Il tempio o la casa della libertà e della non credenza

Re: El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa

Messaggioda Berto » dom ago 02, 2015 8:20 am

Io come credente non credente nelle varie ideologie religiose sono avversato e odiato da molti credenti:
mi avversano e odiano i cristiani e mi avversano e odiano anche i mussulmani, forse gli ebrei no, mi odiano anche gli atei politicamente ideologizzati.
Ma non posso farci niente, non posso far finta che le loro credenze siano tali da essere condivisibili ... io non credo ai loro idoli e ho il dovere di dirglielo come loro sentono il dovere di convertirmi ... ma nei loro occhi e nelle loro parole si sente montare l'odio e la furia omicida contro chi nega i loro dogmi più "sacri" e pilastri ideologici del loro potere. Quando la religione si mescola col potere politico-militare diventa una bomba omicida. Gli uomini che non sono capaci di trattare con i loro simili, da semplici uomini, senza la intermediazione delle ideologie politiche e religiose, sono estremamente pericolosi come tutti gli invasati, gli ossessi, i maniaci, i fanatici, gli indemoniati. Negli altri esseri umani io cerco l'umanità, non cerco Dio o Cristo o Maometto, cerco l'uomo e la sua universalità che contiene anche la divinità, una divinità senza nome e senza voce che unisce tutti gli uomini e tutte le creature che non appartiene a nessuno e di cui nessuno è portavoce e intermediario monopolista. Dio non ha padroni e non è un padrone anche se molti uomini lo chiamano Padre Eterno e talaltri ci aggiungono anche Madre. Chi mette Dio davanti all'uomo non è un buon uomo perché Dio non è manipolabile e non può essere messo davanti a nessuno e a niente. Dio non è nemmeno un dogma, fare di Dio un dogma è trasformarlo in un idolo, è una bestemmia vera. Ciò che si puo manipolare, spostare e mettere davanti o da qualche parte è soltanto un idolo e un feticcio, non certo Dio. Dio non è un rè, non è un faraone, non è un Cesare, non è un imperatore, non è un Gran Khan.

I grandi errori/peccati teologici delle tre religioni monoteiste sono:
per l'ebraismo l' aver divinizzato il popolo ebraico come popolo eletto e unico popolo di Dio;
per il cristianismo l'aver divinizzato l'uomo Cristo;
per l'islamismo l'aver divinizzato la parola di Maometto come parola di Dio;
sono tre presunzioni, tre bestemmie.

Nessun popolo è popolo preferito da Dio, nessun uomo può essere Dio e nessun uomo ha il privilegio monopolistico di ascoltare la voce di Dio poiché Dio, caso mai, parla al cuore di tutte le sue creature e non a qualcuno in particolare.

Restando nell'umano:
la prescrizione cristiana e evangelica di amare il prossimo come se stessi è pienamente in linea con la Carta o la Dichiarazione dei Diritti Umani Universali ma le prescrizioni violente mussulmane e coraniche no e allora sorge qualche problema sia umano per tutti che teologico per gli islamici.

Ognuno deve fare i conti con i suoi errori di presunzione.

Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... -livri.jpg

Mi no ghe credo (Io non credo - I do not think so)
ke Cristo el sipia Dio e ke Maometo el sipia on profeta de Dio.
Mi a so on credente entel Dio de tuti łi omani de ła tera ke par mi lè e el resta al de ła de ogni mistero e de ogni sagrałetà.
Me par dal tuto ensensà ke n'omo el posa esar Dio e ke Dio el ghe parle de prefarensa a coalke omo en particołar e ke nol ghe parle co ła so łengoa ogneversal al cor de tute łe so creadure.
Mi no a go cogno de Cristo e tanto manco de Maometo.
Pretendo ke i credenti o fedełi ente ste "rełixon", pagane cofà tute łe rełixon de ła tera, łi gapie creansa par tuti coełi ke no łi ga ła so mema credensa.
Mi a vojo poder dir ciàro e forte, al mondo entiero, ke no ghe credo par gnente a ste fedi e no vojo par sto fato esar descremenà, persegoità e magari copà parké no credente, enfedel o kafir.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa

Messaggioda Berto » lun ago 03, 2015 9:06 am

Morto Adel Smith, lottò contro crocifisso - L'avvocato, usò strumenti legali per sostenere principi libertà

Immagine

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... f0058.html

(ANSA) -L'AQUILA,22 AGO-È morto a 54 anni per una grave malattia Adel Smith, noto per la battaglia contro la presenza di simboli sacri in edifici pubblici, culminata nel 2003 con il lancio di un crocifisso dalla finestra dell'ospedale dell'Aquila. Nato ad Alessandria d'Egitto da padre italiano e madre egiziana, viveva a Ofena(L'Aquila). "È stato un coraggioso, ha utilizzato gli strumenti dell'ordinamento giuridico italiano per portare avanti le sue battaglie su principi di libertà"ricorda il suo avvocato Dario Visconti.

E cusì a faso anca mì! Contro tuti łi idołi cofà xe anca el Coran.
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Re: El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa

Messaggioda Berto » sab ago 08, 2015 10:21 am

Giordania, padre cristiano uccide la figlia convertitasi all'Islam
Musulmani chiedono il corpo ai funerali (co ke dirito ?).

http://www.lettera43.it/cronaca/giordan ... 128622.htm

05 Maggio 2014

Selvaggio episodio di violenza domestica in Giordania dove un cristiano ha ucciso con un colpo di mattone in testa la figlia di 22 anni che, secondo notizie circolate sui social network, si era convertita di recente all'Islam.
La vicenda, su cui la polizia sta mantenendo uno stretto riserbo nel timore di scontri interconfessionali, ha provocato le prime violenze lunedì 5 maggio, quando un gruppo di giovani musulmani ha attaccato la chiesa dove si dovevano svolgere i funerali per chiedere di la consegna del corpo per seppellirlo in un cimitero musulmano. Gli assalitori sono stati respinti dalla polizia che, secondo una fonte del dipartimento della sicurezza pubblica ad Amman, li ha fatti desistere dalle loro belliscose intenzioni.

L'ASSALTO AL VILLAGGIO DI WAHDANA. L'assalto alla chiesa è avvenuto nel villaggio di Wahdana, vicino alla città di Aljun, dove la giovane, Batul, di 22 anni, viveva.
«La situazione è ora tranquilla, dopo che le forze di sicurezza sono intervenute e hanno riportato la calma», ha raccontato una fonte del dipartimento della sicurezza pubblica ad Amman. La polizia ha confermato solo che la giovane è stata uccisa dal padre che l'ha colpita alla testa con un mattone. Ma non ha voluto rivelare nulla sul movente.
A rivelare la vicenda della conversione all'Islam sono stati vari messaggi sui social network.
La Giordania è un Paese prevalentemente musulmano, ma un 5% di cristiani sono concentrati soprattutto nelle città di Ajlun, Salt, Madaba e Kerak.

MOVENTE CIRCOLATO SUI SOCIAL NETWORK. Il padre ha ucciso la ragazza mercoledì 30 aprile. Subito dopo si è consegnato alla polizia, confessando il delitto e spiegandolo con quella che ha definito «una disputa familiare». La polizia ha confermato solo l'arresto dell'uomo, senza rivelare nulla sul movente, probabilmente nel tentativo di prevenire reazioni violente da parte della comunità musulmana. Ma su vari social network è circolata la notizia che Batul si era convertita da poco all'Islam, dopo avere assistito ad una conferenza di un popolare predicatore saudita, Mohammad al Arifi, all'università di Amman.

I CRISTIANI SONO IL 2% DELLA POPOLAZIONE. La Giordania è un Paese prevalentemente musulmano. Solo poco più del 2 per cento della popolazione è cristiana, in prevalenza ortodossa. I cristiani sono concentrati soprattutto nelle città di Ajlun, Salt, Madaba e Kerak, godono di buone opportunità dal punto di vista economico e sociale, sono rappresentati in parlamento e diversi di loro lavorano nei ministeri. Nonostante godano della libertà di professare la loro religione, tuttavia, non possono fare opera di proselitismo tra i musulmani.

