Oggi vi proponiamo una riflessione molto interessante, presa da Alto-Rilievo / voci di montagna, che interessa anche le nostre cime e in particolare il Monte SummanoVoi cosa ne pensate?
“il messaggio trasmesso dai rilievi non dovrebbe più riflettere il periodo compreso tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del secolo successivo [...] ma dovrebbe essere riadattato sulle caratteristiche e sulle necessità di un presente che non ha più bisogno di eclatanti dimostrazioni di fede, ma di maggiore apertura e sobrietà.”
Tretto
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7781690:42 Alto-Rilievo / voci di montagna9 mtamoSdssagrptozoamlhut alltest oren 1soi2ref:tg05duSn ·
- Montagne messe in croce -
di Pietro Lacasella
Il Comune di Malcesine ha autorizzato l'installazione di una croce di 18 metri sul Monte Baldo, il più alto tra i rilievi che si affacciano sul Lago di Garda.
L'evidenza della morte e il conseguente timore condizionano il pensiero e le azioni dell'uomo da migliaia di anni.
A questa inquietante certezza abbiamo sempre cercato di ovviare, perché aggirare gli ostacoli è una caratteristica intrinseca alla nostra specie (così come crearne).
La paura del deperimento fisico ha trovato dunque sollievo nella speranza dell'immortalità spirituale, ma anche nel tentativo di lasciare sulla terra un segno del nostro passaggio. Le religioni - nelle loro più differenti declinazioni - così come le innumerevoli sfumature culturali sono in parte una risposta all'ansia causata dai terreni ancora inesplorati della morte.
Nel simbolo della croce di vetta, a mio parere, troviamo riassunte sia la speranza di vita eterna, sia la necessità di lasciare sulla terra, in un luogo emblematico e visibile, una testimonianza della nostra esistenza individuale ma, soprattutto, sociale. D'altronde l'uomo ha sempre cercato di plasmare il paesaggio a partire dalla propria concezione del mondo, dalla propria cultura.
Ma la società attuale si può ancora rispecchiare nel simbolo della croce? Ha ancora senso innalzarne di nuove?
Secondo me la risposta è no.
In primo luogo perché l'Italia si sta rapidamente convertendo in uno Stato a trazione laica, regioni alpine comprese. Pertanto la croce non rappresenta più una prospettiva comune, bensì una visione parziale.
In secondo luogo perché la montagna è un elemento paesaggistico che, per ovvie ragioni, da sempre si carica sulle spalle una gravosa valenza simbolica, capace di influenzare il pensiero collettivo: il messaggio trasmesso dai rilievi non dovrebbe più riflettere il periodo compreso tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del secolo successivo (arco temporale nel quale furono installate la maggior parte delle croci di vetta), ma dev'essere riadattato sulle caratteristiche e sulle necessità di un presente che non ha più bisogno di eclatanti dimostrazioni di fede, ma di maggiore apertura e sobrietà.
Perciò, se da un lato trovo inappropriate le campagne di rimozione, perché porterebbero alla cancellazione di una traccia del nostro percorso culturale, dall'altro ritengo anacronistico l'innalzamento di nuove croci e, più in generale, di nuovi e ingombranti simboli sulle cime alpine: sarebbe forse più appropriato intendere le vette come un territorio neutro, capace di avvicinare culture magari distanti, ma dotate di uguale dignità.
Alberto PentoLa nostra terra non è territorio neutro è la nostra terra, la terra dei nostri avi, della loro storia e della cultura e tradizioni tra cui quella religiosa che vanno rispettate come parte della nostra identità che gli stranieri che arrivano da noi regilarmente, debbono assolutamente rispettare e amare se vogliono acquisire i diritto di essere rispettati e integrati.
Non siamo noi a casa nostra e nella nostra terra che dobbiamo rinnegare la nostra identità ma sono gli altri che arrivano a doverla accettare se vogliono essere accettati come nuovi cittadini al nostro pari.
Certo, anch'io preferisco la nuda montagna al naturale senza alcun simbolo religioso, specialmente se eccessivo nelle sue dimensioni e brutto nelle fattezze come il Cristo del Summano. Diversa cosa sono i piccoli capitelli e le piccole croci che non disturbano gli aidoli areligiosi e naturalmente spirituali come me.
Però non va dimenticato che la nostra terra è anche da millenni a maggioranza cristiana e che il cristianismo è elemento della nostra complessa cultura continentale e che nella sua dottrina è assai umano e civile come l'ebraismo e non può certo essere paragonato e avvicinato a inculture e inciviltà disumane e violente come il maomettismo che non sono dotate di alcuna dignità e che non meritano alcun rispetto ma solo bando assoluto al pari del nazismo hitleriano e dell'internazi comunismo ateo anticristiano e antisemita.