Idolatria e spiritualità naturale e universale

Re: Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal

Messaggioda Sixara » lun lug 04, 2016 8:28 am

Còsa ke l ga dìto el mistico Elie Wiesel sol misticismo :

Cosa significa realmente il misticismo? Significa un modo per avere conoscenza. È vicino alla filosofia tranne per il fatto che nella filosofia il metodo di indagine è orizzontale, mentre nel misticismo è verticale.

e stàltri

Fra tutti coloro che cercano, soltanto il mistico ha trovato, ma, prezzo di un favore così eccezionale, non potrà mai dire che cosa, benché egli abbia la certezza che conferisce unicamente il sapere incomunicabile (il vero sapere insomma). La strada sulla quale egli vi inviterà a seguirlo sbocca su una vacuità senza uguali ma, ed è questa la meraviglia, una vacuità che vi colma, poiché si sostituisce a tutti gli universi aboliti. Ciò di cui si tratta in questo caso è un'impresa, la più radicale che sia stata tentata, per ancorarsi in qualcosa di più puro dell'essere o dell'assenza dell'essere, in qualcosa di superiore a tutto, perfino all'assoluto.

E.Cioran
Avatar utente
Sixara
 
Messaggi: 1764
Iscritto il: dom nov 24, 2013 11:44 pm

Re: Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal

Messaggioda Berto » lun lug 04, 2016 10:31 am

Sixara ha scritto:Còsa ke l ga dìto el mistico Elie Wiesel sol misticismo :

Cosa significa realmente il misticismo? Significa un modo per avere conoscenza. È vicino alla filosofia tranne per il fatto che nella filosofia il metodo di indagine è orizzontale, mentre nel misticismo è verticale.

e stàltri

Fra tutti coloro che cercano, soltanto il mistico ha trovato, ma, prezzo di un favore così eccezionale, non potrà mai dire che cosa, benché egli abbia la certezza che conferisce unicamente il sapere incomunicabile (il vero sapere insomma). La strada sulla quale egli vi inviterà a seguirlo sbocca su una vacuità senza uguali ma, ed è questa la meraviglia, una vacuità che vi colma, poiché si sostituisce a tutti gli universi aboliti. Ciò di cui si tratta in questo caso è un'impresa, la più radicale che sia stata tentata, per ancorarsi in qualcosa di più puro dell'essere o dell'assenza dell'essere, in qualcosa di superiore a tutto, perfino all'assoluto.

E.Cioran



Oro, me sta ben!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal

Messaggioda Berto » ven lug 08, 2016 7:59 pm

L'idolatra islamico, seguace del terrorista assassino Maometto, che accusa i cristiani di idolatria

Germania, l'islamico che punta alla presidenza: "La croce di Gesù è una bestemmia"
Navid Kermani piace alla sinistra ma non alla Merkel. Nel 2009 disse: "L'idolatria della croce è una bestemmia". Ora può diventare presidente federale

Sergio Rame - Ven, 08/07/2016

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ger ... 81024.html

Il prossimo presidente federale potrebbe essere un musulmano. Così dopo Londra, dove è stato recentemente eletto sindaco l'islamico Sadiq Khan, la Germania fa i conti con la possibilità di avere un capo dello Stato di fede islamica.

Come spiega il Corriere della Sera, infatti, i socaildemocratici della Spd, la Linke e i Verdi stanno seriamente valutando la possibilità di candidare Navid Kermani quando, agli inizi del 2017, Joachim gauck lascerà la presidenza.

Kermani è un intellettuale di origine iraniana. Quarantottenne nato a Siegen, in Vestfalia, è romanziere e saggista: scrive sul quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung, sul settimanale Die Zeit e sul quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung. Sebbene sia da sempre considerato un intellettuale impegnato a superare quelle diversità che dividono le religioni, le sue dichiarazioni pubbliche non hanno mancato di destare scandalo e sollevare pesantissime polemiche. In più di un'occasione ha, infatti, spiegato ch per il Corano Gesù non fu mai crocifisso dal momento che sulla croce ci andò qualcun altro al suo posto. E proprio sulla croce ha espresso parole pesantissime. Per Kermani "l'idolatria della croce" è "una bestemmia". Nel 2009, quando visitò San Lorenzo in Lucina a Roma, raccontò alla Neue Zürcher Zeitung che davanti al quadro di Guido Reni pensò per la prima volta di "poter credere a una croce" tanto è capace di trasformare il dolore da fisico a metafisico.

