Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Re: Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Messaggioda Sixara » mer ago 12, 2015 9:36 am

Berto ha scritto:Mi, par mi, a prefariso vedar ła dona come ke el ła ga fata el creator, al natural e sensa vełi:


:D Mi, par mi, a preferiria vedare i òmani on fià pì coèrti, ke i và n jro n mudande e 'zavàte. :D
Seriamente : a ghè oltimamente on xvacamento de tuti, òmeni e dòne, ke no condivido... vabè ca fa caldo però insoma, ndare n cèxa a on funerale, come ke go visto, n canotièra...
però so l abiliamento n cèxa bixogna fare on distinguo, dèso ca ghe penso : a mè capità oltimamente de partecipare a la mésa domenicale, cuea ke la vien riprexa da la televixion na'zionale. A so ndà dentro la cèxa de Santandrea a Ciòza, ca sàpia mi, a go visto subito la posta'zion de la RAI e no me son fàta, ke mi no lo saevo ke i fà ste robe, e se vede ke kela domenega là ghe tocava Ciòza...
Bè, me ga dìto mefiòla, ca jera on spàso vardarne n televixion : i jera tuti n canotièra e braghete curte, foravia ke mi. :lol:
Pò i ga fato la sfilata davanti le telecàmare pa ndar fare la comunion. In televixion nol pàsa ma se sentiva anca on bon odore da frìto, ke l vegnea dentro da le finestre ke le dà sol ristorante, el Gàto.
Cusì lè, se i vòe inpinire le cèxe danòvo bixogna ke i se adegua a i tenpi.

Na curioxità : ma ti vèto mai, ma propio mai, drento na cèxa? Co lè vòda, intendo, nò a mésa. Mi ghe càto comuncue on senso, el sarà anca solo storico o culturale, ma el ghè, a lo sento ke l ghè. Se Dio lè dapartuto el sarà anca drento na cèxa, a digo mi.
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Re: Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Messaggioda Berto » mer ago 12, 2015 10:46 am

Ente łe cexe a ghè łi idołi ke łi sconde Dio: ente łe cexe cristiane a ghè el Cristo e ente łe moskee a ghè el Coran, do idołi ke łi sconde e falsefega Dio. Se te vol catar Dio a cogna ke te ghe jiri torno par fora e de longo a łe cexe e a łe moskee.

Eco łi idołi cosa ke łi te fa far:
Dubai, figlia meglio morta che disonorata - La lascia affogare per non farla 'toccare' dal bagnino
11 agosto 2015
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/m ... dbb5a.html
L'ha lasciata morire annegata pur di non farla toccare dai bagnini che l'avrebbero così 'disonorata'.
Il tragico episodio è avvenuto a Dubai dove un uomo asiatico - riferisce Al Arabya - non ha permesso a nessuno di avvicinarsi alla figlia, una ragazza di 20 anni che stava annegando, urlando 'aiuto' ed è poi morta. La ragazza era con la famiglia - oltre al padre anche la madre e dei fratellini - sulla spiaggia per un pic-nic quando è entrata in acqua e ha perso il controllo chiedendo aiuto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Messaggioda Berto » mer ago 12, 2015 1:45 pm

Sotansa o sotomision a Dio o Alah o Paremare Çełeste
viewtopic.php?f=24&t=1348


Dio non è un padre padrone pastore, un re, un imperatore, un dittatore, un despota, che tutti hanno bisogno di sudditi, di servi, di schiavi che si inginocchiano e che strisciano ai loro piedi. Dio non ha mai ordinato la sottomissione delle sue creature e che gli uomini eretti su due gambe preghino strisciando come vermi o a carponi come bestie a quattro zampe. Le creature hanno senso e si realizzano appieno conformandosi alle leggi divine e universali che sono iscritte nel dna e nel cuore di tutte le creature ma non come sottomissione ma come fonte di vita e aldilà della stessa coscienza.
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Re: Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Messaggioda Berto » ven ago 14, 2015 7:23 am

Na demensa sceta, no ghè gnente de vero sagro kive, ghè lomè oror e teror e tanta sagraletà pagana!


