Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » sab giu 03, 2017 8:42 pm

«Non stare a torso nudo: è Ramadan», aggredito un minorenne ad Avellino
Giovedì 1 Giugno 2017

http://www.ilmattino.it/avellino/aggred ... 77366.html

"Non stare a torso nudo: è Ramadan". Aggredito un minorenne a piazza Kennedy, la città si mobilita. Calci e pugni contro un minorenne. La violenta aggressione si è consumata, intorno alle 13,30 di ieri, nei giardinetti pubblici di piazza Kennedy. A riportare lesioni un 17enne del capoluogo, aggredito violentemente da due sconosciuti. Ma c’è una foto scattata con il cellulare che consentirebbe di riconoscerli. Potrebbero essere exracomunitari o profughi richiedenti asilo. Corteo di solidarietà organizzato in città.



Avellino, manifestazione dopo l'aggressione di un 17enne per motivi religiosi

http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... -167111055

"Non stare a torso nudo: è Ramadan". Yuri, ragazzo avellinese di 17 anni, sarebbe stato pestato da due extracomunitari in piazza Kennedy nel centro della città per motivi religiosi. La sua colpa? Era a torso nudo per festeggiare la fine della scuola, atteggiamento ritenuto offensivo dai due stranieri, di religione musulmana. Avrebbero anche urlato la parola “Ramadan” mentre lo picchiavano.

L'episodio ha suscitato reazioni xenofobe e razziste verso gli extracomunitari soprattutto sui social. Stamane per dire no a ogni forma di violenza si sono ritrovati nella stessa piazza cittadini di Avellino e musulmani. L'iniziativa è stata lanciata dall'avvocato Massimo Passaro, dell'associazione “Cittadini in movimento”.

“Abbiamo chiarito che non c'era nessun intento discriminatorio, questa è una città tollerante anche se non è più sicura”. Ragazzi avellinesi e anche musulmani hanno sfilato in corteo a torso nudo.

“Lo abbiamo fatto – dicono i rappresentanti musulmani che vivono in Irpinia – proprio per dimostrare che la nostra religione è contro ogni forma di violenza. Da tempo anche qui in Irpinia siamo impegnati per la pace”.






Religione e religiosità come ossessione, come grave malattia, grave disturbo della mente e dell'anima o psico-emotivo
viewtopic.php?f=141&t=2527

Cosa ci sarà mai di spirituale in questa gente, in questo culto politico-religioso dell'orrore e del terrore, nel loro pregare idolatra e ossessivo?

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lamica.jpg


Preghiere islamiche contro i non islamici
viewtopic.php?f=188&t=2502

Canada - Preghiera islamica contro tutti gli ebrei e i cristiani
https://www.youtube.com/watch?v=bE_e3K- ... e=youtu.be
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » lun giu 05, 2017 8:40 am

???

Il Vaticano ai musulmani: insieme per la salvaguardia del creato
GIACOMO GALEAZZI
2017/06/02

http://www.lastampa.it/2017/06/02/vatic ... agina.html

L’impegno comune per la salvaguardia del creato è il tema del cinquantesimo messaggio annuale inviato dal Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso ai musulmani di tutto il mondo in occasione del Ramadan, il mese del digiuno iniziato il 27 maggio e che si conclude con la festa di ‘Id al-Fitr che cadrà, in base ai movimenti della luna, attorno al 24 giugno.

Nel messaggio, firmato il 19 maggio e pubblicato oggi, il giorno dopo l’annuncio degli Stati Uniti di ritirarsi dall’accordo sul clima di Parigi, si ricorda che nella sua enciclica Laudato si’ «Papa Francesco attira l’attenzione sui danni causati all’ambiente, a noi stessi ed ai nostri simili, dai nostri stili di vita e dalle nostre decisioni». Il testo sottolinea che ci sono «alcune prospettive filosofiche, religiose e culturali che rappresentano una minaccia per il rapporto dell'umanità con la natura» e rimarca che «la nostra vocazione di essere custodi dell'opera di Dio non è né facoltativa, né marginale in relazione al nostro impegno religioso come cristiani e musulmani: è parte essenziale di esso».

Nel messaggio, intitolato “Cristiani e musulmani: insieme per la cura della casa comune”, il prefetto del Dicastero vaticano titolare del dialogo con il mondo musulmano, il cardinale Jean Louis Tauran, e il segretario monsignor Miguel Angel Ayuso Guixot, si ispirano, quest’anno, «alla Lettera enciclica di Papa Francesco Laudato si' - Sulla cura della casa comune, indirizzata non solo ai cattolici e ai cristiani, ma a tutta l'umanità. Papa Francesco – sottolinea il Pontificio consiglio – attira l'attenzione sui danni causati all’ambiente, a noi stessi ed ai nostri simili, dai nostri stili di vita e dalle nostre decisioni. Ci sono, ad esempio, alcune prospettive filosofiche, religiose e culturali che rappresentano una minaccia per il rapporto dell'umanità con la natura. Accogliere questa sfida coinvolge tutti noi, a prescindere dal fatto che professiamo o meno una credenza religiosa».

