Fede naturale e fede religiosa

Re: Fede naturale e fede religiosa

Messaggioda Berto » ven apr 27, 2018 9:59 am

Un'altro dibattito sulla fede religiosa idolatra e non fede

Mondo senza fede

https://www.facebook.com/francesco.camp ... &ref=notif

Francesco Campisi

MONDO SENZA FEDE. Allora, l'1 per cento della popolazione mondiale possiede il 99 per cento delle ricchezze ( mondiali)...! In verità, al netto della considerazione che tale calcolo non riflette bene i rapporti di lavoro ed economici fra gli abitanti del pianeta, non si è lontani dal vero però nel riconoscere che , al mondo, il dieci per cento sta da nababbi o bene ed il 90 per cento è economicamente " fragile , quasi povero o povero.Ora , visto che almeno il 5 per cento di quei benestanti professa una fede in un Dio- Amore, se ne deduce che costoro, in sinergia con le centinaia di milioni di credenti, se applicassero il 50 per cento dei doveri indicati dal loro Dio ( dunque, al netto di naturali egoismi e tentennamenti e debolezze umane), il mondo finalmente cambierebbe. Pur nel coacervo del culto del denaro- e nel giusto riconoscimento e ricompensa dei meriti- , l'uomo troverebbe un posticino degno del suo rango di figlio di Dio. Se ciò non avviene, possiamo affermare, con conseguenza logico- matematica , che la fede religiosa nel mondo è la regina delle bufale. Serve, certo. Ad imbiancare le coscienze. O a tranquillizzarle ed assolverle dalla convinzione che non può esistere una struttura sociale ed umana diversa da questa; e che ,ad ogni modo, il sogno di un mondo diverso è troppo grande : tanto che, se coltivato,rischia di bruciacchiare il comodo nido di bambagia a chi ce l'ha.

Angelo Palmeri
Ha sempre avuto la funzuone di argine e ha sempre dato una legittiazione ai poteri costituiti.La religione è uno strumento d'ordine uno istrumentum regni.L'alleanza tra trono e altare in tutti i tempi è uno dei fatti più ducumentati e documentabili, non è una delle tante tedi storiografiche ma una realtà operante.L'attuale sedicente pontefice ne è la prova vivente.Egli riceve ordini e implacabilmente li applica,anche a costo di stravolgere la dottrina cattolica, da parte dell'assetto di potere mondialista massonico che ha l'obiettivo politico di stravolgere le identità nazionali per creare un nuovo ordine oligarchico internazionale.Il papa e il famigerato Soros ne sono i più esposti araldi

Nazario Bruno
Francesco permettimi di dire che mi piaci sempre più (in senso intellettuale, naturalmente). Il tuo ragionamento è inconfutabilmente profondo e ineccepibile e coraggioso.

Anna Boccaccio
Hai detto bene Ciccio

Antonella Coletti
Esatto in tutte le tue riflessioni. Limpide sempre...

Gianna Rosolia
Fino a quando ci saranno i ricchi i poveri rimarranno tali .... come dice un passo del Vangelo" E ' più facile che un cammello passi nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli".Sotto questo cielo sarà così sempre...l' uomo non comprende e si aggrappa alle cose materiali che per carità servono..ma quando si mettono prima di Dio non c'è posto per il prossimo...allora cosa dobbiamo pensare..forse che è tutta una bufala come dici tu Francesco? No . Ci sono persone che danno la loro vita per aiutare gli ultimi eppure non fanno notizia il male pare primeggiare sul bene....vedi i santi ma non solo...eppure tutto scorre sotto questo cielo ..voglio continuare a guardare il mondo con gli occhi dell' amore..spezzare il mio poco pane con chi non ne' ha...condividere il dolore altrui come se fosse mio ..io non cambierò di certo il resto del mondo ma resto tale ...

Gianna Rosolia
Il tuo pensiero e ' più articolato e visto in maniera globale...il mio è molto semplificato...oltre la mia scarsa proprietà di linguaggio la mia è una veduta molto ristretta ..ma non è un chiudere gli occhi sulla reale situazione mondiale ma una scelta...Altro...

Alberto Pento
I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
viewtopic.php?f=141&t=2574

Lina Lombardo
Francesco caro 3 la fede e la carità intesa quest'ultima come amore verso il prossimo sono sulla bocca dei potenti che se ne fanno schermo. Se si distribuissero sotto forma di paga equa e di imposte progressive - altro che Flat Tax- si giungerebbe ad un mondo migliore dove la dignità di tutti gli esseri umani sarebbe salvaguardata. Ma è un sogno o un'utopia come meglio si voglia chiamare

Giuliana Sansoni
oo vorrei eleggertti presidente del Consiglio... dico sul serio

Vincenzo Di Rosa
Francesco hai ragione ..la cupidigia e l’avarizia di tanti ricconi e più forte della loro fede ...è fattuale

Alberto Pento
Il ricco e la ricchezza di qualcuno non necessariamente sono un problema per l'umanità, anzi il più delle volte sono un bene, che produce benessere anche per gli altri attraverso il lavoro, il dono, la carità, l'aiuto, la fraternità volontaria, la giusta tassazione, il credito. Poi non si confonda la spiritualità con la religiosità e Dio con gli idoli delle religioni; anche l'ebreo Cristo divinizzato è un idolo. Non si confonda la dotazione spirituale naturale e universale di tutte le creature con la fede idolatra delle religioni. Il disprezzo per i ricchi è indegno come il disprezzo per i poveri. L'uomo di buona volontà e giusto non disprezza nessuno né il povero né il ricco. Il più delle volte non è colpa del ricco se esiste il povero e spesso il povero è responsabile della sua povertà. Se qualche uomo nasce senza braccia e senza gambe non è colpa dell'uomo sano nato sano con le sue braccia e le sue gambe ed è insensato e criminale pretendere che l'uomo sano diventi schiavo dell'uomo malato come se il sano fosse responsabile e la causa della disabilità dell'insano. Non vi è nulla di può materialista, demenziale, disumano e ingiusto delle idolatrie religiose con le relative utopie sociali e politiche illiberali e costrittive che producono orrore e terrore, povertà e morte.

Francesco Campisi
Alberto, grazie per il commento, da cui non dissento; anzi!. Infatti io ho scritto " nel giusto riconoscimento e ricompensa dei meriti...". I talenti, la volontà , l'intelligenza vanno premiati. La ricchezza è una grazia di Dio. Non lo è , casomai, l'uso che se ne fa. Non sono un credente, ma se lo fossi non sarei un pauperista. L'egualitarismo sarebbe la forma più iniqua di organizzazione sociale. Non esiste neanche tra le scimmie.... Io ho inteso esprimere l'asimmetria tra ciò che i fedeli ,(credenti in un Dio , qualsivoglia Dio.-Amore ..) ricchi e ,benestanti a vario titolo e grado....i detentori ( credenti) delle leve del potere politico, economico, finanziario ...ecc. ecc. professano in materia di fede e ciò che testimoniano: La vera testimonianza dovrebbe partire dalla determinazione a correggere le inique strutture economico- finanziarie e quant'altro ; la costruzione di una intelaiatura sociale in cui ognuno, dal più scemo al più intelligente , dal più disabile al più palestrato, dal meno ricco al più ricco..., occupi un posto degno; una società che fosse l'anticipo , qui e ora, del regno di Dio cui credono. Invece, in questa perpetua graticola umana che è il mondo, tutti - esclusi quelli di buona volontà, come dice Rosolia,., e ..i santi.- giocano alla carità, come fosse a tarallucci e vino.

Alberto Pento
Francesco grazie per l'apprezzamento. Io non sono più cristiano, sono divenuto aidolo e considero il cristianismo una idolatria piena di problemi e fanatismi. Credo che molti siano cristiani per conformismo e che non abbiano il coraggio di manifestarlo a se stessi e agli altri e che perciò tengano comportamenti incoerenti e contradittori. Per me Cristo era solo un ebreo un po' fanatico ed esaltato, la sua utopia terrestre e celeste ha creato un mucchio di problemi. Il mio motto è: "prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli delle religioni e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa e dall'uomo e dai suoi idoli."
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Fede naturale e fede religiosa

Messaggioda Berto » ven apr 27, 2018 10:09 am

Ecco un caso esemplare di come si scambia per Dio l'idoli du una religione quella cristiana


VIVA DIO

https://www.facebook.com/MarcelloVenezi ... 9206564861

Visto che si parla tanto di fobie, xenofobie, sessuofobie, omofobie e via dicendo, vorrei parlarvi della diffusa teofobia, o avversione a Dio.

Siamo invasi da teofobi che scrivono necrologi su Dio e organizzano festosi cortei per celebrare la sua inesistenza. Ora nel nome di Darwin o di Copernico, ora nel segno della Tecnica, dei Lumi, a volte nel solco del Superuomo o dell’Umanità. Siamo stati invasi da summe ateologiche che conclamano la vanità, la falsità, l'irrealtà di Dio; penso ai testi di Hitchens, Dawkins, Onfray, Swarz, Harris e da noi Odifreddi, Pievani, Franceschelli, Sgalambro, Hach, solo per citare alla rinfusa un mucchietto di annunciatori che Dio non esiste e se mai è esistito un suo fantasma nella storia, ora è morto.

Lo dicono con allegria e presunzione, non col maestoso e tragico coraggio degli atei anarchici e iconoclasti di una volta, quelli che portavano il lutto di Dio vestendo sempre di nero e che osavano sfidare l’Onnipotente con terribili prove del fuoco. Uno degli ultimi atei eroici fu Giuseppe Rensi, un filosofo religioso ma scettico, socialista e massone. Uno dei più coloriti coetanei fu Mussolini Benito, come allora si firmava quand’era ancora compagno, che per dimostrare l’inesistenza di Dio Gli dette un minuto per fulminarlo; e quando ciò non accadde, convinse la rozza platea militante dell’inesistenza di Dio o perlomeno la sua impotenza.

C’è un’ondata massiccia di ateismo che contraddice il silenzio e la distrazione degli anni passati; ieri si evitava di parlarne, di dichiararsi atei, si preferiva essere atei sul piano pratico, senza professarsi. Oggi c’è un clima epocale che esorta all’outing irreligioso, vuoi per sfregio alla fede e ai fedeli, vuoi per scientismo e civetteria, vuoi per esplicitare un tratto implicito dell’egocentrismo odierno. In fondo, l'Io è Dio che ha perso la testa.

Non farò un predicozzo in favore di Dio, non ho il titolo né l’autorità per farlo e nemmeno la voglia e la convinzione. Vorrei piuttosto praticare lo scetticismo inverso sulla certezza dell’ateismo, insinuare dubbi, seminare pulci nelle orecchie. Un tempo i credenti, e anch’io da ragazzo, sbrigavano la faccenda con un colpo di forza. Credo quia absurdum, diceva Tertulliano, e così il dubbio veniva spazzato via da un atto di fiducia nell’Assurdo. State contenti umana gente al quia, ripeteva Dante; non tormentatevi con il Gran Perché, accettatelo con un atto di fede.

Invece con gli anni mi sono convinto dell’opposto. Ho provato a immaginare, mentre ero in volo, il cielo vuoto, l’inesistenza accertata di Dio, e mi sono ritratto come davanti ad un Impossibile. Dio è l’Intelligenza del mondo e noi siamo nell’intelligenza di Dio o non siamo. Non credo perché è assurdo, ma credo perché sarebbe assurdo pensare il contrario.

Un mondo privo di intelligenza è impensabile. Ogni evento, atto, pensiero, sentimento presuppone una causa e un effetto, un ordine, una sequenza. Cioè presuppone un’Intelligenza. Senza un’intelligenza non c’è il mondo, non c’è il ripetersi del giorno e della notte, il movimento dei pianeti e delle stelle, il ciclo della vita, l’ordine dell’universo, la sua musica e il suo silenzio. Non tutto è spiegabile, ma tutto rientra nel segno e nel disegno di un’intelligenza superiore che in parte cogliamo, ma di cui rintracciamo un percorso ordinato, orientato. Dio è il nome che diamo all’Intelligenza e al suo disegno.

Taluni si spingeranno oltre, a pensare che oltre l’intelligenza Dio abbia un giudizio e perfino una giustizia, emani la Bellezza o la Bontà. Ma non riusciamo a connettere senza l’Intelligenza che collega le cose e le orienta; cessiamo di essere umani, cioè pensanti e viventi, se neghiamo il senso e l’intelligenza. Non riusciremmo a fare un solo passo, una sola scelta. Sbagliamo? Non siamo in grado di pensare il contrario di ciò che ci permette di pensare, non possiamo uscire dalla testa per giudicare se abbiamo torto o ragione.