L’intervista. Buttafuoco: “L’Islam fa paura perché è la religione che ravviva la Tradizione”
Pubblicato il 7 agosto 2015 da Irib
http://www.barbadillo.it/46156-lintervi ... tradizione

Pierangelo Buttafuoco, Giorgia Meloni, giornalista e ex ministro e deputata, interviene nei quotidiani italiani per dichiarare il suo disappunto su una sua eventuale candidatura per il governatorato di Sicilia. Il motivo principale sembra un sentimento quasi nazionalistico in difesa dell’identità non islamica della Sicilia. Ci dica quanto e’ fondata la notizia, se e’ vera, ci dica se lei accetterà o meno questa proposta?

La notizia è fondata, è vera, gli uomini di Matteo Salvini, il leader della Lega Nord, hanno lanciato l’idea di una mia candidatura per l’elezione alla presidenza della Regione siciliana. Lo stesso Salvini, pur essendo il capo di una formazione politica da sempre ostile alle politiche di immigrazione dove poi è facile cadere nell’islamofobia, ha sempre dimostrato affetto e anche amicizia nei miei confronti. Quando lo scorso anno mi sono impegnato contro il disastro politico siciliano e ho lanciato la mia campagna per la cancellazione dell’autonomia e lo statuto speciale dell’isola – un territorio assai delicato per gli equilibri geopolitici – tra i leader nazionali Salvini è stato l’unico a esprimersi e a dare, pur essendo lui un autonomista, il suo appoggio a questa battaglia. Una cosa è l’autonomia dove funziona, un’altra in Sicilia dove tutto si sfascia. Molte realtà politiche della Lega Nord, quali Terra Insubre o il sito internet Il Talebano, sono partecipi di molte mie prese di posizioni pubbliche nel dibattito culturale e politico. Detto ciò io non accetterò la proposta di candidarmi perché non è nelle mie capacità. Io faccio politica, certo, ma con i miei libri e con i miei articoli.

Cosa risponde a chi sostiene che scegliere un governatore islamico, naturalmente italiano di pure origini siciliane, conoscitore della cultura e della storia della sua terra, come lo è Pietrangelo Buttafuoco, può essere dannoso e addirittura pericoloso per la Sicilia e per l’Italia?

Non c’è da perdere tempo con queste obiezioni. E nella ridicola presa di posizione della esponente di destra non c’è neanche islamofobia, piuttosto ignoranza. La signora ha semplicemente preso il pretesto per non farsi rubare troppi consensi da Salvini e ha creduto che davvero fossi interessato a questa operazione politica per mettersi di traverso. La Sicilia, poi, per chi non lo sapesse è il perfetto contravveleno nella guerra al fanatismo e al terrorismo. Sia esso islamofobo, sia islamico-fondamentalista. La mia terra, coi suoi poeti, col suo orizzonte sociale e culturale, già nel suo stesso dna universale, rappresenta alla perfezione la profezia di Goethe: il futuro dell’Europa sarà quello di un Islam addolcito nelle acque del Mediterraneo.

L’Isis, il pericolo e il nemico numero uno dell’Occidente? Come si spiega il fatto che circa l’ottanta per cento delle vittime delle barbarie e atrocità firmate dal Cosiddetto Califfato dello Stato Islamico, sono i musulmani e in particolare gli sciiti?

Me lo spiego nella semplicità dell’evidenza. Il potere domina col caos e il caos trova nell’Isis il suo più servizievole agente. Sarebbe più che facile estirpare la peste del terrorismo ma è assai comodo per lo status quo che il cosiddetto Califfato semini morte e distruzione tra i musulmani e nel mondo, e poi, faccia passare un’equazione tutta mentale e perciò pericolosa: Islam uguale terrorismo.

L’islamofobia si diffonde velocemente pur assumendo nuove sfaccettature, suscitando nuovi effetti e reazioni e percorrendo nuovi terreni. A chi conviene far credere che il nemico principale da combattere e abbattere in Occidente e’ l’ Islam? Perché l’Islam fa paura?