«Lo stesso titolo dell'Enciclica – sottolinea il messaggio vaticano – è espressivo: il mondo è una “casa comune”, una dimora per tutti i membri della famiglia umana. Pertanto, nessuna persona, nazione o popolo può imporre in modo esclusivo la propria comprensione del pianeta. È per questo che Papa Francesco invita a “rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del nostro pianeta. ... perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti”. Papa Francesco afferma che “la crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore”. Ciò che serve è l'educazione, un'apertura spirituale e una “conversione ecologica globale” per affrontare adeguatamente questa sfida. Come credenti, il nostro rapporto con Dio deve essere sempre più evidente attraverso il modo di rapportarci al mondo che ci circonda. La nostra vocazione di essere custodi dell'opera di Dio – sottolinea la Santa Sede – non è né facoltativa, né marginale in relazione al nostro impegno religioso come cristiani e musulmani: è parte essenziale di esso».

Il Dicastero sottolinea, a inizio del testo, che il messaggio di quest'anno è particolarmente significativo: «Cinquant'anni fa, nel 1967, solo tre anni dopo l'istituzione di questo Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso da Papa Paolo VI, il 19 maggio del 1964, per la prima volta fu inviato un Messaggio per questa occasione». Il cardinale Tauran e monsignor Guixot ricordano come «particolarmente importanti» due messaggi pubblicati in questo mezzo secolo: quello, pubblicato durante il pontificato di Giovanni Paolo II nel 1991, intitolato “La via dei credenti è la via della pace”, e quello del 2013, primo anno del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, intitolato “La promozione del mutuo rispetto attraverso l'educazione”, entrambi firmati dai Pontefici stessi.

Il messaggio per il Ramadan, è «la più importante e di lunga data» tra le numerose attività per promuovere il dialogo con i musulmani, scrive ancora il Pontificio Consiglio, che sottolinea di essere assistito in questo dalle comunità cattoliche locali e dai nunzio apostolici. «L’esperienza di entrambe le nostre comunità afferma il valore di questo messaggio per promuovere cordiali relazioni tra vicini e amici cristiani e musulmani, offrendo riflessioni su sfide attuali e urgenti».

Il documento si conclude con il seguente augurio rivolto ai musulmani di tutto il mondo: «Possano i pensieri religiosi e le benedizioni che derivano dal digiuno, dalla preghiera e dalle buone opere, sostenervi, con l'aiuto di Dio, sulla via della pace e della bontà, nel prendervi cura di tutti i membri della famiglia umana e di tutto il Creato! È con questi sentimenti, che vi auguriamo, ancora una volta, serenità, gioia e prosperità».
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » lun giu 05, 2017 8:49 am

???

Iraq. Ramadan, cristiani digiunano con musulmani
venerdì 17 giugno 2016

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/r ... musulmani-

Accade oggi in Iraq, su invito del Patriarcato caldeo, per chiedere insieme il dono della pace nel Medio Oriente. Il messaggio del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.
Ramadan, cristiani digiunano con musulmani

Oggi tanti cristiani iracheni, su invito del Patriarcato caldeo, si uniscono per tutta la giornata al digiuno osservato dai loro concittadini musulmani durante il mese sacro del Ramadan. Lo riferisce l'agenzia vaticana Fides. L'iniziativa, proposta ai propri fedeli e a tutti i cristiani alcuni giorni fa con un comunicato ufficiale da parte del Patriarcato caldeo, intende essere un segno di solidarietà con tutti i musulmani, per digiunare e pregare insieme chiedendo il dono della pace e la stabilità del Paese e dell'intera regione mediorientale. "In questo modo", ribadisce a Fides il patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphael I Sako, "abbiamo solo voluto proporre un gesto cristiano: da cristiani, confidiamo che il digiuno e la preghiera, condivisi anche con gli altri, possono fare miracoli, mentre le armi e gli interventi militari ammazzano soltanto".Come è usuale nelle pratiche della tradizione spirituale cristiana, il digiuno e la preghiera si accompagnano a gesti di carità: "Oggi offriremo, tramite Caritas Iraq, un contributo di 50 mila dollari a favore dei profughi di Falluja", riferisce il primate della Chiesa caldea, "e stasera, in una parrocchia, offriremo simbolicamente a un gruppo di nostri concittadini musulmani l'Iftar, il pasto di rottura del digiuno". E in concidenza con il Ramadan il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, nel consueto messaggio annuale, ha porto "i migliori auguri di un digiuno che sia spiritualmente gratificante, sostenuto dalle buone azioni, e di una gioiosa festa" ai musulmani di tutto il mondo, sottolineando che è "vitale" che tutti, cristiani e musulmani, "operino insieme per assistere coloro che sono bisognosi, prescindendo dalla loro etnia o dal loro credo religioso".

"Noi, cristiani e musulmani, siamo chiamati a fare del nostro meglio nell`imitare Dio", si legge nel messaggio a firma del presidente del dicastero vaticano, card. Jean-Louis Tauran, e del segretario, monsignor Miguel Ángel Ayuso Guixot.
"Egli, il Misericordioso, ci chiede di essere misericordiosi e compassionevoli verso gli altri, specialmente verso coloro che si trovano in qualsiasi tipo di bisogno. In ugual modo Egli ci invita a perdonarci reciprocamente. Guardando all'umanità di oggi, siamo rattristati nel vedere tante vittime di conflitti eviolenze - pensiamo qui in particolare agli anziani, ai bambini e alle donne, specialmente a coloro che sono preda del traffico di esseri umani - e tante persone che soffrono a causa della povertà, della malattia, delle dipendenze, dei disastri naturali e della disoccupazione. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a queste realtà, o voltarci da un`altra parte di fronte a queste sofferenze. È vero che ci sono situazioni spesso molto complesse, la cui soluzione va oltre le nostre capacità. Perciò è vitale - sottolinea il messaggio vaticano - che tutti operino insieme per assistere coloro che sono bisognosi, prescindendo dalla loro etnia o dal loro credo religioso. È motivo di grande speranzavedere o sentire di musulmani e cristiani che si uniscono per aiutare i bisognosi. Quando uniamo i nostri sforzi, noi obbediamo ad un importante comandamento presente nelle nostre rispettive religioni e diamo dimostrazione della misericordia di Dio, offrendo così una testimonianza più credibile, come individui e come comunità".

"Noi uniamo i nostri auguri oranti a quelli di Papa Francesco per abbondanti benedizioni durante il Ramadan e per una gioia duratura di `Id al-Fitr", conclude il messaggio firmato lo scorso 10 giugno e diffuso oggi. "Buona festa a tutti voi!".
Il mese di Ramadan è iniziato quest`anno intorno al 6 giugno e la festa conclusiva di Id al-Fitr 1437 H. / 2016 A.D. cade verso il 5 luglio. Il messaggio vaticano di quest'anno è intitolato "Cristiani e musulmani: beneficiari e strumenti della divina misericordia".


Invece nella Palestina a egemonia mussulmana ai cristiani è proibito mangiare in pubblico durante il ramadam.
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » mar giu 06, 2017 7:47 am

E gli idolatri e i bugiardi lo chiamano digiuno!

Il Principe Harry si è unito a una comunità musulmana per pausa in fretta durante il Ramadan.

https://www.facebook.com/NowThisNews/vi ... 3516760101
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » lun giu 12, 2017 7:08 pm

Arrestati per aver mangiato durante il Ramadan: la Tunisia scende in piazza
Dopo l'arresto di quattro giovani per 'oltraggio pubblico al pudore', dai social network è nato il movimento Mouch Bessif: il collettivo che rivendica la possibilità di mangiare, bere e fumare in pubblico durante il mese sacro dell'Islam. È la prima volta nella storia del Paese
di VALENTINA RUGGIU
12 giugno 2017

http://www.repubblica.it/esteri/2017/06 ... 18448/?rss

Un manifestante fuma mentre espone il cartello "Che fastidio ti dà se tu digiuni e io mangio?" (afp)
Libertà di non osservare il Ramadan, ma soprattutto di non essere arrestati. Sono le rivendicazioni avanzate dal collettivo Mouch Bessif - Non siamo forzati - che a Tunisi sta dando battaglia contro chi non garantisce i diritti della società laica in nome dell'Islam. La protesta è nata dopo che, i primi di giugno, quattro ragazzi sono stati arrestati e condannati a un mese di prigione per aver consumato un panino in un parco. Azione che il tribunale chiamato a giudicarli ha definito "oltraggio pubblico al pudore". Così quello che prima era un malcontento confinato ai social newtork, domenica si è trasformato in protesta di piazza. La prima, nella storia della Tunisia, di questo genere.

Alla chiamata del movimento, i manifestanti si sono riuniti nel centro di Tunisi tra slogan scanditi a gran voce e cartelli: "La libertà inviduale è garantita dalla Costituzione", "Stop all'arresto di chi non digiuna", "Se tu digiuni e io no, che problema ti crea?". "Siamo qui per protestare contro le azioni penali intraprese nei confronti di chi sceglie di non osservare il Ramadan e per chiedere il rispetto della libertà individuale - ha spiegato Karim Carne, uno dei manifestanti, all'agenzia Afp - Chi vuole digiunare lo può fare, ma la stessa libertà deve essere data a chi non vuole farlo".

Riuniti sotto gli hashtag #mouch_bessif (Non siamo forzati) o #fater (il nome di una pagina Facebook che ogni anno diffonde i nomi delle attività ricettive aperte in città durante il Ramadan), sempre più tunisini hanno espresso il loro disappunto verso imposizioni ritenute arbitrarie che "mettono in periocolo" la salute di diversi cittadini, come i malati, e che portano all'arresto di chi decide di non rispettare queste regole.

Online è stata aperta anche una petizione dal titolo "Lo stato tunisino: no alle intimidazioni, il digiuno è una scelta personale" in cui si legge: "In Tunisia le intimidazioni e le vessazioni contro chi decide di non rispettare il digiuno si moltiplicano. Rigettiamo in modo categorico ogni limte imposto al nostro diritto alla libertà personale. Chiediamo con fermezza l'annullamento di tutte le misure, le pratiche o i regolamenti riguardanti l'apertura e la chiusura dei caffé, ristoranti e altri spazi simili in modo che a tutti possa essere garantito un normale svolgimento della vita cittadina, anche se non si segue il Ramadan".
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » lun giu 12, 2017 7:26 pm

???

Vicenza, il vescovo apre al ramadan: "Venga insegnato a scuola agli studenti cristiani"
Monsignor Beniamino Pizziol: "I musulmani studino il presepe, noi il Ramadan: questa è la mia idea di laicità, inclusiva e non divisiva sul modello francese"
Ivan Francese - Mar, 22/12/2015

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... eal-time/1

È un'idea che fa discutere, quella del vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol.

Che nel messaggio alla stampa in occasione del Natale ha colto l'occasione per parlare di integrazione con fedeli di altre religioni. E ha lanciato una proposta che non tutti hanno accolto benissimo.

"Agli studenti cattolici - ipotizza Sua Eccellenza - va spiegato il Ramadan e ai musulmani il significato del presepe. Tutte le espressioni religiose devono avere diritto di cittadinanza a scuola e in qualsiasi istituzione pubblica. È questa la mia visione di laicità, che non è quella francese che impedisce ai simboli religiosi di entrare nelle istituzioni pubbliche."

Un suggerimento che va insomma nella direzione dell'integrazione e dell'arricchimento culturale, senza peraltro intenzione di fare proselitismo religioso.

"Serve - conclude il vescovo Pizziol - disarmare il cuore dell’odio e della violenza a partire dalle scuole, educando i ragazzi alla pace e non all’idea di vendetta che i fatti di Parigi avrebbero potuto suggerire...occorre guardare al mondo con atteggiamento di accoglienza, facendo proprio il valore della misericordia che accomuna tutte le grandi religioni monoteiste"
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » lun giu 12, 2017 7:28 pm

In una lettera aperta don Guy Pagès condanna Papa Francesco per aver legittimato l'islam

di don Guy Pagès 29/09/2013
http://www.ioamolitalia.it/no-islam/in- ... islam.html

Santissimo Padre,

Sia lodato il nostro Signore Gesù Cristo, che vi ha dato la missione di guidare la sua Chiesa!

Permettetemi in nome d'inumerevoli persone scioccate dalla vostra lettera ai musulmani in occasione dell' Id al-Fitr [1] e, in virtù del canone 212 § 3 [2], di condividere con lei le riflessioni di questa lettera aperta.

Salutando con "grande piacere" i musulmani in occasione del Ramadan, tempo considerato speso "al digiuno, alla preghiera e all'elemosina", lei sembra ignorare
che il digiuno del Ramadan è tale che "la spesa media di una famiglia che lo pratica aumenta del 30 %" [3],
che l'elemosina musulmana è destinata ai soli musulmani bisognosi e
che la preghiera musulmana consiste nel rifiutare cinque volte al giorno la fede nella Trinità e in Gesù Cristo, chiedendo la grazia di non seguire il percorso degli smarriti ossia dei cristiani ...
Inoltre, durante il Ramadan, aumenta la criminalità in modo vetiginoso [4].

C'è veramente, in queste pratiche, qualche motivo possibile d'elogio?

La sua lettera afferma che dobbiamo avere stima per i musulmani e "soprattutto per i loro capi religiosi" ma non si dice a qual titolo.
Dal momento che si sta parlando di loro come di musulmani, ne consegue che la stima è anche per l'Islam.
Ora cos'è l'Islam per un cristiano se, dal momento che "nega il Padre e il Figlio" (1 Gv 2, 22), si presenta come uno dei più potenti Anticristo che vi siano, in numero e in violenza (Ap 20, 7-10)?
Come possiamo stimare sia Cristo sia ciò che gli si oppone?

Il suo messaggio fa poi notare che "le dimensioni della famiglia e della società sono particolarmente importanti per i musulmani in questo periodo" di Ramadan, ma quel che non dice è che il Ramadan serve da forte mezzo di condizionamento sociale, di oppressione, di sottomissione al totalitarismo islamico, in breve di negazionte totale del rispetto da lei evocato... Così l'articolo 222 del Codice penale marocchino recita: "Chiunque, noto per la sua appartenenza alla religione musulmana, rompe ostentatamente il digiuno in un luogo pubblico durante il periodo del Ramadan, senza motivi consentiti da questa religione, è punito con la reclusione da uno a sei mesi e da una multa". E si tratta del moderato Marocco...

Che tipo di "paralleli" riesce a trovare tra "la dimensione della famiglia e della società musulmana" e "la fede e la pratica cristiana", dal momento che lo stato della famiglia musulmana prevede la poligamia (Corano 4, 3, 33, 49; 52, 59), il ripudio (Corano 2, 230), l'inferiorità ontologica e giuridica delle donne (Corano 4, 38; 2, 282; 4, 11), la possibilità per il marito di picchiare la moglie (Corano 4, 34), ecc.). Quali analogie ci possono essere tra la società musulmana costruita per la gloria dell'Unico e che, di fatto, non può tollerare l'alterità o la libertà né, di conseguenza, distinguere le sfere religiose e spirituali dal resto? "Tra noi e voi è inimicizia e l'odio per sempre fino a quando non crederete nel solo Allah!" (Corano 60, 4). Quali analogie con la società cristiana, costruita per la gloria di Dio Uno e Trino che promuove il rispetto delle legittime differenze? Piuttosto, per “parallelo”, non si dovrebbe comprendere quanto non si assomiglia e si accosta ma quanto, al contrario, non si avvicina assolutamente? Non è evidente solo in questo caso la chiarezza della sua dichiarazione?

