La ricchezza non è un male ma un bene

La ricchezza non è un male ma un bene

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2020 12:20 pm

La ricchezza non è un male ma un bene
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La ricchezza non è un male ma un bene e i ricchi non sono assolutamente i cattivi e i carnefici, come i poveri e gli ultimi non sono necessariamente e naturalmente i buoni e le vittime.
La ricchezza come la salute o lo star bene, la bellezza, la bontà e la forza non sono un male.

Anche il denaro è un bene e non un male


Non è colpa dei ricchi se esistono anche i poveri, come non è colpa dei sani se esistono pure i malati, e non è responsabilità dei forti se ci sono i deboli, tanto meno è responsabilità dei belli se esistono i brutti, come la sapienza non è causa dell'ignoranza, allo stesso modo che la giustizia non è causa dell'ingiustizia, come non è colpa della vita se esiste la morte, e del bene se esiste il male.
L'ossessione per i poveri e gli ultimi che arriva alla demenza di demonizzare i ricchi e i primi per poi aggredirli, derubarli, schiavizzarli e ucciderli è il massimo della idiozia più disumana e assurda.
E ciò è un danno e un male per l'umanità intera e per ogni società civile e per ogni sistema economico benefico capace di realizzare benessere diffuso, progresso e sviluppo per tanti e alla lunga per tutti.


Il senso di colpa
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Il senso di colpa lo provo solo quando sento di aver fatto del male, quando sento di aver violato le buone leggi universali della vita causando del male che mi si ritorce contro o che potrebbe ritorcermisi contro.
Se non ho coscienza di aver fatto del male non provo alcun senso di colpa.
E non vi è alcuna colpa nell'essere bianchi, occidentali, cristiani, atei, aidoli, laici, sani, forti, belli e ricchi, non vi è alcun male nello stare bene e lo stare bene non si fonda sul male degli altri, come la ricchezza non si fonda sulla povertà altrui e la forza non si fonda sulla debolezza altrui.
Il proprio star bene, la propria forza e la propria ricchezza benefica anche gli altri d'intorno.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La ricchezza non è un male ma un bene

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2020 12:24 pm

La proprietà non è un furto e un male ma un bene prezioso e rubare non è un bene ma un male
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2495


La gratuità? La vita non è un caso e nemmeno un dono gratuito.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2729


I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2574
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0904548886
Europeo, aiuta la tua gente prima di solidarizzare con il resto del mondo; anche al tuo paese ci sono tante persone che ne avrebbero bisogno, non abbandonarle e disprezzarle, se puoi aiutale e tutta la comunità e il mondo intero saranno migliori.


Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2605


Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2624


Il mito tabù degli ultimi e dei poveri
I peggiori sono quelli che si servono degli ultimi o dei presunti ultimi per derubare e opprimere tutti gli altri, tra cui la loro stessa gente.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2706
Tra questi i peggiori sono quelli che utilizzano i falsi miti della fraternità italiana (ascoltasi l'obbrobrioso inno d'Italia e vedasi i primati dello stato italiano), poi vi sono quelli della fraternità e della cittadinanza mondiale (i cosidetti progressisti o democratici di sinistra, cattolici-comunisti-radicali).
Non è mai esistita e non esiste la fraternità italiana, come non esiste quella mondiale e la relativa cittadinanza: esistono invece i ladri e i farabutti, i parassiti, i bugiardi, gli assassini e le caste immonde presuntuose e arroganti che manipolano i diritti umani per trane vantaggi economici e politici a danno degli altri.


L'uomo di buona volontà e l'ipocrita
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2515
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8760165384
Il sano egoismo è un bene e non un male ed è un valore naturale, universale e divino poiché il primo dovere di ogni creatura è di vivere la sua vita come da mandato del Creatore.
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Re: La ricchezza non è un male ma un bene

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2020 12:24 pm

Erissia
https://it.wikipedia.org/wiki/Erissia

Socrate, in compagnia di Erissia, sta passeggiando lungo il portico di Zeus Liberatore, quando si imbatte in Crizia ed Erasistrato, il quale è appena tornato da un viaggio in Sicilia. Erasistrato inizia così a descrivere alcuni particolari su quella regione e i suoi abitanti, e indica a Socrate e agli altri un passate, nel quel egli riconosce un ricco ambasciatore siceliota. Ciò permette al filosofo di spostare il tema della discussione sul rapporto tra virtù e ricchezza (392a-393a).