L’Islam fa paura perché è la religione che ravviva la Tradizione. Fa paura perché porta in Occidente i valori del Sacro. Come spiega Franco Cardini, uno dei massimi storici europei, se solo i cristiani conoscessero più intimamente il Cristianesimo non potrebbero che amare l’Islam. E così, viceversa. Sono stato recentemente in Russia e ne sono tornato favorevolmente colpito della integrità spirituale di quel popolo, votato interamente alla religione della Tradizione e incardinato nel Sacro al punto tale di fare altrettanta paura quanto ne fa l’Islam. Ed è significativo scoprire, con l’islamofobia, quale sia la seconda gamba della sovversione: la russofobia. Chi vuole il mondo ridotto a una sola dimensione odia tutti i colori del cielo. Tutti i raggi delle religioni della Tradizione che fanno a gara per arrivare alla stessa luce, l’unico Dio di tutti.


@barbadilloit


La spirtoaletà lè naltra roba ke narghe drio de le prateghe rituali e çeremognali de on coulto idolatra!
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Re: Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Messaggioda Berto » ven ago 14, 2015 10:35 am

Il mistero del volto di Dio secondo Benedetto XVI
di Massimo Introvigne17-01-2013

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il- ... i-5617.htm

Proseguendo nelle sue catechesi per l'Anno della fede, Benedetto XVI ha proposto nell'udienza generale del 16 gennaio 2013 una meditazione sul mistero del volto di Dio. Tutti i profeti dell'Antico Testamento ne hanno parlato. E tuttavia nella storia d'Israele a questo proposito c'è veramente un mistero.
Da una parte, è costantemente presente «il desiderio di conoscere questo volto, il desiderio di vedere Dio come è, tanto che il termine ebraico p?nîm, che significa “volto”, vi ricorre ben 400 volte, e 100 di queste sono riferite a Dio: 100 volte ci si riferisce a Dio, si vuol vedere il volto di Dio». Ma d'altro canto «la religione ebraica proibisce del tutto le immagini, perché Dio non si può rappresentare, come invece facevano i popoli vicini con l’adorazione degli idoli; quindi, con questa proibizione di immagini, l'Antico Testamento sembra escludere totalmente il “vedere” dal culto e dalla pietà».

Non c'è però, in realtà, alcuna contraddizione. «Da una parte si afferma che Dio ha un volto, cioè è un "Tu" che può entrare in relazione, che non è chiuso nel suo Cielo a guardare dall’alto l’umanità» ma «che si rivela progressivamente all’uomo, che fa conoscere se stesso, il suo volto». Dall'altra, si vuole evitare il forte rischio che Israele, influenzato dai popoli vicini, si costruisca un falso volto di Dio.
Mosé è «una figura a cui è collegato in modo del tutto speciale il tema del “volto di Dio”». Nel Libro dell'Esodo si legge: «Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico» (v. 11). Eppure quando Mosè chiede a Dio: «Mostrami la tua gloria!», la risposta di Dio è decisa: «Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome… Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo… Ecco un luogo vicino a me… Tu vedrai le mie spalle, ma il mio volto non si può vedere» (vv. 18-23).

Vedere il volto misterioso di Dio nell'Antico Testamento è propriamente impossibile. Questo mistero si risolve solo nella persona di Gesù Cristo, come leggiamo nel Vangelo di Giovanni: «Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,18).
Lo stesso san Giovanni riporta l'episodio dove l’apostolo Filippo chiede a Gesù: «Signore, mostraci il Padre e ci basta» (Gv 14,8). E il Signore risponde: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). Qui emerge la novità rispetto all'Antico Testamento: ora «Dio si può vedere, Dio ha manifestato il suo volto, è visibile in Gesù Cristo».

Con l’Incarnazione «la ricerca del volto di Dio riceve una svolta inimmaginabile, perché questo volto si può ora vedere: è quello di Gesù, del Figlio di Dio che si fa uomo. In Lui trova compimento il cammino di rivelazione di Dio», «in Lui il contenuto della Rivelazione e il Rivelatore coincidono».
C'è di più, spiega il Papa. Non solo Gesù ci mostra il volto di Dio: nello stesso tempo «ci fa conoscere il nome di Dio». Due misteri sono svelati insieme. Nell'Ulltima Cena Gesù afferma rivolto al Padre: «Ho manifestato il tuo nome agli uomini… Io ho fatto conoscere loro il tuo nome» (Gv 17,6 e 26).

