di difendere deboli e sfruttati ma in realtà metto in campo l'armamentario nostrano (intercettazioni, delazioni, e compagnia bella) per continuare a farmi i fatti miei .


Dalla coop salari per 400.000 euro. Così i Soumahoro si son fatti la casa

Fabio Amendolara, Paolo Gianlorenzo
25 novembre 2022

https://www.laverita.info/coop-400000-e ... 82585.html

Più che una ditta era un bancomat per un’intera famiglia. Facendo due conti abbiamo scoperto che la cooperativa sociale Karibu (riconducibile agli affini del deputato Aboubakar Soumahoro), con 2 milioni di euro di debiti, 26 dipendenti con 400.000 euro di stipendi arretrati, sfamava la presidente, Marie Therese Mukamitsindo, quattro figli e almeno due nuore. E le retribuzioni erano sostanziose. Dai conti sotto la lente degli inquirenti e degli ispettori ministeriali si scopre che il clan aveva la disponibilità di centinaia di migliaia di euro l’anno. La matriarca nel 2021 ha dichiarato circa 100.000 euro di emolumenti, ma le segnalazioni di operazioni sospette hanno messo nel mirino almeno 145.000 euro di bonifici destinati per lo più a spese personali.

Il figlio trentasettenne, Michel Rukundo, ha incassato nello stesso anno 50.000 euro e 15.000 dal consorzio Aid, la coop gemella di cui Confcooperative lunedì ha chiesto lo scioglimento per la mancata collaborazione durante una revisione. Anche la di lui compagna, Marina, ha citato la Karibu nel suo Linkedin, definendosi segreteria personale della presidente.

La sorella di Michel, la trentatreenne Aline, sempre nel 2021, ha incassato oltre 40.000 euro da Aid e meno di 2.000 dalla Karibu.

C’è poi un altro germano, Richard, il maggiore, nato nel 1976 in Ruanda ed entrato in Italia come richiedente asilo nel 1997.

Lui, come la sorella Liliane (che quest’anno da Karibu ha incassato solo circa 12.000 euro), ha lasciato la cooperativa a inizio 2022. È stato dipendente dal novembre del 2018 per i tre anni successivi, incassando poco meno di 40.000 euro l’anno.

Perché Liliane e Richard abbiano lasciato Karibu quest’anno non lo sappiamo.

Richard risulta sposato con l’italiana Valeria che, sempre su Internet, si presenta come responsabile delle risorse umane della coop di famiglia.

Quindi, nel 2021, 240.000 euro circa sono andati alla suocera di Soumahoro e a tre cognati. La moglie Liliane dovrebbe avere incassato a sua volta un bello stipendio. A questa cifra bisogna aggiungere le due cognate italiane. Quanto fa? Una cifra che con ogni probabilità oscilla tra i 300.000 e i 400.000 euro.

Non è finita. Se si analizzano i conti di Richard emerge che sono state movimentate cifre importanti. «Numerosi bonifici in accredito», hanno segnalato i risk manager dell’istituto di credito che aveva scelto per i suoi rapporti bancari, venivano disposti da Karibu «e diversi bonifici esteri» partivano «verso conti in Ruanda intestati alla Karibu Rwa», la coop gemella di quella pontina. In una segnalazione di operazione sospetta si parla di ben 33 operazioni in entrata del valore totale di 237.280 euro. Che, stando alle analisi dei risk manager, sembrerebbe la movimentazione della coop più che quella di un lavoratore dipendente. Alcuni bonifici verso l’estero partivano con causale «retribuzioni». E c’erano trasferimenti di soldi su Postepay anonime. Ma anche su una sua prepagata, «la cui provvista», evidenziano i funzionari della banca, «viene utilizzata principalmente per pagamenti con Pos e prelevamenti da bancomat» situati in Ruanda.

Lì, a Kigali, ha scoperto Domani, Richard aveva messo su un ristorante: Gusto italiano, locale in cui servono dal kebab alla capra cotta ripiena (specialità della casa) e dove si possono guardare le partite di calcio, bevendo birra o passare delle serate di musica africana e giro pizza. Le pagine social di Gusto italiano, però, sono ferme al 2019. Nel 2020, sullo stesso profilo, è partita una promozione di annunci legati al noleggio di automobili di alta gamma (per Vip e matrimoni) e di fuoristrada. Coincidenza: ai risk manager della sua banca non erano sfuggiti i bonifici in addebito «a favore di soggetti terzi» quali «la Be Forward Co Ltd», che vende macchine usate giapponesi. Infine, facendo una ricerca sul Web con le parole «Karibu» e «Rwa», ovvero l’azienda verso la quale partivano bonifici dai conti di Richard, l’unica società che salta fuori con questo nome si occupa di organizzare tour safari e di noleggiare fuoristrada Toyota. E se Richard ha investito nel food e nell’automotive per turismo e wedding, Soumahoro e sua moglie Liliane hanno preferito il mattone. Nonostante lei fosse disoccupata e con il sindacalista non entrato ancora in Parlamento, nel giugno scorso i due comprano un villino a Roma: sei vani su due piani, dalla rendita (la base fiscale sulla quale vengono calcolate le imposte sulla proprietà, l’imposta di registro o quella sui redditi) di 1.239,50 euro e base imponibile Imu da 208.236 euro. Soumahoro e signora per perfezionare l’investimento riescono a ottenere, pur senza troppe garanzie, un mutuo fondiario con ipoteca da 266.000 euro da restituire in 30 anni al tasso del 2,7 per cento. Il villino è a Casal Palocco, un quartiere residenziale alle porte di Roma. Centinaia di case a schiera con piccolo giardino, piano terra e primo piano. Anche quella di Soumahoro, acquistata da pochi mesi diventa anonima in mezzo a tutte le altre. Sul campanello e cassetta della posta non c’è scritto nulla, ma noi sappiamo dove suonare. Viene ad aprirci Liliane. Tiene per mano il figlio di un paio di anni. Ci saluta, ma quando ci presentiamo come giornalisti si richiude in casa e non risponderà più al citofono: «Come avete fatto a trovare la nostra casa? Ho un bambino piccolo. Non mi riprendete. Non mi disturbate». In questa abitazione vivono da pochissimo tempo ma c’è già chi li ha riconosciuti. In una delle villette vicine ci sono dei tecnici alle prese con una caldaia appena sostituita: «Sì, ho visto dove abitano. Ho riconosciuto lui dopo averlo visto in televisione. Devono abitare lì da poco tempo perché mi ricordo che ci abitavano altre persone. Questo è un posto residenziale. Ci vivono calciatori, figli di calciatori, gente dello spettacolo, ma anche personaggi politici. Ormai non ci facciamo più caso, ma la sua storia colpisce». Ci riavviciniamo al cancello e torniamo a suonare. Niente. Non risponde e non apre. Nel patio è appesa una busta con dentro, appena visibili, degli stivali di gomma verdi. Forse sono gli stessi usati per presentarsi il primo giorno in Parlamento e che ha preparato per restituirli al lavoratore pugliese che ne ha rivendicato la proprietà e richiesti indietro.

Sappiamo che oggi Soumahoro si farà intervistare in tv. Ma alle nostre domande, inviate anche via Whatsapp preferisce non rispondere. Qualcuno le legge, ma non replica. Domande semplici come questa: «In che modo lei e sua moglie avete offerto le garanzie per ottenere un mutuo da circa 270.000 euro? Lei ha detto che Liliane è “disoccupata”. A quanto ammontava il suo reddito da sindacalista per ottenere quel mutuo trentennale? Qualcuno vi ha fatto da garante?». Una domanda quest’ultima collegata al fatto che i due coniugi non risultano intestatari di altri immobili. Ma, come detto, alle nostre domande, Soumahoro ha deciso di non rispondere. Preferisce fare monologhi sui social o andare in tv a farsi intervistare da qualche giornalista di sinistra.



Alla coop dei Soumahoro da 4 anni fondi non dovuti
Nel 2018 un decreto ingiuntivo avrebbe dovuto bloccare tutto. Ma i finanziamenti continuarono
Bianca Leonardi
28 Novembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 89830.html


Oggi è nel vortice dell'inchiesta sul presunto sfruttamento di migranti. Ma la coop Karibu è stata per anni la regina del progetto Sprar. Un'iniziativa gestita dal Ministero dell'Interno che prevedeva anche l'emissione di fondi da parte degli enti locali per la lotta al caporalato. L'associazione presieduta da Marie Thérèse Mukamitsindo, suocera di Soumahoro, vinse il bando nel lontano 2011 con un incarico valido fino al 2013. Subito dopo venne rinnovato per un ulteriore triennio, con la determina 22 del 27 febbraio 2014. Da quel momento la Karibu ha proseguito nell'impegno senza più presentare documentazione né partecipare a ulteriori bandi, ma solo grazie al rinnovo delle proroghe di volta in volta. Nel 2018 la protagonista, Mukamitsindo, viene addirittura premiata come «Imprenditrice immigrata dell'anno», con tanto di consegna solenne da parte dell'ex presidente della Camera Laura Boldrini. Una nomina importante che permise alla Karibu di assumere un certo prestigio.

In realtà, però, dietro a tutto ciò si nascondevano problemi economici che andavano avanti da anni, nel totale silenzio. Proprio il 27 novembre del 2018, con il decreto ingiuntivo n.2308/18, emesso dal Tribunale di Latina, si chiedeva il pagamento di 139mila euro entro 10 giorni. Un pagamento mai avvenuto e che ha portato al pignoramento, da parte dell'ufficiale giudiziario, di tutti i crediti che l'associazione vantava con Ministero dell'Interno, Regione Lazio, Comune di Latina, Comune di Sezze e tre banche italiane. In pratica, da quel momento la Karibu non avrebbe più potuto ricevere fondi pubblici. Proprio per questo, dopo 10 anni di finanziamenti ministeriali ottenuti senza bando, nel 2019 viene scelta per i fondi anti-caporalato un'altra associazione, nonostante la Karibu, non si sa come, all'apertura delle buste avesse presentato l'offerta economica più vantaggiosa. A nulla è servito il ricorso al Tar, bocciato a causa di incongruenze.

Nonostante ciò però, si scopre dai bilanci che dal 2020 l'associazione riesce ad andare avanti grazie alla vincita di bandi comunali e ministeriali. L'ultimo, proprio lo scorso aprile ha visto entrare nelle tasche della famiglia Soumahoro - con Karibu ed Aid entrambe vincitrici - la somma di circa un milione di euro per l'assistenza ai rifugiati ucraini.

Non solo. Nonostante questo curriculum non troppo limpido, le indagini della procura di Latina iniziate nel 2019 e l'inchiesta aperta qualche settimana fa, scopriamo che ancora oggi Roccagorga, piccolo paese in provincia di Latina, continua ad ospitare centri d'accoglienza - tra cui uno dedicato ai minori - gestiti da Karibu. Il Comune è commissariato e l'amministrazione prefettizia sta controllando i conti prima di erogare i finanziamenti gestiti dal ministero. Finanziamenti che, a quanto pare, non sembrerebbero essersi mai fermati nel silenzio della sinistra e delle istituzioni. Si scopre infatti che molti esponenti del Pd hanno ricoperto cariche all'interno delle coop, come l'assessore ai servizi sociali per il Comune di Roccagorga Tommaso Ciarmatore, appunto, che dal 2009 risultava anche dipendente della Mukamitsindo. L'assessore ha poi dato l'addio proprio nel 2019. E con lui decine di operatori con contratto a tempo determinato e indeterminato già ai tempi non pagati.



Soumahoro sapeva tutto
https://www.facebook.com/reel/535669818 ... ingle_unit

Soumahoro finisce nel banco degli imputati dopo aver fatto sparire quasi 16€ Mila euro che sarebbero spettati come reddito d’emergenza a 600 braccianti di Lega Braccianti la sua associazione…
https://www.facebook.com/watch?v=1144811379477482



“NON C’ERA ACQUA CALDA, SAPEVA TUTTO”. IL COLLABORATORE CONTRO SOUMAHORO
Alcuni collaboratori della cooperativa Karibu inchiodano l'italo-ivoriano: "Non c'era l'acqua calda, mancava cibo. Sapeva benissimo quello che stava succedendo".
Fonte: http://Www.ilgiornale.it – di Luca Sablone - 28/11/2022

https://www.facebook.com/fsorrenti3/pos ... 19oTf8my6l

La vicenda della cooperativa Karibu ha travolto la sinistra nostrana in un vortice di imbarazzo. Prima aveva dipinto Aboubakar Soumahoro come potenziale leader della galassia rossa, per poi scaricarlo in un silenzio assordante che la dice lunga. Il tutto con due attenuanti: l'italo-ivoriano non è coinvolto direttamente e Sinistra italiana non era a conoscenza della situazione. Ma nelle ultime ore sono spuntate testimonianze che non vanno proprio in questa direzione.

LA SITUAZIONE DELLA COOP
L'ultima puntata di Non è l'arena, programma in onda la domenica sera su La7, ha raccolto una serie di testimonianze di alcuni collaboratori della cooperativa. La situazione del centro è stata definita "grave" e sono state denunciate diverse criticità che non possono passare in secondo piano: "A volte non c'era l'acqua calda, i termosifoni non funzionavano, non c'era gas, non c'era corrente".
Non solo: da una testimonianza è emerso che sarebbero emerse difficoltà anche nel cucinare a causa della carenza di cibo. "I ragazzi, i minori quando si svegliavano non c'era latte per fare colazione", è il racconto fornito. Ecco perché il dito è stato puntato contro la comunità: "I ragazzi dovevano mangiare fuori e tornavano solo per dormire". A svelarlo è stato un uomo che dichiara di aver lavorato con la Karibu due anni: "Senza contratto di lavoro, senza stipendio. Mi hanno pagato solo due volte in due anni".
Una donna ha fatto sapere di aver avuto evidenti problemi nell'estate del 2018: "Fu veramente difficilissima perché lì ci furono dei ritardi veramente importanti, avevo delle difficoltà incredibili". In tal senso ha citato la cooperativa: "Disse che la Prefettura aveva dei ritardi e che anche loro si ritrovavano in difficoltà".
Il che però non risulta ad esempio a Federico Carnevale, sindaco di Monte San Biagio, che ha smentito ritardi nel versamento delle somme: "Assolutamente no". Nancy Piccaro, ex sindaco di Roccagorga, è stata chiara: "Si è sentito dire che Roccagorga deve dei soldi alla Karibu. Non è assolutamente così perché il Comune non deve nulla alla Karibu".