E allora tanto vale scommettere sull’essere anziché sul niente, meglio scommettere sull’intelligenza piuttosto che sul suo rovescio. Il Dio che amiamo o che oggi viceversa neghiamo, è in realtà l’immagine di Lui che ci ha tramandato l’epoca da cui veniamo; e quel Dio può tramontare perché non è Dio a morire ma come è stato immaginato in quell’epoca, con quella mente.

Dio è morto, ripete Galimberti, certo, è morto altre volte ed è rinato altrettante volte perché ogni epoca cerca un Dio all’altezza del suo linguaggio, della sua sensibilità, del suo modo di percepire. Quel che muore è il Dio che è in noi e non l’Intelligenza che indichiamo con quel breve nome. Dio è la nostra incompiutezza, è quel che ci manca, quel che non siamo; ma è anche il tutto di cui siamo parte, ma il tutto non è composto dalle sue singole parti, è qualcosa di più, che trascende la somma delle parti.

Ho letto in questi giorni dimostrazioni dell’inesistenza di Dio francamente puerili, presuntuose, non migliori delle prove miracolistiche o irrazionali della sua esistenza. Se cristiano sta per cretino, come spiega Odifreddi, ateo sta per idiota, cioè incapace di pensare all’Intelligenza del mondo, chiuso nel recinto privato della sua mente. Chiamiamo caso quel che non riusciamo a spiegare; Caos è il nome che diamo alla nostra abissale ignoranza. Senza Dio sono sorti tanti piccoli dei. Ognuno si fa il suo dio. Idolatrie. Al tempo dei Lumi la Ragione scacciò Dio; ma è la Ragione a chiedere di Lui se non vuole impazzire.

Vorrei quasi dire: non credo in Dio ma penso in Dio. E’ tempo di trasgredire all’ateismo militante e scrivere sui muri della mente Viva Dio. Scriverlo non ci costa nulla, cancellarlo ci costa tutto.




Gino Quarelo
Sì sì, ma non si confonda Dio con gli idoli delle religioni, di tutte le religioni compresa quella cristiana con il suo ebreo Cristo divinizzato; non si confonda la dotazione spirituale naturale e universale di tutte le creature con la religiosità delle varie religioni che è una spiritualità tradita e traviata, deformata e addomesticata. La spiritualità è altro dall'idolatria. In verità l'ateo vero non esiste, esiste invece l'aidolo o ateo-credente inconsapevole che nega gli idoli religiosi. Dio quello naturale e universale non può essere negato o affermato in quanto coincide con la vita stessa e pertanto non ha alcun senso negarlo o affermarlo, mentre ha senso affermare o negare gli idoli che sono solo interpretazioni di Dio scambiate per Dio stesso. L'agnostico sta tra l'ateo e l'aidolo che è la posizione più corretta perché non mette l'uomo contro Dio né Dio contro l'uomo. La vera conoscenza di Dio da parte dell'uomo si ha quando l'uomo rinuncia a conoscere Dio con i suoi criteri umani e lascia che Dio agisca in lui naturalmente, limitandosi ad essere uomo e ad realizzarsi come tale come se Dio non ci fosse.

Francesca Ughi
Da agnostica dico che vedere l'essenza di Dio nell' "Intelligenza" è una percezione personalissima e fin troppo antropocentrica per il mio sentire. Detto questo, condivido il disgusto verso l'ateismo pubescenziale

Elisabetta Cogoni
Ora essere ateo è quasi una moda perché si sposa, secondo alcuni pure con la libertà di pensiero e sessuale, senza Dio non dobbiamo giustificarci e dimostrarne l'esistenza richiede uno sforzo maggiore, intellettivo, che liquidarlo con" non pervenuto" o altro, adesso si sta infoltendo una schiera di atei che accusano Dio del truce destino della terra ed incitano alla bestemmia, non possiamo dire Dio è morto, semmai è emersa la necessità di un caprio espiatorio, che ci libera e contemporaneamente non ci invita a dissertazioni che questi nuovi miscredenti non saprebbero affrontare

Pino Rocchi
Caro Marcello... permettimi il tono confidenziale, Dio esiste nella nostra intelligenza. Ma se non si è intelligenti e si agogna un posto alla COOP... allora non hai scampo: per forza di cose devi essere un ateo!

Bruno Laguzzi Marino
Mi permetta di dirle che innanzitutto Odifreddi ha chiarito il discorso del cristiano-cretino facendo riferimento ad un discorso di associazione etimologica. In secondo luogo, Odifreddi come molti altri atei ha ripetuto più volte di credere nel “Deus sive natura” spinoziano e spesso ha usato la parola “Logos” per definire “dio”. Molti di loro credono in una Ragione, ma ovviamente rifiutano la favola di Cristo, la descrizione di Yahweh come Padre, la non verificabilità delle fonti, e le paragonano ai miti omerici. Non vedo fobia, vedo indagini critiche fondate e rispettabili.

Elisabetta Cogoni
Si certo il panteismo

Alfredo Moretti
"Deus sive natura", di spinoziana origine, è la non risposta più semplice che ciascuno può darsi alla domanda di sempre "Dio cos'è", meglio "Dio chi è". Vede, Odifreddi invoca la sua militanza ateista con passione, ma è sospetta perchè sembrerebbe addirittura autolesionista. Sono, certamente, fatti suoi ma non sono io che scrive libri interi sugli arrovvelamenti ansiosispasmodi di una mente

Alfredo Moretti
...di una mente invasa dalla ragione.

Bruno Laguzzi
Marino Credo che la sua infanzia da seminarista e la sua mentalità scientifico-razionalista l'abbiano portato a cercare di comprendere perché miliardi di persone credono. Inoltre, credo che sia un passatempo per lui, una sorta di passione che denota, a mio avviso, lo spirito del ricercatore che non si barrica dietro al sapere conosciuto. Le differenze stanno nel metodo: lo scienziato non può accettare il "credo ut intelligam". La strada che ha illuminato le conquiste scientifiche è l'opposta.

Francesco Rossi
Eppure Bruno Laguzzi , la scienza moderna è nata da un atto di fede, non da un atto di ragione.

Guglielmo Scialpi
Credente-cretino non cristiano. Odifreddi a livello esegetico lascia a desiderare!

Bruno Laguzzi Marino
Sig, Rossi, non sono d'accordo.
Possiamo fare risalire la scienza moderna al Rinascimento dove si afferma una concezione della scienza come un sapere verificabile, controllabile e ripetibile. L'ANALISI delle cause dei fenomeni era il pilastro portante, come la ricerca di leggi elaborate sulla base di ipotesi vagliate da esperimenti ed espresse in termini matematici. L'ipotesi non è un atto di fede cieco.

Vanessa Landi
Il negazionista Odifreddi non è buono nemmeno come logico e matematico, figuriamoci se può permettersi l'esegesi biblica!

Bruno Laguzzi Marino
Beh, io non ho gli strumenti per valutare le competenze di Odifreddi. Magari Lei avrà ottenuto una medaglia Fields e può fare codeste valutazioni. Per quanto riguarda la Bibbia, non credo che ci sia bisogno di un esegeta per comprendere che il testo non è assolutamente affidabile. Bisogna semplicemente leggerlo senza i veli del condizionamento.

Antonio Malagnino
Il professor Stephen Hawking ha " dimostrato " che il tempo è nato con il Big Bang. Non ha senso pensare a "prima" di questo evento perché non esisteva un prima. L'assenza di un "prima" non implica la necessità di una causa che produca un effetto. Quindi la creazione non ha una causa, non è generata da niente. È spontanea. Il professore ha detto: Non c'è bisogno di Dio per spiegare le leggi della fisica.....se Dio avesse voluto creare l'uomo perché avrebbe dovuto creare tutto il resto ? Beh professore....ma se tutto il resto è in netta prevalenza rispetto all'uomo perché allora l' uomo nella sua unicità e singolarità? Se le leggi della fisica hanno prodotto stelle e galassie perché dovevano produrre l'essere umano? Caso?

Raffaella Giuca
Perdona Antonio Malagnino non ho compreso cosa vuoi dire. La creazione è generata dal niente? E cosa c'entra la causa-effetto con la creazione, sono due concetti diversi. Ho visto il film di Hawking, abbastanza deludente e confusionario. Alla fine del film lui dice che è sempre alla ricerca della Teoria del Tutto e quello che ha scoperto rimane una sua teoria.

Antonio Malagnino
Raffaella Giuca nel libro" Il grande disegno " Hawking dice che siccome il tempo è nato col Big bang allora non ha senso chiedersi cosa ci fosse prima del Big Bang . Siccome non c'è un prima allora in questo stato di cose non esiste il rapporto causa-effetto, ovvero non esiste un principio primo che generi un evento come il Big bang. Quindi l' Universo si sarebbe creato spontaneamente dal nulla.Lui sostiene che le leggi della fisica non hanno bisogno di Dio per essere spiegate. Esistono e basta. Ha messo in difficoltà molti teologi. Il film comunque non è stato girato per parlar delle sue teorie ma della sua vita.

Raffaella Giuca
Lui....sostiene. Ecco!!!! :-)

Antonio Malagnino
Raffaella Giuca, Hawking non ha dimostrato che Dio non esiste, ha dimostrato che l' universo è nato dal nulla.

Raffaella Giuca
Antonio Malagnino , grazie per la risposta.

Mattia Canciani
Mamma mia Veneziani che pezzaccio!! Incredibile come lei riesca sempre a stupirmi, complimenti a lei, e alla sua immensa capacità di pensare. Un maestro.

Alessandro Merletti
Io direi che "pezzone " pezzaccio lo trovo dispregiativo.

Mattia Canciani
Alessandro Merletti chiamalo come vuoi. Il senso mi pareva chiaro.

Michele Militano
Ottimo Veneziani,ci costringe a riflettere

Mattia Canciani
Michele Militano bravo Michele, ha detto benissimo..e il senso delle sue parole non è cosa da poco.

Gianluigi Brambilla
Giusto se Dio non c'è è inappropriato dirsi ateo...è certamente vero che il nostro io é gettato nell'essere non per nostra volontà, il nostro io è nell'essere istante per istante...eppure, nonostante la ragione ci indichi il contrario, normalmente non siamo nell'angoscia. Come è ragionevole, per un bambino, sentirsi al sicuro nelle braccia di un genitore, così è ragionevole, per il nostro io, sentirsi al sicuro nelle braccia di un creatore, che ci tiene nell'essere attimo dopo attimo...e dato che il nulla non esiste veramente, in quanto non lo posso definire, é ragionevole pensare che il nulla non esiste...quindi, se ci sono gettato, entro nell'essere per sempre sostenuto dalle braccia del PADRE CREATORE....

Afrus Gamba S
ono ateo e non sono di sinistra e se i credenti pensano che essere atei sia un modo per scantonare le responsabilità morali e sociali li invito a studiare la storia dell'umanità . In quanto ateo sono sicuramente per la libertà religiosa , cosa che i credenti non hanno mai dimostrato di possedere.Sono anche orgoglioso di essere ignorante , la più grande scoperta dell'umanità è stata la scoperta dell'ignoranza. Da essa è derivata la scienza e lo sviluppo del pensiero libero e adogmatico.

Graziano Gastaldo
Si può credere in Dio senza credere nella chiesa. Soprattutto la cattolica degli ultimi anni è un’entita che sfrutta e strumentalizza a suo consumo l’immagine dell’ INTELLIGENZA

Michele Militano
Giustissimo.La chiesa non rappresenta Dio

Renato Landi
...come dice Feltri in tema di "razza" (se non esiste la "razza" non può esistere il "razzismo"), penso sia legittimo affermare che non si possa parlare di "ateismo" se si sfferma che Dio non esiste.
Oggi fa più tendenza dichiararsi "agnostici".
La differenza sta nel fatto che, mentre l'agnostico afferma semplicemente l'impossibilità di conoscere la verità sull'esistenza di Dio o di altre forze soprannaturali, l'ateo non crede nell'esistenza di alcun Dio o qualsiasi altro tipo di entità o forza superiore.
Resta solo da capire se uno si dichiara agnostico perché non vuole approfondire ovvero non approfondisce per potersi dichiarare agnostico.

Florpal Nayryan
No.. Io sono agnostico perché la mia intelligenza si ferma di fronte a Occam.

