La peggiore morte, morire martire per un idolo

La peggiore morte, morire martire per un idolo

Messaggioda Berto » lun gen 25, 2016 5:27 pm

La peggiore morte, morire martire per un idolo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 201&t=2180

Morire per amore della vita, degli uomini, della libertà, della dignità umana, per difendersi e difendere la propia famiglia, la propria gente, la propria terra, la propria casa, i propri beni, ... è una buona morte e non vi è morte peggiore che morire per un'idolo magari uccidendo i diversamente religiosi e pensanti, come fanno gli islamici o nazi maomettani oppure lasciandosi uccidere in nome di Cristo e del cristianismo nonviolento che rifiuta di difendersi come vorrebbe Bergoglio.


Morir par amor de ła vida, de łi omani, de ła lebartà, de ła degnetà omana, par defendarse e defendar ła fameja, ła to xente, ła to tera, ła to caxa ... lè na bona morte ma no ghè na morte pexo ke coeła de morir par n'eidoło, magari copando come ke fa i xlameghi; anca i cristiani ke łi se fa copar par Cristo łi more par gnente.

Cristo nol xe Dio ma n'omo divinixà e eidołatrà; anca Allah del Coran lè n'eidoło, el pexo de tuti parké el te fa morir copando ke xe cofà morir do o diexe o miłe volte.

La vida so sta tera, lè el dono pì grando de Dio e spresarla lè el pecà pì grando ke se posa far e ła bastema pì forte ke se posa petarghe doso Dio.
No se ga da spresàr ła vida so ła tera par prefarirghe coeła eterna dapò morti, lè na granda ensemensa.
El Creà, de cu anca naltri òmani femo parte, co tute staltre creadure, lè ła gloria de Dio e spresarlo vol dir spresar Dio.
Defendar ła vida e no ga senso prefarirghe ła morte e l martirio; morir martiri par n'eidoło no nobełeta ła nostra morte.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La pexo morte, morir martiri par n'eidoło

Messaggioda Berto » lun gen 25, 2016 5:29 pm

Mussulmani dementi che uccidono gridando Allha è il più grande - Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè grande!
viewtopic.php?f=188&t=2043
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Re: La pexo morte, morir martiri par n'eidoło

Messaggioda Berto » lun gen 25, 2016 5:33 pm

Noialtri non siamo pecore e voialtri non siete i nostri pastori - Naltri no semo piegore e valtri no si pastori
viewtopic.php?f=199&t=2154

La chiesa cattolica romana ha bisogno di fiumi sangue, del sangue dei nuovi martiri cristiani, allo stesso modo dell'idolo Allah che si nutre del sangue dei martiri assassini islamici.

http://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/18791.html
Nel catechismo della Chiesa cattolica, al n. 2473, troviamo questa descrizione: “II martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede. Il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto al quale è unito dalla carità. Rende testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana, affronta la morte con un atto di fortezza”. Ed è interessante che in questi numeri del catechismo della Chiesa cattolica viene citata quella lettera molto famosa di Sant’Ignazio di Antiochia: “Lasciate che diventi pasto delle belve. Solo così mi sarà concesso di raggiungere Dio. A nulla mi gioverebbero tutto il mondo e tutti i regni di quaggiù. Per me è meglio morire per unirmi a Gesù Cristo che essere re fino ai confini della terra. Io cerco colui che morì per noi, io voglio colui che per noi risuscitò. Il parto è imminente”.


Il sangue dei martiri: un seme
13/02/2013

http://www.avvenire.it/rubriche/Pagine/ ... quotidiano

«È così che "il sangue dei martiri è seme di cristiani"» (Tertulliano, Apologeticus, 50; Catechismo, 852).
Il primo martire della fede è Stefano, uno dei diaconi scelti dagli apostoli per assistere le vedove nella Chiesa. Il suo articolato discorso che precede la sua lapidazione (cf. Atti 7,2-53) è incentrato sui segni e i luoghi della Gloria di Dio. La storia della salvezza è un manifestarsi della Gloria o della presenza di Dio, che però non abita in luoghi costruiti da mani d'uomo, ma in mezzo al suo popolo. Il suo non è un discorso contro il tempio e i luoghi di culto, bensì contro qualsiasi forma di religiosità che tenda a costringere Dio in uno spazio. E, durante il martirio, a Stefano è concesso di contemplare la Gloria in Gesù Cristo, il Signore, seduto alla destra del Padre.
Perché il sangue dei martiri è seme di cristiani? Perché hanno dato la vita per una giusta causa? O perché restano nella memoria delle generazioni future? Senza negare tali motivazioni – che peraltro valgono per tutti i martiri della fede e non soltanto per i cristiani – in occasione del martirio di Stefano l'evangelista Luca adduce la ragione ultima: la loro vita è imitazione originale e irripetibile della passione di Cristo. Per questo le parole finali di Stefano sono quelle di Gesù sulla croce: «Signore, non imputare loro questo peccato» (Atti 7,20; Luca 23,34). Purtroppo, quello dell'imitazione di Cristo è un percorso compromesso nella spiritualità cristiana, perché abbiamo confuso l'imitazione con la riproduzione di una copia con scarso valore rispetto all'originale e l'abbiamo relegata nell'ambito della morale o della volontà. In realtà è l'intimità o l'assimilazione a chi si ama che crea l'esigenza di riprodurre la sua vita nella propria. I martiri completano nella loro carne quel che manca alla passione di Cristo non rispetto al suo sacrificio che è perfetto, bensì a favore del suo corpo che è la Chiesa (Colossesi 1,24). Questa è la sola ragione per cui il sangue dei martiri è seme, come sostiene Tertulliano, e frumento macinato di Dio (Ignazio di Antiochia).


Sto Farrell kì el me fa oror, el predica ca morimo martiri, bauco, lè pexo dei musulmani ke łi more copando, sto kì el voria ke i creistiani łie se fese copar martiri e ke no łi se difendense, lè purpio n'enesemenio!

Farrell a Socci: caro Antonio, basta attaccare Bergoglio
di Nick Farrell

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... tonio.html

Caro Socci,
sono Nicholas, Nick Farrell da Forlì detto "l’inglese", e ho letto i tuoi ultimi articoli in cui sostieni che l’elezione di Papa Francesco non sia valida e critichi le sue omelie e il suo pontificato perché troppo "comunista". Invece a me, che non sono uno studioso della Chiesa e non mi appassiono delle dispute tra teologi ed esegeti vaticani, Papa Francesco è sempre piaciuto, sebbene tu stesso sappia quanto io sia anti-comunista. Mi è piaciuto dal primo momento, da quando si è affacciato al balcone e ci ha chiesto con umiltà di pregare per lui. Un tale carisma l’ho visto solo in Giovanni Paolo II. Non pensare che da ex anglicano - di recente convertito al cattolicesimo - non mi sia mai interessato al Papa o al Vaticano o alla Chiesa. Quando nel 1998 sono venuto in Italia, annotavo sempre le sante parole di Giovanni Paolo II in un taccuino che portavo sempre con me. Questo, col senno di poi, mi ha aiutato. Qui in Italia ho incontrato una donna molto cattolica - romagnola - che ho sposato e che, contro ogni mia previsione, mi ha dato cinque figli (dagli 11 ai 2 anni).

E insomma, un inglese doc come me non critica mai la sua regina. Ora, mi chiedo: perché tu, un cattolico doc, critichi così duramente Papa Francesco? Il Papa è "eletto" dallo Spirito Santo: chi sono io per giudicare la sapienza e lo spirito di Dio? Tu parli di irregolarità durante il conclave dei cardinali: avrebbero dovuto votare solo quattro volte in un sol giorno - sostieni - e invece hanno votato cinque volte, e così via. Ma, in fin dei conti, chi se ne frega? Dove vorresti arrivare? Un nuovo conclave? Un nuovo Papa? Dài, su.

Io credo che Papa Francesco, a dispetto di tutti coloro che lo criticano, stia facendo un grande pontificato. Non è per niente "comunista": vuole, per quanto mi risulta, più misericordia verso gli esclusi e basta. Nello specifico, ho l’impressione che vorrebbe soltanto permettere ai divorziati risposati di fare la comunione. Niente di più.
Tu, Socci, critichi il Papa - che secondo te non è infallibile in quanto irregolarmente eletto - anche perché non fa il guerrafondaio nei confronti dei cristiani perseguiti nei Paesi musulmani. Che cosa dovrebbe, che cosa potrebbe dire, per accontentarti? Che per salvare i poveri cristiani perseguitati bisognerebbe ammazzare tutti i tagliagole dell’Isis? Questo dovrebbe dire un Papa a capo di una Chiesa che predica la pace? I martiri nella Chiesa ci sono sempre stati, assieme alle persecuzioni. Non vedo che cosa possa fare il Papa di realmente concreto per fermare il martirio dei cristiani. Un cristiano, se segue Gesù e la sua parola, non ha paura del martirio.

??? Papa Francesco sta costruendo ponti dove ci sono muri per far amare Cristo da tutti. Sta preparando, guidato dallo spirito di Dio e dalla mano materna di Maria, un terreno fertile affinché tutti si convertano, anche Scalfari e Pannella, i lontani e i mangiapreti come quelli del Leoncavallo e i comunisti tutti. Sta cercando di portare più anime possibili a Dio, perché è questo ciò che conta ora: i martiri sono già tra le braccia di Dio, ma non gli Scalfari, i Pannella, gli autonomi, i comunisti. Lui dialoga con tutti per far conoscere Gesù a tutti. Sta seminando affinché un giorno il maggior numero di persone siano anch’esse pronte al martirio - perché tu sai, questa vita è un battito di ciglia. Per cui, credo che non si debba studiare il Papa in ogni sua minima parola o gesto, e aspettare la minima virgola considerata fuori posto per puntare il dito e accusarlo come facevano (e tu lo sai meglio di me) i farisei con Gesù. Noi vedremo solo dopo la sua morte tutto il bene che lui sta facendo alla Chiesa intera. E tutte le persone che, grazie a lui, sono arrivate a Cristo e si sono salvate. Preghiamo per lui e per le conversioni che grazie a lui avvengono. Non possiamo giudicare l’opera che Dio compie tramite un pontefice, non possiamo perché non siamo in possesso dello Spirito di Dio che Papa Francesco invece possiede in grande quantità. Fidiamoci, capiremo poi. ???

Questo è ciò che Gesù vuole. Noi cattolici siamo già con Dio, non abbiamo bisogno delle «coccole» del Papa. Ma i non credenti sì, devono capire la grandezza di Cristo per arrivare a lui e non lasciarlo mai più al costo della vita. Non comportiamoci quindi da figli unici gelosi dei fratelli non credenti: dobbiamo invece, proprio come i martiri, esultare per la conversione dei nostri carnefici, o per quella dei non credenti - leoncavallini o scalfariani che siano. Per cui ti do un consiglio: fidati di Francesco. Affidati a lui, sapendo che Dio, proprio tramite lui, ha già pianificato tutto. Non era forse criticato anche Gesù, come Francesco, perché col suo ardore di voler portare più anime possibili al Padre si intratteneva con pubblicani, prostitute e adultere e cacciava i demoni?

Poi, riguardo ai tuoi dubbi sulle conversioni di Scalfari e Pannella, nel 4° volume della Valtorta che sto leggendo Gesù dice: «Vedete come è misurato il Signore nel volere. Non esige conversioni fulminee. Non pretende l’assoluto da un cuore. Sa attendere. Diversamente non dovremo credere alla conversione della Maria di Magdala o di S. Francesco o di S. Agostino avvenute dopo anni di vita mondana, o non dovremo nemmeno credere alla conversione di un delinquente come Bruno Cornacchiola o lo stesso buon ladrone». Lo stesso Gesù, sempre nello stesso volume, aggiunge che lui non fa nessuna distinzione tra coloro che l’hanno sempre seguito e i grandi peccatori che si sono in seguito convertiti. Nessuna distinzione! Incredibile. Che misericordia!

Pubblicani e prostitute vi passeranno avanti nel regno dei cieli. Chissà se un giorno ti vedrai passare avanti Scalfari e Pannella o magari me, peccatore incallito.
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Re: La pexo morte, morir martiri par n'eidoło

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 10:40 am

Il destino dei cristiani non è morire sulla croce come Cristo; perché altrimenti non avrebbe alcun senso il sacrificio o olocausto di Cristo.
Per un cristiano non ha alcun senso cercare di assomigliare a Cristo, anzi sarebbe blasfemo, perché per un cristiano Cristo è D-o e per un uomo cristiano cercare di assomigliare a D-o è il peccato mortale più grande che possa compiere contro D-o.
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Re: La pexo morte, morir martiri par n'eidoło

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 10:53 am

La strage di Bruxelles e i “vantaggi” del martirio
Umberto Bosco•Martedì 22 marzo 2016

https://www.facebook.com/notes/umberto- ... 7489333983

Vi siete mai chiesti per quale ragione i terroristi islamisti tendono con regolarità a non sopravvivere ai propri attentati? Spesso di tratta di attentati dove il "sacrificio" dell'attentatore è assolutamente superfluo. Una borsa abbandonata in stazione o in aeroporto è, in termini di vittime, altrettanto efficacie senza contare che una borsa è assai meno sospetta di un barbuto dalla pelle ambrata, visibilmente nervoso che strilla Allahuakbar (Allah è il più grande).Anche quando non si tratta di attentati esplosivi (es. Bataclan) gli assassini maomettani sono disposti e intenzionati a lasciarci la pelle. Ho sempre trovato l'uso del termine "Kamikaze" estremamente forviante: i kamikaze giapponesi erano ben lieti di morire per l'impero; essi si buttavano in picchiata sulle navi statunitensi allo scopo di affondarle con il potenziale esplosivo di un solo aereo. Alcuni di essi si facevano addirittura amputare le gambe per poter trasportare a bordo più esplosivo. Va precisato però che i martiri dell'impero giapponese erano soldati che uccidevano altri soldati, puntare civili al solo scopo di ucciderli non avrebbe avuto alcun senso sul piano bellico. Il martirio in quel caso era il mezzo attraverso il quale, danneggiando se stessi, si danneggiava in misura maggiore il nemico. Se i giapponesi avessero escogitato una strategia bellica altrettanto efficace che non richiedesse il sacrificio di un pilota ben addestrato, sarebbero stati ben lieti di adottarlo. Anche perché un pilota ben addestrato è riutilizzabile in più attacchi.

Gli attentatori suicidi dei giorni nostri son ben altro. Si tratta di persone il cui obbiettivo finale è il paradiso islamico, ampiamente descritto con dovizia di particolari da Allah nel Corano e dagli hadith relativi ai detti di Maometto.

Considerate che, per la religione islamica, la sepoltura è una questione molto seria:

Al defunto sono chiusi gli occhi e bloccate le mascelle
È lavato da familiari o amici intimi con acqua e sapone
Si espellono i liquidi residui presenti nello stomaco.
La pulizia del corpo procede dalla testa verso la parte superiore destra, poi quella superiore sinistra, dopo il lato inferiore destro poi quello inferiore sinistro.
Il lavaggio si ripete un numero dispari di volte, l’ultima volta si aggiunge canfora o qualche profumo.
Il corpo è avvolto in un sudario bianco di stoffa semplice, fatto da tre lenzuoli per gli uomini e cinque per le donne.
un musulmano non può essere sepolto nel cimitero di non musulmani, né i non musulmani possono essere sepolti in un cimitero islamico
Il defunto è posizionato con delicatezza sottoterra su un fianco, con la testa orientata verso la Città Santa della Mecca;
la vedova del defunto deve osservare un lutto di 4 mesi e 10 giorni e durante i quali non le è consentito risposarsi, uscire da casa, indossare vestiti o gioielli decorativi.

Secondo la teologia islamica, il defunto "dormirà" fino al Giorno del Giudizio, nel quale, se il peso dei propri meriti sarà superiore a quello delle colpe, sarà ammesso al paradiso anziché all'infermo.
Morire sulla via di Allah come martire risparmia al musulmano e ai suoi cari un sacco di grane, obblighi e incertezze sull'eternità. Il martire non necessita di essere lavato e va sepolto con gli indumenti che indossava al momento della morte. Questo per la semplice ragione che egli non dovrà aspettare il Giorno del Giudizio, andrà direttamente a spassarsela in Paradiso, condonato delle sue eventuali colpe.
Le ragioni di questo trattamento di favore da parte di Allah nei confronti di chi muore nel servirlo è da ricercare nelle attitudini militari di Maometto, questi ha condotto decine di campagne militari in tutta la penisola arabica. Quale miglior incentivo per far imbracciare le armi ai musulmani se non una scorciatoia per il Paradiso. L'esenzione dagli obblighi di una degna sepoltura sono inoltre spiegabili dal risparmiare ai guerrieri la paura conseguente alla cattura e al vilipendio dei propri cadaveri da parte dei nemici.
Sul piano strategico, poter contare su miliziani votati alla morte è davvero utile. Se sopravvivono si sparticono il bottino, se muoiono anche meglio. I nemici dell’Islam si trovano invece impotenti non potendo esercitare alcun deterrente sui loro avversari. Ancora una volta il potere delle idee (in questo caso la jihad globale) riesce a sconfiggere qualsivoglia intelligence e tecnologia militare. Si parla spesso di guerre asimmetriche dove uno degli attori è meglio attrezzato dei suoi avversari, di solito si tratta di asimmetrie tecnologico-militari, ma in questo caso l’asimmetria è di tipo ideologico, un’ideologia votata alla morte vincerà sempre contro una votata alla vita, all’accoglienza e alla tolleranza.
Quando Salah, dopo gli attentati in Francia, anziché immolarsi, si è dato alla fuga, ha perso la popolarità di cui godeva tra i jihadisti e tra i numerosi musulmani non jihadisti che simpatizzano per la causa. Non è diventato impopolare perché è sopravvissuto, lo è diventato perché, evitando di morire, ha dimostrato di aver dubitato della parola di Allah e nessun buon musulmano può macchiarsi di una simile colpa.
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Re: La pexo morte, morir martiri par n'eidoło

Messaggioda Berto » lun mar 28, 2016 7:56 pm

Tutti concordi nei talk l'Islam non c'entra col terrorismo islamico
Il giorno dopo l'ecatombe di Bruxelles nessun quotidiano italiano ha usato nei titoli il termine islam
Vittorio Feltri - Dom, 27/03/2016

http://www.ilgiornale.it/news/tutti-con ... 39736.html

Mia nonna, che se la tirava da opinionista, diceva di non avere paura tanto della guerra quanto del dopoguerra, allorché si moltiplicano gli storici improvvisati con la pretesa di spiegare al volgo cosa è successo e perché.

Non aveva torto. Me ne rendo conto ascoltando le teorie dei conduttori di talk show impegnati da una settimana circa a scoprire i motivi che spingono i terroristi a compiere stragi.
Ci fosse un giornalista uno che si attenesse ai fatti. Tutti puntano a interpretare gli antefatti sul piano sociologico. Attribuiscono la violenza alla ghettizzazione degli immigrati, fonte di odio nei confronti di una civiltà, quella occidentale, che li ha emarginati ed esclusi dal benessere, dagli agi borghesi, dalla ricchezza mal distribuita.Vi sarà anche del vero in questi ragionamenti, non ho elementi per negarlo. Mi limito a osservare che non un solo collega al timone di programmi giornalistici è stato capace di presentare, se non analizzare, la realtà come è. Se un ospite in studio si azzarda a dire che siamo di fronte a un conflitto di matrice religiosa, viene guardato quale appestato, indegno del diritto di parola.
Fosse in vita Oriana Fallaci, che la sapeva lunga sui musulmani e i loro scopi, e ripetesse in tivù quanto scritto nei propri libri profetici, sarebbe spernacchiata, trattata quale povera deficiente, incolta e priva di scrupoli.È noto a chiunque un particolare non irrilevante: da lustri ormai i terroristi tagliano gole, schiavizzano donne, ardono vivi gli oppositori, provocano stragi mostruose in nome e per conto di Allah. Mentre ammazzano si autodenunciano. Sono talmente fuori di testa da uccidersi per uccidere noi infedeli, noi però ci ostiniamo a gridare che la religione non c'entra.
Maometto sarebbe un pretesto escogitato dai kamikaze per giustificare il proprio sacrificio.
Li facciamo più idioti di quanto siano. Non riusciamo a capire che dei giovani uomini si facciano saltare per aria nella speranza, una volta nell'aldilà, di godere dei piaceri carnali offerti da Allah, per esempio una moltitudine di vergini disponibili. A noi viene da ridere al pensiero che vi sia gente in grado di bersi certe assurdità. Ma se non mancano coloro che si straziano volontariamente, votandosi alla morte quasi fosse una passeggiata fuori porta, esisterà un movente leggermente più importante delle esigenze belliche dell'Isis. Non fosse così, il terrorismo islamista sarebbe esclusivamente materia psichiatrica.
Non vi è dubbio. L'irrazionalità non è estranea al fenomeno di cui ci occupiamo, ma non può che essere alimentata dal bigottismo musulmano, altrimenti prevarrebbe sui candidati al martirio l'istinto di conservazione. Soltanto chi crede all'incredibile (invisibile) ha la forza di ridursi in brandelli e di massacrare propri simili con la disinvoltura con cui uno normale va al cinema. Ciò non basta a persuadere i signori conduttori televisivi che quella in atto è una guerra di religione.Il giorno dopo l'ecatombe di Bruxelles nessun quotidiano italiano ha usato nei titoli (non nei testi, caro Travaglio) il termine islam.
Concludiamo in bellezza. Papa Francesco ha identificato nei venditori di armi i responsabili degli attentati. Come dire: Gesù fu giustiziato per colpa dei falegnami che costruirono la croce.
Tra l'altro, il padre della vittima era appunto falegname, come del resto Cristo stesso. Cancelliamo san Giuseppe dal calendario? E gridiamo alla faida familiare?
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Re: La pexo morte, morir martiri par n'eidoło

