Suman (el monte sagro de i Veneti) – monte coxmego

Suman (el monte sagro de i Veneti) – monte coxmego

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2013 5:49 am

Suman (Monte Suman) - el monte sagro dei veneti – monte coxmego
viewtopic.php?f=45&t=125
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... pOUG8/edit

Immagine


https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Summano

Sulle pendici meridionali del monte, nel covolo di Bocca Lorenza, sono stati rinvenuti numerosi reperti databili dal tardo Neolitico all'età moderna.

Una campagna di ricerca, condotta tra il 2008 e il 2010 e diretta dalla Soprintendenza Archeologica per il Veneto (con il contributo della Regione e degli Enti locali e la collaborazione del Gruppo Archeologico dell'Alto Vicentino), ha evidenziato la presenza - presso la sommità della montagna - di un'area di culto databile, sulla base dei reperti e delle strutture rinvenute, tra il V secolo a. C. e il periodo tardoimperiale (III-IV secolo d.C.).

Sono stati rinvenuti muri e pavimenti di edifici relativi al periodo preromano: numerosi resti di carboni, ceneri, ossa di animali combusti e frammenti di manufatti in metallo suggeriscono la presenza di roghi votivi, tipici dei santuari protostorici del mondo alpino e veneto.

Quanto all'epoca romana non sono invece stati trovati resti di strutture, ma molti frammenti di tegole del tempo che inducono ad ipotizzare la presenza di edifici o tettoie in muratura distrutte in epoca successiva. Riguarda quest'epoca il rinvenimento di un centinaio di monete, di frammenti di oggetti in bronzo e argento, di accessori di abbigliamento militare e di due statuine che rappresentano un unicum nel panorama archeologico vicentino; esse raffigurano un Ercole/Marte - che si ricollega ad aspetti rituali tipici del mondo militare - e una divinità femminile in trono, arricchita da diversi attributi quali elementi vegetali e serpenti, che richiama culti legati al mondo agricolo della fertilità e al mondo degli inferi.

???
Ai piedi del monte si estendeva una centuriazione di epoca romana e un importante insediamento militare denominato "Campo Romano" nel "Fundus Saltienus" (da cui il toponimo Salzena), nell'area dell'attuale zona industriale Schio-Santorso. ???






Shamaneixmo e coxmoloja
https://picasaweb.google.com/1001409263 ... ECoxmoloja

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... moloja.jpg


Fra le numerose varianti del volo sciamanico c'interessa soprattutto il volo al Centro del Mondo; proprio là si trovano l'Albero, la Montagna, il Pilastro Cosmico che collegano la terra al cielo; sempre là si trova il «buco» fatto dalla stella polare. Salendo sulla Montagna, scalando l'Albero, volando o penetrando attraverso il «foro» alla sommità della volta celeste, lo sciamano realizza la sua ascensione al cielo.
Già sappiamo che, "in illo tempore", nel tempo mitico del paradiso, una montagna, un albero, un pilastro o una liana univano la terra al cielo e che l'uomo primordiale poteva facilmente salire al cielo scalandoli. "In illo tempore", la comunicazione con il cielo era facile e l'incontro con gli dèi avveniva IN CONCRETO. Il ricordo di quel tempo paradisiaco è ancora molto vivo presso i primitivi. I Coriachi ricordano l'era mitica dell'eroe Grande Corvo, quando gli uomini potevano senza fatica salire al cielo; oggi, aggiungono, soltanto gli sciamani ne sono ancora capaci. I Bacairì del Brasile pensano che per lo sciamano il cielo non sia più alto di una
casa e che proprio per questo lo raggiunga in un batter d'occhio. (9) Questo equivale a dire che durante l'estasi lo sciamano ricupera la condizione paradisiaca e ristabilisce la COMUNICABILITA' che esisteva "in illo tempore" fra il cielo e la terra; per lui la Montagna o l'Albero Cosmico ridiventano i mezzi concreti di accesso al cielo, come lo erano prima della CADUTA. Per lo sciamano il cielo si avvicina di nuovo alla terra e non è più alto di una casa, com'era prima della rottura primordiale. Infine lo sciamano ritrova l'amicizia con gli animali.
In altri termini, l'estasi riattualizza provvisoriamente e per un ristretto numero di soggetti - i MISTICI - lo stato iniziale di tutta l'umanità. Sotto questo aspetto l'esperienza mistica dei primitivi equivale a un RITORNO ALLE ORIGINI, a una regressione nel tempo mitico del PARADISO PERDUTO. Per lo sciamano in estasi questo mondo, il mondo decaduto - che, per utilizzare la terminologia moderna, è soggetto alla legge del tempo e della storia - è abolito.
...

Summano o Sommano (in latino Summānus, in etrusco Summamus) era nella mitologia etrusca e poi in quella romana il dio dei tuoni e dei fenomeni athttps://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Summano

Sulle pendici meridionali del monte, nel covolo di Bocca Lorenza, sono stati rinvenuti numerosi reperti databili dal tardo Neolitico all'età moderna.

Una campagna di ricerca, condotta tra il 2008 e il 2010 e diretta dalla Soprintendenza Archeologica per il Veneto (con il contributo della Regione e degli Enti locali e la collaborazione del Gruppo Archeologico dell'Alto Vicentino), ha evidenziato la presenza - presso la sommità della montagna - di un'area di culto databile, sulla base dei reperti e delle strutture rinvenute, tra il V secolo a. C. e il periodo tardoimperiale (III-IV secolo d.C.).

Sono stati rinvenuti muri e pavimenti di edifici relativi al periodo preromano: numerosi resti di carboni, ceneri, ossa di animali combusti e frammenti di manufatti in metallo suggeriscono la presenza di roghi votivi, tipici dei santuari protostorici del mondo alpino e veneto.

Quanto all'epoca romana non sono invece stati trovati resti di strutture, ma molti frammenti di tegole del tempo che inducono ad ipotizzare la presenza di edifici o tettoie in muratura distrutte in epoca successiva. Riguarda quest'epoca il rinvenimento di un centinaio di monete, di frammenti di oggetti in bronzo e argento, di accessori di abbigliamento militare e di due statuine che rappresentano un unicum nel panorama archeologico vicentino; esse raffigurano un Ercole/Marte - che si ricollega ad aspetti rituali tipici del mondo militare - e una divinità femminile in trono, arricchita da diversi attributi quali elementi vegetali e serpenti, che richiama culti legati al mondo agricolo della fertilità e al mondo degli inferi.