La scelta della sinistra di puntare su Kermani non piace a tutti. In primis, non si trova d'accordo la cancelliera Angela Merkel. Tuttavia, i progressisti sembrano intenzionati a tirare dritto su questa strada. Anche perché, come spiega il Corriere della Sera, la vedono come l'occasione per "affermare la mutazione genetica in corso nel Paese che ha aperto le porte ai rifugiati".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal

Messaggioda Berto » mer lug 13, 2016 7:52 pm

Idolatria islamica - Deołatria xlamega (ideolatria vocale islamica)


MUSLIMA

Sono una musulmana italiana.
Studio l'arabo per parlare con Dio.

Sono una musulmana italiana.
Astaghfirullah, a casa a volte ho mangiato maiale per non ferire mia madre. I convertiti di qualunque religione le fanno paura. E posso capire il perche'.

Sono una musulmana italiana.
Credo che il cuore di una persona conti più dei suoi capelli coperti, ma quando indosso il velo per
pregare entro in un altro mondo dove ci siamo solo io e Allah , e lo ringrazio felice per lo hijab.

Sono una musulmana italiana.
Credo, anzi so che Dio è uno per tutti, e l'Islam è la lingua migliore che ho trovato per parlare direttamente con Lui in ogni momento della mia giornata.
L'avevo cercato in ogni angolo prima e L'ho trovato qui.

Sono una musulmana italiana.
Ancora non prego 5 volte al giorno ma parlo con Allah ogni momento. E un giorno Inshallah diventerò più disciplinata. Ci sto lavorando con amore.

Sono una musulmana italiana.
Mi piacciono i cani; anche ai sufi piacciono i cani.

Sono una musulmana italiana.
Ho scelto l'Islam perché è una religione di pace, interiore e per il mondo. E mi viene il vomito quando vedo le bandiere nere dell'ISiS profanare il Suo nome.


Sono una musulmana italiana
e mi sforzo di non giudicare nessuno, vorrei che anche gli altri si sforzassero di non giudicare me.

Sono una musulmana italiana, Alhamdulillah, che Dio sia lodato


WORLDaholic
-------------------------

MUSLIMA

I am an Italian muslima,
I study Arabic in order to speak with my God

I am an Italian muslima
Astaghfirullah I've eaten pork sometimes because I didn't want to scare my mother: she is afraid of converts, from all religions, and maybe I can understand why.

I am an Italian muslima,
I believe that heart is the most important thing. More important than a veiled head.
But as I put my hijab on for praying it takes me into a world where there's only me and my Allah, and I thank Him joyfully for creating it.

I am an Italian muslima .
I do believe that there is only one God, and that He is everyone's God.
Islam is the language that I've found to feel in touch with him every minute of my life.
I had been searching for so long, and finally I met Him in the Quran.

I am an Italian muslima.
I still don't pray five times a day but I talk with Allah in every instant. Inshallah one day I will reinforce my discipline. I am putting effort in it, doing it with lots of love.

I am an Italian muslima.
And I like dogs; Sufi like dogs too.

I am an Italian muslima.
I have chosen Islam because it brings peace inside my heart and it contains the seeds of worldwide peace.
And it makes my stomach revolt when I see ISIS black flags profanating His name. You hypocrites.

I am an Italian muslima,
I try hard not to judge anyone's soul, please return the courtesy.

I am an Italian muslima;
Alhamdulillah, all praises to God.

