Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana

Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana

Messaggioda Berto » dom mar 15, 2015 8:26 am

Shamaneixmo xerman

völva
http://it.wikipedia.org/wiki/V%C3%B6lva

La völva (o vala, prurale völur) è una maga esperta nella divinazione e negli oracoli: veniva consultata anche dagli dèi, ai quali predisse le vicissitudini future della famiglia divina (cioè la morte di Balder e la fine dell'universo).
È una veggente e una sacerdotessa presso il popolo dei Germani e nei paesi nordici (esempio völve di Olaf).
Etimologia
In norreno antico völva significa "portatrice della bacchetta" o "portatrice del bastone magico". Deriva dal proto-germanico *walwōn, collegato alla parola "wand", bacchetta (in norreno vole, vǫlr). Vala, viceversa, è una forma letteraria di Völva.
Spákona o spækona è "veggente, colui che vede", dall'antico norreno spá o spæ, radice comune con il termine inglese "spy", col latino specio (io vedo"), tramite il proto-germanico *spah- e il sanscrito spáçati, páçyati ("vede"), quindi col proto-indoeuropeo *(s)peḱ (vedere, osservare).


ŁА REŁIJON DE ŁI XERMANI de Xane Semeran
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /kw-41.jpg

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... ViTWc/edit

...

Donar, Thor, inglese Тhunоr è il terzo dio della triade, identificato con Ercole.

Che senso ha questo accostamento?

I testi scandinavi lo dicono figlio di Odino, il tuono è la voce della sua potenza e nelle lingue nordiche il suo nome richiama il sеnsо del tuono.
Рrоtеggе l’apicoltura, è largitore di piogge fecondatrici, governa i venti e il tempo atmosferico, è generoso di buone messi.
Uppsala gli offrì vistosi sacrifici perché salvasse il paese dalla carestia.
In realtà Thor è sdoppiamento di Odino; egli continua il compito del mesopotamico Adad «divinità dell’uragano distruttore, ma anche della рiоggiа benefica che dà acqua ai campi» (Furlani, ibid., 166).

Nonostante le difficoltà incontrate dagli storici delle religioni, militano buone ragioni per giustificare la "interpretatio romana" del dio Thor, antico sassone Thunaer, antico alto tedesco Donar, come il dio della forza, come Hеrсules: Hercules Magusanus campeggia in molte iscrizioni del Basso Reno e anche Thor, come Hеrсules, è liberatore da orrendi mostri, соn la sua clava-martello, anche se quest’arma sarà poi scorta come un fulmine di divinità celeste e il dies Iovis sarà tradotto nelle lingue germaniche come “il giorno di Thor”: antico alto tedesco donarestag.

In realtà l’interpretatio romana di Donar, Thunaer, è giustificata da una base originaria che significa “che ha o reca la potenza” “il potente, il forte”, detto di divinità : accadico dannu (‘strong, powerful, mighty, great : said of gods’) : dannu (δύναμις, ‘force, strength power’), con un affisso che significa “роrtаtоrе”, greco -φόρος, accadico arû (‘to bring’).
Ben altra divinità è il celtico Taranische, come abbiamo visto, è il sımbоlo stesso del cielo che svolge i suoi cicli, come l’etrusca Turan (accadico târu volgersi ‘to tourn around’) divinità dei ritorni ciclici, del fiorire e maturare.

Il celtico taran, “tuono”, non ha nulla che vedere col latino tono, ma appartiene alla serie onomatopeica cui partecipa accadico tarāru (‘zittern’).
Ма può supporsi che Taranis sia stato assimilato al dio Tarvos, come «Toro del cielo »: semitico taur, accadico šūru (toro, taurus, ‘Stier’) e Аnu (il dio del cielo, ‘Нımmеlsgоtt’) : Таrvоs é rappresentato nеll’аltаrе di Nоtre Dame (di Parigi; nome teoforico taurino è quello del capo elvetico Donnotarvos “forte toro” (accadico dannu : ‘strong’) e corrisponde al toro divino irlandese, Dоnn, ai toponimi tarvodunum (Thurso, Scozia) e Tarodunum (Zarten, Barden).

Il toro dal III millennio a. C. è simbolo della tempesta; il tuono è la voce dell’uragano sono il suo muggito : Аdаd, Marduk, l’urrita Teshup sono «i torelli del cielo» e in area semito-anatolica gli dei taurini folgoranti propiziano le acque fecondatrici.
Come divinità della folgore il dio toro si associò anche l’attributo di dio lucente.