IL PAPA AD AMMAN IL 24 MAGGIO. Papa Francesco ha in programma di fare tappa ad Amman il 24 maggio all'inizio del suo viaggio in Terra Santa, celebrando una messa nello stadio internazionale della capitale giordana e incontrando re Abdallah e la regina Rania.

Ke tristesa dover copar la fiola par na ensoulsa credensa relijoxa! Sto poro omo creistian en mexo a on mucio de musulmani, el se ga sentesto tradio en fondo a l'anema da sta pora fiola ke la ghe xe ndà drio a la màsa.

Mohammad al Arifi
https://www.youtube.com/watch?v=Og-QYHUEchY
https://www.youtube.com/watch?v=VsiYo3ycLYI

???
So ła dona
Cheikh al Arifi sulla donna
https://www.youtube.com/watch?v=TVhNOzMxmbM



“Stuprate le donne siriane” 02/01/2013

Muhammed al-Arifi ha lanciato una fatwa in favore dei combattenti di Allah impegnati nella lotta contro Assad
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... le-siriane

Stuprate le donne siriane! L’appello a dir poco eccessivo è stato lanciato da un importante religioso saudita attraverso una fatwa, ovvero un ordine religioso, per ritemprare lo spirito e l’orgoglio dei combattenti per la “libertà” in Siria.
COME UN MATRIMONIO - Salon ci spiega che tale invito è stato reso pubblico appunto per via della mancanza di piacere sessuale sperimentato dai combattenti i quali, impegnati a fronteggiare l’esercito regolare, non hanno di che distrarsi. Ed allora? Allora violentiamo le donne locali. Il religioso, Muhammed al-Arifi, membro di un’organizzazione jihadista, è stato chiaro nel suo editto. Ma visto che lo stupro potrebbe essere sconveniente agli occhi di Allah ha parlato di “rapporti di matrimonio” che durano solo poche ore “così che ogni combattente rispetti il suo turno”.
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Re: El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa

Messaggioda Berto » ven ago 21, 2015 12:06 pm

Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi
viewtopic.php?f=24&t=1788


Postato anche qua:
https://www.facebook.com/minoghecredo
https://www.facebook.com/minoghecredo/p ... 2349278361


http://www.antrocom.it/index.php?name=M ... =9172#9172

Mi permetto di sottoporvi questa bozza di CUDSR su cui gradirei un vostro parere:

Carta universale dei diritti spirituali e religiosi

1
Tutti gli uomini hanno diritto alla spiritualità e a Dio.
2
Ogni religione deve avere come fondamento e principio il rispetto dei Diritti Umani Universali sia nella sua dottrina che nelle sue pratiche religiose e cultuali. La vita umana è il supremo valore per ogni religione.
3
Nessuna religione può sostenere che il suo Dio è quello vero, buono e giusto e che quello degli altri è falso e cattivo.
4
Nessuna religione può dare del miscredente, dell'infedele, del kafir agli altro credenti, ai non credenti e ai non più credenti; nessuna religione può discriminare e perseguitare gli altro credenti, i non più credenti e i non credenti.
5
Ogni uomo ha il diritto a non credere nelle religioni e a esprimere la sua non credenza e le sue critiche alle religioni.
6
Nessuna religione ha il monopolio di Dio, della spiritualità e della religiosità.
7
Nessun uomo può essere Dio o il suo portavoce o il suo vicario in terra.
8
Nessuna fede o credo o dottrina religosa può essere assunta a giustificazione della violazione dei Diritti Umani Universali.

Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi
viewtopic.php?f=24&t=1788
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Re: El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa

Messaggioda Berto » lun ago 24, 2015 7:10 am

Ke ensemense!