Francesco Rossi
Che poi, se uno è agnostico, come fa ad affermare con certezza che una cosa che riguarda l'Assoluto, è impossibile? :)

Vincenzo Di Giorgio
Il concetto di dio è indescrivibile , certo non nell'iconografia normale , impossibile da spiegare a livello scientifico ( unica maniera del conoscere ) ma facilmente comprensibile come spiegazione del creato per i cervelli poveri anelanti protezione psichica . La vita , ovunque nell'Universo , si basa su leggi fisiche ben determinate e capite dalla scienza , non ci sono misteri , non c'è morale ne bontà o cattiveria , c'è la fisica ! L'unico mistero insondabile è la grandezza dell'Universo , è finito o infinito ? Questo è il problema !

Marinela Hotoleanu
Deus sive Natura. La Natura è sempre Dio, ciò che è, ciò che fu, ciò che sarà. Per gli antichi la vita degli uomini è un'apparenza di quella degli Dèi. (Il Dio non crea il mondo: il mondo è il Dio stesso come apparenza). Sub specie aeternitatis, Imperi...Altro...
Paolo Staffolani "Dio c'è" era scritto nei cartelli stradali anni addietro, Pascal scommetteva sull'esistenza di Dio. Non si può non scommettere, in un senso o nell'altro; pari deve essere riconosciuta la dignità perché entrambe le posizioni risultano dolorose essendo l'eternità solo dialettica attesa.

Andrea Imperatori
Ci si professa atei nel nome del processo contro il cattolico Galileo.
Ci si professa atei nel nome della genetica, scoperta dal cattolico (nonché sacerdote) Gregorio Mendel.
Ci si professa atei nel nome della teoria dell'evoluzione delle specie costruita dall'anglicano Darwin che loda Iddio per le proprie intuizioni.
Ci si professa atei per la teoria del Big Bang che sposterebbe l'inizio dell'Universo dalla creazione su di un piano materiale, dimenticando che l'autore della teoria, George Lemaitre, oltre ad essere un insigne scienziato belga, era anche un prete cattolico e che Pio XII fu tra i massimi propugnatori di tale teoria scientifica attraverso la Pontificia Accademia delle Scienze.
Il più delle volte ci si professa atei, insomna, senza aver chiaro il perché, compiendo forse il più stupido e insensato degli atti di fede.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Fede naturale e fede religiosa

Messaggioda Berto » gio giu 28, 2018 8:03 pm

???

Il diavolo divide, Dio unisce. Dobbiamo scegliere con chi stare
mercoledì 2 maggio 2018

https://www.avvenire.it/papa/pagine/udi ... 02-05-2018

"Il diavolo è colui che divide. Dio unisce sempre gli uomini e i popoli". Papa Francesco lo ha ricordato all'Udienza generale di oggi, dedicata anche questa settimana al tema del Battesimo
Il Papa: il diavolo divide, Dio unisce. Dobbiamo scegliere con chi stare

Papa Francesco ha fatto il suo ingresso in piazza San Pietro alle 9.20 e subito dopo aver iniziato il giro tra i settori della piazza ha fatto salire sulla jeep bianca scoperta 6 bambini, tre maschi e tre femmine, tutti in maglietta bianca con la scritta blu: “Coraggio di spendere la vita”.

Tra i 15mila fedeli presenti all'udienza generale, moltissimi i bimbi che il Papa, come di consueto, ha baciato e accarezzato lungo il tragitto, richiamato a gran voce dai saluti dei fedeli accalcati alle transenne. Tra le bandiere che sventolano tra la folla, anche quelle dell’Uruguay e del Brasile. Prima di compiere il tragitto a piedi verso la sua postazione al centro del sagrato, un abbraccio commovente e prolungato con un ragazzo down, accompagnato da una signora anziana – forse la mamma o la nonna – anche lei visibilmente commossa quando ha ricevuto a sua volta l’abbraccio di Francesco.

IL TESTO INTEGRALE DELLA CATECHESI
"O stai con Dio o con il diavolo: la rinuncia e l’atto di fede vanno insieme"

Così si è espresso il Papa, commentando nell'udienza di oggi il momento in cui, durante il rito del Battesimo, si rinuncia a Satana, prima di pronunciare il Credo. "Santificata l’acqua della fonte, bisogna disporre il cuore per accedere al battesimo", ha spiegato Francesco: "Ciò avviene con la rinuncia a Satana e la professione di fede, due atti strettamente connessi tra loro". "Nella misura in cui dico no alle suggestioni del diavolo – il diavolo è colui che divide – sono in grado di dire sì a Dio che mi chiama a conformarmi a lui nei pensieri e nelle opere", ha proseguito il Papa. "Il diavolo divide, Dio unisce sempre la comunità, la gente, in un solo popolo", ha aggiunto a braccio. "Non è possibile aderire a Cristo ponendo condizioni", il monito: "Occorre distaccarsi da certi legami per poterne abbracciare davvero altri". "Noi, per quella gente che non si sa bene il profilo che ha, e che sempre è riuscita a cavarsela bene ma non chiaramente, diciamo: ‘Questo va bene con Dio e col diavolo'", l’esempio citato a braccio: "Questo non può andare: o stai con Dio o con il diavolo, la rinuncia e l’atto di fede vanno insieme. Occorre tagliare dei ponti, lasciandoli alle spalle, per intraprendere la nuova via che è Cristo".

IL VIDEO INTEGRALE DELLA CATECHESI

"Io rinuncio e io credo" è la "base" del Battesimo

"La risposta alle domande – ‘Rinunciate a Satana, a tutte le sue opere, e a tutte le sue seduzioni?’ – è formulata alla prima persona singolare: Rinuncio". A farlo notare è stato il Papa, nella catechesi di oggi dedicata ancora una volta al rito del Battesimo. "Io rinuncio, così si risponde", ha proseguito Francesco a braccio: “Non anonimamente, rinuncio io. E allo stesso modo viene professata la fede della Chiesa, dicendo: ‘Credo'”. “Io rinuncio, e io credo: e questo è alla base del battesimo”, ha sottolineato ancora fuori testo.

Secondo il Papa, si tratta di "una scelta responsabile, che esige di essere tradotta in gesti concreti di fiducia in Dio. L’atto di fede suppone un impegno che lo stesso battesimo aiuterà a mantenere con perseveranza nelle diverse situazioni e prove della vita". Poi Francesco ha citato l’antica sapienza di Israele: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione". "Cioè preparati alla lotta", ha aggiunto a braccio: "E la presenza dello Spirito Santo ti darà la forza per lottare bene". "Quando intingiamo la mano nell'acqua benedetta e facciamo il segno della Croce, pensiamo con gioia e gratitudine al battesimo che abbiamo ricevuto", l’invito finale: "Quest’acqua ci ricorda il battesimo, l’acqua benedetta ci ricorda il battesimo, il commento a braccio. E rinnoviamo il nostro Amen – sono contento – per vivere immersi nell'amore della Santissima Trinità".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Fede naturale e fede religiosa

Messaggioda Berto » gio giu 28, 2018 8:04 pm

Un libro di Ratzinger tutto da leggere
maggio 8, 2018 Emanuele Boffi

https://www.tempi.it/uomo-dipende-da-di ... vHAIZe-mjJ

La Stampa ha pubblicato la prefazione di papa Francesco al nuovo libro di Benedetto XVI dedicato a “Fede e politica”. Tanti spunti cui Tempi si dedicherà nei prossimi mesi

Caro direttore, ho letto sulla Stampa la prefazione di papa Francesco al nuovo libro di Benedetto XVI, Liberare la libertà. Fede e politica nel terzo millennio (Editrice Cantagalli). Mi sembra un libro di straordinaria attualità, e non solo per la contingente situazione italiana (dove non si riesce a fare un governo manco per finta), ma perché, almeno per quel che leggo dalle parole di Francesco, in questo volume il papa emerito mette in luce come per i cattolici esistano questioni “politiche” che non possono essere eluse. Poiché ho visto che Tempi nelle settimane scorse si è interrogato su quale potesse essere la “casa dei cattolici” mi chiedevo se non fosse il caso che vi dedicaste un approfondimento.

Giorgio Ansaldi via email

Gentile Giorgio, la risposta è: sì, ce ne occuperemo certamente. Già solo il titolo attira la nostra attenzione, come avrà modo di vedere nel numero di maggio di Tempi dedicato al ’68 e che arriverà a casa degli abbonati a fine mese (in cui abbiamo scritto provocatoriamente che «la libertà non vi farà liberi»). Come giustamente lei nota, la questione del rapporto tra fede e politica è al centro dei nostri interessi perché pensiamo che una fede che non si ripercuota sull’agire sociale sia una povera fede, così come una politica che non tenga conto dei suoi riferimenti ideali finisca presto per diventare mera gestione del potere.

Di spunti nel libro ve ne sono moltissimi. Leggete, ad esempio, questa frase di Benedetto XVI riportata da Francesco:

«Lo Stato – scrive in questo senso in uno dei testi proposti – non è la totalità dell’esistenza umana e non abbraccia tutta la speranza umana. L’uomo e la sua speranza vanno oltre la realtà dello Stato e oltre la sfera dell’azione politica. Ciò vale non solo per uno Stato che si chiama Babilonia, ma per ogni genere di Stato. Lo Stato non è la totalità. Questo alleggerisce il peso all’uomo politico e gli apre la strada a una politica razionale. Lo Stato romano era falso e anticristiano proprio perché voleva essere il totum delle possibilità e delle speranze umane. Così esso pretende ciò che non può; così falsifica ed impoverisce l’uomo. Con la sua menzogna totalitaria diventa demoniaco e tirannico».

Come nota acutamente Francesco, Ratzinger mostra tutto il suo talento nel proporre «una visione cristiana dei diritti umani capace di mettere in discussione a livello teorico e pratico la pretesa totalitaria dello Stato marxista e dell’ideologia atea sulla quale si fondava». Una visione non “pauperista”, non marxista, che non ha la pretesa di «collocare il cielo sulla terra, la redenzione dell’uomo nell’aldiquà», ma che sa che «l’unica via che porta alla liberazione è la completa dipendenza dall’amore, dipendenza che sarebbe poi anche la vera libertà».

“La libertà è una dipendenza dall’amore” è una frase intrigante che va ben spiegata. Francesco lo fa sottolineando ancora un passaggio decisivo degli scritti del suo predecessore:

«Oggi infatti, più che mai, si ripropone la medesima tentazione del rifiuto di ogni dipendenza dall’amore che non sia l’amore dell’uomo per il proprio ego, per “l’io e le sue voglie”; e, di conseguenza, il pericolo della “colonizzazione” delle coscienze da parte di una ideologia che nega la certezza di fondo per cui l’uomo esiste come maschio e femmina ai quali è assegnato il compito della trasmissione della vita; quell’ideologia che arriva alla produzione pianificata e razionale di esseri umani e che – magari per qualche fine considerato “buono” – arriva a ritenere logico e lecito eliminare quello che non si considera più creato, donato, concepito e generato ma fatto da noi stessi».

Eccoci dunque ad un altro tema di grande attualità e interesse: «Questi apparenti “diritti” umani che sono tutti orientati all’autodistruzione dell’uomo». “Diritti” che hanno tutti un comun denominatore: «La negazione della dipendenza dall’amore, la negazione che l’uomo è creatura di Dio, fatto amorevolmente da Lui a Sua immagine e a cui l’uomo anela come la cerva ai corsi d’acqua». E da dove ripartire per difendere l’uomo da queste «riduzioni ideologiche»? Francesco lo dice senza mezzi termini: occorre «difendere la famiglia».

Dunque ha ragione gentile Giorgio: sono tutti temi a noi cari. Che sono cari a noi e che dovrebbero essere cari a tutti, non solo ai cattolici. Perché, come scrive sempre Francesco

«essi possono aiutare non solo tutti noi a comprendere il nostro presente e a trovare un solido orientamento per il futuro, ma anche essere vera e propria fonte d’ispirazione per un’azione politica che, ponendo la famiglia, la solidarietà e l’equità al centro della sua attenzione e della sua programmazione, veramente guardi al futuro con lungimiranza».

Oggi sul blog di Sandro Magister è stato anticipato il capitolo inedito contenuto nel libro. Il titolo è “Se Dio non c’è, crollano i diritti umani”. Come nota il vaticanista dell’Espresso si tratta di «un testo di chiarezza cristallina» «sulla questione capitale del fondamento dei diritti umani, i quali o sono ancorati nella fede nel Dio creatore, o non sono».