???
Ai piedi del monte si estendeva una centuriazione di epoca romana e un importante insediamento militare denominato "Campo Romano" nel "Fundus Saltienus" (da cui il toponimo Salzena), nell'area dell'attuale zona industriale Schio-Santorso. ???
mosferici notturni, contrapposto a Giove, dio dei tuoni diurni, e alcune volte associato a quest'ultimo come Giove Summano.
Etimologia
L'etimologia è alquanto dubbia. Il nome potrebbe derivare dal latino "sub-manus" ossia "che precede la mattina" o, meno probabile, da "Summus Manium" cioè "il più grande dei Mani".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Suman (el Monte sagro de i Veneti)

Messaggioda Berto » gio gen 23, 2014 10:42 am

El Monte Suman lè el Monte Olinpo de le xenti venete.

Li dei del Suman no li jera da manco de coeli de l'Olinpo grego, el Dio del çelo lè senpre/(o oliale ? en venetego ?) coelo.

viewtopic.php?f=112&t=413


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -simon.jpg
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Re: Suman (el Monte sagro de i Veneti)

Messaggioda Berto » dom giu 08, 2014 8:01 pm

Endexe

1) Somexe, foto, imaxeni

2) Monte Summano sede dell’ultimo paganesimo?

3) Shamanexemo e coxmoloja de Mircea Eliade

4) El Monte o Montagna Coxmega de Mircea Eliade

5) El Monte o Montagna Coxmega: Monte Meru

6) El Monte o Montagna Coxmega: Monte Tabor e Monte Sinai

7) El Monte o Montagna Coxmega: Monte Uluru

8) El Monte o Montagna Coxmega: Monte NGOG LITUBA

9) El Monte o Montagna Coxmega: Monte Altare a Ceneda en Veneto

10) Ziqqurat (Xigurat en lengoa veneta)

11) Baxelega (Basilica)

12) Monte Suman etimoloja

13) Relixon de li veci taleghi de Jane Semeran

14) So le statuete del Suman: arkeoloja e sinboli

15) Himalaya
Himmel, himil, himul, himmin, ... = çelo, sielo, cielo

16) Olinpo/Olimpo

17)...
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Re: Suman (el Monte sagro de i Veneti)

Messaggioda Berto » lun giu 09, 2014 4:49 pm

Monte Meru on monte metego en Axia

http://en.wikipedia.org/wiki/Mount_Meru
http://fr.wikipedia.org/wiki/Meru

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... t_Meru.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Meru_(mitologia)
Il monte Meru (sanscrito .... , pāli Neru), noto anche come Sumeru (pāli Sineru) col significato di "magnifico Meru", è una montagna sacra della mitologia induista e buddhista; alta 80.000 yojana (circa 470.000/940.000 km) si trova al centro dell'universo, nel continente mitologico Jambudvipa.
Molti templi induisti, come il tempio di Angkor Wat in Cambogia, sono stati edificati come rappresentazioni simboliche del monte.

http://en.wikipedia.org/wiki/Mount_Meru
Mount Meru (Sanskrit: मेरु), also called Sumeru (Sanskrit) or Sineru (Pāli) or ཪི་རྒྱལ་པོ་རི་རབ་ (in Tibetan) to which is added the approbatory prefix su-, resulting in the meaning "excellent Meru" or "wonderful Meru" and Mahameru i.e. "Great Meru" (Chinese: 須彌山 Xumi Shan, Japanese: 須弥山 Shumi-sen, Pāli Neru, Burmese: မြင်းမိုရ် Myinmo), is a sacred mountain with five peaks[1] in Hindu, Jain as well as Buddhist cosmology and is considered to be the center of all the physical, metaphysical and spiritual universes.

Immagine
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... iverse.jpg


Meru montagna himalayana del Garwhal, nello stato indiano dell'Uttarakhand

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http://2.bp.blogspot.com/_nrPC9uCmszM/T ... u+Peak.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Meru_(Garhwal)
Il Meru è una montagna della regione himalayana del Garwhal, nello stato indiano dell'Uttarakhand. Fa parte del parco nazionale del Nanda Devi.
Situato tra il Thalay Sagar a ovest e lo Shivling ad est, fa parte del gruppo di Gangotri, composto da cime che insistono attorno al ghiacciaio di Gangotri e al fiume Bhagirathi.
È costituito da tre picchi allineati nella direzione sud-nord: meridionale (6.660 m), centrale (6.310 m) e settentrionale (6.450 m). Il picco centrale malgrado sia il più basso è quello salito per ultimo. Presenta le maggiori difficoltà alpinistiche, con un caratteristico pilastro a forma di pinna di squalo (Shark's Fin).

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... dition.jpg




Monte Kailash (o Meru)
http://it.wikipedia.org/wiki/Kailash

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... _north.JPG

Il monte Kailash (कैलाश पर्वत in devanagari, ossia Kailāśā Parvata) è una montagna appartenente ai monti Gangdisê, a loro volta inclusi nell'Himalaya.
Alto seimilaseicentotrentotto metri sul livello del mare, il monte Kailash si trova in Tibet, poco lontano da due grandi laghi, il Manasarovar e il Rakshastal. In cima alla sua vetta trovano la fonte di alcuni dei fiumi più lunghi dell'Asia, ossia l'Indo, il Sutlej, il Brahmaputra e il Karnali, noto affluente del Gange.
La montagna non è mai stata scalata da nessuno, poiché è considerata sacra dall' Induismo, in quanto ritenuta la residenza di Shiva, dal Bön, dal Buddhismo tibetano, come centro dell'universo, e dal Giainismo. Tibetani e indiani ritengono di dover compiere un pellegrinaggio presso il Kailash almeno una volta nella vita.
Lungo i cinquantatré chilometri del versante tibetano, praticabili dalle quattro alle sette ore di cammino, vi sono molte rocce dipinte e bandiere di preghiera, concentrate particolarmente sul Passo di Dolma, e si trovano quattro monasteri buddhisti: il Darchen Gön, il Chuku, il Dhira Phuk e il Zuthul Phuk. Nella stessa zona si trova anche lo Shiwatshal, cimitero in cui vengono cremati Lama e monaci. Alcuni tra i principali luoghi di culto locali sono stati fondati da Je Paljin, autorevole Lama del XIV secolo. L'area è abitualmente frequentata da decine di pellegrini provenienti da tutto il Tibet, che si prostrano nei pressi dei luoghi consacrati.



Monte Semeru en Endonexia a Java
...




Monte Meru en Afrega

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... _2006.jpeg


http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Meru_(Tanzania)

Il Monte Meru è un strato vulcano attivo della Tanzania, situato nella Regione di Arusha, 70 km a ovest del Kilimanjaro. Raggiunge quota 4.566 metri, ma ha perso parte della propria massa in una esplosione avvenuta in tempi remoti. L'ultima eruzione, di scarsa rilevanza, è avvenuta nel 1910. La quantità di crateri vulcanici nei dintorni del Meru fanno supporre che il vulcano abbia conosciuto in passato numerose esplosioni. Il vulcano fu scalato per la prima volta da Fritz Jäger nel 1904.
Il Meru si trova al centro dell'area naturale protetta dell'Arusha National Park. È circondato dalla savana e coperto in parte di foresta. Sulle sue pendici vivono molti animali selvatici, incluse 400 specie di uccelli, scimmie e leopardi.
In cima si trova una bandiera della Tanzania di due metri d'altezza, in metallo, e una lapide in cemento con la scritta "Socialist Peak 4.566 m".

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... 8/Meru.jpg



Kisà se a ghè on ligo col toponemo Sumer e l’etnego Sumeri:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ggurat.jpg


http://it.wikipedia.org/wiki/Sumeri
Il termine Sumero è in realtà il nome dato agli antichi abitanti della Mesopotamia dai loro successori, il popolo semitico degli Accadi.
I Sumeri, (o Shumeri da Shumer) infatti, chiamavano se stessi sag-giga, letteralmente "la gente dalla testa nera" e la loro terra Ki-en-gi, "luogo dei signori civilizzati" o secondo altri autori "luogo della lingua sumera".
La parola accadica Šumer (Sumer) utilizzata per indicare la terra dei Sumeri rappresenta, forse, questa parola sumerica in dialetto, ma non è comunque noto perché gli Accadi abbiano chiamato questa terra Šumer. Il biblico Shinar, l'egiziano Sngr e l'ittito Šanhar(a) potrebbero essere delle varianti occidentali per la parola Šumer.
La Bibbia dei Settanta a sua volta rende il nome Shinar come Sennaar in greco.



Etemenanki
http://it.wikipedia.org/wiki/Etemenanki
L'Etemenanki (in sumerico É-temen-an-ki, ossia "casa delle fondamenta del cielo e della terra" o anche "pietra angolare del cielo e della terra) era la principale ziqqurat della città di Babilonia, nell'antica Mesopotamia. Insieme alla vicina Esagila, poco più a sud della ziqqurat, costituiva il centro religioso principale della città e di tutta l'area circostante.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rawing.gif


Temenos (axornade Guerini)
http://www.treccani.it/enciclopedia/tem ... rte-Antica)

TEMENOS
Enciclopedia dell' Arte Antica (1966) di L. Guerrini

TEMENOS (τέμενος). - Il termine greco di t., che non ha corrispondente nella lingua latina, nel suo significato originario indica la dotazione, decisa per atto pubblico, di un appezzamento di terreno a un privato (re, eroe, divinità), come attestato di onorificenza. I caratteri precipui del t. sono l'inalienabilità e l'ereditarietà. Variano invece le dimensioni, l'ubicazione (per lo più il t. si trova al di fuori delle mura di una città, ma può esistere anche nell'interno dell'area urbana), la natura (la superficie del t. può essere completamente brulla e deserta, o occupata da piantagioni o edifici; questi ultimi poi possono essere di carattere civile o religioso), le delimitazioni (che possono essere fittizie o reali; quando la delimitazione consiste in una recinzione continua, prende il nome di περιβολος).
Secondo questo concetto originario di dominio assoluto, dal quale provengono per il possessore le fonti di sostentamento, venne indicata, negli autori antichi, la divisione dell'eredità di Saturno come tèmenoi di Zeus, Posidone e Plutone (espressione che troviamo tradotta dai poeti latini come templa, per il significato che la parola t. aveva assunto in epoca ellenistica: di ναός).
Il significato originario del termine, e quindi la natura del t., subì variazioni sia nelle diverse regioni della Grecia, sia nelle successive età, sino a giungere all'inesatto significato tuttora corrente di santuario (un recinto sacro, delimitato da un peribolos e comprendente, oltre al tempio e all'altare, anche una determinata area di terreno occupata o da spazi verdi e giardini, o da monumenti varî e edifici connessi col culto della divinità venerata nel santuario- case dei sacerdoti, thesauròi, ecc. -) il cui esatto termine greco corrispondente è invece i"eron (a prova della non identificabilità dei due termini τέμενος e ἱερόν, è l'esistenza di più tèmenoi entro lo stesso hieròn e, viceversa, di témenoi la cui superficie supera quella dello hieròn nel quale sono parzialmente compresi).
In origine- e almeno sino all'età ellenistica- t. fu, per così dire, la garanzia materiale della posizione del "signore della città", l'appezzamento di terreno, per lo più situato nelle campagne intorno all'agglomerato urbano, che il "signore" (re, o principe) possedeva per riconoscimento pubblico fatto a lui o a un suo antenato e dal quale provenivano le entrate per i bisogni privati della sua casa. Fu nella regione dell'Attica che, per la prima volta, avvenne la confisca della proprietà regia da parte dello stato: le entrate derivanti dai tèmenoi regi furono destinate al sovvenzionamento del culto pubblico; alla loro amministrazione fu preposto il magistrato che portava il titolo di βασιλεύς (carica ancora esistente al tempo di Aristotele). Pertanto, presso gli Ateniesi, presto si indicarono col nome di t. tutte le aree coltivate i cui proventi erano destinati al mantenimento di culti varî, aree che nelle altre regioni della Grecia continuarono ad essere indicate come ‛ἱερὰ γῆ, ἑερὰ χώρα, ecc. In seguito il termine e il concetto di t. furono trasferiti ad indicare quelle aree di terreno entro cui sorgevano antichissime, venerate sepolture, intese come donativi di suolo pubblico fatti a un eroe per ricompensa delle sue imprese civiche; e anche si indicò col nome di t. quella superficie di terreno recinta che una determinata comunità otteneva in una città, in solo privato, e dedicava ai proprî culti, elevandovi un ναός.