Medioevo: la strana iconografia del Cristo della Domenica. Chi lavora va all’inferno!
Scritto il novembre 23, 2014 Di Laura Corchia

Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... esero1.jpg


http://restaurars.altervista.org/medioe ... allinferno

«Il settimo giorno, Iddio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta. E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò» (Genesi 2:2–3)
Abbiamo esordito con questi versi della Genesi per raccontarvi di una strana iconografia, sviluppasi in Italia e in Europa dalla metà del Trecento all’inizio del Cinquecento.
Numerose raffigurazioni mostrano un Cristo ammonisce i fedeli e ricorda loro che la domenica dovrebbe essere dedicata alla meditazione sulle cose dello Spirito. In questo giorno, dovrebbero rinnovare le loro alleanze con il Signore e nutrire la loro anima con cose spirituali.
L’iconografia è molto simile a quella della Passione, in cui Cristo è accompagnato dagli strumenti della tortura. In questo caso, la figura è attorniata da strumenti di lavoro: gli scalpelli, alle sgorbie, alle tenaglie, si associano pialle, seghe, zappe, fusi per la filatura, ruote da mulino, barche, torchi da vino, dadi da gioco, scene di caccia. Tali oggetti a volte colpiscono il Cristo direttamente, altre volte sono collegati da frecce alle piaghe. In altri casi, al posto di Cristo compare una donna, identificata come la personificazione della Domenica.
Il significato è chiaro: chi lavora nei giorni dedicati al Signore commette peccato e, quale peccatore, il suo posto è dritto all’inferno.
Questa iconografia, diffusissima nel periodo noto come “Autunno del Medioevo”, tenderà a scomparire nel Rinascimento, quando l’uomo riscoprirà la sua centralità nell’universo e si registrerà una maggiore rilassatezza nei costumi.
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Re: El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa

Messaggioda Sixara » lun ago 24, 2015 9:29 am

Parké ensemense? El ghe vòe on jorno pa ponsarse, pa i òmeni e anca pa le bestie. Sa lo ga fato el Cratore a lo farà anca le so creature, mi digo. Anca la tèra l àvaria da ponsarse, e l aria e l acoa, ke i le ga sfrutà màsa anca lore cofà òmeni e bestie.
Ponsarse no lè far gnente, lè ciaparse par dopo fare mejo.
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Re: El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa

Messaggioda Berto » mar ago 25, 2015 7:46 pm

Sixara ha scritto:Parké ensemense? El ghe vòe on jorno pa ponsarse, pa i òmeni e anca pa le bestie. Sa lo ga fato el Cratore a lo farà anca le so creature, mi digo. Anca la tèra l àvaria da ponsarse, e l aria e l acoa, ke i le ga sfrutà màsa anca lore cofà òmeni e bestie.
Ponsarse no lè far gnente, lè ciaparse par dopo fare mejo.


El creator nol se ga fermà a raposar, sta storia lè na envensiom dei òmani. I òmani li ga cogno de fermarse par raposar on o do dì ma no Dio e gnanca le bestie.
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Re: El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa

Messaggioda Berto » mar ago 25, 2015 8:36 pm

Mahmoud Mohamed Taha
https://it.wikipedia.org/wiki/Mahmoud_Mohamed_Taha
Mahmoud Mohamed Taha (in arabo: محمود محمد طه‎, Maḥmūd Muḥammad Ṭāhā) (Rufa'a, 1909 o 1911 – Khartum, 18 gennaio 1985) è stato un teologo, politico e architetto sudanese riformista e fondatore di un movimento politico filo-democratico.
Fu impiccato come apostata dal regime militare di Ja'far al-Nimeyrī per aver affermato la necessità della separazione tra religione e Stato e che le sure medinesi, le più politiche del Corano, corrispondono ai quadri mentali e psicologici di una società operante nel VII secolo e, per questo, modificabili in funzione delle dinamiche storiche.

Apostati de l'Ixlam, eroi de l'omanidà
viewtopic.php?f=188&t=1922
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Re: El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa

Messaggioda Berto » lun nov 30, 2015 8:00 pm

Dio è morto in Germania - Per far posto ai migranti si aboliscono le feste cristiane e nella chiesa di Lutero non prega più nessuno

di Giulio Meotti | 09 Novembre 2015 ore 10:45
COMMENTA 23 | |

“Dal 1990 al 2010 abbiamo chiuso 340 chiese, 46 delle quali sono state demolite”, dice il responsabile finanziario della chiesa evangelica tedesca. “Saremo costretti a vendere altri mille edifici”