Il capitolo merita lettura integrale. Qui ne riportiamo solo il finale, nel quale Ratzinger si rivolge a Marcello Pera con queste parole:

«L’idea di Dio include il fondamentale concetto dell’uomo quale soggetto di diritto e con ciò giustifica e insieme stabilisce i limiti della concezione dei diritti umani. Lei nel suo libro ha mostrato in modo persuasivo e stringente cosa accade quando il concetto dei diritti umani viene scisso dall’idea di Dio. La moltiplicazione dei diritti conduce da ultimo alla distruzione dell’idea di diritto e conduce necessariamente al “diritto” nichilista dell’uomo di negare se stesso: l’aborto, il suicidio, la produzione dell’uomo come cosa diventano diritti dell’uomo che al contempo lo negano. Così, nel suo libro emerge in modo convincente che l’idea dei diritti umani separata dall’idea di Dio in ultimo non conduce solo alla marginalizzazione del cristianesimo, ma in fin dei conti alla sua negazione. Questo, che mi sembra essere l’autentico scopo del suo libro, è di grande significato di fronte all’attuale sviluppo spirituale dell’Occidente che nega sempre più i suoi fondamenti cristiani e si volge contro di essi».
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Re: Fede naturale e fede religiosa

Messaggioda Berto » gio giu 28, 2018 8:07 pm

???

Il cardinale: "I vescovi non conoscono più la fede"
Francesco Boezi - Gio, 28/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 46270.html

"Fedeli che si sentono abbandonati e traditi dai pastori" e "Vescovi che non conoscono più la fede". Il cardinale tedesco Mueller non si sta risparmiando, ne ha per tutti

Nonostante non sia più il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, le sue disamine sono sempre molto richieste. Specie quando riguardano la dottrina cattolica. Il porporato tedesco, che una semplicistica catalogazione giornalistica inserisce spesso nell'elenco dei "ratzingeriani", continua a rilasciare interviste.

L'ultima, in ordine di tempo, è stata quella al Catholic World Report.

Affermazioni a tutto campo, che hanno spaziato dall'intercomunione per le coppie miste, cioè dalla proposta fatta in materia dal cardinale Rehinard Marx e dalla maggioranza della Conferenza episcopale tedesca, al più generico "stato di salute" della Chiesa cattolica. Il prefetto emerito, già in tempi non sospetti, si era dichiarato contrario all'accesso alla comunione per coniugi protestanti dei cattolici. Un punto ribadito anche al Catholic World, quando Mueller ha detto che: "Nessun vescovo ha l’autorità di amministrare la Santa Comunione a cristiani che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica. Solo in una situazione di pericolo di morte - ha sottolineato il cardinale - il protestante può chiedere l’assoluzione sacramentale e la Santa Comunione come viatico, se condivide tutta la fede cattolica ed entra così in piena comunione con la Chiesa cattolica, anche se non ha ancora dichiarato ufficialmente la sua conversione". La traduzione integrale dell'intervista a Mueller è riportata su questo blog. Le parole più forti, però, sono state pronunciate dal teutonico in difesa dei cosiddetti "fedeli conservatori", che sarebbero osteggiati, in quanto schieratisi contro il "processo di protestantizzazione", tanto da essere "esposti alla campagna diffamatoria dei media liberali e anticattolici". Fedeli posti in secondo piano, insomma.

"Considerano la secolarizzazione e la scristianizzazione dell’Europa come uno sviluppo irreversibile - ha detto Mueller riferendosi al "gruppo di vescovi tedeschi" che sta tentando di traghettare la Chiesa nel "futuro" tramite una "marcia verso la modernità" - . "Per questo motivo - ha specificato l'ex prefetto - la Nuova Evangelizzazione – programma di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI – è a loro avviso una battaglia contro il corso oggettivo della storia, simile a quella di Don Chisciotte contro i mulini a vento. Essi cercano per la Chiesa una nicchia dove si possa sopravvivere in pace".

Mueller non lo dice, ma sembrerebbe "accusare" di modernismo una parte dell'episcopato tedesco. Ecco, quindi, che "stiamo vivendo una conversione al mondo invece che a Dio". "Ci sono molte persone - ha argomentato il cardinale rispondendo a una domanda sullo "stato di salute" del cattolicesimo in Europa - che vivono la loro fede, amano Cristo e la sua Chiesa, e pongono tutta la loro speranza su Dio nella vita e nella morte. Ma tra loro ce ne sono parecchi che si sentono abbandonati e traditi dai loro pastori". "Purtroppo - ha chiosato il prefetto emerito soffermandosi sull'intercomunione - persino i vescovi oggi non conoscono più la fede cattolica nell’unità della comunione sacramentale ed ecclesiale, e giustificano la loro infedeltà alla fede cattolica con presunte preoccupazioni pastorali o con spiegazioni teologiche, che però contraddicono i principi della fede cattolica". Non c'è alcun futuro, sostiene il prelato "conservatore", per una versione "dietetica" del cattolicesimo.
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Re: Fede naturale e fede religiosa

Messaggioda Berto » gio set 27, 2018 5:21 am

Fede e ragione: "credo ut intelligam" e "intelligo ut credam"
di Padre Giacobbe Elia
28 giugno 2016

https://www.intelligonews.it/spirituali ... ut-credam/

Muovendoci alla ricerca della Verità Eterna “abbiamo sottoposto le religioni e i loro fondatori a tre verifiche decisive per appurare quale sia quella vera”, certi di potere riconoscere con il lume della ragione tra i tanti il volto del vero Inviato di Dio; e abbiamo considerato che Egli dev’essere stato da Dio innanzitutto preannunciato con profezie; munito della Sua conoscenza e della potenza dei miracoli, che, dominando la natura, provano la sua effettiva comunione con l’Onnipotente, e che il suo insegnamento non dev’essere contrario alla ragione umana, pur trascendendola.

L’ultimo di questi tre criteri di discernimento, che trovano soltanto in Gesù e nel suo Vangelo la loro più piena soddisfazione, è particolarmente interessante perché ha avviato quella dialettica tra fede e ragione che ha fatto dell’Occidente il semenzaio e la fucina della scienza. Questo felice processo è tutto nella celebre e vibrante ammonizione che Dante mette in bocca ad Ulisse, per incoraggiare i suoi compagni di avventura a non abbandonarlo nell’impresa di navigare oltre le colonne di Ercole, metafora del limite estremo del mondo conosciuto: «Considerate la vostra semenza: / Fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza» (Inferno, c. XXVI, vv.118–120). L’esercizio della virtù (intesa nella sua pregnanza semantica latina, come affermazione del proprio valore) e l’acquisizione della scienza sono i due grandi ideali che qualificano l’uomo occidentale, originando dalla sua stessa semenza, la sua natura privilegiata che lo distingue dai bruti. Ma Dante è un finissimo teologo e sa che è proprio della Trinità arricchire i cristiani con i doni dello Spirito Santo che vedono l’intelletto e la scienza incastonati tra la Sapienza e la pietà. Dante sa che è il credente ad aver ricevuto il dono di andare oltre, perché credere è sinonimo di oltre-passare i limiti della sola ragione.

Chiamato a conoscere e ad amare Dio, a immagine del quale è stato fatto, l’uomo nota che le molteplici perfezioni delle creature riflettono la perfezione infinita del Creatore e scopre così alcune «vie» che lo conducono alla Sua conoscenza. Queste vie, che hanno come punto di partenza la creazione, cioè il mondo materiale e l’uomo, sono dette «prove dell’esistenza di Dio», non nel senso che il termine “prova” ha nel campo delle scienze naturali, ma nel senso che queste vie offrono «argomenti convergenti e convincenti» (CCC, 31) che permettono all’uomo, con la sola ragione, di conoscere con certezza Dio come origine e fine dell’universo e come sommo bene, verità e bellezza infinita.

Sulla scorta di san Paolo che afferma che anche i pagani possono arrivare a questa conoscenza di Dio (ma non a quella della sua vita intima, che solo Gesù rivela), perché: «Ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità», sant’Agostino concludeva: «Interroga la bellezza della terra, del mare, dell’aria [... e] del cielo, [...] interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. La loro bellezza è come un loro inno di lode [“confessio”]. Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli [cioè contingenti], chi le ha fatte se non uno che è bello [“Pulcher”] in modo immutabile?». A ragione Victor Hugo dichiarava che «Dio è l’invisibile evidente». «Il mondo e l’uomo – insegna il CCC n. 34 - attestano che essi non hanno in se stessi né il loro primo principio né il loro fine ultimo, ma che partecipano di quell’ «Essere» che è in sé senza origine né fine». Ma «l’uomo con le sole forze della sua natura, non ha potuto conoscere bene, completamente e senza errori, tutto il complesso delle verità naturali che riguardano i suoi rapporti con Dio», anzi ha conosciuto ben poche verità religiose, mescolate, però, a confusioni, errori, incertezze e deviazioni. Ci basti pensare allo sviluppo del concetto di religione, che dal monoteismo - affermato nelle epoche primitive e conosciuto dagli Ebrei – ha virato verso il politeismo e l’antropomorfismo, che finiscono per divinizzare l’uomo e le sue passioni.

«L’uomo, nel conoscere Dio con la sola luce della ragione, incontra molte difficoltà e, senza la grazia di Cristo, non può entrare da solo nell’intimità del mistero divino». Per farlo ha assoluto bisogno della rivelazione di Dio, la sola capace di illuminarlo non solo su ciò che supera la sua comprensione, ma anche sulle «verità religiose e morali che, di per sé, non sono inaccessibili alla ragione, affinché [esse] nella presente condizione del genere umano possano essere conosciute da tutti senza difficoltà, con ferma certezza e senza mescolanza d’errore».

È necessaria la Rivelazione di Cristo perché l’uomo non confonda «il Dio “ineffabile, incomprensibile, invisibile, inafferrabile” con le sue rappresentazioni umane. Le parole umane restano sempre al di qua del mistero di Dio». Questa tensione ha avviato e sostenuto il rapporto fecondo e proprio tra la Rivelazione cristiana, iniziata con l’A.T., e la scienza. La Chiesa cattolica non ha mortificato la scienza, ma l’ha vigorosamente impulsata, perché è convinta che «anche se la fede è sopra la ragione, - come insegna infallibilmente il Concilio Vaticano I - non vi potrà mai essere vera divergenza tra fede e ragione: poiché lo stesso Dio che rivela i misteri e comunica la fede, ha anche deposto nello spirito umano il lume della ragione, questo Dio non potrebbe negare se stesso, né il vero contraddire il vero». La dialettica tra fede e ragione trova la sua illustrazione classica nella sintesi di sant’Anselmo, dove il «Credo ut intelligam» trova il suo termine speculare nella «fides quaerens intellectum», per cercare di giustificare la realtà misteriosa della fede da cui muove e, così, giungere, nel rispetto del mistero ineffabile di Dio e con l’indispensabile aiuto della grazia di Cristo, all’«intelligo ut credam». La ragione – spiega sant’Anselmo - raggiunge il culmine della sua attività e autonomia quando comprende che l’oggetto a cui crede (Dio) è incomprensibile. Né può essere altrimenti, dirà Pascal.

Sant’Anselmo insegna che tra fede e ragione non c’è frattura, perché l’una e l’altra sono chiamate a operare in modo sinergico: la ragione non solo non contraddice la fede, ma si fa suo strumento. Nel Proslogion illustra chiaramente il suo metodo d’indagine, teso a rendere – per quanto è possibile – ragionevole, cioè comprensibile e accessibile, la verità rivelata:

«Io non tento, Signore, di sprofondarmi nei tuoi misteri perché la mia intelligenza non è adeguata, ma desidero capire un poco della tua verità che il mio cuore già crede ed ama. Io non cerco di comprenderti per credere, ma credo per poterti comprendere».Sant’Anselmo è un cristiano e come tale ha fiducia nella ragione donata all’uomo dal Dio che in Cristo si rivela apertamente. Egli è convinto che la fede invoca la nostra intelligenza (fides quaerens intellectum) come sua alleata, preziosa e necessaria, per illuminare e illustrare, per quanto le è possibile, i misteri rivelati (la verità rivelata) e così aiutare il credente ad aderirvi consapevolmente. Egli sa bene che l’intelligenza dell’uomo si avvilisce e si involve se rinuncia alla luce della fede. “Credo per capire”, credo ut intelligam, è la celebre formula con la quale Sant’Anselmo rivendica il primato della fede sull’impegno della ragione. È la fede a fondare e ad avviare l’investigazione della ragione (è la certezza di essere figlio che giustifica la fiducia del bambino nei confronti del padre, anche in quello che egli non può ancora ben capire), la quale con le sue spiegazioni fa comprendere e gustare il contenuto della fede, che è la verità rivelata.

Sant’Anselmo vede chiaramente sia che i misteri divini superano la ragione sia che la fede cristiana e la ragione convergono verso l’unica verità che viene raggiunta attraverso strade diverse. Non ci sono infatti due verità, ma un «duplice ordine di conoscenza» (DS 3015) che non possono tra loro entrare in contrasto perché la verità è unica11, come insegnerà anche il Conc. Vat. I.