In verità già a Mosè, presso il roveto ardente, «Dio aveva rivelato il suo nome, cioè si era reso invocabile, aveva dato un segno concreto del suo “esserci” tra gli uomini». Ma «questo in Gesù trova compimento e pienezza: Egli inaugura in un nuovo modo la presenza di Dio nella storia».
Il Pontefice cita san Bernardo (1090-1153), per cui il cristianesimo è la «religione della Parola di Dio»; non, però, di «una parola scritta e muta, ma del Verbo incarnato e vivente». Il Papa ricorda pure che «nella tradizione patristica e medioevale si usa una formula particolare per esprimere questa realtà: si dice che Gesù è il Verbum abbreviatum (cfr Rm 9,28, riferito a Is 10,23), il Verbo abbreviato, la Parola breve, abbreviata e sostanziale del Padre, che ci ha detto tutto di Lui. In Gesù tutta la Parola è presente». Il desiderio di conoscere il volto e il nome di Dio percorre tutta la storia ed è presente ancora oggi. «Il desiderio di conoscere Dio realmente, cioè di vedere il volto di Dio è insito in ogni uomo, anche negli atei. E noi abbiamo forse inconsapevolmente questo desiderio di vedere semplicemente chi Egli è, che cosa è, chi è per noi. Ma questo desiderio si realizza seguendo Cristo».


Me despiaxe caro Bendito ma Cristo nol ga resolvesto gnente, parké no lè Dio e parké Dio nol ga on nome.
No ghè gnaona encarnasion de Dio en Cristo. Sta credensa lè lomè falba e Cristo Dio lè n'edoło.
A mi Cristo el me stà pì senpatego come omo ke come Dio idoło; e gnanca de l'omo Cristo łi òmani łi ga na vista, gnaon el sa ke faça kel ghea Cristo
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Re: Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Messaggioda Berto » ven ago 14, 2015 10:46 am

Le falbese de i testimoni de Geova

http://www.jw.org/it/pubblicazioni/rivi ... init%C3%A0

IN COPERTINA | MENZOGNE CHE DIFFAMANO DIO
Menzogna n. 2: Dio è un mistero

COSA CREDONO MOLTI

La religione cristiana “nelle sue tre espressioni classiche — cattolica, ortodossa e protestante — riconosce un Dio in tre Persone: Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo. La teologia cristiana non contempla tre dèi, bensì tre persone che sono essenzialmente una” (The New Encyclopædia Britannica).

LA VERITÀ DELLA BIBBIA

Gesù, il Figlio di Dio, non asserì mai di essere uguale al Padre o della sua stessa sostanza. Al contrario affermò: “Io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me” (Giovanni 14:28, CEI). In un’altra occasione mandò a dire ai suoi seguaci: “Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro” (Giovanni 20:17).

Lo spirito santo non è una persona. I primi cristiani furono “pieni di spirito santo”, e Geova disse: “Verserò del mio spirito su ogni sorta di carne” (Atti 2:1-4, 17). Lo spirito santo non è parte di una Trinità. È la forza attiva di Dio.

PERCHÉ È IMPORTANTE

I teologi cattolici Karl Rahner e Herbert Vorgrimler affermano che la Trinità “non si potrebbe conoscere senza una rivelazione” e che “anche dopo una rivelazione non può diventare del tutto intelligibile”. Riuscireste ad amare qualcuno che non si può conoscere o comprendere? La dottrina della Trinità è quindi una barriera che impedisce di conoscere e amare Dio.

Anche Marco, citato in un articolo precedente, vedeva la Trinità come una barriera. “Pensavo che Dio mi stesse nascondendo la sua vera identità”, racconta, “e questo me lo rendeva sempre più lontano, misterioso e inavvicinabile”. Comunque “Dio non è un Dio di confusione” (1 Corinti 14:33, La Nuova Diodati). Non ci ha nascosto la sua identità, anzi vuole che lo conosciamo. Gesù disse: “Noi adoriamo ciò che conosciamo” (Giovanni 4:22).