Lei propone ai suoi interlocutori di riflettere su "la promozione del rispetto reciproco attraverso l'educazione", suggerendo che essi condividono con lei gli stessi valori di umanità, di "rispetto reciproco". Ma non è questo il caso. Per un musulmano, non è la natura umana a far da riferimento e neppure il bene conoscibile dalla ragione: l' uomo e il suo bene non sono quello a cui si appella il Corano.
Il Corano insegna ai musulmani che i cristiani, perché cristiani, "sono impurità" (Corano 9, 28) , "il peggio del creato" (Corano 98, 6 ), "i più vili degli animali" (Corano 8,22; cfr. 8,55) [5] ... Perché l'Islam è la vera religione (Corano 2, 208; 3, 19; 85), che dominerà su tutte le altre, per sradicarle completamente (Corano 2, 193 ); coloro che non sono musulmani possono essere solo pervertiti e maledetti (Corano 3, 10, 82, 110; 4, 48, 56, 76, 91; 71, 44 ; 9, 17,34; 11, 14; 13, 15, 33; 14.30 , 16,28-9; 18, 103-6; 21, 98; 22, 19-22, 55; 25, 21; 33, 64; 40, 63; 48,13), che i musulmani devono combattere costantemente (Corano 61, 4,10-2; 8, 40; 2, 193) con l'inganno (Corano 3, 54; 4, 142; 8, 30; 86,16), il terrore (Corano 3,151; 8, 12, 60; 33, 26; 59, 2), e tutti i tipi di punizione (Corano 5, 33; 8, 65; 9, 9, 29, 12; 25, 77), come la decapitazione (Corano 8, 12 Corano 47, 4) o la crocifissione (Corano 5, 33) per eliminare (Corano 2, 193; 8, 39; 9, 5, 111, 123; 47, 4) e infine distruggere (Corano 2, 191; 4, 89, 91; 6, 45; 9, 5, 30, 36, 73; 33, 60-2: 66, 9). "O voi che credete! Combattete a morte gli increduli che sono presso voi e che trovino in voi crudeltà ..." (Corano 9, 124) "Che Allah li maledica!" (Corano 9, 30 cfr. 31, 51; 4, 48) …

Santo Padre si può mai dimenticare, quando ci si rivolge a dei musulmani, che non possono riferirsi al di fuori del Corano? Lei si appella "al rispetto per ogni persona [...] Prima di tutto per la sua vita, per l'integrità fisica, per la sua dignità con i diritti derivanti, per la sua reputazione, il suo patrimonio, la sua identità etnica e culturale, le sue idee e le sue scelte politiche". Non può influenzare le disposizioni date da Allah, che sono immutabili, e ho elencato alcune tra esse.
Ma se noi rispettiamo “le idee altrui e le scelte politiche”, come ci possiamo, allora, opporre alla lapidazione, all'amputazione e a ogni sorta di altre pratiche abominevoli comandate dalla Sharia? Il suo bel discorso non può smuovere i musulmani che non hanno lezioni da imparare da noi, essendo "impurità" (Corano 9, 28). E se, nonostante tutto, le applauderanno come hanno fatto in Italia, è perché la politica della Santa Sede serve notevolmente ai loro interessi facendo passare la loro religione come rispettabile agli occhi del mondo, pensando che porti a considerare i valori universali da lei preconizzati ... La applaudiranno fintanto che saranno, come in Italia, una minoranza. Ma quando essi non lo saranno più, succederà quanto accade ovunque sono maggioranza: ogni gruppo non musulmano dovrà scomparire (Corano 9,1; 47, 4; 61, 4; ecc.) o pagare la jyzaia per acquistare il diritto di sopravvivere (Corano 9, 29). Lei non può ignorare tutto questo ma come può, nascondendolo agli occhi del mondo, promuovere l'espansione dell'Islam davanti ad innocenti o ingenui così abusati? Forse lei osserva i complimenti che le sono stati inviati come segno di fecondità del suo atteggiamento? Allora lei ignora il principio della takyia che comanda di baciare la mano che il musulmano non può tagliare (Corano 3, 28; 16, 106). Ma che valgono tali scambi di cortesia? San Paolo non ha detto: "Se cerco di piacere agli uomini, non sarò servitore di Cristo" (Gal 1, 10)? Gesù ha dichiarato maledetti coloro che sono oggetto di venerazione da parte di tutti (Lc 6, 26). Ma se i vostri nemici naturali la lodano, chi non la loderà? La missione della Chiesa è d'insegnare le buone maniere per vivere in società? San Giovanni Battista sarebbe morto se avesse semplicemente voluto augurare una bella festa a Erode? Forse dirà che non c'è paragone con Erode, perché Erode viveva nel peccato e che era dovere di un profeta denunciare il peccato?

Ma se ogni cristiano è divenuto un profeta, il giorno del suo battesimo, e se il peccato è non credere in Gesù, Figlio di Dio, Salvatore (Gv 16, 9), ciò di cui precisamente si fa gloria l' Islam, come potrebbe un cristiano non denunciare il peccato che è l'Islam e chiamare alla conversione "in ogni occasione opportuna e non opportuna" (2 Tm 4, 2)? Dal momento che lo scopo dell'Islam è quello di sostituire il Cristianesimo che avrebbe pervertito la rivelazione del puro monoteismo con la fede nella Santa Trinità, poiché Gesù non è Dio, non sarebbe né morto né resuscitato, non ci sarebbe stata alcuna redenzione e la sua missione si sarebbe ridotta a nulla, perché non denunciare l'Islam come l'Impostore preconizzato (Mt 24, 4; 11, 24) e il predatore per eccellenza della Chiesa?
Invece di cacciare il lupo, la diplomazia vaticana dà l'impressione di preferire il nutrimento delle adulazioni, non vedendo che questo aspetta solo d'essere ben nutrito per fare quanto fa ovunque è divenuto sufficientemente forte e vigoroso. C'è bisogno di ricordare i cristiani martiri che vivono in Egitto, in Pakistan e ovunque l'Islam è al potere? Come può, la Santa Sede, assumersi la responsabilità di avallare l'Islam presentandolo come un agnello, mentre è un lupo travestito da agnello? Ad Akita, la Vergine Maria ci ha avvertito: "Il diavolo s'introdurrà nella Chiesa perché è piena di gente che accetta compromessi"...

Santo Padre, come può la sua lettera affermare che "in particolare tra cristiani e musulmani, siamo chiamati a rispettare la religione dell'altro, i suoi insegnamenti, i suoi simboli e valori"? Come possiamo rispettare l'Islam, che continuamente bestemmia la Santa Trinità e nostro Signore Gesù Cristo, accusando la Chiesa di aver falsificato il Vangelo e cercando di sostituirla (Ap 12, 4)? Quanto ha scritto sant'Ireneo Contro le eresie San Giovanni Damasceno Sulle eresie in cui si riscontrano "le molte assurdità risibili riportate nel Corano", San Tommaso d'Aquino, con la sua Summa contro i Gentili e tutti i santi che si sono impegnati a criticare le false religioni non erano allora dei veri cristiani, se oggi ne condannate retroattivamente le azioni come quelle di qualche raro apologeta contemporaneo?

Dall'ambito di cooperazione tra ragione e fede, così incoraggiato da Benedetto XVI, si dovrebbe escludere il fatto religioso? Se si segue il suo appello espresso dalla sua lettera, Santo Padre, bisogna allora chiedere con l'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) [6], la condanna in tutto il mondo per qualsiasi critica all'Islam, e quindi cooperare con l'OIC a diffondere l'Islam che insegna, ripeto, la corruzione del Cristianesimo che verrà sostituito dall'Islam ... Perché in collaborazione con l'OIC si dovrebbe mettere in un museo l'apologetica cristiana?

Se è vero che non si può seminare tra le spine (Mt 13, 2-9), ma che le si deve prima estirpare per iniziare a seminare, è pure vero che non si può iniziare ad annunziare la Buona Novella della salvezza ad un'anima musulmana per quant'è stata vaccinata e immunizzata sin dalla prima infanzia contro la fede cristiana (Corano 5, 72; 9, 113; 98, 6...) riempiendola di pregiudizi, calunnie e ogni genere di falsità sul Cristianesimo. Bisogna, dunque, necessariamente cominciare a criticare l'Islam "i suoi insegnamenti, simboli e valori" per distruggere in sé le falsità che lo rendono nemico del Cristianesimo. San Paolo non chiede solo di usare "le armi di difesa della giustizia", ma anche "le armi offensive" (2 Cor 6, 7). Dove sono queste ultime nella vita della Chiesa di oggi?

Oh, certo, associarsi alla gioia di brave persone ignoranti della volontà di Dio augurando loro un felice Ramadan non può sembrare una cosa brutta in sé, esattamente come pensava san Pietro quando legittimava le usanze ebraiche ... nella paura dei "proto-musulmani" ossia dei Nazareni ebrei! Ma san Paolo lo ha corretto davanti a tutti mostrando che aveva cose più importanti da fare che cercare di piacere a dei falsi fratelli (Gal 24, 11-14; 2 Cor 11, 26; Corano 21, 93; 60, 4, ecc). Se Paolo ha ragione come si può dire che non dobbiamo criticare "la religione degli altri, i suoi insegnamenti, i suoi simboli e valori"? Non volendo criticare l'Islam, la sua lettera giustifica anche i vescovi che vanno alla cerimonia di posa della prima pietra di una moschea. Quanto essi fanno è, pure nel loro caso, una questione di cortesia nel desiderio di piacere a tutti e favorire la pace civile.

Domani, quando i loro fedeli saranno divenuti musulmani, diranno che fu il loro vescovo che, invece di conservarli nel Cristianesimo, ha loro mostrato la via verso la moschea... E potranno dire pure la stessa cosa nei riguardi della Santa Sede, poiché avranno imparato a non pensare il vero sull'Islam ma ad onorarlo come buono e rispettabile in sé...

