D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » lun feb 20, 2017 8:38 am

Ecco le prove più evidenti che i miracoli come interventi divini e soprannaturali e segni dell'onnipotenza divina, in deroga alle leggi universali-naturali e fisiche, create da D-o stesso, non esistono e che sono del tutto assurdi o insensati:

1) la loro estrema rarità, la loro eccezionalità, la loro arbitrarietà, la loro discrezionalità ingiustificata, la loro irragionevolezza;
2) il fatto che questi miracoli concernono sempre fenomeni estremamente semplici e solo apparentemente inspiegabili, tipo il classico caso del paralitico che all'improvviso si mette a camminare ma mai il caso di una persona che avendo perso del tutto le gambe le riacquistasse all'improvviso.

L'onnipotenza divina se intervenisse veramente e straordinariamente si manifesterebbe soltanto dove sarebbe del tutto evidente come appunto nel caso della persona che avendo perso non tanto l'uso delle gambe ma le gambe stesse, si ritrovasse all'improvviso con delle gambe nuove e soltanto ciò sarebbe un vero miracolo divino; ma da che mondo è mondo di tali miracoli non si ha memoria e non si sono mai visti!


Tilde Consiglio ha commentato:
Opinioni


Alberto Pento risponde:
Non è un'opinione, questi morti non sono mai resuscitati; non vi è memoria umana al mondo che ricordi miracoli in cui morti-cadaveri così siano mai resuscitati:
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... citati.jpg


Non è un'opinione, queste sono persone senza gambe o senza braccia o senza arti; non vi è memoria umana al mondo che ricordi miracoli in cui persone così abbiano riacquistato gli arti mancanti alla nascita o persi in vita:
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... a-arti.jpg


Difronte a questi fatti, l'onnipotenza divina degli dei o idoli delle varie religioni che si favoleggia facciano miracoli, dimostra tutta la sua evidente impotenza idolatra.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » lun feb 20, 2017 8:06 pm

Alla bufala idolatra dei miracoli sono associati i culti magici dei santi e delle reliquie


https://it.wikipedia.org/wiki/Santo

https://apologeticon.wordpress.com/2011 ... -dei-santi

http://www.treccani.it/enciclopedia/santo


https://it.wikipedia.org/wiki/Reliquia
Il termine reliquia (dal latino reliquiae che significa resti) indica, in senso stretto, la salma, o una parte di essa, di una persona venerata come santo o beato e più in generale di una persona famosa. In senso lato, una reliquia è un qualsiasi oggetto che abbia avuto con i santi una più o meno diretta connessione, come vesti, strumenti del martirio o qualsiasi cosa essi usarono. Si parla di reliquie da contatto nel caso di oggetti che sono stati a contatto con altre reliquie del santo; quest'uso ha permesso di soddisfare il desiderio di molti fedeli di possedere un oggetto collegato al personaggio venerato senza la necessità di procedere al continuo frazionamento delle reliquie autentiche.



RELIQUIE. - S'intende per reliquia ciò che resta (corpo o parte del corpo; oggetti, vesti, armi, utensili, che furono a contatto con il corpo) di una persona reale (o anche mitica) dotata agli occhi del gruppo di qualità eccelse o addirittura sovrumane.
di Nicola TURCHI , Giovanni Pietro KIRSCH

http://www.treccani.it/enciclopedia/rel ... a-Italiana)

Storia delle religioni. - La venerazione e l'uso delle reliquie, fuori della religione cattolica si fonda sul principio di magia simpatica che il contiguo agisce sul contiguo: quindi il contatto, l'ingestione, l'uso di cose o appartenenti o collegate a persona particolarmente ricca di virtù produce gli stessi effetti ammirati nella persona: effetti di gagliardia, di intelligenza, di preservazione contro mali influssi, ecc. Col progredire del livello religioso, il devoto, invece di attribuire alle reliquie un valore magico, le venera in quanto appartenute ad uomini che hanno onorato la divinità, che sono stati esempio da imitare e il cui ricordo vale, come le immagini, ad eccitare la pietà.

L'uso delle reliquie è universale nelle religioni primitive ed etniche dell'antichità e si accentua in quelle religioni universali che, avendo avuto un fondatore, amano venerare i ricordi superstiti della sua persona e della sua vita.

I primitivi. - Come il cannibale parte dall'idea che ingerendo il cuore, il fegato, il rene, l'occhio del guerriero ucciso se ne assimilano le qualità, così il primitivo che porta al collo, al braccio, sullo scudo quelle stesse parti del corpo mummificate, o anche capelli, denti, ossa, ecc., ritiene di riceverne una protezione magica e un potenziamento delle sue facoltà (v. amuleto) specialmente nei casi di guerra, di caccia, di provocazione della pioggia, di cura o preservazione dalle malattie, ecc.

Si possono considerare, sebbene impropriamente, come reliquie anche le impronte di mani, di piedi, del corpo, lasciate dall'eroe su blocchi o su rocce; e difatti verso di esse i devoti muovono in pellegrinaggio.

Egitto. - L'Egitto ha assai venerato le reliquie di Osiride, specialmente i 14 pezzi del suo corpo disseminati dall'uccisore Set per tutto l'Egitto e sui quali furono eretti santuarî. Di questi il più importante era quello di Abido, dove era sepolto il capo. Notevole anche era a Busiride il misterioso pilastro ded strettamente legato alla persona del dio. Anche i Serapei dell'Egitto greco-romano contenevano nella mummia del bue Api la reliquia dell'Osiride ultramondano.

Grecia. - Il culto degli eroi in Grecia è essenzialmente un culto delle loro reliquie, chiuse nell'apposito tempio (ἡρῷν) e considerate come salvaguardia ambitissima della città che le possedeva: tanto che erano ricercate con cura, spesso in seguito a indicazioni di oracoli, e una volta ritrovate venivano con gran pompa portate nelle città dove servivano come fonte ordinaria di divinazione e presidio da malattie o altre iatture. Ricordiamo, tra le reliquie più celebri, il capo di Orfeo (conservato a Lesbo o a Smirne) e le sue ossa (a Dio in Macedonia); le ossa di Europa (Hellotis) in Creta; quelle di Teseo da Sciro in Atene; quelle di Oreste a Sparta, dove dànno la vittoria contro quei di Tegea; quelle di Esiodo a Orcomeno dove, appena entrate, liberano la città da un'epidemia, ecc.

Anche oggetti che avevano appartenuto ad eroi erano considerati reliquie: la lancia di Achille a Phaselis, la spada di Memnone a Nicomedia, la lira di Orfeo in varî luoghi, il flauto di Marsia a Sicione, lo scettro di Agamennone a Cheronea; e più lo scudo di Pirro, il residuo della creta con cui Prometeo foggiò Deucalione e Pirra, i sandali di Elena, le uova di Leda, ecc.

Roma. - In Roma le reliquie più notevoli erano il palladio di Enea, le tombe di Evandro, di Carmenta, di Romolo, di Acca Larenzia, oltre ad altre minori; il fico ruminale, la casa di Romolo sul Germalo, la conocchia e i sandali di Tanaquilla conservati nel tempio di Iuppiter Fides, la pila horatia con le armature dei tre Curiazî, il tigillum sororium, le spoglie opime di Romolo dedicate a Giove Feretrio sul Campidoglio, ecc.

Buddhismo. - Il buddhismo ha sempre venerato le reliquie. Ai funerali del Buddha le sue ceneri furono divise in otto parti e distribuite alle genti intervenute. Esse furono conservate in altrettanti stūpa, divenuti centro di costruzioni religiose. Di esse sono state ritrovate quelle contenute negli stūpa di Piprāwā (Nepal) eretto dai Sakya di Kapilavastu, le più autentiche; di Bīmarān tra Cabul e Jalālābād e di Peshāwar fondato dal re Kaniska (v.). Il nord dell'India, Ceylon e la Birmania sono i paesi dove le reliquie del Buddha sono più venerate.

L'induismo ignora la venerazione delle reliquie, come anche il jainismo. Così pure l'islamismo, salvo in quei paesi dove è stato suggerito dall'ambiente etnico: così a Bījāpur (Deccan) vi sono peli della barba di Maometto cui si presta venerazione all'anniversario della nascita del profeta; a Rohrī (Sind) si venera un suo capello che si mostra ai fedeli una volta l'anno, né vanno dimenticate le impronte dei suoi piedi (ad Ahmadābād, Gaur, Delhi); nell'Africa settentrionale sono venerate le tombe dei cosiddetti santoni.

Tutte queste forme di culto si devono considerare però come degenerazioni locali della pura religione coranica.

Bibl.: A. Erman, Die ägyptische Religion, 3ª ed., Berlino 1909 (trad. it. Pellegrini, Bergamo 1908); P. Pfister, Reliquienkult im Altertum, voll. 2, Giessen 1909; A. Wylite, Buddhist Relics, in Chinese Researches, Sciang hai 1897; L. A. Waddel, The Buddhism of Tibet or Lamaism, Londra 1895; I. Goldziher, Muhammedanische Studien, Halle 1889-90, II, pp. 275-380; E. Doutté, Notes sur l'islām maghribin: Les marabouts, in Revue de l'hist. des religions, XL-XLII (1899-1900); R. Basset, Nédromah et les Traras, Parigi 1901.

Cristianesimo. - È spontaneo all'uomo avere una considerazione speciale e una venerazione per ciò che si riferisce a persone, per le quali si aveva stima particolare o sentimenti speciali di affetto. Questa inclinazione naturale unita con la venerazione religiosa verso i martiri, quali eroi della fede e cristiani perfetti, forma la base del culto delle reliquie e dell'apprezzamento speciale che queste hanno preso già nell'antichità nella vita religiosa dei cristiani. La voce reliquiae (in greco λείψανα) fu usata nell'antichità, secondo il senso etimologico (illa quae ex aliqua re relicta sunt) arche per designare resti dei corpi dei defunti o le ceneri dei corpi incinerati. In questo senso la parola passò nell'uso del linguaggio cristiano, dove però prese un senso più ampio, con l'estensione della venerazione anche a oggetti, venuti a contatto con i resti dei santi. Dal sec. IV in poi, la voce "reliquie" venne usata non soltanto per i resti mortali del corpo o per il sangue raccolto in occasione del martirio, ma anche per parti degli strumenti del martirio o considerati come tali (catene di S. Pietro, di S. Paolo, graticola di S. Lorenzo, pietre della lapidazione di S. Stefano), per pezzi degli abiti portati dai santi, per oggetti toccati alla tomba di un martire (pezzi di stoffa, brandea, polvere della tomba) o usati per onorare la tomba (fiori depositativi sopra, olio delle lampade), e simili ricordi materiali.

Tutti questi oggetti nell'antichità cristiana, dal sec. IV in poi specialmente, furono considerati come sacri e venerabili, e furono trattati come reliquie nel senso più stretto della parola, benché chiamati anche con altri nomi (sanctuaria, pignora, beneficia).