Attraverso la documentazione delle fonti letterarie e delle iscrizioni, l'istituzione del t. sembrerebbe iniziare nelle regioni della Tessaglia e dell'Epiro e in seguito diffondersi presso le popolazioni dell'Arcadia, degli Ioni di Grecia ed Asia Minore e per ultimo presso i Dori.
Ma ancora incerta rimane l'origine di questa istituzione: se sia cioè originaria della Grecia, o non piuttosto derivata da regioni orientali.
Bibl.: S. Dorigny, in Dict. Ant., V, 1912, p. 83 ss., s. v.; K. Latte, in Pauly-Wissowa, V A, 1934, c. 435 ss., s. v.; G. Thomson, Studies in Ancient Greek Society (The prehistoric Aegean) Londra 1949, pp. 329 ss.; 357 ss.
(L. Guerrini)

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 88-289.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /temno.jpg
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Re: Suman (el Monte sagro de i Veneti)

Messaggioda Berto » lun giu 09, 2014 4:52 pm

Mēr, Мur, Mermer, Iškur, Ramanu, Те-еš-šu-ub


ŁА REŁIJON DE ŁI XERMANI de Xane Semeran

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... ViTWc/edit

Come Vulcanus, che è un originario attributo di Giove folgorante, significa “il re del cielo”, accadico (leggi walku) malku (‘könig’) e аnu (‘Himmelsgott’), così alcuni nomi di divinità germaniche sono originari attributi della grande divinità del cielo.

Wodan, il nome della grande divinità germanica scopre il segno dı una remota connessione con la voce corrispondente ad accadico ‘adanu (aramaico ‘iddan’) “ciclo, periodo di tempo (‘Periode, Termin’), dalla radice w‘d “fissare un termine di tempo” (‘festsetzen’), ma Wodan furor, secondo Adamo di Brenna, si chiarisce nello scambio di basi corrrispondenti ad accadico (mû acqua, ‘water’), ūwu, (ūmu tempesta e divinità della tempesta, ‘storm, name of god Ramman, the Storm-god’) e dannu (violento, ‘savage, powerful, harsh, strong, fıerce’).

Odino è come Zeús (v.), Iup-piter (v.), Giove, ipostasi della pioggia, dell’acqua che scende dal cielo: la forma Odhinn corrisponde ad accadico wadî-īni (le acque delle sorgenti) wаdû (‘onrush of water’, ‘WasserFlut’) e īnu (‘spring’).

L’etimologia di Adamo di Brema (IV, 26) e di Rodolfo di Fulda (sec. IX), «Wodan id est furor», farebbe pensare per il nome di Odino al vedico Vâta, inteso come il signore del vento.
Ma anche il vedico Vâta e Odino vanno ricondotti non già a un presunto dio del vento europeo, ma all’interferenza di una base antica: ad accadico Аdаd, Аddi, Dаdа, dio della tempesta che ebbe culto dapprima fra i semiti occidentali fu detto anche Mēr, Мur, Mermer, Iškur, Ramanu, Те-еš-šu-ub: i suoi titoli lo definiscono dio della tempesta, del fulmine, del tuono, della pioggia, del diluvio, toro sublime, nome splendente, leone del сiеlо (Deimel, Раnth., p. 45).
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Re: Suman (el Monte sagro de i Veneti)

Messaggioda Berto » lun giu 09, 2014 4:55 pm

Vulcani come monti sagri

http://it.wikipedia.org/wiki/Vulcano_(divinit%C3%A0)
Vulcano (latino Vulcanus, Volcanus o arcaico Volkanus) è il dio romano del fuoco terrestre e distruttore. Appartiene alla fase più antica della religione romana; infatti Varrone riferisce, citando gli annales pontificum, che re Tito Tazio aveva dedicato altari ad una serie di divinità tra le quali era anche Vulcano.
L'etimologia del nome non è chiara: la tradizione romana sosteneva che il dio derivasse il proprio nome da alcuni termini latini collegati alla folgore (fulgere, fulgur, fulmen), la quale è in qualche modo collegata al fuoco[1]. Al dio sono attribuiti due epiteti: Mulciber (qui ignem mulcet), cioè "che addolcisce", Quietus[2] e Mitis[3], entrambi col significato di "tranquillo"; tutti questi epiteti servono a scongiurare l'azione distruttiva del dio (per esempio negli incendi). In seguito all'identificazione di Vulcano con il greco Efesto, l'epiteto Mulciber fu interpretato come "colui che addolcisce i metalli nella forgia"[4].

Fino alla metà del XX secolo si pensava che il suo nome non fosse latino ma fosse correlato foneticamente al nome del dio cretese Velkhanos che però ha funzioni molto diverse da quelle del dio romano.

Secondo Wolfgang Meid il nome del dio romano non è correlato a quello di Velkhanos e Christian Guyonvarc'h ha invece proposto di collegarlo al nome di persona irlandese Olcán (ogamico Ulccagni, al genitivo). Un'altra ipotesi, avanzata da Vasilij Abaev, prende in esame una possibile relazione tra Volcanus e l'osseto -waergon variante del nome di Kurdalaegon, il fabbro mitico dell'epopea nartica. Come fa notare Dumézil, la forma Kurdalaegon è stabile e ha un significato chiaro (kurd, "fabbro" + -on "della famiglia" + Alaeg, nome di una delle famiglie nartiche). La variante che si avvicina al nome di Vulcano, invece, è stata attestata una sola volta per cui, sempre secondo Dumézil, si tratta di un accostamento da respingere. ???