L’ACCUSA A SOUMAHORO
A questo si aggiunge la versione di un altro uomo, che ha fatto sapere di non aver ricevuto lo stipendio dal dicembre 2020 al novembre 2021. Il testimone ha tirato in ballo anche Aboubakar Soumahoro: "Lui sapeva benissimo tutto quello che stava succedendo, conosce tutta la situazione di ogni casa". E si è lasciato andare a una risata quando ha visto l'italo-ivoriano con gli stivali davanti alla Camera: "Quello che ho fatto adesso l'ho fatto quella volta, ho riso. Si vedeva che era una pagliacciata". L'inviato di Non è l'arena ha intercettato Soumahoro che però non ha voluto rilasciare dichiarazioni.



VERGOGNOSO quello che è successo ieri al festival dei diritti umani a Napoli durante la proiezione del docufilm del regista Michelangelo Severgnini, a cui va tutto il mio sostegno:

(Roberto Bobbio)
29 novembre 2022

https://www.facebook.com/maria.buzolich ... V3hqnes42l

"Mentre lo scandalo legato alle coop dell'accoglienza in mano alla famiglia del deputato Aboubaka Soumahoro si allarga, a Napoli viene impedita con la forza la proiezione del docufilm "L'Urlo". La pellicola mostra il vero volto della crisi libica, tra schiavisti e mafiosi del petrolio, tagliagole al soldo dell'Occidente e ONG complici del traffico di esseri umani.
Il regista Michelangelo Severgnini, autore del film, è stato invitato al "Festival dei diritti umani" il 25 novembre scorso dal direttore del festival stesso, Maurizio Del Bufalo. E nonostante Severgnini avesse avvertito Del Bufalo sulla presenza nel video di testimonianze compromettenti nei confronti delle ONG, il direttore ha garantito che vi sarebbe stata la possibilità di un dialogo aperto.
Invece, dopo soli 20 minuti dall'inizio del docufilm, la proiezione è stata interrotta bruscamente dall'arrivo di alcuni attivisti delle ONG. Con l'arroganza e l'intolleranza tipica degli autoproclamatisi "buoni", queste persone hanno iniziato a protestare a gran voce. Soprattutto quando, ad un certo punto della pellicola, uno dei migranti racconta di come molti dei detenuti in Libia desiderino tornare a casa ma vengano letteralmente spinti verso il Mediterraneo in braccio alle ONG. Quando poi è spuntato fuori il nome della Open Society dalla bocca di Daniel Korbaria è scoppiato un putiferio.
Tra insulti e accuse, la proiezione non ha potuto andare avanti. Padre Alex Zanotelli ha avallato la censura ai danni di Michelangelo Severgnini, mentre il direttore Maurizio Del Bufalo si è affrettato a fare dietrofront, scusandosi coi presenti per i contenuti del docufilm. A Severgnini non è restato che andarsene dignitosamente, lasciando una sala ribollente di rabbia.
È un fatto scandaloso che mostra, qualora ce ne fosse bisogno, la vera natura del mondo che si arricchisce (economicamente e politicamente) con l'immigrazione."
Questo docufilm spero diventi virale, perché la verità merita sempre essere difesa, a qualsiasi costo."


Davanti all'ispettorato del Lavoro di Latina la donna avrebbe ammesso le proprie mancanze, ma giustificandosi. "Eravamo in difficoltà". E ora il caso è tutt'altro che risolto
"È vero, non abbiamo pagato..". Ora la suocera di Soumahoro vuota il sacco
Marco Leardi
29 Novembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/attualit ... 90296.html

"Si è vero. Non gli abbiamo fatto il contratto e non abbiamo pagato gli stipendi". Alla fine Marie Therese Mukamitsindo ha riconosciuto le proprie responsabilità. Davanti alla commissione dell’ispettorato del lavoro di Latina, stamani la suocera del deputato ivoriano Aboubakar Soumahoro ha ammesso le accuse che le aveva rivolto Youssef Kadmiri. L'ingegnere marocchino 42enne, confidandosi con alcuni organi di stampa, aveva affermato di essere stato pagato "solo due volte". Ora la donna indagata per presunte irregolarità nella gestione di due cooperative pro-migranti dovrà rendergli il denaro dovuto.

Soumahoro, la suocera confessa

Secondo quanto riporta il Corriere, Marie Therese Mukamitsindo ha riconosciuto di non aver pagato degli stipendi, adducendo però una giustificazione. "Eravamo in difficoltà...", avrebbe detto. La donna, presentandosi stamani all'ispettorato del Lavoro, si era rifiutata di rispondere alle domande dei cronisti che le chiedevano spiegazioni sul caso che sta tenendo banco da giorni, non senza ripercussioni politiche. Ora, a quanto si apprende, la suocera del parlamentare dell'Alleanza Sinistra-Verdi sarebbe giunta a un accordo. Dovrà sanare economicamente le posizioni di Youssef Kadmiri e quelle di altri due operatori che avevano lavorato per le cooperative Karibu e Consorzio Aid. Anche questi ultimi avevano accusato la Mukamitsindo di non averli pagati regolarmente.

Le tre vertenze e i soldi da restituire

Nello specifico, Stefania Di Ruocco era in forze alla coop Karibu dal 2016. Per lei - riferisce il Corriere - è stata definita la somma di oltre 21mila euro comprensive di Tfr, da pagare a rate. Da quasi due anni non aveva ricevuto nulla: da gennaio a dicembre 2021 e poi da gennaio 2022 sino ad ottobre di quest'anno. Con lei, a chiedere di rispettare il diritto alla paga, anche Mohamed El Motaraji. Ma ora la vicenda è tutt'altro che risolta. Sempre a quanto si apprende, infatti, le tre vertenze affrontate stamani sarebbero solo una piccola parte di quelle presentate nei confronti delle coop della famiglia Soumahoro.


"Deve 400mila euro ai lavoratori"

Secondo la stima di Gianfranco Cartisano di Uiltucs, ammonterebbe almeno a 400 mila euro la somma dovuta alla retribuzione regolare dei lavoratori, in gran parte migranti stranieri. In un video pubblicato nei giorni scorsi, il deputato Soumahoro aveva affermato in lacrime che sarebbe stato dalla parte degli accusatori, se fossero state accertate le irregolarità da loro denunciate.

Al momento, lo ricordiamo, Marie Therese Mukamitsindo è indagata per diverse ipotesi di reato. Nei suoi confronti sono state mosse accuse di malversazione, truffa aggravata e false fatturazioni.



Soumahoro, chi è la moglie Liliane: lanciata da Boldrini e assunta da Berlusconi. Quando lavorava a Palazzo Chigi. «Diceva di essere la nipote del premier ruandese»

Francesco Bechis
26 novembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/persone/sou ... 76051.html

«Attualmente disoccupata» e fuori dal circuito dell'accoglienza. Ma nel curriculum di Liliane Murekatete, moglie del deputato dell'Alleanza Verdi-Sinistra Aboubakar Soumahoro finito nella bufera politica per il caso coop, ci sono diverse esperienze di peso. E una pesa più di tutte: Palazzo Chigi. Ma ci sono anche conoscenze illustri, in Italia e all'estero. Inclusa una presunta parentela con l'ex premier del Ruanda. Notizia da verificare, che intanto infittisce la trama di una vita sospesa tra impegno sociale, mondanità e missioni istituzionali.

Soumahoro, alla coop della moglie 60 milioni di finanziamenti pubblici: appalti milionari fino a marzo scorso

LA VITA A PALAZZO
Un passo indietro. L'ex dipendente della cooperativa Karibu ora nel mirino delle indagini della procura di Latina, ricorda Dagospia, ha lavorato come consigliera alla presidenza del Consiglio per più di due anni, dal 2003 al 2006, nel governo Berlusconi. Ruolo ricoperto anche con il secondo governo Prodi. E poi di nuovo quando il Cavaliere è tornato in sella nel 2008: richiamata dal governo di centrodestra come «facente funzioni» del rappresentante per l'Africa. Missione, quest'ultima, mai decollata davvero.

GLI ESORDI
Nel 2003 l'esordio come assistente dell'allora inviato speciale italiano del G8 per l'Africa, Alberto Michelini, ex deputato e già giornalista del Tg1. «Non la vedo da quasi vent'anni - racconta lui al Messaggero - sono sorpreso dalle notizie che sembrano emergere sul suo conto. Ci dev'essere stata una forte involuzione».
Il primo incontro con Michelini è a Roma, con una sponsor d'eccezione: Laura Boldrini, ex presidente della Camera, all'epoca portavoce dell'Unhcr per il Sud Europa. È il 20 giugno e l'agenzia dell'Onu celebra con un convegno la giornata mondiale del rifugiato, presenti Michelini e Alfredo Mantovano (attuale sottosegretario a Chigi) nella veste di sottosegretario all'Interno. Boldrini cede la parola a Liliane, ventiseienne miracolosamente scampata con la sua famiglia all'eccidio che nel 1994 ha sconvolto il Ruanda.


Paola Ganozzi, consigliera di Michelini e tutt'ora in squadra a Palazzo Chigi, rimane colpita e lancia l'idea: la ragazza deve entrare a palazzo. «Parlava un perfetto italiano, oltre a inglese e francese madrelingua», racconta Michelini, «ha lavorato con noi più di due anni, ci seguiva nelle missioni in Africa, e i nostri interlocutori apprezzavano che nella delegazione italiana ci fosse una giovane africana preparata». Liliane entra nel team, numero due dell'assistente di Michelini Maria Teresa Burgoni. Con loro, a Piazza Colonna, lavora anche Stefano Pontecorvo, il diplomatico poi diventato inviato della Nato in Afghanistan. La giovane si fa notare, collabora con il consigliere diplomatico di Berlusconi, Bruno Archi. Sarebbe perfino riuscita ad ottenere un colloquio con il premier in persona.


«Sobria, prudente, attenta». Il profilo che traccia Michelini cozza con il ritratto che affiora dalle cronache di questi giorni, tra eccentriche sortite social e dure accuse dei lavoratori nelle coop dove lavorava. «A Chigi mai vista con borse di Louis Vitton o con oggetti di lusso in bella vista, nessun eccesso», riprende il giornalista. Prima di dedicarsi a tempo pieno alle coop, Murekatete ha dunque vissuto una parentesi nelle istituzioni. Un ruolo (e un lavoro) di prestigio. Defilato, certo, ma non indifferente.


PREMIER E PARENTI
«Abbiamo visto decine di capi di Stato africani, lei era sempre presente», racconta Michelini. Con un aneddoto, confermato da più fonti presenti a Chigi venti anni fa. «Diceva di essere la nipote del primo ministro del Ruanda, Bernard Makuza». Un totem della politica ruandese, etnia hutu, ex prima fila del Movimento democratico repubblicano, sciolto dal Parlamento nel 2003 con l'accusa di sostenere tesi giustificatorie sul genocidio ruandese. Ancora Michelini: «Sosteneva fosse uno zio. Non ho mai ritenuto di verificare, ci fidavamo. E devo dire che nei nostri viaggi in Ruanda lui la accoglieva con l'affetto e la confidenza di un parente stretto».


Formigli: “Con quali soldi è vissuto fino a oggi?
Soumahoro: “Ho scritto un libro”
29 novembre 2022

https://voxnews.info/2022/11/29/soumaho ... o-milione/

Nonostante la super promozione di Damilano e Saviano, il libro di Soumahoro ha venduto solo 9mila copie, circa 10mila euro di guadagno.



"Ong hanno stessi interessi degli scafisti". Meloni invoca la legalità
Francesca Galici
30 novembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/interni/ ... 90703.html

Dopo settimane di silenzio, Liliane Murekatete, compagna di Aboukabar Soumahoro, deciso di parlare con una lunga intervista concessa all'agenzia Adnkronos nella quale smentisce qualunque accusa nel giorno in cui il ministro Adolfo Urso ha annunciato la liquidazione della cooperativa Karibu. Le accuse sulla gestione delle coop Aid e Karibou sono numerose e oltre all'aspetto giudiziario c'è quello politico. Il deputato, infatti, non è indagato per la gestione delle coop ma è evidente che quanto è emerso in relazione alla sua famiglia sia una macchia su una carriera politica basata sulle dichiarazioni in favore dei braccianti e degli immigrati che, invece, non venivano accolti e trattati in maniera adeguata all'interno delle due coop.

"Posso capire, senza giustificarli, gli attacchi politici, ma la narrazione della maggior parte dei giornalisti è stata improntata ad un teorema fondato sulla colpevolezza certa e manifesta, con buona pace della presunzione di innocenza: colpevole io, colpevole mia madre, colpevole il mio compagno", ha detto Liliane Murekatete, dimenticandosi il ruolo della stampa, che è quello che effettuare inchieste e fare domande scomode su fatti di rilevanza collettiva, come è inevitabilmente quello delle coop. E nella sua intervista rilasciata per l'Adnkronos, la donna se la prende anche con la terminologia utilizzata da gran parte della stampa italiana: "Il sapiente, malizioso utilizzo di espressioni quali la 'cooperativa della moglie di Soumahoro' (mentre non faccio più parte della cooperativa né come membro del Cda, né come socia né tanto meno come dipendente) o 'la cooperativa della famiglia di Soumahoro' che ha connotato sin da subito la campagna mediatica è particolarmente odioso in quanto volto a sollecitare distinguo, prese di distanza, ripudi, magari accuse reciproche, tutti rigorosamente pubblici, nella peggiore tradizione dell'Autodafé".