Il culto delle reliquie è un'espressione deìla venerazione religiosa verso i martiri e si sviluppa in modo parallelo a questa. Già nell'antichità classica, presso i Greci e presso i Romani, si trova il culto degli eroi e delle loro reliquie: culto praticato naturalmente secondo concetti idolatrici. Questo però presenta soltanto un'analogia generica col culto cristiano dei martiri, basato com'è sul concetto naturale di venerazione per insigni personaggi, ma non è la radice o il modello diretto del culto dei santi e delle loro reliquie, come del resto è già dichiarato da autori cristiani antichi, i quali rilevano la differenza essenziale tra il culto pagano degli eroi e la venerazione cristiana dei martiri (Eusebio, Praepar. evang., XIII,1; Gregorio Nazianz., Adv. Iulianum, I, 69 segg.; Cirillo Aless., Contra Iulianum, VI). S. Girolamo dichiara espressamente che non si adorano, non si rendono onori divini alle reliquie dei martiri, per non servire le creature piuttosto che il creatore: i cristiani onorano le reliquie dei martiri per adorare quello del quale sono martyres (Ad Ripar., ep. 53, c. 1).

I motivi che indussero i fedeli a venerare le reliquie dei santi sono presentati da varî Padri, principalmente nei panegirici pronunziati in occasione delle feste dei martiri. Gli eroi della fede cristiana, restati fedeli a prezzo della vita, sono degni della più alta gratitudine, avendo dato il più bell'esempio a tutti i cristiani. I loro corpi sono stati strumento dello Spirito Santo per la vittoria contro gli avversarî di Cristo, perché in questo corpo hanno potuto vincere tutte le pene e torture; cosicché questi resti mortali hanno acquistato un valore particolare, anche dopo che l'anima si è distaccata dal corpo. Sono quindi degni di venerazione da parte dei fedeli, i quali mediante quelle reliquie possono partecipare alla grazia particolare ad esse congiunta. E questa venerazione si estende anche agli oggetti materiali venuti a contatto con i corpi o la tomba (Gregorio Naz., Adv. Iulianum, I, 69; Paolino dl Nola, Natal., IX, 451-453).

Il culto delle reliquie prese origine e si sviluppò in modo parallelo al culto dei martiri nell'antichità (v. martire). Dapprincipio questo culto s'accentrò sulla tomba del santo, la quale conservava il suo corpo: secondo la lettera autentica sul martirio di Policarpo (v.), i fedeli consideravano i resti del corpo bruciato del loro vescovo martirizzato più cari delle pietre preziose e dell'oro (Eusebio, Hist. eccl., IV, 15). Tale era il sentimento generale dei cristiani nei primi secoli all'epoca stessa delle persecuzioni, per cui si cercò di avere ricordi materiali del martire. La comunità di Gerusalemme venerava come reliquia la cattedra stessa usata da S. Giacomo (Eusebio, Hist. eccl., VII, 19). Uno dei guardiani di S. Cipriano desiderava avere gli abiti del vescovo dopo il martirio di questo come contenenti "i sudori già sanguinei" del martire (Vita Cypriani, 16), e i cristiani di Cartagine misero panni sul luogo del supplizio per conservarli dopo averli bagnati del sangue del loro vescovo (Acta proconsularia s. Cypr., c. 5).

Si hanno altri esempî dagli Atti autentici di martiri a dimostrare che i cristiani dopo il supplizio raccoglievano con panni il sangue del santo, come ricordo e reliquia. I corpi dei martiri erano seppelliti completamente e la venerazione si svolgeva principalmente attorno alla tomba; ma nell'ultima persecuzione si ebbero casi di una forma di venerazione per le reliquie, in quanto si cercarono resti dei corpi stessi per conservarli e venerarli. Nel Testamento dei Quaranta martiri di Sebaste, questi pregano espressamente che i loro corpi siano seppelliti insieme e domandano istantemente che nessuno ritenga parte dei loro corpi; tuttavia questa raccomandazione non fu seguita, poiché sappiamo da testimonianze del sec. IV (S. Basilio, Hom. in SS. XL martyres, 8; S. Gregorio di Nissa, Hom. in SS. XL mart., in Patrol. Graeca, XLVI, 784) che resti delle ceneri e di ossa bruciate si conservavano in varie parti come reliquie dei Quaranta martiri (v.).

Quest'uso, però, da principio non venne approvato dalle autorità ecclesiastiche e dal sentimento di molti fedeli. Ne abbiamo un'eco nella Passio, leggendaria ma antica, di S. Fruttuoso e dei suoi compagni. Nella notte dopo il martirio, i fedeli si recano all'anfiteatro di Tarragona, versano vino sui corpi pȧrzialmenie bruciati e portano con sé parte delle ceneri; ma S. Fruttuoso appare a questi fedeli e ordina di riportare via tutto e di preparare ai martiri un sepolcro comune, mettendovi tutti i resti dei corpi. Si vede dunque che l'idea di deporre nella tomba tutto ciò ch'era appartenuto al corpo del martire e di rispettare la tomba con le reliquie, era ancora viva specialmente presso i rappresentanti dell'autorità ecclesiastica. Tuttavia nel sec. IV, con lo sviluppo del culto dei martiri, l'uso delle reliquie nella vita religiosa dei cristiani divenne molto frequente e il loro culto prese una parte importante anche nella vita ecclesiastica.

La venerazione dei martiri e delle loro reliquie era in uso, secondo la tradizione anteriore, in tutta la Chiesa, e un'opposizione contro questo uso religioso non si manifestò in modo generale. Quando, al principio del sec. V, Vigilanzio scrisse contro il culto delle reliquie, fu combattuto e confutato da S. Girolamo (Contra Vigilantium). L'espressione principale primitiva della venerazione dei martiri nel culto era la celebrazione del loro anniversario che comprendeva il sacrificio eucaristico. Questo culto cominciò nella seconda metà del sec. II e ne abbiamo le testimonianze più antiche per l'Asia Minore (S. Policarpo) e per l'Africa (Martiri Scillitani, Sante Perpetua e Felicita e compagni).

A Roma, la celebrazione solenne dell'anniversario venne in uso nel corso del sec. III. Oltre a questa solenne commemorazione liturgica, i fedeli visitarono le tombe dei martiri per esprimere la loro devozione privata e per implorare l'intercessione di questi particolari amici di Cristo; più tardi, anche in giorni fuori dell'anniversario, fu celebrato in loro onore e in forma più privata il sacrificio eucaristico.

In origine, ogni comunità cristiana onorava così i suoi martiri, e questo culto liturgico e privato si faceva presso la tomba stessa del martire. Dal sec. IV in poi, furono costruite basiliche e cappelle presso la tomba con le reliquie dei santi e, se questi avevano la sepoltura in gallerie sotterranee, si crearono anche cappelle più grandi presso la tomba, principalmente nelle catacombe romane. Così l'altare per la celebrazione eucaristica poteva essere disposto presso il sepolcro venerȧto, e quando sulla tomba fu eretta una chiesa più grande (come per lo più avveniva) la costruzione fu disposta in modo che l'altare venisse costruito sopra la tomba stessa del martire, e perciò, secondo un'espressione di Prudenzio, la sacra mensa era nello stesso tempo, donatrix Sacramenti e custos fida sui martyris (Peristephanon, XI, 170). Le tombe nelle cripte e nelle basiliche cimiteriali erano dunque i veri santuarî delle reliquie dei martiri. Se i fedeli si fossero contentati di erigere chiese in onore di santi soltanto presso le loro tombe, ognuno di essi avrebbe avuto un unico santuario. Ma l'importanza del culto dei martiri portò alla fondazione di chiese in onore dei santi in varie località, fuori del loro sepolcro. Anche per queste chiese si voleva avere una memoria materiale del santo. In Oriente cominciò nel sec. IV l'uso della traslazione delle reliquie di martiri celebri in altre città, dove furono fondate chiese in loro onore. Così la capitale dell'impero d'Oriente, Costantinopoli, ricevette le reliquie di più corpi di santi, trasferiti e deposti nelle suntuose chiese a loro dedicate: S. Timoteo nel 356, S. Andrea e S. Luca nel 357 sotto l'imperatore Costanzo; altri imperatori posteriori, come Teodosio I, seguirono questo esempio per le chiese della capitale, e anche altre città orientali, come Antiochia, Edessa, Alessandria, videro solennità grandiose in occasione della traslazione dei corpi di santi. Se in questi casi troviamo la deposizione di tutti i resti mortali di un santo in una chiesa dedicata alla sua memoria, l'uso di separare piccole parti di reliquie del corpo di santi cominciò in Oriente fin dal sec. IV e continuò nell'epoca posteriore. Alle reliquie dei Quaranta martiri e di altri martiri si aggiunsero reliquie di S. Stefano protomartire dopo la rivelazione della sua tomba.

Un altio genere di reliquie furono memorie materiali dei luoghi santificati in Palestina dalla vita terrestre di Gesù, piccoli pezzi della sua croce, venerata a Gerusalemme nel sec. IV. Tutte queste reliquie furono trattate in modo simile ai corpi dei martiri: esse furono deposte in piccoli sepolcri, sotto o dentro gli altari delle chiese, e venerate come si usava per le tombe stesse dei santi. Ma non soltanto reliquie nel senso proprio, cioè resti del corpo, ma anche oggetti messi in contatto col sepolcro di un martire e altre reliquie secondarie furono venerate e trattate in modo simile. Qui però troviamo fino al sec. VII una differenza nella disciplina ecclesiastica tra l'Oriente e l'Occidente. In Oriente le traslazioni di reliquie, e l'uso molto diffuso di usare dei resti di corpi di martiri come reliquie, sia nelle chiese sia nella vita religiosa privata, non trovarono difficoltà. A Roma inveee e nell'Occidente a questa epoca si conservava la disciplina primitiva, per la quale il sepolcro di un martire non doveva essere aperto né si potevano separare particelle del suo corpo. S. Gregorio Magno (Epist., IV, 30) nella sua lettera all'imperatrice Costantina di Bisanzio, che aveva domandato la testa o altra parte delle ossa di S. Paolo, dichiara che questo era assolutamente impossibile, poiché in Roma e in tutto l'Occidente sarebbe stato considerato sacrilegio toccare i resti mortali dei martiri: perciò egli dà soltanto pezzi di stoffa posti sulla tomba di santi, piccole particelle delle catene di S. Pietro o di S. Paolo, riguardando simili benedictiones come reliquie e adducendo come prova i miracoli operati mediante tali oggetti. Questa disciplina dell'Occidente è confermata per il sec. VI da Gregorio di Tours (De gloria mart., I, 25, c. 55). In Occidente si cercò ansiosamente di avere reliquie di questo genere, sia per uso privato, sia per deporre queste reliquie in altari consacrati alla memoria di santi. Il vescovo Gaudenzio di Brescia fece lunghi viaggi per procurarsi molte reliquie, che, poste nella sua chiesa, fecero sì che essa fosse nominata "il concilio dei Santi" (Sermo XVII, in Patrol. Lat., XX, col. 959 seg.); Paolino di Nola parla del grande numero di reliquie che egli poté avere per le chiese da lui fondate (Carmen, XXVII, 403 segg.; Epist., XXXII, 10), e testimonianze simili sono conservate di altri vescovi. Così avvenne che, verso la fine del sec. IV e nei secoli seguenti, non si fondasse una chiesa nuova senza che si cercasse di avere delle reliquie per metterle nell'altare, principalmente quando il santuario era dedicato in modo particolare a un santo. Furono trovate varie iscrizioni di altari, specialmente in Africa, dove sono indicate le reliquie deposte in un sepolcreto, dentro o sotto l'altare; e altari conservati del sec. VI e VII mostrano quasi regolarmeme il piccolo sepolcro per le reliquie. L'uso divenne tanto generale, che in Occidente si fissò nei secoli VIII-IX la norma che nessun altare poteva essere consacrato senza reliquie, e per conseguenza non si poteva celebrare il sacrificio eucaristico senza che vi fossero reliquie dentro l'altare.

L'importanza del culto dei martiri e delle loro reliquie in epoca posteriore fece ricercare i corpi di martiri non venerati con culto speciale, e creò anche delle rivelazioni intorno al sito dov'erano tombe di martiri.

Per alcuni di questi ritrovamenti si può constatare che vi era una tradizione intorno alla tomba; per altre di queste rivelazioni è difficile trovare un fondamento storico.

Tra le invenzioni più celebri sono da ricordare quelle dei Ss. Gervasio e Protasio, di S. Nazario a Milano, e dei Ss. Vitale e Agricola a Bologna all'epoca di S. Ambrogio, e, nell'Oriente, quella di S. Stefano protomartire nel 415 a Cafargamala. Le reliquie di S. Stefano furono distribuite in tutte le regioni dell'impero romano cristiano. Altre rivelazioni e traslazioni di reliquie avvennero in seguito. In Occidente però si mantenne fino al sec. VII, quasi generalmente, l'antica disciplina di non asportare particelle delle ossa o ceneri dei santi, ma contentandosi di reliquie di secondo ordine. Col sec. VIII però si cominciò ad asportarne anche nella chiesa latina; il cambiamento è in relazione con la traslazione dentro la città di Roma delle reliquie dei martiri dalle loro sepolture primitive nei cemeterî fuori le mura. Lo spopolȧmento della campagna circostante, causato dalle invasioni dei Longobardi, e la decadenza di Roma stessa nei secoli VII-VIII non permettevano più di mantenere il culto dei martiri nelle molte chiese cemeteriali erette sulle loro tombe; perciò varî papi dei secoli VIII e IX tolsero le reliquie dei santi dalle loro tombe primitive per trasportarle in chiese dentro la città, dove furono deposte sotto gli altari, cosicché si poté continuare il culto dei resti preziosi.

In tali occasioni si cominciò a staccare parti delle ossa per deporle in cappelle o chiuderle dentro altari, e da questo tempo si fissò anche in Occidente l'uso di distribuire come reliquie le parti delle ossa dei santi. Dopo la conversione dei Franchi e delle altre tribù germaniche alla Chiesa cattolica, il culto dei santi e delle reliquie occupò una parte importante nella vita religiosa anche di questi popoli. Dagli scritti di Gregorio di Tours (sec. VI) si vede chiaramente la diffusione della venerazione delle reliquie; ma si veneravano ancora in primo luogo i martiri, come eroi della fede, e appresso a loro presero posto vescovi, asceti, fondatori di monasteri, come rappresentanti della perfezione cristiana, e ciò sia nella venerazione dei fedeli sia nel culto liturgico. Quindi anche reliquie di tali santi vennero usate come quelle dei martiri, sebbene costoro conservassero il primo posto nella considerazione dei cristiani. Roma era la "città santa" per il grande numero di celebri martiri che vi avevano le loro tombe, e numerosi pellegrini delle nazioni germaniche convertite vi si recavano per venerarne i sepolcri. Le chiese nuovamente fondate furono spesso consacrate a celebri martiri romani, e quando nei secoli VIII-IX le reliquie furono trasferite dentro la città, principi, vescovi e abati delle varie regioni europee cercarono di procurarsene qualche particella per portarla nella loro patria. Così un certo numero di martiri vennero trasportati in Francia e in Germania, dove suntuose chiese furono fondate per queste reliquie. Ci sono pervenute relazioni contemporanee di alcune di queste traslazioni. Si manifestarono però presto abusi nella pratica di procurarsi reliquie, perché in alcuni casi se ne faceva un vero commercio, come pure per certe traslazioni l'autenticità delle reliquie è molto dubbia. In quest'epoca cominciò l'uso di mettere reliquie, non più dentro altari, ma in reliquiarî, per poterle esporre sopra gli altari alla venerazione dei fedeli. All'epoca delle crociate venne in Occidente una ricca messe di reliquie dalla Terrasanta, sia in relazione alla religione giudaica sia riguardanti le persone di Gesù e di Maria Vergine; ma queste reliquie non possono essere ritenute, nella grande maggioranza, come autentiche. Presa Costantinopoli nel 1204, molte delle reliquie conservate in quella città furono portate in Occidente, e varie città italiane, come Venezia, Amalfi, Bari, ecc., ebbero parte a queste traslazioni. Il culto in certi casi fu accompagnato da pratiche superstiziose contro le quali agirono varî sinodi del Medioevo. Un nuovo impulso alla venerazione delle reliquie fu dato dalla scoperta delle catacombe di Roma nella seconda metà del secolo XVI e dalle ricerche condotte in seguito in quei venerandi cimiteri sotterranei. Per un giudizio formatosi in buona fede, ma completamente errato, si credeva, sulla base di racconti leggendarî e favolosi, che tra le tumbe scoperte nelle catacombe molte appartenessero a martiri, e che certi segni (palma, corona, monogramma di Cristo) scolpiti sulle lastre di chiusura, e la presenza di ampolle e vasetti fissati presso i sepolcri o trovati dentro i loculi, considerati erroneamente come recipienti ov'era stato raccolto il sangue del defunto, indicassero il martirio dei fedeli sepolti in tali sepolcri; perciò le ossa rinvenute in tali condizioni furono considerate come reliquie di martiri, e numerose chiese nei varî paesi accolsero tali "corpi santi".

Il progresso del metodo scientifico nello studio delle catacombe e dei loro monumenti per opera di G. B. De Rossi mostrò che questi concetti erano errati, e dalla metà del sec. XIX l'uso di levare tali resti mortali di antichi cristiani come reliquie non poteva più essere approvato. Il protestantesimo nelle sue varie forme rigettò sia il culto dei santi sia quello delle reliquie, tanto che furono gettati fuori dai santuarî i resti venerati nei secoli anteriori, e furono distrutti i reliquiarî, spesso anche di gran valore artistico, nelle regioni dove trionfò il protestantesimo. Il Concilio di Trento dichiarò e formulò la dottrina cattolica sul culto dei santi e delle loro reliquie nella sess. 25 (De invocatione et veneratione Sanctorum). Più tardi, la direzione e sorveglianza di ciò che riguarda le reliquie fu affidata alla S. Congregazione delle indulgenze e delle reliquie (16 luglio 1669), la quale nell'anno 1904 fu riunita con la S. Congregazione dei riti. Con varî decreti fu stabilita la disciplina ecclesiastica intorno alle reliquie, alle dichiarazioni di autenticità (le "autentiche" necessarie per farne uso nel culto o per esporle alla venerazione). La compra e la vendita di reliquie sono severamente proibite.

In varie regioni si celebra una festa speciale delle reliquie, e sia in questa celebrazione, sia nelle dichiarazioni della Chiesa si riconosce che la base e lo scopo del culto delle reliquie è la venerazione dei santi e l'impulso dato ad esso mira a farne ricopiare le virtù e a implorarne l'aiuto.

Bibl.: Fr. Stengel, De reliquiarum cultu, Ingolstadt 1624; L. A. Muratori, De christ. veneratione erga sanctos, diss. 58, in Antiquit. ital., V, Milano 1741, pp. 1-60; M. Sdralek, Reliquien, in Kraus, Realencyklopädie der christl. Altertümer, II (1886), pp. 686-692; St. Beissel, Die Verehrung der Heiligen und ihrer Reliquien in Deutschland, voll. 2, Friburgo in B. 1890-92; E. A. Stückelberg, Geschichte der Reliquien in der Schweiz, voll. 2, Basilea 1902-07; V. Guiraud, Le commerce des reliques au commencement du IXe siècle, in Mélanges J.-B. de Rossi, Roma 1892, pp. 73-95; H. Delehaye, Les origines du culte des martyrs, 2ª ed., Bruxelles 1933, pp. 50-99; Fr. Pfister, Der Reliquienkult im Altertum, Giessen 1909-12; E. A. Stückelberg, Katakombenheilige der Schweiz, Basilea 1907; H. Delehaye, Cinq leçons sur la méthode hagiograph., Bruxelles 1934.
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » gio feb 23, 2017 9:31 pm

L’UAAR perde altri 50 iscritti, compreso Odifreddi
Calendar 22 febbraio 2017

http://www.uccronline.it/2017/02/22/lua ... -odifreddi

A fine gennaio è stato pubblicato il nuovo Annual Report UAAR, il bilancio relativo all’anno precedente dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti. Ne esce una conferma: l’ateismo militante e organizzato non tira più.

Le vacche grasse hanno lasciato spazio al rimpianto per il periodo d’oro dei new atheist anglosassoni, da Dawkins ad Hitches, da Harris a Dennett. In Italia Margherita Hack dimostrava l’inesistenza astrofisica di Dio sulle colonne di Repubblica e Corrado Augias sfornava a ripetizione libri di gossip scandalistico vaticano.

Un mondo estinto dopo la conversione del più famoso ateo del mondo, Antony Flew e, sopratutto, dopo la morte di Christopher Hitchens. In Italia l’UAAR è incappata in una serie di scandali interni che ne hanno evidenziato pubblicamente la vacuità, ripresi costantemente su questo sito web, http://www.uccronline.it/2010/04/28/fed ... izie/#uaar nato anche come risposta inizialmente ironica, poi più strutturata, a quel fenomeno.

Meno di un anno fa abbiamo mostrato la fuga degli iscritti dall’associazione ateista italiana, passata dai 3.960 soci del 2011 ai 3.684 tesserati del 2015, in mezzo il record di abbandoni del 2013 (3.559 iscritti) e 2014 (3.591), curiosamente corrispondente ai primi anni di pontificato di Papa Francesco. Se i responsabili speravano in una conferma della crescita di soci, l’Annual Report UAAR 2016 li ha delusi: 3.643 le persone in Italia che hanno scelto di rinnovare l’adesione l’anno scorso, una perdita di 41 soci in un anno. Circa 4 iscritti ogni mese abbandonano l’unica associazione nazionale di atei, un’enormità per una confessione religiosa (così si autodefiniscono) che è sempre stata ossessionata dai numeri e dal potenziale di crescita, tanto da essersi messi nelle mani di esperti consulenti d’immagine per aumentare l’appeal.

Un tentativo che non ha funzionato nemmeno con il presidente onorario dell’UAAR, il matematico Piergiorgio Odifreddi. Oltre ad aver preso pubblicamente le distanze dalla controproducente sindone prodotta dal CICAP e finanziata profumatamente proprio dall’associazione atea (il fisico Paolo Di Lazzaro ha commentato: «la mal riuscita copia di Garlaschelli è una ulteriore dimostrazione di quanto sia improbabile che un falsario del Medioevo abbia potuto realizzare la Sindone»), nel 2010 il polemista ateo ha scritto: «Quanto all’UAAR, è un’associazione indipendente: io non sono iscritto, e non sempre condivido le loro iniziative».

Qualche settimana fa il matematico torinese Francesco Malaspina, ex studente di Odifreddi durante il dottorato, ha raccontato su questo sito web http://www.uccronline.it/2017/01/30/un- ... -odifreddi di una cena avuta recentemente con il suo ex professore, durante la quale Odifreddi ha spiegato che pur essendone presidente onorario, non frequenta praticamente mai il sito web dell’UAAR e ritiene ben poco ragionevole la loro campagna per lo sbattezzo. All’associazione di cui è presidente, Odifreddi preferisce di gran lunga -non fatichiamo a crederci- il Papa emerito Benedetto XVI, con il quale intrattiene un rapporto epistolare.

Il premio Nobel Max Planck, pilastro della fisica contemporanea, temeva che «se il movimento degli atei» si espandesse, porterebbe «la sua azione disgregante in tutte le nazioni della terra ed a tutti i livelli sociali. Non ho bisogno di spiegare in dettaglio che, dopo la sua vittoria, non solo tutti i tesori più preziosi della nostra cultura svanirebbero, ma – che è ancora peggio – anche le prospettive in un futuro migliore» (M. Planck, “Religion und Naturwissenschaft”, Leipzig: Johann Ambrosius Barth Verlag, 1958, pag. 7). Proprio due giorni fa, l’UAAR, con tanto di cuoricino, supplicava nuove iscrizioni secondo il motto: “più forza avremo, più saremo capaci di incidere”. Planck può stare tranquillo, seppur immersi in una società scettica e relativista, non sembra che l’integralismo ateo se la passi così bene.


https://www.facebook.com/giovanni.raimo ... 4523217325


Fabiana Ruggeri
Perché nessuna veggente ha mai parlato degli extraterrestri?

Giovanni Raimondo
Il mondo d'atei è un mondo irrazionale. Ci sono molti che per spodestare Dio, dicono che forse gli extraterrestri ci hanno creato..

Fabiana Ruggeri
Anche se ci fosse vita su altri pianeti non cambierebbe niente in realtà.. sono andata a rileggere i messaggi della veggente Conchita di Garabandal e tra il 1961 e 1965 aveva annotato che ci sarebbero altri pianeti simili alla Terra e le pareva di ricordare che la Madonna le avesse detto due.

Giovanni Raimondo
La Bibbia ci informa che esistono altre forme di vita. Le dobbiamo solo scoprire.

Fabiana Ruggeri
Ho dovuto rimuovere temporaneamente Messenger perché fb mi stava dando dei problemi.. mi faceva uscire automaticamente senza poter entrare :)

Fabiana Ruggeri
Davvero?

Giovanni Raimondo
Ah, capito. Si, la Bibbia parla di altre forme di vita. Ovviamente sta a noi scoprirle.



Alberto Pento
Sì forse è vero che gli atei organizzati e sinistri, magari di fede comunista o socialista si stanno riducendo. Ma gli atei disorganizzati sono in aumento e sono tutti coloro che non credono alle idolatrie religiose e sono tanti e si vedono di riflesso alle chese vuote, ovunque nell'occidente europeo e americano. Poi vi sono i tanti agnostici, anch'essi disorganizzati e stanno crescendo pure gli aidoli come me, ossia i credenti naturali nella spiritualità universale non idolatra e non ingabbiata nelle religioni che è una varietà spirituale di atei che hanno preso coscienza della loro spiritualità, un tempo negata perché scambiata per religione e ideologia religiosa. L'ateismo che ha ritrovato la sua naturale spiritualità, un tempo negata, è molto più forte nel confronto con le idolatrie religiose.


Giovanni Raimondo
Questo che la religione sia idolatra è un tuo pensiero. Per quanto riguarda gli atei, diminuiranno poichè Cristo non farà prevalere le forze degli inferi....

Alberto Pento
Anche questa storiella di Cristo è un tuo pensiero, una tua fola.

Giovanni Raimondo
Peccato che le fonti romane non dicono quello che dici tu....

Alberto Pento
Nell'occidente protestante le chiese si svuotano, vengono vendute per riconvertirle, trasformate in moschee o demolite. In Italia la commistione Stato Chiesa, la casta dei parassiti politicanti e la casta idolatra clericale oggi si sorreggono a vicenda per tenersi in piedi, arrivando a legittimare e santificarle l'Islam dell'orrore e del terrore, ma ciò costituirà la loro rovina.

Giovanni Raimondo
Senta Alberto, lei ha il suo pensiero e io il mio. Non troveremo mai un'accordo, poichè io sono più vicino alla realtà, lei alla fantasia...Con questo chiudo! Arrivederci!

Alberto Pento
Staremo a vedere.

Fabiana Ruggeri
Giovanni Ha ragione.. noi sappiamo che ci sarebbe stata l'apostasia. Che molti avrebbero abbandonato la fede, infatti Gesù disse: "Trovero' ancora la fede sulla Terra?" Questi tempi sono stati identificati dalla veggente di Garabandal come Ultimi Tempi.. da non confondere con la fine del mondo.

Alberto Pento
E degli ebrei che non hanno risconosciuto la divinità dell'ebreo Cristo? E degli altri 5/6 miliardi di esseri umani non cristiani che non riconoscono la divinità di Cristo che mi dite?

Fabiana Ruggeri
Timoteo 2 - Capitolo 3
Fare attenzione ai pericoli degli ultimi tempi

[1]Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. [2]Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, [3]senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, [4]traditori, sfrontati, accecati dall'orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, [5]con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro! [6]Al loro numero appartengono certi tali che entrano nelle case e accalappiano donnicciole cariche di peccati, mosse da passioni di ogni genere, [7]che stanno sempre lì ad imparare, senza riuscire mai a giungere alla conoscenza della verità. [8]Sull'esempio di Iannes e di Iambres che si opposero a Mosè, anche costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta e riprovati in materia di fede. [9]Costoro però non progrediranno oltre, perché la loro stoltezza sarà manifestata a tutti, come avvenne per quelli.

Fabiana Ruggeri
Alberto Pento Hanno riconosciuto che Gesù faceva i miracoli ma li hanno attribuiti al demonio. In realtà se il Cristianesimo è sopravvissuto è proprio perché a causa della moltitudine di testimoni che avevano visto, diversi dei quali erano stati guariti, non hanno potuto screditarLo.

Alberto Pento
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9431802362
D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche.

Fabiana Ruggeri
Alberto Pento E chi lo dice che i miracoli non esistono? Chi afferma che i miracoli non esistono nega che Dio sia il Creatore di questo universo e delle sue leggi. Ora, se le leggi sono create da Dio perché una legge non può autocrearsi né creare nulla, è solo una descrizione matematica di un fenomeno fisico sotto precise circostanze, allora Dio può violare le Sue leggi. Questo è ciò che i cristiani chiamano miracolo, una violazione di una legge.

Alberto Pento
D-o non è un barattinaio-burattino fai e disfa.
Veri miracoli non si sono mai visti; nessuno ha riacquistato gli arti mai avuti o perduti:
L'immagine può contenere: 8 persone, scarpe
Nemmeno si ha notizia che morti così straziati e morti da tempo siano mai resuscitati:
L'immagine può contenere: cibo
Ma che razza di Dio sarebbe il vostro che non è nemmeno capace di fare veri miracoli.

Fabiana Ruggeri
S. Teresa è stata canonizzata perché c'è stata una guarigione inspiegabile di un paziente in sala operatoria con ascessi al cervello e in fin di vita. Nella mezz'ora in cui la moglie pregava S. Teresa nella cappella dell'ospedale con il sacerdote e altri stretti famigliari avvenne che il paziente si risveglio' miracolosamente in sala operatoria guarito e fu trovato dal chirurgo seduto sul lettino chiedendo cosa ci stesse facendo là. Il chirurgo non credendo ai suoi occhi procedette a verificare la situazione e scoprì che gli ascessi erano inspiegabilmente scomparsi. La scienza poté solo arrendersi alla realtà ossia che in quella mezz'ora era successo qualcosa che la scienza non è in grado di spiegare.

Fabiana Ruggeri
Dio guarisce chi vuole.

Alberto Pento
E fa morire chi vuole? Ma tutti prima o dopo dobbiamo morire. Che strambo questo Dio che opera queste strane e rarissime guarigioni, salvando una persona su milioni per dare testimonianza della sua esistenza affinché gli altri credano. Che assurdità! Per me un Dio così non è D-o ma un idolo. Invece la scienza di miracoli ne fa milioni ogni giorno.

Fabiana Ruggeri
Fa morire chi vuole.. a volte per convertire i cuori induriti dei sopravvissuti.. per tentare di salvare le loro anime.. o affinché gli uomini riscoprano la solidarietà. Nella Bibbia c'è scritto che i Suoi Pensieri non sono i nostri pensieri e le Sue Vie non sono le nostre vie. Le ragioni che a noi spesso sono nascoste sono invece note a Lui. Niente nella nostra vita accade per caso.
Alberto Pento Quello che fa la scienza ogni giorno rientra nello scientificamente prevedibile.

Alberto Pento
Rientra tutto nella responsabilità dell'uomo di buona volontà; D-o non ci mette becco e non interviene a modificare le sue leggi come un qualsiasi imperatore o re che concede deroghe e privilegi ai raccomandati, ai ruffiani, ai richiedenti grazia.

Fabiana Ruggeri
Se vai a leggere la vita di Marta Robin troverai che è vissuta anni nutrendosi solo dell'Eucaristia impossibilitata a inghiottire qualunque cosa, Eucaristia che spariva nell'atto di avvicinarla alla sua bocca. I medici non sono riusciti a trovare una spiegazione né per le sparizioni né per la lunga sopravvivenza.
Alberto Pento ma questo lo dici tu. Chi sei tu per dire a Dio cosa deve o non deve fare? :)

Alberto Pento
Insensatezze, credulità idolatre. E tu chi sei per dire che D-o ha fatto certe assurdità?

Fabiana Ruggeri
Esistono le circostanze che puntano all'esistenza di Quel Dio. Martha Robin non sarebbe potuta sopravvivere senza l'Eucaristia inoltre viveva la Passione di Gesù sul suo fisico.. era lei a dire nei dettagli quanto stava vivendo..
http://www.santiebeati.it/dettaglio/93621
Venerabile Marta Robin su santiebeati.it
Marthe Robin, sesta figlia di modesti contadini di Chateauneuf-de-Galaure, all'età di 16 anni fu colta da un male misterioso che in poco tempo la riduce alla paralisi, fino alla morte. Totalmente paralizzata, al buio in quanto ipersensibile alla luce, senza poter dormire, mangiare, bere, suo unico c...
santiebeati.it

Alberto Pento
Per me sono e restano assurdità. La spiritualià e D-o sono ben altro da queste credenze idolatre. Poi ognuno è libero di credere a tutte le sciocchezze che vuole e a tutte le storie più incredibili. Io no!

Fabiana Ruggeri
I medici non hanno potuto fare altro che constatare la coerenza tra quanto diceva che le stava accadendo, le sarebbe accaduto e i fatti riscontrati. È troppo facile fare i riduzionisti e tirare le somme a partire da lacune informative. Occorre sforzarsi di leggere dettagliatamente.

Fabiana Ruggeri
Se non fossero assurde non le chiamerebbero miracoli ;)

Alberto Pento
A me queste storie fanno l'effetto contrario, anziché indurmi a credere mi inducono a non credrere. Lascio queste credenze idolatre a voialtri, a me non servono. Il vostro mondo dei miracoli mi fa soltanto orrore. Bona note!

Fabiana Ruggeri
Tu vuoi nasconderti una verità che neanche i medici possono nascondere. Se ti fanno orrore non so che dire.. a me hanno fatto capire quanto fosse distante quel Dio che mi ero immaginata dal Dio conosciuto dai mistici. Giovanni Raimondo se a te non fa impressione ti invito a leggere l'articolo qui sotto.

http://www.losai.eu/lincredibile-vita-m ... in-per.../
L'incredibile vita di Marthe Robin che per 53 anni ha mangiato solo…
losai.eu|Di Lo sai

Leggendo i diari dei mistici canonizzati dalla Chiesa, nei confronti dei quali la commissione scientifica si è espressa a favore di una possibilità del Soprannaturale, ho trovato lo stesso Stile di Dio.. come se vedessi la stessa Persona, con la stessa Personalità : Autorevole, Misericordioso ma anche Giusto, rispettoso delle libertà dell'individuo, inclusa la libertà di rifiutarLo.

Giovanni Raimondo
Fabiana Ruggeri, tutto quello che dici è giusto. Dio può tutto e poi i miracoli sono conferma della presenza di Dio sulla Terra. Alberto Pento, ha tutta una sua filosofia di vita, che è fantasiosa. Capire la fede non è facile, bisogna crederci per capirla come disse Sant'Agostino. Poi ci sono documenti storici a quantità oltre che archeologici che ci fanno capire che Cristo è nato, vissuto e fatto miracoli ed è morto in croce.

Fabiana Ruggeri
Non e' facile Giovanni e occorre entrare a piedi, senza preconcetti, disponibili a sfidare le proprie idee.
Si apprende cosi' che la Passione convissuta sul corpo dei Suoi eletti prescelti tra uomini e donne vergini non è mai imposta. Prima chiede sem...Altro...
Deve essere per forza così e questo concorda con la sostituzione di Gesù, Uomo-Dio senza peccato, in luogo di tutti i peccatori di ogni luogo e tempo.
Buonanotte

Alberto Pento
Mi spiego meglio, quello che per me è assurdo non è tanto il fenomeno o il fatto che una malattia, un'affezione, un morbo si esaurisca naturalmente, termini il suo ciclo, finisca ad un certo momento e che perciò scompaiano anche i suoi sintomi più appariscenti come dei gonfiori o ascessi, quello che è assurdo e falso per me, è l''interpretazione data del fatto/fenomeno della scomparsa della malattia che attribuisce la causa ad un intervento straordianario di una qualche divinità, per intercessione di una santa morta (nel caso Santa Teresa una delle tante Sante Terese) chiamata ad intervenire dalle preghiere del parente dell'ammalato. Mi dispiace tanto per voi ma per me queste sono soltanto credenze superstiziose, pagane e idolatre al 1000/%.

Voi credenti sieti liberi di avere la vostra fede idolatra e noi aidoli la nostra fede non idolatra e gli atei la loro non credenza in tali assurdità. Abbiate rispetto per chi non ha la vostra fede e non crede nelle vostre credenze e nel vostro idolo o Dio. Vivete con modestia la vostra fede, senza arroganza e presunzione che se portate all'estremo potrebbero trasformarsi in qualcosa di semile al nazismo islamico che impone la sua fede con l'orrore ed il terrore.


Fabiana Ruggeri
Alberto Pento Nessun ascesso guarisce spontaneamente nel giro di mezz'ora, gli scienziati non lo avrebbero trovato straordinario altrimenti.
Anche a me disturba che vi sia chi nega ciò che neanche gli scienziati negano.
E infine nessuno impone niente a nessuno. Parlare di idolatria nella fede Cattolica è sbagliato, così sbagliato da essere condannata persino nella Bibbia e dunque dagli stessi cattolici.
Ti suggerisco di correggere il tuo errore una volta per tutte (vedi link sotto)
Ps La fede cattolica è una religione liberatrice, nel senso che chi la comprende appieno non può che apprezzarne la liberazione dalle illusioni di felicità presentate da questo mondo per scoprire la felicità vera e autentica che invece non è causale. Saperlo serve anche a capire quanto sia lontana dal fanatismo citato da te che invece è la conseguenza di un attaccamento. In pratica il fanatismo si distingue dalla fede cattolica per il rifiuto di essere confrontato con la ragione.
La fede cattolica necessita di essere confermata costantemente dalla critica e dall'uso della ragione.
Insomma non potresti essere più lontano dalla realtà vissuta dai cattolici.
Non ha senso parlarne a questo punto se parlarne non aiuta a risolvere i dubbi.
http://apologetica.altervista.org/culto ... _sacre.htm


Fabiana Ruggeri
Alberto Pento Nessun ascesso guarisce spontaneamente nel giro di mezz'ora, gli scienziati non lo avrebbero trovato straordinario altrimenti.
Anche a me disturba che vi sia chi nega ciò che neanche gli scienziati negano.
E infine nessuno impone niente a nessuno. Parlare di idolatria nella fede Cattolica è sbagliato, così sbagliato da essere condannata persino nella Bibbia e dunque dagli stessi cattolici.
Ti suggerisco di correggere il tuo errore una volta per tutte (vedi link sotto)
Ps La fede cattolica è una religione liberatrice, nel senso che chi la comprende appieno non può che apprezzarne la liberazione dalle illusioni di felicità presentate da questo mondo per scoprire la felicità vera e autentica che invece non è causale. Saperlo serve anche a capire quanto sia lontana dal fanatismo citato da te che invece è la conseguenza di un attaccamento. In pratica il fanatismo si distingue dalla fede cattolica per il rifiuto di essere confrontato con la ragione.
La fede cattolica al contrario necessita di essere confermata costantemente dalla critica e dall'uso della ragione.
Insomma non potresti essere più lontano dalla realtà vissuta dai cattolici.
Non ha senso parlarne a questo punto se parlarne non aiuta a risolvere definitivamente le nostre false convinzioni.

Dal link :

"Che cosa si intende per idolatria: mettere al posto del vero Dio un “idolo” e adorarlo. Ecco la ragione per la quale Dio proibisce di fare immagini: perché gli Ebrei correvano seriamente il pericolo di considerarle idoli e di adorarle; correvano il pericolo di prestare alle immagini, alle statue di creature del cielo o della terra quel culto che è dovuto solo a Dio. Era un pericolo concreto, visto che gli Ebrei erano circondati da popoli idolatri.
Dunque, noi cattolici sosteniamo questa tesi: non proibizione totale delle immagini, ma proibizione dell’idolatria".

http://apologetica.altervista.org/culto ... _sacre.htm
Apologetica Cattolica - Il culto delle immagini sacre
apologetica.altervista.org|Di Daniele Curci
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Alberto Pento
Sui fantomatici miracoli:
gli scienziati quando è capitato lo strano e apparentemente inspiegabile evento "miracoloso" non c'erano; stranamente quando capitano "i miracoli" gli scienziati non ci sono mai come per le apparizioni della Madonna. E comunque io non bisogno degli "scienziati" su queste questioni, mi basta e mi avanza la mia ragionevolezza.
Sull'idolatria:
ribadisco che per me Cristo l'ebreo divinizzato è un idolo come lo sono le divinità di tutte le religioni. Per me l'esperienza della fede cattolico romana è stata un incubo che è terminato, non certo miracolosamente, quando mi sono liberato del tutto della sua ossessione per l'ebreo Cristo divinizzato, per Roma e per il Papa.
Solo ciò che è universale è divino e a me interessa lo spirito universale e non gli idoli delle religioni e le loro credenze. E lo spirito universale si trova aldilà delle parole che lo nascondono, mistificano e falsificano.

Fabiana Ruggeri
Giovanni Raimondo Quando le proprie convinzioni si scontrano con una realtà oggettiva che le contraddice si dovrebbe avere un atteggiamento di apertura tale da rigettarle a vantaggio di quella.


Alberto Pento
Quale sarebbe questa realtà oggettiva e quali le contraddizioni?
Io i miracoli non li ho mai visti e di quelli per sentito dire, permettimi di non crederci.
Poi, ripeto tu sei libera di crederci e io di non crederci ma sembra che il fatto che io non ci creda crei qualche problema alla tua fede. Tutti gli idolatri hanno bisogno che la loro fede diventi universale altrimenti svanirebbe, pensa solo alla fede islamica che viene imposta con l'orrore ed il terrore di massa.


Fabiana Ruggeri
Se alla tua convinzione di idolatria qualcuno oppone un senso opposto al tuo supportato da fonti che lo confermano non puoi uscirtene e dire : "Preferisco continuare a mantenere la mia idea personale anche se sbagliata", o meglio, puoi ma non serve a nessuno, non serve alla tua crescita, non serve a chi si confronta con te. È come quel tale che entrando in un bar riconosce il suo amico e gli dice: "Ciao Anto', caspita eri così magro e guarda quanto sei ingrassato, ti sei anche tinto i capelli.. fammi vedere le scarpe? Ti ricordavo anche più basso !!" E l'altro "Non mi chiamo Antonio, mi chiamo Alessandro".. "Hai anche cambiatp nome !" ..
Non serve a nessuno e non serve alla realtà che non per questo smette di essere realtà,.


Alberto Pento
La questione è molto più semplice:
tu, ed altri 2 miliardi di uomini, dite che l'ebreo Cristo era ed è Dio e che la tua religione è quella vera e Cristo è il vero Dio;
io, ed altri 4/5 miliardi di uomini, diciamo che non era e non è Dio e che pertanto se non è Dio non può che essere un idolo.
Ogni religione afferma che il suo Dio è il vero D-o e quello degli altri è falso e perciò è un idolo.
Io taglio la testa al toro e dico che tutte le religioni sono idolatre poiché cultivano la loro interpretazione del divino che in quanto interpretazione non è D-o poiché D-o è universale e comune a tutti.
Ultimamente Bergoglio, il capo dei cattolici romani, ha detto che tutte le religioni hanno in comune lo stesso Dio, specialmente quelle del Libro o Bibbia, ma mi pare che nessuno sia d'accordo a cominciare dal nome, dal fondatore, dalle conseguenze cultuali, etiche, politiche, escatologiche, ... .
Soltanto laddove tutti gli uomini si incontrano c'è D-o, dove non si incontrano vi sono soltanto gli idoli.


Fabiana Ruggeri
Alberto Pento
Nessuno ti ha mai detto che la religione Cattolica è una religione RIVELATA e NON inventata dagli uomini?? E' stata rivelata da Gesu' Cristo! E' Lui che indirettamente ha fatto capire di essere il Figlio di Dio. Poi inserisco quella che sarebbe una Sua ammissione indiretta. Faccio fatica a oppormi a tutte queste falsità preconfezionate con cui te ne esci per pigrizia mentale, ritengo. Ho faticato e a lungo per arrivare a capirne qualcosa.. e' stato un lavoro di demolizione e ricostruzione continui quindi mi disturba quando qualcuno insiste a buttarmi addosso sue credenze non vagliate da una seria indagine, perché questo è ciò che sono le tue, falsità non adeguatamente vagliate e smentite da fonti storiche su Gesù che attestano la possibilità che fosse davvero Dio codificato in un essere umano per diffondere un Messaggio importantissimo agli uomini. Che tu non sappia che fartene è un tuo problema che non hai diritto di screditare sulle basi di false convinzioni.
Che fosse davvero il Foglio di Dio, il Messia profetizzato nell'Antico Testamento è confermato anche dall'adempimento di oltre 330 profezie messianiche nella Persona di Gesù Cristo, un numero che i matematici concordano non essere attribuibile al caso. Infatti nel corso della storia una quarantina di uomini si sono presentati come Messia ma sono stati tutti smentiti dal mancato adempimento di diverse profezie, l'Unico in cui tutte le profezie messianiche si sono adempiute perfettamente è Gesù.
Ora, posso accettare che diversi non abbiano avuto la voglia di approfondire le proprie conoscenze, non posso accettare che me le buttino addosso insistentemente spacciandole per verità.
Dunque, dicevo, NON È possibile parlare di caso.
Chiudo con questa ennesima discussione.

Alberto Pento
La rivelazione è un'invenzione umana ed è una tradizione preistorica.

Fabiana Ruggeri
Ma per favore !!!!!! Sei smentito dalla storia !!
Dall'archeologia
Dagli studi patologici sulla Sacra Sindone
E per ultimo tu non hai letto per intero neanche quello che ho scritto.

Alberto Pento
Non vi è nulla di più idolatra della fantomatica "Sacra Sindone". Non parliamo del culto feticistico delle relequie. Ti ricordo, qualora l'avessi dimenticato che sulla terra vi sono oltre 7 miliardi di persone e che soltanto 2 miliardi sono cristiani e di questi veramente credenti in Cristo Dio quanti sono?

Fabiana Ruggeri
Gli studi patologici sulla Sacra Sindone hanno trovato perfetta corrispondenza con quanto narrato nei Vangeli, persino il grido dalla croce prima di spirare ha trovato la causa della morte nella rottura del cuore e non nell'asfissia, ragione per cui poté proferire quelle parole dalla croce. Diversamente non avrebbe potuto. Una fra le tantissime congruenze che hanno indotto il patologo a convertirsi.

Fabiana Ruggeri Lasciamo stare Alberto Pento

Alberto Pento
Ci si può umanamente rispettare e amare anche senza condividere queste stranezze o fedi, di cui io personalmente non ne sento alcun bisogno. Qualche volta accompagno la mia vecchia madre nella chiesa del paesello ove vive e dove sono nato e cresciuto. Ci vado da aidolo, senza farmi segni della croce o pregare e non vengo fulminato come fossi un demonio.

Fabiana Ruggeri
http://m.mattinopadova.gelocal.it/.../i ... zuolo-le...
Studio padovano sulla Sindone: «Quell'uomo flagellato e torturato» - Cronaca - Il Mattino di Padova
mattinopadova.gelocal.it

Fabiana Ruggeri Basta Alberto Pento


Alberto Pento
Chi non è capace di vivere la propria umanità universale con gli altri, a prescindere dalla sua fede religiosa, significa che la sua umanità e la sua spiritualità sono ben poca cosa.

Fabiana Ruggeri
Ma che ne sai !!! Sei pieno di pregiudizi.. accontentati anche di questo

Alberto Pento
Io ti rispetto e ti voglio bene lo stesso anche se per me sei una cristiana idolatra. Ti potrei anche accompagnare a visitare la Sindone, ma non potrei mai condividere con te il culto feticista della Sindone.

Fabiana Ruggeri
Ammissione indiretta di Gesù di essere il Messia
Matteo 11,4-5
4 Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: 5 I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella,

Alberto Pento
Chissà poi perché da allora in poi i miracoli sono stati così pochi e sempre controversi!
Per me la fede che ha bisogno dei miracoli vale molto poco ed è sempre idolatra.

Fabiana Ruggeri
Con te non sono serviti nemmeno quelli ..

Alberto Pento
Sai qual è la differenza tra la mia spiritualità naturale e la tua spiritualità religiosa, tra la mia semplice fede e la tua fede complessa?
Io credo semplicemente nell'intervento ordinario di D-o che da sempre è nella Creazione e non ho bisogno di altro, mentre tu invece credi nell'intervento straordinario di Dio e hai bisogno di una rivelazione da parte di terzi ossia della rivelazione cristiana. A me basta la rivelazione divina che esiste nella Creazione e nel mio cuore come nel cuore di tutte le creature da sempre e che è universale e comune a tutti gli uomini.
Anche Bergoglio ha detto che bisogna imparare ad amare l'umanità e gli uomini in quanto umanità e prima e aldilà della loro fede religiosa o a prescindere da questa.

Giovanni Raimondo
Fabiana Ruggeri io non tengo niente da aggiungere.Hai fatto tutto tu e se uno non vuole vedere la realtà dei fatti, non possiamo farci niente.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » mar feb 28, 2017 10:16 pm

Medjugorie, il vescovo di Mostar: la Madonna non è mai apparsa
di Franca Giansoldati
Martedì 28 Febbraio 2017

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/v ... 88091.html

Città del Vaticano - Le apparizioni della Madonna di Medjugorie sono una fiction, una gigantesca truffa collettiva, oppure sono davvero frutto di un fenomeno soprannaturale e inspiegabile? Il vescovo di Mostar, Ratko Peric, sul sito della diocesi, ha pubblicato una lunga riflessione dalla quale emerge di avere pochi dubbi: «Sebbene si sia detto che le apparizioni dei primi giorni potrebbero essere ritenute autentiche e che poi sarebbe sopraggiunta una sovrastruttura per altri motivi, in prevalenza non religiosi, questa Curia ha promosso la verità anche riguardo a questi primi giorni». Insomma, tolto l’inizio del fenomeno, quando i bambini raccontavano le visioni e Medjugorie era un paesino sperduto su una collina brulla, tutto il resto è da prendere con le pinze.

L’intervento del vescovo di Mostar è stato pubblicato alla vigilia dell’arrivo nella cittadina bosniaca dell’inviato del Papa, il vescovo polacco scelto per mettere ordine nel ginepraio economico del santuario dove oggi tutto appare come un grande business, gli alberghi, i ristoranti, gli shop, i souvenir. Peric racconta che dopo aver trascritto dai registratori le audiocassette contenenti i colloqui avvenuti, nella prima settimana delle apparizioni (1982) nell'ufficio parrocchiale di Medjugorje, tra il personale pastorale e i ragazzi e le ragazze (che avevano affermato di aver visto la Madonna, «con piena convinzione e responsabilità») ha illustrato i motivi per cui «appare evidente la non autenticità dei presunti fenomeni. Se la vera Madonna, Madre di Gesù, non è apparsa – come infatti non è – allora a tutto sono da applicare le seguenti formule: sedicenti veggenti, presunti messaggi, pretes” segno visibile e cosiddetti segreti».

«Nel corso del mio ministero episcopale, prima da coadiutore (1992/93) e poi da ordinario, con prediche e pubblicazioni di libri (Sedes Sapientiae 1995, Speculum iustitiae 2001, La Madre di Gesù 2015) e di una cinquantina di articoli mariani e mariologici, ho cercato di presentare il ruolo della Beata Vergine Maria nell'incarnazione ed opera del Figlio di Dio e suo Figlio, e la sua intercessione per tutta la Chiesa, di cui lei è Madre secondo la grazia. Nello stesso tempo ho rilevato, come fu fatto anche dal mio predecessore, il vescovo Pavao Žanić, la non autenticità delle apparizioni, che finora hanno raggiunto la cifra di 47.000. Questa Curia ha cercato sempre di informarne la Santa Sede, in particolare i Sommi Pontefici San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Qui riportiamo succintamente una serie di punti inerenti ai primi giorni delle „apparizioni“, per cui siamo profondamente convinti di quanto detto».

Una figura ambigua. La figura femminile che sarebbe apparsa a Medjugorje secondo il vescovo di Mostar si comporta «in modo del tutto diverso dalla vera Madonna, Madre di Dio, nelle apparizioni riconosciute finora come autentiche dalla Chiesa: di solito non parla per prima; ride in maniera strana; a certe domande scompare e poi di nuovo ritorna; obbedisce ai veggenti e al parroco che la fanno scendere dal colle in chiesa sebbene controvoglia. Non sa con sicurezza per quanto tempo apparirà; permette ad alcuni presenti di calpestare il suo velo steso per terra, di toccare la sua veste e il suo corpo. Questa non è la Madonna evangelica».
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » ven mar 24, 2017 7:50 pm

Negare la possibilità del miracolo è ghigliottina ideologica, non razionalità materialismo e razionalità
2017/03/24
Armando Savini

http://www.uccronline.it/2017/03/24/neg ... azionalita

Molte volte, davanti a eventi inspiegabili, si sente parlare di miracolo. Si tratta sempre di questo oppure di fatti, che, seppur sorprendenti, rientrano nella sfera delle leggi di natura?

Davanti a fenomeni straordinari, come, per esempio, guarigioni improvvise da malattie gravi, per un credente non è difficile pensare ad un intervento diretto di Dio.

Diversamente, per un non credente, la cosa può complicarsi a tal punto, che il miracolo va negato o ridicolizzato, poiché è qualcosa che smuove e, a volte, sradica la persona dalle proprie certezze, dal suo milieu. È qualcosa che minaccia lo status quo. Ed ecco che si ricorre alle più svariate ipotesi, che vanno dalla suggestione alla guarigione spontanea. Fenomeni, questi, che possono essere, a volte, la spiegazione più plausibile ma, altre volte, sono solo goffi espedienti, con cui si cerca di spostare il problema, per togliersi dall’imbarazzo di un Dio troppo ingombrante per il proprio io.

Difatti, davanti alla ricrescita istantanea di un osso, di una gamba (come riportato nel celebre libro di Messori, Il Miracolo) oppure alla guarigione immediata da un tumore esteso, come è possibile parlare di fattori psicosomatici?
Se fosse così semplice, tutti guarirebbero allo stesso modo, con un po’ di suggestione. Ma chi consiglierebbe mai ad un malato terminale di sostituire la sua terapia con qualche seduta di psicoterapia? Allo stesso modo, desta qualche perplessità l’ossessivo ricorso all’ipotesi della guarigione spontanea. Può darsi che in alcuni casi una malattia regredisca spontaneamente e gradualmente. Ma che dire di una guarigione immediata, che avviene proprio nelle piscine di Lourdes? Sono tutte coincidenze? Quale è la probabilità che ogni guarigione spontanea avvenga proprio a Lourdes e a seguito di un atto di fede? Per il principio del rasoio di Occam, l’esistenza di Dio non sarebbe la spiegazione più probabile e più semplice e, dunque, da preferire?

L’insistenza da parte degli scettici sul fenomeno della guarigione spontanea per spiegare qualsiasi guarigione inspiegabile sembrerebbe, dunque, priva di ragionevolezza. Per capire le dinamiche di un evento inspiegabile, come può essere un miracolo, bisogna voler uscire da una visione positivista-materialistica e con umiltà e intelligenza accettare i limiti della propria ragione. Pascal diceva che la ragione a volte deve sottomettersi al mistero, ed emerge la necessità di ripensare l’epistemologia alla luce del pensiero complesso e della fisica dei quanti. Secondo Heisenberg, «nella ricerca dell’armonia nella vita, non dobbiamo dimenticarci che nel dramma dell’esistenza siamo insieme attori e spettatori».

La realtà è condizionata dal processo conoscitivo, per cui non possiamo avere la perfetta conoscenza degli eventi naturali. Essi ci sfuggono sempre. Questo vuol dire che non siamo neanche in grado di poter affermare – come fanno alcuni – che il miracolo, se fosse vero, altererebbe le leggi di natura, ponendo in essere una vera e propria contraddizione nell’ordine della creazione. In altre parole, che il miracolo sarebbe una contraddizione da parte di Dio, come ha detto, persino, qualche teologo. Ma quali elementi abbiamo per poter parlare di contraddizione? Le nostre conoscenze ci permettono, forse, di comprendere tutta la ricchezza del reale, del creato e delle sue leggi? Possiamo dire, dunque, che il miracolo è una vera e propria azione, che parte da una sfera metafisica (Dio) e che ha ripercussioni nel mondo fisico, “piegando” – entro certi limiti, forse – le sue leggi o le leggi che noi crediamo di conoscere. Ma il vasaio, non modella e rimodella la creta, dandogli la forma che vuole? E per questo si può dire che contraddica se stesso?

Spesso, a destare maggiore perplessità, non sono tanto i ragionamenti dei soliti scettici da talk show, quanto le posizioni teologiche di alcuni prelati, che con sottili sofismi cercano di far rientrare nella sfera fisica tutto ciò che – secondo la Scrittura e il Magistero – apparterrebbe, invece, alla sfera metafisica. Ma domandiamoci: questa diffidenza verso i miracoli, non sarà forse l’ennesimo goffo tentativo esibizionista da parte di alcuni religiosi di emulare i colleghi protestanti? Se – come dicono molti di stampo bultmanniano – i miracoli non esistono, per coerenza, non esiste la transustanziazione e, nemmeno, la risurrezione dai morti. Ma, allora, vana è la nostra fede e «se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini» (1 Cor. 15,19), oltre al fatto che faremmo di Cristo solo un bugiardo. Si può essere cristiani e non credere nei miracoli? Non è forse questa la più grande contraddizione, soprattutto quando i peggiori scettici escono dai seminari?

Per Edgar Morin, il riduzionismo scientifico è un paradigma, che «mutila la conoscenza e sfigura il reale». Scrive il filosofo della complessità: «La Ragione con la maiuscola, pietrificata in astrazioni e razionalizzazioni, instaura in se stessa una ghigliottina ideologica e sviluppa potenzialità totalitarie. Sono stato spinto così a formulare l’importantissima distinzione fra razionalità e razionalizzazione. La razionalizzazione è una logica chiusa, demenziale, che opera applicandosi unilateralmente al reale, e quando il reale non si piega a questa logica, lo si nega o si usano dei forcipi affinché obbedisca. La razionalizzazione è demente e ha tuttavia gli stessi ingredienti della ragione (il calcolo, il procedimento discorsivo, la logica). La differenza importante è che la ragione è aperta, riconosce nell’universo la presenza di ciò che non è razionalizzabile, vale a dire la presenza dell’ignoto e del mistero. Essa integra l’autoesame, il dubbio, l’incertezza, i limiti della conoscenza nella stessa conoscenza razionale» (E. Morin, I miei filosofi, Erickson 2003, p. 116).

Il miracolo, forse, è l’ultimo espediente di Dio per risvegliare in noi quel senso dello stupore, che è stato narcotizzato da una spietata razionalizzazione selvaggia, che non permette più all’uomo di intravvedere nel creato la firma del Creatore. Ma tutto questo, sempre nel rispetto della nostra libertà.



Alberto Pento
Ma Dio o D-o, i miracoli li fa solo presso i cristiani, attraverso i santi ed altri specialisti, nei santuari appositi, o li fa ovunque sulla terra, presso tutti i popoli, tutte le religioni e i non credenti in alcuna religione e anche senza l'intermediazione di specialisti?
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » dom mag 14, 2017 7:50 am

Francesco a Fatima, diventano Santi i due pastorelli
ANDREA TORNIELLI
2017/05/13

http://www.lastampa.it/2017/05/13/vatic ... agina.html

15.45 - Giunge al termine il viaggio apostolico di Papa Francesco a Fatima. Dopo il pranzo coi vescovi portoghesi, Bergoglio si trasferisce in auto alla Base Aerea di Monte Real dove si svolge la cerimonia di congedo alla presenza del presidente Marcelo Nuno Duarte Rebelo de Sousa. Alle 15, l’aereo dell’Alitalia parte dal Portogallo alla volta di Roma. L’atterraggio a Ciampino è previsto per le 19.20 (ora italiana). Durante il volo, il Papa concede la consueta intervista ai giornalisti che lo hanno accompagnato in questa sua 19esima trasferta internazionale.

14.00 - Il Papa recita il Regina Coeli con i fedeli e come loro sventola dall’altare un fazzoletto bianco, il tradizionale omaggio per salutare la Vergine di Fatima che si avvia in processione verso la Cappellina delle Apparizioni. Anche il Pontefice si congeda dalla Cova da Iria per far ritorno nella Casa “Nossa Senhora do Carmo” dove pranza con i vescovi del Portogallo e il seguito. Prima però passa in mezzo all’assemblea per un ultimo bagno di folla.

Dall’inviato a Fatima Andrea Tornielli

13.40 - Il vescovo di Leiria-Fatima, monsignor Antonio Augusto dos Santos Marto, rivolge al Papa il suo indirizzo di saluto, nel quale porta «l’affetto di tutto il popolo cattolico e tutto l’episcopato del Portogallo». «Salve Santo Padre, benvenuto a Fatima. Lei qui è a casa sua», afferma il presule, e ringrazia il Pontefice per la sua voce «profetica», «voce dei senza voce», capace di «abbattere muri» e «aprire cammini di speranza». Infine si rivolge a tutti i bambini riuniti nella piazza per esortarli a divenire testimoni «gioiosi» come i due loro «compagnetti in cielo» Francisco e Giacinta. In dono il vescovo consegna al Papa un calice d’argento.

13.25 - Il Papa, i cardinali, i vescovi e i sacerdoti che concelebrano la messa, come pure i 500mila fedeli sulla spianata, si inginocchiano per l’adorazione eucaristica. Francesco impartisce la benedizione con l’ostensorio.

13.15 - Dal suo account su Twitter, @Pontifex, Papa Francesco twitta: «Ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto».

13.05 - A conclusione della messa sul sagrato del Santuario, il Pontefice esprime parole di incoraggiamento a tutti i malati presenti: «Non ritenetevi soltanto destinatari di solidarietà caritativa, ma sentitevi partecipi a pieno titolo della vita e della missione della Chiesa... Non vi vergognate di essere un prezioso tesoro della Chiesa. Dio è padre e non vi dimenticherà mai». Bergoglio si reca fisicamente dagli infermi sistemati all’interno della Basilica per benedirli con il Santissimo Sacramento.

12.30 - Il Papa abbraccia Lucas Maeda de Oliveira, il bambino di Paranà miracolato nel 2013, all’età di sei anni, per intercessione dei due pastorelli. Il giovane è presente alla cerimonia di canonizzazione con la sua famiglia e porta i doni dell’offertorio. Lucas aveva sei anni quando cadde accidentalmente dalla finestra da un’altezza di circa sei metri e mezzo, riportando un gravissimo trauma cranico con perdita di materia cerebrale. Portato in ospedale in stato di coma, fu sottoposto ad intervento chirurgico; il rischio di decesso era elevato o comunque i medici prevedevano che rimanesse in uno stato vegetativo permanente. Il bambino fu invece dimesso rapidamente, senza riportare alcun danno. Al momento dell’incidente, raccogliendo il figlio dal marciapiede, il padre aveva invocato la Madonna di Fatima e i due pastorelli; quella notte stessa i familiari, insieme a una comunità di carmelitane, avevano pregato con insistenza Francisco e Giacinta.

12.00 - Papa Francesco, che tiene in mano la croce che fu scolpita per Paolo VI, pronuncia la sua omelia tutta in portoghese: «Non vogliamo essere una speranza abortita! La vita può sopravvivere solo grazie alla generosità di un’altra vita», afferma. E invita a rimanere «aggrappati» a Maria, la quale «presagendo e avvertendoci sul rischio dell’inferno a cui conduce una vita senza Dio e che profana Dio nelle sue creature, è venuta a ricordarci la luce di Dio che dimora in noi». Sotto «il manto» della Vergine, Francesco affida i malati, i detenuti, i poveri e i disoccupati. Seguono alcuni minuti di silenzio.

11.25 - «Dichiariamo e definiamo come Santi i beati Francisco Marto e Giacinta Marto». Papa Francesco legge in latino la formula di canonizzazione e la Chiesa iscrive al suo albo due nuovi Santi: i pastorelli di 9 e 11 anni, fratellini analfabeti ai quali la Vergine apparve un secolo fa, nel 1917. Il Pontefice stabilisce per il 20 febbraio la data per il culto, giorno della morte di Giacinta. I due piccoli veggenti erano stati beatificati da Giovanni Paolo II a Fatima, il 13 maggio del 2000, nell’ambito del grande Giubileo. Della cugina Lucia, morta nel 2010, è in corso il processo di beatificazione. Mentre tra la folla esplode un applauso commosso dopo l’annuncio della canonizzazione, vengono incensate le reliquie: la treccia di Giacinta e un frammento osseo della costola di Francisco.

11.00 - Inizia la messa sul sagrato del Santuario di Fatima, coperto da un cielo limpido. Il vescovo di Leiria-Fatima, Antonio Marto, apre il rito di canonizzazione dei due pastorelli, dei quali legge due brevi biografie. Alla cerimonia è presente Lucas Maeda de Oliveira, il bambino brasiliano miracolato per intercessione dei due beati, con la sua famiglia.

10.45 - Alla Cova da Iria, secondo le stime fornite dalla Santa Sede, sono presenti 500mila persone. Mentre il Papa prega sulle tombe dei due pastorinhos - la cui gigantografia campeggia sulla facciata del santuario e vi resterà fino ad ottobre - la statua della Madonna di Fatima viene portata in processione lungo la spianata. Sono presenti i presidenti della Repubblica del Portogallo, del Paraguay e di São Tomé e Príncipe.

10.30 -Un’orazione intensa, quella di Papa Bergoglio, sulla tomba di Francisco e Giacinta Marto, due dei tre pastorelli ai quali, esattamente cento anni fa, il 13 maggio 1917, apparve la Vergine Maria insieme alla cugina Lucìa Dos Santos. Il Papa li canonizzerà questa mattina nella grande messa sul sagrato del Santuario: sono i primi santi bambini non martiri. Il Pontefice si ferma, in piedi e in silenzio, a pregare sulle loro tombe sulle quali è poggiata una rosa bianca. Poi si reca in sacrestia per indossare i paramenti. L’omelia sarà pronunciata in portoghese.

10.10 - La seconda giornata del viaggio di Papa Francesco a Fatima si apre con l’incontro con il primo ministro Antonio da Costa nella casa “Nostra Signora del Carmelo”, dove il Pontefice alloggia. Nella stessa struttura, Bergoglio ha concesso questa mattina una udienza speciale a nove componenti di una famiglia di profughi di origine palestinese che aveva conosciuto due anni fa celebrando la lavanda dei piedi del Giovedì santo nel Cara di Castelnuovo di Porto. La famiglia Dardir, che tutti chiamano famiglia “Amina” dal nome della bisnonna che fuggì dalla Palestina nel 1950, è da un anno in Portogallo e aveva chiesto di incontrare il Papa. Il quale si è mostrato molto contento di rivederli, li ha riconosciuti, ha chiesto loro come stavano e li ha incoraggiati ad andare avanti. Ha inoltre baciato con affetto i bimbi e scherzato con loro. Subito dopo, Francesco si è trasferito nella Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima per una visita privata.


http://www.lastampa.it/2017/05/13/vatic ... agina.html

Rodolfo Masiero
Parimenti attribuibili a effetti allucinatori da ergotismo sono le cosiddette apparizioni (si citino a esempio Lourdes o Fátima), caratterizzate dall'avvenire sempre in un contesto socio-economico di estrema povertà e di scarsa alfabetizzazione, in cui il nutrimento più diffuso era il pane di segale verosimilmente infetto da ergotismo e in cui i fenomeni allucinatori erano pesantemente influenzati dalle esperienze pregresse.
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » dom mag 14, 2017 7:56 am

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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » mar mag 16, 2017 7:25 am

“Qualche idea (da semiologa) su Medjugorje”
Antonella Boralevi

http://www.lastampa.it/2017/05/15/socie ... agina.html

È vero, è falso il miracolo di Medjugorje? Papa Francesco l’ha detto con garbo: «Io stesso, forse sono cattivo, preferisco la Madonna madre e non la Madonna a capo dell’ufficio telegrafico, che tutti i giorni invia un messaggio telegrafico a tal ora. Questa non è la mamma di Gesù e queste presunte apparizioni non hanno tanto valore».

Sono cattolica praticante. Da 15 anni faccio il servizio ai malati a Lourdes. Sono stata a Medjugorje. Ci sono andata con fede. Ma non ho potuto fare a meno, analizzando la mia esperienza, di fare alcune considerazioni da studiosa della comunicazione. E di formarmi una mia opinione. Magari sbagliata.Nell’assoluto rispetto di chi va a Medjugorje con fede. Il “racconto di Medjugorje” interseca il racconto di Bernardette e a quello dei pastorelli di Fatima. Bambini\adolescenti legati da parentela (come a Fatima), ma compagni di scuola (novità), si trovano su un viottolo di campagna (come a Lourdes e a Fatima). Vedono una luce bianca sulla collina e si spaventano (come a Lourdes). Scappano, uno di loro però corre a piedi nudi sulla pietraia verso la donna che è apparsa (novità).

La Madonna si presenta e chiede di tornare (come a Fatima). Le prime apparizioni avvengono in sequenza (come a Fatima), ma tutte in una settimana (novità). I protagonisti sono perseguitati, allontanati, sottoposti a interrogatori (come a Lourdes e a Fatima). Il sole gira (come a Fatima). La Madonna comunica segreti (invece che 3 come a Fatima, 10). Il parroco locale prima dubita,poi si converte (come a Fatima). La Madonna appare su una pietraia (rimando alla roccia di Lourdes ).

Già il terzo giorno, 26 giugno 1981, in attesa nello sperdutissimo e isolato villaggio della Jugoslavia comunista , ci sono 5.000 persone ,che diventano 15.000 il quinto giorno.Poi però (e questa è una pratica novità), la Madonna si sposta. Appare nei vari posti dove si trovano i veggenti e a orari prestabiliti. L’apparato rituale ha bisogno di certezze, e così il pellegrinaggio prevede la salita alla pietraia (con la mortificazione dei piedi nudi da scorticarsi per penitenza). Ma siccome la Madonna appare anche in altri luoghi, tra cui il cortile di casa di uno dei veggenti, facendo una offerta i pellegrini possono radunarsi nel suddetto cortile e contemplare il veggente che “vede”.

L’apparato dei contenuti prevede che a Madonna chieda preghiere e pentimento (come a Lourdes e a Fatima), ma con testi piuttosto elementari e ripetitivi, stando al libretto che li riporta. Però nessuno dei veggenti si fa prete o suora, anzi si sposano, lavorano,hanno figli, vanno in vacanza al mare di Rimini, fanno conferenze in giro per il mondo, si fanno fotografare in ritratti glamour. Nel frattempo, Medjugorje è diventata una industria. C’è una apposita uscita della autostrada, ci sono centinaia di alberghi e ristoranti, centinaia di negozi di souvenir, centinaia di gite organizzate e centinaia di migliaia di pullman di pellegrini. La Messa si ascolta da un registratore che la traduce nella tua lingua. Le “guide” sono laici del posto , l’offerta per loro è 100 euro a persona al giorno. Quello che ha guidato me, aveva un Suv nuovissimo e un gran sorriso.



Il miracolo di Medjugorje
Mattia Feltri
16/05/2017
http://www.lastampa.it/2017/05/16/cultu ... agina.html

Quando, il 24 giugno 1981, la Madonna apparve a sei ragazzi compresi fra i dieci e i sedici anni, Medjugorje era un piccolo e poverissimo paese della Jugoslavia. Molti vivevano in case senza riscaldamento e acqua corrente, non tutti avevano l’energia elettrica. Da allora, secondo uno studio dell’Università dell’Erzegovina, e soprattutto dopo la guerra, il giro d’affari è stato di quasi 12 miliardi di euro. Medjugorje ha 5 mila abitanti, di cui 2 mila impiegati nel turismo, e 20 mila posti letto. Il paese è ormai una new town, fatta di alberghi color salmone dai nomi celestiali, decine e decine di negozi di oggetti sacri, pizzerie, rivendite di borse Fendi e Prada finte.

Papa Francesco ha appena lasciato intendere che le apparizioni del 1981 sono credibili, e le successive, a centinaia, sanno di buca postale. Il santuario è fra i più visitati al mondo: circa due milioni di fedeli l’anno, e lì si registrano continue conversioni. Che ci siano state le apparizioni o meno ora è persino secondario: Medjugorje è un luogo di indubitabile forza mistica. Poi c’è anche chi se ne va nauseato dal mercimonio. È incredibile il contrasto, in poche strade, fra alte questioni di spiritualità e secolari questioni di guadagno. Succede, con intensità diversa, in tutti i luoghi di culto. Sono luoghi da cui il fedele vuole portarsi via un ricordo, un rosario o una statua, secondo le possibiltà delle tasche. A due passi dal Vaticano è in vendita una statua di Wojtyla a 8 mila euro. I mercanti nel tempio: ecco un dibattito vecchio come il mondo.
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » mar mag 16, 2017 6:31 pm

I miracoli sono disumani, sono falsità assurde e ingiuste di idoli imperialisti capricciosi che favoriscono le raccomandazioni e concedono privilegi violando le leggi comuni e il diritto universale.
Sono espressione di una umanità idolatra, fanatica e per nulla ragionevole.




L'uomo di buona volontà, l'ipocrita e l'idolatra
viewtopic.php?f=141&t=2515
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » gio mag 18, 2017 7:21 pm

???

Guarito dalla SLA dopo un pellegrinaggio a Medjugorje

https://lafedecattolicacristiana.blogsp ... 0530228689

Che Dio sia lodato per le meraviglie che compie per intercessione della Regina della Pace.

Volevamo andare come famiglia, sereni, senza aspettarci nulla da questo viaggio. Era nell’anno della fede (…) la malattia ci ha fatto avvicinare ancora di più alla fede, ci ha fatto capire che la vita è un dono, la vita è bella.
Sentire la presenza di Dio vicino a me ci ha dato la forza di andare avanti e lottare.
Vicka si è avvicinata, ha fatto l’imposizione delle mani, mi ha abbracciato. Le dissi – sono malato di SLA e sono felice – e le chiesi una preghiera per mia moglie e per mia figlia.
Ho sentito una cascata dalla testa fino ai piedi…
Non abbiamo fatto nemmeno una foto perché eravamo presi dalla giornata, dalla spiritualità…

Ho letto il messaggio… come un’anteprima di quello che doveva succedere… Terminava dicendo che la vita è un dono, cosa che ho sempre vissuto durante la malattia.
Stare là, adorare il Santissimo, ero preso dalle mie preghiere, pregavo per un altro ragazzo… non chiedevo per me, però là ho avuto questa chiamata di salire sul monte, come dove e con chi dovevo salire sul monte. Nel frattempo che sentivo tutta questa descrizione che avevo durante l’adorazione, sapevo che potevo andare sul monte.
Ho detto a Francesca – Domani andiamo sul monte – Ha detto – Sei malato di testa… Mi toccava le gambe, le gambe congelate… E’ stata una notte bella e non ho attaccato il respiratore… Aspettavo l’alba, il mio nuovo giorno che coincideva col MIO nuovo giorno.
Arriviamo a Giovedì mattina… Siamo arrivati con la carrozzina ai piedi del monte… Mi sono alzato… Abbiamo iniziato questa salita… Non ho mai dubitato… Sentivo le mani tranquille, belle, gonfie, avevo solo dei problemi a livello respiratorio, ogni tanto ci fermavamo e mi riposavo un po’. Gli altri non capivano nulla di quello che ci stava accadendo.
Siamo arrivati in cima. Anche in quel momento dicevo alla Madonnina – Madonnina mia, ancora sei in tempo, io non mi arrabbio…
Vicka ci ha invitato a stare tranquilli… Non vi preoccupate…
Abbiamo fatto esami diagnostici da cui si vede il danno neurologico e mi hanno detto che si vedeva un notevole miglioramento che in una patologia neurovegetativa come la SLA non avvengono. I medici non avevano una giustificazione su quanto accaduto. Mi hanno chiesto se mi ero sottoposto a qualche tipo di sperimentazione come le staminali… Prendevo solo farmaci palliativi.

Continuerò a fare quello che ho fatto fino adesso, lottare con più forza di prima per i diritti dei malati… Affianco porterò avanti il discorso della fede perché nonostante una malattia così invalidante come la SLA, avendo vicino la presenza di Dio – io ti parlo della mia esperienza – siamo riusciti sempre con più forza e fede…
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