Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Re: Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Messaggioda Berto » dom mar 04, 2018 11:40 am

Gli ebrei europei di sinistra alimentano l'odio verso gli ebrei in generale e verso Israele, mettendosi contro i sani nazionalismi europei e i loro diritti umani, civili e politici; e sostenendo l'invasione maomettana.


Austria, comunità ebraica chiede a Kurz di non fare alleanze con l'estrema destra
16.10.2017

https://it.sputniknews.com/politica/201 ... -FPO-ebrei

Il presidente del Congresso ebraico europeo Viatcheslav Moshe Kantor si è congratulato con Sebastian Kurz per la vittoria del Partito Popolare Austriaco alle elezioni politiche ed ha chiesto al leader moderato di non stringere alleanze con l'estrema destra del Partito della Libertà Austriaco (FPO).

I rappresentanti della comunità ebraica hanno espresso profonda preoccupazione per il consenso raccolto dall'estrema destra, che secondo i risultati preliminari ha ricevuto oltre il 25% dei voti spodestando il Partito Socialdemocratico (centrosinistra) dell'ex premier Christian Kern dal ruolo di seconda forza politica del Paese.

"Invitiamo Kurz a formare una coalizione con le forze di centro, evitando la pericolosa alleanza con il partito di estrema destra che, con un programma politico basato sulla xenofobia, intolleranza e persecuzione degli immigrati, non dovrebbe trovare posto nel governo", — l'ufficio stampa cita le parole di Kantor.

Secondo lui, l'Europa nel suo complesso e l'Austria in particolare sono ben consapevoli delle conseguenze delle ideologie populiste e dell'odio.

"Non possiamo permettere che le autorità austriache dell'Europa del dopoguerra, basate sui principi democratici e di solidarietà, vengano sacrificate per interessi politici. Già in passato l'esasperazione del populismo pericoloso aveva portato giorni bui e terribili, rimasti nella memoria degli europei," — ha sottolineato Kantor.



Successo Afd in Germania: preoccupazione degli ebrei. E Gauland rassicura la Comunità ebraica
Ilaria Myr

http://www.mosaico-cem.it/attualita-e-n ... -afd-ebrei

Il risultato del partito di estrema destra Alternative Für Deutschland (Afd) alle recenti elezioni tedesche sta facendo molto discutere non solo in Germania, dove non sono mancate proteste e contestazioni a Berlino e a Amburg (nella foto una manifestazione), ma anche a livello mondiale e negli ambienti ebraici di vari Paesi. A cominciare dal Congresso Ebraico Mondiale con sede a New York che ha espresso forti preoccupazioni per l’entrata del Partito di estrema destra Afd nel parlamento del paese.

Nonostante il partito da subito appaia diviso e non così forte, lo stesso si tratta di una grande minaccia e secondo molti di un cupo ritorno al passato. « È vergognoso che un Partito del genere sia entrato nel Governo tedesco per promuovere il suo infame programma » ha immediatamente dichiarato il presidente del Congresso, Ronald Lauder, in un indignato comunicato stampa. Stando a quanto riporta il sito francese Le Monde Juif, nella nota, Lauder si è congratulato con Angela Merkel definendola « un’autentica amica d’Israele e del popolo ebraico, e sono felice per la sua nuova vittoria alle elezioni legislative di domenica ».

Oltre a questo intervento ve ne sono stati altri, come quello del Consiglio Centrale degli Ebrei Tedeschi che ha aspramente criticato la rappresentazione politica del Paese in mano all’estrema destra. «Le nostre paure si sono concretizzate » così ha annunciato Josef Schuster presidente del Consiglio esprimendo preoccupazione per un partito che « denigra le minoranze nel nostro Paese non solo a livello regionale ma anche nazionale presenti nel Bundestag ».

Il partito è riuscito ad arrivare al 13 %, dal 5 % iniziale, con un’inaspettata rimonta, diventando il terzo schieramento più potente all’interno del Bundestag, Parlamento tedesco. Un risultato senza precedenti, dai tempi della Seconda Guerra Mondiale e dagli anni tremendi del nazismo, dal quale la Germania aveva subito preso le distanze, che ha gettato nel panico vari gruppi ebraici europei e statunitensi.

A questo proposito, l’agenzia Reuters si sofferma su ulteriori reazioni fornendo informazioni e dettagli in merito a questo argomento. Lauder ha aggiunto: « Il partito AFD dovrebbe essere fuorilegge e che ora ha la possibilità di promuovere i suoi vili progetti al mondo intero ».

Lauder-congressoReuters fa sapere l’AFD ha ripetutamente condannato l’immigrazione negando però qualunque atteggiamento antisemita o antisraeliano. Il Congresso degli Ebrei Europei ha invece invitato i partiti di centro a bloccare in ogni modo qualsiasi coalizione con questo partito estremista. « Alcune delle sue opinioni mostrate in campagna elettorale diffondono un livello di intolleranza che non si era mai visto in Germania per molti decenni e che devono sconcertare la Germania e gli ebrei europei » hanno comunicato i suoi membri. Reuters riprende l’intervento di Schuster riportato su « Monde Juif » ampliandolo e aggiungendo che egli ha sottolineato come « tollerare le idee dell’AFD incita l’odio contro le minoranze e non dovrà trovare chi lo rappresenta in Parlamento e nelle legislature ». « Mi aspetto » ha aggiunto « che le nostre forze democratiche svelino la vera natura di questo Partito e le sue vuote e pericolose promesse populiste ». In Germania attualmente 200mila ebrei che finora hanno vissuto in un clima pacifico e tollerante, secondo quanto si dice ufficialmente da anni, nonostante i dati sui crimini antisemiti riportati dalla polizia siano cresciuti del 4 percento quest’anno arrivando a 681 atti rispetto allo stesso periodo l’anno scorso.
Gauland: “la Comunità ebraica non deve avere paura”

Intanto poche ore dopo l’uscita dei risultati elettorali Alexander Gauland ha fatto una dichiarazione su Israele che ha suscitato non poche preoccupazioni.
«Certo che siamo al fianco di Israele – ha detto – ma è discutibile il fatto che il diritto di Israele a esistere sia un principio della ragion di Stato tedesca. Se così fosse dovremmo essere pronti a usare il nostro esercito per difendere Israele, e siccome in Israele c’è una guerra continua, ecco mi sembra privo di senso».

Immediate le proteste del Consiglio centrale degli ebrei in Germania: «Purtroppo le nostre paure sono diventate realtà», ha detto il presidente Joseph Schuster.

Subito Gauland ha rassicurato la Comunità ebraica nel corso della conferenza
stampa di governo a Berlino in un’intervista a un giornale israeliano. “La comunità ebraica non ha motivo di preoccuparsi». E a un giornalista israeliano dichiara: «Non ho preso personalmente contatti con la comunità ebraica ma l’esistenza dello stato di Israele è un punto importante per noi e lo sosterremo».


Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondamentale
viewtopic.php?f=205&t=2721

Nazionalismi europei antisemiti e antisionisti
viewtopic.php?f=197&t=2468
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Messaggioda Berto » dom mar 04, 2018 11:41 am

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Re: Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Messaggioda Berto » dom mar 04, 2018 11:41 am

Perché non sono cristiano
viewtopic.php?f=199&t=2689

Non siamo discendenti di Abramo e di Enea
viewtopic.php?f=195&t=2570


Io sono veneto ed europeo, non ho nulla contro gli ebrei che amo profondamente come uno dei popoli più umani ed eroici della terra e non ho nulla nemmeno contro gi antichi romani, è che io non sono né ebreo né romano e pertanto non vi è ragione alcuna che io assuma la loro storia come se fosse la mia e come miei avi gli avi degli ebrei come Abramo e dei romani come Enea. Mi parrebbe poco dignitoso appropriarmi delle storie degli altri rinunciando alla mia, qualunque essa sia stata nel bene e nel male e che cerco di conoscere studiando e la storia e la preistoria dell'umanità e in esse quelle particolari, variegate, complesse e in parte ancora sconosciute della mia gente.
La mia umanità e quella della mia gente non è da meno di quelle ebraica e romana a prescindere dalla cultura e dalla mitologia romana che dalla cultura religiosa ebraica.

Non nel nome di Dio
viewtopic.php?f=24&t=2564

A so drio lexar "Non nel nome di Dio" del rabin o rav Jonathan Sacks de Londra

http://www.giuntina.it/Schulim_Vogelman ... o_682.html

Jonathan Sacks
https://it.wikipedia.org/wiki/Jonathan_Sacks
Jonathan Henry Sacks (Londra, 8 marzo 1948) è un rabbino britannico, considerato la massima autorità spirituale e morale ebraica ortodossa in Gran Bretagna, col titolo di Chief Rabbi of Great Britain and the Commonwealth of Nations ("Rabbino capo della Gran Bretagna e del Commonwealth delle nazioni") dalla sua nomina nel 1991 fino alla conclusione del suo mandato nel 2013. Creato Sir dalla Regina Elisabetta II nel 2005 per servizi resi alla Comunità e alle relazioni inter-religiose e nel 2009 nominato Lord Barone con un seggio a vita nella Camera dei Lord.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/ ... eeting.jpg


Cap. 1
La malvagità altruistica

I rapporti tra ebraismo, cristianesimo e islam sono stati storicamente avvelenati, e io cerco di capire perché. In questi capitoli esploro tre fenomeni: forma mentis, mito e rivalità fraterna. Primo: c’è una specifica forma mentis che rende possibile la malvagità altruistica: il dualismo. Questo è incompatibile con il monoteismo ma ciò nonostante di tanto in tanto vi ha trovato spazio. Secondo: ci sono miti che nutrono questo abito mentale, sono sorprendentemente duraturi e adattabili, si spostano da una religione all’altra e si insinuano perfino nelle culture laiche. Terzo: c’è quella relazione unica tra le tre fedi abramitiche che le ha messe in tensione l’una con l’altra.

Ciascuna ha inizialmente ipotizzato che le altre sarebbero scomparse.
I loro seguaci si sarebbero convertiti o avrebbero riconosciuto la supremazia della nuova fede. I cristiani si aspettavano che gli ebrei diventassero cristiani perché il fondatore della loro fede era un ebreo. I musulmani si aspettavano che ebrei e cristiani diventassero musulmani perché la loro fede includeva Abramo, Mosè, Gesù e parte dei loro insegnamenti. Ma essi non scomparvero. Alcuni si convertirono, ma la maggior parte non lo fece. Gli ebrei rimasero ebrei. I cristiani rimasero cristiani. Il risultato è che l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam sono sfidati, perfino minacciati, ognuno dall’esistenza degli altri. Per un lungo periodo di tempo questo ha avuto poca importanza. Ebrei, cristiani e musulmani hanno vissuto pacificamente insieme per gran parte della loro storia (??? è falso). Ma nei momenti di forte tensione e agitazione questo problema è stato di grande importanza.