El nome vulcan no lè roman, lè tałego-medeteragno co raixe semeteghe

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... no-276.jpg

An, Anum o Anu
http://it.wikipedia.org/wiki/An_(mitologia)
An in lingua sumerica, Anum o Anu in accadico era il dio celeste della mitologia mesopotamica. Artefice del creato, deus otiosus, è padre degli dei e sposo della dea Antum. Gli era sacro il numero 60, massima cifra del sistema sessagesimale mesopotamico. An/Anu in lingua accadica vuol dire "colui che appartiene ai cieli".
Nacque insieme con la sua controparte Ki, la Terra, dal Mare primordiale (Nammu) costituendo inizialmente un unico insieme (chiamato Montagna Cosmica, l'An-Ki). An e Ki furono in seguito separati dal dio Enlil, da essi stessi generato.
Il dio An/Anum presiede l'assemblea degli Anunnaki, ed inoltre compone la triade cosmica insieme agli dei Enlil ed Enki. Fa anche parte dei quattro Dei creatori, che comprende la triade precedente insieme alla dea Ninhursag. Il luogo principale del suo culto si trovava ad Uruk, più esattamente l'antichissimo Tempio di An.




El Monte Arat

(le olteme erusion par ke le ghe sipia stà ente li ani del bronxo)
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Ararat.jpg

Immagine
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... modest.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Ararat

Il monte Ararat (Ağrı Dağı in turco, Արարատ in armeno: Agirî in curdo, آرارات in persiano) è il più alto monte della Turchia (5.165 m s.l.m.), si trova nella Turchia orientale sul confine tra la regione dell'Agri e dell'Agdir, a 22.5 km (circa 14 miglia) a Nord di Dogubeyazit (o Dogubayazit) (39°40'60.00"N 44°17'60.00"E), nel territorio che storicamente aveva fatto parte dell'Armenia; infatti nella lingua armena Ararat significa "Creazione di Dio" o "Luogo creato da Dio". In lingua turca invece il suo nome significa "Montagna del dolore"; la provincia stessa in cui si trova, Ağrı, significa "dolore".

Si tratta di un monte di origine vulcanica (stratovulcano). Le ultime eruzioni risalgono all'età del bronzo. La cima è sempre innevata, con presenza di ghiacciai. Secondo la sua orogenesi, nacque durante lo scontro delle placche africana contro l'asiatica.
Secondo la Bibbia, Noè approdò sulla sua cima dopo che il diluvio universale, scatenato da Dio per punire gli uomini terminò dopo 150 giorni (circa 5 mesi).
La leggenda vuole che l'Arca di Noè sia ancora sulla montagna, come riferito da alcuni viaggiatori, tra cui Marco Polo. A partire dal XIX secolo alcuni esploratori si sono avventurati sul monte alla ricerca dell'Arca, tra cui l'astronauta James Irwin e l'ingegnere Angelo Palego. Su alcune fotografie del monte è presente uno strano oggetto non identificato che qualche studioso biblico ipotizzò essere i resti dell'Arca di Noè, l'oggetto è conosciuto con il nome di Anomalia dell'Ararat.


http://www.meteoweb.eu/2014/02/un-vulca ... cra/261446

Il monte Ararat si trova nella Turchia orientale, al confine tra la regione dell’Agri e dell’Agdir, in un territorio brullo e arido che storicamente ha fatto parte dell’Armenia. Nell’immaginario collettivo questa montagna è connessa al mito dell’arca di Noè, che la Bibbia descrive essersi ancorata sulla sua cima, in seguito al diluvio universale scatenato da Dio per punire gli uomini, ed è proprio da qui che l’umanità avrebbe vissuto la sua seconda genesi. Da sempre molti esploratori, avventurosi e viaggiatori hanno cercato di individuare l’arca, sulle pendici di questa montagna: anche Marco Polo nel 1300 e l’astronauta James Irwin di recente, hanno tentato di reperirne i resti.

L’Ararat si trova in una posizione geopolitica molto delicata, poiché si colloca al confine tra Russia e Turchia, tra il mondo islamico e quello cattolico, e rappresenta quindi un punto strategico da un punto di vista geografico. Già di per se, la parola Ararat, contiene un contrasto, che si è tradotto in uno dei drammi più terribili del XX secolo: il genocidio armeno. Ararat nella lingua armena, significa “luogo creato da Dio”, mentre in turco, assume un significato opposto: “la montagna del dolore”. Il contrasto linguistico nasconde inoltre, quello presente tra le due etnie: quella turca e quella armena. Attualmente il monte si trova in territorio turco, ma in principio faceva parte del territorio armeno. Fu lo scoppio della prima guerra mondiale a segnare la tragedia di questo popolo, poiché i turchi, che erano entrati in guerra contro la Russia, non fidandosi della minoranza cristiana armena presente esattamente al confine con il nemico, decisero di intervenire radicalmente contro di loro, organizzando un vero e proprio sterminio. Nemmeno in tempi più recenti questa regione ha conosciuto la pace poiché teatro dello scontro tra Curdi e polizia turca. Per tutti questi motivi, la zona dell’Ararat è stata inaccessibile per moltissimo tempo, ed è tuttora oscura da un punto di vista scientifico.
Agry(ararat)_view_from_plane_under_naxcivan_sharurSe in molti collegano l’Ararat al mito dell’arca di Noè, quasi nessuno sa che in realtà si tratta di un vulcano, e che rappresenta la vetta più elevata dell’intera Turchia. È per la precisione un vulcano strato, geograficamente distinto in Piccolo (3925 m s.l.m.) e Grande Ararat (5165 m s.l.m.), e fa parte di una estesa cintura di vulcani che si allineano lungo una direttrice ENE-SSO, della quale fanno parte anche gli apparati di Nemrud, Suphan e Tendurek, e che estendendosi per circa 70 km, parte dalla zona più orientale della Turchia (al confine con l’Armenia) e arriva sino al confine tra Turchia ed Iran, nella provincia magmatica dell’Anatolia occidentale.