Contro gli errori delle teorie illuministiche e razionaliste e quelle dei tradizionalisti, il Concilio Vaticano I con la Costituzione Dogmatica Dei Filius (24 aprile 1870) afferma che la fede non è un «moto cieco dell’animo», ma deve essere accompagnato dalla ragione.

«Nella teologia scolastica – ha scritto Giovanni Paolo II – il ruolo della ragione filosoficamente educata diventa ancora più cospicuo sotto la spinta dell’interpretazione anselmiana dell’intellectus fidei. Per il santo

Arcivescovo di Canterbury la priorità della fede non è competitiva con la ricerca propria della ragione. Questa, infatti, non è chiamata ad esprimere un giudizio sui contenuti della fede; ne sarebbe incapace, perché a ciò non idonea. Suo compito, piuttosto, è quello di saper trovare un senso, di scoprire delle ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti della fede. Sant’Anselmo sottolinea il fatto che l’intelletto deve porsi in ricerca di ciò che ama: più ama, più desidera conoscere» (Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Fides et Ratio, n. 42).

Le scienze (sia quelle naturali, dalla fisica all’astronomia, passando per la botanica e la zoologia…, che quelle umane: sociologia, psicologia, storiografia...) s’interrogano sul “come?” dei fenomeni e li descrivono, la religione invece non si accontenta d’investigare il “come?”, ma si chiede anche “perché?” dei fenomeni. E non dimentichiamo che tutti i grandi padri della scienza moderna furono grandi credenti, e che lo è anche oggi una percentuale sorprendentemente alta di scienziati. L’uomo moderno che s’illude di essere adulto e si proibisce di andare oltre il “come?” è responsabile della crisi di senso della nostra epoca, che cerca nei maestri esoterici e nelle sette le risposte alle domande più profonde dell’animo umano. Quest’atteggiamento ha fatto osservare a Malcolm Muggeridge (1903-1990): «Sappiamo così tanto! E capiamo così poco!». «La scienza descrive. Ma la Bibbia spiega. Al vertice, si riuniscono in una sola verità», recita un celebre detto.

André Frossard13 (1915–1995), il noto scrittore francese eletto all’Académie française nel 1987, ha spiegato bene che non bisogna cadere in equivoco quando si parla di “provare” l’esistenza di Dio, perché il compito della ragione consiste nel «riunire quelli che, nel diritto, si chiamano “indizi concordanti”, che salvaguardino il carattere di scommessa della fede e al contempo non rendano il credente irragionevole».

La dialettica tra fede e ragione è alla base della civiltà occidentale, ma anche del suo benessere. Uno dei più illustri sociologi del mondo Rodney Stark, specializzato in sociologia della religione e uno dei maggiori esponenti della teoria della “scelta razionale” e dal 2004 co-direttore dell’istituto di studi religiosi alla Baylor University (Texas), dopo aver insegnato per 32 anni all’Università di Washington, conclude uno dei suoi libri di maggior successo con il resoconto di un “intellettuale cinese”: «Una delle cose che ci è stato chiesto di indagare è che cosa ha permesso il successo, o meglio, il primato dell’Occidente su tutto il resto del mondo. Abbiamo studiato tutte le possibilità da un punto di vista storico, politico e culturale. All’inizio abbiamo pensato che fosse perché voi avevate armi più potenti delle nostre. Poi abbiamo ritenuto che voi aveste un sistema politico migliore. Poi ci siamo concentrati sul vostro sistema economico. Ma negli ultimi vent’anni abbiamo compreso che il cuore della vostra cultura è la vostra religione: il cristianesimo. Ecco perché l’Occidente è così potente. Le basi morali cristiane della vita sociale e culturale sono state ciò che ha permesso l’emergere del capitalismo e poi la riuscita transizione verso politiche democratiche. Non abbiamo alcun dubbio in proposito» (Rodney Stark, La Vittoria della ragione. Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza, Lindau, Torino 2006).

Desidero concludere con la preghiera di un grande scrittore e giornalista francese, premio Nobel per la letteratura nel 1952; vincitore del Grand Prix du Roman, fu anche membro dell’Académie française, giornalista e critico letterario per Le Figaro e decorato con la Legion d’onore, François Charles Mauriac (1885–Parigi 1970): «“Nessuno va al Padre se non per me”. Se non avessi conosciuto il Cristo, Dio sarebbe per me una parola vuota di senso, l’Essere infinito per me sarebbe stato inimmaginabile, impensabile. È stato necessario che Dio entrasse nell’umanità e che, a un preciso momento della storia, sopra un determinato punto del globo, un essere umano fatto di carne e di sangue pronunciasse certe parole, compisse certi atti, perché io mi gettassi in ginocchio. Se il Cristo non avesse detto: «Padre Nostro...» io non avrei mai avuto da me stesso il senso di questa filiazione, questa invocazione non sarebbe mai salita dal mio cuore alle mie labbra» (F. Mauriac).

David Aikman, corrispondente estero di lungo corso di “Time”, in un suo libro, pubblicato solo pochi anni fa, dedicato al vertiginoso sviluppo economico della Cina e al crescente numero di conversioni al cristianesimo in quello sterminato paese, che ben conosceva, riporta il dialogo di un brillante studioso della “Chinese Academy of Social Sciences “ (CASS) di Pechino, con un gruppo di giovani americani: “una delle cose che ci è stato chiesto di indagare è che cosa ha permesso il successo, o meglio, il primato dell’occidente su tutto il resto del mondo. Abbiamo studiato tutte le possibilità da un punto di vista storico, politico, economico e culturale. Al’ inizio abbiamo pensato che fosse perché voi avevate armi più potenti delle nostre. Poi abbiamo ritenuto che voi aveste un sistema politico migliore. Poi ci siamo concentrati sul vostro sistema economico. Ma negli ultimi venti anni abbiamo compreso che il cuore della vostra cultura è la vostra religione: il cristianesimo. Ecco perché l’occidente è così potente. Le basi morali cristiane della vita sociale e culturale sono state ciò che ha permesso l’emergere del capitalismo e poi la riuscita transizione verso politiche democratiche. Non abbiamo alcun dubbio in proposito”.

Un’affermazione del genere, ripetuta oggi, in Italia e in Europa, rischierebbe di essere totalmente ignorata o, peggio, ridicolizzata. Siamo talmente bombardati di luoghi comuni che dipingono il pensiero cristiano come oscurantista, retrogrado e nemico della ragione che una tale idea risulti quasi improponibile. Una cappa di pensiero unico si è imposta negli ambienti degli “intellettuali” alla moda, che sbeffeggiano tutto ciò che sia in qualche maniera riconducibile al cristianesimo, rifacendosi in nome della cultura, della modernità e del progresso, alla assoluta contrapposizione fra società laica e religiosa. La storiografia positivista ottocentesca, continua ancora oggi a proporre libri di testo che descrivono il “Medio Evo” non come la culla delle future glorie dell’occidente ma come epoca buia, inneggiando piuttosto al “secolo dei lumi” e alle grandi “rivoluzioni”. E così scuola, stampa e comunicazione in generale, fanno da cassa di risonanza talmente potente che oggi pare impresa impossibile affermare che no, non è vero! Anzi è esattamente il contrario: se la scienza, la libertà e il progresso si diffusero in occidente e ne decretarono l’incredibile sviluppo il merito è stato essenzialmente del cristianesimo e della sua irremovibile fiducia nella ragione.

Noi, che del Segno più grande del cristianesimo portiamo il nome, proveremo a ripercorrere le tappe di questo straordinario sviluppo della nostra civiltà, fondata proprio su quelle radici, rifacendoci alle opere di Rodney Stark, da molti considerato il più grande sociologo delle religioni vivente. 80 anni compiuti lo scorso luglio, docente alla Baylor University (Texas), oltre 30 libri, tradotti in 15 lingue, il suo è un approccio originale e intriso di quel sano pragmatismo americano, come ci rivela questa intervista rilasciata in occasione della presentazione del suo “Il Trionfo del Cristianesimo. Come la religione di Gesù ha cambiato la stora dell’uomo ed è divenuta la più diffusa al mondo”, nel 2012. Secondo Stark è stata la “convenienza umana” della proposta cristiana a risultare “vincente” ieri e oggi, nei diversi contesti: «l’impegno del primo cristianesimo alla misericordia è stato tanto capace di mitigare la sofferenza al punto che i cristiani vivevano pure più a lungo dei loro fratelli pagani […] si facevano carico di chi era ammalato, di quanti erano vecchi, di chi era in condizioni di povertà. Con il risultato che essi erano capaci di sopravvivere più lungo nei momenti difficili».

Inoltre, a proposito delle donne: «le donne cristiane vivevano meglio delle loro pari grado pagane: ad esempio, si sposavano ad un’età più matura, i loro mariti erano più fedeli rispetto a quelli non cristiani, gli uomini non divorziavano e le mogli non dovevano far fronte ai pericoli di aborti, una pratica molto diffusa tra i pagani del tempo. Per questo, al di là di aspetti più prettamente spirituali, i cristiani conducevano una vita decisamente più attraente rispetto ai non cristiani».

Le donne cristiane insomma godevano di uno status più alto rispetto alle donne del mondo greco-romano, osserva Stark, i cristiani promossero il matrimonio, combatterono la poligamia, la schiavizzazione e lo sfruttamento sessuale e proibirono la pratica dell’infanticidio, dell’aborto (che spesso veniva esercitato proprio nei confronti della nascita delle bambine). Questi elementi insieme al culto di Maria, fecero sì che nelle comunità cristiane, fin dall’inizio ci fu una prevalenza numerica delle donne e questo fu decisivo per la loro crescita demografica. In sostanza una serie di osservazioni che ci aspetteremmo uscire dai testi di Storia della Dottrina Sociale della Chiesa, mentre invece provengono da un laicissimo sociologo statunitense, di famiglia luterana, pervenuto alla Fede proprio grazie ai suoi studi e alla sua onestà intellettuale. Per comprendere bene il pensiero scientifico di Stark, riteniamo di fondamentale importanza il libro “La vittoria della ragione”, la cui prima edizione tradotta in italiano appare nel 2006 preso le edizioni Lindau. Il punto di partenza del testo è il seguente: quando iniziarono a esplorare il mondo, le sorpresa più grande per gli europei non fu l’esistenza dell’emisfero occidentale ma la scoperta del loro grado di superiorità tecnologica rispetto alle altre società. A soccombere di fronte alla superiorità degli invasori europei non furono solo maya, azteca e inca ma anche le leggendarie civiltà orientali: Cina, India, e persino l’Islam erano arretrati in confronto all’Europa del XVI secolo. Com’era accaduto? Come avevano fatto quelle nazioni sorte dalla barbarie e dalle rovine della caduta di Roma a superare il resto del mondo?

La risposta più convincente per spiegare questo predominio, secondo Stark, consiste nell’ascesa del capitalismo, inteso come la massima applicazione dell’intelletto umano al commercio. Un fenomeno che si verificò solo in Europa, proprio grazie a quella “fede” straordinaria nella ragione che è fondamento non solo del progresso tecnologico ma di tutto l’Occidente.

Quale sia stato il ruolo del cristianesimo in questa “vittoria della ragione” per l’autore è evidente. E’ la sola religione a privilegiare l’utilizzo della ragione e della logica come guida principale verso la verità. Mentre altri culti nel mondo enfatizzavano il mistero e l’illuminazione, i cristiani, influenzati dalla filosofia greca, insegnarono fin da principio che la ragione era il dono più grande che Dio avesse offerto agli uomini e lo strumento per accrescere progressivamente la comprensione delle Sacre Scritture. Il cristianesimo in sostanza guarda verso il futuro e la fede nel potere della ragione, incoraggiato dalla Scolastica e dalle grandi università medievali, pervade la cultura occidentale stimolando le scienze e l’evoluzione della teoria e della pratica democratica. Il capitalismo è anch’esso una vittoria della ragione ispirata dalla Chiesa e nasce proprio per la prima volta al’interno delle grandi proprietà monastiche.

Insomma questa di Stark è una vera rivoluzione copernicana sull’origine della nostra civiltà e ribalta definitivamente anche la famosa teoria di Max Weber secondo cui è l’etica protestante a fondare lo spirito del capitalismo. Niente di tutto questo: molto tempo prima della Riforma il capitalismo aveva già creato ricchezza e benessere. Specie dove maggiormente avevano attecchito le idee di libertà e di uguaglianza proclamate dalla Chiesa. Aveva certamente ragione Weber, invece, nel sostenere che le idee religiose avessero giocato un ruolo fondamentale nella nascita dell’Europa. La sua ascesa si fonda infatti su quattro principali “vittorie” della ragione. La prima fu lo svilupparsi nella teologia cristiana della fede nel progresso. La seconda fu la traduzione in pratica di questa fede con le innovazioni tecniche e amministrative. La terza fu che, grazie alla teologia, la ragione pervase la filosofia e la prassi politica favorendo nell’Europa Medievale la diffusione di una certa libertà personale. L’ultima vittoria fu l’applicazione della ragione al commercio, evidente nella nascita del capitalismo all’interno di stati dinamici e sicuri.….



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Re: Fede naturale e fede religiosa

Messaggioda Berto » dom apr 28, 2019 9:09 am

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Re: Fede naturale e fede religiosa

Messaggioda Berto » dom apr 28, 2019 9:09 am

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Re: Fede naturale e fede religiosa

Messaggioda Berto » dom apr 28, 2019 9:11 am

Dialogo interreligioso - la Nostra Aetate e l'Islam
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Il Papa tende la mano all'islam: "Costruiamo insieme l'avvenire"
Francesco Boezi - Lun, 04/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/pap ... 39445.html

Papa Francesco si trova ad Abu Dhabi, per la prima e storica visita apostolica negli Emirati Arabi Uniti.
Papa Francesco parla ad Abu Dhabi e chiede ai religiosi musulmani di costruire insieme il futuro dell'umanità. Firmato un documento per la Fratellanza con il grande imam di Al Azhar

Bergoglio, intervenendo nel corso del Founder's Memorial, il primo appuntamento di questa lunga 48 ore, non si è di certo risparmiato.

Le parole del pontefice argentino sono apparse dense di significato, specie quando il vertice della Chiesa cattolica è arrivato ad asserire che "non esiste violenza che possa essere religiosamente giustificata". "Nel nome di Dio Creatore - ha specificato l'ex arcivescovo di Buenos Aires - , dunque, va senza esitazione condannata ogni forma di violenza, perché è una grave profanazione del nome di Dio utilizzarlo per giustificare l'odio e la violenza contro il fratello". Il futuro dell'umanità, secondo la visione del Santo Padre, passa per la costruzione unitaria del domani.

Altrimenti, questo stesso futuro, tanto drammaticamente quanto semplicemente, non vedrà mai luce: "È giunto il tempo - ha proseguito papa Francesco, come si apprende sull'Adnkronos - in cui le religioni si spendano più attivamente, con coraggio e audacia, senza infingimenti, per aiutare la famiglia umana a maturare la capacità di riconciliazione, la visione di speranza e gli itinerari concreti di pace". Una presa di posizione considerevole, tenendo presenti pure i rischi nascosti dietro questo storico viaggio nella penisola del Golfo.

Il vescovo di Roma ha preso parte all'incontro, rivolgendosi, oltre che a tutti coloro che nel mondo si sono posti in ascolto, anche a centinaia di delegati religiosi fisicamente presenti ed espressione di diverse confessioni. Ma l'accento, com'era naturale che fosse, è stato posto sul dialogo interreligioso tra il cattolicesimo e l'islam: "Con animo riconoscente al Signore - ha scandito ancora il Santo Padre - , nell'ottavo centenario dell'incontro tra San Francesco di Assisi e il sultano al-Malik al-Kamil, ho accolto l'opportunità di venire qui come credente assetato di pace, come fratello che cerca la pace con i fratelli. Volere la pace, promuovere la pace, essere strumenti di pace: siamo qui per questo". Il pontefice argentino, come riportato pure sull'Agi, ha optato per utilizzare una macchina utilitaria in sostituzione di un'altra, molto più costosa, sulla quale sarebbe potuto salire in virtù di questo appuntamento.

Le religioni, ha aggiunto ancora il papa, dovrebbero "smilitarizzare" il cuore degli esseri umani. Specie all'interno di questa fase storica. L'ultima riflessione è stata dedicata ai conflitti bellici ancora persistenti nel mondo e alla tendenza, che secondo l'opinione di Bergoglio sembrerebbe imperare pure nel Vecchio Continente, ad assecondare atteggiamenti di chiusura verso l'altro: "Penso - ha scandito - in particolare allo Yemen, alla Siria, all'Iraq e alla Libia. Insieme, impegniamoci contro la logica della potenza armata, contro la monetizzazione delle relazioni, l'armamento dei confini, l'innalzamento di muri, l'imbavagliamento dei poveri. Dio - ha rammentato Francesco - sta con l'uomo che cerca la pace". Francesco, alla fine del summit, ha sottoscritto un documento, finalizzato alla promozione della "Fratellanza umana per la pace". L'altro firmatario del testo è il grande imam di Al-Azhar, Ahamad al-Tayyib.


Papa: "Fedi smilitarizzino il cuore dell'uomo, stop armi e guerre"
Emirati Arabi Uniti 04 febbraio 2019

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 7a4db.html

Alle religioni, "forse come mai in passato, spetta, in questo delicato frangente storico, un compito non più rimandabile: contribuire attivamente a smilitarizzare il cuore dell'uomo". Per il Papa, "la corsa agli armamenti, l'estensione delle proprie zone di influenza, le politiche aggressive a discapito degli altri non porteranno mai stabilità. La guerra non sa creare altro che miseria, le armi nient'altro che morte!". E ha aggiunto, nel summit interreligioso ad Abu Dhabi: "penso in particolare allo Yemen, alla Siria, all'Iraq e alla Libia".

Senza libertà non si è più figli della famiglia umana ma schiavi
"Senza libertà non si è più figli della famiglia umana ma schiavi". Lo ha detto il Papa spiegando che "se crediamo nell'esistenza della famiglia umana, ne consegue che essa in quanto tale va custodita" e "come in ogni famiglia, ciò avviene anzitutto mediante un dialogo quotidiano ed effettivo". Un dialogo, chiarisce il Pontefice, che "presuppone la propria identità, cui non bisogna abdicare per compiacere l'altro. Ma al tempo stesso domanda il coraggio dell'alterità, che comporta il riconoscimento pieno dell'altro e della sua libertà e il conseguente impegno a spendermi perché i suoi diritti fondamentali siano affermati sempre, ovunque e da chiunque".

Tra le libertà, prosegue il Papa, "vorrei sottolineare quella religiosa. Essa non si limita alla sola libertà di culto, ma vede nell'altro veramente un fratello, un figlio della mia stessa umanità che Dio lascia libero e che pertanto nessuna istituzione umana può forzare, nemmeno in nome suo. Il coraggio dell'alterità è l'anima del dialogo, che si basa sulla sincerità delle intenzioni. Il dialogo è infatti compromesso dalla finzione, che accresce la distanza e il sospetto: non si può proclamare la fratellanza e poi agire in senso opposto. Ciascuno gode del diritto alla libertà".

Papa: profana Dio usarlo per motivare odio e violenza
"Nel nome di Dio creatore, dunque, va senza esitazione condannata ogni forma di violenza, perché è una grave profanazione del nome di Dio utilizzarlo per giustificare l'odio e la violenza contro il fratello. Non esiste violenza che possa essere religiosamente giustificata", ha aggiunto Papa Francesco.

Compito urgente fedi costruire ponti tra i popoli
"Non c'è alternativa: o costruiremo insieme l'avvenire o non ci sarà futuro. Le religioni, in particolare, non possono rinunciare al compito urgente di costruire ponti fra i popoli e le culture. È giunto il tempo in cui le religioni si spendano più attivamente, con coraggio e audacia, senza infingimenti, per aiutare la famiglia umana a maturare la capacità di riconciliazione, la visione di speranza e gli itinerari concreti di pace". Così il Papa nell'incontro interreligioso sulla "fratellanza umana", ad Abu Dhabi.

Contro odio e fake news investire sulla cultura
"Investire sulla cultura favorisce una decrescita dell'odio e una crescita della civiltà e della prosperità. Educazione e violenza sono inversamente proporzionali", ha detto il Papa. "Gli istituti cattolici - ben apprezzati anche in questo Paese e nella regione - promuovono tale educazione alla pace e alla conoscenza reciproca per prevenire la violenza". In particolare, "i giovani, spesso circondati da messaggi negativi e fake news, hanno bisogno di imparare a non cedere alle seduzioni del materialismo, dell'odio e dei pregiudizi; imparare a reagire all'ingiustizia e anche alle dolorose esperienze del passato; imparare a difendere i diritti degli altri con lo stesso vigore con cui difendono i propri diritti". "Saranno essi, un giorno, a giudicarci: bene, se avremo dato loro basi solide per creare nuovi incontri di civiltà; male, se avremo lasciato loro solo dei miraggi e la desolata prospettiva di nefasti scontri di inciviltà".

Poveri non sono statistiche ma fratelli
"La pace muore quando divorzia dalla giustizia, ma la giustizia risulta falsa se non è universale. Una giustizia indirizzata solo ai familiari, ai compatrioti, ai credenti della stessa fede è una giustizia zoppicante, è un'ingiustizia mascherata!", ha aggiunto Papa Francesco. "Le religioni hanno anche il compito di ricordare che l'avidità del profitto rende il cuore inerte e che le leggi dell'attuale mercato, esigendo tutto e subito, non aiutano l'incontro, il dialogo, la famiglia, dimensioni essenziali della vita che necessitano di tempo e pazienza. Le religioni - ha detto Francesco - siano voce degli ultimi, che non sono statistiche ma fratelli, e stiano dalla parte dei poveri; veglino come sentinelle di fraternità nella notte dei conflitti, siano richiami vigili perché l'umanità non chiuda gli occhi di fronte alle ingiustizie e non si rassegni mai ai troppi drammi del mondo".

Con imam al-Azhar firma documento su fratellanza umana
Al termine del suo discorso Papa Francesco ha firmato insieme al grande imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, il documento congiunto sulla "fratellanza umana".

Il premier degli Emirati: momento storico
"Oggi celebriamo insieme la firma del Documento sulla Fratellanza Umana. Si tratta di un momento storico che enfatizza soprattutto l'importanza di coltivare un rispettoso dialogo e comprensione tra i seguaci non solo delle due religioni rappresentate qui oggi, ma tra tutte le persone, di tutte le fedi". Lo ha dichiarato Mohammed bin Rashid Al Maktum, premier degli Emirati nonché attuale emiro di Dubai, rivolgendosi a Papa Francesco e al Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad al-Tayyib, nel corso dell'incontro interreligioso presso il Founder's Memorial di Abu Dhabi.
"Gli Emirati Arabi Uniti sono profondamente lieti di servire da pilastro portante e da palcoscenico per questo evento straordinario", ha affermato Al Maktoum, che ha annunciato la creazione del 'Premio della Fratellanza Umana - da Dar Zayed'. "L'obiettivo di questo premio - ha spiegato - è onorare tutti coloro che lavorano senza sosta e con onestà per unire la gente. Oggi, gli Emirati Arabi Uniti hanno l'onore di conferire questo premio inaugurale a Sua Santità Papa Francesco e a Sua Eminenza al-Tayyib per gli sforzi esemplari e determinati volti a promuovere la pace tra i popoli di tutto il mondo".


Franco Marta

No, non è Oliviero Toscani. È l’incontro ravvicinato del Papa con l’imam di Al Azhar oggi negli Emirati. È lo stesso religioso islamico che aveva sospeso ogni dialogo con il Vaticano nel 2010, dopo che Benedetto XVI aveva osato chiedere rispetto a seguito di una serie di attacchi devastanti alle chiese copte. Da allora, la condizione dei cristiani nel mondo islamico - i loro numeri, le loro persecuzioni - è ovunque peggiorata, al Cairo, a Damasco, a Mosul, nelle Filippine, in Kenya. Allora mi domando: c’era proprio bisogno di questa dimostrazione fisica di affetto? Il dialogo non dovrebbe basarsi sui fatti, più che sulle effusioni e sulle parole giuste a favore delle telecamere? Così, mi domando, da quel malpensante che sono. È che quando tutti si eccitano penso che ci sia qualcosa che non va.

https://www.youtube.com/watch?v=0hFNtcAgQXI


Magdi Cristiano Allam
4 febbraio 2019

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... __tn__=K-R

Francesco rinuncia a fare il Papa e si riduce a essere un militante pacifista che vuole conciliare tutte le religioni costi quel che costi. È il suicidio della Chiesa cattolica e di quest’Europa relativista ed islamofila

Cari amici, è sempre più evidente che Papa Francesco si concepisce come un operatore di pace da conseguire anche a costo di rinnegare se stessi e la fede cristiana, anziché il Vicario di Cristo e il Capo della Chiesa universale la cui missione è di evangelizzare promuovendo l’abbraccio dell’intera umanità a Gesù.
Il logo della visita iniziata ufficialmente oggi negli Emirati Arabi Uniti è non a caso una semplice colomba della pace con i colori della bandiera emiratina, ma manca del tutto la croce. Fonti del Vaticano non hanno remore a confessare che la croce non c’è per una scelta deliberata al fine di non urtare la suscettibilità dei padroni di casa islamici. Anche il titolo del tema di questo viaggio papale “Make me a channel of your pace”, Rendimi uno strumento della tua pace, conferma la natura laica e non religiosa dell’orientamento di Papa Francesco.
Si tratta di una pace, ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke, che “esprime la nostra preghiera affinché la visita di Papa Francesco negli Emirati Arabi possa diffondere in modo speciale la pace di Dio nel cuori di tutta la gente di buona volontà”.
Una pace che è stata al centro del mega-incontro interreligioso sulla “Fratellanza” con 700 leader di varie fedi. Al fianco del Papa c'è sempre il Grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al Tayyeb, che Papa Francesco definisce «amico e fratello». Al Tayeb, paragonabile al "Papa dell'islam maggioritario sunnita", è in realtà un apologeta del terrorismo islamico suicida palestinese. Il 4 aprile 2002 Al Tayyeb sentenziò: “La soluzione al terrore israeliano risiede nella proliferazione degli attacchi suicidi che diffondono terrore nel cuore dei nemici di Allah. I paesi, governanti e sovrani islamici devono sostenere questi attacchi”. Nel 2003 Al Tayyeb confermò: “Le operazioni di martirio in cui i palestinesi si fanno esplodere sono permesse al cento per cento secondo la legge islamica”.
Un Papa che si riduce ad un essere un militante pacifista rinnega la missione cristiana di evangelizzare l’umanità. Un Papa che persegue costi quel che costi l’unità tra le religioni, che è cosa diversa dall’unità tra le persone, rinnega il cristianesimo che si fonda sulla fede esclusiva in Gesù Cristo vero Dio e vero uomo. Papa Francesco si sta rivelando sempre più come il principale teorico di una sorta di “Religione Mondiale Unificata”, basata innanzitutto sull’alleanza tra la Chiesa cattolica e l’islam maggioritario sunnita. È un suicidio per la Chiesa cattolica. Ma sarà anche un suicidio per questa Europa relativista e islamofila che condivide la follia di legittimare l’islam come religione e di favorire l’islamizzazione della stessa Europa.
Cari amici, noi diciamo “No” a questa scelta suicida. Nel più assoluto rispetto dei musulmani come persone, noi condanniamo l’islam come religione perché è del tutto incompatibile con le nostre leggi, con le regole su cui si fonda la civile convivenza, con i valori che sostanziano la nostra civiltà. Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Insieme ce la faremo.


Papa Francesco ad Abu Dhabi esorta i cristiani alla mitezza: non fate crociate
4 febbraio 2019

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/pa ... 79054.html

Abu Dhabi (Emirati Arabi) – Niente liti, nè dispute, nè tantomeno crociate: sono le raccomandazioni del Papa ai cristiani che vivono nei Paesi musulmani. Lo stadio di Abu Dhabi è gremito, gli spalti sono pieni di gente che ha viaggiato tutta la notte per non mancare alla prima messa pubblica che sia mai stata concessa sul sacro suolo del Golfo. Una croce alta 10 metri viene esibita all'interno, dove è stato allestito il palco papale. Il Papa celebra la messa davanti a quasi centomila cristiani, concludendo con un bagno di folla la sua missione negli Emirati Arabi, prima di ripartire per Roma. C'è tanta commozione. Francesco affida ai fedeli le stesse raccomandazioni che San Francesco otto secoli fa diede ai suoi frati che andavano in Terra Santa e «presso i Saraceni».

«Sono venuto qui a ringraziarvi per come vivete il Vangelo che abbiamo appena ascoltato» dice il Papa. È commosso. Il brano che è stato appena letto riguarda le Beatitudini, Beati i miti, dell'evangelista Matteo. «Non è beato chi aggredisce o sopraffà, ma chi mantiene il comportamento di Gesù che ci ha salvato: mite anche di fronte ai suoi accusatori. Mi piace citare san Francesco, quando ai frati diede istruzioni su come recarsi presso i Saraceni e i non cristiani. Scrisse: Che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani. In quel tempo, mentre tanti partivano rivestiti di pesanti armature, san Francesco ricordò che il cristiano parte armato solo della sua fede umile e del suo amore concreto. È importante la mitezza: se vivremo nel mondo al modo di Dio, diventeremo canali della sua presenza; altrimenti, non porteremo frutto».

Nello stadio si prega in arabo. Ci sono fedeli caldei, copti, greco-cattolici, greco-melchiti, latini, maroniti, siro-cattolici, siro-malabaresi, siro-malancaresi. Ai cristiani che vivono nei Paesi a maggioranza musulmana, dove manca il concetto di libertà religiosa, Papa Francesco indica la strada della mitezza e si raccomanda. “Siate sempre operatori di pace».


L'imam plaude al papa per il documento sulla Fratellanza

L'imam Pallavicini commenta positivamente quanto stabilito dal Documento firmato ieri dal papa e dalla massima autorità religiosa sunnita. Le confessioni religiosi non avrebbero più spazio per "le ambiguità"
Giuseppe Aloisi - Mar, 05/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 40057.html

Il Documento sulla Fratellanza che alla fine della giornata di ieri papa Francesco ha sottoscritto con il grande imam di Al - Azhar pone la parola 'fine' allo "spazio per le ambiguità".

Yahia Pallavicini, che è il presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana ha accolto con entusiasmo quanto disposto attraverso la stipulazione di quello che, a tutti gli effetti, costituisce, a oggi, il primo trattato di questa tipologia. Il vertice della Chiesa cattolica e la massima autorità sunnita hanno messo nero su bianco che le confessioni religiose, in nessun caso, possono essere strumentalizzate per la diffusione di odio e guerre. Della sintonia tra Bergoglio e Ahmad al-Tayyib abbiamo raccontato più volte. Ci si poteva aspettare, insomma, che un passo del genere sarebbe stato fatto.

E Pallavicini, che è a sua volta un imam, ha detto la sua, rilasciando un'intervista alla Sir: "Sottoscrivendo un Documento congiunto - ha dichiarato - , si chiude definitivamente qualsiasi possibilità di confusione dove uno possa in nome di un Dio o in nome di una presunta religione organizzare una criminalità violenta a discapito della vita di un popolo o di una persona". L'islam e il cattolicesimo, insomma, non hanno più alibi. Una pietra miliare è stata posta sul cammino del dialogo interreligioso.

A qualcuno potrebbe far specie che le due tradizioni storico - dottrinali siano state in qualche modo equiparate, ma tant'è. Chi sostiene la bontà di quanto stabilito ha una visione chiara: "È rilevante - ha aggiunto l'imam Pallavicini - il fatto che nella regione medio-orientale araba, l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti hanno vissuto in modi differenti l’illusione e la manipolazione dell’Islam politico fondamentalista e ne hanno preso radicalmente le distanze, condannando qualsiasi strumentalizzazione dei movimenti fondamentalisti o, addirittura, del terrorismo di al-Qaeda e del sedicente Califfato".

Nel voler contrarre questo Documento non c'è stata alcuna "sottomissione", volendo usare un'espressione cara a Michel Houllebecq, e il papa e il grande imam, finalmente, hanno lanciato un segnale di concordi e fratellanza al mondo intero. Questa, almeno, è l'opinione di chi ritiene che "d’ora in poi" non ci sia più "spazio per qualsiasi mistificazione della religione o divinità che possa legittimare una violenza".



Il bacio degli idolatri
Magdi Cristiano Allam
5 febbraio 2019

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 4101606166

Il bacio della sottomissione di Papa Francesco all’islam. Il “Documento sulla fratellanza umana” sottoscritto con il Grande Imam di Al-Azhar prelude a una “Religione Unica Mondiale”

Cari amici, ieri ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, Papa Francesco e il Grande Imam dell’Università islamica di Al-Azhar che ha sede al Cairo, Ahmad Al-Tayyeb, hanno sottoscritto un “Documento sulla Fratellanza umana”, “Per la pace mondiale e la convivenza comune”. A suggellare questo Documento c’è stato un bacio bocca a bocca tra il Papa e il Grande imam, come attesta la foto scattata e diffusa dall’agenzia di stampa Reuters.
Il Documento inizia così: «In nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa i valori del bene, della carità e della pace». La verità è che il Dio Uno e Trino del cristianesimo non è lo stesso Dio Allah dell'islam. L'islam divide l'umanità in “credenti” e “miscredenti”, ritenendo che i credenti siano solo i musulmani mentre i miscredenti sono tutti i non musulmani. Allah è un Dio Clemente e Misericordioso solo con i musulmani, mentre è vendicativo e violento con i non musulmani.
Il Documento prosegue: «In nome dell’innocente anima umana che Dio ha proibito di uccidere, affermando che chiunque uccide una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità e chiunque ne salva una è come se avesse salvato l’umanità intera». Si tratta di una spregiudicata estrapolazione dei versetti 33-34 della Sura 5 del Corano che recita: «Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità. I nostri Messaggeri sono venuti a loro con le prove! Eppure molti di loro commisero eccessi sulla terra. La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso, eccetto quelli che si pentono prima di cadere nelle vostre mani. Sappiate, Allah è perdonatore, misericordioso». La verità è che questi versetti sono rivolti specificatamente agli ebrei e di fatto li si condanna a morte perché si oppongono all'islam e diffonderebbero la «corruzione sulla terra».
Il Documento concepisce il cristianesimo e l'islam impegnati in una comune missione sia contro l'ateismo sia contro l'integralismo religioso: «Tutto ciò contribuisce a diffondere una sensazione generale di frustrazione, di solitudine e di disperazione, conducendo molti a cadere o nel vortice dell’estremismo ateo e agnostico, oppure nell’integralismo religioso, nell’estremismo e nel fondamentalismo cieco, portando così altre persone ad arrendersi a forme di dipendenza e di autodistruzione individuale e collettiva».
Il Documento assolve l'islam da qualsiasi legame con il terrorismo islamico e equipara l'islam al cristianesimo come religione di pace: «Altresì dichiariamo – fermamente – che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato – in alcune fasi della storia – dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini per portali a compiere ciò che non ha nulla a che vedere con la verità della religione, per realizzare fini politici e economici mondani e miopi. Per questo noi chiediamo a tutti di cessare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco e di smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione. Lo chiediamo per la nostra fede comune in Dio, che non ha creato gli uomini per essere uccisi o per scontrarsi tra di loro e neppure per essere torturati o umiliati nella loro vita e nella loro esistenza. Infatti Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il Suo nome venga usato per terrorizzare la gente».
Il Documento afferma che il terrorismo islamico sarebbe la conseguenza o di una errata interpretazione dell'islam o la conseguenza di ingiustizie subite dai popoli: «Il terrorismo esecrabile che minaccia la sicurezza delle persone, sia in Oriente che in Occidente, sia a Nord che a Sud, spargendo panico, terrore e pessimismo non è dovuto alla religione – anche se i terroristi la strumentalizzano – ma è dovuto alle accumulate interpretazioni errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione, di arroganza; per questo è necessario interrompere il sostegno ai movimenti terroristici attraverso il rifornimento di denaro, di armi, di piani o giustificazioni e anche la copertura mediatica, e considerare tutto ciò come crimini internazionali che minacciano la sicurezza e la pace mondiale. Occorre condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni».
Il Documento sostiene che l'Occidente, ossia il cristianesimo, dovrebbe imparare e ispirarsi sul piano spirituale all'Oriente, ossia all'islam: «L’Occidente potrebbe trovare nella civiltà dell’Oriente rimedi per alcune sue malattie spirituali e religiose causate dal dominio del materialismo. E l’Oriente potrebbe trovare nella civiltà dell’Occidente tanti elementi che possono aiutarlo a salvarsi dalla debolezza, dalla divisione, dal conflitto e dal declino scientifico, tecnico e culturale».
Il Documento preannuncia una “Religione Unica Mondiale”: «In conclusione auspichiamo che questa Dichiarazione sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà; (…) sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano. Questo è ciò che speriamo e cerchiamo di realizzare, al fine di raggiungere una pace universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita».