La sua lettera giustifica i suoi auguri di buon Ramadam dicendo: "È chiaro che quando mostriamo rispetto per la religione degli altri o quando gli offriamo i nostri migliori auguri in occasione di una festa religiosa, cerchiamo semplicemente di partecipare alla sua gioia senza che si tratti, pertanto, di fare riferimento al contenuto delle sue convinzioni religiose". Come rallegrarsi di una gioia che glorifica l'Islam? L'atteggiamento da lei preconizzato, Santo Padre, si accorda a quello comandato da Gesù: "Il vostro parlare sia 'sì sì', 'no no': il resto viene dal maligno" (Mt 5, 37)?
E anche se si potesse credere di non peccare, augurando un felice Ramadan, a causa di una restrizione mentale che nega il legame tra Islam e Ramadan (una negazione indicante che questo comportamento pone ancora dei problemi), questo si accorda con la carità pastorale che vuole da un pastore l'attenzione di come un suo gesto sia compreso dai suoi interlocutori? In effetti cosa possono pensare i musulmani quando ci sentono augurare loro un felice Ramadan, se non che siamo idioti, incomprensibilmente ottusi, certamente maledetti da Allah, nel non divenire noi stessi musulmani dal momento che riconosciamo la loro religione non solo come un bene (poiché in grado di infondere loro la gioia da noi augurata), ma certamente superiore al Cristianesimo (poiché viene dopo di esso). Oppure possono pensare che siamo ipocriti non osando dire loro in faccia cosa pensiamo della loro religione il che equivale a riconoscere che abbiamo paura di loro come se fossero già i nostri padroni? Possono avere una diversa interpretazione se pensano da musulmani?

Molti musulmani mi hanno espresso la loro gioia poiché lei onora la loro religione. Come potranno mai convertirsi se la Chiesa li incoraggia a praticare l'Islam? Come può la Santa Sede annunciare la falsità dell'Islam e il dovere di abbandonarlo per salvarsi ricevendo il santo battesimo? Tutto ciò non favorisce il relativismo religioso per il quale le differenze tra le religioni sono poco importanti mentre sarebbe importante quanto vi è di buono nell'uomo che si salverebbe indipendentemente dalle religioni?

I primi cristiani si rifiutarono di partecipare alle cerimonie civili dell'Impero romano in cui avrebbero dovuto bruciare dell'incenso davanti ad una statua dell'imperatore, rito apparentemente assai lodevole in quanto promuoveva la convivenza e l'unità di popoli diversi e di molte grandi religioni dell'Impero romano. I primi cristiani, per i quali l'unicità della Signoria di Gesù era più importante di qualsiasi realtà di questo mondo, pure della stima dei loro stessi concittadini, hanno preferito firmare con il loro sangue l'originalità del loro messaggio.

E se amiamo il prossimo, qualunque sia, musulmani compresi, in quanto membri come noi della specie umana, voluta e amata da tutta l'eternità da Dio redenta con il Sangue dell'Agnello senza macchia, Gesù ci ha insegnato a negare ogni legame umano che si oppone al suo amore (Mt 12, 46-50; 23, 31; Lc 9, 59-62; 14, 26; Gv 10, 34; 15,25). Con quale fraternità quindi si potrebbe chiamare "fratelli" i musulmani (veda la sua dichiarazione del 29.03.2013)? C'è una fratellanza che trascende tutte le cose umane tra cui quella della comunione con Cristo, respinta dall'Islam, e che potrebbe essere la sola importante? La volontà di Dio è che crediamo in Cristo (Gv 6, 29), che "non riconosciamo alcun altro nella carne" (2 Cor 5, 16).

Forse la diplomazia vaticana pensa che, tacendo su cos'è l'Islam, salverà la vita dei poveri cristiani nei paesi musulmani? No, l'Islam continuerà a perseguitarli (cfr. Gv 16, 2) e ancora di più se non vede alcuna obiezione a ciò poiché quella è la sua ragion d'essere (Corano 9, 30). Questi cristiani, come tutti i cristiani, non si aspettano, piuttosto, che lei ricordi loro che tale è l'eredità di ogni discepolo di Cristo, quella d'essere perseguitato in suo nome (Mt 16, 24; Mc 13, 13; Gv 15, 20) e che è una grazia grandissima di cui ci si deve rallegrare? Gesù ci ha comandato di non temere i tormenti delle persecuzioni (Lc 12, 4) e, ai fratelli perseguitati per la nostra fede, di rallegrasi nell'ottava beatitudine (Mt 5, 11-12). Questa gioia non è forse la migliore testimonianza?

Quale miglior servizio possiamo dare ai musulmani devoti quando non abbiamo paura di morire, dal momento che loro sono certi di andare a godere delle Uri che Allah ha promesso loro quale ricompensa per i loro crimini? Quale miglior servizio se non dare loro la vita per amore di Dio e la salvezza del prossimo?

La sua lettera fa riferimento alla testimonianza di san Francesco ma non dice che San Francesco ha inviato dei fratelli per evangelizzare il Marocco, sapendo che molto probabilmente sarebbero stati martirizzati, quanto effettivamente successe. Non dice che s'impegnò lui stesso ad evangelizzare il sultano Al Malik Al Kamil [7]. La carità denuncia la menzogna e chiama alla conversione.

Santissimo Padre, facciamo molta fatica a trovare nel suo messaggio ai musulmani l'eco della carità di san Paolo che comanda: "Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c'è tra il fedele e l'infedele?" (2 Cor 6,14-15), o quelle del dolce San Giovanni di non accogliere alcuno che rigetti la Fede cattolica, di non salutarlo neppure sotto pena di partecipare alle sue "cattive azioni" (2 Gv 7, 11) ... Salutando i mussulmani in occasione del Ramadan, non si partecipa alle loro opere malvagie? Chi odia, oggi, perfino una veste contaminata dalla carne (cfr. Gd 23)? La dottrina degli Apostoli non è più attuale?

Sì, il Concilio Vaticano II chiama i cristiani a dimenticare il passato, ma questo non può significare altro che dimenticare ogni risentimento alle violenze e ingiustizie subite nei secoli dai cristiani e, ciò che ci interessa, inflitte loro dai musulmani. Dimenticare il passato non significa condannarsi a rivivere gli stessi mali di allora? Senza avere una memoria ci potrà essere ancora un'identità? Senza una memoria, potremmo avere ancora un futuro?

Santissimo Padre, lei ha letto la Lettera aperta di Magdi Cristiano Allam, [8] ex musulmano battezzato da Papa Benedetto XVI nel 2006, che ha annunciato di lasciare la Chiesa a causa del suo compromesso con l'islamizzazione dell'Occidente? Questa lettera è un terribile tuono nel cielo davanti alla tiepidezza e la codardìa della Chiesa e dovrebbe essere un grande monito per noi!

Santissimo Padre, poiché la diplomazia non è coperta dal carisma dell'infallibilità e il suo messaggio ai musulmani in occasione della fine del Ramadan non è un atto magisteriale, io prendo la libertà di criticarlo apertamente e rispettosamente (can. 212 § 3). Sicuramente lei ha considerato che prima di parlare di "teologia" con i musulmani, era necessario disporre il loro cuore insegnando il dovere, per quanto elementare, di rispettare gli altri. Volevo dirle che ci sembra che un tale insegnamento dev'essere fatto senza alcun riferimento all'Islam, al fine di evitare qualsiasi ambiguità al riguardo. Perché non in occasione del primo dell'anno o a Natale?

Non fu certamente senza ragione che Benedetto XVI sciolse il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e trasferì i suoi poteri al Pontificio Consiglio della Cultura ...

Detto questo, rinnovo il mio impegno di fedeltà alla Cattedra di San Pietro, nella fede nel suo infallibile magistero, desiderando vedere fare lo stesso da parte di tutti i cattolici scossi nella loro fede per il suo messaggio ai musulmani in occasione della fine del Ramadan.

Don Guy Pagès
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » mar giu 13, 2017 1:57 am

The Truth about Ramadan (David Wood)
https://youtu.be/mGysOICFRlk
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » mar giu 13, 2017 1:07 pm

Mangiare di sera e di mattina anziché durante il dì non è digiunare ma mangiare in un'altro orario della giornata.

Ieri sera il Presidente dello stato di Israele Reuven Rivlin ha ospitato nella sua residenza i leader e le autorità musulmane per l’Iftar, la cena che pone fine alla giornata di digiuno durante il mese del Ramadan. “Non saremo mai in grado di sradicare la violenza senza la completa cooperazione di tutte le parti in campo, dando un senso di sicurezza a tutti i cittadini - ha dichiarato Rivlin – spero che quest’incontro porti ad un ulteriore passo avanti verso la cooperazione e la fiducia reciproca”.

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 0222759002

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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » mar giu 13, 2017 7:02 pm

Granada, i musulmani festeggiano il Ramadan sul monumento cattolico
Il sindaco di Granada concede agli islamici l'uso di un monumento dedicato alla Vergine Maria per festeggiare la fine del Ramadan
Ivan Francese - Mar, 13/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/gra ... 08911.html

In tutta la Spagna, Granada è il simbolo della Reconquista, l'epica crociata durata secoli con cui gli spagnoli cacciarono i Mori e gettarono le fondamenta del moderno Stato nazionale che noi oggi conosciamo.

Fa perciò una certa impressione vedere centinaia di immigrati musulmani che, al tramonto di sabato scorso, pregavano inginocchiati per la fine del Ramadan. Proprio ai piedi della statua della Vergine Maria, a cui la città è consacrata. E fa molto discutere, anche fra le formazioni politiche più moderate, la scelta del sindaco socialista della città Francisco Cuenca di concedere alla comunità islamica proprio quei Jardines del Triunfo che ospitano la colonna con la statua della Madonna tanto cara ai cattolici della città.

Per il primo cittadino si tratta di un atto che fa di Granada una "città di coesistenza e tolleranza", ma per moltissimi non è così. Non sono pochi, infatti, ad essersi domandati se non ci fosse proprio un altro luogo in cui innalzare le preghiere ad Allah. Se fosse proprio necessario farlo davanti alla Vergine Maria.

Il parlamentare del partito centrista Ciudadanos Luis Salvador ha commentato indignato: "Il sindaco confonde tolleranza e rispetto per le religioni con la provocazione. Convocare una preghiera musulmana alla Vergine del Trionfo?". Nel frattempo alcuni fedeli appartenenti al gruppo di destra Vox hanno organizzato la recita di un "Santo Rosario" riparatore sul luogo in cui si sono riuniti gli islamici.
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