C’è, come evidenzio nel quinto capitolo, un modo di pensare che possiamo far risalire a una serie di racconti nel libro della Genesi, condivisi perlomeno vagamente da tutte e tre le fedi. Qui è dove è nato il problema. Ignorare questi racconti è impossibile, ma reinterpretarli è assolutamente possibile. Possiamo spingerci oltre: i testi stessi che si trovano alla radice del problema, se giustamente interpretati, possono fornire una soluzione. Questo tuttavia esigerà una rilettura radicale di questi testi, attraverso un atto di ascolto profondo della voce originaria del monoteismo stesso.
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Re: Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Messaggioda Berto » mer apr 25, 2018 9:18 am

250 FIRMATARI ILLUSTRI SOTTOSCRIVONO IL LIBRO MANIFESTO CONTRO L'ANTISEMITISMO
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 1332732888

“Sono quindici anni che invito i musulmani a mobilizzarsi contro l’antisemitismo”, ha spiegato ieri in una radio francese Joël Mergui, il presidente del Concistoro israelita di Francia. “Gli imam e i musulmani devono organizzare delle grandi manifestazioni che prendano le distanze dal terrorismo islamico, solo così potranno lottare efficacemente contro la stigmatizzazione dei musulmani – continua Mergui – in questi ultimi anni il 90% dei crimini di matrice antisemita sono stati compiuti dai musulmani, i terroristi di oggi si esprimono urlando Allah Akbar. Bisogna avere il coraggio di denunciare il problema se vogliamo risolverlo veramente”

Le parole di Mergui si riferivano a un libro, Le Nouvel Antisémitisme en France edito da Albin Michel, che verrà messo in vendita domani nelle librerie francesi, scritto da quindici intellettuali e che ha ricevuto il sostegno di duecentocinquanta firmatari che uniti sostengono quanto scritto in quello che rappresenta un nuovo “J’accuse” contro il rigurgito antisemita in Francia. Un ex capo di stato, cinque ex primi ministri, deputati, personaggi della cultura e dell’intrattenimento hanno sottoscritto questo libro-denuncia che ha già scatenato delle polemiche.

Ecco uno stralcio:
“L’antisemitismo non è un problema degli ebrei ma di tutti noi. Il paese è diventato il teatro dell’antisemitismo omicida che scatena il paradosso dello sdegno popolare con il silenzio mediatico. Quando un primo ministro ( il riferimento è a Manuel Valls, ex primo ministro n.d.r.) dice che la Francia senza gli ebrei non è più la Francia, non enuncia solo parole consolatorie ma pronuncia un avvertimento: la nostra tradizione è composta da diversi elementi culturali, fra cui l’elemento determinante del pensiero ebraico. In dodici anni sono stati uccisi e alcuni anche torturati, dodici ebrei da estremisti islamici. Gli ebrei hanno venticinque possibilità in più di essere aggrediti rispetto ai loro concittadini musulmani, solo perché sono ebrei. Il 10% degli ebrei che vivono nella regione parigina, cioè 50.000 persone, hanno deciso di cambiare abitazione per ragioni di sicurezza o perché i loro figli non potevano più frequentare determinate scuole pubbliche. Al vecchio antisemitismo di estrema destra si è aggiunto quello della sinistra radicale che trova nell’antisionismo l’alibi per trasformare gli aguzzini degli ebrei in vittime della società e che trova sostegno elettorale dal voto musulmano dieci volte superiore a quello ebraico. L’antisemitismo musulmano è una grande minaccia per l’Islam, chiediamo che i versetti del Corano che si appellano alla morte e alla caccia agli ebrei e ai cristiani siano considerati obsoleti dalle autorità teologiche di modo che alcun fedele possa appoggiarsi a un testo sacro per commettere un crimine.

Chiediamo che la lotta all’antisemitismo sia considerato un problema nazionale prima che sia troppo tardi, prima che la Francia non sia più la Francia.”



Roberto Solari
"chiediamo che i versetti del Corano che si appellano alla morte e alla caccia agli ebrei e ai cristiani siano considerati obsoleti dalle autorità teologiche di modo che alcun fedele possa appoggiarsi a un testo sacro per commettere un crimine." Dai siamo seri, questa frase alle orecchie di un musulmano equivale ad una bestemmia.

Alberto Pento
Bisogna bandire il nazismo maomettano, Maometto e il Corano, ad ogni costo, altro che farli passare per santi, pacifici e obsoleti da riformare reinterpretare. Come è stato fatto con Hitler e il suo nazismo ariano.
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Re: Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Messaggioda Berto » mer apr 25, 2018 10:26 am

Merkel: “Con i migranti arabi, nuova ondata di antisemitismo in Germania”
EUROPA UE, NEWS lunedì, 23, aprile, 2018

http://www.imolaoggi.it/2018/04/23/merk ... n-germania

Angela Merkel ha stigmatizzato l’antisemitismo in Germania, affrontando anche il fenomeno importato con i molti migranti di origine araba (musulmani), in un’intervista rilasciata alla tv israeliana “Channel 10 news”.
“Abbiamo adesso anche un nuovo fenomeno, con l’arrivo di profughi o persone di origine araba, che portano di nuovo un’altra forma di antisemitismo”, ha detto. L’antisemitismo purtroppo c’era comunque anche prima, ha affermato.
Finora si era sempre dichiarata favorevole all’immigrazione islamica. Non va bene che alcuni paesi dicano: ‘In maniera generale noi non vogliamo avere musulmani nel nostro paese’”, disse la cancelliera in un’intervista alla Tv pubblica tedesca ARD. “Ognuno deve fare la sua parte” (per completare l’islamizzazione?, ndr).
La Germania ha accolto nel 2015 circa un milione di richiedenti asilo, per lo più originari di Siria, Iraq e Afghanistan, quasi tutti musulmani.
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Re: Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Messaggioda Berto » dom dic 09, 2018 12:42 pm

UNA LENTA AGONIA
Niram Ferretti
6 dicembre 2018

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

"L'Europa secondo me è finita. Ogni giorno si vedono persone attaccate in un modo o nell'altro in tutta Europa. Vedete persone uccise nei musei in Belgio, persone uccise nelle scuole in Francia, persone attaccate in Inghilterra. C'è solo un posto dove gli ebrei possono andare ".

Così dichiara Mark Lewis uno dei maggiori avvocati britannici in una intervista all'israeliana Channel 10 News.

Ha deciso di lasciare per sempre il suo paese, la Gran Bretagna, e di trasferirsi in Israele. Non è stata una decisione facile.

La sua compagna, Mandy Blumenthal, a sua volta ha dichiarato, "Abbiamo accelerato la nostra decisione di trasferirci in Israele perchè l'antisemitismo è diventato istutuzionale e accettato nella vita di tutti i giorni".

“Jeremy Corbyn ha spostato la pietra e gli antisemiti sono strisciati fuori. Non torneranno indietro", ha aggiunto Lewis.

L'estate scorsa, Alain Finkielkraut, in una intervista al Times of Israel, ha detto, “Sono estremamente preoccupato, sia per gli ebrei francesi che per il futuro della Francia. L’antisemitismo che stiamo sperimentando oggi in Francia è il peggiore che io abbia mai visto nella mia vita e sono convinto che andrà peggiorando”.

Robert Wistrich, il grande storico dell'antisemitismo aveva previsto che l'onda nera dell'antisemitismo sarebbe salita in Europa. Lo ha scritto in numerosi articoli.

Sapeva assai bene che l'antisionismo era ed è una foglia di fico dell'antisemitismo e che la demonizazzione di Israele era ed è il miele che attira a frotte gli antisemiti offrendo loro una piena legittimazione.

“Nel marzo del 2007, un sondaggio della BBC, mostrò una percezione negativa di Israele in Germania (77%), Francia (66%) e nel Regno Unito (65%), un livello scioccante di antipatia nei confronti dello Stato ebraico nei tre paesi leader dell’Unione Europea“, scriveva nel suo opus magnum, "Una ossessione letale: l'antisemitismo dall'antichità al jihad globale", 941 pagine, per raccontate questa micidiale patologia che accompagna l'umanità dall'antica Roma ad oggi.

Sì, il verdetto di Mark Lewis suona molto credibile, "L'Europa è finita". L'Europa della dhimmitudine, degli amorosi sensi con i potentati islamici, della capitolazione petrolifera del '73, della svendita di Israele, l'Europa che scende in piazza contro Israele tutte le volte che si difende, l'Europa che, con le lodevoli e sparute eccezioni di alcuni stati dell'Est, vota compatta all'ONU contro Israele, l'Europa che abbraccia l'Iran, salvo poi sorprendersi se Teheran prepara attentati sul suo suolo, l'Europa che inaugura moschee su moschee e legittima nei suoi atenei convegni e incontri in cui Israele è rappresentata come la feccia della terra (in Italia eccelle l'Università di Torino).

Sì, questa Europa è finita, da tanto tempo, da quando non ha saputo difendere Israele, riconoscerla come parte integrante e di se stessa, ma invece l'ha respinta, condannandola, come ha fatto, nei secoli, nei confronti degli ebrei quandi era conveniente farlo.


Discussione:

Loki Asgardsson
Il problema non è L’antisemitismo. Quello è un sintomo. Il problema è l’Odio che l’europa ha per se stessa.

Renato Della Mea
Il problema è appunto che l’odio verso se stessa è antisemitismo.

Niram Ferretti
Ovviamente il problema è l'antisemitismo, un problema grave, a sua volta un sintomo di una patologia profonda che riguarda l'Europa in quanto tale, la sua identità, il suo progressivo scollamento dalle proprie radici. Discorso ampio. E' il tema del mio ultimo libro.

Gianni Melillo
Renato Della Mea farei una distinzione tra Europa e UE!

Loki Asgardsson
Mica tanta distinzione...

Renato Della Mea
Io non farei tanta distinzione: prima della UE , si parlava di Italia, Francia, Spagna, Germania etc.
e Europa era niente più che una connotazione orografica.A nessuno gli era venuto in mente nel corso degli ultimi 5000 anni che Europa designasse un ‘entità culturalmente , politicamente, economicamente unica.

Gianni Melillo
Unica è la sua radice Greco-Roman e le sue fondamenta giudaico-cristiane. Ma sono proprio queste radici che la UE rinnega e offende ogni giorno. Vogliamo un Europa di nazioni sovrane, solidali ma indipendenti che esaltino e facciano rivivere le tradizioni locali e i valori umanistici e rinascimentali.

Renato Della Mea
Gianni Melillo
Non nego che le radici paiono uniche...quando si comincia a conteggiare la storia solo da un certo punto in avanti o la si osserva da una prospettiva particolaristica
Da dove si evince per esempio la comune radice “greco- romana” nei paesi del nord?
E nei paesi dell’est?In Spagna terra dei Vandali e degli Arabi prima che provincia romana?
Che dire poi delle chiese?
In fondo un link che le elenca.
Se proprio vogliamo trovare un punto comune in Europa è quello della persistenza del paganesimo ricoperto da una patina di religione nemmeno tanto monoteista tra santi madonne figli padri e spiriti.Ah senza dimenticare i diavoletti.
La radice giudaica esiste,nella misura in cui ha donato vita al Cristianesimo delle origini,purtroppo ormai caduto nell’oblio.(da quasi 2000 anni) https://it.m.wikipedia.org/.../Categoria:Confessioni...

Gianni Melillo
Renato Della Mea potremmo parlare e polemizzare a lungo in merito alle comuni radici europee, linguistiche, religiose, del diritto, dell'alfabeto, delle vie Romane etc ma preferisco evitare inutili e dispendiose polemiche e concordare con lei che non siamo d'accordo.

Renato Della Mea
Gianni Melillo
Concordo e
cito i vangeli: una casa divisa in se stessa non può sussistere rispose Gesu ‘ a chi lo accusava di stregoneria.
Nemmeno si può parlare propriamente di “una” casa.
http://www.storico.org/storia_societa/g ... uropa.html
Storia delle guerre in Europa

Lucio Bergamaschi
Renato Della Mea lei nega le piu' elementari evidenze storiche. Ma come si fa a non ricordare l'ideale dell'impero romano e cristiano che dalla seconda meta' dell'VIII secolo ha più o meno gli stessi confini dell'Europa a 6 ovvero del nucleo originale della UE? Nonostante la nascita degli Stati nazionali - anzi dello stato nazionale per eccellenza come dice il Pirenne ovvero la Francia - i popoli europei hanno sempre avuto la percezione di fare parte di un'unica entità culturale e in parte anche politica sui due cardini del Papato e dell'Impero. Quanto all'antisemitismo è un male endemico del mondo da ben prima della UE e della stessa civiltà cristiana. I rigurgiti attuali sono da analizzare con attenzione e da isolare vigorosamente ma non vanno neppure drammatizzati. Conosciamo tutti i racconti di tanti ebrei francesi che sono emigrati in Israele negli ultimi vent'anni e che hanno fatto ritorno in Europa delusi ahimè da un paese ben diverso dalle idilliache descrizioni, un paese in guerra e profondamente razzista (sembra incredibile dirlo) come la delirante "legge fondamentale" approvata non senza contrasti qualche mese fa purtroppo dimostra.

Loki Asgardsson
Lucio Bergamaschi razzista un cazzo. Gli Ebrei Francesi se ne stanno andando perché l’antisemitismo è sistemico ormai.

Gianni Melillo
Lucio Bergamaschi non concordo assolutamente con lei in merito alla "legge fondamentale", Israele ha solo sancito un fatto storico ovvero la sua natura Ebraica, il suo essere la casa degli ebrei in un territorio che le appartiene storicamente.
Non sono neppure d'accordo quando lei scrive che in merito all antisemitismo in Europa vi siano esagerate drammatizzazione, oggi insieme a quello c'è un antisemitismo mascherato da antisionismo!

Niram Ferretti
Lucio Bergamaschi lei dovrebbe dedicarsi alla sua principale attività, che consiste nello scovare in rete i diffamatori del papa. Li forse riesce a mietere successi, ma non si avventuri in terreni per lei scivolosi che riguardano Israele. Solo una persona completamente digiuna di giurisprudenza e che non conosce il sistema costituzionale israeliano può considerare la legge fondamentale "delirante". Lei non sa di cosa parla. Quanto al "razzismo" in Israele, sì, esiste come esiste in ogni altro paese dell'urbe terraqueo, e sicuramente in misura assai minore che in altri paesi. Quanto agli ebrei francesi che sono ritornati in Francia dove non possono nemmeno girare con la kippah senza essere aggrediti, faccia il bravo, non dica idiozie. La aliah francese è stata la più cospicua degli ultimi decenni, con numeri impressionanti. Pensi piuttosto al suo papa che abbraccia un negazionista dell'Olocausto e fiancheggiatore dei terroristi come Abu Mazen, riceve a braccia aperte un antisemita conclamato come Ahmad al-Tayyib, e ci spiega che la violenza nell'Islam è pari a quella dei cattolici che uccidono le loro fidanzate.

Gianni Melillo
Francia, oggi, avviso della JDL (Jewish Defense League) ai cittadini ebrei :
Important Communiqué for the Jewish population of Paris!!!! Translated from French.
communiqué - the Jewish Defense League (JDL) calls the Jewish community of Paris to extreme vigilance this Saturday and to avoid any unnecessary exit while serious threats weigh on the places of Jewish cults in the margins of the events of the yellow vests planned this weekend on Paris and Paris. Some thugs call for "breaking Jew", according to information collected by the Jewish Defense League.
Several synagogues whose beth habad of the champs-elysées have already warned their faithful that they will not exceptionally provide their usual offices this shabbat.
The Jewish defence league stands ready for any eventuality and to intervene if necessary anywhere and anytime to ensure the safety of our fellow members.
Jewish Defense League (JDL)watch!!!!!


Niram Ferretti
Gianni, il Bergamaschi è un tipetto curioso, ci dice contrariamente a tutte le statistiche, che lui non conosce assolutamente, occupandosi prevalentemente di smascherare i "diffamatori" del papa in rete, che l'antisemitismo che mostra sempre di più il suo volto ributtante in Europa è una cosuccia, poi ci dice che Israele è razzista, e che la legge fondamentale, una legge logica e assolutamente in linea con le leggi di tutti i paesi democratici, è "aberrante". Cosa si dovrebbe pensare di uno che scrive cose così? Che è un bravo cattocomunista? o semplicemente un antisionista, ma ci mancherebbe, non antisemita, perché si sa, gli ebrei sono "i nostri fratelli maggiori"? Oppure un dilettante allo sbaraglio che parla di temi a lui completamente ignoti? Oppure si tratta di un misto di tutte queste cose messe insieme? Fortunatamente la Chiesa di Roma, ormai trasformata in una ONLUS dall'attuale papa pauperista, ha anche, al suo interno, seppure minoritarie, sensibilità diverse.

Loki Asgardsson
Niram Ferretti io credo che sia l'erede di quella tradizione che chiamo "antisemitismo mild". Tutte le frasi di quelle persone iniziano con "io non sono contro gli Ebrei ma..."
Uno dei motivi per cui Israele sta sulle balle all'Europa ed agli europei è il fatto che lo stato ebraico ha avuto il coraggio da sempre di difendere la sua identità. E questo per una organizzazione sovranazionale come la UE, che si è rifiutata di farlo, e per i paesucoli (una volta grandi nazioni) con la dignità in vendita, è intollerabile.

Niram Ferretti
Esattamente, Loki Asgardsson.


Niram Ferretti
I paesi più odiati dall'Europa e dalle sue miserabili elite sono gli USA e Israele, paesi fortemente ancorati a una identità forte, a un senso di sè che è ancorato al pattriottismo e all'idea che non siamo nella post historie della fine dei conflitti.
La Chiesa pauperista e peronista di Bergoglio vuole i ponti e non i muri, mette i poveri in primo piano e scambia i terroristi palestinesi per oppressi.
Certo non abbiamo dovuto aspettare Begoglio perché prendesse questa china.
Basta leggere le abominevoli riflessioni su Israele di Dossetti, o ricordarsi che il Vaticano ha riconosciuto Israele come Stato solo nel 1994.
Molti nella Chiesa e certo non Giovanni Paolo II nè Benedetto XVI, non si sono ancora rassegnati al fatto che Israele come collettività ebraica non è stata sostituita dalla Chiesa e dunque "superata" nè al fatto che in "Terra Santa" esista uno Stato ebraico.

Loki Asgardsson
Niram Ferretti negli anni 60 e 70 ero contro gli slogan che dicevano "fuori dalla NATO", essendo stato sempre visceralmente anti-comunista. Ora vorrei che la NATO sparisse. Ma per un solo motivo: sarebbe un formidabile reality check trovarsi senza più lo scudo di difesa offerto dagli Americani (che hanno pagato per lo più sempre loro...) e costringerebbe i vari idiotini europei a rivedere una cosa chiamata "difesa" e "interesse nazionale". Se si prende ad esempio la Germania, sono in condizioni talmente pessime, grazie alla gestiione Merkel-Van Der Leyen, che potrebbe suonargliele anche l'Italia. La Francia ha ancora un buon esercito (ma entra ed esce dalla NATO per farsi gli affari suoi...), UK vivacchia ancora della gloria passata ma sul mare, dove la Royal Navy era una potenza fino a tutti gli anni 70, ora si ritrova senza copertura aerea "per motivi di bilancio". Tanto ci sono gli Americani, no? L'Europa ha avuto sul suo suolo 2 guerre mondiali. E come soluzione affinchè non possa ripetersi, ha scelto il suicidio.
Niram Ferretti la Chiesa è anche pervicacemente anti-italiana. Questo gli Italiani ancora non l'hanno capito.

Niram Ferretti
Senza dimenticare la Turchia, Loki Asgardsson. La Turchia nella NATO.

Loki Asgardsson
Niram Ferretti Quella è una aberrazione voluta dagli Americani. E dai Turchi, che sfruttavano così la vicinanza dell'orso russo per contrattare favori economici e militari. Con alleati come i Turchi, chi ha bisogno di nemici?

Antonio Melai
Giusto. Era il "tappo" che impediva alla flotta del Mar Nero di andare e venire indisturbata nel Mediterraneo e potenziale fronte sud nel Caucaso. Non che questo abbia mai trattenuto la Turchia di fare guerra a un altro membro NATO e invadere (e tenersi) metà Cipro...

Lucio Bergamaschi
Niram Ferretti sono felice di avervi fatto discutere in questa mattina che per noi cattolici è di grande festa. Agli insulti e ai più o meno involontari fraitendimenti sono abituato quindi non mi disturbano più di tanto. Quanto alla legge fondamentale ricordo che è passata alla Knesset per soli 7 voti e che il termine aberrante non è mio. Lo ha usato Tzipi Livni nel dibattito parlamentare impegnandosi ad abolirla se dovesse diventare - come auspico - primo ministro. Lasciamo Bibi ai suoi guai giudiziari. Di danni ad Israele ne ha già fatto abbastanza.
Per chi non pensa che il sionismo sia solo di destra e guerrafondaio vi posto una bella intervista della Livni
"Da ebrea e democratica mi batto contro una misura ingiusta e pericolosa". Intervista a Tzipi Livni sulla legge su Israele "Stato-nazione ebraica" (di U. De Giovannangeli)
https://www.huffingtonpost.it/2018/08/1 ... ccuRIxAu10



Lucio Bergamaschi
Renato Della Mea non ho invece sentito repliche sulle radici storiche dell'Unione europea saldamente ancorate nell'impero sacro e romano e da te incredibilmente negate.

Niram Ferretti
Lucio Bergamaschi non si esalti. Lei non fa discutere nessuno. Le idiozie che ha scritto si commentano da sole. La Livini ha lo stessa chance di diventare primo ministro di quanta lei ne abbia di diventare cardinale malgrado le sue benemerenze investigative su Facebook. Ora oltre al razzismo israeliano siamo anche al "sionismo guerrafondaio". Lei si esprime come un militante del Leoncavallo, no, mi correggo, peggio, come un cattocomunista. Legga meno Dossetti e più Ratzinger. La UE "saldamente ancorata alle radici dell'impero romano"...Risum teneatis.

Niram Ferretti
Anche un cabarettista cattocomunista mi doveva capitare...

Lucio Bergamaschi
Niram Ferretti aumentare il livello degli insulti non fa passare dalla parte della ragione ma aumenta solo il ridicolo su chi li pronuncia. La Livni non diventerà primo ministro? Lo vedremo, visto che con ogni probabilità Bibi non potrà candidarsi per le accuse di corruzione a lui e alla sua famiglia. Comunque resta il fatto che la legge fondamentale è un obbrobrio propagandistico che tradisce lo spirito laico e democratico del vero sionismo quello di Ben Gurion, di Golda Meir, di Iztak Rabin. Quelli che hanno fatto la guerra davvero per difendersi e che non sono mai stati nemmeno sfiorati da indagini per corruzione. NB. Il mio riferimento storico era all'Impero sacro e romano, quello di Carlo Magno, gli Ottoni, Barbarossa, Carlo V giù giù fino a Francesco Giuseppe. Almeno impari a leggere l'italiano.

Renato Della Mea
Lucio Bergamaschi ma certo!
Condivido anche io la visione di assoggettare buona parte dell’Europa come ai tempi migliori dell’ impero romano.Ma solo fino al Reno e non oltre.

Lucio Bergamaschi
Renato Della Mea fino al Reno mi sembra un po' riduttivo...almeno arriviamo all'Oder
Corrado Balocco intanto le posto quelli che tornano in Germania. ora le trovo anche i francesi (che poi in gran parte francesi non sono ma sono originari del Nord Africa Marocco, Algeria, Tunisia...)
Perché così tanti ebrei da Israele tornano in Germania
http://espresso.repubblica.it/internazi ... a-1.312972

Renato Della Mea
Lucio Bergamaschi
Il mio riferimento era alla debacle di Varo.

Lucio Bergamaschi
Renato Della Mea L'avevo intuito. Il genio di Carlo Magno fu proprio di unire Franchi e Sassoni e quindi di portare il confine dell'Europa più' a Est

Loki Asgardsson
"Comunque resta il fatto che la legge fondamentale è un obbrobrio propagandistico che tradisce lo spirito laico e democratico del vero sionismo quello di Ben Gurion, di Golda Meir, di Iztak Rabin." ma che scemenza...


Renato Della Mea
I confini sono tratti di inchiostro sulla carta, cangianti secondo l’emergere di un condottiero più forte del precedente.
Le “comuni radici” in Europa non hanno impedito millenni di guerre” fratricide”, e anzi verrebbe da dire, (postulandone la esistenza)che proprio certa comunanza di “radice” ha prodotto i conflitti.
Poi , a volte sono emersi alcuni “cesari” che esteso il loro dominio particolaristico su una predominanante zona, hanno fatto credere che Europa fosse una entità a se’ stante.
Dai romani alla Merkel passando per Napoleone: volontà di potenza da applicarsi a discapito di altri “fratelli europei”.
Manca il pragmatismo in europa.
Se ci si accontentasse di regolare gli scambi commerciali e la circolazione delle persone andrebbe anche bene ma no, non basta, millenni di cultura greco - romana sfociati poi nei deleteri idealismi centro europei ci impongono la ideologia come cappello culturale definitivo.
L’editto di Granada non ha aiutato.

Lucio Bergamaschi
Renato Della Mea non condivido il suo pessimismo cosmico. l'Europa ha partorito San Tommaso, Abelardo, Cartesio, Voltaire. Ha esportato i principi illuministi negli Stati Uniti. Ha deciso dopo due guerre mondiali di deporre le armi e concepirsi come un'unica entita' e ciò ci ha garantito 70 anni di pace e prosperita'. Con tutti i limiti e la necessita' di riforme l'Europa unita e' una speranza di pace non solo per noi ma per tutto il mondo.

Lucio Bergamaschi
Loki Asgardsson se magari argomentasse un attimo

Renato Della Mea
Lucio Bergamaschi
Questione di punti di vista...l’Europa ha partorito la shoa’ insieme ad Hitler, la caccia alle streghe e l’esportazione di spada e vangeli ...
Gli illuministi poi hanno decretato la morte di d.o e i giacobini ne hanno ghigliottinato parecchi figli..
La storia europea è tutto meno che un idillio.
E la decantata sua superiorità vive incerte ore .
Gli USA sono un esempio di unione fruttifera, l’Europa di una unione sterile.

Niram Ferretti
Lucio Bergamaschi lei non viene insultato da me, si insulta da solo per le idiozie che scrive, lo ripeto per l'ennesima volta. Lei non sa assolutamente di cosa sta parlando. Faccia il bravo. Con me, sulla storia di Israele non passerebbe neanche un esame preliminare. Della Legge Base non è assolutamente in grado di parlare, ma provo, vista la sua ignoranza caprina, a spiegarle alcune cose. Dubito che lei sia in grado di comprenderle, ma caritatevolmente provo. Il 19 luglio 2018 la Knesset passa con 62 voti contro 55 e lo scarto di due sole astensioni la Legge Base la quale definisce Israele come lo Stato nazionale degli ebrei. La legge si integra con altre leggi base, le quali, in guisa di costituzione strutturano il sistema legale dello Stato ebraico. Tra gli articoli principali della legge l’articolo 1. b afferma che “Israele è la casa nazionale del popolo ebraico, nella quale esso adempie il proprio diritto naturale, culturale, religioso e storico all’autodeterminazione“ mentre l’articolo 1. c afferma che “Il diritto di esercitare l’autodeterminazione nazionale nello Stato di Israele è prerogativa unica del popolo ebraico”. All’ebraico viene riconosciuto lo status di lingua ufficiale nazionale mentre all’arabo viene garantito uno status speciale. Questa legge non dice nulla di diverso da quanto è stato assiomatico per decenni : Israele è la nazione-stato del popolo ebraico, e all’interno dei suoi confini, solo gli ebrei possono esercitare un’autodeterminazione nazionale— una disposizione che né nega uguali diritti sociali e politici (al contrario di quelli nazionali) per i non ebrei, né preclude la possibilità di uno Stato palestinese nella West Bank e Gaza, i quali si trovano fuori dai suoi confini. La capitale di Israele è Gerusalemme. La sua lingua è l’ebraico. Israele è aperto all’immigrazione ebraica. Si impegnerà a preservare l’eredità degli ebrei della diaspora e rafforzare il loro legame con Israele. In realtà molte delle sue disposizioni sono già codificate nella legislazione esistente. E anche l’apparente novità di “compromettere” lo status dell’arabo, non è un grosso cambiamento, come ha sottolineato lo studioso di giurisprudenza Netanel Fisher: l’arabo non è mai stato uguale all’ebraico (per esempio, le cause in tribunale non possono essere compilate in arabo), e tale status così come era è stato preservato da una clausola che afferma che nulla nella legge “compromette” lo status usufruito dalla lingua araba prima che la Legge Base diventasse effettiva. Inoltre, la legge non sostituisce in alcun modo le leggi base esistenti che sanciscono il sistema di governo democratico israeliano e i diritti umani fondamentali. In modo particolare, la Legge Base del 1922: La Dignita Umana e la Libertà, protegge esplicitamente ‘La dignità di qualsiasi persona in quanto tale,’ e i tribunali hanno interpretato ciò in modo coerente come un impedimento alla discriminazione, sulla base che la discriminazione viola la dignità della persona. Si occupi di questioni alla sua portata e torni a giocare a bocce.

Lucio Bergamaschi
Niram Ferretti cerco di superare cristianamente l'irritazione per i suoi modi supponente e arroganti davvero indegni di un figlio di Abramo, per ricordarle che il punto 1c istituisce concettualmente una discriminazione tra cittadini israeliani di origine ebraica e quelli di origine e religione cristiana, araba e drusa. Concordo con lei che sul piano pratico al momento cambia poco o nulla ma le conseguenze di questa confessionalizzazione del paese che tradisce gli ideali laici del sionismo originario si vedranno nel tempo. Quanto ai diritti dei palestinesi chiediamo qualcosa in merito a quelli che si sono visti confiscare a prezzi di usura i propri terreni nel west bank per fare posto a insediamenti dichiarati illegali perfino dalla Corte Suprema israeliana e che nondimeno sono ancora lì. Riflettendo su questi.."dettagli" forse si capirebbe il sentimento anti israeliano montante anche in paesi pacifici e per nulla antisemiti. Leggere a tal proposito l'elenco dei paesi che si sono opposti l'altro giorno alla risoluzione anti Hamas. Molto istruttivo

Loki Asgardsson
Lucio Bergamaschi pensi noi che dobbiamo tollerare la sua prosopopea antiebraica mascherata da atteggiamento underdog...

Benedetta Bardi
Lucio Bergamaschi lei mi ha disgustata nel commento da Giulio Meotti ora la ritrovo qui a dispensare gratuitamente e soprattutto non desiderate interpretazioni, le dispensi nei suoi salotti cattocomunisti . La trovo penosamente ridicolo.

Loki Asgardsson "Quanto ai diritti dei palestinesi chiediamo qualcosa in merito a quelli che si sono visti confiscare a prezzi di usura i propri terreni nel west bank " e i falsi che propone. Semmai sono stati acquistati con un sovraprezzo fino a 40 volte quello di mercato.

Niram Ferretti
superi, superi, specialmente oggi che è Festa di precetto. Il punto 1c non istituisce affatto alcuna discriminazione. Lei, evidentemente, non comprende quello che legge.Israele è lo Stato degli ebrei come la Spagna è lo Stato degli spagnoli, e la Francia quello dei francesi. L'autodeterminazione di un popolo è discriminante? Dunque, anche la Spagna discriminerebbe nei confronti delle sue minoranze, e così ogni stato nazionale istituito sulla base di un popolo e una etnia...Ma si rende conto delle idiozie che continua a scrivere? Israele non è mai stato uno Stato confessionale in senso stretto, e questa legge base di cui ho tentato di spiegarle il senso, non lo fa diventare tale in alcun modo. Tradisce il sionismo originario? O bella!! Ma di cosa sta parlando? La legge Base del 1922 tutela ampiamente le minoranze. I diritti dei palestinesi? i prezzi "di usura"...ecco che fa capolino il piccolo antisemita. Il cattocomunista era già emerso. Lei scrive cose infami e false da squallido travet della disinformazione cattolica filopalestinese. Torni nel suo buco.

Niram Ferretti
Abbiamo qui un cattocomunista che ci dà lezioni sull'"integralismo" dello Stato ebraico, lui che difende una monarchia assoluta, guidata oggi da un papa che abbraccia negazionisti e antisemiti islamici e ci "insegna" che l'Islam è una religione pacifica mentre spalanca le porte all'immigrazione incontrollata.

Loki Asgardsson
Ho trovato la legge fondamentale dello Stato del Vaticano, quella modificata da JP II. Uno stato monarchico di stampo semi-medievale.

Lucio Bergamaschi
Niram Ferretti Israele è (o meglio era) lo stato di tutti i popoli e le etnie che ne condividevano il territorio e i valori siano essi ebrei, drusi o arabi (cristiani e musulmani). Voi fondamentalisti ebraici ne volete fare uno stato simile a quelli musulmani oltranzisti dove vige la sharia. Un bel passo avanti...non c'è che dire.