Partendo dalla considerazione che è più ricco chi possiede di più, Socrate domanda quale sia il bene che vale di più in assoluto, e ottiene come risposta la felicità; e più felici in assoluto, precisa Socrate, sono i più sapienti, poiché agiscono meglio e sbagliano di rado. Ciò però trova il disaccordo di Erissia, il quale osserva che la sapienza è completamente inutile, poiché spesso i sapienti non possiedono ricchezze e quindi mancano di tutto: per lui, infatti, la ricchezza è un bene, non un male (394a-395e). Qui interviene anche Crizia, che ritiene, al contrario di Erissia, che la ricchezza non sia sempre un bene, ma possa essere talvolta anche un male, poiché la smania di arricchirsi può indurre a compiere azioni ingiuste e malvagie.

Confutato da Crizia, Erissia si adira, e a calmare gli animi deve intervenire Socrate, il quale dice di aver ascoltato parole simili a quelle di Crizia dal sofista Prodico, durante una discussione con un adolescente in un ginnasio. Interrogato da un giovinetto, Prodico aveva infatti risposto che la ricchezza, al pari di ogni altra cosa, può essere un bene per le persone buone, ma un male per le malvagie. Tuttavia, il relativismo da lui professato aveva innescato la reazione del giovane, il quale gli obiettava che le cose e le azioni malvagie restano tali, indipendentemente se chi le ha compiute è divenuto da cattivo buono. E inoltre, se ai buoni càpitano cose buone, allora lo stesso Prodico, quando prega di avere fortuna e felicità, in realtà prega di diventare buono – ma se d'altro canto, come egli stesso ha detto, la virtù è insegnabile, e quindi è possibile apprenderla da qualcuno, allora forse Prodico prega che gli si insegni ciò che non sa. Prodico non poté però rispondere alle provocazioni, poiché fu allontanato dal maestro, con l'accusa di tenere discorsi poco adatti a degli adolescenti (397e-399a).

Socrate riprende così la discussione, cercando una definizione per la ricchezza. Erasistrato propone inizialmente di definire la ricchezza come possesso di beni, ma per dire questo bisogna anzitutto definire cosa si intende con «beni» (399a-400a). Essi variano infatti da popolo a popolo, in base al loro utile, e da ciò Socrate conclude che la ricchezza è ciò che è utile a ciascuno. Tuttavia, Erissia non è nuovamente d'accordo: se la ricchezza è utile, si deve allora concludere che tutto ciò che è utile è una ricchezza? Socrate sposta il punto di vista, e analizza le ricchezze, ipotizzando che esse siano utili relativamente ai bisogni corporei: se è così, allora l'argento e l'oro non servirebbero più a niente, una volta venute meno le esigenze del corpo.

Così però non è, come mostra la perplessità di Erasistrato. Non solo l'oro e l'argento sono utili, ma sono utili anche le technai, grazie alle quali è possibile ottenere questi beni: esse dunque, al pari dei metalli preziosi, rendono più ricchi i loro possessori (402a-403a). Come un cavallo è perfettamente inutile a chi non sa cavalcare, così anche il denaro e le ricchezze non servono a nulla a chi non è in grado di utilizzarle in modo coscienzioso; pertanto, afferma Socrate, solo chi è onesto sa amministrare bene il proprio patrimonio, e solo per costui il denaro è una ricchezza. Crizia si mostra dubbioso, ma Socrate incalza: l'utile è tale solo in vista di un fine, e anche il denaro sarà utile non in sé, ma nella misura in cui permette di acquistare ciò che manca. E procedendo ulteriormente nell'indagine, Socrate afferma che utile è ciò che procura all'uomo ogni cosa di cui sente il bisogno, ma poiché l'uomo soffre in misura maggiore quando sente il bisogno di molte cose, il filosofo conclude che i ricchi sono i più miserabili, poiché la ricchezza permette loro di sentire bisogno di molte cose (403b-406a).
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Re: La ricchezza non è un male ma un bene