Da un punto di vista tettonico, si colloca all’intersezione tra due grandi sistemi di faglie regionali: uno con andamento E-O riconducibile all’evoluzione strutturale della penisola anatolica, l’altro ad andamento NO-SE, riconducibile alla struttura geologica dell’Iran. Il Piccolo e Grande Ararat sono costellati da numerosi altri crateri, e tutti insieme costituisco un’area vulcanica enorme, che arriva a 1000 km quadrati. Siamo perciò di fronte ad un sistema di vulcani estremamente esteso e volumetricamente molto consistente, del quale però non si conosce quasi nulla e di cui la comunità scientifica internazionale non si è mai potuta occupare in maniera dettagliata. La scarsità di conoscenze geologiche dell’Ararat contrasta con il fatto che questo si trovi in una delle aree mondiali di maggiore interesse vulcanologico, in quanto connessa ad un contesto geodinamico molto particolare, legato alla chiusura del paleo-oceano Tetide.

Per gli scienziati si tratta di una situazione molto interessante perché è proprio in queste aree che una placca oceanica scompare lentamente tra due placche continentali; la crosta oceanica tende infatti a sprofondare al di sotto di quella continentale a causa del suo maggiore peso specifico, consumandosi progressivamente, via via che la subduzione procede. Quando si ha un consumo totale della placca oceanica, e le due placche continentali che la delimitavano entrano in contatto, si verifica ciò che tecnicamente viene definito “chiusura della Tetide”. Si verifica così il passaggio da un contesto geodinamico in cui le componenti in gioco sono sia di origine continentale che di origine oceanica, ad un contesto in cui si ha solo una componente continentale. Questo cambiamento geodinamico ha delle importanti ripercussioni sul tipo di magmatismo che si sviluppa in superficie, ed è per questo che per gli studiosi del settore, ambienti come questi, giocano un ruolo fondamentale nella comprensione dei meccanismi che legano la tettonica ai vari tipi di magmi emessi.
Bashindzhagian_araratL’Ararat è un vulcano relativamente (da un punto di vista geologico) giovane, infatti la sua attività è iniziato 1.8 milioni di anni fa e sembra essere stato attivo fino a 10000 anni fa. Sappiamo talmente poco di questo vulcano, che non è ancora ben chiaro se esso sia attivo o meno: esistono però testimonianze storiche che riportano segnalazioni di attività recenti. Sembra infatti che nel II-III secolo d.C si sia verificata una potente eruzione esplosiva. Inoltre, da fonti scritte, si pensa che il forte terremoto di magnitudo 7.4 che sconvolse la Turchia orientale nel 1840, e che la popolazione descrisse essere accompagnato da una gigantesca frana che si staccò proprio dal Grande Ararat e che ne cambiò profondamente la morfologia, sia stata in realtà un’altra violenta eruzione di questo vulcano.
Dallo stato dell’arte appena descritto, appare evidente quanto sia avvolto dal mistero il monte Ararat e la sua attività vulcanica; non sappiamo quando e per quanto è stato attivo, che tipo di eruzioni abbia prodotto e quali composizioni abbia assunto il suo magma nel corso del tempo. Non siamo a conoscenza del suo effettivo comportamento e, in definitiva, non siamo in grado di definire la pericolosità di questo vulcano.
Il 2014 potrebbe essere la chiave di volta per studiare e comprendere l’Ararat, grazie alla realizzazione di una ricerca scientifica resa possibile grazie al progetto del CAI, Ararat2013. L’anno appena passato ha visto l’anniversario dei 150 anni dalla fondazione del Club Alpino Italiano, avvenuta a Torino nel 1863.
ararat 2013 In questa occasione è stato ideato un progetto a scala nazionale per celebrare questo evento, ovvero, organizzare e accompagnare un gruppo di ragazzi del CAI giovanile in vetta al Grande Ararat, insieme ad un team scientifico tutto italiano. La spedizione avverrà il prossimo Luglio e vedrà la partecipazioni di scienziati specializzati in diverse discipline: saranno presenti glaciologi, botanici, microbiologi e geologi. Sarà compito di questi ultimi avviare un importante studio, a partire da una mappatura delle colate e delle diverse attività nel tempo, fornire datazioni sulle rocce vulcaniche analizzate, definire i periodi in cui il vulcano ha dato luogo ad eruzioni e analizzare le rocce da un punto di vista mineralogico e geochimico.

È proprio attraverso questo tipo di informazioni che i geologi possono ricostruire il corretto assetto geodinamico della zona e definire meglio il tipo di magmatismo di questo apparato vulcanico e seguire l’evoluzione dei prodotti emessi, al fine di caratterizzare il comportamento del vulcano e definire meglio il rischio connesso alla sua attività. In un certo senso sono in grado di svelare i segreti di un vulcano, a partire dallo studio dei suoi minerali e dalla composizione chimica delle sue rocce: in quest’ottica, minerali e rocce, sono per i vulcani, come il DNA per lo studio del corpo umano.
In attesa della spedizione di Luglio, auguriamo ai nostri scienziati un buon lavoro e una produttiva spedizione alla scoperta di un sistema vulcanico così misterioso e affascinante.


Monte Fuji

http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Fuji
Il Monte Fuji (富士山 Fuji-san?) è un vulcano alto 3.776 m ed è la montagna più alta del Giappone. Con la sua cima innevata per 10 mesi all'anno, è uno dei suoi simboli, e gli shintoisti lo considerano sacro al punto da ritenere doveroso almeno un pellegrinaggio sulle sue pendici nella vita. Il monte venne inserito nella lista dei "100 famosi monti del Giappone" (Nihon Hyaku-meizan) di Kyūya Fukada.

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... 2025WP.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... o-Fuji.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Suman (el Monte sagro de i Veneti)

Messaggioda Berto » lun giu 09, 2014 4:57 pm

Himalaya

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... alayas.jpg

http://www.3nz.it/5853/himalaya-alta-de ... rese-aereo
La catena montuosa dell’Himalaya comprende alcune fra le montagne più alte del pianeta, fra cui l’Everest (8.848 mt), l’Ama Dablam (6.856 mt) e il Lhotse (8.501 mt). Uno spettacolo della natura che ora è possibile ammirare in ultra HD, grazie alle immagini di questo video girato dagli esperti di riprese aeree del gruppo Teton Gravity Research. Le riprese sono state effettuate grazie al sistema più avanzato al mondo di camera giro-stabilizzata su 5 assi, montato su un elicottero che ha raggiunto i 7315 metri d’altezza. Le immagini sono talmente nitide e stabili che sembra proprio di essere lì, sul “tetto del mondo”.

http://it.wikipedia.org/wiki/Himalaya

L'Himalaya o Himalaia, detta anche Tetto del Mondo, è una catena montuosa dell'Asia, che separa India, Pakistan, Nepal e Bhutan dalla Cina. È lunga circa 2.400 km per una larghezza di circa 100–200 km; è connessa verso occidente con la catena dell'Hindu Kush afgano.

Vi sono comprese le più alte vette del mondo, tra cui i quattordici Ottomila, come il Monte Everest (8848 m), il K2 (8611 m) ed il Kanchenjunga (8589 m).

In lingua sanscrita, Himalaya significa la Dimora delle Nevi Eterne.

La vista dei monti himalayani, di questi pilastri del cielo che s'innalzano limpidi e poderosi dalle brume e dalle imperfezioni del mondo, evoca alla memoria il fiore di loto, simbolo della fede buddhista. Anche il fiore di loto affonda le sue radici nel fango che è simile al Saṃsāra, l'eterno ciclo delle nascite e delle morti; ma quando sboccia, la sua corolla, ergendosi alta sullo stelo, si apre bianca ed immacolata per rappresentare la salvezza della coscienza e l'eterna serenità del nirvana.
Non è certamente un caso se antichi popoli, su entrambi i versanti della catena himalayana, hanno sempre identificato le più alte montagne del mondo come la sede dei loro dei. Ancora oggi, seguendo un'antica tradizione, vige talvolta l'usanza nelle spedizioni alpinistiche di fermarsi un metro sotto la vetta per un senso di mistico rispetto e di deferente omaggio verso la casa di Dio.


Himmel, himil, himul, himmin, ...
=
çelo, sielo, cielo


Himingbjorg el Monte de Dio de l’ara jermanega

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Dio-1.jpg

http://www.germanicmythology.com/PoeticEdda/GRM13.html

http://fr.wikipedia.org/wiki/Himinbjorg
Himinbjorg (ou Himinbiorg) est la demeure du Dieu de la mythologie nordique Heimdall. Ce lieu se situe à proximité de Bifröst, "en haut du ciel". Himinbjorg signifie "montagnes du ciel".

http://en.wikipedia.org/wiki/Himinbj%C3%B6rg

http://de.wikipedia.org/wiki/Himinbj%C3%B6rg
http://de.wikipedia.org/wiki/Asgard_(Mythologie)
http://bifrost.it/GERMANI/2.Cosmogonia/07-Bifrost.html


Arcobalen, baleno, balenar, baluxene, barlume, barbajo, abajo/abbaglio, bagliore, balugicare, lume, luxe, bianco, ...
viewtopic.php?f=44&t=853
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Re: Suman (el monte sagro de i Veneti) – monte coxmego

Messaggioda Berto » mar giu 10, 2014 2:35 pm

Ziqqurat (Tore de Babele, Baxełega (basilica), pałaso de ła raxon o de l’arengo e sała
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... xibkE/edit
viewtopic.php?f=44&t=76

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Kisà se a ghè on ligo col toponemo Sumer e l’etnego Sumeri:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ggurat.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Sumeri
Il termine Sumero è in realtà il nome dato agli antichi abitanti della Mesopotamia dai loro successori, il popolo semitico degli Accadi.
I Sumeri, (o Shumeri da Shumer) infatti, chiamavano se stessi sag-giga, letteralmente "la gente dalla testa nera" e la loro terra Ki-en-gi, "luogo dei signori civilizzati" o secondo altri autori "luogo della lingua sumera".
La parola accadica Šumer (Sumer) utilizzata per indicare la terra dei Sumeri rappresenta, forse, questa parola sumerica in dialetto, ma non è comunque noto perché gli Accadi abbiano chiamato questa terra Šumer. Il biblico Shinar, l'egiziano Sngr e l'ittito Šanhar(a) potrebbero essere delle varianti occidentali per la parola Šumer.
La Bibbia dei Settanta a sua volta rende il nome Shinar come Sennaar in greco.


Etemenanki
http://it.wikipedia.org/wiki/Etemenanki
L'Etemenanki (in sumerico É-temen-an-ki, ossia "casa delle fondamenta del cielo e della terra" o anche "pietra angolare del cielo e della terra) era la principale ziqqurat della città di Babilonia, nell'antica Mesopotamia. Insieme alla vicina Esagila, poco più a sud della ziqqurat, costituiva il centro religioso principale della città e di tutta l'area circostante.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rawing.gif


http://it.wikiversity.org/wiki/Sumeri

I Sumeri (abitanti di Šumer, egiziano Sangar, biblico Shinar, nativo ki-en-gir, da ki = terra, en = titolo usualmente tradotto come Signore, gir = colto, civilizzato, quindi "luogo dei signori civilizzati") sono la prima popolazione sedentaria al mondo che possa essere considerata "civilizzata". Erano rappresentati da un'etnia della Mesopotamia meridionale (odierno Iraq sud-orientale), autoctona o stanziatasi in quella regione dal tempo in cui vi migrò (attorno al 4000 a.C.) fino all'ascesa di Babilonia (attorno al 1500 a.C.). La loro scrittura cuneiforme sembra aver preceduto ogni altra forma di scrittura e compare attorno alla fine del IV millennio a.C.

Origine del nome
Il termine Sumero è in realtà il nome dato agli antichi abitanti della Mesopotamia dai loro successori, il popolo semitico degli Accadi.
I Sumeri, (o Shumeri da Shumer) infatti, chiamavano se stessi sag-giga, letteralmente "la gente dalla testa nera" e la loro terra Ki-en-gi, "luogo dei signori civilizzati" o secondo altri autori "luogo della lingua sumera".
La parola accadica Šumer (Sumer) utilizzata per indicare la terra dei Sumeri rappresenta, forse, questa parola sumerica in dialetto, ma non è comunque noto perché gli Accadi abbiano chiamato questa terra Šumer. Il biblico Shinar, l'egiziano Sngr e l'ittito Šanhar(a) potrebbero essere delle varianti occidentali per la parola Šumer. La Bibbia dei Settanta a sua volta rende il nome Shinar come Sennaar in greco.

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Statua seduta in diorite dedicata al dio Ningishzida e raffigurante Gudea, principe neo-sumerico di Lagash (2120 a.C.), ritrovata tra le rovine di Girsu (Iraq meridionale)


Łe fonti del dirito
viewtopic.php?f=115&t=576
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... YtbWs/edit
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El fantomatego mito del dirito roman
EL DIRITO NO ŁÈ NA ENVENSION DE ŁI ROMANI
viewtopic.php?f=176&t=304
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Re: Suman (el monte sagro de i Veneti) – monte coxmego

Messaggioda Berto » gio giu 12, 2014 4:25 pm

Etemenanki
http://it.wikipedia.org/wiki/Etemenanki
L'Etemenanki (in sumerico É-temen-an-ki, ossia "casa delle fondamenta del cielo e della terra" o anche "pietra angolare del cielo e della terra) era la principale ziqqurat della città di Babilonia, nell'antica Mesopotamia. Insieme alla vicina Esagila, poco più a sud della ziqqurat, costituiva il centro religioso principale della città e di tutta l'area circostante.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rawing.gif


Temenos (axornade Guerini)
http://www.treccani.it/enciclopedia/tem ... rte-Antica)

TEMENOS
Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)
di L. Guerrini
TEMENOS (τέμενος). - Il termine greco di t., che non ha corrispondente nella lingua latina, nel suo significato originario indica la dotazione, decisa per atto pubblico, di un appezzamento di terreno a un privato (re, eroe, divinità), come attestato di onorificenza. I caratteri precipui del t. sono l'inalienabilità e l'ereditarietà. Variano invece le dimensioni, l'ubicazione (per lo più il t. si trova al di fuori delle mura di una città, ma può esistere anche nell'interno dell'area urbana), la natura (la superficie del t. può essere completamente brulla e deserta, o occupata da piantagioni o edifici; questi ultimi poi possono essere di carattere civile o religioso), le delimitazioni (che possono essere fittizie o reali; quando la delimitazione consiste in una recinzione continua, prende il nome di περιβολος).
Secondo questo concetto originario di dominio assoluto, dal quale provengono per il possessore le fonti di sostentamento, venne indicata, negli autori antichi, la divisione dell'eredità di Saturno come tèmenoi di Zeus, Posidone e Plutone (espressione che troviamo tradotta dai poeti latini come templa, per il significato che la parola t. aveva assunto in epoca ellenistica: di ναός).
Il significato originario del termine, e quindi la natura del t., subì variazioni sia nelle diverse regioni della Grecia, sia nelle successive età, sino a giungere all'inesatto significato tuttora corrente di santuario (un recinto sacro, delimitato da un peribolos e comprendente, oltre al tempio e all'altare, anche una determinata area di terreno occupata o da spazi verdi e giardini, o da monumenti varî e edifici connessi col culto della divinità venerata nel santuario- case dei sacerdoti, thesauròi, ecc. -) il cui esatto termine greco corrispondente è invece i"eron (a prova della non identificabilità dei due termini τέμενος e ἱερόν, è l'esistenza di più tèmenoi entro lo stesso hieròn e, viceversa, di témenoi la cui superficie supera quella dello hieròn nel quale sono parzialmente compresi).
In origine- e almeno sino all'età ellenistica- t. fu, per così dire, la garanzia materiale della posizione del "signore della città", l'appezzamento di terreno, per lo più situato nelle campagne intorno all'agglomerato urbano, che il "signore" (re, o principe) possedeva per riconoscimento pubblico fatto a lui o a un suo antenato e dal quale provenivano le entrate per i bisogni privati della sua casa.
Fu nella regione dell'Attica che, per la prima volta, avvenne la confisca della proprietà regia da parte dello stato: le entrate derivanti dai tèmenoi regi furono destinate al sovvenzionamento del culto pubblico; alla loro amministrazione fu preposto il magistrato che portava il titolo di βασιλεύς (carica ancora esistente al tempo di Aristotele).
Pertanto, presso gli Ateniesi, presto si indicarono col nome di t. tutte le aree coltivate i cui proventi erano destinati al mantenimento di culti varî, aree che nelle altre regioni della Grecia continuarono ad essere indicate come ‛ἱερὰ γῆ, ἑερὰ χώρα, ecc. In seguito il termine e il concetto di t. furono trasferiti ad indicare quelle aree di terreno entro cui sorgevano antichissime, venerate sepolture, intese come donativi di suolo pubblico fatti a un eroe per ricompensa delle sue imprese civiche; e anche si indicò col nome di t. quella superficie di terreno recinta che una determinata comunità otteneva in una città, in solo privato, e dedicava ai proprî culti, elevandovi un ναός.
Attraverso la documentazione delle fonti letterarie e delle iscrizioni, l'istituzione del t. sembrerebbe iniziare nelle regioni della Tessaglia e dell'Epiro e in seguito diffondersi presso le popolazioni dell'Arcadia, degli Ioni di Grecia ed Asia Minore e per ultimo presso i Dori.
Ma ancora incerta rimane l'origine di questa istituzione: se sia cioè originaria della Grecia, o non piuttosto derivata da regioni orientali. ???
Bibl.: S. Dorigny, in Dict. Ant., V, 1912, p. 83 ss., s. v.; K. Latte, in Pauly-Wissowa, V A, 1934, c. 435 ss., s. v.; G. Thomson, Studies in Ancient Greek Society (The prehistoric Aegean) Londra 1949, pp. 329 ss.; 357 ss.
(L. Guerrini)


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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 88-289.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /temno.jpg


Cfr. co:

Nemeton
http://it.wikipedia.org/wiki/Nemeton
La parola gallica Nemeton designava il santuario, il luogo specifico in cui i Celti praticavano i loro culti, sotto la direzione dei druidi.
L'equivalente gaelico è Nemed che significa « sacro » (nyfed in lingua gallese, neved in lingua bretone). Strabone afferma che il nome del santuario dei Galati d'Anatolia era Drunemeton.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... on-232.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... os-233.jpg
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Re: Suman (el monte sagro de i Veneti) – monte coxmego

Messaggioda Berto » dom giu 15, 2014 8:13 am

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