Niram Ferretti
Ora, questo individuo viscido che ha aggredito una persona dell'integrità di Emanuel Segre Amar, dandogli del diffamatore del papa, viene sulla mia bacheca a scrivere infamie su Israele.
Lucio Bergamaschi la compatisco. Gente come lei è l'emblema di quanto sia marcio il cattocomunismo. Il mio amico Giulio Meotti è veramente uomo di grande apertura e generosità a tollerare un personaggio con le sue caratteristiche, sulla sua bacheca.

Loki Asgardsson
"tutti i popoli e le etnie che ne condividevano il territorio e i valori siano essi ebrei, drusi o arabi (cristiani e musulmani). Voi fondamentalisti ebraici ne volete fare uno stato simile a quelli musulmani oltranzisti dove vige la sharia. Un bel passo avanti...non c'e' che dire." Quindi da oggi dire che l'Italia appartiene agli Italiani o la Svizzera è lo stato per gli Svizzeri sarebbe razzismo. E questo farebbe COMUNICAZIONE...

Lucio Bergamaschi
Loki Asgardsson gli ebrei sono un ethnos, sono i figli di Abramo, i circoncisi. Gli italiani sono un popolo in senso molto più generico, culturale e comunque il nostro e' uno stato laico dove qualsiasi cittadino di qualsiasi etnia o razza ha pari diritti e doveri. Le destre israeliane vogliono fare di Israele lo stato dei soli ebrei. Non era questo l'ideale sionista originario come dice bene la Livni nell'intervista che ho postato.

Niram Ferretti
Ma cosa sta scrivendo questo mentecatto?

Loki Asgardsson
"gli ebrei sono un ethnos, sono i figli di Abramo, i circoncisi. Gli italiani sono un popolo in senso molto più generico, culturale e comunque il nostro e' uno stato laico dove qualsiasi cittadino di qualsiasi etnia o razza ha pari diritti e doveri. Le destre israeliane vogliono fare di Israele lo stato dei soli ebrei. Non era questo l'ideale sionista originario come dice bene la Livni nell'intervista che ho postato." Ed in Israele è identico. I diritti di tutti sono rispettati. Tanto è vero che è l'unico posto in MO dove i Cristiani sono in AUMENTO. Quindi basta bugie, eh?

Lucio Bergamaschi
Niram Ferretti Niram si sta innervosendo...è a corto di argomenti?

Niram Ferretti
Lucio Bergamaschi lei è un povero diavolo. Davvero. Un poveraccio in cerca di autore.

Benedetta Bardi
Lucio Bergamaschi sono Cristiana e quindi Ebrea spiritualmente lei non è degno di definirsi neanche Cattolico figuriamoci Cristiano . provi ad uscire con un minimo di decoro da questa pagina , non le chiedo eleganza perché lei ignora cosa è il pudore figuriamoci l'eleganza di tacere .

Loki Asgardsson
Lucio Bergamaschi perché, lei li ha mai avuti, a parte la menzogna?

Jaime Manca Graziadei
Ma davvero rispondete ad uno che, poverello,non ha materia attiva all'interno della scatola cranica? Carlo Magno..Napoleone.. ognuno tentava di sottomettere gli altri. Ma dove la ha letta la storia, sulle confezioni Kellogs? Mapperfavore.

Benedetta Bardi
Loki Asgardsson il Bergamschi ignora che il Primo Gennaio si ricorda la circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo ebreo figlio di Ebrei della gloriosa stirpe di Davide . È un miserabile comunista che può circolare solo nella portineria della palazzina dove risiede.

Lucio Bergamaschi
Loki Asgardsson questo l'ho detto io in premessa. I fondamenti laici e democratici di Israele ne fanno uno stato di diritto. Proprio per questo i sinceri democratici sono preoccupati per la deriva fondamentalista che la Legge Fondamentale rischia di innescare. Ma non avete seguito il dibattito furibondo che in questi mesi si è sviluppato nel mondo ebraico sia in Israele che nella diaspora su questa legge? Gli appelli degli intellettuali e dei premi Nobel contro la sua approvazione? Il Maestro Barheinboim che si vergogna pubblicamente, ecc ecc

Niram Ferretti
Un poveretto che non capisce quello che legge e che non solo infioretta una serie di menzogne, gli ebrei francesi che da Israele tornerebbero in Europa, i terreni palestinesi comprati a prezzi di usura, la Legge Base come legge integralista, ecc, ma che parla solo per frasi fatte e slogan di estrema sinistra. Il cattolicesimo è molto malato, da tanto tempo. Gente così lo dimostra lampantemente. La feccia che risale il pozzo.

Jaime Manca
Graziadei Niram: tira la catena.

Niram Ferretti
Il Maestro Bareinbhoim!! Il compare di Edward Said, l'utile idiota che voleva andare a suonare a Teheran e gli dissero di no perchè era israeliano.
Sì Jaime, la merda inizia a puzzare troppo.

Loki Asgardsson
Ma perchè poi devono rompere i coglioni per l'unico stato ebraico che c'è al mondo, quando attorno c'è tanta di quella merda islamica da togliere il fiato per il lezzo? Quali sarebbero questi diritti negati?

Niram Ferretti
Jaime, I flushed the shit down in the shithole.

Giulio Meotti
Niram Ferretti Ancora mi domando cosa ci venga a fare, nella mia bacheca

Niram Ferretti
Ho dovuto blloccarlo Giulio. Una roba ributtante.

Jaime Manca Graziadei
Da Saronno un povero mentecatto il cui giornale preferito da sempre e' "Avvenire" lo dice lui. De zapp on de feet.

Benedetta Bardi
Loki Asgardsson perché non gli è bastata la legnata verbale ricevuta nella pagina di Giulio Meotti , ne vuole ancora e noi pazientemente du labbrate nei denti gliele diamo .

Emanuel Segre Amar
Caro Niram Ferretti, come dice il proverbio, più o meno, chi di insulti ferisce, di insulti perisce.
Mi diede del pirla, che per lui insulto non è. Io mi limito a dargli solo zero in storia, zero in cultura politica, zero in savoir faire.
Ma, come dice appunto Giulio Meotti, non vale la pena perder tempo con costui. Uno che ipotizza una possibilità di diventare premier per la Livni si qualifica da solo, appunto uno zero nelle materie suindicate (e in qualcos’altro pure)
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Messaggioda Berto » dom dic 09, 2018 12:45 pm

Democrazia etnica, apartheid e dhimmitudine
viewtopic.php?f=141&t=2558

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 02/12/2018, a pag.24, con il titolo "Il dilemma di Israele: Stato ebraico o Stato degli ebrei?" l'analisi di Paolo Sorbi, preceduta da un nostro commento.
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=72902



Non siamo al livello di Camille Eid, ma poco ci manca. Fin dall'inizio, dove Paolo Sorbi dichiara suo 'punto di riferimento' Dan Segre, il quale si rivolterà nella tomba. Una cosa è discutere su temi concernenti l'assetto istituzionalie di un paese, altro è avanzare tesi che nulla hanno a che vedere con la reale democrazia di Israele. Se il governo ha votato una legge che riafferma l'ebraicità dello Stato, non ci vuole una particolare intelligenza per coglierne il motivo. In un mondo che sempre più la nega attraverso iniziative delle quali il BDS è soltanto l'ultima, ricordare attraverso una legge le caratteristiche democratiche di Israele 'Stato ebraico' è non solo utile ma doveroso.
Operazione che Sorbi cita, inframmezzandola però con affermazioni che mettono in dubbio la natura democratica del paese. Pur non essendo al livello delle veline palestiniste, anche questa operazione mira a presentare Israele come una società dove vige l'apartheid. Il vecchio antigiudaimo che non muore mai, si è soltato dato una ripulita nel tentativo di rendersi presentabile.

Ecco l'articolo:

Fu Dan V. Segre, già docente a Stanford, grande studioso dei temi mediorientali, giornalista e diplomatico per lo stato d'Israele negli anni Cinquanta, mio punto di riferimento sui temi del futuro ebraico, a preannunciarmi qualche mese prima della sua morte, avvenuta nel settembre 2014, che saremmo arrivati presto ad una sorta di showdown sul futuro istituzionale di Israele. Stato ebraico o stato degli ebrei? Questo, in sintesi, il nocciolo dello scontro giuridico, politico e culturale che si sarebbe giocato da parte della destra sionista al governo - culturalmente erede del fondatore del revisionismo nazionalpopulista di Zeev Jabotinski - contro l'opposizione del sionismo nazionalprogressista erede del "padre della Patria", il laburista David Ben-Gurion.
Di tutto ciò, delle implicazioni geostrategiche, narra il numero di quest'ultimo settembre della rivista limes "Israele. Lo stato degli ebrei". A mio parere, in modo eccessivamente scientistico. Infatti, nel volume in questione, si scava poco sulle radici bibliche e sociologiche che ancora oggi differenziano, eccome, le molteplici culture ebraiche. Di questo, dei limiti dell'esperimento sionista, al contempo di appassionata stima ed affetto per quella stessa storia, è recentemente uscito un mirabile volumetto postumo dell'importante studioso domenicano padre Marcel Dubois a dieci anni dalla sua scomparsa. Pubblicato dalle edizioni Terra Santa: Israele. La spiritualità del giudaismo.
Ma torniamo alla questione della nuova legge sullo stato ebraico e non più stato degli ebrei. Il 19 luglio di quest'anno il parlamento israeliano ha votato una legge fondamentale "sullo stato nazionale del popolo ebraico". Diciamo subito che questo atto giuridico-politico definisce elementi che sono già presenti nella Dichiarazione di indipendenza proclamata il 14 maggio 1948. Si potrebbe dire: tanto rumore per nulla? Non è così. Cosa dice di tanto "estremistico" questa legge? 1) definisce lo stato di Israele come il luogo peculiare, nella storia dell'umanità, per l'esistenza del popolo ebraico, 2) Gerusalemme capitale indivisibile del popolo ebraico, 3) l'ebraico lingua ufficiale dello stato, subordinando al secondo livello la lingua araba e altre questioni, ripeto, già ampiamente presenti nella Dichiarazione di indipendenza. Certamente, nella legge approvata a luglio, vi sono forti ambiguità che esigono vigilanza.
Fa problema non tanto ciò che viene detto, ma quanto non si dice più. Manca, in questa nuova legge fondamentale nazionale, il raccordo con l'uguaglianza di tutti i cittadini e col carattere democratico dell'esperimento sionista. Le due fontane da dove lo stato di Israele trae la propria legittimità. Diritto di voto, diritti individuali civili, diritti religiosi e linguistici, diritti sociali, il tutto in nome dei principi di uguaglianza tra cittadini dello stato, che ha capitale Gerusalemme e che, come minoranze, sono anche arabo-israeliani, cristiani-israeliani, drusi-israeliani e altri gruppi sociali. Questa nuova legge "sullo Stato ebraico" si preoccupa del solo carattere ebraico dello stato di Israele, tacendo su tutto il resto.
Non è un vero terremoto, come abbiamo già detto, ma poco ci manca. La tensione giuridico-istituzionale tra uguaglianza e carattere nazionale ebraico, dal 1948, è stata produttrice di feconde dinamiche di integrazione sociale di molte minoranze, senza mai destabilizzare l'identità ebraica di fondo dello stato di Israele. Perché il governo di centro-destra ha rotto questo equilibrio? Da una parte è sottesa la paura di un futuro a medio termine demograficamente sfavorevole alla realtà ebraica, dall'altra ci si inserisce in una dinamica sovranista internazionale che mette in discussione la distribuzione dei poteri, il loro bilanciamento e pone controlli sulla cosiddetta "vittoria della maggioranza elettorale". Sbandierata come unica caratteristica della democrazia politica, il che è un semplicismo fortemente riduttivo rispetto all'articolazione liberale delle istituzioni giuridico-politiche che vivono nel bilanciamento di molti luoghi del potere. Il centro di queste preoccupazioni è trattato, nel volume di Limes, dalla bella intervista di David Assael al professor Sergio Della Pergola. Esperto demografo e trai più stimati studiosi dell'establishment accademico. Per Della Pergola è alta la preoccupazione di rottura del delicato equilibrio fra democrazia e carattere ebraico dello stato di Israele. In alcuni recenti studi mette in luce il divario che si sta creando fra giovani ebrei israeliani e americani con una crescita di un sentimento ultranazionalista nei primi e una crescita disaffettiva nei secondi, aumentando la polarizzazione fra Israele e larga parte della diaspora ebraica, sia in America che in Europa. Per Della Pergola certamente la nuova legge nazionale fondamentale non aiuta il superamento di queste polemiche, anzi le accentua. Altra osservazione critica è la questione della "santa separatezza" della nazione ebraica. Così come viene definita nel decisivo libro biblico dei Numeri, ove viene descritto il popolo ebraico nel suo stile di vita collettivo. Voluto da Dio "che dimori in disparte", "regno di sacerdoti e nazione santa". Commenta padre Dubois nel suo ultimo volumetto: «Se ciò è di ogni elezione, si può capire le conseguenze di una tale legge nel caso particolare del popolo eletto. Suo testimone in mezzo alle nazioni. La sua psicologia particolare porterà inevitabilmente il segno di questa vocazione all'assoluto». Spiritualità dell'ebraismo come sintesi organica di religione, terra e nazione. Cosa volevano, allora, i sionisti, nel 1948, nel distinguere, anzi separare, la nazione da religione per creare un "nuovo ebreo"? Figli della modernità e del movimento operaio europeo, i seguaci di Theodor Herzl e, più avanzato socialmente, di Achad Ha'Am percorsero il loro cammino sino alla fondazione dello "stato degli ebrei", così sosteneva anche Dan Segre, sognando una nuova laicità e un'autoemancipazione nazionale dai 'vecchi armamentari', così i sionisti progressisti, sostenevano dell'ortodossia religiosa che pur rispettavano.
Ecco è verso questa difficile comprensione della spiritualità giudaica e delle opzioni laiche sioniste, che sarebbe necessario scavare di più per cogliere l'estrema attualità delle contraddizioni che scuotono profondamente l'esperimento sionista. limo ciò è descritto, da parte di padre Dubois, nella sua recente pubblicazione. Innanzitutto viene focalizzata la condizione sociologica di un popolo, che nei millenni, è testimone dell'unicità della Parola rivelata. Condizione 'misteriosa' le cui opzioni comportano, nei tornanti della storia, decisioni anche tragiche per mantenere esplicita testimonianza di questa unicità di fede. Un popolo la cui esistenza è stata segnata dall'esilio tra le nazioni europee, in ebraico galuth, inteso come espiazione e sofferenza. Anche, però, galuth come attesa e ritorno nella terra dei Padri. Chi è dunque Israele? Chi è dunque ebreo oggi? In definitiva tutta la storia nazionale ebraica risponde laicamente alla fedeltà verso quella Voce che sollecitò Abramo ad incamminarsi incontro a quella terra da sempre promessa.




???

"Da ebrea e democratica mi batto contro una misura ingiusta e pericolosa". Intervista a Tzipi Livni sulla legge su Israele "Stato-nazione ebraica"
U. De Giovannangeli
2018/08/11

https://www.huffingtonpost.it/2018/08/1 ... sZmyNk22cU

Non ha dubbi: "Le prossime elezioni saranno un referendum sulla Dichiarazione d'Indipendenza, sui valori, i principi, che furono a fondamento della nascita dello Stato d'Israele. Una visione che la legge su Israele 'Stato-nazione ebraica' stravolge, e non perché riafferma l'identità ebraica come perno della nostra identità nazionale, ma perché fa di questa riaffermazione elemento di discrimine, di esclusione, l'esatto contrario di ciò che la Dichiarazione d'Indipendenza ha sancito. Settant'anni dopo, quella Dichiarazione resta per tanti noi il pilastro su cui si regge ciò di cui, giustamente, andiamo orgogliosi: il nostro essere Stato democratico".
A sostenerlo, in questa intervista concessa all'HuffPost, è una delle figure più rappresentative della politica israeliana: Tzipi Livni.

È la sua biografia pubblica a dar conto di ciò che ha rappresentato e continua a rappresentare nella politica d'Israele. Da poco sessantenne, Tziporah (in ebraico significa usignolo) "Tzipi" Livni nasce da una famiglia di eminenti sionisti di destra (suo padre fu ufficiale dell'Irgun, e poi parlamentare della Knesset per il partito di destra Herut). La giovane Livni, già brillante agente del Mossad, iniziò la sua militanza nel Likud, e, ironia della sorte, ebbe in Benjamin Netanyahu uno dei suoi primi mentori. La sua carriera di governo è fulminea e sempre sotto l'ala protettrice di Netanyahu. Quando "Bibi" assume per la prima volta l'incarico di premier, dal 1996 al 1999, vuole Livni a capo del programma di privatizzazione. Il sodalizio va avanti fino all'anno fatale: il 2005. L'estate di quell'anno fu caldissima, per certi versi drammatica, per Israele. L'allora primo ministro, Ariel Sharon, ordina l'evacuazione da Gaza e lo smantellamento di undici insediamenti ebraici nella Striscia. La destra oltranzista e l'ala dura del movimento dei coloni insorgono. Mai come in quelle settimane, che chi scrive visse sul fronte, Israele sembrava a un passo dalla guerra civile.

Il Likud si spacca: Netanyahu accusa Sharon di una scelta irresponsabile, che mettere a repentaglio la sicurezza stessa d'Israele. Tzipi Livni non ha dubbi: si schiera con Sharon, e con lei il futuro premier Ehud Olmert. Assieme, fondano il partito di centro Kadima che, anche sull'onda dell'emozione per l'ictus che colpisce Sharon, e dal quale "Arik" non si riprenderà più, diviene il primo partito alle elezioni legislative. Ma le fortune di Kadima durano poco. Senza Sharon, la giovane forza politica si frantuma, e allora Livni dà vita, nel 2012, ad una nuova forza politica, Ha'Tnuah (Il Movimento) che ha tra i suoi punti qualificanti la ricerca di una "pace nella sicurezza", che assume a sfondamento la formula "due popoli, due Stati". Tra gli incarichi di governo che ha ricoperto, quelli di ministra degli Esteri, ministra dell'Edilizia, ministra per gli immigrati e, per due volte, ministra della Giustizia. È stata ad un passo dal diventare la seconda donna primo ministro nella storia d'Israele, dopo Golda Meir. Nelle elezioni del 2015, Livni ha dato vita con il partito Laburista all'Alleanza Sionista. Dopo che Herzog, sconfitto alle primarie del Labour da Avi Gabbay, che non è parlamentare, Livni è diventata la leader dell'opposizione alla Knesset. È stata lei a motivare le ragioni del "no" alla legge sullo Stato-nazione ebraica, ed è stata lei a prendere la parola alla grande manifestazione (quasi 100mila) organizzata in Piazza Rabin a Tel Aviv dai Drusi israeliani. Dal palco, Tzipi Livni ha fatto una solenne promessa. Che ribadisce nell'intervista ad HuffPost: una volta tornata al governo opererà affinché quella legge "ingiusta, pericolosa, discriminatoria sia subito sostituita, proclamando al suo posto come legge fondamentale la "Dichiarazione di indipendenza" di Israele che garantisce piena eguaglianza a tutte le minoranze etniche.

Un appello di centinaia di intellettuali, la protesta della comunità degli arabi israeliani (quasi il 20% della popolazione), e ora anche quella dei Drusi. Tutti contro la legge sullo "Stato nazione ebraica", approvata a maggioranza dalla Knesset. Cosa c'è che non va in questa legge, visto che Israele nasce come focolaio nazionale ebraico?

Nasce dalla convinzione che così come è stata pensata, formulata, imposta, questa legge rischia seriamente di minare il carattere democratico d'Israele. Vede, recentemente mi sono fatta promotrice di una riunione a cui hanno partecipato i rappresentanti di oltre 40 organizzazioni della società civile attive su una gamma molto vasta di campi. Di solito, queste organizzazioni non si trovano d'accordo su tante cose. Stavolta, però, l'unità è stata totale. Perché quando si tratta di difendere la natura dello Stato d'Israele, presidiare i suoi valori fondanti, le divergenze vengono messe da parte e al centro si mette ciò che unisce. Il bene più prezioso: la nostra identità democratica. Una identità, non mi stanco mai di sottolinearlo, che non è in contrasto con l'affermazione dell'ebraicità d' Israele. La gravissima forzatura imposta dalle destre è quella di aver contrapposto questi due elementi, assolutizzando il secondo rispetto al primo. Così facendo non solo si mette a rischio la coesione nazionale ma si infligge una ferita mortale a quello che era e deve restare la Carta fondativa d'Israele: la Dichiarazione d'Indipendenza. In quella Dichiarazione, la natura democratica dello Stato d'Israele si fonda con l'affermazione d'Israele come focolaio ebraico. Quella dei padri fondatori dello Stato, il principio dell'inclusione, dell'apertura verso l'altro da sé, era un carattere precipuo dell'ebraismo e non qualcosa che avrebbe dovuto discriminare altri cittadini. Coloro che hanno usato l'essere Ebrei come arma di divisione hanno svilito l'essenza stessa dell'ebraismo, e di questo ne sono state consapevoli tante comunità della Diaspora che hanno apertamente criticato questa forzatura.

In effetti, l'approvazione di questa legge ha segnato un punto di crisi molto profondo nelle relazioni tra Israele e la Diaspora: gli ebrei progressisti, riformatori, che rappresentano la stragrande maggioranza al di fuori di Israele, sono sempre più preoccupati per la direzione che il Paese sta prendendo, sia sul piano religioso che su quello politico.