Il collegamento (il)logico

Nelle dichiarazioni della compagna del deputato, quindi, si scivola anche nel vittimismo più spicciolo, quello che da sempre fa leva sull'elettorato di sinistra e che si basa sull'insinuazione di un razzismo sommerso: "La costruzione del racconto mediatico volto a rappresentarmi come una cinica 'griffata' e ad affibbiarmi icastici titoli derisori, una che pubblica selfie (peraltro dello stesso tenore di quelli di centinaia di migliaia di giovani donne occidentali e non) mentre i lavoratori della cooperativa non ricevono gli stipendi è artatamente falsata". Lady Gucci, così com'è stata definita da molti ben prima che la vicenda arrivasse alla ribalta nazionale, afferma che la maggior parte dei selfie che la vedono ritratta con indosso capi firmati risalgono al 2014/2015, "quando non avevo alcun incarico nella cooperativa Karibu e quando non avevo ancora conosciuto il mio compagno". Sostiene che il suo compagno sia stato "messo in croce" per quelle foto ma il compagno, quando ha avuto la possibilità di spiegare, non ha dato riferimenti temporali ma ha solamente detto che la sua compagna "ha diritto alla moda". Parlando al presente, non al passato.

Ma l'apice dell'intervista viene raggiunto quando Liliane Murekatete si mette sullo stesso livello dei braccianti e dei collaboratori non pagati: "Si sorvola sul fatto che anch'io (che peraltro sono in aspettativa dall'aprile 2022) sono in attesa della corresponsione degli arretrati. E ovviamente - insiste - il sottotesto della narrazione esclude a priori l'ipotesi che possa esistere una donna africana benestante (e/o che possa diventarlo onestamente) e men che mai che essa possa contemporaneamente impegnarsi nelle questioni sociali". Ovviamente, com'è nel suo diritto, Liliane Murekatete ha già dichiarato di non voler dare spiegazioni alla stampa sulla provenienza dei suoi soldi, anche di quelli utilizzati per l'acquisto della casa a Casal Palocco ma si è detta disponibile a fornire tutti i chiarimenti necessari agli inquirenti nel caso in cui questi vengano richiesti. E anche lei, come il suo compagno, ha alzato la voce minacciando querele: "In questo piano inclinato non posso quindi fare altro, al momento, che dare incarico al mio avvocato, Lorenzo Borrè, per adire le vie giudiziarie nei confronti di quanti mi hanno consapevolmente e persistentemente diffamato, ai limiti dello stalking". Parlare di stalking per una vicenda giudiziaria che, anche se in via secondaria, riguarda un deputato della Repubblica Italiana appare quanto meno eccessivo, se non offensivo, verso le donne che lo subiscono per davvero.



Soumahoro, quegli intrecci con il Pd. Gli amministratori dem lavoravano per la Karibu
Dario Martini
30 novembre 2022

https://www.iltempo.it/politica/2022/11 ... -34039800/

I politici del Pd della provincia di Latina conoscevano bene la coop Karibu di Marie Therese Mukamitsindo, suocera di Aboubakar Soumahoro. Rapporti di «antica» data, che risalgono a quando la cooperativa dedita all'accoglienza dei migranti ha iniziato la sua attività, ormai due decenni fa. Oggi la società che fa capo alla madre della consorte del deputato di Verdi e Sinistra è al centro delle polemiche per gli stipendi non pagati, per l'utilizzo dei fondi pubblici e per le carenze igienico-sanitarie in cui erano costretti a vivere i profughi. Mukamitsindo è indagata per malversazione, false fatturazioni e truffa aggravata.

Ora che lo scandalo è scoppiato, è possibile documentare casi di politici che, prima di occuparsi dell'amministrazione pubblica, hanno lavorato per conto della coop della suocera di Soumahoro in qualità di commercialisti, dal momento che erano loro stessi a presentare i bilanci. Karibu nel corso degli anni si è aggiudicata molti affidamenti nell'ambito dell'accoglienza, sia a Sezze, dal 2001 al 2018, che a Priverno, dal 2014 al 2016. Basti pensare che nella sola Sezze si è aggiudicata circa 5,5 milioni di euro. Partiamo proprio da questo Comune, dove la Karibu ha vinto il primo progetto Sprar nel 2001. Da allora ha continuato a ricevere fondi, tra proroghe e nuovi bandi, per 18 anni, fino al 2019. In alcuni casi con semplice determine, in altri attraverso gare pubbliche. Lo Sprar è il «Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati», il servizio del Viminale per i progetti di accoglienza, di assistenza e di integrazione dei richiedenti asilo a livello locale. Nei suoi primi anni di attività, la cooperativa di cui è amministratrice la suocera di Soumahoro, si è affidata alla consulenza di un commercialista, Sergio Di Raimo, che ha presentato i bilanci di Karibu dal 2004 al 2006. Di Raimo è tutt' altro che sconosciuto alla politica locale. È stato consigliere comunale di Sezze nel 2003, con una lista civica, quando il Pd non era ancora nato.

Poi, nel 2007, è stato assessore al Bilancio nella giunta Campoli. Nel 2012, primo degli eletti, è andato a presiedere il consiglio Comunale, fino al 2017, quando è diventato sindaco di Sezze con una giunta di centrosinistra. Sfiduciato nel 2021, si è ricandidato nell'ottobre dello stesso anno, ma è stato battuto da Lidano Lucidi. Attorno al 2015 la Karibu si è aggiudicata anche la gestione del Cas, il Centro di accoglienza straordinaria, sempre a Sezze. A difendere la regolarità degli affidamenti in questo settore è l'ex sindaco Campoli, che alcuni giorni fa ha pubblicato un lungo post con cui ha ricordato che la comunità di Sezze «in venti anni ha accolto centinaia di donne sole e di bambini, nella massima trasparenza amministrativa e senza che mai alcun dipendente o fornitore non venisse pagato o non venisse rispettata la dignità di queste persone, almeno per il progetto gestito dal Comune, che nasce nel 2001 con i protocolli d'intesa forniti direttamente dal ministero dell'Interno e in cui la cooperativa Karibu veniva indicata come ente gestore. Questa modalità - continua Campoli - è andata avanti fino al 2008 (tra l'altro trovando d'accordo un'amministrazione di centrodestra per quattro anni) fino a quando fui io a decidere di indire una gara pubblica per selezionare un partner per la gestione di questo provetto. Karibu vinse legittimamente e mantenne il servizio fino al 2017».

A poca distanza da Sezze si trova Priverno, l'altro comune pontino dove la Karibu ha svolto per anni la sua attività. Dal 2014 al 2016 si è aggiudicata 650mila euro dal Comune: 172mila nel 2014, 187mila nel 2015, 187mila nel 2016, e altri 103mila per accogliere 15 migranti aggiuntivi oltre a quelli già previsti. Questi affidamenti sono stati decisi nell'ottobre 2013 dalla giunta Delogu. Tutte gare con affidamento diretto. Come si legge nella delibera 45 del 2014, è stata individuata «nella cooperativa Karibu di Sezze il soggetto del terzo settore avente le caratteristiche necessarie per la progettazione e la gestione del servizio di accoglienza "integrata" a favore dei richiedenti asilo e/o dei rifugiati, in linea con il progetto Sprar, in quanto soggetto che gestisce analoghi servizi nel distretto dei Monti Lepini». Il vicesindaco di allora era Anna Maria Bilancia, attuale primo cittadino di Priverno.

Tra l'altro, negli anni 2013-2015, tra i consiglieri di maggioranza figurava Enrica Onorati, assessore comunale alle Attività produttive nel 2016 e attuale assessore regionale all'Agricoltura. In queste amministrazioni figurava anche Domenico Stirpe, già assessore nelle giunte Bilancia (2016-2021) e Delogu (2015), che ha ricoperto incarichi pure sotto Mario Renzi, sindaco Pds dal 1993 al 2003. Stirpe, come Di Raimo, ha lavorato come commercialista per la Karibu, presentando il bilancio del 2007. L'anno dopo, la coop di Mukamitsindo ha cambiato commercialista, e si è affidata a Tobia Tommasi, che ha presentato il rendiconto nel 2008. Tommasi è l'attuale assessore al Bilancio di Priverno ed è stato candidato consigliere alle comunali per Delogu sindaco nel 2013. Nel 2019 ha ricoperto anche l'incarico di revisore contabile per il progetto Sprar del Comune.

Intanto, si infiamma lo scontro in Regione Lazio. Il capogruppo della Lega, Angelo Tripodi, fa notare che «tra stipendi non pagati, lavoro in nero, condizioni inumane nei centri di accoglienza», si registra «il silenzio imbarazzato» del governatore dimissionario Nicola Zingaretti, del candidato alla presidenza Alessio D'Amato e dell'assessore all'Agricoltura Enrica Onorati, la stessa che si è fatta le ossa nella politica di Priverno, dove la coop Karibu incassava centinaia di migliaia di euro.


Soumahoro, truffata anche l'Inps? Il clan ora teme il peggio
Giorgio Carbone
1 dicembre 2022

https://www.liberoquotidiano.it/news/po ... -inps.html

Il caso coop, che coinvolge la famiglia del deputato Aboubakar Soumahoro, si arricchisce ogni giorno di nuovi particolari, complicando non poco l'inchiesta giudiziaria. Secondo un retroscena svelato da Il Fatto Quotidiano, si sta facendo strada l'ipotesi che tra le vittime della presunta truffa perpetrata dalle cooperative Karibu e Consorzio Aid non ci siano solo i lavoratori, per lo più migranti, ma anche l'Inps.

Le due aziende su cui indaga la Procura di Latina sono gestite da Marie Therese Mukamitsindo, la suocera del parlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra, al momento l'unica iscritta nel registro degli indagati per truffa e malversazione (il reato di chi dirotta dalla sua destinazione fondi pubblici e sovvenzioni). A ciò si aggiungono adesso i mancati versamenti all'Inps per i contributi, le trattenute delle buste paga dei dipendenti e le tasse sull'impresa. Stando agli approfondimenti da parte del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza di Latina, la cooperativa Karibu registra debiti per circa un milione e mezzo di euro nei confronti del fisco.

Intanto, ieri si è tenuto un incontro presso l’Ispettorato del Lavoro di Latina, dove Mukamitsindo viene chiamata settimanalmente per le udienze di conciliazione per i lavoratori. A verbale la donna ha ammesso di non aver pagato degli stipendi nei confronti di un solo dipendente e sarebbe giunta a un accordo, accettando di pagare a rate quanto dovuto. L'arretrato è di circa 22 mila euro ed è relativo a stipendi e tredicesime non versati tra il gennaio 2021 e l'ottobre del 2022, ma anche la tredicesima del 2020 e il tfr relativo al periodo 1 gennaio 2016-31 ottobre scorso. In tutto, però, sono 26 i lavoratori che hanno presentato denunce in cui lamentano retribuzioni arretrate che ammontano a un totale di circa 400 mila euro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2022 8:36 pm

ONOREVOLE SOUMAHORO.
Maryan Ismail
29 novembre 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 0392116468

Ora che la bufera sembra placarsi e ora che la magistratura può fare il suo corso con maggiore serenità, vorrei esprimere la mia posizione sul caso Aboubakar Soumahoro, con l'augurio che possa chiarire i suoi problemi personali.
É importante sottolineare che l'Onorevole non é accusato o indagato di alcunché e che si deve attendere la risposta dei giudici per quello che concerne la suocera.
Voglio peró dire che sono colpita dall'accaduto e che ciò che sta emergendo tocca nel profondo la sensibiltá delle comunitá africane italiane.
Anche se sappiamo che la responsabilità é sempre individuale.
É innegabile che questa storia ha fatto crollare dal punto di vista politico e culturale, il racconto di una unica "via " all'integrazione possibile.
É un racconto che ci tiene congelati da decenni nella "figura iconica" del povero immigrato e che ha di fatto oscurato le cause e le conseguenze da comprendere, nonché le giuste risposte da dare ai problemi legati all'immigrazione.
I recenti fatti hanno avuto però il merito di aver fatto emergere in modo potente, come nessuno é stato in grado di governare il fenomeno migratorio.
L''Italia, e i suoi governi nell'ambito della UE, hanno accettato che il nostro paese fosse terra d'approdo e di transito per l'Europa.
L'unica risposta alla pressione emigratoria.
É ovvio che si debbano salvare le vite umane sia in mare e sia in terra. E che MAI questo dovere deve venir meno.
Ma ció che da anni chiedevamo era altro.
Cioè l'intervento strutturale e coordinato con l'Unione Africana e con i suoi singoli Paesi, per la soluzione delle crisi nei luoghi d'origine.
L'Europa, ritirandosi all'avanzata di altre nazioni ben peggiori, ha sempre scartato questa opzione che non significa solo "aiutiamoli a casa loro", "investire a casa loro "con lungimiranza.
Avremmo avuto l'occasione di coniugare le risorse africane con un modello di sviluppo sostenibile e rispettoso dei diritti e delle culture locali.
Si é invece preferito lasciare il compito alle Ong e varie Associazioni, che di fatto si sono sostituite agli Stati e Governi, sia in Europa che in Africa, rendendo il loro intervento non efficace, capace solo di narrare catastrofi, bambini dai ventri gonfi e moribondi da aiutare, silenziando cosi le voci critiche che da più parti si levano.
Mentre nulla ci racconta degli esempi diffusi delle centinaia di migliaia di imprese innovative e non, messe in campo da, uomini, donne e giovani africani. Risposte possibili, diffuse e replicabili.
Abbiamo mai visto uno spot di questo tipo?
Mai o quasi.
Chiediamoci perché!
Sarebbero invece racconti utili per daci forza e senso del sacrificio, utili per un cambio di prospettiva e mentalità dei quali abbiamo tutti bisogno. Proverebbero che aiuti e investimenti. possono collaborare insieme in maniera efficace e efficente per fermare le morti dei migranti.
Mai Abou si é speso per essere ponte con le nostre realtà locali, lui uomo mediatico e quindi ascoltato. Mai lo abbiamo sentito coinvolto nel garantire sostegno e interventi alle start up, alle piccole e medie imprese africane per accedere ai fondi internazionali, alle banche per lo sviluppo o alle joint venture con le imprese, come ovunque accade.
Oltre alla giusta lotta per braccianti sul campo, ai diritti dei migranti, avrebbe potuto indicare una diversa rifflesione sulla tematica.
Salendo sulla nave dell'Ong, ha invece contributo a rafforzare e caricare il racconto mainstream del povero migrante perennemente bisognoso di aiuto e di protezione.
Quale migliore opportunità avrebbe invece avuto se avesse voluto sferzare anche i politici africani (e pure di altri continenti) che paiono così lontani dalle condizioni dei propri cittadini!
E senza nulla togliere al diritto all'accoglienza e alla dignità dei nostri fratelli e sorelle.
Le riflessioni da fare sono quelle di chiedersi perché mai nessun politico/ministro italo africano di sinistra (a quando qualcuno di origine non afro?) non abbia trovato il coraggio di porre quelle critiche e quelle domande che tutti noi avanziamo?
Perché questi polici si sono sempre limitati a recitare la parte di vittime/eroi , pur sapendo che mai la loro parte politica avrebbe garantito loro sviluppo di pensieri e proposte in libertà?
Fino a quando saremo costretti in questi ruoli?
A tali quesiti dobbiamo tutti cercare di dare delle risposte valide.
Dal fallimento politico di Abou e delle posizioni della sinistra dobbiamo far partire un racconto diverso, fatto di preparazione, capacità e merito.
Cosa che sappiamo essere : - preparati, capaci e meritevoli.
Si Abou, concordo sul fatto che vi é "diritto alla bellezza e alla felicità," ma solo se raggiunte con trasparenza, non certo perché sono diritti dati dal mero utilizzo di slogan vuoti urlati nelle manifestazioni ( che sono certamente necessarie) o perché qualcuno di parte ha voluto definirti "il segretario che la sinistra vorrebbe".
Le stesse persone poi che invece di fare un'autocritica politica, cercano di cavarsela con dichiarazioni di sconcerto e di indignazione.
Ciò che é accaduto sia un monito necessario per far smettere ai vari Bonelli, Fratoianni, Boldrini, Letta e simili nel voler continuare ad incatenarci in ruoli e personaggi politically correct, che producono voti e consenso ai loro partiti, in contrapposizione a posizioni razziste e discriminanti. Neri contro bianchi, guelfi contro ghibellini.

La realtà e la solidarietà sono altro.
Perché caro Abou, alla fine, quegli slogan non hanno migliorato nulla di ciò per cui lottiamo: la revisione della Bossi Fini, le quote d'ingresso sicure e necessarie, una diversa legge sulla cittadinanza o al suo miglioramento, l'abbandono di accordi con paesi dove i diritti delle persone non vengono contemplati.
Il superamento dei conflitti e delle condizioni climatiche terribili che ci affliggono, rimangono. Per tutti.
Ancor peggio, quegli slogan non hanno di certo migliorato la percezione e il "sentimento popolare" nei confronti del diverso.

Ma soprattutto sono da ostacolo ad una integrazione effettiva e reale.
Integrazione che certamente la nostra Costituzione così giusta e solidale, Gramsci, Di Vittorio , le molte altre figure importanti e non solo di sinistra, vorrebbero accompagnare in maniera diversa.
Auspico che da queste macerie possa scaturire un diverso approccio della gestione "dell'immigrazione", cosa che non dovremmo più lasciare a coloro che sanno solo proporre sterili eroi e inutili miti.
Dipende in primis, da noi africani (e non solo) naturalizzati e non, a non volere essere strumentalizzati, a saper cogliere con concretezza e realismo l'opportunità di essere cittadini politicamente liberi, consapevoli, pienamente in grado di rispondere alle sfide che ci attendono con intelligenza e pacatezza.
Facciamoci avanti e non temiamo il dialogo e il confronto con la societá, la politica e le istituzioni.
Di qualsiasi colore e pensiero.
Finalmente.


Gino Quarelo
Alcuni punti fissi andrebbero chiariti.

1) In Italia prima di tutto vengono i diritti e gli interessi degli italiani.
2) All'Africa non dobbiamo nulla di assoluto e ciò che possiamo dare di relativo dipende esclusivamente dalla nostra libera volontà e dalle nostre possibilità.
3) Lo straniero che abusa delle convenzioni e dei trattati internazionali sul soccorso in mare, sull'asilo politico e sull'aiuto umanitario va considerato un criminale, come la clandestinità e va respinto.
4) Gli aiuti agli stranieri vanno dati se è possibile, se vi sono risorse aggiuntive rispetto a quelle necessarie agli italiani e non vanno assolutamente date agli stranieri pericolosi e a chi manca di rispetto agli italiani.
5) La cittadinanza non è un obbligo averla e darla. Va data solo a chi la chiede se la merita e se ha dimostrato di amare e rispettare gli italiani e l'Italia e se non costituisce un pericolo per gli italiani. Agli stranieri che già possiedono la loro cittadinanza nazionale, qualora venisse concessa la cittadinanza italiana, nel caso in cui dimostrassero successivamente alla concessione della cittadinanza, una grave mancanza di rispetto per gli italiani e l'Italia con comportamenti delittuosi e criminali (tra cui la propaganda ideologico politica e religiosa contro l'Italia e gli italiani), la cittadinanza dovrebbe essere revocata irreversibilmente e lo straniero dovrebbe essere espulso a vita. Agli stranieri con più cittadinanze dovrebbe essere concessa la cittadinanza italiana politicamente attiva solo se rinunciano a quella delle altre cittadinanze. Vi dovrebbe essere conflitto d'interesse politico tra più cittadinanze per rispetto degli italiani nativi che hanno solo la cottadinanza italiana.
6) Le famiglie di migranti stranieri che costituiscono un pericolo e manifestano avversione, odio e violenza per gli italiani e l'Italia, per la cultura, la religione, le tradizioni, gli usi e i costumi degli italiani vanno assolutamente respinti ed espulsi.



Orripilante. Ecco la ex signorina che ha dato la cittadinanza italiana al militante africano Soumahoro. Dietro un invasore c’è sempre una di quelle. Certe immagini andrebbero censurate come sconce, invece sono ovunque nei media.
https://voxnews.info/2022/12/02/ecco-ch ... ent-176871
Il caso Soumahoro si trasforma in una vera e propria telenovela: ora spunta anche una prima moglie, Dafne Malvasi, bionda poetessa pugliese che il parlamentare ivoriano aveva sposato 14 anni fa, a Napoli, con tanto di articoli zuccherosi su Corriere della Sera e Repubblica.

Repubblica scrisse: “Sposi multirazziali contro l’intolleranza dei napoletani”

«Si sono conosciuti nel 2004, alla mensa dell’università. Lui di colore, lei bionda come la protagonista di un vecchio ma sempre efficace film che è di rigore citare in questi casi: “Indovina chi viene a cena”. Ma le opposizioni alla loro unione, Aboubakar e Dafne non le hanno trovate in famiglia…»: era l’incipit del petaloso articolo datato 10 marzo 2008 su Repubblica, dedicato alle romantiche nozze di Aboubakar Soumahoro con la prima moglie Dafne Malvasi, celebrato a Pianura addirittura dall’allora sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino. «Abou e Dafne, sposi multirazziali contro l’intolleranza di Pianura», titolava il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. «Ci siamo conosciuti il 14 luglio 2004 alla mensa universitaria», aveva raccontato la sposina, laureata in lingue con una tesi sull’ America Latina.

Su Soumahoro si sprecavano le frasi da fotoromanzo: «Abou, che era venuto dalla Costa d’ Avorio per studiare in Italia, aveva pure scherzato sulla data: «È stata la presa della Bastiglia. Io rimasi incantato». E ancora, scriveva la giornalista di Repubblica: «Aboubakar Soumahoro come leader della comunità africana difende i loro diritti, è coordinatore nazionale per la questione immigrati. L’ impegno di discutere con le autorità per trovare una soluzione alle convivenze difficili è quotidiano. Ma c’è chi giura che un sorriso radioso come quello con il quale Abou è andato a sposarsi, non gliel’aveva visto mai».

Quattordici anni dopo, la “sposina innamorata” non deve essere rimasta in rapporti idilliaci con il deputato con gli stivali. Non una parola in difesa di “Abou” sui social, nonostante i suoi tanti interventi da femminista militante. Teoricamente, dovrebbe essere la prima a farlo, dato che è impegnata nelle stesse battaglie politiche condivise dal suo ex marito. Invece, a precisa domanda risponde con insofferenti “no comment”. Nessuna risposta, neppure ai giornali che l’hanno interpellata. Silenzio assoluto: non tutti i fotoromanzi hanno il lieto fine.



Werner
Dicembre 2, 2022 alle 2:03 pm

Temo che ormai la situazione è precipitata e siamo ad un punto di non ritorno. Maschi omuncoli e femmine puttane. Anche se le seconde sono conseguenza dei primi. Perché se ci fossero uomini nel senso più stretto del termine, a nessun maschio negroide verrebbe liberamente consentito di avvicinarsi ad una donna bianca. Invece si fanno i cazzi loro e permettono che questi abomini vengano tranquillamente consumati.

A proposito di questa tizia di cui solo oggi ho conosciuto la sua inutile e dannosa esistenza, guardate come si descrive nel sito della testata per cui lavora:

“Dafne Malvasi è nata a Napoli e vive “temporaneamente” a Torino da molti anni. Attenta osservatrice delle tematiche legate al gender gap e parte attivista dei movimenti femministi, è vincitrice del XII Premio Poesia Città di Pesaro, per il Premio Letterario Internazionale “La Donna si racconta”. Scrive delle donne che contribuiscono alla costruzione delle nostre identità, decostruendo pregiudizi e stereotipi di genere. Ama la poesia e i sud del mondo.”.

(www.fmag.it/autore/dafne-malvasi/)

Ama i sud del mondo. Pensate un po’. Queste femministe, tutte ribelli col maschio bianco, e al contempo sottomesse a quelli di altre razze e speci.



Un altro caso oscuro nel passato della coop Karibu della famiglia di Aboubakar Soumahoro, sindacalista eletto deputato con la sinistra.
Alla coop Karibu dei Soumahoro la villetta abusiva del medico pregiudicato
4 Dicembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 91765.html

Un altro caso oscuro nel passato della coop Karibu della famiglia di Aboubakar Soumahoro, sindacalista eletto deputato con la sinistra. Tutto avviene nel 2016. Un blitz della Digos scopre che in una struttura gestita dalla coop vi sono 140 migranti invece di 80, numero massimo consentito dalla legge. Scatta un'evacuazione forzata imposta alla Karibu e la presidente, suocera del deputato, è costretta a spostare i lavoratori in un'altra sistemazione. A quel punto, sotto consiglio della Prefettura di Latina, Mukamitsindo individua una nuova location a Latina, in via Nascosa, una zona buia e lontana da occhi indiscreti. La suocera di Soumahoro conclude con i proprietari della villetta - due medici del posto - un contratto di locazione da 15 mila euro al mese. Ma poco dopo i residenti della zona presentano un esposto sulle condizioni fatiscenti della struttura e gli stessi migranti denunciano condizioni igienico-sanitarie disastrose, tra cui l'assenza dell'allaccio alla rete fognaria e la mancanza di cibo, acqua, luce e il non pagamento del pocket money.

Le ispezioni dei Carabinieri portano alla scoperta del fatto che la villa scelta per accogliere i migranti era abusiva. Ma non finisce qui. Si scopre che il proprietario del casolare, Carlo Del Pero, è un pregiudicato. L'uomo era presente per lavori di manutenzione in entrambi gli incontri con le forze dell'ordine: una sorpresa in quanto Del Pero era stato arrestato anni prima e si trovava in quel momento agli arresti domiciliari, evasi proprio sotto gli occhi delle guardie. Il medico, in quel momento giudicato in appello ma poi condannato in Cassazione nel 2018 con le accuse di associazione a delinquere finalizzata al falso in atto pubblico e falso materiale ideologico, era noto in città per il suo passato quando, concretamente, distribuiva certificati falsi ai pazienti. Inoltre, sempre Del Pero, era conosciuto anche dalle autorità per aver lavorato nella questura di Latina.

Il sequestro dell'abitazione per abusivismo edilizio è stato immediato e Marie Therese Mukamitsindo ha dovuto trovare un'altra sistemazione per i «suoi» migranti. Lo scandalo, all'epoca, occupò tutte le prime pagine dei giornali locali, ma non è ancora chiaro il motivo per cui le autorità competenti non verificarono né la struttura né il «curriculum» del proprietario prima di dare l'ok.


Caso Soumahoro, il Viminale sapeva tutto da quattro anni: niente è cambiato
Claudio Oreste Menafra
8 Dicembre 2022
https://www.ilcorrieredellacitta.com/ul ... tutto.html
Una notizia che, a quanto pare, è nuova, ma non nuovissima. Anzi. Pare che quattro anni fa fosse già nota la “grave” situazione in cui versavano alcuni centri per migranti gestiti dalle coop della suocera e della moglie del deputato Aboubakar Soumahoro. Ad accertarlo era stato il Ministero dell’Interno e l’Ufficio III della Direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione, che lo specificava in un documento trasmesso al Comune di Roccagorga, il piccolo centro dei Lepini all’interno del quale la cooperativa in questione aveva iniziato a muovere i primi passi. Nonostante questo, però, tanto la cooperativa Karibu quanto il Consorzio Aid – sulle quali la lente della Procura di Latina sta indagando in una complessa inchiesta – hanno continuato ad operare e, soprattutto, ad incassare milioni di euro. E questo è andato avanti fin quando i lavoratori che da oltre due anni non venivano stipendiati hanno deciso di rivolgersi alla Uiltucs. Il resto è venuto giù a cascata: sono spuntati fuori elementi e storie che riguardavano anche minorenni stranieri costretti a vivere senza cibo, acqua e luce. Uno scandalo in piena regola.

Aboubakar Soumahoro, la compagna: “Io non sono Lady Gucci”
La coop Soumahoro e la nota del Viminale del 2019

Torniamo, dunque, al 31 dicembre 2019, quando dal Viminale venne trasmessa una nota particolarmente pesante agli uffici del Comune di Roggagorga, che in quell’anno era amministrato dalla sindaca dem Carla Amici, sorella dell’ex sottosegretaria Sesa. Il riferimento contenuto al suo interno era al progetto Sprar anno 2014-2016, che era stato ammesso a finanziamento. Sul tema, il Ministero specificava che la seconda visita di monitoraggio effettuata il 26 e 28 novembre 2018 aveva evidenziato una serie di ”criticità rilevate” per cui era sfociata in una catena di prescrizioni: l’ente doveva allinearsi alle modifiche e per farlo aveva solamente 20 giorni a disposizione. Nella nota ufficiale, esaminata da Repubblica e trasmessa in un articolo di oggi, il Viminale aggiungeva, inoltre, che dal Comune non era arrivato nessun riscontro circa le prescrizioni ricevute che “tenuto conto della gravità della situazione emersa” dovevano essere prese seriamente in considerazione, e ottemperate. In caso di mancato riscontro ed ottemperamento, il finanziamento poteva anche essere revocato. Nonostante il burocratese con il quale viene redatta la nota, si capisce chiaramente che il quadro era abbastanza chiaro. Tra le diverse criticità, risultava ad esempio il “mancato rispetto della percentuali di posti destinati al sistema di protezione indicate nella domanda di contributo”, così come la “mancata corrispondenza tra i servizi descritti nella domanda di contributo e quelli effettivamente erogati”, e ancora la “mancata applicazione di quanto previsto dalle linee guida anche in termini di standard qualitativi e quantitativi”.



"Operazioni inesistenti". Ecco il ruolo di Michel Rukundo, il fratellastro della moglie di Soumahoro
Tonj Ortoleva
15 Dicembre 2022 - 15:52
https://www.ilgiornale.it/news/cronaca- ... 96059.html
Anche lui indagato come amministratore della Karibu e del consorzio Aid. La procura gli sequestra 13 mila euro e gli contesta un giro di fatture fittizie

"Operazioni inesistenti". Ecco il ruolo di Michel Rukundo, il fratellastro della moglie di Soumahoro

C’è anche Michel Rukundo tra i sei indagati dalla procura di Latina nell’inchiesta relativa all'attività delle coop coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati. Dalle indagini, parole del gip, emerge “un collaudato sistema fraudolento fondato sull'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente e oggettivamente inesistenti e altri costi inesistenti adoperati dalla Karibu”. Rukundo è il fratellastro di Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro. Sono entrambi figli di Marie Therese Mukamitsindo.

Dalla laurea alla guida del consorzio Aid

Michel Rukundo nasce in Ruanda, a Ngoma, il 25 aprile del 1985. Dal sito BlackPost con cui collabora scopriamo che “fuggito dal Ruanda, con la famiglia, a causa della guerra civile e del genocidio, è arrivato in Italia nel 1994. Consegue la laurea in Relazioni Internazionali e Scienze politiche presso l’Università Roma Tre e presso la stessa, un successivo master in Imprese Cooperative. Il suo percorso formativo continua con un master in euro progettazione, a Bruxelles. Rappresenta la società cooperativa Aid Italia – agenzia per i diritti, ente attivo nell’ambito dell’accoglienza globale, nonché alla cooperazione internazionale, nell’ambito del nuovo paradigma della cooperazione sostenibile, oltre che all’attività divulgativa”. Nel corso degli anni in cui Karibu gestiva l’accoglienza dei migranti nei centri della provincia di Latina, Michel Rukundo è stato componente del consiglio di amministrazione assieme alla madre Marie Therese Mukamitsindo e alla sorellastra Liliane Murekatete. Inoltre, Rukundo era amministratore anche del consorzio Aid, altra cooperativa protagonista del sistema di accoglienza dei migranti in provincia di Latina.

Le contestazioni della procura e il sequestro preventivo

La procura di Latina gli contesta una serie di reati tributari che avrebbe commesso alla guida del consorzio Aid, altra cooperativa sociale orbitante nella sfera di controllo della famiglia del deputato Soumahoro. Secondo il gip, Rukundo, quale amministratore unico del consorzio Aid e successivamente presidente del consiglio di amministrazione, “al fine di consentire alla società cooperativa l’evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto emetteva nei confronti di detta società fatture relative ad operazioni inesistenti relative all’anno d’imposta 2017 per complessivi euro 28.137, 50 euro e per un imponibile di ammontare complessivo pari a 26.797,62 euro con IVA dovuta pari a 1.339,88 all’anno d’imposta 2018 per complessivi euro 6.400 euro e per un imponibile di ammontare complessivo pari a 6.095,24 euro con Iva dovuta pari a 304,76 euro”

Sempre dall'ordinanza, il giudice sottolinea come "i tre indagati (Marie Therese Mukamitsindo, Liliane Murekatete e Michel Rukundo, ndr) seppur allo stato formalmente incensurati hanno mostrato elevata spregiudicatezza criminale nell’attuare un programma delinquenziale a gestione familiare protratto nel tempo e rivestendo le qualifiche societarie documentate”. A Rukundo sono stati sequestrati preventivamente 13.368,42 euro su disposizione della procura di Latina.



"Spregiudicatezza criminale". Le carte inchiodano moglie e suocera Soumahoro
Tonj Ortoleva
15 dicembre 2022
https://www.ilgiornale.it/news/cronaca- ... 96033.html
Liliane Murekatete, moglie del deputato Soumahoro, risulta indagata dalla procura di Latina nell'ambito dell'inchiesta sui fondi percepiti dalla cooperativa Karibu per l'accoglienza dei migranti. Oltre a lei sono indagati la madre Marie Therese Mukamitsindo e il fratello, Michel Rukundo. Secondo quanto si legge nell'ordinanza del Gip di Latina Giuseppe Molfese, in concorso col fratello e con la madre, nella loro qualità di consiglieri di amministrazione della Karibu dal 2018 a oggi "al fine di evadere l'imposta sui redditi e sul valore aggiunto indicavano (o omettevano di vigilare affinché altri e in particolare la Mukamitsindo indicassero) elementi passivi fittizi, utilizzando fatture relative a operazioni inesistenti emesse dall'associazione di promozione sociale 'Jambo Africa'", per un imponibile complessivo di 55.701 euro, "con Ires dovuta e evasa pari a complessivi 13.368 euro". I tre, "seppur allo stato formalmente incensurati, hanno mostrato elevata spregiudicatezza criminale nell'attuare un programma delinquenziale a gestione familiare protratto nel tempo e rivestendo le qualifiche societarie documentate in atti".

Quelle società ritenute "schermi fittizi"

L'inchiesta della procura di Latina ha al momento 5 persone sul registro degli indagati. Oltre a Mukamitsindo, Murekatete e Rukundo, ci sono Richard Mutangana, Ghislaine Ada Ndongo e Christine Kabukoma. Secondo quanto riporta l'ordinanza del gip: "L'indagine ed il correlato procedimento penale ricostruiscono un collaudato sistema fraudolento fondato sull'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni soggettivarnente e oggettivamente inesistenti e altri costi inesistenti adoperati dalla Karibu nelle dichiarazioni relative agli anni 2015-2016- 2017- 2018 e 2019 non solo con la specifica finalità evasiva ma per giustificare in sede di rendicontazione la richiesta di finanziamenti alla Direzione Centrale del sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati".

L'ordinanza si è concentrata su una serie di documenti contabili relativi agli anni in cui la cooperativa Karibu ha gestito il servizio di accoglienza dei migranti per i servizi Cas e Sprar. Sempre il gip Molfese scrive nell'ordinanza: "occorre inquadrare i rapporti tra Karibu, beneficiaria delle fatture indicate in dichiarazione, e le emittenti Jambo e Consorzio Aid Italia. Dagli elementi acquisiti emergonoindici univoci per ritenere la Jambo e il Consorzio Aid strutture satelliti riconducibili alla solaKaribu, risultando essere schermi fittizi per l'esecuzione di un illecito meccanismo fraudolento a gestione familiare".

Il gip prosegue scrivendo che la suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, Marie Therese Mukamatsindo, e i figli Michel Rukundo e Liliane Murekatete, "hanno mostrato elevata spregiudicatezza criminale nell'attuare un programma delinquenziale, a gestione familiare, protratto nel tempo e rivestendo le qualifiche societarie documentate in atti".

La procura sequestra oltre 650mila euro

La procura di Latina ha applicato nei confronti del consiglio di amministrazione della cooperativa Karibu la misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare, per un anno, con la pubblica amministrazione e di esercitare per lo stesso periodo imprese e uffici direttivi di persone giuridiche.Inoltre è stato applicato un sequestro preventivo pari a oltre 639 mila euro nei confronti di Marie Therese Mukamitsindo e di oltre 13 mila euro nei confronti di altri due indagati. Sulle misure interdittive applicate, l'ordinanza precisa come "d'altra parte, le misure interdittive temporanee applicate per la durata massima di un anno, svolgeranno funzione preventiva, scongiurando non solo la prosecuzione delle condotte illecite nelle cariche societarie ad oggi ricoperte ma, altresì l'eventuale ulteriore attività mediante altri enti di nuova costituzione. Se infatti, indubbiamente Maria Terese Mukamitsindo ha svolto e svolge un ruolo centrale nella dinamica delittuosa, anche i figli Michel e Liliane hanno offerto consapevole e attiva partecipazione al meccanismo fraudolento prospettato".

Nei centri di accoglienza "scarsa qualità dei servizi erogati"

Non solo gli accertamenti fiscali, nel provvedimento della procura di Latina si fa riferimento anche alla gestione effettiva dei centri di accoglienza e il giudizio non è per nulla positivo. Scrive il gip Giuseppe Molfese nell'ordinanza che emergono "allarmanti accertamenti sulla qualità dei servizi erogati - effettiva finalità dei progetti pubblici - come relazionati all'esito delle verifiche ispettive eseguite presso le varie strutture di accoglienza segnalando tra l'altro il sovrannumero di ospiti, le carenti condizioni igieniche, l'assenza di derattizzazione e deblattizzazione, nonché più genericamente la scarsità delle prestazioni fornite".






Striscia inchioda Fratoianni: "Ha mentito, su Soumahoro sapeva tutto"
Orchidea Colonna
17 dicembre 2022

https://www.liberoquotidiano.it/news/po ... tutto.html

"Fratoianni ha mentito, sapeva tutto". Inizia così il servizio di Striscia la Notizia andato in onda venerdì 17 dicembre su Canale 5. Nel tentativo di fare chiarezza sul caso Soumahoro, Pinuccio è incappato in una lettera. Una missiva molto scomoda per il leader di Sinistra italiana, l'alleanza dal quale Aboubakar Soumahoro si è autosospeso. Stando a quanto raccontato dal tg satirico di Antonio Ricci, Nicola Fratoianni sapeva tutto delle ambiguità nelle attività di Soumahoro e della sua Lega Braccianti. Almeno da agosto. Lo confermano Marco Barbieri e Mario Nobile, membri pugliesi della Direzione Nazionale di Sinistra Italiana.

Entrambi hanno più volte avvertito sulla discussa candidatura il loro leader, ma senza risultati. Ad avvalorare il loro racconto una lettera firmata dai due e scritta il 25 novembre. Data dopo la quale Fratoianni ha negato pubblicamente di essere mai stato a conoscenza di possibili ombre sull’operato di Soumahoro. Nella missiva si legge che il deputato "si era circondato di un gruppo di fedelissimi, tra cui dei caporali (…). Che aveva creato un’associazione, Lega Braccianti, molto personalistica e che la gestione delle raccolte fondi era a dir poco un po’ opaca".
Ma non solo, perché Barbieri e Nobile hanno parlato di Soumahoro come "un personaggio creato dal gruppo Gedi e da La7, in particolare dal programma Propaganda Live". Stando a quanto scritto, i due lo avevano anche detto durante l’assemblea nazionale del partito tenutasi il 17 agosto 2022. Risultato? Proprio nulla. Insomma, rivelazioni scomodissime per Fratoianni e sulle quali Striscia tiene a precisare: "A differenza degli altri media, Striscia la notizia non si è occupata solamente dello scandalo delle cooperative sociali gestite dalla compagna e dalla suocera dell’ex sindacalista, ma dei fondi spariti dalla Lega Braccianti, dopo le accuse, raccolte da Pinuccio, dei suoi due ex soci".



Soumahoro, la famiglia si spacca. La moglie prende le distanze dalla madre: «Non ero consapevole di quel che succedeva»
Martedì 20 Dicembre 2022
https://www.ilmessaggero.it/latina/soum ... 23224.html

Caso Soumahoro, la famiglia si spacca. La moglie avrebbe preso le distanze dalla madre: «Io non ero consapevole di quel che succedeva», avrebbe detto ai pm. Nell’ambito dell’inchiesta sulle coop per l’assistenza dei migranti Karibu e Aid gestite dai parenti del deputato Aboubakar Soumahoro si sono presentati in tribunale ieri a Latina Marie Terese Mukamitsindo, suocera del parlamentare, suo figlio Michel Rokundo e proprio la figlia Liliane Murekatete, moglie del deputato (Nella foto ieri in tribunale), tutti indagati per reati legati a presunte false fatturazioni per evadere il fisco. Nessuno dei tre avrebbe risposto al magistrato.
Ma Liliane Murekatete starebbe cercando di tenere ben distinta la sua posizione rispetto a quella di madre e fratello. Tant’è vero che il suo avvocato, Lorenzo Borrè ha tenuto a specificare di aver presentato «della documentazione che riteniamo adatta a riqualificare le contestazioni mosse a Murekatete: confidiamo già da ora che si escluderanno le responsabilità».


Non sapevo nulla degli affari". Ma spunta il video che incastra Soumahoro
Massimo Balsamo
23 Dicembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/interni/ ... 98940.html

Spunta un nuovo documento sul sindacalista con gli stivali: l'inaugurazione di una casa dei diritti della Lega Braccianti a Latina, proprio nella cooperativa Karibu gestita dalla suocera e al centro dell'inchiesta


"Non sapevo nulla degli affari". Ma spunta il video che incastra Soumahoro

Prosegue senza sosta l'attività degli inquirenti sugli affari illeciti delle cooperative del Pontino gestite dai familiari di Aboubakar Soumahoro, per la precisione dalla suocera Marie Therese Mukamitsindo e dalla moglie Liliane Murekatete. Il parlamentare eletto con Verdi e Sinistra Italiana ha sempre negato ogni coinvolgimento, affermando di non essere a conoscenza di eventuali reati. Striscia la notizia ha acceso i riflettori sul caso e ha reso noto un video che sembra incastrare il sindacalista con gli stivali.


Il video che incastra Soumahoro

L'inviato Pinuccio ha scovato un video in cui vede Soumahoro mentre inaugura una casa dei diritti della Lega Braccianti - dopo quella 'dimenticata' nel ghetto di Rignano - proprio a Latina, e proprio nella cooperativa Karibu gestita dalla suocera Marie Therese Mukamitsindo. Ma non è tutto. Nella sequenza, infatti, si possono scorgere alcuni partecipanti che indossano la maglietta di Aid Italia, l'agenzia che fa capo al cognato Michel Rukundo, anche lui nell'elenco degli indagati. Possibile che non sapesse nulla delle reali condizioni degli ospiti delle coop?