Cari amici, ciò che sfugge a Papa Francesco è che l'islam si concepisce come l'unica vera religione e condanna di miscredenza sia l'ebraismo sia il cristianesimo sia qualsiasi altra religione o ideologia. Così come è indubbio il legame tra il terrorismo islamico e l'islam, perché è prescritto da Allah nel Corano e l'ha detto e praticato Maometto. Lo stesso Ahmad al-Tayyeb è un apologeta del terrorismo islamico suicida palestinese. Va inoltre considerato che il Grande imam dell'Università islamica di Al-Azhar, nonostante il prestigio indubbio che questa istituzione ha tra gli Stati islamici per la qualità dei suoi studi islamici, non è il “Papa dell'islam maggioritario sunnita”. Quindi questo Documento non è da considerarsi vincolante per l'insieme degli Stati o dei musulmani sunniti nel mondo.
Preoccupa la strategia sincretista che mette sullo stesso piano cristianesimo ed islam a prescindere da ciò che Allah prescrive nel Corano e da ciò che ha detto e ha fatto Maometto. Preoccupa la strategia globalista finalizzata a promuovere una “Religione Unica Mondiale” basata innanzitutto sull'alleanza tra la Chiesa cattolica e l'islam maggioritario sunnita, principalmente per combattere insieme la crescente secolarizzare delle società, anche se non c'è nulla di comune tra il cristianesimo e l'islam, a cominciare dal contrasto assoluto tra il Dio del cristianesimo e l'Allah islamico e tra Gesù e Maometto. Ecco perché di fatto il bacio in bocca di Papa Francesco al Grande imam Ahmad al-Tayyeb è un atto di sottomissione all'islam che prelude ad una “Religione Unica Mondiale” senza il vero cristianesimo.



IL FRATELLO E MODERATO
Niram Ferretti

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Il papa, nella sua visita negli emirati arabi, la prima volta da parte di un pontefice, afferma che “Nel nome di Dio Creatore va senza esitazione condannata ogni forma di violenza, perché è una grave profanazione del Nome di Dio utilizzarlo per giustificare l’odio e la violenza contro il fratello”. E ancora: “Non esiste violenza che possa essere religiosamente giustificata”.

Come non sottoscrivere?

Però dovrebbe convincere di questo anche quel Ahmad Al-Tayyib, Grande Imam di Al-Azhar, da lui considerato "fratello" e reputato un moderato, per il quale, il ventottesimo versetto della quinta sura coranica, “Scoprirai che i più veementi nella loro ostilità contro i credenti sono gli ebrei e gli idolatri (o politeisti)” sarebbe "Una prospettiva storica che non è mutata fino ai nostri giorni".

Lo stesso Al-Tayyib che disse, “Tutti i principali gruppi terroristici sono i nuovi prodotti dell’imperialismo al servizio del sionismo globale nella sua nuova versione, il cui obbiettivo è quello di distruggere il Medioriente”.

Rincarò la dose in un’altra occasione riproponendo uno degli evergreen antisionisti musulmani creato ad hoc negli anni ’30 da Amin al Husseini, il presunto tentativo ebraico di impadronirsi della moschea di Al Aqsa:

“Per costruire l’Egitto dobbiamo essere uniti. La politica è insufficiente. Allah è la base di tutto. La moschea di al-Aqsa è attualmente sotto attacco a causa di una offensiva da parte degli ebrei…Non permetteremo ai sionisti di giudaizzare al-Quds (Gerusalemme)”

Sì, “Nel nome di Dio Creatore va senza esitazione condannata ogni forma di violenza, perché è una grave profanazione del Nome di Dio utilizzarlo per giustificare l’odio e la violenza contro il fratello”.



Bergoglio firma documento musulmano rinnegando GESU’ CRISTO
2019/02/04

https://cronicasdepapafrancisco.com/201 ... uNYnXWP4z8

«Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua….. Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi» (Mc.8,31-38)

Papa Francesco ha appena firmato il nuovo Documento sulla Fratellanza Umana.. vedi qui, con l’Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb. Una FRATELLANZA SENZA GESU’ CRISTO, MA CON IL DIO DELL’ISLAM, un Dio senza volto e senza nome…

“Un documento – afferma il testo – ragionato con sincerità e serietà per essere una dichiarazione comune di buone e leali volontà, tale da invitare tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme, affinché esso diventi una guida per le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli…”

E Gesù?? semplice, per papa Francesco E’ NEL FRATELLO… La fede in Dio? MA IN QUALE DIO? E dunque non più la fede in Gesù Cristo, ma NELLA FRATELLANZA UMANA… dentro la quale “Gesù” è immerso, nascosto, anonimo! Nell’Angelus del Primo dell’anno idem: Bergoglio ha affermato che il nome di Dio è Signore! Ma ciò è teologicamente falso perché per NOI Cattolici il Nome di Dio è GESU’, come spiega infatti san Paolo ai Filip. 2,5-11 “perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.” Quando poi leggiamo il Vangelo alla Messa, cosa rispondiamo al termine? LODE A TE O CRISTO! E la lettura del Vangelo non è “Parola di Dio, del Signore”? Insomma: Gesù è Dio sì o no!?

Il Documento sviolina poi una bella serie di “IN NOME DI….” e si parte DAL DIO secondo la visione sincretista di un “dio generico” senza un volto e senza un nome, per poi affermare che in NOME DI TUTTI GLI ALTRI: dell’anima, dei poveri, dei bisognosi e degli emarginati, dei miseri… IN NOME degli orfani, delle vedove, dei rifugiati e degli esiliati, persino di quanti vivono nella paura (??); dei popoli DELLA LIBERTA’, della giustizia e della misericordia; insomma IN NOME DI TUTTI SENZA DISTINZIONE ALCUNA.. (ma Gesù è escluso).. conclude il testo ufficiale:

“Al-Azhar al-Sharif – con i musulmani d’Oriente e d’Occidente –, insieme alla Chiesa Cattolica – con i cattolici d’Oriente e d’Occidente –, dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio…“

E’ Dio dell’Islam, del Corano, il Dio a cui l’Islam crede….?? e per la qual fede però Gesù NON è Dio di cui parlano e per cui Bergoglio ha firmato! Lo si vede nella firma che NON è quel Dio della Chiesa Cattolica, ma che i musulmani d’Oriente e d’Occidente INSIEME ALLA CHIESA CATTOLICA.. dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via.. mentre LA VIA E’ GESU’ CRISTO!! (Gv.14,6). E’ perciò inevitabile pensare che Bergoglio abbia RIGETTATO GESU’ CRISTO in nome del dio dell’Islam, o di un dio senza volto e senza nome, generico, che non dia fastidio a nessuno!

Molto interessante anche il commento ragionato in Chiesaepostconcilio, qui.

E’ evidente che il Documento mira ad una PACE UNIVERSALE in difesa delle religioni, ma CONTRO chi non si dice: CHI E’ CHE MINACCIA LE RELIGIONI? Chi minaccia oggi le religioni? CHI STA PERSEGUITANDO I CRISTIANI? Papa Francesco fa finta di non vedere e di non sentire…

Il testo è una vera “calata di braghe” della falsa-chiesa di Bergoglio all’evangelizzazione perchè, si afferma anche, che QUESTO DOCUMENTO sia usato come testo di studio NELLE SCUOLE….. una vera APOSTASIA dalla vera Fede in Cristo Gesù, qui avevamo descritto i tratti di questa “cronaca di una morte annunciata”.

La VERA CHIESA, sul brano di Marco riportato sopra, insegna quanto segue e che riportiamo da diversi testi patristici sui Vangeli:

Dopo la protesta di Pietro, a causa della quale Gesù lo ammonisce duramente: voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»…. i discepoli si trovano ora di fronte a una decisione nuova.

Chiamati a sé: espressione che Marco usa per importanti insegnamenti.

rinneghi se stesso: aparnéomai; ossia, porre la sequela di Gesù al di sopra dei propri desideri e progetti. Cf. Lc 14,26. Il verbo appare ancora una sola volta in Marco quando Pietro rinnega Gesù (14,30.31.71-72). E nei Vangeli nulla è casuale o scritto “per caso”.

prenda la sua croce: Marco presenta la sequela della croce nell’esempio di Simone di Cirene (15,21); si vergognerà di me: il vergognarsi è qui posto come più grave del rinnegare del particolare riportato da Lc 12,9. Non è un rinnegare per paura o timori, non è in senso psicologico, ma come comportamento oggettivo di UNA SCELTA, il monito di Gesù è grave, in quel vergognarsi di parlare di LUI è un atto contro di lui.

La generazione adultera e peccatrice è il luogo dove ci si vergogna (e ci si vergognerà nel tempo) di Gesù, del suo Nome e delle sue parole.

Il Figlio dell’uomo: è la scena che ci porta al Suo ritorno, alla parusia.

Mentre la prima parte della frase prospetta solo il caso di chi è pronto a perdere la propria vita, il secondo gli oppone il contrario. Seguire Gesù e morire per LUI, senza appunto vergognarsi di Lui, significa dunque “salvare la propria vita”; il caso di colui, invece, “che vuole salvare la propria vita”, vergognandosi di Gesù, del suo santo Nome e delle sue parole, al suo ritorno glorioso, cioè nel giorno del suo Giudizio, Gesù si vergognerà di lui, cioè egli perderà la propria vita.
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la firma di Bergoglio del rinnegamento di Gesù Cristo

Così la visione del Regno di Dio, l’esperienza della salvezza e di ciò che ci attende, non è rinviata a dopo la morte, nel mondo futuro, al giudizio, ma è già presente, “qui” e ora. La misericordia di Dio ritarda la maledizione fino alla fine, ma fin d’ora dà la benedizione, ma maledice anche colui che di Lui si vergognerà pensando così di salvare la propria vita, arrivando a perderla. Gesù ammonisce, sta avvisando e sta mettendo in guardia i suoi Discepoli, riportandoci ad una domanda molto inquietante: «Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?» (Lc 18, 8); come a farci riflettere – per salvarci ancora in tempo – in che modo possiamo averlo tradito, o ci siamo vergognati di LUI, dal momento che, sopraggiunto il Giudizio, chi si sarà di Lui vergognato, di certo perirà.

Concludiamo:

Unire le religioni sotto l’”unico Dio” riconosciuto da tutti per formare la “fratellanza universale” è tipico del pensiero modernista («sintesi di tutte le eresie», San Pio X, enciclica Pascendi Dominici Gregis, 8 settembre 1907, vedi qui).
Emblematico è, per esempio, il caso del sacerdote don Primo Vannutelli (1885-1945), – amico e collaboratore del “grande vecchio” del modernismo italiano, il prete-apostata Ernesto Bonaiuti (1891-1946) – il quale, dopo essere stato sospeso a divinis negli anni ’30, per essere riabilitato ritirò tutti i suoi scritti e recitò il giuramento antimodernista, ma si trattò di uno spergiuro. Infatti, prima di morire, scrisse il suo “testamento spirituale” – pubblicato postumo nel 1978 col titolo Il testamento di fede di don Primo Vannutelli – in cui proclamava sì di amare Gesù Cristo, ma dichiarava di non credere che Egli fosse il Verbo di Dio incarnato. L’unico modo per unire le “religioni abramitiche” (ebraismo, cristianesimo e islam) era, secondo Vannutelli, lasciar cadere finalmente la tesi della divinità di Gesù. Una coincidenza?
I gesuiti hanno purtroppo fatto proprio il modernismo, rinnegando Cristo in nome di Cristo! Ne è una prova il fatto che il cast del film “Silence”, ove si racconta che i missionari gesuiti giapponesi abiurarono per aver salva la vita col “permesso” di Gesù, è stato accolto con una standing ovation dai vertici della new-Compagnia e anche da papa Francesco a Casa Santa Marta….

Interessante la riflessione breve dal sito CampariedeMaistre:

Il documento “Fratellanza umana” pubblicato oggi, nel quale Bergoglio dichiara il valore della fratellanza universale assieme all’Imam di Al Azhar potrebbe essere commentato in molti modi. Certo all’interno del testo non c’è il Dio uno e trino, ma c’è una divinità condivisa fra tutte le religioni, che sembra laureata in architettura.

Ci chiediamo però alcune cose:
– se, come dice, il documento “Il pluralismo e le diversità di religione […] sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani”, per quale motivo Gesù è venuto a farsi crocifiggere? Si è sbagliato? Secondo Bergoglio la Croce e la Resurrezione che valore avrebbero? Sono necessarie si o no? Se pensa di no, cosa vuole da noi?

– se le religioni portano tutte, come dice il documento, “veri insegnamenti”, perché allora ci sono preti, vescovi e papi? A questo punto si dimettano tutti e ci diano i soldi indietro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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