Condivido e faccio mie queste preoccupazioni, espresse con generosità da tanti che hanno sempre dimostrato con i fatti di essere dalla parte d'Israele. Essere lo Stato-nazione del popolo ebraico dovrebbe significare rappresentare anche gli ebrei del mondo. So che molti ebrei che vivono all'estero oggi - in particolare i giovani - si sentono molto alienati dallo Stato di Israele a causa di determinate tendenze che si sono determinate. Quello che sto cercando di fare è di invertire queste tendenze. In questo modo, credo di servire anche loro.

In una intervista concessa ad HuffPost, il grande storico israeliano, Zeev Sternhell, ha definito questa legge come la tomba del sionismo. È anche Lei di questo avviso?

Della considerazione del professor Sterhnell colgo il grido d'allarme, una preoccupazione sincera, ma non le conclusioni a cui giunge. In ogni incarico che ho svolto, ho sempre cercato di rappresentare il sionismo come ritengo sia rappresentato nella Dichiarazione di indipendenza. Per me Israele è lo stato-nazione del popolo ebraico, ma deve esserci l'uguaglianza per tutti i cittadini...

Non è questa la posizione dei rappresentanti della comunità degli arabi israeliani.

Lo so bene e ho ascoltato con grande attenzione gli interventi e le dichiarazioni critiche dei leader della comunità o della maggioranza di essa. Li rispetto ma non li condivido. Non so quantizzare il fenomeno, ma so di certo che arabi in Israele, così come alcuni dei loro rappresentanti in parlamento, non sono disposti ad accettare Israele come stato-nazione del popolo ebraico. Come leader dell'opposizione, continuerò a lottare per i loro diritti di vivere come cittadini con uguali diritti, ma non posso identificarmi con la loro richiesta di soddisfare le loro aspirazioni nazionali come palestinesi in Israele.

Da leader di opposizione, ritiene emendabile questa legge?

Direi proprio di no. Perché ciò che non va è l'impianto d'insieme, è la logica che la sottende. Il mio impegno è altro: se torneremo al governo, il primo atto sarà quello di sostituire questa legge ingiusta e discriminatoria, con la Dichiarazione d'indipendenza: sarà questa la nostra legge fondamentale.

Nel corso della sua lunga esperienza di governo, Lei ha guidato anche una delegazione israeliana ai negoziati con l'Autorità nazionale palestinese del presidente Abu Mazen. Crede ancora ad una pace fondata sulla soluzione a "due Stati"?

Resto convinta che 'due Stati per due popoli' sia nell'interesse d'Israele. Un investimento sul futuro. E così dovrebbe essere anche per i Palestinesi, i quali dovrebbero imparare la lezione della Storia, anche di quella israeliana. Ben Gurion fu un grande statista, il padre della patria, perché comprese che certe rinunce, anche dolorose, erano il prezzo da pagare per realizzare il sogno di uno Stato ebraico. Spero che un leader palestinese abbia lo stesso coraggio e la stessa lungimiranza.



Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste
viewtopic.php?f=197&t=2802


Alberto Pento

Credo che questi "democratici sinistri e centristi" siano o coscienti e irresponsabili/criminali manipolatori o non abbiano piena coscienza del fatto che la democrazia in un qualsiasi paese/stato del mondo, affinché possa sensatamente esistere garantendo a tutti gli stessi diritti politici, deve avere una base di valori fondanti e inalienabili condivisa da tutti i suoi cittadini, le sue comunità e le sue etnie, cosa che manca assolutamente in Israele alla sua componente maomettana che per ideologia e fede politico-religiosa esclude in modo tassativo la diversità religiosa e di pensiero e il rispetto altrettanto assoluto per queste diversità, come ben si può riscontrare in ogni paese a prevalenza maomettana.
Questa base è costituita dal nucleo dei valori, dei doveri e dei diritti umani naturali, universali e civili che i maomettani "tutti" non riconoscono minimamente;
questa base condivisa dovrebbe inoltre contenere una tendenza naturale alla fusione etnico-culturale e non precluderla e ostacolarla creando o alimentando ghetti e contrapposizioni etniche e religiose.
La manipolazione ideologico-politica o la mancanza di questa coscienza rende questi "democratici sinistri e centristi" estremamente pericolosi al pari se non più dei nemici antisemiti degli ebrei e antisionisti di Israele.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Messaggioda Berto » dom feb 24, 2019 11:34 am

Amare e rispettare gli ebrei e Israele è una gioia, una necessità, un dovere, fondamento di umanità, di civiltà e di libertà
viewtopic.php?f=131&t=2785
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 1981597548


L'antisemitismo non ha portato alcun bene a Hitler, ai nazisti e alla Germania, anzi! E anche quello odierno non porta e non porterà bene ai tedeschi, alla Germania e all'Europa.
viewtopic.php?f=197&t=2794
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674
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Re: Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Messaggioda Berto » dom feb 24, 2019 11:56 am

La Francia illuminista e laicista, culla dell'antisemitismo
2019/02/22

https://www.uccronline.it/2019/02/22/la ... isemitismo

In Francia esplode il caso, l’odio verso gli ebrei è endemico e genera manifestazioni e proteste. Ma la patria della “tolleranza” e del laicismo ha ospitato i grandi intellettuali illuministi tutti caratterizzati da un feroce antisemitismo. Da Voltaire a Émile Zola.

La Francia galleggia nell’antisemitismo come in un brodo primordiale. E’ un’epidemia, ieri le svastiche contro la Shoah trovate nel “Giardino della memoria” a Lione, sabato gli insulti antisemiti al filosofo ebreo Alain Finkielkraut, sinagoghe profanate, il ministro israeliano che invita gli ebrei immigrati in Francia a rientrare in patria per la loro sicurezza. Si parla di oltre 6000 atti antisemiti all’anno.

Nessuno si domanda come sia possibile tutto questo nella fantomatica “patria dei diritti”, nella Francia laicista e tollerante, nell’epicentro della cultura progressista. La storiografia ufficiale non ha una risposta perché nasconde la grande verità, ovvero che la Francia è imbevuta di razzismo e di antisemitismo fin dalle origini dell’Illuminismo. L’odio verso gli ebrei ha pervaso il pensiero dei principali intellettuali e filosofi illuministi.

Massimo Ghiretti, ricercatore della Fondazione del Centro di Documentazione ebraica contemporanea, ha spiegato che «fra il Settecento e la prima metà del secolo successivo era sorto il concetto di disuguaglianza razziale basato sull’ereditarietà naturale», e i principi fondamentali del «razzismo moderno», come «i concetti di superiorità o inferiorità, invariabilità e continuità delle caratteristiche razziali o la ricerca della loro origine, erano stati elaborati all’interno della culla illuministica. Hume, Diderot, Voltaire, Kant e altri» (M. Ghiretti, Storia dell’antigiudaismo e dell’antisemitismo, Mondadori 2002, p. 164).
Da Voltaire a Émile Zola, i padri del’illumininismo erano tutti antisemiti.

Basta aprire il celebre Dictionaire Philosophique (1764) scritto dal “principe della tolleranza”, Voltaire. Parlando degli ebrei scrisse: «in loro vedrete solo un popolo ignorante e barbaro che unisce da sempre l’avarizia più sordida alla superstizione più detestabile», un popolo «rampante nell’infelicità e insolente nella prosperità» (Essai sur le Moeurs). Le conseguenze subite dagli ebrei, per Voltaire, sono nient’altro che la conseguenza di questa «natura» che influenza il loro infausto destino: «Se gli ebrei volevano conquistare il mondo e sono diventati degli asserviti la colpa è soltanto loro». Alla voce “Antropofagi”, il “principe della tolleranza” scrisse: «Perché gli ebrei non avrebbero dovuto essere degli antropofagi? Sarebbe stata la sola cosa che mancava al popolo di Dio per essere il più abominevole popolo della terra».

A fargli compagnia il padre dell’anarchismo, (colui che inventò il simbolo con la “A” cerchiata), l’illuminista anticlericale Pierre-Joseph Proudhon, membro del parlamento francese e sostenitore dell’abolizione di tutte le forme di pensiero e di organizzazione ecclesiale a favore di forme egualitarie e anti gerarchiche: «Bisogna opporsi a questa razza che avvelena tutto e si infiltra ovunque senza mai fondersi con nessun popolo; bisogna abolire le sinagoghe e impedire loro di lavorare, fino a vietare del tutto il loro culto. Gli ebrei sono i nemici del genere umano, la loro razza deve essere mandata in Asia o al limite sterminata» (P.J. Proudhon, Carnets).

Charles Fourier è il filosofo francese illuminista più celebrato dal progressismo di sinistra, in quanto teorizzò la parità tra uomo e donna. Precursore del socialismo e del femminismo francese. Ma ecco cosa scriveva a proposito degli ebrei: «La nazione ebraica non è civilizzata, è patriarcale, non ha sovrano e crede lodevole ogni furberia, si dedica esclusivamente ai traffici, all’usura e alle depravazioni mercantili. Ogni governo dovrebbe costringere gli ebrei al lavoro produttivo e accettarli solo in minima percentuale» (C. Fourier, Oeuvres Completes).

Il fondatore del partito socialista francese, Jean Jaurès, è ricordato come l’illuminista promotore del pacifismo. Così scriveva del popolo ebraico: «in Francia l’influenza politica degli ebrei è enorme ma indiretta, non si esercita con la forza del numero con quella del denaro, sono una razza sottile, concentrata ma divorata dalla febbre del guadagno e che maneggia con facilità i meccanismi di rapina, di menzogna e di estorsione del capitalismo» (J. Jeauès, La question juive en Algerie).

Si ricordi anche l’ateo anticlericale Émile Zola, il grande accusatore delle apparizioni di Lourdes. Nel suo L’Argent descriveva gli ebrei servendosi di stereotipi nazisti: «Era tutta un’ebreitudine malferma, delle facce grasse e unte, dei profili scavati da uccelli voraci, una straordinaria riunione di grossi nasi, vicini l’uno all’altro come su una preda». Il suo editoriale J’Accuse, fu piuttosto una reazione di fronte ad un’evidente ingiustizia, indipendentemente dal fatto che il capitano Dreyfus era di origine ebraica. Nella cultura francese pullulano gli intellettuali antisemiti, forse statisticamente in numero maggiore che in quella tedesca e di qualunque altra nazione. Ricordiamo come ennesimo esempio il deputato Henri Labroue con tanto di cattedra di Storia del giudaismo alla Sorbona di Parigi, o Louis-Ferdinand Céline, che chiese la distruzione fisica di tutta la razza ebraica, degli ebrei che chiama «bastardi cancerosi».

Dopo la Seconda guerra mondiale l’antisemitismo fu mascherato da antisionismo.

La Seconda guerra mondiale attutirà la spinta antisemita illuminista della Francia, almeno fino all’esplodere della questione palestinese, quando l’antisemitismo più radicale emerse nuovamente mascherato da anti-sionismo, contro l’esistenza dello Stato ebraico. Dalla sinistra comunista e filo-illuminista provengono anche i due più famosi ed attuali antisemiti francesi, Alain Soral e il comico Dieudonné. Passati in seguito alla destra nazionalista, sono stati entrambi condannati per incitazione all’odio razziale ed hanno usato l’escamotage di aggirare la legge sostituendo il termine “ebreo” a quello di “sionista”.