Padre Joachim Deterding, il pastore della chiesa evangelica Königshardt-Schmachtendorf a Oberhausen, ha appena offerto alle autorità tedesche la sua chiesa per ospitare un certo numero di migranti. Ha deciso che, per evitare di apparire “offensivo” nei confronti dei musulmani, spoglierà la chiesa anche di ogni simbolo cristiano. Saranno dismessi il fonte battesimale e le croci. A rivelare la storia è la Westdeutsche Allgemeine Zeitung. E’ la prima volta che una chiesa consacrata viene usata per accogliere gli immigrati. Il luogo di culto guglielmino, creato nel 1906, riceverà lavatrici e cibo ogni giorno, anziché fedeli cristiani.

Si cambia regione e la scena si ripete. Le scuole e le parrocchie di Düsseldorf hanno appena deciso che la tradizionale festa cristiana d’autunno, quella di San Martino che si celebra l’11 novembre, quest’anno sarà denominata “festa delle luci” per non traumatizzare i migranti. La preside della scuola salesiana di Oberkassel, Nanette Weidelt, ha detto al Rheinische Post che il nuovo nome è stato adottato “per facilitare l’integrazione”. Anche la Croce Rossa derl quartiere di Gerresheim ha comunicato il cambio del nome: “Abbiamo volutamente scelto il nuovo nome perché l’integrazione e l’unità consentono di raggiungere il maggior numero possibile di bambini”. Storie simbolo di un paese che cammina spedito verso la realizzazione del detto di Friedrich Nietzsche: “Gott ist tot”. Dio è morto. E che da anni vive alle prese con una sorta di malessere demografico epocale.
Un malessere che è stato enucleato da Rudolf Bauer nel suo nuovo libro, “Was ist los mit den Christen?” (cosa non va con i cristiani?). E che spinge tanti a parlare di “nuovo Kulturkampf”. Il paese che ha dato i natali a Papa Benedetto XVI, dove il presidente Joachim Gauck era un pastore protestante e anche la cancelliere Angela Merkel è figlia di un pastore che dirigeva un seminario a Templin; un paese la cui musica sacra è la migliore del mondo, dove le chiese sono ricchissime e costituiscono il secondo più grande datore di lavoro in Germania, questo paese si è imposto come la testa d’ariete della secolarizzazione occidentale. Come “export nation” non soltanto in termini economici, ma di marginalizzazione della religione nello spazio pubblico.

In “La festa è finita”, lo scrittore Peter Hahne si domanda se “la Germania può ancora definirsi un paese cristiano o se non sarebbe più esatto dire che la Germania è un paese prevalentemente ateo dove convivono varie minoranze religiose”. La cancelliera Merkel, a differenza dei suoi predecessori, non ha croci appese alle pareti dell’ufficio. Al massimo se ne trova una fra la Costituzione tedesca e le opere di Bertolt Brecht. Eppure, è la stessa Merkel ad aver detto: “Non è che abbiamo troppo islam, è che abbiamo poca cristianità”.

Un recente studio condotto alla University of Chicago dal sociologo Tom W. Smith rivela che i cittadini dell’ex Repubblica democratica tedesca hanno di gran lunga “il più alto tasso di ateismo al mondo”. E Detlef Pollack, professore di Sociologia della religione all’Università di Münster, ritiene che la Germania orientale, con il suo ateismo dilagante, stia contagiando anche il resto del paese e che l’est sia diventato un cosiddetto “trendsetter”, e predice che “almeno il 70 per cento delle persone in Germania” finirà per secolarizzarsi completamente. C’è chi parla di una nuova “Jugendweihe”, come veniva chiamata nella Ddr: lo stato comunista faceva il possibile per contrastare la religione, e per indurre le famiglie a sostituire la Cresima con una cerimonia di devozione allo stato, tramite appunto la Jugendweihe, nella quale il ragazzo si impegnava a servire fedelmente il regime. Nella lingua della Ddr c’era sempre qualcosa di parareligioso. Come “Grabweihe”, consacrazione della tomba, che sostituiva “Beerdigung”, funerale. Una sorta di misticismo agnostico in voga nuovamente in Germania in quello che viene definito “der neue Atheismus”, il Nuovo Ateismo.

Andreas Püttmann, ricercatore presso la Fondazione Konrad Adenauer, in un libro ha definito la Germania “Gesellschaft ohne Gott”, la società senza Dio. Il saggio ha avuto un incredibile successo di pubblico ed è arrivato alla quarta edizione. “Sulla Germania di oggi hanno avuto un’influenza profonda due dittature, quella nazista e quella comunista: entrambe miravano alla distruzione della religione”, spiega Püttmann al Foglio. “Hanno lasciato entrambe un segno profondo. Poi c’è un diffuso pensiero scientista che vede la religione come qualcosa di arcaico. Così oggi soltanto l’11 per cento di cattolici è praticante e appena il tre per cento di protestanti. Metà dei tedeschi ha smesso di andare a messa dal 1991 a oggi. Così la Germania avrà una minoranza cristiana di appena il dieci-quindici per cento della popolazione nel giro di qualche anno. E questo avrà un effetto profondo sulla società. Qualcosa è andato perso per sempre. E anche un comunista come Gregor Gysi ha detto di aver ‘paura di una società senza Dio’. E’ una rivoluzione silenziosa”.

La rubrica heute.de della rete televisiva tedesca Zdf pubblica dati sull’imponente crescita degli abbandoni nelle chiese cristiane: “Centinaia di migliaia di cristiani tedeschi ogni anno rinunciano formalmente alla loro fede”. Duecentomila tedeschi hanno presentato dichiarazioni ufficiali per rinunciare alla loro appartenenza alla chiesa protestante, il numero più alto in quasi vent’anni. Un numero simile si pensa che abbia lasciato la chiesa cattolica.

In Baviera, la regione più ricca d’Europa, il tasso di abbandono è aumentato del 62 per cento. Una indagine dell’Istituto Sinus di Heidelberg, resa nota dal settimanale Die Zeit, rivela che un milione di fedeli ha intenzione di abbandonare la confessione cattolica o quella protestante e che, se si considerano anche coloro che ci stanno pensando, il totale degli “apostati” sale a cinque milioni e mezzo di persone. Come scrive la Welt, i cristiani in Germania diventeranno una minoranza nei prossimi vent’anni e ogni anno, aggiunge la Faz, “la chiesa cattolica perde il dieci per cento dei suoi fedeli”. Meno del cinquanta per cento della popolazione apparterrà a chiese cattoliche e protestanti mentre le congregazioni lentamente muoiono. Entro il 2033, le chiese avranno meno di 40 milioni di membri e il cristianesimo sarà una minoranza. E se nel 1950 un cattolico su due partecipava ai servizi domenicali, secondo un sondaggio dell’Istituto demoscopico Allensbach, uno dei principali del paese, oggi solo l’8 per cento dei cattolici dell’ovest e il 17 per cento di quelli dell’est dichiara di recarsi tutte le domeniche in chiesa. L’età media è di sessant’anni per i cattolici e i protestanti. “La tendenza sul lungo periodo della religiosità in Germania mostra – a dispetto di tutti i tentativi di ridimensionarla – una tale caduta che si deve parlare di un’implosione di dimensioni epocali”, ha scritto Püttmann nel suo libro.

Uno studio della Dresdner Bank prevede che nei prossimi anni la metà delle chiese della Germania dovrà chiudere o subire una trasformazione per altri usi. “Tra il 1990 e il 2010 abbiamo chiuso 340 chiese, 46 delle quali sono state demolite”, ha comunicato Thomas Begrich, responsabile finanziario della chiesa evangelica tedesca. “Saremo costretti a vendere altri mille edifici”. Lotta per la sopravvivenza anche la torre più pendente del mondo, che non sorge a Pisa come si pensa, ma nella città tedesca di Bad Frankenhausen, famosa per le sue spa. La chiesa, vecchia settecento anni e simbolo delle molte guerre che hanno devastato la geografia tedesca, non ha più fedeli.

Si perdono ormai le storie di luoghi di culto sconsacrati: la chiesa di St. Raphael a Berlino-Gatow, chiusa e ristrutturata per accogliere un grande negozio; la chiesa parrocchiale di Neuruppin (nordest), che adesso funge da centro congressi per manager; la chiesa di San Martino a Bielefeld (ovest), dove ora si tengono party e feste di nozze, la chiesa di Milow (est), trasformata in filiale di una cassa di risparmio. Con cento membri, soltanto dodici dei quali si presentano regolarmente per il servizio domenicale, la chiesa di Woltersdorf è stata rinnovata da un comitato di volontari composto da atei e agnostici che credono che la chiesa sia “parte della identità architettonica del villaggio”. Non più come luogo di culto, ma estetico. Molte chiese tedesche sono anche state convertite in moschee. La più famosa, questa estate, a Horn. Si tratta della chiesa Kapernaumkirche, acquistata dall’associazione islamica sunnita al Nour (la luce) con lo scopo di trasformarla in un luogo di culto per i fedeli di Allah. Al Nour riunisce circa l’80 dei musulmani di Amburgo.

Il pastore Johannes Block può considerarsi il successore di Martin Lutero. E’ il vicario della Stadtkirche St. Marien zu Wittenberg, proprio la chiesa di Lutero, “la Basilica di San Pietro del protestantesimo”. Qui, Lutero ha sfidato Papa Leone X, qui ha pronunciato i suoi sermoni incendiari contro il commercio vaticano delle indulgenze, qui ha affisso le 95 tesi e portato all’ascesa il movimento protestante. Ma oggi, ogni domenica, Block predica a non più di cento fedeli cristiani, un numero mai così basso in una città di 135 mila abitanti e il cui nome ufficiale è “Lutherstadt” (Città di Lutero). Secondo il professor Pollack, appena il quattro per cento dei cittadini protestanti tedeschi frequenta oggi regolarmente la chiesa, rispetto al 10 al 15 per cento del 1950. Nello stato della Sassonia-Anhalt, dove si trova Wittenberg, solo il 13,8 per cento della popolazione appartiene alla chiesa protestante.

“La gente pensava che la chiesa sarebbe cresciuta dopo la fine del comunismo, ma non è stato così”, ha detto Block. Circa 4.600 residenti di Turingia e Sassonia-Anhalt cancellano la loro appartenenza alla chiesa ogni anno, mentre circa 13 mila in media muoiono. Le mille persone che si uniscono alla chiesa ogni anno non possono compensare la perdita nella regione di Goethe e Bach. “Nella Repubblica democratica tedesca era difficile per i pastori essere accettati nella società, ma la gente era a conoscenza di noi”, ha detto Diethard Kamm, assistente del vescovo responsabile della zona. “L’appartenenza alla chiesa significava dire, ‘questo è ciò in cui credo e me ne assumo le conseguenze’. Oggi invece la gente pensa ‘io sono padrone della mia vita, perché dovrei avere bisogno della chiesa?’”.

Come ha detto Niek Tramper, segretario generale dell’Alleanza Evangelica, “questo era un paese che inviava missioni. Ora è diventato un paese da convertire nuovamente”. Parole pronunciate dal duomo di Erfurt, l’imponente chiesa di San Severo il cui selciato è stato calpestato da Lutero, una delle più belle costruzioni medioevali che si possono ancora vedere in Germania. Il simbolo di quell’“Europa delle cattedrali” di cui parlava Robert Schuman ma di cui è rimasta soltanto una memoria appassita.
Un centro studi bavarese qualche giorno fa ha detto che, entro il 2020, i musulmani in Germania potrebbero raggiungere la cifra di venti milioni se continuasse l’attuale flusso di migranti e che già oggi l’islam è la religione tedesca in maggior crescita. Ma questo, il folle Nietzsche, non lo aveva previsto.
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Re: El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa

Messaggioda Sixara » lun nov 30, 2015 8:25 pm

Pensa-ti :shock:
me sa ca ne toca tornar soto le àe de Santaromanaecclesia :
Extra Ecclesiam nulla salus
https://it.wikipedia.org/wiki/Extra_Ecclesiam_nulla_salus
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