Senza dimenticare quanto affermato dall'amico e socio storico di Soumahoro, il sindacalista Yacouba Saganogo: l'uomo aveva ribadito che Soumahoro spingeva per non fare mai manifestazioni della Lega Braccianti nel Lazio. "Anche cercando di fare delle rivendicazioni contro il sistema dei centri di accoglienza, lui ha sempre voluto evitare il Lazio", le sue parole.


La capriola del sindacalista

Un ulteriore documento sul caso Soumahoro, che per il momento ha sempre preferito evitare di rispondere alle domande di Striscia la notizia. Contattato dall'inviato del telegiornale satirico, il sindacalista con gli stivali ha deciso di non proferire parola. Già nella puntata di giovedì Striscia aveva mandato in onda un video preso dal profilo Facebook dell'onorevole, risalente al luglio 2020.

In quell'occasione, l'ormai ex paladino della sinistra annunciava l'addio al sindacato per la missione con la sua Lega Braccianti: "La scelta che ho compiuto comporterà dei sacrifici, anche economici, per me e per la mia famiglia. Non rinuncio a un salario per un altro salario: rinuncio a un salario punto. Non rinuncio a una scrivania per una poltrona: chi mi conosce, sa che non sono uno da scrivania. E per quanto riguarda la politica, non ho nemmeno la tessera di un partito". Una affermazione smentita due anni dopo, con la campagna elettorale e l'elezione in Parlamento tra i banchi di Verdi-Sinistra Italiana.




Stipendi, firme e sms: tutte le bugie di Lady Soumahoro
Si era dichiarata estranea alle malversazioni delle coop perché in gravidanza: smentita
Tonj Ortoleva
27 Dicembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 99483.html

Non ci hanno messo molto i giudici di Latina a scoprire il bluff di Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro e a rigettare la richiesta di sospensione del provvedimento di interdizione nell'inchiesta sulle coop Karibù e Aid. Mentre lei affermava di non aver avuto ruoli nella cooperativa in quanto era in gravidanza, i magistrati hanno ritrovato documenti gestionali firmati da lady Soumahoro e riscontrato come la stessa abbia percepito lo stipendio regolarmente dal 2018 al 2021.

Perdono dunque definitivamente consistenza i documenti consegnati dalla donna e dal suo avvocato Lorenzo Borrè ai magistrati di Latina nel corso dell'interrogatorio avvenuto lo scorso 12 dicembre. Il dossier avrebbe dovuto dimostrare la sua estraneità alle accuse mosse dall'inchiesta. Invece il gip, nelle motivazioni di rigetto dell'istanza, ha sottolineato come non sia possibile revocare il provvedimento cautelare in quanto Liliane sarebbe stata consapevole e attiva nella partecipazione del meccanismo fraudolento. Il giudice Giuseppe Molfese ha messo in luce un probabile sotteso interesse economico perché la donna ha continuato ad essere pagata dalla cooperativa Karibù. La linea difensiva durante l'interrogatorio (a cui la donna non ha risposto, presentando il dossier) era stata indirizzata su un punto chiave: lady Soumahoro all'epoca dei fatti non sarebbe stata a conoscenza di quello che accadeva nelle coop di famiglia. Ma il giudice ha fatto capire che le cose starebbero diversamente, in quanto Murekatete avrebbe continuato a ricevere lo stipendio e la sua presenza sarebbe riscontrabile da alcune firme sui documenti in mano agli inquirenti. Infine il gip ha rimarcato che anche in gravidanza, Liliane ha continuato a partecipare a tutte le attività. La battaglia adesso si sposta davanti ai giudici del Riesame.

Non è la prima volta che lady Soumahoro afferma qualcosa che subito dopo viene smentita dai fatti. Da sempre sostiene estraneità nella gestione della cooperativa, ma già qualche settimana fa emersero gli screenshot di alcuni messaggi scambiati con ex dipendenti che indicavano come fosse pienamente cosciente di quanto accadeva nella cooperativa, in particolare per quanto concerne le fatture non pagate. Altra vicenda in cui lady Soumahoro è stata smentita è quella delle foto hot pubblicate qualche settimana fa e rilanciate online da diversi siti web. Lei ha sostenuto con determinazione di non aver mai dato il consenso alla pubblicazione di quegli scatti, ma il fotografo Elio Leonardo Carchidi ha detto di essere in grado di dimostrare, carte alla mano, che aveva tutte le autorizzazioni.

Insomma, per Liliane Murekatete le cose non si mettono bene e ora la sua speranza è il tribunale del Riesame di Roma, a cui il suo legale presenterà ricorso. L'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia e coordinata dal pubblico ministero Andrea D'Angeli, prosegue concentrandosi su diversi fronti ancora aperti che vanno dalle ipotesi di raggiri da parte delle coop dei familiari di Soumahoro per ottenere fondi pubblici a frodi relative a servizi resi ben diversi da quelli oggetto degli affidamenti, fino allo stato in cui erano lasciati appunto i migranti.



"Non la conoscevo all'epoca della foto". Ora Soumahoro scarica la moglie
Massimo Balsamo
9 Gennaio 2023

https://www.ilgiornale.it/news/interni/ ... 03359.html

Il sindacalista con gli stivali molla l'alleanza Verdi-Sinistra e sfodera un dossier per confutare le accuse arrivate nelle ultime settimane: "Su Karibu chiesti chiarimenti nel 2021". E punta il dito contro il razzismo: "Una persona di colore va bene se è povera e sta ai margini" un negro da cortile.

"Non la conoscevo all'epoca della foto". Ora Soumahoro scarica la moglie
Aboubakar Soumahoro passa al contrattacco. Un tempo paladino della sinistra, il sindacalista con gli stivali è finito al centro dell’attenzione per gli illeciti delle cooperative del Pontino gestite dalla moglie e dalla suocera. Subito scaricato dalla politica, ha puntato su una strategia comunicativa ai limiti del tafazzismo tra video social e interviste discutibili, continuando a respingere le accuse al mittente. Dopo qualche giorno di silenzio, ecco la prima svolta decisa: l’addio all’alleanza Verdi-Sinistra che lo ha portato in Parlamento per aderire al Misto. Nessuna sorpresa: non molla la poltrona.

“Mi ha francamente stupito e amareggiato, ad eccezione di qualche parlamentare, l'assenza della solidarietà umana e del supporto politico da parte del gruppo parlamentare Alleanza Verdi-Sinistra (AVS), con quale sono stato eletto da indipendente”, l’annuncio di Soumahoro: “Dopo un'attenta e sofferta meditazione sul piano umano e politico, ho maturato la decisione di aderire al gruppo parlamentare Misto, lasciando il gruppo AVS, per proseguire la mia attività di Parlamentare”. Ma non è tutto: il deputato ha deciso di puntare su un corposo dossier per ribaltare gli addebiti piovuti addosso nelle ultime settimane.

Il dossier
Soumahoro ha denunciato ancora una volta una forma di razzismo in relazione alle accuse rivolte nei suoi confronti. “Una persona di colore"va bene finché è un 'negro da cortile’, finché protesta con gli striscioni, che peraltro ho fatto mille volte e non smetterò mai di fare, se è povero e sta ai margini”, il suo j’accuse riportato dall’Ansa. Per l’ex beniamino dei compagni, c’è stato un “ingiustificato” accanimento nei suoi confronti. Ma non è tutto: oltre alla dimensione individuale, c’è un’altra dimensione da valutare, quella relativa al modello sociale, ovvero al modello della Lega Braccianti.

Per il 42enne, un progetto in cui i lavoratori dei campi si autodeterminano e si autogestiscono“fa molta paura”, andando a togliere potere al sistema di assistenzialismo “che ha come obiettivo quello di mantenere lo stato di emergenza, semplicemente perché finché c'è emergenza ci sono soldi a pioggia per gestire l'emergenza, e, dal momento che nulla accade per caso, forse questo può far comprendere perché vi sia stato così tanto ingiustificato accanimento nei miei confronti”.

Capitolo Karibu
Nel dossier sopra citato, Soumahoro si è soffermato anche sul capitolo Karibu, la operativa gestita dai suoi familiari. Dopo aver letto alcuni articoli di stampa sulla mancata retribuzione ad alcuni dipendenti nel 2021, il deputato ha spiegato di aver chiesto immediati chiarimenti: “Venni informato del fatto che non erano ancora pervenuti tutti i soldi necessari per pagare gli stipendi, che si erano sollecitati gli Enti pubblici, e - così mi venne detto - che auspicabilmente tutto si sarebbe risolto in tempi ragionevoli”. Soumahoro ha ricordato elogi e riconoscimenti raccolti dall’organizzazione, nulla poteva fare pensare criticità insanabili. C’è totale fiducia nel lavoro dalla magistratura – ha proseguito: “Se sono stati commessi degli errori, chi li ha commessi pagherà”.

Soumahoro e la moglie Liliane
In uno dei passaggi del documento, l’ormai ex deputato di Verdi-Sinistra si è soffermato su uno dei passaggi più contestati della sua difesa, ovvero il diritto alla moda della moglie Liliane Murekatete. "Mi spiace sinceramente che non sia stato compreso ciò che realmente intendevo dire quando ho parlato di diritto alla moda e all'eleganza, laddove intendevo riferirmi al diritto di chiunque di vestirsi come meglio crede”, la sua analisi:“Tuttavia trovo davvero singolare che mi si chieda di esprimere un giudizio di valore circa foto della mia compagna risalenti a 4 anni prima che io la conoscessi". Soprannominata provocatoriamente “Lady Gucci”, la Murekatete “è stata al centro di una serie di pesanti commenti e insinuazioni” da parte di stampa e opinionisti solo per il suo modo di vestirsi e per gli accessori utilizzati.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2022 8:36 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » gio dic 01, 2022 8:37 pm

24)
Respingimento ed espulsione degli stranieri migranti clandestini e non, in quanto clandestini e se criminali, pericolosi e indegni, con revoca del diritto di asilo e di aiuto umanitario e della cittadinanza se già ricevuti e acquisiti
.


Yulia Prokhorova, la ex prostituta russa immigrata in Germania che insultava per strada e sui social i profughi ucraini è stata deportata in Russia dalla polizia di frontiera tedesca.


Il caso della prostituta russa clandestina in Germania
Espulsa dalla Germania l’influencer russa che insultava sui social i profughi ucraini e ballava a ritmo dei bombardamenti di Mosca – Il video
21 Novembre 2022

https://www.open.online/2022/11/21/espu ... sca-video/

Lo scorso 14 novembre la polizia tedesca aveva perquisito l’appartamento di Yulia Prokhorova nella Bassa Baviera, scoprendo che la donna si trovava nel Paese in modo illegale

Era apparsa su TikTok ballando sui suoni delle bombe di Mosca che cadevano sul territorio ucraino. L’influencer russa Yulia Prokhorova, diventata nota per aver registrato più video contro i rifugiati ucraini, è stata espulsa dalla Germania. Un’operazione che, come già spiegato da Open, le autorità tedesche stavano tentando di portare a termine dallo scorso aprile. A farlo sapere è il The Insider che tramite il corrispondente dall’aeroporto di Berlino diffonde le immagini della donna con gli agenti di polizia. Già lo scorso 14 novembre la rivista Bild aveva riferito di una perquisizione che la polizia aveva fatto nell’appartamento della donna a a Landshut (Bassa Baviera). Durante la perquisizione, gli agenti avevano sequestrato tre smartphone e un laptop, scoprendo tra le altre cose che Prokhorova si trovava in Germania illegalmente. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, l’influencer ha smesso di comunicare sui social. Ora la notizia dell’espulsione dal Paese.

Prokhorova registrava e pubblicava regolarmente video con le sue provocazioni. Dalla musica russa ad alto volume per le strade tedesche al ballo sulla canzone russa Kalinka fatto il 9 maggio a Monaco durante una manifestazione filo-ucraina. Dalla corsa dietro le ragazze ucraine cantando “La Russia vincerà“, ai consigli rivolti agli europei per sprecare energia, «in modo che l’Europa paghi più soldi alla Russia». E ancora il video in cui usa lettere ufficiali della polizia al posto della carta igienica nella toilette. Secondo quanto ricostruisce The Insider, Yulia Prokhorova è nata nel 1992 nel villaggio di Bezenchuk, nella regione di Samara. Dopo un poco si è trasferisce a Mosca. «Ufficialmente ha lavorato come cassiera nel negozio Pyaterochka ed è stata anche inserita nell’organizzazione di microfinanza Fast Money», continua il giornale.




Non si vive alle spalle del prossimo
La Svizzera espelle una cittadina straniera: "Non cerchi lavoro? Te ne devi andare"
di FRANCO ZANTONELLI
9 agosto 2017

https://www.repubblica.it/economia/2017 ... 172664842/

ZURIGO - O ti dai da fare per trovarti un lavoro, oppure dalla Svizzera te ne devi andare. È questa, in sostanza, la motivazione con cui il Tribunale Amministrativo del Canton Zurigo ha giustificato l'espulsione di una donna straniera, una cittadina tedesca, che ha vissuto per troppo tempo senza un'occupazione, oltretutto a carico dell'assistenza. Da cui ha percepito, tra il 2012 e il febbraio di quest'anno, ben 244 mila franchi di assegni di sostentamento. All'incirca 212 mila euro. La donna, giunta in Svizzera 5 anni fa con 2 figli, per lavorare in una casa di riposo, un anno dopo era già senza impiego e aveva iniziato a farsi mantenere dallo Stato. Nel frattempo era diventata madre per la terza volta, grazie a una relazione con un cittadino svizzero. Avendo un figlio con il passaporto elvetico si sentiva, probabilmente, al sicuro. "Il bambino, tuttavia, ha la doppia cittadinanza, svizzera e tedesca, quindi può anche andare a vivere nella sua altra patria", ha sancito la giustizia zurighese, come ha scritto il quotidiano Corriere del Ticino. "

Se proprio lo si vuole far vivere in Svizzera - ha aggiunto il Tribunale Amministrativo - può rimanere con il padre". In realtà, per i giudici che hanno decretato l'espulsione della donna, è risultato prioritario il fatto che quest'ultima "non si è seriamente preoccupata di trovare un impiego in grado di garantirle il sostentamento". Non certo una missione impossibile in un Paese dove, stando ai dati di luglio, la disoccupazione è al 3%. Fatto sta che la signora tedesca dovrà andarsene entro il 15 ottobre. Il suo non è il primo caso del genere. Dal 2013 al 2016, solo nel Canton Zurigo, se ne sono registrati altri 70. Lo scorso anno, ad esempio, destò clamore la vicenda di un algerino 35enne, sposato con una cittadina svizzera, dalla quale aveva pure avuto un figlio, che venne costretto a lasciare il Paese dopo aver usufruito di mezzo milione di franchi di aiuti sociali, ovvero dell'equivalente di 435 mila euro. Il messaggio che traspare da queste decisioni giudiziarie è chiaro: chi pensa di venire in Svizzera, per approfittare della sua solida rete assistenziale, troverà pane per i propri denti.


A questi marocchini divenuti cittadini belgi dovrebbe essere revocata la cittadinanza belga ed europea per grave indegnità e dovrebbero essere espulsi come terroristi criminali pericolosi antibelgi e antieuropei.

La vittoria del Marocco ai Mondiali in Qatar contro la nazionale belga ha scatenato festeggiamenti che sono degenerati in guerriglia urbana. Decine di persone hanno distrutto arredi urbani, appiccato il fuoco ad auto, scooter e monopattini elettrici. Dopo l’intervento degli agenti in divisa anti-sommossa sono iniziati tafferugli. Appello del sindaco: “Non venite in centro”
https://tg24.sky.it/mondo/2022/11/27/br ... si-marocco


Si scagliò contro i poliziotti con un coltello da macellaio. Un 35enne rimpatriato in Pakistan
26 novembre 2022

https://www.arezzonotizie.it/cronaca/co ... taser.html

Lo scorso primo settembre, dopo essersi macchiato di svariati reati (dal danneggiamento alle percosse), minacciò gli agenti delle volanti di Arezzo con un grosso coltello da macellaio che teneva in mano. I poliziotti cercavano di tranquillizzarlo ma lui, urlando “oggi devo fare quello che mi chiede il mio dio”, si scagliò contro di loro cercando di colpirli. Per fermarlo, fu utilizzato il taser in dotazione alle forze dell'ordine.
Per il 35enne pakistano, A.M.S., vennero immediatamente avviate le procedure di rimpatrio dell’ufficio immigrazione e, lo scorso 15 novembre, dopo una breve permanenza al centro di Torino, è arrivata l'espulsione definitiva dal territorio italiano.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2022 8:37 pm

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Messaggioda Berto » gio dic 01, 2022 8:38 pm

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Messaggioda Berto » mer gen 11, 2023 7:07 am

25)
Demenziale e criminale processo a Salvini

Magistratura, casta mostruosa, criminale ed eversiva, caso Salvini e non solo
viewtopic.php?f=194&t=2926
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674


I "misteri" sul caso Open Arms crescono di udienza in udienza e ora, a fronte del fascicolo fantasma e del nuovo video, Salvini contrattacca
Scoppia il caso Open Arms, dal video al fascicolo fantasma, Salvini: "Nordio approfondisca"
Francesca Galici
3 Dicembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/nazional ... 91691.html

Emergono nuovi misteri nel processo Open Arms in cui Matteo Salvini risulta essere l'unico indagato. Quanto accaduto ieri, con la comunicazione di un fascicolo che non era stato comunicato, ha portato a nuovi risvolti su cui ora sarà necessario andare a fondo. Poi, c'è il giallo del materiale audio, video e forografico che testimonierebbe l'attività di contatto tra Ong e persone terze e che, al momento senza motivo, non è mai stata presa in considerazione dalle 9 procure procure alle quali è stato inoltrato.

L'informativa è stata redatta dalla centrale operativa dell’Alto Comando a Roma, che per conoscenza l'aveva poi mandata a 9 diverse procure, senza che nessuna di queste ritenesse fosse rilevante nel merito del processo. Il materiale è stato raccolto da un sommergibile della marina militare italiana, il Venuti, che in quel momento si trovava nel pressi della zona in cui la nave della ong ha recuperato circa 150 migranti da un barcone, mentre partecipava a un pattugliamento nell'ambito dell'operazione Mare sicuro. Il sommergibile, in quell'occasione, registrò 27 video, 16 immagini e una traccia audio. In questo materiale, emerge un contatto tra la Ong e un soggetto terzo. Inoltre, l'informativa riferisce che il barcone dal quale sono stati presi i migranti aveva una forza propulsiva adeguata per affrontare le difficoltà. In altre parole, non era in pericolo, quindi a bordo non c'erano naufraghi.

Di questo video, l'allora ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, in aula si è detta all'oscuro. Ma ora i dubbi sull'attività svolta dalla Ong a 78 miglia dalle coste libiche per il recupero dei migranti acquisiscono nuovi elementi su cui fondarsi. Ed è un mistero anche il fatto che nessuno nelle 9 procure e al ministero fosse a conoscenza di quel fascicolo redatto dall'Alto Comando a Roma. Come spiega Salvini, in quel materiale ci sono "dialoghi in spagnolo tra la ong e una persona a conoscenza dell'esatta posizione degli immigrati". Perché è stato ignorato?

Questa la domanda che si sono posti i difensori di Matteo Salvini, che ne hanno chiesto l'acquisizione al tribunale di Palermo. "Sarebbe gravissimo se qualcuno avesse nascosto, omesso o dimenticato documenti rilevanti da parte di organi dello Stato. Cioè se ci sono pezzi di Stato che dimenticano o nascondono interventi di altri pezzi di Stato per danneggiare oggi Salvini domani chissà vuol dire che c'è qualcosa che non funziona"

"Le procure siciliane, quella di Roma e la procura militare sapevano che la ong spagnola Open Arms aveva intercettato (in acque libiche) un barcone di immigrati grazie alla soffiata di un soggetto ignoto e in grado di suggerire l'esatta posizione del barcone. Si trattava di uno scafista? Il dubbio è lecito e i dati oggettivi fanno rabbrividire", dice oggi Salvini, che poi annuncia: "Sono certo che il Guardasigilli Carlo Nordio saprà approfondire una vicenda che appare francamente grave e scandalosa".

Comprensibile la rabbia di Matteo Salvini davanti a quanto emerso: "Solo ora - tre anni dopo! - siamo venuti a conoscenza che c'erano foto, video e registrazioni della ong, immortalata da un sottomarino della Marina italiana, che potrebbero riscrivere la storia di un processo dove rischio fino a 15 anni di carcere".


“Al processo Open Arms va in scena il collasso dello Stato, con il tutti contro tutti pur di criminalizzare l’ex ministro dell’Interno Salvini”
Casa della Civiltà
Magdi Cristiano Allam:
3 dicembre 2022

https://www.casadellacivilta.com/2022/1 ... o-salvini/


Cari amici buongiorno. Al Processo contro Matteo Salvini, nella veste di ex Ministro dell’Interno, per il caso della nave della Ong (Organizzazione non governativa) spagnola “Open Arms”, ieri è nuovamente andato in scena lo spettacolo del collasso dello Stato, con il tutti contro tutti, all’interno dell’aula bunker del Carcere dell’Ucciardone costruito a prova di missili per ospitare il maxi-processo contro la Mafia nel 1986.

L’accusa giudiziaria nei confronti di Salvini è di essere stato l’unico responsabile, in seno al primo Governo Conte, di cui facevano parte il Movimento 5 Stelle e la Lega, ad essersi opposto all’attracco e allo sbarco in un porto italiano di complessivi 163 cosiddetti “migranti”, l’eufemismo con cui ci impongono di occultare la realtà dei clandestini.
La vicenda si svolse tra il primo e il 20 agosto 2019, quando per decisione del Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio e della Procura di Agrigento, la “Open Arms” attracca comunque a Lampedusa e sbarcano i restanti 83 clandestini a bordo.

La prima a prendere la parola, nell’aula bunker dell’Ucciardone, è stata il Procuratore aggiunto Marzia Sabella che ha chiarito la decisione di rinviare a giudizio Salvini: «Non vedremmo come in un caso come questo non si possa chiedere il rinvio a giudizio. Non c’era alcuna condivisione all’interno del governo, ma le decisioni furono prese da Salvini».
Il Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha detto sostanzialmente che la redistribuzione dei migranti spettava al Presidente del Consiglio Conte, però l’individuazione del Pos (Place of safety, il cosiddetto porto sicuro, ndr.) era di competenza del Ministro dell’Interno e non dell’intero Consiglio dei Ministri. E dunque non si può ritenere che ci sia stato un “atto politico” da parte dell’esecutivo Conte alla base del mancato permesso di sbarco.

L’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ascoltata come testimone, ha scaricato la responsabilità su Salvini: «Il ministro dell’Interno mi presentò un secondo divieto d’ingresso, non lo firmai perché ritenni che erano trascorsi giorni e le condizioni fossero peggiorate. Non era quello il modo di gestire la questione pur consapevole di dover controllare gli sbarchi. Le nostre battaglie pur giuste non devono ricadere sui più fragili».

Anche l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha addossato l’intera responsabilità su Salvini, ma soprattutto ha denunciato il vuoto esistente a livello di azione del Governo: «All’epoca della Open Arms non esisteva già più un governo, esisteva una persona, Salvini, che andava in giro, era in campagna elettorale e parlava alla pancia delle persone. Non si facevano più Consigli dei ministri e i ministri non operavano collegialmente. Siccome si sapeva che sarebbe stato sfiduciato il Governo, si stava cercando di monetizzare stressando l’argomento immigrazione che era molto sentito».

Cari amici, il fatto eventuale che Salvini, da Ministro dell’Interno, agì in modo solitario, senza consultarsi e senza informare il Presidente del Consiglio, che il Governo di fatto era latitante e non svolgeva la propria attività di organo esecutivo, sono comunque fatti di natura politica, non giudiziaria, anche considerando che gli 83 restanti clandestini a bordo della nave spagnola “Open Arms” sono alla fine scesi sani e salvi sul suolo italiano, anche se sarebbe stato corretto che attraccassero a un porto spagnolo.

Si tratta dell’ennesima indebita interferenza della Magistratura, organo giudiziario che dovrebbe limitarsi a verificare ed eventualmente sanzionare il mancato rispetto delle leggi, in un ambito di esclusiva pertinenza del Governo, dell’organo esecutivo.

Inoltre se consideriamo che, del totale dei clandestini che sbarcano in Italia, solo una piccola percentuale arrivano a bordo delle navi delle Ong, mentre la stragrande maggioranza dei clandestini sbarcano con piccole imbarcazioni in modo del tutto furtivo o a bordo dei mezzi della nostra Guardia Costiera, si rafforza il dubbio che il processo a Salvini sia di natura politica e non giudiziaria.

La Casa della Civiltà chiede un nuovo modello di Stato in cui ci sia il più rigoroso rispetto dell’indipendenza dei tre poteri istituzionali, legislativo, esecutivo e giudiziario, così come chiede la fine della politicizzazione della Magistratura.

Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Open Arms, spunta un video di un sommergibile che "incastra" l'Ong al processo contro Salvini - Secolo d'Italia
2 dicembre 2022

https://www.secoloditalia.it/2022/12/op ... o-salvini/

Al processo Open Arms a carico del ministro Matteo Salvini spunta a sorpresa un video realizzato da un sommergibile il primo agosto del 2019 e relativo alle operazioni di salvataggio della ong. Il video è stato acquisito, su richiesta della difesa del leader della Lega, Giulia Bongiorno, dal Tribunale presieduto da Roberto Murgia. I giudici hanno acquisito al fascicolo del dibattimento il materiale audio, fotografico e video riguardanti le operazioni della nave Open Arms il primo agosto di tre anni fa, il primo delle operazioni di salvataggio di migranti in mare. Nel video, del primo agosto 2019, realizzato da un sommergibile italiano, in cui in acque Sar libiche, si vedrebbe la nave Open Arms che si avvicina un barchino che non sembrerebbe in situazioni di pericolo. L‘Ong però sarebbe intervenuta ugualmente e il tutto senza avvisare le autorità o senza lanciare allarmi.


Open Arms, nel video del sommergibile le “anomalie” dell’Ong

La documentazione emersa dai video e dagli audio fatti dal sommergibile ‘Venuti’ il primo agosto del 2019 sulla ong Open Arms “fa emergere molte anomalie”, ha detto oggi in aula l’avvocata Giulia Bongiorno. “Il sommergibile della Marina militare italiana era in mare per monitorare le attività nel mar Mediterraneo. “Tutto questo materiale in cui viene fotografata la condotta di Open Arms non è mai stato visionato .- dice l’avvocata – non sfuggirà al Tribunale la rilevanza”. “Al ministro Salvini viene contestato di non avere dato il Pos (un porto sicuro ndr) mentre la difesa dice che è stato fatto il legittimo divieto di transito. Finora si è detto che quelle anomali non c’erano, invece questa documentazione fa emergere quelle anomalie”.


Le accuse a Salvini: aver impedito l’ingresso alla nave

Il Presidente Roberto Murgia ha ammesso la produzione della documentazione richiesta, composta da video, foto e file audio, disponendo anche la deposizione come testi anche del capitano di corvetta Stefano Oliva, comandante del “Venuti”, e del capitano Andrea Pellegrino che sulla vicenda produsse una relazione di servizio.

Salvini secondo l’accusa avrebbe impedito illegittimamente l’ingresso della nave in territorio italiano. Nel fascicolo ci sono anche dei file di conversazioni che coinvolgono l’equipaggio della Open Arms. “Erano a disposizione della Procura ma la difesa non ne sapeva nulla -dice Giulia Bongiorno – erano atti messi a disposizioni delle parti dagli inquirenti e facevano parte del fascicolo del pm ma a noi no”.


La testimonianza dell’ex ministro Trenta a Salvini

“La decisione del divieto di ingresso in acque italiane della nave Open Arms nell’agosto del 2019 fu presa dal ministro Salvini. Io ricevetti il decreto da firmare, ma era un decreto firmato dal ministro dell’Interno. Perché la competenza del mio ministero era quello di verificare che non si trattasse di una nave militare e questo era il mio ruolo. Non era un ruolo di decisione”. A dirlo, deponendo al processo Open Arms di Palermo è l’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta. “Dopo l’annullamento del decreto di divieto di ingresso della nave Open Arms in acque territoriali italiane, io mi rifiutai di firmare il secondo decreto, analogo”, ha aggiunto la Trenta.



Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: "Devo agire a tutela del Parlamento. Salvini? Sono convinto che abbia agito rispettando le sue funzioni"
"Il Senato potrebbe essere vittima di un reato dei pm di Open Arms"
Fabrizio De Feo
5 Dicembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/interni/ ... 92114.html

«Sul caso Open Arms esiste la possibilità che tanto io quanto il Senato siamo rimasti vittime di un reato commesso dalla magistratura. Quello che ho letto sui giornali è grave, ma va verificato. Non mi fermerò fino a quando non avrò avuto risposte». Maurizio Gasparri da presidente della Giunta per le Immunità Parlamentari seguì in prima persona il fascicolo per l'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il caso Open Arms.

Senatore Gasparri, può ricostruire la vicenda?

«La Giunta nella scorsa legislatura venne chiamata tre volte a esprimersi sull'operato del ministro Salvini sull'immigrazione. Nostro dovere era innanzitutto stabilire se quelli commessi dal ministro Salvini fossero reati ministeriali e non comuni, come il furto di un'auto per intenderci. Su quello chiaramente non c'era dubbio. La prima volta fummo chiamati a esprimerci sul caso Diciotti, c'era il governo gialloverde e la richiesta viene respinta sia in giunta che in aula. Cade il governo gialloverde. Sul caso Gregoretti l'aula concede il via libera al processo, ma è il Gip di Catania ad archiviare. Infine Open Arms, via libera al processo da parte dell'aula e rinvio a giudizio».

La giunta però aveva chiesto di non autorizzare il processo.

«Sì, sono convinto che il ministro dell'Interno avesse agito nel rispetto delle proprie funzioni. Ma l'aula volle, per scelta politica, mandare Salvini davanti alla magistratura».

Dal processo emergerebbe la presenza di materiale che il Senato non ebbe modo di visionare. Cosa ne pensa?

«La notizia ha del clamoroso, chiederò spiegazioni. Se sono stati nascosti dei file con intercettazioni raccolte da un sommergibile della nostra Marina, con la prova di contatti tra Ong e protagonisti della tratta di persone, si sarebbe condizionato un 'processo parlamentare', privandolo di una prova decisiva. In mancanza della quale è stato facilitato un giudizio negativo contro Salvini. Se questa circostanza fosse confermata sarebbe un attentato ad organi costituzionali e io ne sarei vittima, e dimostrerebbe che le Ong rappresentano un pull-factor nel Mediterraneo».

Come ha intenzione di agire?

«Voglio portare questa notizia dalla dimensione giornalistica a quella istituzionale. Ho il dovere di agire a tutela del Parlamento e della Costituzione. Questa storia non può finire qui, io in quel momento rappresentavo il pm, come posso istruire un caso se non vengono messe a disposizione tutte le notizie? Mi rivolgerò al vertice della magistratura, al ministro della Giustizia, alle Procure, perché si verifichi se siano stati commessi reati da parte di magistrati. Se fosse così questo giustificherebbe sanzioni drastiche».




Lady Soumahoro, guerra interna a Repubblica. L'attacco a Concita De Gregorio
"Lady Soumahoro come Chiara Ferragni". A Repubblica scoppia il caos
Redazione Affaritaliani
13 dicembre 2022

https://www.affaritaliani.it/mediatech/ ... refresh_ce

Scoppia il caos a Repubblica per l'articolo di Concita De Gregorio sul caso lady Soumahoro. La giornalista e conduttrice di "In onda" su La7 aveva scritto ieri in difesa della moglie del deputato di Sinistra Italiana e Verdi finito al centro dello scandalo per le coop di famiglia. "Perchè - scriveva De Gregorio - si attacca lei e non Chiara Ferragni? Entrambe fanno foto seminude e amano gli abiti firmati. Forse è perchè lei è nera?". Il suo pezzo ha provocato la reazione, ma non solo dei giornali considerati di destra, che l'hanno attaccata duramente, ma anche dei suoi stessi colleghi. Tanto che, sul suo stesso giornale, è arrivata la replica, con un articolo scritto da Francesco Boi, che ribalta totalmente lo scenario.

È sbagliato - scrive Repubblica - accostare Chiara Ferragni o Diletta Leotta a Liliane Murekatete. Possiamo discutere se sia legittimo o meno, quanto sia davvero femminista “vendersi” la propria nudità per vendere un prodotto, quanto dobbiamo essere post-moderni per ritenerla una cosa normale. Io penso, pasolinianamente, che sarebbe meglio non essere così proni alla cultura consumista di massa – che spinge a consumare anche il proprio corpo – ma mi rendo conto che il mondo, purtroppo anche il mondo della maggioranza delle donne, va da un’altra parte. Lo accetto, come Concita, senza moralismi. Lo accetto da Ferragni, liberissima di fare quello che vuole. Non lo accetterei invece da Murekatete, che di mestiere non fa l’influencer, ma dovrebbe gestire una cooperativa che aiuta gli ultimi tra gli ultimi, quelli arrivati in Italia senza nemmeno un paio di scarpe.



"Spregiudicatezza criminale". Le carte inchiodano moglie e suocera Soumahoro
Tonj Ortoleva
15 dicembre 2022
https://www.ilgiornale.it/news/cronaca- ... 96033.html
Liliane Murekatete, moglie del deputato Soumahoro, risulta indagata dalla procura di Latina nell'ambito dell'inchiesta sui fondi percepiti dalla cooperativa Karibu per l'accoglienza dei migranti. Oltre a lei sono indagati la madre Marie Therese Mukamitsindo e il fratello, Michel Rukundo. Secondo quanto si legge nell'ordinanza del Gip di Latina Giuseppe Molfese, in concorso col fratello e con la madre, nella loro qualità di consiglieri di amministrazione della Karibu dal 2018 a oggi "al fine di evadere l'imposta sui redditi e sul valore aggiunto indicavano (o omettevano di vigilare affinché altri e in particolare la Mukamitsindo indicassero) elementi passivi fittizi, utilizzando fatture relative a operazioni inesistenti emesse dall'associazione di promozione sociale 'Jambo Africa'", per un imponibile complessivo di 55.701 euro, "con Ires dovuta e evasa pari a complessivi 13.368 euro". I tre, "seppur allo stato formalmente incensurati, hanno mostrato elevata spregiudicatezza criminale nell'attuare un programma delinquenziale a gestione familiare protratto nel tempo e rivestendo le qualifiche societarie documentate in atti".

Quelle società ritenute "schermi fittizi"

L'inchiesta della procura di Latina ha al momento 5 persone sul registro degli indagati. Oltre a Mukamitsindo, Murekatete e Rukundo, ci sono Richard Mutangana, Ghislaine Ada Ndongo e Christine Kabukoma. Secondo quanto riporta l'ordinanza del gip: "L'indagine ed il correlato procedimento penale ricostruiscono un collaudato sistema fraudolento fondato sull'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni soggettivarnente e oggettivamente inesistenti e altri costi inesistenti adoperati dalla Karibu nelle dichiarazioni relative agli anni 2015-2016- 2017- 2018 e 2019 non solo con la specifica finalità evasiva ma per giustificare in sede di rendicontazione la richiesta di finanziamenti alla Direzione Centrale del sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati".

L'ordinanza si è concentrata su una serie di documenti contabili relativi agli anni in cui la cooperativa Karibu ha gestito il servizio di accoglienza dei migranti per i servizi Cas e Sprar. Sempre il gip Molfese scrive nell'ordinanza: "occorre inquadrare i rapporti tra Karibu, beneficiaria delle fatture indicate in dichiarazione, e le emittenti Jambo e Consorzio Aid Italia. Dagli elementi acquisiti emergonoindici univoci per ritenere la Jambo e il Consorzio Aid strutture satelliti riconducibili alla solaKaribu, risultando essere schermi fittizi per l'esecuzione di un illecito meccanismo fraudolento a gestione familiare".

Il gip prosegue scrivendo che la suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, Marie Therese Mukamatsindo, e i figli Michel Rukundo e Liliane Murekatete, "hanno mostrato elevata spregiudicatezza criminale nell'attuare un programma delinquenziale, a gestione familiare, protratto nel tempo e rivestendo le qualifiche societarie documentate in atti".

La procura sequestra oltre 650mila euro

La procura di Latina ha applicato nei confronti del consiglio di amministrazione della cooperativa Karibu la misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare, per un anno, con la pubblica amministrazione e di esercitare per lo stesso periodo imprese e uffici direttivi di persone giuridiche.Inoltre è stato applicato un sequestro preventivo pari a oltre 639 mila euro nei confronti di Marie Therese Mukamitsindo e di oltre 13 mila euro nei confronti di altri due indagati. Sulle misure interdittive applicate, l'ordinanza precisa come "d'altra parte, le misure interdittive temporanee applicate per la durata massima di un anno, svolgeranno funzione preventiva, scongiurando non solo la prosecuzione delle condotte illecite nelle cariche societarie ad oggi ricoperte ma, altresì l'eventuale ulteriore attività mediante altri enti di nuova costituzione. Se infatti, indubbiamente Maria Terese Mukamitsindo ha svolto e svolge un ruolo centrale nella dinamica delittuosa, anche i figli Michel e Liliane hanno offerto consapevole e attiva partecipazione al meccanismo fraudolento prospettato".

Nei centri di accoglienza "scarsa qualità dei servizi erogati"

Non solo gli accertamenti fiscali, nel provvedimento della procura di Latina si fa riferimento anche alla gestione effettiva dei centri di accoglienza e il giudizio non è per nulla positivo. Scrive il gip Giuseppe Molfese nell'ordinanza che emergono "allarmanti accertamenti sulla qualità dei servizi erogati - effettiva finalità dei progetti pubblici - come relazionati all'esito delle verifiche ispettive eseguite presso le varie strutture di accoglienza segnalando tra l'altro il sovrannumero di ospiti, le carenti condizioni igieniche, l'assenza di derattizzazione e deblattizzazione, nonché più genericamente la scarsità delle prestazioni fornite".





Caso Soumahoro, «I soldi sparivano all’estero. E nelle stanze dei migranti c’erano freddo, blatte e topi»
I pm vogliono sapere dove finiva il denaro versato dallo Stato
Virginia Piccolillo
15 dicembre 2022

https://roma.corriere.it/notizie/cronac ... dxlk.shtml

C’erano blatte e topi nelle strutture di accoglienza gestite dai familiari di Aboubakar Soumahoro, carenze igieniche e ospiti in sovrannumero. A leggere le carte dell’inchiesta della procura di Latina su Karibu e le altre società gestite da Marie Therese Mukamitsindo e dai suoi figli — inclusa la moglie di Aboubakar, Liliane Murekatete — balza agli occhi come lo scandalo non sia solo finanziario.

Accanto a quello che il gip, Giuseppe Molfese, ha riconosciuto come «illecito meccanismo fraudolento a gestione familiare» c’è la denuncia a chiare lettere che le malversazioni sono state fatte anche a danno dei migranti. Prima di entrare nel merito di quel giro di fatture per passivi fittizi e bonifici all’estero, che hanno contraddistinto la «gestione contabile non trasparente», nell’ordinanza si evidenzia come le «distrazioni di denaro per finalità estranee alla gestione dei progetti» hanno segnato le condizioni di vita dei profughi, pure i minori. Quel meccanismo avrebbe succhiato risorse destinate all’accoglienza impoverendo i servizi. A partire dai «riscaldamenti ridotti in ore notturne o assenti». O dagli «alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato rispetto al numero degli ospiti, mobili rotti, condizioni igieniche carenti», via via fino, appunto, all’assenza di «derattizzazione e deblattizzazione».

I migranti servivano a giustificare «in sede di rendicontazione la richiesta di finanziamenti» alla Direzione centrale per i richiedenti Asilo. Ma erano spesso «costi non sostenuti». Il focus dell’inchiesta del procuratore Giuseppe de Falco e del sostituto Andrea D’Angeli, condotta dal nucleo della Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza è proprio questo. Quel flusso di denaro transitato dallo Stato alle cooperative riconducibili alla famiglia di Mukamitsindo e finito altrove. Spesso senza pagare gli stipendi agli operatori. Liliane, compagna del paladino dei braccianti, che respinge ogni addebito, viene chiamata in causa personalmente. A lei, come alla madre Marie Therese e al figlio di lei Michel Rukundo, il gip attribuisce «elevata spregiudicatezza criminale». E «consapevole e attiva partecipazione al meccanismo fraudolento».

Vengono annotate sei fatture del 2019 «relative a operazioni inesistenti» nei confronti di Jumbo Africa. A lei che, assieme a Rukundo, come ogni membro del cda, aveva «specifico obbligo di vigilanza», viene contestata una somma di Ires evasa di oltre 13.368,42 euro. Perché Jumbo e Consorzio Aid, per il gip,erano in realtà «strutture satelliti riconducibili a Karibu». Infatti al vertice della Karibu tra il 2005 e il 2014 c’era Mukamitsindo e consiglieri erano Liliane e Michel. A capo del Consorzio Aid dal 2009 a maggio 2017 c’era sempre Mukamitsindo, poi il figlio Michel, quindi da aprile 2018 un cda composto di nuovo da lei e dai suoi figli Michel e Aline.

Ma c’è di più. Nell’informativa della Finanza del 2 febbraio scorso si legge che «la Jumbo non risulta avere dipendenti», non ha presentato il modello 770 per l’anno 2019, «ma risulta aver ricevuto dalla Karibu bonifici utilizzati sistematicamente per disporre bonifici anche verso l’estero a vari soggetti». Tra questi un altro figlio di Mukamitsindo, Richard Mutangana e sua moglie Valeria Giglioli. Gli importi contabilizzati, conclude la Gdf «sembrerebbero addirittura strumento per veicolare il trasferimento di denaro da Karibu a Jumbo e da quest’ultima all’estero». Del resto Jumbo vuol dire «ciao».
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