Lo storico ebreo Poliakov: “L’illuminismo preparò il terreno alle leggi razziali”.

Il celebre storico dell’antisemitismo, l’ebreo Léon Poliakov, individuò per primo (con il saggio “Da Voltaire a Wagner”) nell’Illuminismo francese il trampolino decisivo della progressiva degenerazione che portò al nazismo di Adolf Hitler. Nel suo celebre Il mito ariano scrisse: «La tradizione giudaico-cristiana era “antirazzista” e antinazionalista e senza dubbio le stratificazioni, le barriere sociali del Medio Evo favorivano l’azione esercitata dalla Chiesa nel senso del suo ideale: tutti gli uomini erano uguali davanti a Dio. Questa dottrina dell’unità del genere umano viene apertamente contestata da alcuni grandi ingegni europei dell’Illuminismo». Si riferisce alle «nuove idee antropologiche del XVIII secolo, in quanto un Buffon, un Voltaire, un Hume o un Kant, ciascuno a suo modo, preparano il terreno alle gerarchie razziali del secolo successivo» (L. Poliakov, Il mito ariano, Editori Riuniti 1999, pag. 370-372)


Alberto Pento
Si può essere "illuministi e laici" senza essere antisemiti.
Basta riconoscere che la spiritualità e Dio non sono una invenzione e un monopolio delle religioni, di nessuna religione, né di quella cristiana né di quella ebraica, tanto meno di quella demenziale maomettana;
la spiritualità è una dotazione naturale e Dio è altro dalle interpretazioni religiose del divino e di Dio scambiate presuntuosamente e idolatramente par Dio.
Dio non ha bisogno di essere affermato, non ha alcun senso affermarlo e quindi non ha alcun senso negarlo.
Ciò che è insensato è affermare Dio come se Dio dipendesse dall'uomo e l'uomo fosse il creatore di Dio, e pertanto è sensato negare questa demenziale, illogica e blasfema affermazione; tutte le religioni sono blasfeme e il loro idolo va negato con forza quando pretendono di imporlo con la forza, il ricatto, la minaccia e la violenza.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà

Messaggioda Berto » gio gen 28, 2021 5:34 am

Menzogne e calunnie demenziali per demonizzare, criminalizzare e disumanizzare, per istigare alla paura, al disprezzo e all'odio etnico-ideologico-politico-religioso, al fine di depredare, schiavizzare e impedire il libero esercizio dei loro diritti umani, civili, economici e politici del prossimo.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8357587395


ANTISEMITISMO: CHI SONO I NEGAZIONISTI, REVISIONISTI E COMPLOTTISTI SECONDO LE INDAGINI 2020 CONDOTTE DA EURISPAS


IL 15,6% DEGLI ITALIANI NEGA LA SHOAH
◾COMPLOTTISTI:
- La tesi secondo cui gli ebrei controllano il potere economico e finanziario vedono la percentuale superiore al centro-destra con il 33,3%, destra con il 31% e sinistra con il 17,2%.
- Per quanto riguarda l’influenza decisiva degli ebrei sulle decisioni politiche americane, la tesi trova sostegno soprattutto tra gli elettori del Movimento 5 Stelle con il 33,5%, tra quelli di destra con il 31,8% e quelli di centro-destra con il 31,8%.
◾NEGAZIONISTI E REVISIONISTI:
- La credenza che la Shoah non abbia mai avuto luogo vede la più alta percentuale, il 23,5%, tra gli elettori di centro-sinistra.
- Coloro per i quali l’Olocausto degli ebrei è avvenuto realmente ma ha prodotto meno vittime di quanto si affermi, risultano più numerosi a sinistra con il 23,3%, mentre il 23% al centro.
Dall'accanimento della sinistra contro il Giorno della Memoria della Shoah, tutto torna!
(E vada considerato anche che queste percentuali sono riportate dai nostri seri, affidabili e assolutissimamente non faziosi giornalisti!).



Eurispes, l’antisemitismo non è stato ancora superato - Eurispes
15 Ottobre 2020

https://eurispes.eu/news/eurispes-lanti ... -superato/

«Siete idealmente i miei nipoti», così nel suo ultimo discorso pubblico la senatrice a vita Liliana Segre ha esortato i giovani a non dimenticare, affidando ai ragazzi la testimonianza della Shoah. E proprio in concomitanza con la ricorrenza del rastrellamento del Ghetto ebraico di Roma (16 ottobre 1943), l’Eurispes rilancia i risultati dell’indagine contenuta nel Rapporto Italia 2020, per richiamare ancora una volta l’attenzione sul delicato problema dell’antisemitismo, dell’Olocausto e di una pericolosa perdita della conoscenza della nostra storia più recente.

Ebrei e stereotipi: i risultati dell’indagine Eurispes. Il 15,6%% nega la Shoah

L’Eurispes ha voluto indagare dunque la diffusione e le caratteristiche degli atteggiamenti di pregiudizio e sospetto ancora oggi purtroppo associati al popolo ebraico.

Una parte minoritaria, ma comunque significativa della popolazione italiana, coltiva anche oggi pregiudizi antisemiti, fino ad arrivare a posizioni di negazionismo rispetto alla Shoah.

Rispetto all’affermazione secondo la quale l’Olocausto degli ebrei non è mai avvenuto, la quota di quanti si dicono d’accordo si attesta al 15,6% (con un 4,5% addirittura molto d’accordo ed un 11,1% abbastanza), a fronte dell’84,4% non concorde (il 67,3% per niente, il 17,1% poco). Invece l’affermazione secondo cui l’Olocausto non avrebbe prodotto così tante vittime come viene sostenuto trova una percentuale di accordo solo lievemente superiore: 16,1% (il 5,5% è molto d’accordo), mentre il disaccordo raggiunge l’83,8% (con il 64,9% per niente d’accordo ed il 18,9% poco d’accordo).

Gli ebrei controllerebbero il potere economico e finanziario? Questa affermazione raccoglie il generale disaccordo degli italiani: il 76% (il 39,6% per niente d’accordo ed il 36,4% poco), non manca però chi è di questa opinione: il 23,9% (18,9% “abbastanza” e 5% “molto” d’accordo). Gli ebrei controllerebbero invece i mezzi d’informazione a detta di più di un quinto degli italiani intervistati (22,2%; il 4,3% molto, il 17,9% abbastanza), mentre i contrari arrivano al 77,7% (con un 46,4% del tutto in disaccordo). La tesi secondo cui gli ebrei determinano le scelte politiche americane incontra la percentuale più elevata di consensi, pur restando minoritaria: il 26,4%, contro un 73,6% di pareri contrari.

Complottisti e negazionisti da destra a sinistra con diverse intensità

La tesi secondo cui gli ebrei controllano il potere economico e finanziario trova accordo in percentuale superiore alla media tra gli intervistati che si collocano politicamente al centro-destra (33,3%) e a destra (31%), meno tra quelli di centro (7,7%) e di sinistra (17,2%). Risultati analoghi si riscontrano rispetto al presunto controllo dei mezzi di informazione da parte degli ebrei, su cui concordano soprattutto gli elettori di destra (30,5%) e centro-destra (29,7%), meno quelli di centro (7,7%) e di sinistra (12,4%). Per quanto riguarda l’influenza decisiva degli ebrei sulle decisioni politiche americane, la tesi trova sostegno soprattutto tra gli elettori del Movimento 5 Stelle (33,5%) e tra quelli di destra (31,8%) e centro-destra (31,8%). La credenza che la Shoah non abbia mai avuto luogo vede la più alta percentuale di soggetti concordi (abbastanza o molto) tra gli elettori di centro- sinistra (23,5%). I revisionisti risultano più numerosi della media a sinistra – per il 23,3% l’Olocausto degli ebrei è avvenuto realmente, ma ha prodotto meno vittime di quanto si afferma di solito – ed al centro (23%).

2004-2020: in aumento chi pensa che l’Olocausto non sia mai avvenuto(dal 2,7% al 15,6%)

A distanza di oltre 15 anni, nel confronto con la prima indagine condotta dall’Eurispes su questi stessi temi, la percentuale di italiani secondo i quali gli ebrei determinano le scelte politiche americane è oggi più bassa: dal 30,4% al 26,4%. Nel 2004 per oltre un terzo del campione (34,1%) gli ebrei controllavano in modo occulto il potere economico e finanziario, nonché i mezzi d’informazione, mentre oggi la percentuale risulta inferiore ad un quarto. Aumenta invece il numero di cittadini secondo i quali lo sterminio per mano nazista degli ebrei non è mai avvenuto: dal 2,7% al 15,6%. Risultano in aumento, sebbene in misura meno eclatante, anche coloro che ne ridimensionano la portata (dall’11,1% al 16,1%).

Antisemitismo: episodi violenti sono casi isolati, ma esiste il problema di un linguaggio diffuso basato su odio e razzismo. L’allarme arriva dai giovani.

Secondo la maggioranza degli italiani, i recenti episodi di antisemitismo sono casi isolati, che non sono indice di un reale problema di antisemitismo nel nostro Paese (61,7%). Al tempo stesso, il 60,6% ritiene che questi episodi siano la conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo. Per meno della metà del campione (47,5%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno. Per il 37,2%, invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo.

I cittadini più giovani sono meno propensi a definire gli episodi antisemiti come casi isolati: lo fa meno della metà dei 18-24enni (46,7%) ed il 50,8% dei 25-34enni; la quota raggiunge il 55,7% tra i 35-44enni, per salire al 69,5% tra i 45-64enni ed al 68,9% dai 65 anni in su. I ragazzi tra i 18 ed i 24 anni considerano con frequenza superiore alla media gli atti antisemiti come conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo: 67,6%, a fronte di valori intorno al 60% nelle altre fasce d’età. Tra i 35 ed i 44 anni si trova la quota più alta di chi considera gli episodi antisemiti avvenuti in Italia bravate messe in atto per provocazione o per scherzo (41%); tra i più maturi, al contrario, si registra la quota più contenuta (34,1%). Sono sempre i più giovani a vedere nei reati antisemiti il segnale di una pericolosa recrudescenza di antisemitismo in Italia e non soltanto atti sporadici ed isolati: lo pensa oltre la metà (57,1%), a fronte del 49,2% dei 25-34enni, del 47,1% del 35- 44enni, del 45,4% dei 45-64enni e del 45,7% degli over65.

L’anima politica dell’italiano

Quali affermazioni esprimerebbero al meglio l’anima politica della maggioranza degli italiani? Trova un discreto consenso presso gli intervistati l’affermazione secondo cui “molti pensano che Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio” (19,8%). Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono “gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti” (14,3%), “siamo un popolo prevalentemente di destra” (14,1%), “molti italiani sono fascisti” (12,8%) e, infine, “ordine e disciplina sono valori molto amati dagli italiani” (12,7%). Oltre un italiano su quattro (26,2%) non condivide nessuna delle opinioni presentate, prendendo così del tutto le distanze da una certa immagine dei cittadini del nostro Paese.
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