Quando appresi che Dio non faceva parte di una Trinità”, dice Marco, “fui finalmente in grado di instaurare una relazione personale con lui”. Se consideriamo Geova una Persona reale e distinta, invece di un misterioso sconosciuto, ci sarà molto più facile amarlo. “Chi non ama non ha conosciuto Dio”, afferma la Bibbia, “perché Dio è amore” (1 Giovanni 4:8).
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Re: Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Messaggioda Berto » ven ago 14, 2015 10:59 am

Papa Francesco: «Perché Dio permette il male? La risurrezione non è l’happy end di un film»

aprile 16, 2014

http://www.tempi.it/papa-francesco-perc ... c2r0_TV_ug

Papa Francesco, nell’udienza generale di oggi, ha parlato della spogliazione di Cristo. Nella liturgia si presenta «il racconto del tradimento di Giuda, che si reca dai capi del Sinedrio per mercanteggiare e consegnare ad essi il suo Maestro», ha raccontato il Pontefice. «”Quanto mi date se io ve lo consegno”. Gesù da quel momento ha un prezzo. Questo atto drammatico segna l’inizio della Passione di Cristo, un percorso doloroso che Egli sceglie con assoluta libertà. E lo dice chiaramente Lui stesso: “Io do la mia vita… Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo”. Così incomincia quella via dell’umiliazione, della spogliazione, con questo tradimento. Gesù, come se fosse nel mercato: “Questo costa 30 denari…”. E Gesù percorre questa via dell’umiliazione e della spogliazione fino in fondo».

PERCHE’ DIO PERMETTE IL MALE? Cristo accetta la morte peggiore, quella sulla croce, riservata ai farabutti, schiavi e malfattori. «Guardando Gesù nella sua passione – ha detto papa Francesco -, noi vediamo come in uno specchio anche le sofferenze di tutta l’umanità e troviamo la risposta divina al mistero del male, del dolore, della morte. Tante volte avvertiamo orrore per il male e il dolore che ci circonda e ci chiediamo: “Perché Dio lo permette?”. È una profonda ferita per noi vedere la sofferenza e la morte, specialmente quella degli innocenti! Quando vediamo soffrire i bambini, è una ferita nel cuore. È il mistero del male. E Gesù prende tutto questo male, tutta questa sofferenza su di sé. Questa settimana, ci farà bene a tutti noi guardare il Crocifisso, baciare le piaghe di Gesù, baciarle nel Crocifisso. Lui ha preso su di sé tutta la sofferenza umana».

L’HA FATTO PER ME. L’uomo si aspetta che Dio «sconfigga l’ingiustizia, il male, il peccato e la sofferenza con una vittoria divina trionfante. Dio ci mostra invece una vittoria umile che umanamente sembra un fallimento. E possiamo dire: Dio vince proprio nel fallimento. Il Figlio di Dio, infatti, appare sulla croce come uomo sconfitto: patisce, è tradito, è vilipeso e infine muore. Gesù permette che il male si accanisca su di Lui e lo prende su di sé per vincerlo. La sua passione non è un incidente; la sua morte – quella morte – era “scritta”».
«Davvero – ha proseguito il Pontefice -, non abbiamo tante spiegazioni: è un mistero sconcertante, il mistero della grande umiltà di Dio: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”. Questa settimana pensiamo tanto al dolore di Gesù e diciamo a noi stessi: “E questo è per me. Anche se io fossi stata l’unica persona nel mondo, Lui l’avrebbe fatto. L’ha fatto per me”. E baciamo il Crocifisso e diciamo: “Per me. Grazie Gesù. Per me”».

LA RISURREZIONE NON E’ UN HAPPY END. «La risurrezione di Gesù – ha detto papa Francesco – non è il finale lieto di una bella favola, non è l’happy end di un film, ma è l’intervento di Dio Padre là dove s’infrange la speranza umana. Nel momento in cui tutto sembra perduto, nel momento del dolore e in cui tante persone sentono come il bisogno di scendere dalla croce, è il momento più vicino alla risurrezione. La notte diventa più oscura proprio prima che incomincia la mattina, prima che incomincia la luce. Nel momento più oscuro interviene Dio. Resuscita. Gesù, che ha scelto di passare per questa via, ci chiama a seguirlo nel suo stesso cammino di umiliazione. Quando in certi momenti della vita non troviamo alcuna via di uscita alle nostre difficoltà, quando sprofondiamo nel buio più fitto, è il momento della nostra umiliazione e spogliazione totale, l’ora in cui sperimentiamo che siamo fragili e peccatori. È proprio allora, in quel momento, che non dobbiamo mascherare il nostro fallimento, ma aprirci fiduciosi alla speranza in Dio, come ha fatto Gesù»



Caro Françesco, me despiaxe par ti ma Cristo no lè fioło de Dio e Dio, sto to Cristo lè lomè on idoło, na falba credensa, n'asurdo. Da coando ke xe morto Cristo i omani łi seita a sofrir come prima, non xe vero ke Cristo el se ga fato cargo de tute łe soferense del mondo, no sta contar buxie anca ti.
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Re: Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Messaggioda Sixara » ven ago 14, 2015 11:01 am

Berto ha scritto:In verità già a Mosè, presso il roveto ardente, «Dio aveva rivelato il suo nome, cioè si era reso invocabile, aveva dato un segno concreto del suo “esserci” tra gli uomini». Ma «questo in Gesù trova compimento e pienezza: Egli inaugura in un nuovo modo la presenza di Dio nella storia».
Il Pontefice cita san Bernardo (1090-1153), per cui il cristianesimo è la «religione della Parola di Dio»; non, però, di «una parola scritta e muta, ma del Verbo incarnato e vivente». Il Papa ricorda pure che «nella tradizione patristica e medioevale si usa una formula particolare per esprimere questa realtà: si dice che Gesù è il Verbum abbreviatum (cfr Rm 9,28, riferito a Is 10,23), il Verbo abbreviato, la Parola breve, abbreviata e sostanziale del Padre, che ci ha detto tutto di Lui. In Gesù tutta la Parola è presente». Il desiderio di conoscere il volto e il nome di Dio percorre tutta la storia ed è presente ancora oggi. «Il desiderio di conoscere Dio realmente, cioè di vedere il volto di Dio è insito in ogni uomo, anche negli atei. E noi abbiamo forse inconsapevolmente questo desiderio di vedere semplicemente chi Egli è, che cosa è, chi è per noi. Ma questo desiderio si realizza seguendo Cristo».


I ga fato l abstract come, el riasunto, de Dio... :lol:
Te on colpo solo i ga dà el Volto a Dio e i ghe ga catà el so Nome... a ne la capìso tuta sta prèsia, ke so fradèi pì grandi i è ncora lì ke i 'zerca.
Ke pensiero primitivo cueo de voler vedare e ciamàre, nò primario eh, ke cueo el ghè, lè veramente on bixogno omàno de vedare e ciamare, de darghe el nome e vardarse te i òci co kei altri èseri omàni, e de tocarli.
Ma dio, el concèto de dio, ke bixogno ghè de darghe on volto a dio?
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Re: Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Messaggioda Berto » ven ago 14, 2015 11:05 am

Sixara ha scritto:...I ga fato l abstract come, el riasunto, de Dio... :lol:
Te on colpo solo i ga dà el Volto a Dio e i ghe ga catà el so Nome... a ne la capìso tuta sta prèsia, ke so fradèi pì grandi i è ncora lì ke i 'zerca.


Xe par sto fato ke li ebrei li me sta senpateghi, parké li xe ancora drio sercar coel ke financo no li gnancora catà! Tra i tre ognodeixmi l'erbaixmo lè el manco idolatra e bastiemador.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Falbe credense, łi abuxivi e łi uxurpadori de Dio

Messaggioda Sixara » ven ago 14, 2015 11:11 am

Berto ha scritto:Xe par sto fato ke li ebrei li me sta senpateghi, parké li xe ancora drio sercar coel ke financo no li gnancora catà!

Ah sì, i è ncora lì ke i 'zerca, a te pòi dirlo, e ke i spèta ca rìva el so mésia o l epoca mesianica de la reden'zion.
Aa ma elora te ghe vè drento na sinagoga o gnanca cuea?
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