WORLDaholic
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal

Messaggioda Berto » gio lug 14, 2016 12:51 pm

IL CORANO VIETA GLI ALCOLICI (MA NON LE DROGHE), E I RAPPORTI GAY (CHE NELLA PRATICA SONO TOLLERATI)
L'omosessualità femminile è permessa dall'islam e, per la maggior parte dei sunniti, anche quella maschile (del resto anche Maometto ebbe un rapporto omosessuale)
di Vittorio Messori
n.462 del 13 luglio 2016

http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4292

Come tutti sanno il Corano vieta rigorosamente il consumo di vino e, in genere, di ogni alcolico. Un divieto che per Maometto non fu difficile stabilire, visto che nella desertica e arroventata penisola arabica (la sola che gli importasse, pare che non pensasse a una espansione, dopo la morte, della sua dottrina oltre quei deserti), nella penisola arabica, dunque, la coltivazione della vite era pressoché impossibile. Il poco vino che si consumava era portato dalle carovane provenienti soprattutto dal Libano ed era dunque scarso e caro. In ogni caso, tra i tropici e l'equatore gli effetti anche negativi degli alcolici sono moltiplicati dal clima. Meglio, dunque vietare.

IN VINO... IPOCRITAS
Questo divieto è tra le poche cose del Corano che piacciono in Occidente: piacciono, infatti, ai "proibizionisti", membri soprattutto di sette protestanti, quelle che riuscirono a convincere il governo americano a imporre in tutti gli Stati Uniti - dal 1919 al 1934 - lo stop totale alla produzione, vendita, importazione delle bevande alcoliche. Come sempre, tra l'altro, si ebbe il solito effetto opposto alle attese: invece di moralizzare la società si moltiplicò la criminalità, con il contrabbando e le distillerie clandestine, favorendo lo sviluppo del fenomeno mafioso. C'era, qui - e c'è - comunque, una insanabile contraddizione: proprio dei protestanti che dicono di obbedire fedelmente solo alla Scrittura, contrastavano (e tuttora contrastano, anche in comunità numericamente importanti, come gli Avventisti) una realtà scritturale innegabile. Sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento è deplorato, com'è ovvio, l'abuso di vino, ma questo non è certo proibito, anzi è spesso lodato come uno dei doni che Dio ha fatto all'uomo. Gesù stesso beveva, come ogni ebreo e, anzi il suo primo miracolo fu quello di Cana, quando provvide a rifornire di altra bevanda i convitati a un banchetto nuziale già un po' brilli, visto che il loro consumo era andato al di là delle previsioni del padrone di casa. San Paolo, pur ripetendo nelle sue lettere l'invito scontato alla moderazione, arriva ad esortare l'amico Timoteo a "bere un po' di vino" per contrastare dolori di stomaco. Con buona pace di quei protestanti - che vorrebbero astemi non solo i loro seguaci, ma anche tutti i cristiani - nell'intera storia della Chiesa solo gruppi di fanatici settari hanno rifiutato gli alcolici. San Benedetto stesso, nella sua Regola, respinge il rigorismo di un ascetismo che non è cristiano, e fissa per i suoi monaci una quantità giornaliera del prezioso liquido. Le abbazie, tra l'altro, divennero spesso famose per la produzione, oltre che di vini pregiati, di birre e di digestivi anche con alta gradazione.
In ogni caso, non tocca a noi, cristiani, lanciare la pietra contro chi va contro le norme della sua religione. Proprio noi, cittadini di un mondo che ormai in gran parte non ignora solo i precetti del Vangelo: ignora la sua esistenza stessa. Quanto abbiamo detto sopra è per accennare a un aspetto del mondo islamico di cui ben poco si parla e che è stato di recente esplorato da Franz Rosenthal, arabista prestigioso, ben noto agli storici e con cattedra all'università di Yale. Lo studioso ha pubblicato un libro dal titolo significativo: The Herb. Hashish versus Muslin Society. L'Erba, con la maiuscola, l'Erba per l'antonomasia è la cannabis dai cui fiori, come è noto, si estraggono varie droghe di cui l'hashish è la più ricercata. Lo storico, dopo una lunga ricerca negli archivi (ma frequentando non solo il passato bensì anche il presente del mondo musulmano, constatando la presenza se non la crescita del problema) lo storico, dunque, mostra come l'astensione dagli alcolici sia stata sostituita dal consumo di massa di hashish, fumato miscelato con tabacco o reso liquido e bevuto. Secondo il professor Rosenthal, questo uso ed abuso di droghe è tra le ragioni principali del declino della società islamica che, a partire dal XIII secolo, diventa sempre meno creativa e finirà poi tutta sotto il dominio coloniale degli europei. Pochi sanno che nel 1789, appena sbarcato in Egitto, Napoleone scoprì la diffusione di massa della canapa indiana e ne constatò gli effetti disastrosi della popolazione. Dunque, emanò un decreto che vietava rigorosamente ai soldati francesi ogni consumo di hashish, liquido o solido. È in assoluto il primo atto - constata lo studioso di Yale - di un'autorità europea contro gli stupefacenti. Comunque, il dilagare dell'Erba in tutto il mondo musulmano è continuata a tal punto che, nel 1922, sempre i francesi - stavolta quelli che occupavano Tunisia, Algeria, Marocco - cercarono di limitare l'uso della droga vietandone la vendita libera e istituendo un monopolio di Stato. Il prezzo fu elevato di molto, per scoraggiar i clienti, e la quantità per ogni persona fu ridotta al minimo. Nel dopoguerra, all'Incontro mondiale sugli stupefacenti, a Ginevra, i delegati musulmani chiesero che la cannabis (cui molti guardavano con indulgenza) fosse inserita nell'elenco delle sostanze da proibire e da combattere. Il delegato egiziano fece un intervento drammatico: "L'hashish è la causa principale di alienazione mentale del nostro Paese, essendo responsabile del 40 per cento dei ricoveri urgenti in ospedale e fiaccando le energie dei lavoratori, sia giovani che adulti". Ogni repressione legale e poliziesca, tuttavia, non ha risolto e neppure attenuato il problema che, anzi, oggi si aggrava. Questo diciamo non certo per moralistica condanna, bensì a beneficio degli ingenui che, a fronte di un Occidente postcristiano dove la droga ha la presenza che sappiamo, favoleggiano di un mondo musulmano compatto in virtù ammirevoli: niente alcol, niente stupefacenti. E, già che ci siamo, niente omosessualità. Beh, qui sotto, parleremo pure di questo.