Messaggioda Berto » mar apr 05, 2016 1:58 pm

La Turchia di Erdogan insegna il martirio religioso ai bambini
Nell’ultimo numero della rivista per bambini a cura della Presidenza degli Affari Religiosi della Turchia, sono rappresentati alcuni dialoghi tra genitori e figli. Vorrei poter essere un martire – dice una bambina alla madre. Se lo desideri così tanto – risponde il genitore - Allah ti concederà questa opportunità.
Franco Iacch - Lun, 04/04/2016

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lal ... tect=false

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... %C3%A0.jpg

“È bello essere un martire, vero papà?”. “Certo, solo i martiri hanno l’opportunità di andare direttamente in paradiso.
Un vero martire tornerebbe nel mondo reale e compirebbe per dieci volte il suo destino, così da ricevere sempre più onore e prestigio in cielo”.
Si chiama "Dio benedica i nostri martiri, possa la loro tomba riflettere per sempre la luce divina" ed è una storia a fumetti pubblicata nell’ultimo numero della rivista per bambini a cura della Diyanet, la Presidenza degli Affari Religiosi della Turchia. L’ente governativo è il massimo organo religioso nazionale sancito nella costituzione turca.
Nella storia a fumetti sono rappresentati alcuni dialoghi tra genitori e figli. L’idea è quella di promuovere il martirio religioso.
Vorrei poter essere un martire – dice una bambina alla madre. Se lo desideri così tanto – risponde il genitore - Allah ti concederà questa opportunità.
Il fumetto mira a trasmettere la controversa idea di una morte indolore e gloriosa, introducendo concetti tipici dell’islam radicale.
Diyanet promuove la tradizione ortodossa sunnita in Turchia ed all’estero. Sabato scorso, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha inaugurato un nuovo Diyanet Center of America. Un complesso che, secondo il quotidiano Turkish Daily Sabah, contiene una delle più grandi moschee del paese, con sale conferenze, campi da basket, ristoranti, un bagno turco e un centro di ricerca culturale adiacenti.
Il Diyanet Center of America, è costato 100 milioni di dollari con fondi della Presidenza degli Affari Religiosi.
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Re: La pexo morte, morir martiri par n'eidoło

Messaggioda Berto » gio apr 28, 2016 3:56 pm

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 2239318172

Molte ragazzine palestinesi che hanno commesso attentati terroristici negli ultimi mesi sono state spinte dal desiderio di incontrare in paradiso i giovani martiri maschi. Lo ha rivelato la scorsa settimana il ministro israeliano della pubblica sicurezza Gilad Erdan, spiegando che questo è quello che si sono sentiti dire gli agenti di sicurezza israeliani da diverse giovanissime terroriste che avevano tentato di commettere attentati suicidi. “Ai terroristi viene promesso che incontreranno 72 vergini in paradiso.Ora alcune ragazze affermano di voler morire per poterli incontrare. È stato scioccante sentirlo dire da ragazzine palestinesi durante gli interrogatori”. Erdan ha anche ricordato la spinta che viene ai giovani terroristi dalla martellante istigazione operata da personalità di spicco del Movimento Islamico, di Hamas e dell’Autorità Palestinese. “Inizialmente stentavo a crederci – ha detto Erdan – ma poi ho letto le trascrizioni degli interrogatori di alcuni terroristi che raccontavano di essere tornati da un evento organizzato dal Movimento Islamico in cui era stato detto loro che Israele vuole demolire le moschee di Gerusalemme, e loro ne erano veramente convinti”.
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Re: La pexo morte, morir martiri par n'eidoło

Messaggioda Berto » ven mag 06, 2016 6:33 pm

La cristianità non è più quella di Poitiers, Lepanto e Vienna. Oggi solo l'etica laica può sconfiggere l'islam
GIANCARLO MATTA

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 1255364129

Da qualche anno scrivo sul declino (probabilmente irreversibile) del cristianesimo. Per quelli (pochi) che mi seguono non è una novità. Sbagliano coloro i quali se la prendono con chi addita tale declino; se la prendano bensì con coloro che ne sono la causa. E guardino bene cosa fanno i loro “capi”. E poi si guardino bene allo specchio. Chiaro?

E voglio ripetere -da quel caparbio che sono- un concetto essenziale:
i “papòfili” (se non ho male inteso) dovrebbero (ripeto DOVREBBERO) essere contro la islamizzazione.
Ma se essi si illudono (ripeto SI ILLUDONO) di combattere la islamizzazione della nostra civiltà agitando mazzetti di gelsomino sotto il naso dei jihadisti islamici-veri), oppure contrapponendo a una “religione” abominevole una per lo meno discutibile e infondata metafisica, la guerra stavolta la perdono. Chiaro?
La perdono perché cadono nella trappola degli islamici = condurre lo scontro in atto sul terreno ”religioso / metafisico”.
Su quel terreno gli islamici sono molto, ripeto MOLTO più forti e seducenti dei “papòfili”.
Inutile che essi papòfili si ispirino e si rifacciano alle vittorie conseguite dal cristianesimo sull’islam nei secoli passati. I tempi sono cambiati. E l’Occidente si è evoluto. (L’islam, no)

Oggi, ripeto OGGI lo scontro è sul terreno etico. Oggi la barbarie islamica -rimasta pietrificata a un’epoca quasi pre/umana- oggi si sconfigge anzitutto sul piano dell’etica. Non su quello della religione (o della “metafisica”, che è lo stesso). Chiaro?
L’etica è l’arma vincente contro la barbarie islamica che affronta la civiltà moderna. E che ne costringerà i sostenitori a liberarsene -progredendo- o a perire, facendoli precipitare definitivamente e senza appello nella discarica della Storia.
Quale “etica” (migliore, superiore) possono giammai opporre gli islamici all’Occidente? In cosa ci superano? O papòfili / metafisici : fatevene voi una ragione.

Desidero evidenziare, per soprammercato, quello che si può forse anche definire un paradosso.

In sintesi :
Nell’VIII Secolo (“Battaglia di Poitiers 732”), nel XVI Secolo (“Battaglia di Lepanto 1571”), nel XVII Secolo (“Battaglia di Vienna 1683”) la Civiltà Greco-Romano-Cristiana sconfisse la aggressione islamica mettendo in campo -oltre a forze militari convenzionali di difesa- una sorta di forte “fede religiosa/metafisica” contro potenti forze militari convenzionali allora non tanto animate da zelo religioso/metafisico, quanto piuttosto avide di conquiste territoriali. E riuscì a prevalere. Bene.
Nel XXI Secolo la Civiltà Occidentale (di radici Greco-Romano-Cristiane evolutesi, sviluppatesi e fusesi poi nel Mondo Moderno) nuovamente aggredita dall’islam, può vincere ancora tale potente forza “religiosa e militare-non-convenzionale” ora animata da motivazioni revansciste / proselitistiche, solo mettendo in campo una superiore Etica progredita = costituita da Forza Materiale e Diritto Moderno.
Sono queste oggi “la spada e lo spirito” di cui parlò, secondo il tempo suo, Napoleone.

Chi non afferra queste differenze storiche sostanziali (e non ne trae le corrette e utili indicazioni per il presente), è meglio che si astenga dal trattare questo tema e si dedichi magari al ricamo, o che si converta ben presto all’islam…non si sa mai… .
Le ripetizioni giovano. Da noi, oggi “la spada e lo spirito” moderni devono essere alleati.
(E qui riecheggia nella mia mente anche una frase della efficace retorica ciceroniana: cedant arma togae…della quale, solito vanaglorioso-vanesio, mi approprio osando modificarla aggiornandola a mio talento in: prosint arma togae…)
La “spada” è la diffusa volontà di difendere la nostra Civiltà e di farci rispettare tanto individualmente come cittadini quanto -complessivamente- come società evoluta.
- La “spada” cioè la forza legittima, senza lo “spirito” cioè il sostegno di una sana “etica”, è sterile.
Lo “spirito” è la diffusa consapevolezza che la nostra civiltà, pur con tanti difetti e problemi, è la migliore fino ad ora riscontrabile nella Storia umana nota, e merita di essere conservata e sviluppata.
- Lo “spirito” cioè l’indirizzo di una sana “etica”, senza il sostegno della “spada” cioè della forza legittima, è vulnerabile.
Lo spirito sorregge la spada; la spada difende lo spirito; così la Civiltà e la Libertà vivranno.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La pexo morte, morir martiri par n'eidoło

Messaggioda Berto » mar gen 24, 2017 10:55 pm

«Morirò, ma non ti farai esplodere nella mia chiesa»: le ultime parole del giovane martire
Salvatore Bernocco
24 gennaio 2017

http://www.uccronline.it/2017/01/24/mor ... e-di-akash

Se il 2016 è stato ancora una volta un anno tragicamente segnato da numerosi assalti terroristici, l’anno nuovo è iniziato in modo identico con gli attentati di Istanbul e Gerusalemme. Molto spesso sono proprio i cristiani gli obiettivi dei gruppi talebani fondamentalisti.

In questo contesto di terrore e di crescente ostilità si colloca la triste ma luminosa vicenda di un giovane cristiano pakistano, il ventenne Akash Bashir, che si è immolato il 23 marzo 2015 all’ingresso della parrocchia di San José de Youhanabad di Lahore, per impedire l’entrata ad un terrorista imbottito di esplosivo.

Le ultime parole di Akash, che fungeva da guardia di sicurezza volontaria, furono: «Morirò, ma non ti permetterò di entrare in questa chiesa». Il kamikaze si fece comunque esplodere, togliendosi la vita e togliendola al giovane Akash che, abbracciando il terrorista, ha fatto da scudo protettivo. Un gesto eroico ricordato dal padre del giovane nel gennaio di quest’anno. «Mio figlio era consapevole del sacrificio cui andava incontro. Diede la sua vita per salvarne molte altre che erano quel giorno a Messa in quella chiesa».

Dai resoconti di stampa si evince che il giovane cercò di far ragionare il terrorista, ma vanamente. Il terrorista-kamikaze è votato alla morte sua e degli altri. Il suo dio semina morte e distruzione, vuole uccidere la speranza di un mondo dove ognuno possa testimoniare il proprio credo religioso senza timore di essere assassinato o violentato. Un dio antico e terribile, un dio mostruoso, direi un diavolo che si avvale di una ideologia religiosa e di una lettura integralista del Corano.

Akash Bashir è un giovane martire cristiano. Il martire (dal greco μάρτυς, testimone) è colui che testimonia la propria fede, anche a costo della morte. Pur essendo un concetto presente in più religioni, è evidente che il martire cristiano non è affatto paragonabile ad un martire dell’islamismo fondamentalista ed eretico. Egli muore a mani nude, disarmato, senza opporre resistenza. Non risponde alla violenza con la violenza, ma con lo stesso atteggiamento del Cristo sulla croce: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34).


La legittima difesa non solo è pienamente umana ma è anche pienamente cristiana
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