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2020 12:25 pm

Ma è vero che Gesù odiava i ricchi?
Francesca Fabris

http://www.famigliacristiana.it/articol ... icchi.aspx

«Beati i poveri», «guai a voi ricchi», «i ricchi non entreranno nel regno dei cieli»… Cesù odiava i ricchi?

Ti pare possibile che Gesù odi qualcuno? È vero che ha detto: «Guai a voi ricchi!», ma come sprone per cambiare vita. Gesù conosce le insidie della ricchezza sull’animo umano e in più occasioni ci mette in guardia. «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si aff›ezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza», ricordi questa frase? Qui sta il nocciolo del problema. Attaccarsi al denaro come unica ancora di salvezza è un bel guaio. Coli a picco.
Pensa alla parabola del seminatore. Quando Gesù spiega che il seme è l’ascolto della parola di Dio e i rovi sono le preoccupazioni della vita e le ricchezze, è questo che sta dicendo. Lottare, combattere e impiegare tutte le proprie energie per accumulare sempre più denaro è come avere un cancro “mangia felicità”. Non ne esce nulla di buono. Perché ci si dimentica dell’essenziale. Il senso della vita non si trova nascosto fra le banconote. Soprattutto se le tieni tutte per te, o se per guadagnartele hai sfruttato, danneggiato qualcuno, o usurpato i diritti altrui.

Gesù aveva amici ricchi?

Sì, ne aveva. C’era in particolare un gruppo di donne che lo seguiva e lo sosteneva economicamente. Nel racconto della passione di Gesù, c’è un passaggio che dice che i soldati si giocano ai dadi la sua veste, perché era tessuta «tutta d’un pezzo». Una veste così non era abbordabile per i poveri. Esistevano due tipi di telaio, uno piccolo, il più diffuso, con cui si potevano tessere due teli distinti, che andavano cuciti insieme per ottenere una veste. C’erano invece altri telai, molto più grandi, con i quali era possibile tessere una veste in un pezzo unico. Occorreva avere una casa di dimensioni adeguate a un telaio così. Erano le donne a occuparsi di confezionare gli abiti e quella che ha cucito l’abito a Gesù era sicuramente facoltosa. Era anche una discepola che metteva in pratica gli insegnamenti del Vangelo, perché i suoi beni erano a disposizione di Gesù e degli apostoli.

Gesù era ricco?

Se intendi ricco in senso materiale, no, non lo era. Sappiamo che si è guadagnato da vivere con il lavoro di falegname fino a circa trent’anni. Poi, gli ultimi tre anni della sua vita, ha vissuto da predicatore itinerante, andando di villaggio in villaggio, accompagnato dai dodici apostoli, vivendo di elemosina e del buon cuore della gente. Gesù aveva con i soldi un rapporto libero. Da essi non dipendeva la sua felicità. Era ricchissimo spiritualmente e insegnava a trovare la felicità nelle cose che contano.

Allora non odiava i ricchi?

Pensa che una delle poche volte in cui nel Vangelo si specifica che Gesù posa uno sguardo d’amore su qualcuno, si tratta di un giovane ricco. Ricordi la storia? Un giovane chiese a Gesù cosa si doveva fare per guadagnare la vita eterna. Quando Gesù gli propose di vendere tutti i suoi beni e di darli ai poveri, quel giovane se ne andò via triste. Nel Vangelo non si racconta altro di lui. A me piace pensare che le parole di Gesù hanno scavato nel profondo, fino al giorno in cui ci è riuscito. Ha dato tutto ai poveri. Come quel mercante di perle che, trovata la perla più preziosa al mondo, vende tutto per acquistarla. E tu, hai trovato la tua perla?
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Re: La ricchezza non è un male ma un bene

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2020 12:25 pm

E se la ricchezza non fosse un male?
L'Indro
Sull'autore Friedrich Magnani

https://www.lindro.it/e-se-la-ricchezza ... se-un-male

Il 22 gennaio scorso, contemporaneamente all’apertura del Forum Di Davos, è uscito il rapporto Oxfam, sulla diseguaglianza globale in tema di ricchezza. L’Oxford Commitee for Famine Relief (Oxfam), nasce in Inghilterra nel 1942 e riunisce le Ong che che studiano e si impegnano, per la ridurre la povertà nel mondo.

I dati sono già noti. Il rapporto, su fonti Forbes e Credit Suisse, ci dice che l’1% più ricco del pianeta possiede il 47,2% della ricchezza aggregata netta totale e che 26 super miliardari, possiedono una ricchezza equivalente allo 0,4% della torta, pari a quella della metà più povera del pianeta. L’aumento di ricchezza dei Paesi poveri, sembra, invece, rallentare.

Lo studio, si sofferma anche sull’imposizione fiscale a carico dei percettori di redditi più alti, che è diminuita nell’ultimo decennio. Il rapporto cita fonti autorevoli. L’impressione, però, è che sia solo dal sapore politico e non dica tutta la verità. Vengono evidenziati i contrasti: l’1% del patrimonio di Jeff Bezos (112 miliardi di dollari), corrisponde al budget sanitario dell’Etiopia, ma non viene spiegata dove sia concentrata questa ricchezza a livello globale e come sia stata prodotta.

Soprattutto, lo studio fa credere che questa ricchezza esclusiva, sia cresciuta spropositatamente solo a causa dell’avidità capitalistica e dell’ortodossia neo-liberista, che agevola la riduzione delle aliquote fiscali sui patrimoni e i redditi più alti.

Il fatto che la ricchezza continui a concentrarsi nelle mani di pochi, non è una notizia. Certo, queste percentuali, fanno alzare le palpebre.
Ma se guardiamo indietro nella storia, la situazione non era dissimile, anzi, peggiore. In un contesto simile al nostro, in epoca vittoriana, nel florido impero coloniale inglese, la città di Londra, oggi influente centro finanziario, non conosceva ancora un sistema fognario e la mortalità infantile era alle stelle. La rapida industrializzazione aveva si, creato posti di lavoro, ma aveva anche indotto un calo dei salari per via della massiccia immigrazione irlandese. Le diseguaglianze sociali erano evidenti. L’aristocrazia manteneva i propri privilegi, la borghesia industriale e commerciale si arricchiva e gli operai vivevano al limite della sussistenza. Il resto del mondo non industrializzato, poi, era fuori dalle statistiche, e sicuramente, sotto quella che consideriamo oggi, la soglia di povertà. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole.

A parte questo flashback, sarebbe quindi interessante, fuori dai luoghi comuni, sapere dove sia stata prodotta questa ricchezza e come. Il ‘Billionaires’ Report’ presentato da Ubs e PricewaterhouseCoopers, nel 2018, rivela effettivamente che nel 2017 la ricchezza dei miliardari del mondo è aumentata del 19%, l’incremento più alto mai registrato, facendo toccare la cifra di 8900 miliardi di dollari.

L’incremento maggiore di ricchezza dei miliardari si è avuto, però, in Asia (+32%), contro il 12% degli Usa e il 4% dell’Europa.
La Cina produce due nuovi ‘Paperoni’ ogni settimana. Per il secondo anno, il numero dei miliardari asiatici (814) ha superato quelli nord americani (631). Quelli cinesi, sono passati da 16 (nel 2006) a 475 (nel 2017). Il loro patrimonio complessivo ammonta a 1112 milardi di dollari, pari a un quinto della ricchezza globale. Tanto per citarne uno, Jack Ma, patron di Alibaba, ha un patrimonio di 42 miliardi, contro quello di Steve Jobs, che ammontava a soli 16,7.
Certo, gli Stati uniti continuano ad avere il podio della maggior consistenza di ricchezza (5142 miliardi), ma in Asia li stanno raggiungendo al galoppo.

Questa immensa produzione di benessere ha un minimo comune denominatore: l’Information Technology.
La rivoluzione tecnologica in atto, assieme a quella della robotica, è pari a quella dell’invenzione della stampa. Una ‘quarta rivoluzione industriale’ che sta cambiando le nostre vite, connettendo il mondo e mandando al macero archivi e cavi. Se non ci rendiamo conto di questi numeri e del fatturato che c’è dietro a queste aziende, vedremo questi dati, come dei marziani.
Degli attuali miliardari, il 70% è legato all’industria tecnologica e Shenzhen compete quasi, agli stessi livelli della Silicon Valley.

Un altro punto è la tassazione. Il rapporto dichiara che sia diminuita nei confronti dei super ricchi e delle corporations. Vero, ma solo in parte. Lo si è fatto soprattutto nei confronti delle imprese e in alcuni Paesi. L’alternativa però, sarebbero stati gli attuali 250 ‘Paradisi Fiscali’, che gestiscono globalmente un giro d’affari di 1800 miliardi di dollari e che non attendono altro che l’arrivo di nuovi capitali.

L’ultimo fatto che il rapporto omette di dire e , malgrado questa concentrazione, la ricchezza globale sia aumentata. Che i vaccini abbiano fatto crollare la mortalità infantile e che la così ‘odiata’ globalizzazione abbia dato la possibilità a centinaia di milioni di persone, soprattutto nei Paesi poveri, di vivere una vita migliore. Molto deve essere ancora fatto, ma la scolarizzazione e l’accesso ai servizi sanitari sono in continuo aumento.

È vero che la globalizzazione e il suo inevitabile processo di veloce ammodernamento ha creato, parallelamente, maggiori disagi nel mondo industrializzato, colpendo il ceto medio, i commercianti, gli imprenditori e gli impiegati del manifatturiero. Ma la soluzione non è la caccia alle streghe nei confronti dei super-ricchi.

Nell’epoca in cui viviamo, dove i capitali si spostano da una parte all’altra del pianeta in meno di un minuto, gridare all’iper-tassazione è come impaurire uno stormo di uccelli nelle fronde. Forse, la soluzione potrebbe essere quella di favorire, si, una tassazione equa, ma in modo che i capitali vengano, in parte, reinvestiti nel Paese in cui sono prodotti. Poiché ricchezza, produce altra ricchezza.

La soluzione per redistribuirla, potrebbe, poi, essere quella di renderla etica, più umana, facendo in modo che le banche, le aziende e le grandi rendite, contribuiscano, tramite finanziamenti, all’iniziativa privata, imprenditoriale e sociale. Forse, dovrebbe esistere una società più etica, oltre che uno Stato etico.
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Re: La ricchezza non è un male ma un bene

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2020 12:26 pm

"I ricchi fuori dal parlamento". L'ultima follia dei Cinque Stelle
Sergio Rame - Sab, 11/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 93037.html


Di Maio getta la maschera e presenta tre ddl per cacciare dalla politica ricchi, imprenditori e editori. Salvini lo gela: "La gente ci chiede di abbassare le tasse"

"Via i ricchi dalla politica". È questo lo slogan che sottende i tre disegni di legge che saranno presentati dal Movimento 5 Stelle nei prossimi giorni per "regolare definitamente il conflitto di interessi e fare quello che il Pd e la politica non sono mai riusciti a fare in trent'anni di governi".

Una mossa che mette con le spalle al muro la Lega e che arriva in un momento in cui i due alleati sono ai ferri corti. Tanto che, durante un comizio ad Albenga, Matteo Salvini ha già ricordato a Luigi Di Maio quello che gli italiani chiedono al governo: "Riduceteci le tasse ed eliminate gli studi di settore".

"Martedì chiederemo nell'ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali della Camera la calendarizzazione della legge sul conflitto di interessi". L'annuncio di Di Maio è arrivato questa mattina, ma l'accelerazione è stata decisa nei giorni scorsi. Con il presidente della Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, Giuseppe Brescia, che ha incontrato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. "La Lega sia coerente", osserva il ministro dello Sviluppo strizzando, però, un occgio anche al Partito democratico. "Se è nel contratto, si farà", ha tagliato corto il sottosegretario Claudio Durigon, mentre un altro esponente di primo piano del partito di via Bellerio sfidava il Movimento 5 Stelle a presentare i testi in Consiglio dei ministri. Nessuna preclusione ma l'intenzione è quella di andare a vedere le carte. E così si preannuncia un nuovo scontro con Di Maio & Co.

In serata fonti pentastellate hanno chiarito che le proposte di legge sono tre. La prima è targata Fabiana Dadone, la seconda Anna Macina e la terza (quella che riguarda le lobby) Francesco Silvestri. In base alla riforma, che sarà presentata nelle prossime ore, "coloro che hanno esercitato per due mandati, anche non consecutivi, la carica di membro del Parlamento" non sono più eleggibili. Le cariche di governo statali, regionali e locali, nonché quelle di garanzia, vigilanza e regolazione sono incompatibili con la proprietà, il possesso o la disponibilità anche "per interposta persona attraverso società fiduciarie" di "un patrimonio immobiliare o mobiliare di valore superiore a 10 milioni di euro". Non solo. Le cariche di governo statali, regionali e locali, sono incompatibili con il possesso di partecipazioni superiore al 2% del capitale sociale di un'impresa che svolge la propria attività in regime di autorizzazione o di concessione rilasciata dallo Stato, dalle regioni o dagli enti locali e di "imprese che operino nei settori della radiotelevisione e dell'editoria o della diffusione tramite internet, nonché di altre imprese di interesse nazionale".

Durante un comizio a Pescara, Di Maio ha assicurato di non voler "fare una legge contro qualcuno". Ma la verità è un'altra. "Quando qualcuno pensa al conflitto di interessi pensa a una sola persona - ha sottolineato il capo politico del M5S - invece sono tanti, sono quelli che gli hanno fatto opposizione per anni che avevano i più grandi conflitti di interessi". Poi, mostrando su uno schermo le immagini di Silvio Berlusconi, ha concluso: "Ma tutti avevano un po' paura, ma lui è sicuramente quello che ha più paura di tutti".
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Re: La ricchezza non è un male ma un bene

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2020 12:26 pm

La proprietà non è un furto e un male ma un bene prezioso e rubare non è un bene ma un male

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2495


"Non puoi portare prosperità scoraggiando il risparmio. Non puoi rafforzare i poveri indebolendo i ricchi. Non puoi aiutare il lavoratore buttando giù colui che lo paga. Non puoi promuovere la fraternità fra gli uomini incoraggiando l'odio di classe. Non puoi aiutare i poveri distruggendo i ricchi. Non puoi stare fuori dai guai spendendo più di quello che guadagni. Non puoi costruire forza di volontà e coraggio togliendo all'uomo iniziativa ed indipendenza, Non puoi aiutare permanentemente gli uomini facendo per loro quello che loro dovrebbero fare per loro stessi."
Chi lo disse? Quel fascioxenoleghista di Lincoln!! :D :D :D
Dedicato a tutti i sinistrati, nostrani e non.
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Re: La ricchezza non è un male ma un bene

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2020 12:27 pm

Il mito tabù degli ultimi e dei poveri
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2706
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Re: La ricchezza non è un male ma un bene

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2020 12:27 pm

La demenza irresponsabile di Bergoglio, dei suoi vescovi e dei falsi buoni che fanno del male e che non rispettano i nostri diritti umani, questi idolatri presuntuosi che si credono salvatori dell'umanità e del mondo a nostre spese.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 132&t=2591


I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2574

L'uomo di buona volontà e l'ipocrita
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2515

La gratuità? La vita non è un caso e nemmeno un dono gratuito.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2729
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Re: La ricchezza non è un male ma un bene

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2020 12:27 pm

Inciviltà, castualità, parassitismo, ladrerie, corruzione, ademocraticità italica e italiana.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewforum.php?f=22
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