L'ADOLESCENTE SODOMIZZATO DA MAOMETTO
Si sa che il Corano condanna severamente i rapporti sessuali tra uomini (l'omosessualità femminile, pur molto praticata negli harem e nelle saune per sole donne, è ignorata) e sancisce, addirittura la pena di morte. Il maggior numero dei moltissimi giustiziati in quella teocrazia sciita che è l'Iran è costituita da sodomiti, spesso giovanissimi. L'applicazione della pena coranica è assai meno frequente tra i sunniti: in effetti, il Nord Africa è sin dall'Ottocento un eden per gli omosessuali europei. Tanto per citare un esempio tra mille, André Gide, il premio Nobel, ha dedicato un intero libro alle sue avventure pederastiche in Marocco e in Algeria. Anch'egli testimonia della grande tolleranza islamica, che dura tuttora, alimentando un frequentato turismo sessuale gay.
Ma c'è un motivo ignorato dai più, anche da molti musulmani, nella comprensione dei sunniti. Questi, accanto al Corano, seguono una Tradizione (la Sunna, appunto), costituita da migliaia di frammenti, detti hadith. Questi riportano, tramandati per secoli oralmente, una parola, un detto, un atto, un silenzio del Profeta. Non soltanto il suo insegnamento ma anche la sua vita, pur nella quotidianità più banale, costituisce una base per la fede. Ebbene, c'è un hadith (il 12669, detto Musnah Amad) del quale non parlano in pubblico i dotti ma che, segretamente, ha contribuito a creare un clima di tolleranza verso l'omosessualità. Maometto, dopo i suoi successi religiosi e militari, era circondato da una corte (tutta maschile) composta anche da giovani e giovanissimi. Uno di questi, a nome Zahid, si distingueva tra la sua bellezza e la sua grazia. Avvenne così, narra il frammento entrato a far parte della Tradizione sunnita, che un giorno il Profeta prese per le spalle il discepolo, gli sollevò la tunica che portava come solo indumento e, di sorpresa, lo sodomizzò. Zahid non gradì quella che avvertì, non a torto, come una violenza e osò protestare con Maometto: non era proprio egli stesso che rivelava ai credenti al condanna di Allah per il sesso tra i maschi? Ma il Profeta gli replicò che avrebbe dovuto, semmai, ringraziarlo: essere non solo toccato ma addirittura posseduto dall'inviato divino era un grande e santificante privilegio. Gli esperti della Legge coranica ancora discutono: l'atto era una concessione particolare del Cielo per Maometto o costituiva un esempio che anche gli altri credenti potevano imitare? Guardando alla prassi seguita nei secoli dall'Islam sunnita, sembra che abbia finito per prevalere l'ipotesi dell'esempio che era lecito seguire. Una conferma autorevole è data dalla poesia araba, dove molto spesso è cantata la bellezza degli adolescenti e la dolcezza degli amori con loro. Si disilludano, dunque, coloro che pensano di trovare tra i musulmani un fronte compatto contro la diffusione dell'omosessualità. Scopriranno, sì, l'orrore per quelle "mostruosità" che, per tutto l'islam, sono le unioni o addirittura i matrimoni di uomini con uomini e di donne con donne. Ma scopriranno come, da sempre, molti dei Credenti in Allah non disdegnino il "passatempo" con gli efebi. Del resto, gli hammam, i bagni turchi di Istanbul, sono celebri da sempre anche per le pratiche omosessuali che vi si tengono. Non è stato lo stesso Profeta a cedere alla tentazione?

Titolo originale: Un po' di Islam
Fonte: Il Timone, maggio 2016 (n.153)
Pubblicato su BastaBugie n. 462
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal

Messaggioda Berto » gio ago 18, 2016 4:38 am

Caro Papa par esar dal bon fiołi de D-o a cogna renounçar a tuti łi idołi o almanco de renounçar a enpor el purpio idoło a łi altri - Caro Papa per essere veramente figli di D-o bisogna rinunciare a tutti gli idoli o almeno di rinunciare a imporre il proprio idolo agli altri!

http://www.lastampa.it/2016/01/06/multi ... agina.html

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -idoli.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal

Messaggioda Berto » ven ago 19, 2016 10:39 pm

Caro Gesù Cristo, sono cosi contento di essermi liberato dell'assurda idea che tu sia D-o; perché almeno come uomo ebreo spirituale vali molto, mentre come idolo non vali niente.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 7:38 pm

MA IL "DIO" DI "AVVENIRE" E DEI CIELLINI OGGI E' ALLAH ? - Lo Straniero
20/08/2016

http://www.antoniosocci.com/dio-avvenir ... #more-4667

Ieri “Avvenire” ha pubblicato un editoriale (un editoriale esprime la linea ufficiale del giornale) e il cuore di tale editoriale è un’enormità decisamente fuori dalla fede cattolica.
Purtroppo tale editoriale è firmato da un mio amico di CL, ma bisogna essere anzitutto amici della verità, per cui – con dolore – devo rilevare che se il giornale della Cei propone una simile idea come suo editoriale, siamo a un passo dall’abisso (e anche dal ridicolo).
Ecco la frase su cui l’editoriale di “Avvenire” costruisce tutto il suo teorema bergogliano:
.
“Infatti, per chiunque creda – cristiano o islamico o ebreo – Dio è uno, grande, onnipotente, misericordioso. Le differenze semmai sono a riguardo dell’io”.


Come si vede ormai “l’effetto Bergoglio” sta dilagando. Siamo alle parole in libertà. A leggere questo editoriale del giornale della Cei infatti la fede dei cristiani e dei musulmani sarebbe la stessa e identica sarebbe la loro concezione di Dio.

Ma il direttore di “Avvenire”, Tarquinio, che un tempo fu ratzingeriano, non ha mai sentito parlare della Santissima Trinità che è il cuore della fede cristiana e che i musulmani ritengono la peggiore delle bestemmie?

Nella cupola della Moschea della Roccia, costruita dai musulmani sul luogo santo degli ebrei, al posto dell’antico Tempio di Gerusalemme, campeggia una scritta che appunto nega la Trinità. L’islam in quella scritta proclama: “Dio non ha un figlio”.

L’Islam nasce proprio dalla negazione della divinità di Gesù Cristo e dalla negazione della Trinità di Dio. E’ il più radicale e violento attacco che si sia visto al cuore della fede cristiana.
Possiamo dunque dire che non c’è differenza nella concezione di Dio fra cristiani e musulmani?
È lo stesso apostolo san Giovanni a chiarire che se non si riconosce il Figlio, non si possiede nemmeno il Padre:
.
“Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre” (1Gv 2, 22-23)
.
Mi sembra chiarissimo. Ed è ovvio che l’abissale differenza nella concezione dell’ “io” (della persona), fra Islam e cristianesimo, deriva proprio da un’abissale differenza nella concezione di Dio.

Ad “Avvenire” però lo ignorano. So per certo che l’editorialista ha almeno sentito parlare della Santissima Trinità e del credo trinitario dei cristiani. Tuttavia i tempi – nella Chiesa e dentro CL – sono tali che la Verità della fede viene ormai allegramente cestinata, per dar voce alle più assurde supercazzole.
Mi pare, vedendo quello che accade nella Chiesa (e anche il triste spettacolo del Meeting 2016), che si possa dire che molti “si vergognano di Cristo”, come amaramente lamentò don Giussani nella sua ultima intervista. Oggi questa tendenza è diventata dominante dentro Cl e nella Chiesa.
.
Solo come memorandum riproduco qui sotto alcuni passi della DOMINUS JESUS che ricordano a tutti qual è la fede dei cattolici:
Il perenne annuncio missionario della Chiesa viene oggi messo in pericolo da teorie di tipo relativistico, che intendono giustificare il pluralismo religioso, non solo de facto ma anche de iure (o di principio).
Di conseguenza, si ritengono superate verità come, ad esempio, il carattere definitivo e completo della rivelazione di Gesù Cristo, la natura della fede cristiana rispetto alla credenza nelle altre religioni, il carattere ispirato dei libri della Sacra Scrittura, l’unità personale tra il Verbo eterno e Gesù di Nazareth, l’unità dell’economia del Verbo incarnato e dello Spirito Santo, l’unicità e l’universalità salvifica del mistero di Gesù Cristo, la mediazione salvifica universale della Chiesa, l’inseparabilità , pur nella distinzione, tra il Regno di Dio, Regno di Cristo e la Chiesa, la sussistenza nella Chiesa cattolica dell’unica Chiesa di Cristo.

Per porre rimedio a questa mentalità relativistica, che si sta sempre più diffondendo, occorre ribadire anzitutto il carattere definitivo e completo della rivelazione di Gesù Cristo.

Deve essere, infatti, fermamente creduta l’affermazione che nel mistero di Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, il quale è « la via, la verità e la vita » (Gv 14,6), si dà la rivelazione della pienezza della verità divina: « Nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare » (Mt 11,27); « Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato » (Gv 1,18); « È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità e voi avete in lui parte alla sua pienezza » (Col 2,9‑10).

Fedele alla parola di Dio, il Concilio Vaticano II insegna: « La profonda verità , poi, sia su Dio sia sulla salvezza dell’uomo, risplende a noi per mezzo di questa rivelazione nel Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta la rivelazione »

E ribadisce: « Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come “uomo agli uomini”, “parla le parole di Dio” (Gv 3,34) e porta a compimento l’opera di salvezza affidatagli dal Padre (cf. Gv 5,36; 17,4). Perciò egli, vedendo il quale si vede il Padre (cf. Gv 14,9), col fatto stesso della sua presenza e manifestazione di Sé, con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e con la gloriosa risurrezione dai morti e, infine, con l’invio dello Spirito di verità compie e completa la rivelazione e la conferma con la testimonianza divina […]. L’economia cristiana, dunque, in quanto è l’alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non si dovrà attendere alcuna nuova rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cf. 1 Tm 6,14 e Tt 2,13) »

Per questo l’enciclica Redemptoris missio ripropone alla Chiesa il compito di proclamare il Vangelo, come pienezza della verità : « In questa Parola definitiva della sua rivelazione, Dio si è fatto conoscere nel modo più pieno: egli ha detto all’umanità chi è. E questa autorivelazione definitiva di Dio è il motivo fondamentale per cui la Chiesa è per sua natura missionaria. Essa non può non proclamare il vangelo, cioè la pienezza della verità che Dio ci ha fatto conoscere intorno a se stesso». Solo la rivelazione di Gesù Cristo, quindi, « immette nella nostra storia una verità universale e ultima, che provoca la mente dell’uomo a non fermarsi mai ».


A digo mi:
Che demenza! E gli altri esseri umani non ebrei, non cristiani, non mussulmani ma altro credenti, non credenti, agnostici, aidoli cosa sono? Eppoi non si tratta dello stesso D-o ma di divinità o idoli diversi non per nulla gli idolatri islamici gridano Allahu Akbar che significa Allah è il più grande e non Allah è grande, per cui loro stessi senza rendersene conto, bestemmiano affermando che Allah è un Dio in concorrenza con altri Dei e perciò tutti non sono altro che idoli. Lo afferma anche il Papa quando identifica il Dio dei cristiani con quello dei mussulmani; negando di fatto Cristo e tutto il cristianismo fondato su Cristo Dio Incarnato.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal

Messaggioda Berto » mar set 06, 2016 4:35 am

La religione rende più altruisti?
Il Post
2015/11/06

http://www.ilpost.it/2015/11/06/studio- ... generosita

Giovedì 5 novembre sulla rivista scientifica Current Biology è stato pubblicato uno studio che si occupa del rapporto tra religione e prosocialità. I comportamenti prosociali sono quelli che, senza la ricerca di ricompense esterne, favoriscono le altre persone o il raggiungimento di obiettivi sociali positivi: tra le abilità prosociali ci sono l’autocontrollo, l’empatia, la comprensione degli altri, l’assistenza, la valorizzazione della diversità, la solidarietà. La ricerca si sofferma in particolare sul legame tra educazione religiosa e altruismo in quei bambini che sono cresciuti, appunto, in famiglie che si definiscono “religiose”. Le conclusioni sono tre: i genitori religiosi considerano i loro figli più empatici e sensibili alle ingiustizie (l’opinione dei genitori non religiosi sui propri figli è più moderata); le modalità di trasmissione di valori e pratiche religiose da una generazione all’altra non favoriscono il comportamento altruistico; la religiosità invece che l’altruismo aumenta le tendenze punitive.

Lo studio è innovativo per due motivi: finora le ricerche sul rapporto tra religiosità e moralità si erano concentrate su categorie sociali ben precise (persone occidentali, scolarizzate e con un buon livello economico) mentre lo studio pubblicato in questi giorni è stato condotto sui bambini di vari e differenti paesi. In secondo luogo i risultati, come hanno spiegato i ricercatori, «sfidano la tesi per cui la religione sia di vitale importanza per lo sviluppo morale, e supportano l’idea che la secolarizzazione del discorso morale non diminuirà la bontà umana ma farà esattamente il contrario». Nella presentazione dello studio si spiega: «Poiché 5,8 miliardi di esseri umani, che rappresentano l’84 per cento della popolazione mondiale, si identificano come religiosi, la religione è senza dubbio un aspetto prevalente della cultura che influenza lo sviluppo e l’espressione della prosocialità». Ma si dice anche che nonostante sia generalmente accettato che la religione formi il giudizio morale delle persone e il comportamento prosociale, la relazione tra religiosità e prosocialità è in realtà molto più controversa.

Lo studio è stato condotto da Jean Decety, del dipartimento di Psicologia dell’Università di Chicago, ed è stato finanziato dalla John Templeton Foundation, un’organizzazione di ispirazione cristiana nata nel 1987 per volontà di sir John Templeton (filantropo di confessione presbiteriana e agente di borsa) che decise di investire il suo patrimonio nella promozione di studi e ricerche sui rapporti fra religione e scienze. La Fondazione è conosciuta anche per un premio da circa un milione e mezzo di dollari che assegna ogni anno. La ricerca ha coinvolto 1.170 bambini dai 5 ai 12 anni di sei paesi diversi: Canada, Cina, Giordania, Turchia, Stati Uniti e Sudafrica.

Lo studio ha innanzitutto misurato il livello di pratica religiosa nelle famiglie dei bambini. Per motivi di semplificazione statistica, le famiglie sono state divise in tre gruppi: non religiose, cristiane, musulmane (altri culti erano sotto rappresentati nel campione). I ricercatori hanno chiesto ai genitori di valutare la capacità di empatia e la sensibilità verso l’ingiustizia dei loro figli. Cristiani e musulmani hanno fornito valutazioni più alte rispetto a quelle dei genitori non credenti.

Sensibilità all'ingiustizia

Dopodiché a ogni bambino o bambina sono stati mostrati dei brevi video che mostravano altri bambini che si spingono e che cadono, in modo intenzionale o no, ed è stato chiesto loro di valutare il livello di “cattiveria” e quello di una possibile punizione per i trasgressori, in base a una scala graduata ma non specifica. Il risultato è che i bambini di famiglie religiose hanno mostrato in media un giudizio più severo, indipendentemente che la spinta fosse stata compiuta volontariamente o meno, e hanno proposto punizioni più severe rispetto a quelle dei bambini di famiglie non religiose. I bambini musulmani si sono dimostrati i più intransigenti.

Punibilità

Infine, per valutare il livello di generosità e altruismo dei bambini, i ricercatori hanno usato un adattamento del cosiddetto “gioco del dittatore”, ideato dagli economisti: fra trenta adesivi hanno proposto ai bambini di sceglierne dieci, quelli che preferivano, precisando però che non ci sarebbe stato il tempo di distribuirli a tutti nella loro scuola. A chi aveva potuto scegliere era stato chiesto se sarebbe stato disposto a cedere qualche adesivo a chi non l’aveva ricevuto. Il numero di adesivi regalati, in assenza dei ricercatori, aumentava con l’età (ma questo è un effetto dello sviluppo dell’altruismo con l’aumentare degli anni, già noto e riconosciuto). I bambini di famiglie non religiose si sono mostrati significativamente più generosi rispetto ai loro coetanei credenti: tra loro il numero dei doni era inversamente proporzionale all’intensità della pratica religiosa e questo senza alcuna significativa differenza statistica in base alla cultura, alla religione o al paese», ha precisato Jean Decety. I figli dei non credenti hanno regalato una media di 4,1 adesivi. I bambini provenienti da un contesto religioso, hanno ceduto una media di 3,3 adesivi.

Generosità

I ricercatori hanno spiegato questo fenomeno facendo appello al meccanismo di “licenza morale”: la religiosità è percepita in se stessa come segno di bontà e i praticanti potrebbero consentire a loro stessi – «inconsciamente», dice Jean Decety – di essere più egoisti nella vita quotidiana. La spiegazione è stata giudicata plausibile da altri studiosi: altre ricerche hanno infatti dimostrato che la religiosità è associata a maggiori donazioni caritatevoli, ma non a un’assistenza offerta in situazioni spontanee.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal

Messaggioda Berto » ven gen 06, 2017 8:59 am

Non si confonda la spiritualità ed il sacro con la religiosità e le religioni con i loro culti e le loro credenze e fedi: si può essere spirituali senza essere religiosi e si può essere religiosi senza spiritualità; la spiritualità non è monopolio di alcuna religione o delle religioni, di qualche libro o di qualche uomo detto profeta a cui D-o si sarebbe rivelato; e allo stesso modo non si confonda D-o con gli idoli delle varie religioni che hanno l'assurda pretesa di essere D-o, poiché nessuna interpretazione umana del divino e nessuna particolare rivelazione è D-o.
La spiritualità è data per natura, è connaturata alla vita, al creato e a tutti gli esseri viventi e non, e non è un portato di qualche persona invasata, detta profeta o toccata da D-o; D-o creatore di tutte le cose del Creato non ha bisogno di nessuno per essere presso gli uomini poiché egli è da sempre in ogni cosa, in ogni luogo e in ogni creatura. Quindi colui o coloro che vanno per il mondo a raccontare che il loro idolo è D-o sono soltanto dei bugiardi idolatri e se il loro racconto è accompagnato dalla violenza per renderlo vero e costringere gli altri ad accettarlo per vero è un crimine contro l'umanità e una bestemmia contro D-o. Costoro non sono uomini spirituali ma dei semplici criminali che coprono i loro crimini con una religiosità che nulla ha di spirituale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Idoli, idolatria, aidoli e atei

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron