Re: Ma quali sono i valori spirituali e umani dell'Islam?
Inviato: gio apr 13, 2017 6:36 pm
Magdi Cristiano Allam
https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 3330557585
In Europa ci stiamo abituando a convivere con il terrorismo islamico autoctono ed endogeno. I terroristi islamici con cittadinanza europea che all’interno stesso dell’Europa massacrano altri cittadini europei da loro condannati indiscriminatamente come “nemici dell’islam”, li chiamiamo con l’eufemismo “Foreign fighters”, i “combattenti stranieri”, che è un concetto del tutto neutrale, come se non ci riguardasse. Siamo arrivati al punto in cui in Belgio i terroristi islamici belgi rilasciano delle interviste a volto scoperto qualificandosi come “soldati dell’Isis”, impegnati a combattere la loro “Guerra santa” contro il Belgio, l’Europa, l’Occidente, il Cristianesimo, gli ebrei e Israele. Mentre la Svezia finanzia con denaro pubblico il rientro in patria dei terroristi islamici con cittadinanza svedese, dopo aver combattuto con l’Isis in Siria e in Iraq, dopo aver sgozzato e decapitato gli infedeli e gli apostati, o lapidato o comunque ucciso gli adulteri e gli omosessuali. E in tutto questo, ed è il paradosso nel paradosso, l’islam non c’entra. Si afferma che i terroristi islamici sono dei pazzi e degli squilibrati, ma guai a parlare dell’islam. Si possono denunciare l’emarginazione sociale e la discriminazione etnico-confessionale in cui sarebbero cresciuti, ma guai a evocare la responsabilità dell’islam nel modificare la mente e il cuore delle persone trasformandole in robot della morte. Chi lo afferma, come faccio io, deve essere allontanato dalle sedi dove si diffonde informazione al grande pubblico, deve essere trattato con diffidenza e ostilità, deve essere considerato ancor più pericoloso degli stessi terroristi islamici perché diffamano l’islam e criminalizzano tutti i musulmani. Quando riusciremo in Europa, nel più assoluto rispetto dei musulmani come persone, a guardare in faccia alla realtà dell’islam, a poter vagliare criticamente i contenuti di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto?
Ecco un confronto tra un imam di Roma e l'apostata Magdi Allam;
dove attraverso l'imam appare con ogni evidenza l'inciviltà, la mostruosità, l'idolatria, la violenza, l'assurdità religiosa, la miseria e la falsità spirituale dell'Islam e dell'uomo mussulmano;
nel filmato l'imam mussulmano si mostra nella sua realtà antropo-culturale molto meno evoluto delle scimmie:
Magdi Cristiano Allam - 12 aprile 2017
https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 7954165456
Può un non-musulmano o un ex-musulmano parlare di Maometto rappresentandolo correttamente sulla base delle fonti ufficiali islamiche oppure lo può fare solo un musulmano? Secondo il sedicente “imam della Magliana” Sami Salem solo lui o chi come lui conoscerebbero in modo “giusto” l’islam avrebbero la prerogativa, se non l’esclusiva, di parlare di Maometto.
Sono stato più volte interrotto e persino minacciato dal sedicente “imam della Magliana” durante la mia partecipazione alla puntata della trasmissione “Quinta Colonna”, condotta da Paolo Del Debbio, lunedì notte 10 aprile, per aver detto l’assoluta verità storica del matrimonio di Maometto nel 620, quando lui aveva 50 anni, con una bambina di 6 anni, di nome Aisha, figlioletta del suo miglior amico Abu Bakr al-Siddiq, che divenne il primo califfo (successore di Maometto) dal 632 al 634. Ho correttamente ricordato che il matrimonio fu consumato circa tre anni dopo quando Aisha aveva 9 anni. Ho precisato che, essendo Maometto considerato l’esempio che tutti i musulmani sono tenuti a emulare, i teologi islamici ortodossi concordano che una bambina di 9 anni può essere data in sposa e può prestarsi sessualmente. Il sedicente “imam della Magliana” ha reagito sostenendo che non è affatto vero ciò che avevo detto. Eppure si tratta di una assoluta verità storica attestata dai suoi biografi ufficiali Ibn Ishaq, Ibn Hisham, Al-Tabari e Ibn Saad.
Poi ho raccontato come le donne musulmane in Egitto nei venti anni in cui vi ho vissuto tra il 1952 e il 1972 non indossavano il velo, perché il regime dell’allora leader egiziano Nasser era laico. E che le donne cominciarono a portare il velo dopo il tramonto dell’ideologia laica e socialista del panarabismo, a seguito della sconfitta degli eserciti arabi nella guerra del 5 giugno 1967 con Israele, spianando la strada all’avvento dell’ideologia del panislamismo. Ecco perché il velo non è un vestiario religioso islamico ma una divisa ideologica che connota l’adesione a gruppi integralisti e estremisti islamici che aspirano a imporre l’islam ovunque nel mondo. Anche in questo caso il sedicente “imam della Magliana” ha contestato ciò che avevo detto.
Possiamo noi tutti in Italia, dentro casa nostra, dire la verità in libertà su Maometto e sull’islam oppure ci siamo definitivamente imposti l’auto-censura nei confronti di Maometto e ci siamo sottomessi all’islam?
https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 3330557585
In Europa ci stiamo abituando a convivere con il terrorismo islamico autoctono ed endogeno. I terroristi islamici con cittadinanza europea che all’interno stesso dell’Europa massacrano altri cittadini europei da loro condannati indiscriminatamente come “nemici dell’islam”, li chiamiamo con l’eufemismo “Foreign fighters”, i “combattenti stranieri”, che è un concetto del tutto neutrale, come se non ci riguardasse. Siamo arrivati al punto in cui in Belgio i terroristi islamici belgi rilasciano delle interviste a volto scoperto qualificandosi come “soldati dell’Isis”, impegnati a combattere la loro “Guerra santa” contro il Belgio, l’Europa, l’Occidente, il Cristianesimo, gli ebrei e Israele. Mentre la Svezia finanzia con denaro pubblico il rientro in patria dei terroristi islamici con cittadinanza svedese, dopo aver combattuto con l’Isis in Siria e in Iraq, dopo aver sgozzato e decapitato gli infedeli e gli apostati, o lapidato o comunque ucciso gli adulteri e gli omosessuali. E in tutto questo, ed è il paradosso nel paradosso, l’islam non c’entra. Si afferma che i terroristi islamici sono dei pazzi e degli squilibrati, ma guai a parlare dell’islam. Si possono denunciare l’emarginazione sociale e la discriminazione etnico-confessionale in cui sarebbero cresciuti, ma guai a evocare la responsabilità dell’islam nel modificare la mente e il cuore delle persone trasformandole in robot della morte. Chi lo afferma, come faccio io, deve essere allontanato dalle sedi dove si diffonde informazione al grande pubblico, deve essere trattato con diffidenza e ostilità, deve essere considerato ancor più pericoloso degli stessi terroristi islamici perché diffamano l’islam e criminalizzano tutti i musulmani. Quando riusciremo in Europa, nel più assoluto rispetto dei musulmani come persone, a guardare in faccia alla realtà dell’islam, a poter vagliare criticamente i contenuti di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto?
Ecco un confronto tra un imam di Roma e l'apostata Magdi Allam;
dove attraverso l'imam appare con ogni evidenza l'inciviltà, la mostruosità, l'idolatria, la violenza, l'assurdità religiosa, la miseria e la falsità spirituale dell'Islam e dell'uomo mussulmano;
nel filmato l'imam mussulmano si mostra nella sua realtà antropo-culturale molto meno evoluto delle scimmie:
Magdi Cristiano Allam - 12 aprile 2017
https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 7954165456
Può un non-musulmano o un ex-musulmano parlare di Maometto rappresentandolo correttamente sulla base delle fonti ufficiali islamiche oppure lo può fare solo un musulmano? Secondo il sedicente “imam della Magliana” Sami Salem solo lui o chi come lui conoscerebbero in modo “giusto” l’islam avrebbero la prerogativa, se non l’esclusiva, di parlare di Maometto.
Sono stato più volte interrotto e persino minacciato dal sedicente “imam della Magliana” durante la mia partecipazione alla puntata della trasmissione “Quinta Colonna”, condotta da Paolo Del Debbio, lunedì notte 10 aprile, per aver detto l’assoluta verità storica del matrimonio di Maometto nel 620, quando lui aveva 50 anni, con una bambina di 6 anni, di nome Aisha, figlioletta del suo miglior amico Abu Bakr al-Siddiq, che divenne il primo califfo (successore di Maometto) dal 632 al 634. Ho correttamente ricordato che il matrimonio fu consumato circa tre anni dopo quando Aisha aveva 9 anni. Ho precisato che, essendo Maometto considerato l’esempio che tutti i musulmani sono tenuti a emulare, i teologi islamici ortodossi concordano che una bambina di 9 anni può essere data in sposa e può prestarsi sessualmente. Il sedicente “imam della Magliana” ha reagito sostenendo che non è affatto vero ciò che avevo detto. Eppure si tratta di una assoluta verità storica attestata dai suoi biografi ufficiali Ibn Ishaq, Ibn Hisham, Al-Tabari e Ibn Saad.
Poi ho raccontato come le donne musulmane in Egitto nei venti anni in cui vi ho vissuto tra il 1952 e il 1972 non indossavano il velo, perché il regime dell’allora leader egiziano Nasser era laico. E che le donne cominciarono a portare il velo dopo il tramonto dell’ideologia laica e socialista del panarabismo, a seguito della sconfitta degli eserciti arabi nella guerra del 5 giugno 1967 con Israele, spianando la strada all’avvento dell’ideologia del panislamismo. Ecco perché il velo non è un vestiario religioso islamico ma una divisa ideologica che connota l’adesione a gruppi integralisti e estremisti islamici che aspirano a imporre l’islam ovunque nel mondo. Anche in questo caso il sedicente “imam della Magliana” ha contestato ciò che avevo detto.
Possiamo noi tutti in Italia, dentro casa nostra, dire la verità in libertà su Maometto e sull’islam oppure ci siamo definitivamente imposti l’auto-censura nei confronti di Maometto e ci siamo sottomessi all’islam?