Lа figurazione di Thor nel tempio di Trondheim, dove troneggia sul suo carro tirato dai capri, richiama il capro che tira il carro del sole nel vaso etrusco di Tragliatella.
L’arma di Thor, il così detto martello, è il MjǪllnir: tale nome si da derivare dal gotico malwian, “stritolare”; altri proposero antico islandese miǪllr e intesero lo “spendente”.
In realtà l’arma di Thor rassomiglia a quella che è il simbolo di Marduk, il mulmullu o malmullu (asta, ‘arrow: as a weapon’): la componente nir di MjǪllnir significa che colpisce: accadico nêrum (colpire, ‘to strike with a weapon’, ‘erschlagen’).

Come Marduk, figlio della divinità delle acque, il paleomesopotamico Ea, Thor è figlio di Odino, assimilato a Mercurio divinità originariamente delle acque: aqua Mercurii.

La sposa di Thor è Sif, considerata dea della vegetazione e della fecondità: il nome significa “quella che irriga” e corrisponde ad accadico sīpu (irrigare, inumidire, ‘Durchfeuchtung’, vS, 1104).

Il nome divino Saxnōt appare in una formula battesimale attestata dal codice Vaticano Pal. 577, dopo i nomi di Thor e di Odino; nelle genealogie dei re Sassoni dell’Essex torna Seaxnēat o Saxnēat, figlio di Odino.

...
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana

Messaggioda Berto » dom mar 15, 2015 9:39 am

Shamaneixmo xlavo
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm


Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana

Messaggioda Berto » lun mar 16, 2015 9:58 pm

Shamaneixmo grego


On shaman cretexe - Epimenide da Creta

http://it.wikipedia.org/wiki/Epimenide_di_Creta

Epimenide di Creta (... – ...) è stato uno scrittore e filosofo greco antico (???).
Nasce a Cnosso, secondo Platone, Diogene Laerzio, Teopompo e Pausania, o a Festo, secondo Plutarco e Strabone, tra l'VIII e il VII secolo a.C. Seguendo una tradizione diversa, Platone, nelle Leggi (642d-643a), lo colloca circa un secolo dopo.

Si ricava da Diogene la notizia che Epimenide, da giovane, inviato dal padre a rintracciare una pecora nei campi, si fosse addormentato in una caverna e avesse dormito per cinquantasette anni: una volta risvegliatosi e tornato in quella che avrebbe dovuto essere la sua casa, non trovandovi più alcuno che conoscesse, si era imbattuto nel fratello, ormai anziano, comprendendo quanto era successo. Da quel momento capì di essere caro agli dei e di avere un legame particolare con loro, in particolare con Apollo delfico, di cui si fa interprete. Viene infatti considerato sommamente abile nella divinazione.

Grazie alla sua fama di uomo vicino alla divinità ed esperto di cose sacre, verso il 600 a.C. viene invitato ad Atene per purificare la città: gli Ateniesi, in particolare la famiglia degli Alcmeonidi, verso il 630 a.C. si erano macchiati di un sacrilegio, avendo ucciso Cilone e i suoi seguaci, che avevano tentato di impadronirsi del potere e si erano rifugiati presso gli altari delle divinità. Violando la protezione divina, gli Alcmeonidi li avevano strappati dagli altari ed eliminati: per questo motivo una maledizione era ricaduta sulla città e, secondo Diogene, una pestilenza imperversava nell'Attica. Chiamato da Solone, Epimenide purifica la città ordinando il tipo e il modo dei sacrifici da celebrare, regolamenta le istituzioni religiose e inizia la città ai sacri misteri. Quindi ritorna a Creta senza accettare ricompense. Plutarco e Diogene connettono la permanenza ad Atene con Solone, in un periodo collocabile verso la fine del VII secolo, secondo Platone, invece, Epimenide sarebbe giunto ad Atene dieci anni prima la spedizione persiana del 490 a.C.

La nascita di due differenti cronologie è dovuta, probabilmente, all'erronea correlazione fra Epimenide e l'esilio che gli Alcmeonidi subiscono più volte nel corso della storia ateniese: gli Alcmeonidi colpevoli dell'omicidio di Cilone e dei suoi seguaci vengono esiliati dopo la purificazione di Epimenide, i loro discendenti rimangono colpiti dalla maledizione e si hanno notizie di altri periodi di esilio sotto Pisistrato e al momento della cacciata dei Pisistratidi (508/7 a.C.): chi ha considerato di collocare l'esperienza ateniese di Epimenide verso il 500 a.C. ha verosimilmente fatto confusione tra questi momenti. Secondo Diogene, che riporta diverse tradizioni, Epimenide sarebbe morto a Creta, non molto tempo dopo essere tornato da Atene, a circa centocinquant'anni di età.


Epimenide da Creta
viewtopic.php?f=112&t=916

Shamaneixemo endouropeo
di Gabriele Costa

http://www.continuitas.com/sciamanismo.pdf

Tra i molti pregiudizi che gli studi dell’Ottocento e del Novecento ci hanno lasciato in eredità, uno è ancora oggi pervicacemente diffuso, ed è l’idea che gli Indeuropei - e di conseguenza poi anche il mondo che noi chiamiamo classico – non abbiano mai conosciuto una fase etnolinguistica e culturale preistorica, che la loro tradizione debba dunque essere costitutivamente priva di ogni presunta bruttura o irrazionalità tipica delle civiltà primitive e ‘inferiori’, e pertanto che credenze, riti e perfino singoli episodi, ad esempio di cannibalismo, sacrifici umani, cacciatori di teste, etc., inequivocabilmente attestati in abbondanza nella documentazione residua, vadano attribuiti a ininfluenti e marginali influssi esterni, estranei alla civiltà indeuropea, e poi a quella classica, nel suo complesso (cfr. Costa, 2001, 2002, 2003a, 2004). (Così come quello in Costa, 2003b, anche il presente lavoro fa parte di una più ampia ricerca sulla grecità arcaica, la filosofia preplatonica e i loro rapporti con la tradizione poetica e sapienziale indeuropea, i cui risultati definitivi saranno pubblicati in Costa, 2006f, volume a cui qui, per motivi di spazio, si rinvia per ogni ulteriore approfondimento dossografico e bibliografico, e per il necessario inquadramento epistemologico, storico-filosofico e linguistico-ricostruttivo generale.)


Questo atteggiamento, culturale prima ancora che scientifico, che certo ha radici lontane che risalgono in parte agli autori classici stessi e che attraversa tutta la storia dell’umanesimo occidentale, è direttamente collegabile alla teoria invasionista e calcolitica sulle origini indeuropee, e a una visione del mondo indeuropeo, ad essa connessa, ideologicamente connotata.
La teoria calcolitica sulle origine induropee, che è ancora oggi quella standard, prevedendo infatti per i popoli di lingua indeuropea una storia compressa in pochi millenni, e postulando il loro arrivo, per il tramite di invasioni rapide e cruente, nelle sedi storiche in epoca cronologicamente troppo bassa, lascia del tutto indefinite le loro fasi preistoriche, come se gli Indeuropei, diversamente da tutti gli altri popoli del mondo, non avessero un passato che risalga oltre il V-IV millennio.

Secondo poi questa teoria, quel che accomuna in tutto o in parte le lingue e le culture indeuropee, dall’Irlanda all’India, ma che non rientra nei canoni linguistici e culturali ricostruiti, indicati a priori come superiori a ogni forma definibile come appartenente a una cultura etnologicamente ‘primitiva’ perché appunto gli inizi della cultura indeuropea non risalirebbero oltre l’età dei metalli, sarebbe genericamente da attribuire al cosiddetto sostrato indo-mediterraneo, cioè alle popolazioni nonindeuropee preesistenti nelle sedi storiche all’arrivo degli Indeuropei, o a influssi seriori e secondari provenienti da culture altre, loro sì considerate primitive.

Le due istanze, quella culturale e quella scientifica, si sono insomma intrecciate fino a formare una visione del mondo indeuropeo che ha poca verosimiglianza scientifica, che non assomiglia a nessun altra vicenda etnolinguistica e storica che conosciamo, e che tuttora inficia la ricerca, impedendole di vedere quel che da sempre è sotto gli occhi di tutti, e cioè che gli Indeuropei, in realtà, sono “gente normale” (cfr. Ballester, 1999).

A partire dal 1996 (cfr. Alinei, 1996, 2000, 2003; Costa, 1998, 2000, 2001, 2002, 2004, 2006a, 2006f), è tuttavia disponibile una nuova teoria sulle origini indeuropee, una teoria che finalmente riconcilia la linguistica comparata con i propri assunti evolutivi e storico-linguistici, con i dati provenienti dalle ricerche più recenti della paletnologia, dell’archeologia e della genetica, e risolve una volta per tutte le aporie più vistose della teoria calcolitica (ma anche di quella neolitica di C. Renfrew e L. L. Cavalli Sforza).

Secondo tale teoria, compiutamente elaborata in primis da Mario Alinei e sviluppata poi anche da altri studiosi tra cui lo scrivente, e denominata ‘teoria della continuità paleolitica’ (in inglese: Paleolithic Continuity Theory = PCT), la patria originaria degli Indeuropei sarebbe l’Africa, la stessa cioè di tutte le popolazioni moderne e di tutti i phyla linguistici del mondo; i più antichi insediamenti delle popolazioni indeuropee fuori dall’Africa corrisponderebbero ai territori occupati attualmente dalle lingue indeuropee stesse;
l’Europa sarebbe stata occupata, fin dalle prime datazioni determinate dalle ricerche, dagli Indeuropei insieme alle altre popolazioni non indeuropee presenti poi storicamente in loco, come ad esempio quelle uraliche: il rapporto etno-linguistico preistorico tra gli Indeuropei e gli altri popoli eurasiatici si configurerebbe allora come di adstrato/parastrato e non di superstrato/sostrato, saremmo cioè in quell’ambito che in linguistica teorica si definisce come di ‘lingue in contatto’; il sostrato indo-mediterraneo in quanto tale non esisterebbe e non esisterebbero popoli pre-indeuropei perché l’arrivo degli Indeuropei, e delle altre genti, coinciderebbe col primo popolamento euroasiatico di Homo sapiens sapiens; le lingue indeuropee, ma anche quelle non-indeuropee presenti nel territorio eurasiatico, sarebbero già state divise e formate a partire almeno dal mesolitico; ogni invasione massiva neolitica o calcolitica sarebbe esclusa, e le limitate invasioni e infiltrazioni locali documentate dall’archeologia o ipotizzate dalla genetica costituirebbero fattori di ibridazione e non di sostituzione; l’agricoltura si sarebbe diffusa nell’Eurasia secondo un modello complesso e integrato, a mosaico, di sviluppi locali, di acculturazione e di limitata diffusione demica da parte di gruppi an-indeuropei; le popolazioni di cultura kurganica emerse nel calcolitico, indicate dalla teoria calcolitica, nella versione di M. Gimbutas, come gli Indeuropei stessi, sarebbero invece di origine altaica, e la loro influenza sul mondo indeuropeo sarebbe stata linguisticamente, geneticamente e culturalmente piuttosto limitata; nella loro
lunghissima storia, la continuità dei contatti trans-tribali e l’identità etno-linguistica e socio-culturale delle popolazioni di lingua indeuropea, sarebbero state assicurate dalla tradizione orale e sapienziale riflessa dalla e nella lingua poetica indeuropea (cfr. Costa, 1998, 2000, 2001, 2002, 2004, 2006a, 2006f).

All’interno della PCT, anche questioni etnolinguistiche e storico-religiose quali ad esempio le tassonomie poetiche più arcaiche, i sacrifici di sangue o il culto delle teste tagliate, trovano allora una spiegazione scientificamente economica, storicamente lineare e etnologicamente coerente, poiché quanto appena detto consente di attribuire rettamente ai popoli indeuropei alcuni di quei dati che erano stati in precedenza
assegnati alle inesistenti lingue e culture di sostrato, considerandoli come vestigia di una comune eredità della vastissima e poco variata cultura paleo-mesolitica, e non valutandoli pertanto, questi o altri in generale, come extra-indeuropee a priori, ma attribuendoli o meno anche agli Indeuropei in base alle risultanze della comparazione.

Insomma, tali dati si inquadrano oggi perfettamente nella storia etnolinguistica indeuropea così come la delinea la teoria della continuità paleolitica, prevedendo cioè anche per questi popoli una preistoria paleo-mesolitica e delle fasi culturali e linguistiche preistoriche lontane, e un rapporto di contatto e di interscambio coi popoli coevi e contermini non pregiudizialmente violento e prevaricatore, e certo non ‘superiore’ a ogni influsso cosiddetto barbaro o selvaggio, o perfino estraneo a fasi etnolinguistiche ‘primitive’.

Seppure con alcune illustri eccezioni (Rohde, Dodds, Burkert, etc.), la ricerca ha tra l’altro finora sottovalutato, se non misconosciuto, anche l’importanza delle numerose e significative vestigia dello sciamanismo nelle culture di lingua indeuropea, attribuendole per lo più a influssi vicino-orientali tardi e esotici.
Di tali vestigia, basterà qui ricordarne solo alcune: per il mondo greco, Empedocle, Fr., B111:


...
...TESTO IN GRECO- (che non mi riesce di postare ma che si trova nel testo consultabile in pdf)
...

“e tutte le medicine che si producono come rimedio dei morbi e della vecchiaia, tu potrai conoscere, perché completerò soltanto per te tutti questi precetti.
Saprai calmare la forza dei venti incessanti, che sulla terra avventandosi con le loro folate distruggono i raccolti; e poi di nuovo, a tuo piacimento, riporterai gradite le brezze.
Dalla fosca pioggia farai tempestivo per la gente il secco, ed anche farai dal secco in estate, a ristoro degli alberi, i getti d’acqua che sprizzano in alto.
Saprai riportare su dall’Ade il vigore di un uomo ormai finito”.
Per il mondo celtico (cfr. Corradi Musi, 2004), si può citare quel che racconta Pomponio Mela, 3, 6, 48:

Sena in Britannico mari Ossismicis adversa litoribus, Gallici numinis oraculo insignis est, cuius antistites perpetua virginitate sanctae numero novem esse traduntur: Gallizenas vocant, putantque ingeniis singularibus praeditas maria ac ventos concitare carminibus, seque in quae velint animalia vertere, sanare quae apud alios insanabilia sunt, scire ventura et praedicare, sed nonnisi dedita navigantibus, et in id tantum, ut se consulerent profectis”.
Altresì nota da tempo e oramai assodata, è l’importanza del ruolo che lo sciamanismo gioca, tra l’altro, nella definizione della figura centrale del pantheon germanico, quella del dio Wotan/Odino; ad esempio, Snorri, Ynglingasaga, VII, parlando lui dice:
Il suo corpo giace come se dormisse o fosse morto, mentre egli diviene un uccello o una belva, un uccello o un drago e si porta lontano in un attimo in paesi lontanissimi”.

Per il mondo indiano antico (cfr. Crevatin, 1979), si possono ricordare testi come Rg-Veda, 8, 48, 1-3; 9, 113, 6-7; 10, 97, 1-6, o l’inno di Rg-Veda, 10, 136; mentre per la tradizione iranica antica, è sufficiente citare lo Artāi Vīraz Nāmak, un testo pahlavi con interpolazioni posteriori, ma che verosimilmente nella sua parte essenziale risale al periodo pre-sasanide, forse dunque al III-IV secolo d.C., e che si rifà per certo a una tradizione orale molto antica, ove troviamo la descrizione di un viaggio nell’aldilà di tipo evidentemente sciamanico, ottenuto grazie a un rituale estatico e all’uso di droghe (cfr. Belardi 1979, 1996).

E così si potrebbe continuare per le altre tradizioni indeuropee...
Insomma, il riesame senza pregiudizi delle molte e significative testimonianze di miti e riti sciamanici nelle tradizioni greca, italica, celtica, germanica, iranica, indiana, anatolica, etc., l’adeguato sfruttamento degli studi più recenti (cfr. Costa, 2004, 2005a, 2005b, 2006a, 2006b, 2006c, 2006d, 2006e), e soprattutto l’inquadramento generale del problema all’interno della teoria della continuità paleolitica, al contrario di quel che si è ritenuto finora, consente di far emergere con chiarezza l’evidenza di una fase sciamanica preistorica originale e propria alla storia etnolinguistica delle popolazioni indeuropee, uno sciamanismo indeuropeo le cui ultime propagini sono ancora ben vitali, tra l’altro, nelle grecità arcaica e storica (cfr. Costa, 2006f).
...

...così come Epimenide, lo sciamano cretese, che, chiamato a purificare Atene dalla prima grande epidemia di peste delle sua storia, purificò la città, modificò i riti funebri, e le diede quella costituzione che poi fu fissata per iscritto da Solone(cfr. Plutarco, Solone, 12, Svenbro, 1988).

Epimenide, uno dei padri della costituzione ateniese e della logica occidentale, profeta, terapeuta, maestro di tecniche della respirazione diaframmatica (cfr. Suida, s.v., Gernet, 1945), che gli consentivano di staccarsi dal corpo e viaggiare nel tempo e nello spazio, e dell’incubazione, dormì in una caverna per 57 anni (cfr. Diogene Laerzio, I, 109), e nel sonno e nel digiuno “incontrò gli dei e i loro responsi, e si imbattè in Aletheia e Dike” (Massimo di Tiro, 38,3) che gli donarono il novmo".

http://it.wikipedia.org/wiki/Noumeno
Nella filosofia di Platone, il noumeno (dal greco νοούμενoν, noúmenon, participio presente medio-passivo di νοέω, "io penso, pondero, considero"; plurale: νοούμενα, noumena) rappresenta una specie intelligibile o idea e indica tutto ciò che non può essere percepito nel mondo tangibile, ma a cui si può arrivare solo tramite il ragionamento. Il noumeno, come concetto, fonda l'idea di metafisica in Platone.

Quando morì ultracentenario a Sparta, racconta lo storico locale Sosibio (in Diogene Laerzio, I, 115) che il suo corpo non fu né bruciato né inumato ma conservato, perché si scoprì che la sua pelle “era tatuata di lettere” (Suida, s.v.).
Per i Greci, un uomo tatuato o è uno schiavo o è un barbaro; ma il corpo tatuato di Epimenide, greco e uomo libero, rappresenta invece il soma di uno sciamano che la scrittura tatuata trasforma in sema, in segno e in stele: la tomba di Epimenide è il suo stesso corpo, ma il corpo tatuato è un’iscrizione, pronta per essere letta (cfr. Svenbro, 1988). Licurgo, fedele alla tradizione orale e ai suoi taboo (cfr. Costa, 1998, 2000), proibì l’uso della scrittura nella legislazione, mentre Numa volle che alla sua morte i suoi scritti fossero interrati con lui; Epimenide invece accetta la scrittura segreta e iniziatica (cfr.Costa, 1998, 2000), ma rifiuta la separazione tra corpo umano e corpo scritto: la Verità di cui è maestro resta con lui, inscritta su di lui.
L’iscrizione sul suo corpo, sulla sua pelle, letta ad alta voce, consente a Epimenide, aldilà della morte del soma, di tornare come sema tra i vivi, perché la sua parola ritorna attraverso la voce che il lettore gli cede ad ogni lettura, ad ogni esegesi della traccia, ridando così significato al segno inscritto: “il soffio che lo sciamano cretese sapeva così ben controllare [...] è ora insufflato in lui quando il lettore pone il suo apparato vocale al servizio dello scritto” (Svenbro, 1988), e trasforma le lettere morte in voce vivente nel luogo stesso dove è custodito il suo corpo, incarnandosi così non la  [psiche (? da correggere la mia trascrizione)] in corpi diversi (quel che noi chiamiamo metensomatosi, ma che Greci in realtà chiamavano palingenesia), ma  [psicheat (? da correggere la trascrizione)] diverse nello stesso corpo (e questa è la metempsicosi).


Mumia axiatega tatouà (Mongolia)

http://www.stormfront.org/forum/t716951

http://images.google.it/images?svnum=10 ... 88&bih=432

Mumia (Mongolia)

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ltaega.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -mumia.jpg

http://artmagik.webs.com/pazyryktattoochieftan.htm

http://images.google.it/images?svnum=10 ... 88&bih=432
http://www.videolife.tk/pazyryk


http://www.spiegel.de/international/0,1 ... 00,00.html


http://picasaweb.google.com/JuliannaLee ... OfMongolia
http://picasaweb.google.com/JuliannaLee ... laanbaatar


http://www.spiegel.de/international/0,1 ... 00,00.html
Ancient Mummy Found in Mongolia
The spectacular find of the frozen remains of a Scythian warrior in Mongolia by an international team of archeologists could shed new light on ancient life. Some of those findings will be the subject of a major exhibition in Berlin next year.

Scientists in Berlin this week gave their first major press conference about the spectacular discovery of a frozen mummy in Mongolia's Altai mountains. The frozen corpse, embedded in permafrost, is considered one of the greatest archeological finds since climbers came across the mummified remains of Ötzi, the ice man, in an alpine glacier. The corpse of the Scythian warrior could help provide clues about how people lived 2,500 years ago and about what illnesses they suffered.

"The mummy is unbelievably valuable to science," Hermann Parzinger, president of the German Archeological Institute (DAI), said on Thursday in Berlin. He described the mummy recently discovered in Mongolia as a "one of a kind find" that could increase our knowledge about the nutrition and health of early man.

The mummy, which is believed to be about 2,500 years old was a 30-to-40 year-old man with blond hair, and was found in very good condition, Patzinger said. It's too delicate for exhibition, but new techniques developed following other recent discoveries of frozen mummies will enable scientists to study the remains in detail. The newly discovered Altai mummy has been compared to the discovery of Ötzi in southern Tyrol in 1991 and a tattooed Siberian ice princess in 1993.

The mummy was found in a difficult to access part of the Altai mountain region at an altitude of 2,600 meters (8,500 feet) in an area bordering Mongolia, China and Russia. Scientists from Germany, Mongolia and Russia came across the intact burial mount of the Scythian warrior in permafrost ground at the end of July. The Scythians were a nomadic people who lived around 700 years BC in a region that spanned from southern Russia and the Ukraine to the Dnieper River.

The warrior, whose cause of death has not been determined, was buried in full dress. "He wore a fur coat made of marmot fur with sheep's wool lining and adorned with sable," Parzinger said. Beneath the fur coat, traces could be found of woven wool pants. The man's feet were covered by knee-high felt boots. "There could be more surprises when we remove the clothing from the partly mummified body," he added. Parzinger said researchers believe the decorations indicated he was a man of nobility.

The scientist also said there would likely by a major exhibition in Berlin next year about the Scythian warrior discovery that would, he hopes, include some of the artifacts found at the site. The man was buried together with two horses whose bridles are still in good condition. Parts of the animal carcasses were also still intact -- including flesh, skin and hide.

The finds are currently being studied in the Mongolian capital city of Ulan Bator. "But we're still not certain what will be restored," DAI President Patzinger said.


Tradusion de na makina:
Antica mummia ritrovata in Mongolia

La spettacolare trovare dei resti congelati di un guerriero Scita in Mongolia da un team internazionale di archeologi potrebbe gettare nuova luce sulla vita antica. Alcuni di questi risultati saranno oggetto di una grande mostra a Berlino il prossimo anno.

Gli scienziati a Berlino questa settimana hanno dato la loro prima conferenza stampa più importanti sulla scoperta spettacolare di una mummia congelata nelle montagne della Mongolia Altai. Il cadavere congelato, incorporato nel permafrost, è considerato uno dei più grandi reperti archeologici da scalatori sono imbattuto i resti mummificati di Ötzi, l'uomo di ghiaccio, in un ghiacciaio alpino. Il cadavere del guerriero Scita potrebbe contribuire a fornire indicazioni su come si viveva 2500 anni fa e su ciò che hanno sofferto malattie.

"La mummia è incredibilmente importante per la scienza, la" Hermann Parzinger, presidente del tedesco Archeological Institute (DAI), ha dichiarato il Giovedi a Berlino. Ha descritto la mummia recentemente scoperto in Mongolia come un "unico nel suo genere a trovare" che potrebbe aumentare le nostre conoscenze sulla nutrizione e sulla salute dell'uomo primitivo.

La mummia, che si ritiene essere di circa 2500 anni fa era un 30-a-uomo 40 anni con capelli biondi, ed è stato trovata in ottime condizioni, Patzinger detto. E' troppo delicato per la mostra, ma le nuove tecniche sviluppate a seguito di altri recenti scoperte delle mummie congelate consentirà agli scienziati di studiare i resti in dettaglio. La mummia di recente scoperta Altai è stata paragonata alla scoperta di Ötzi, nel sud Tirolo nel 1991 e una principessa di ghiaccio siberiano tatuato nel 1993.

La mummia è stata trovata in un posto di difficile accesso parte della regione di Altai montagna ad una altitudine di 2.600 metri (8.500 piedi) in una zona al confine con la Mongolia, Cina e Russia. Scienziati provenienti da Germania, Mongolia e Russia sono imbattuto la sepoltura intatta monte del guerriero Scita (???) in terra permafrost alla fine di luglio. Gli Sciti erano un popolo nomade che ha vissuto circa 700 anni aC in una regione che si estendeva dal sud della Russia e dell'Ucraina verso il fiume Dnieper.

Il guerriero, la cui causa di morte non è stata stabilita, è stato sepolto in alta uniforme. "Indossava un cappotto di pelliccia di pelliccia di marmotta con fodera in lana di pecora e ornata di zibellino," Parzinger detto. Sotto la pelliccia, le tracce potrebbero essere trovati di pantaloni di lana intrecciata. i piedi dell'uomo erano coperti da stivali di feltro al ginocchio. "Ci potrebbe essere più sorprese quando togliamo i vestiti dal corpo mummificato in parte", ha aggiunto. Parzinger detto ricercatori ritengono che le decorazioni indicato era un uomo di nobiltà.

Lo scienziato ha anche detto che ci sarebbe probabilmente da una grande mostra a Berlino il prossimo anno sulla scoperta guerriero Scita che, spera, comprendono alcuni dei reperti trovati al sito. L'uomo è stato sepolto insieme a due cavalli, i cui freni sono ancora in buone condizioni. Parti delle carcasse degli animali sono stati ancora intatta - tra cui carne, pelle e cuoio.

I reperti sono attualmente allo studio nella capitale mongola di Ulan Bator. "Ma siamo ancora certi che non verranno ripristinati," DAI presidente Patzinger detto.

ngolianHistoryUlaanbaatarTraditionalArt ... OfMongolia
http://picasaweb.google.com/JuliannaLee ... laanbaatar

http://pierluigimontalbano.blogspot.com ... ca_05.html

"Dea dei papaveri". Statuetta d'argilla proveniente da Gazi, Creta. 1500 a.C. (Museo Archeologico di Hiraklion)



Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/413.png

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/414.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/415.png

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/416.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/417.png

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/418.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/419.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/420.png
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana

Messaggioda Berto » lun mar 16, 2015 9:58 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana

Messaggioda Berto » mar mar 24, 2015 11:05 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana

Messaggioda Berto » mar mar 24, 2015 11:05 pm

Cairn

http://it.wikipedia.org/wiki/Cairn
In molte lingue, i cairn sono indicati da parole collegate al loro aspetto antropomorfo. In lingua italiana, ad esempio, sono chiamati "ometti" i cairn usati come segnavia, specialmente sulle Alpi. La tedesco e olandese usano rispettivamente i termini Steinmann e Steenman ("uomo di pietra"). La lingua inuit prevede la parola inunguak ("imitazione di una persona") per quelle forme di inuksuk volte a rappresentare una figura umana.
...
I cairn a camera sono monumenti funebri, costruiti prevalentemente durante il Neolitico, costituiti da un cairn dotati di una camera interna, generalmente di pietra. Alcuni cairn a camera sono anche tombe a corridoio.
In genere, la camera è più ampia di una cassa funebre, e contiene un maggior numero di sepolture, consistenti in ossa scarnificate o inumazioni (cremazioni). Molti di questi cairn erano posti presso insediamenti abitati, di cui costituivano i "cimiteri".


I cairn de Mel e de Soviso

Çimitero de Mel (BL)

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... omlech.jpg

Çimitero megałetego de Soviso, ani del rame (VI)

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 160028.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 160025.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 160018.jpg

Carnac
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Carnac.jpg

Armenia Caucaxo
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... aucaxo.jpg

Kurgan Altai
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Altai.jpg

Tonba de giganti (Sardigna)
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... iganti.jpg

Sepoulture megałeteghe e vikinghe Xvesia
https://plus.google.com/photos/10582899 ... 68/albums/


Cfr. co:

Stupa
http://it.wikipedia.org/wiki/Stupa

Immagine
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... d_Fuji.jpg

Dall'India lo stupa si diffonde in tutta l'Asia sud-orientale, in forme e modi diversi, ed in età contemporanea anche nell’Occidente. Nel Sud-Est asiatico viene chiamato chedi (dal sinomino in lingua pāli); in Sri Lanka dagoba (dal sanscrito dhatu- elemento, o componente, o reliquia + garbha - repositorio); o tope (dal indiu top, derivato dal sanscrito stūpa, una grande quantità).
Lo stupa è forse il più antico monumento religioso; in origine era una tumulo di sabbia o terra, spesso marcato da sassi di colore blu chiamato cairn per coprire le reliquie del Buddha. Dopo la morte del Buddha, il corpo fu cremato e le ceneri furono sepolte sotto otto stupa, con altri due stupa intorno all’urna e le altre ceneri. Altri stupa, come quelli a Sarnath e Sanchi (India settentrionale), sembrano abbellimenti di tumuli più antichi. Nel III secolo a.C., dopo la conversione al buddhismo, l’imperatore indiano Aśoka ordinò che gli stupa originali venissero aperti e che le ceneri del grande Buddha fossero distribuite tra i mille stupa.

Stupa e cairn
http://it.wikipedia.org/wiki/Stupa e http://it.wikipedia.org/wiki/Cairn

Immagine
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... erland.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana

Messaggioda Berto » mar mar 24, 2015 11:05 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana

Messaggioda Berto » mer mar 25, 2015 7:29 am

El canto de le prie :
http://www.youtube.com/watch?v=lkq33RNZpL4

Un santuario germanico: Externsteine
http://www.tanogabo.it/Externsteine.htm

Fate, Moire, Parke, Norne, Matronae, Angoane
Pora Reitia Sainatei Vebelei
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dtd1U/edit
Immagine

Tirar a sorte, trar la sorte
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... =drive_web
Immagine

Atimarse, enatimarse e atem, anema, atman
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... hrbW8/edit
Immagine
viewtopic.php?f=44&t=336

El nadal e łe feste sagre de ła łuna piena de łi pastori
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 55cVk/edit
Immagine
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana

Messaggioda Berto » ven mag 08, 2015 3:19 pm

El shamaneixmo el jera ła forma rełijoxa ke l'omo sapiens el gheva xà en Afrega vanti de ła so gran migrasion ente tute łe tere del mondo.
La coxmogonia, ła coxmołoja e l'edeołoja shamanega afregana a te łe cati ente tuti łi shamanixmi de ła tera e łe xe a ła baxe de tute łe edeoloje rełijoxe e łi shamani łi xe al scuminsio de tute łe caste saçerdore (o saçerdotałi) de tute łe rełijon del mondo, conprexe coełe ebraega, creistiana e exlamega.


Migrasion de l'Omo Sapiens
http://it.wikipedia.org/wiki/Migrazioni_dell%27uomo
http://it.wikipedia.org/wiki/Pompa_sahariana
http://it.wikipedia.org/wiki/Abbassia_pluviale

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ations.jpg



Shamaneixmo meregan confriontà co coełi eskimexi, siberiani, aostrałiani, afregani

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... moloja.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/359.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/360.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/361.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 04/362.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Altre credenze e credenze universali

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron