Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole

Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole

Messaggioda Berto » lun dic 24, 2018 10:53 pm

Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole

Messaggioda Berto » lun dic 24, 2018 10:55 pm

Ecco cosa scrivono dei presuntuosi e ignoranti idolatri cristiani, che demenzialmente si credono all'origine di tutte le cose


Il Natale non ha origini pagane, il 25 dicembre celebrato prima del Sol Invictus
2018/12/24

L’origine pagana del Natale, una leggenda. Lo storico W.J. Tighe spiega che il culto pagano del Sol Invictus venne istituito da Aureliano nel 274 d.C., dopo che i cristiani indicarono nel 25 dicembre la nascita di Gesù. Furono i pagani a copiare dai cristiani.

di William J. Tighe*
*docente di Storia presso il Muhlenberg College (Pennsylvania)
da Touchstonemag, 25/12/13

https://www.uccronline.it/2018/12/24/il ... l-invictus

Anche molti cristiani credono che il cristianesimo celebri la nascita di Cristo il 25 dicembre perché i Padri della Chiesa si sarebbero appropriati della data di una festa pagana, quella del Sol Invictus. Pochi danno reale importanza a questo fatto, tuttavia è interessante sapere che la scelta del 25 dicembre è il risultato dei tentativi dei primi cristiani di indicare la data della nascita di Gesù basandosi su calcoli del calendario che non avevano nulla a che fare con le feste pagane.

Avvenne piuttosto il contrario. La festa pagana del Sol Invictus fu istituita dall’imperatore romano Aureliano il 25 dicembre 274, quasi certamente un tentativo di creare un’alternativa pagana ad una data che già godeva di una certa importanza per i cristiani romani. Per questo “le origini pagane del Natale” sono un mito senza fondamenta storiche.

Origini pagane del Natale, da chi arriva questa tesi?

L’idea che la data sia stata “rubata” ai pagani risale a due studiosi tra la fine del 17° e l’inizio del 18° secolo. Il primo è Paul Ernst Jablonski, un protestante tedesco, il quale intendeva dimostrare che la celebrazione della nascita di Cristo del 25 dicembre era una delle tante “paganizzazioni” del cristianesimo che la Chiesa del IV secolo aveva adottato, come una delle tante “degenerazioni” che avrebbero trasformato il puro cristianesimo apostolico in cattolicesimo. L’altro è Dom Jean Hardouin, un monaco benedettino, il quale invece cercò di dimostrare che la Chiesa cattolica aveva adottato feste pagane per scopi cristiani, senza paganizzare il Vangelo. Nel calendario giuliano, creato nel 45 a.C. sotto Giulio Cesare, il solstizio d’inverno cadeva il 25 dicembre e, pertanto, Jablonski e Hardouin trovarono chiaro che questa data doveva necessariamente contenere un significato pagano prima che venisse cristianizzata.

Eppure tale data non aveva mai avuto alcun significato religioso nel calendario festivo pagano in tempi precedenti ad Aureliano, ed il culto al sole non giocò mai un ruolo importante a Roma prima del suo arrivo. C’erano due Templi del sole a Roma. Uno di essi (gestito dalla famiglia in cui Aureliano nacque o venne adottato) celebrava la sua festa di consacrazione il 9 agosto, mentre nell’altro si festeggiava il 28 agosto. Tuttavia, entrambi questi culti caddero in disuso nel II° secolo, quando i culti solari orientali -come il mitraismo-, iniziarono a guadagnare adepti a Roma. In ogni caso, nessuno di questi culti, vecchi o nuovi che fossero, aveva festività legate a solstizi o equinozi.


Festa del Sol Invictus nacque dopo il Natale cristiano.

Quello che realmente accadde fu che Aureliano, che governò dall’anno 270 fino al giorno del suo omicidio nel 275 d.C., promosse (com’è ben documentato) l’istituzione della festa del Sol Invictus come tentativo di unificare i vari culti pagani dell’Impero Romano attorno ad una commemorazione della “rinascita” annuale del sole. Ostile al cristianesimo, Aureliano guidò un impero che stava avanzando verso il collasso, a causa di sconvolgimenti interni, ribellioni nelle province, declino economico e ripetuti attacchi delle tribù germaniche nel nord e dell’Impero persiano nell’est. La sua scelta cadde sul 25 dicembre, quando la luce del giorno comincia ad allungarsi e l’oscurità ad accorciarsi, un simbolo profetico della “rinascita” o dell’eterno ringiovanimento dell’Impero Romano, favorito dalla perseveranza nel culto degli dei la cui tutela (come credevano i romani) aveva portato Roma alla gloria. Se la nuova festa poteva anche sovrapporsi alla celebrazione cristiana, ancora meglio.

È vero che la prima notizia di una celebrazione cristiana della Natività a Roma, nel giorno del 25 dicembre, risale a pochi anni dopo Aureliano, nel 336 d.C.. Ma ci sono prove provenienti dall’Oriente greco e dall’Occidente latino che mostrano come i cristiani hanno cercato di individuare la data della nascita di Cristo molto prima che iniziassero a celebrarla in modo liturgico. Un chiaro esempio è quello di Sesto Giulio Africano, uno scrittore cristiano che nel 221 d.C., nella sua Chronographiae, scrive che Gesù si è incarnato (fu concepito) il 25 marzo (così, evidentemente, nacque nove mesi dopo, il 25 dicembre). Sesto Giulio Africano scrive mezzo secolo prima della creazione della festa del Sol Invictus da parte dell’imperatore Aureliano,

Occorre anche ricordare una credenza che sembra essersi diffusa nel giudaismo al tempo di Cristo, ma che non coinvolse tutti i cristiani. Riguarda “l’età integrale” dei grandi profeti ebrei, ovvero l’idea che i profeti di Israele siano morti nella stessa data della loro nascita o concepimento. I primi cristiani applicarono questa idea a Gesù, partendo dal fatto che il 25 marzo (o il 6 aprile) non era solo la data della morte di Gesù, ma anche quella del suo concepimento. Vi sono infatti alcune prove che almeno alcuni cristiani nel I° e nel II° secolo consideravano il 25 marzo o il 6 aprile la data della nascita di Cristo, ma -come già detto- la prima data prevalse rapidamente come il giorno del concepimento di Cristo. Ed è in questo giorno, il 25 marzo, che i cristiani ancora oggi commemorano quasi universalmente la festa dell’Annunciazione, cioè quando l’Arcangelo Gabriele portò alla Vergine Maria l’annuncio. Quanto dura una gravidanza? Nove mesi. Se contiamo nove mesi a partire dal 25 marzo, si arriva al 25 dicembre. Se invece si parte dal 6 aprile, si arriva al 6 gennaio, giorno dell’Epifania. Gli Armeni sono gli unici tra le antiche chiese cristiane che ancora oggi celebrano la nascita di Cristo, l’Adorazione dei Magi ed il battesimo il 6 gennaio.

Comunque sia, il 25 dicembre come data della nascita di Cristo non è affatto in debito con influenze pagane. Andrebbe meglio studiato se sia stata la data esatta della nascita di Gesù di Nazareth, ma è certamente nata dagli sforzi dei primi cristiani latini di individuare la data storica della morte del Salvatore. D’altra parte, la festa pagana del Sol Invictus istituita dall’imperatore Aureliano in quella data, nell’anno 274 d.C., avvenne successivamente e non fu solo uno sforzo per usare il solstizio d’inverno con l’obiettivo di una dichiarazione politica, ma, quasi certamente, fu anche un tentativo di dare un senso pagano ad una data importante per i cristiani romani. A loro volta, i cristiani si riferiranno in seguito, in memoria della nascita di Gesù, all’ascensione del “Sole della salvezza” o del “Sole della giustizia”.
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Re: Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole

Messaggioda Berto » lun dic 24, 2018 10:56 pm

Questo professore dimentica che il culto del Sole Invictus è legato al culto di Mitra che è ben precedente il culto cristiano che divinizza l'ebreo Cristo


Mitraismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Mitra_(divinit%C3%A0)
Mitra è un'importantissima divinità dell'induismo e della religione persiana ed anche un dio ellenistico e romano, che fu adorato nelle religioni misteriche dal I secolo a.C. al V secolo d.C. Numerosi sono del resto gli aspetti in comune fra questi tre culti.
Il culto di Mitra nasce nel 1200 a.C. e compare nei Veda come uno degli Aditya, una delle divinità solari e dio dell'onestà, dell'amicizia e dei contratti. Nella civiltà persiana, dove il suo nome veniva reso come Mithra, assunse anche le caratteristiche marziali che i Veda assegnano a Indra e acquistò col tempo sempre maggiore importanza fino a diventare una delle maggiori divinità dello zoroastrismo.

In entrambe le culture, si distingue per la sua stretta relazione con gli dei che regnano sugli Asura (ahura in iranico) e proteggono l'ordine cosmico (Ṛta per i Veda, asha in iranico): Varuṇa in India e Ahura Mazdā in Iran. Mitra/Mithra, quindi, dovrebbe essere una divinità proto-indo-iranica il cui nome originario può essere ricostruito come Mitra.

Mitra nei Veda
Varuna è signore del ritmo cosmico delle sfere celesti, mentre Mitra genera la luce all'alba.

Mitra nel mondo iranico
Era quindi una divinità di verità e legalità e, nel trasferimento al regno fisico, un dio dell'aria e della luce. Come nemico degli spiriti del male e delle tenebre, proteggeva le anime e, come psicopompo, le accompagnava in paradiso (concetto ed anche parola di origine persiana). Poiché la luce è accompagnata dal calore, era il dio della vegetazione e della crescita: ricompensava il bene con la prosperità e combatteva il male. Mitra era detto onnisciente, infallibile, sempre attento e che mai riposa. La nascita di Mitra veniva celebrata al solstizio d'inverno, chiamato in persiano Shab-e Yalda, come si addice ad un dio della luce. In Mesopotamia, Mitra era facilmente identificato con Shamash, dio del sole e della giustizia.

Mitra nel mondo greco-romano
Le origini del culto mitraico nell'impero romano sarebbero state influenzate significativamente dalla scoperta della precessione degli equinozi da parte di Ipparco di Nicea, identificando in Mitra la potenza celeste capace di causare il fenomeno.
Il culto di Mitra, non divenne mai popolare nell'entroterra greco, mentre si diffuse a Roma all'incirca nel I secolo d.C.[17], si propagò attraverso tutto l'Impero romano e in seguito fu accolto da alcuni imperatori come una religione ufficiale, di pari passo con la diffusione del cristianesimo.
...
Per gli attributi che lo accompagnano e per il valore simbolico delle azioni a lui attribuite, nella cultura ellenistica Mitra era spesso assimilato ad Apollo o alla divinità solare Helios. Il sacrificio caratteristico di questo nuovo culto, assente nel culto indo-persiano, era la tauroctonia.
...
Un serpente ed un cane sembrano bere dalla ferita del toro (dalla quale a volte sono rappresentate delle gocce di sangue che stillano); uno scorpione, invece, cerca di ferire i testicoli del toro. Questi animali sono proprio quelli che danno nome alle costellazioni che si trovavano sull'equatore celeste, nei pressi della costellazione del Toro, nel lontano passato ("era del toro"), quando durante l'equinozio di primavera il sole era nella costellazione del toro.



Mitraismo e Cristianesimo
https://it.wikipedia.org/wiki/Cristianesimo_e_mitraismo
Il confronto tra Mitraismo e Cristianesimo è ritenuto molto interessante da alcuni storici, i quali sostengono che ci siano diverse somiglianze tra queste due religioni. Il culto di Mitra ha origini molto antiche (intorno al 1400 a.C.), ma si deve distinguere la forma originaria, quella indo-persiana, dalla versione romana, che ne è una rielaborazione originale.
In generale chi sostiene l'unicità del Cristianesimo lo confronta con il Mitraismo romano, mentre chi ne sostiene la similitudine lo rapporta al Mitraismo persiano.

https://it.wikipedia.org/wiki/Cautes_e_Cautopates
https://it.wikipedia.org/wiki/Dioscuri


CULTO DI MITRA - LE ORIGINI

https://www.romanoimpero.com/2009/10/il ... mitra.html
Nel III secolo, il culto di Helios e Mitra iniziarono a fondersi nel culto del Sol Invictus; nel 274 l'imperatore Aureliano (la cui madre era una sacerdotessa del Sole) rese ufficiale il culto costruendogli un nuovo tempio e dedicandogli un nuovo corpo di sacerdoti (pontifices solis invicti): l'imperatore attribuì al Dio le sue vittorie in Oriente.



Sol Invictus ("Sole invitto")
https://it.wikipedia.org/wiki/Sol_Invictus

Sol Invictus ("Sole invitto") o, per esteso, Deus Sol Invictus ("Dio Sole invitto") era un appellativo religioso usato per diverse divinità nel tardo Impero romano, quali Helios, El-Gabal, Mitra, che finirono per essere assimilate, nel periodo della dinastia dei Severi, all'interno di un monoteismo "solare".
Al contrario del precedente culto agreste di Sol Indiges ("Sole nativo" o "Sole invocato" - l'etimologia e il significato del termine indiges sono dubbie), il titolo Deus Sol Invictus fu formato per analogia con la titolatura imperiale Pius, Felix, Invictus (Devoto, Fortunato, Invitto).

Il culto del Sol Invictus ha origine in Oriente: ad esempio le celebrazioni del rito della nascita del Sole in Siria ed Egitto erano di grande solennità e prevedevano che i celebranti ritiratisi in appositi santuari ne uscissero a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un infante. In particolare, è l'apologeta cristiano Epifanio di Salamina a segnalare che in alcune città d'Arabia e d'Egitto i pagani celebravano una festa dedicata al trionfo della luce sulle tenebre, e incentrata sulla nascita del dio Aîon, generato dalla vergine Kore, con un evidentissimo rimando alla dottrina dell'eterno ritorno: si noti che nella tradizione cosmologica greca "Aîon" era uno degli aspetti del Tempo, inteso nella sua valenza di eterno presente; in greco, inoltre, "kore" è la parola che designa genericamente la "fanciulla" ossia il femminile nelle sue infinite potenzialità, e Kore è anche il nome con cui è nota la figura mitologica di Persefone. La testimonianza di Epifanio è confermata anche da Cosma di Gerusalemme, che ancora nel sec. VII d.C. menziona la celebrazione di analoghe cerimonie nella notte tra il 24 e il 25 dicembre.

La celebrazione del Sole Invitto proprio il 25 dicembre è tuttavia testimoniata solo nel Cronografo del 354 insieme alla testimonianza del Natale, di cui si trova traccia già nel Commentario su Daniele di sant'Ippolito di Roma, risalente al 203-204 d.C. Durante il regno di Licinio la celebrazione del Sol Invictus si svolse il 19 dicembre, data forse più prossima al solstizio astronomico nel calendario allora in vigore. La festa, inoltre, del Sole Invitto era celebrata anche in altre date, ad esempio dal 19 al 22 ottobre.
La prima testimonianza della celebrazione del Natale cristiano successiva al Cronografo del 354 risale al 380, grazie ai sermoni di san Gregorio di Nissa. La festa del Natale di Cristo, infatti, non è riportata nei più antichi calendari delle festività cristiane in quanto i cristiani prediligevano altre feste fra cui oltre alla Pasqua anche l'Epifania/Battesimo di Gesù e il concepimento, ipotizzato 33 anni esatti prima della morte di Gesù. Fra le date festive più antiche figurano proprio il 6 gennaio e il 28 marzo (o altra data pasquale per il presunto anno di nascita di Gesù).

L'editto di Teodosio

La religione del Sol Invictus restò in auge fino al celebre editto di Tessalonica di Teodosio I del 27 febbraio 380, in cui l'imperatore stabiliva che l'unica religione di Stato era il Cristianesimo di Nicea, bandendo di fatto ogni altro culto.

Il 3 novembre 383 il Dies Solis, che era chiamato anche Dies Dominicus, giorno del Signore, in accordo con l'uso cristiano attestato da quasi tre secoli (cfr. Apocalisse 1, 16), fu dichiarato giorno di riposo obbligatorio per le liti giuridiche, per gli affari e per la riscossione dei debiti, comandando che fosse considerato sacrilego chi non ottemperava all'editto.

Sol Invictus e cristianesimo
La terminologia relativa alla luce e alle sue fonti: lucerna, fuoco, stelle, Luna e -primo fra tutti- Sole si riferisce innanzitutto alla loro realtà fisica. In seguito all'esperienza umana questi termini si caricarono di ulteriori significati e divennero metafora o simbolo, assumendo significati più ampi e complessi. Ad es. la luce si contrappone all'oscurità, il giorno alla notte e per questo motivo la luce diventa simbolo di verità, di conoscenza, di consapevolezza che si contrappone all'oscurità dell'ignoranza e della menzogna. Questo processo è molto antico e ha portato per esempio i popoli mesopotamici ad attribuire al dio sole Šamaš il compito di garantire la giustizia e il rispetto degli accordi. Già nella stele di Hammurabi il re babilonese è ritratto mentre riceve da Shamash le leggi, che promulgherà.
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Re: Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole

Messaggioda Berto » lun dic 24, 2018 10:58 pm

Questi però non li sopporto, sono nazi comunisti anticristiani e filo nazi maomettani


La religione cristiana discende dal culto del Sole
https://uaer.jimdo.com/2013/11/21/la-re ... o-del-sole


<< Non esistono verità assolute o dogmi insindacabili. Questi sono solo strumenti concepiti per soggiogare la vostra mente >>

Elementi storici molto importanti e studi seri hanno evidenziato ripetutamente che la religione cristiana altro non è che l'ennesima riproposizione del culto del Sole: si è messo un uomo chiamato Gesù al posto del Sole e si adora quella figura come originariamente si adorava il Sole.

Come già era avvenuto più volte prima della sua nascita, la religione cristiana è solo una delle religioni che tenta di riproporre nei dettagli l'antica religione del culto del Sole.

L'argomento è così dettagliato e vasto che si cercherà di proporre di seguito un forte riassunto della situazione.

Il Sole e le stelle

A partire dal 10.000 a.c. la storia è piena di graffiti o scritture che rappresentano il rispetto e l’adorazione verso il Sole. Per gli antichi il Sole doveva sembrare la prova tangibile dell'esistenza di una divinità, anzi il Sole doveva sembrare una divinità stessa, posta in lontananza, che guardava gli uomini dall'alto, non poteva essere guardato direttamente ed era visibilmente qualcosa di superiore e potente. Ogni giorno il Sole sorge, porta luce e calore salvando l’uomo dal freddo, dall’oscurità e dai predatori notturni nel buio della notte, regalando cioè la vita. Tutto questo per millenni ha reso il Sole l’oggetto più adorato di tutti i tempi ma non certo l’unico.

Le stelle sono state studiate attentamente per cercare di riconoscere ed anticipare eventi che si ripetevano nel corso di lunghi periodi di tempo come le eclissi e le lune piene.

Le stelle sono state catalogate in gruppi, quelle che oggi conosciamo come Costellazioni.

La croce dello Zodiaco è una delle immagini più antiche dell’umanità, essa rappresenta il Sole come se metaforicamente attraversasse le 12 maggiori costellazioni nel corso di un anno.

Rappresenta anche i 12 mesi dell’anno, le quattro stagioni, i solstizi e gli equinozi.

Le civiltà antiche non solo osservavano il Sole e le stelle, ma li personificavano elaborando mitologie circa i loro movimenti e legami: il Sole con il suo potere di dare la vita era personificato come colui che rappresenta il Creatore Invisibile ovvero dio mentre le 12 costellazioni rappresentavano le tappe del suo viaggio che venivano personificate con elementi della natura che si manifestano in quel periodo dell’anno. Per esempio, l’Acquario è personificato come l’uomo che versa l’acqua e sta a significare le piogge primaverili.

Gli dei del Sole

Horus è il dio Sole dell’Egitto, risalente all’anno 3000 a.e.v.

È la divinità del sole antropomorfa più importante e la sua vita è una serie di mitologie allegoriche del movimento del Sole nel cielo.

Horus è nato il 25 dicembre dalla vergine Isis-Meri, la sua nascita è stata accompagnata da una stella dell’est che i re seguirono per trovare il neonato salvatore e portagli dei doni. All'età di 12 anni era un prodico insegnante adolescente, all’età di trenta anni egli fu battezzato da Anup e da quel momento iniziò il suo ministero.

Horus aveva 12 discepoli che viaggiavano con lui mentre compiva miracoli come la guarigione dei malati e il camminare sulle acque.

Ad Horus venivano attribuiti nomi simbolici come "La verità", "La luce", "Il figlio eletto di dio", "Il buon pastore", "L'agnello di dio" e molti altri.

Dopo essere stato tradito da Typhon, Horus venne crocifisso, sepolto per tre giorni, dopodiché è risorto.

Questa stessa struttura mitologica è stata ripresa da molte altre divinità successive.

Mitra della Persia, 1400 a.e.v., è nato da una Vergine il 25 dicembre in una grotta, veniva chiamato "Il salvatore", "Il redentore", "Il messia", "la via e la verità", ed il altri modi.

Egli aveva 12 discepoli e compiva miracoli, la sua religione comprendeva il rito dell'Eucarestia, della benedizione e del battesimo.

Dopo la sua morte venne sepolto per 3 giorni dopodiché è risorto.

Il giorno sacro per il culto di Mitra era la domenica detto anche "Giorno del signore", e la sua resurrezione veniva celebrata ogni anno nel giorno di Pasqua.

Krishna dell'India, 1200 a.e.v., è nato da una vergine il 25 dicembre in una grotta con una stella dell’est che segnalava il suo arrivo, alla sua nascita ha ricevuto la visita di tre uomini saggi che gli hanno portato in dono delle spezie, è sopravvissuto ad un infanticidio da parte di un re, ha compiuto miracoli con i suoi discepoli e si è anche trasfigurato, fu crocifisso (alla sua morte il Sole si oscurò) e poi è risorto dopo tre giorni.

Krishna ritornerà sulla terra per giudicare i morti.

Attis della Frigia, 200 a.e.v., è nato da una vergine il 25 Dicembre, veniva chiamato "La Verità", "La Luce" ed in molti altri modi, fu crocifisso, sepolto e poi risorto dopo tre giorni.

Dioniso/Bacco della Grecia, 200 a.e.v., è nato anche lui il 25 dicembre da una vergine, era un insegnante viaggiatore che compiva miracoli come trasformare l'acqua in vino, veniva chiamato "Re dei Re", "L'Unigenito di dio", "L'Alfa e l'Omega" ed in molti altri modi, fu crocifisso dopodiché è risorto.

Ovviamente queste sono tutte le caratteristiche peculiari di gesù cristo.

Per farla breve, ci sono dozzine di salvatori nati il 25 dicembre, per lo più da una vergine, che hanno effettuato miracoli, sono morti su croci/alberi/oggetti fatti di legno, poi sono risorti, e presentano tra loro delle somiglianze impressionanti. La domanda sorge spontanea: perché queste caratteristiche?

Il perché delle caratteristiche comuni delle divinità del sole

Innanzitutto, la sequenza della nascita ha un’origine del tutto astrologica:la “stella d’oriente” non è altro che Sirio, la stella più luminosa del cielo notturno.

Il 24 dicembre di ogni anno, Sirio – com’era già noto nei tempi antichi – si allinea con le tre stelle più brillanti della cintura di Orione.

Queste ultime tre stelle vengono chiamate, oggi come nell’antichità, “I tre Re”.

La linea retta descritta idealmente da queste 4 stelle (Sirio più “i tre Re” allineati) indica esattamente il punto dell’orizzonte dove il sole sorgerà il 25 dicembre.

Ecco da dove viene l’allegoria della stella che, insieme ai tre re che la “seguono”, indica il punto dove il sole (cioè la divinità del Sole) nascerà.

C’è un altro fenomeno molto interessante che si verifica nei giorni tra il solstizio d’inverno e il 25 dicembre: dal solstizio d’estate (Giugno) al solstizio d’inverno (21 dicembre) i giorni diventano sempre più corti e freddi e, dalla prospettiva del nostro emisfero, ovvero quello nord, il Sole appare muoversi verso sud e diventare più piccolo e debole, e quindi il Sole sembra quasi "morire".

Il 22 dicembre la “morte” del Sole si realizza completamente quando cioè raggiunge il punto più basso nel cielo.

La cosa particolare è questa: dal punto di vista visivo, il Sole smette di muoversi verso sud per 3 giorni.

Durante questo periodo, il Sole rimane in prossimità della Croce del Sud (la costellazione di Crux), e dopo questo periodo di tre giorni, il Sole ricomincia a muoversi questa volta verso nord facendo presagire giorni più lunghi, più calore e primavera.

Il Sole è morto sulla croce, morì per 3 giorni per poi risorgere e nascere di nuovo: da qui l'idea di crocifissione, morte per 3 giorni e resurrezione che è comune a tante divinità del Sole come Gesù.

Tuttavia, gli antichi non celebravano la resurrezione del Sole sino all’equinozio di primavera, o Pasqua, e questo perché solo a partire dall’equinozio di primavera il Sole supera la forza maligna dell’oscurità e le ore di luce superano le ore di buio.

La vergine Maria non è altro che la costellazione Virgo (vergine), il geroglifico antico per Virgo era la M modificata, ecco il perché Maria, come molte altre madri vergini, iniziano per M.

Alla costellazione Virgo ci si riferisce anche come “Casa del Pane”, la rappresentazione di Virgo è una vergine che porta con se un covone di grano, ed il simbolo del grano rappresenta i mesi di Agosto e Settembre, il tempo cioè della mietitura.

È interessante il fatto che Betlemme si traduce letteralmente come “Casa del Pane”.

Gli Apostoli sono semplicemente le 12 costellazioni dello Zodiaco, assieme ai quali Gesù, essendo il Sole, viaggia.

In effetti, il numero 12 è ripetuto di continuo in tutta la bibbia.

Ritornando alla croce dello Zodiaco con la sua rappresentazione della vita del Sole, essa non era solo una rappresentazione grafica o uno strumento per identificare i movimenti del sole, ma era anche un simbolo di spiritualità pagano identificato graficamente con una croce con un cerchio all'interno, cioè quello che è anche il simbolo della cristianità.

Questa è la ragione per cui Gesù nell'arte sacra antica veniva sempre mostrato con la sua testa nella croce, in quanto Gesù è il Sole, "il Sole di Dio", "la Luce del Mondo", "il Salvatore Risorto", "Colui che ritornerà ancora o che rinascerà ancora", "La Gloria di Dio che difende contro le forze dell'oscurità", "Colui che può essere visto arrivare dal cielo con la sua corona di spine (o raggi solari)".

L'importanza delle Ere nella bibbia

Fra le metafore astrologiche ed astronomiche della bibbia, una delle più importanti ha a che fare con le Ere, a cui ci sono numerosi riferimenti.

Le culture antiche conoscevano la processione degli equinozi, cioè sapevano che ogni 2150 anni circa il sole nel giorno dell'equinozio di primavera si sposta in un differente segno dello zodiaco seguendo un ordine inverso, e le culture antiche si riferivano a ciascuno di questi periodi di 2150 anni come ad una "Era".

Dall'anno 4300 a.e.v. all'anno 2150 a.e.v. era l'Era del Toro, dal 2150 a.e.v. all'1 e.v. era l'Era dell'Ariete, e dall'1 e.v. al 2150 abbiamo l'Era dei Pesci, cioè quella attuale, mentre nell'anno 2150 circa entreremo nell'Era dell'Acquario.

Nel vecchio testamento quando Mosè scende dal Monte Sinai con i 10 comandamenti, si infuria vedendo il suo popolo che venera un Toro d'oro.

Il Toro rappresenta l'Era del Toro, mentre Mosè rappresenta la nuova l'Era dell'Ariete, e con l'arrivo della nuova Era tutti devono abbandonare quella vecchia.

Anche altre divinità dell'epoca mettono in evidenza la transizione tra queste Ere, come Mitra, una divinità pre-cristiana che uccide un toro con la stessa simbologia.

Gesù è invece la figura che introduce l'Era che segue quella di Ariete, cioè l'Era dei Pesci.

Il pesce è un simbolismo molto comune nel Nuovo Testamento, essendo Gesù riconosciuto come il Grande Pescatore, ha sfamato 5000 persone con un pane e due pesci, quando ha iniziato il suo ministero si è fatto seguire da due pescatori.

I simboli cristiani che fanno riferimento all'Era dei pesci sono molti ed importanti, il cappello del Papa è una testa di pesce che rappresenta l'Era dei Pesci, mentre l'antico simbolo cristiano del pesce è il simbolo astrologico pagano per il Regno del Sole durante l'Era dei Pesci, anche la data di nascita di Gesù è la data di inizio di questa Era.

Nel vangelo di Luca si legge che quando i discepoli chiedono a Gesù dove si preparerà la Pasqua dopo la sua morte, Gesù replicò: "Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà".

L'uomo con la brocca d'acqua è la rappresentazione dell'Era dell'Acquario, che verrà dopo l'Era dei pesci, e quando il Dio Sole lascerà l'Era dei pesci (Gesù) entrerà nella casa dell'Acquario: in sostanza Gesù stava dicendo che dopo l'Era dei pasci verrà l'Era dell'Acquario.

Dal vangelo di Matteo viene l'idea della fine dei tempi e della fine del Mondo, dove vi si legge che Gesù dice: "io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo", ma la parola mondo è una traduzione errata perché la parola originaria è "aeon" cioè "Era", quindi la traduzione esatta è "sarò con voi fino alla fine dell'Era", cioè Gesù-Sole terminerà quando terminerà l'Era dei Pesci, il cui termine rappresenta "la fine del mondo" e la "fine dei tempi" secondo questa allegoria astrologica.

I plagi dei personaggi e delle credenze bibliche

Il personaggio di gesù è un ibrido letterario-astrologico, e più esplicitamente un plagio della figura del Dio Sole egiziano Horus.

Dai geroglifici dei tempi egizi si vedono le immagini dell'annunciazione, dell'Immacolata concezione, della nascita e dell'adorazione di Horus.

Le immagini iniziano con Thaw che annuncia alla vergine Isis che concepirà Horus, dopodiché il fantasma sacro Nef ingravida la vergine, e abbiamo poi il parto della vergine e l'adorazione.

E la storia prosegue con continue e precise analogie con la storia di gesù.

Ma l'intera bibbia è un plagio continuo.

La storia di Noè e della sua arca è presa direttamente dalla tradizione antica.

Il concetto di diluvio universale o grande alluvione è molto frequente nel mondo antico, con oltre 200 citazioni in differenti periodi ed epoche, tuttavia la storia di Noè è copiata dalla leggenda di Gilgamesh del 2600 a.c..

Questa storia parla di un grande alluvione ordinato da dio, di un'arca che trasportava animali portati in salvo e persino la liberazione di una colomba, che insieme ad altre cose corrisponde del tutto alla storia di Noé.

Anche la storia di Mosè è un plagio.

Sulla nascita di Mosé si legge che fu messo in una cesta ed abbandonato in riva ad un fiume in modo da evitare l'infanticidio.

Venne successivamente salvato da una figlia di reali e da lei cresciuto come un principe.

Questa è la stessa identica storia raccontata nel mito di Sargon di Akkad del 2250 a.c..

Mosè è conosciuto anche come portatore delle leggi, colui che ha portato i dieci comandamenti, ma l'idea delle leggi date da dio ad un profeta su una montagna è un tema ricorrente nell'antichità.

Per esempio, in Babilonia a Nemo venne assegnato l'incarico di andare a ritirare le tavoli delle leggi sulla montagna per poi darle al suo popolo, in India Manou fece la stessa cosa, ed a Creta un uomo di nome Minos ascese il monte Dicta dove Zeus gli diede le sacri leggi, mentre in Egitto c'era Mises che portò le tavole di pietra sopra le quali c'erano le leggi scritte da dio (tra l'altro tutti i nomi si assomigliano tra loro).

Gli stessi 10 comandamenti sono ripresi interamente dalla formula magica numero 125 del Libro Egizio dei Morti.

In effetti la religione egiziana costituisce il 90% delle basi fondamentali della teologia Giudaico-Cristiana: battesimo, vita dopo la morte, giudizio finale, parto della vergine, morte e resurrezione, crocifissione, l'arca dell'alleanza, circoncisioni, salvatori, la santa comunione, la grande alluvione, pasqua, natale, ascesa al cielo, e molti altri, sono tutti concetti ascrivibili a credenze egizie create molto prima dell'ebraismo e del cristianesimo.

Giustino il Martire, uno dei primi difensori e storici cristiani, scrisse "Quando noi affermiamo che gesù cristo, nostro maestro, fu generato senza unione sessuale, fu crocifisso, morto, risorto e poi asceso in cielo, non proponiamo niente di diverso da ciò che voi considerate appartenga alle credenze dei seguaci del dio Giove", "gesù era nato da una vergine, accettate questa come una similitudine con le credenze circa il dio Perseo".

Infatti, all'epoca i primi cristiani ben sapevano come la religione cristiana fosse simile a molte che esistevano in quel tempo, e per risolvere la questione cercarono goffamente di incolpare il demonio del fatto che avrebbe diffuso le similitudini pagane col cristianesimo prima della venuta di cristo.

E non solo: col passe del tempo i cristiani, come al solito, confusero le storie e mutilarono i testi per far perdere il ricordo delle similitudini del cristianesimo con le antiche religioni pagane misteriche.

All'interno della stessa bibbia ci sono tentativi di plagio tra i suoi stessi personaggi, come nel caso di Giuseppe del vecchio testamento, che era praticamente un prototipo di gesù, ed infatti era stato generato da una nascita miracolosa, aveva un numero di fratelli simile a quello dei discepoli di gesù, fu venduto dal fratello Giuda per delle monete d'argento ed inizia a lavorare alla stessa età in cui gesù inizia il suo ministero.

Per di più, manca qualsiasi prova storica non religiosa dell'esistenza del gesù e delle storie narrate nel vangelo.

Ci sono oltre 40 storici che hanno vissuto sia durante che subito dopo la presunta vita di gesù, i quali hanno prodotto moltissime testimonianze dei fatti dell'epoca, ma manca qualsiasi riferimento al gesù dei vangeli o a qualsiasi personaggio che gli somigli.

Di tutti gli incredibili episodi raccontati nei vangeli non vi è traccia storica, mentre vi è traccia storica di eventi di qualsiasi altro genere.

Il gesù del vangelo non è mai esistito, studi approfonditi possono al massimo giungere a mostrare come vi sia una corrispondenza tra il gesù del vangelo e delle leggende riconducibili ad un rivoltoso anti-romano che incitava a combattere l'occupazione romana di Israele in nome di dio.

Da notare che anche i seguaci delle altre religioni antiche sostenevano che la loro divinità era realmente esistita nel modo in cui raccontavano i loro testi sacri, e venivano individuati luoghi dove qualche presunto dio, o qualcosa di simile, nacque, camminò, soffrì e morì, ecc.

Nel corso dei secoli, chi gestiva la religione cristiana ha fatto di tutto per soffocare tali verità, condannando alla tortura ed alla morte chiunque osasse mettere in discussione la verità ufficiale imposta.

Tuttavia, il diffondersi delle libertà e la riduzione del potere da parte di chi gestisce la religione hanno permesso la diffusione di studi ed informazioni che conducono alla vera verità sulla religione.

Non a caso si giunse immediatamente alla verità non appena nacque l'illuminismo: "La religione cristiana è la parodia del culto del sole, hanno messo un uomo chiamato cristo al posto del sole e adorano quella figura come originariamente si adorava il sole", Thomas Paine (1737-1809).

La Favola di cristo: gesù e le divinità del Sole

Ecco un riassunto delle ricerche storiche dettagliate fatte dagli studiosi su gesù e le divinità del Sole.

L'origine del cristianesimo è riconducibile all'eliolatria, cioè l'adorazione del Sole, cui gran parte delle più importanti religioni antiche, cristianesimo compreso, si rifanno in modo evidente.

In Egitto, lo sposo della bella e intelligente Nefertiti, il re Amenofis IV (1375-1358), grande riformatore religioso, tentò di introdurre l'adorazione del Sole come unica forma di culto. «Tu sei la vita medesima», pregava il re rivolto alla divinità solare.

Anche Mosè coltivava stretti rapporti col dio del Sole: il suo monoteismo, come mostra Sigmund Freud nell'opera Mosè e la religione monoteistica, era uguale al culto solare di Amenofis IV.

Al dio del Sole di Babilonia un Inno in caratteri cuneiformi risalente ad età prebiblica attribuisce tutte le qualità, che in seguito formeranno nella bibbia l'oggetto dell'esaltazione di dio.

Anche il profeta Isaia pensa non a Jahvè, ma al dio del Sole, quando scrive: "Vedi come la tenebra copre la terra e il buio avvolge i popoli; ma sorge su di te il signore, e la sua magnificenza appare in te. I popoli camminano nella tua luce, e i re nello splendore, che è sorto per te".

Tutta una serie di dèi quali Giove, Apollo e Baal ebbero gli attributi della divinità solare; nell'Impero Romano questo dio fu venerato come Summus Deus.

Ma anche molti cristiani adoravano il Sole.

Nel 354 o 355 il vescovo Pegasio confessò al principe Giuliano di pregare segretamente il Sole.

E ancora nel V secolo c'erano fedeli cristiani che si prosternavano davanti all'astro nascente, dicendo: «Abbi pietà di noi!» (Leo, serm. 27, 4).

Papa Leone I dovette mettere in guardia la comunità romana da un aperto culto del Sole (ibid.).

E ben presto cristo fu proclamato «l'Onniveggente», l'«Invitto» e il «Sole della giustizia», titolo proprio del dio del Sole, diventando «il vero Helios».

Ancora nel secolo XVII l'innografo cristiano Paul Gerhardt scriveva: «Il sol che mi sorride è il mio signor gesù, ciò che cantar vi fa è quel che in cielo sta».

L'adorazione del Sole è viva tutt'oggi nel cristianesimo nelle chiese e negli altari esposti a Oriente o nella forma solare di numerose suppellettili sacre, usate per la conservazione delle ostie.

Un'eco dell'antica concezione è presente addirittura nella messa: l'Antifona del 21 dicembre, giorno del solstizio invernale, recita: "O Sole che sorgi splendor d'eterna luce e sole di giustizia, vieni ad illuminarci, ché siamo nella tenebra e all'ombra della morte".

La Favola di cristo:

da chi hanno copiato per creare il mito di gesù

Nella mitologia vengono citate decine di figli di dio, con storie simili a quella di gesù.

Mithra o Mitras (Nemrod) figlio di dio, nato il 25 Dicembre da una madre vergine, successivamente crocifisso e resuscitato a pasqua, il 25 marzo.
Il culto di Mithra si è diffuso dalla Persia all’impero romano.
Gesù è nato il 25 dicembre come Krisna, Zoroastro, Attis, Adonis ed altri.
Gesù ha guarito dei malati e ha resuscitato dei morti, così come hanno fatto anche Krishna, Bouddha, Zoroastre, Bochia, Osiris, Serapis, Mardouk ed altri.
Gesù è nato da una vergine.
Allo stesso modo sono nati Krishna, Bouddha, Lao-Tseu, Conficius, Zoroastro , Attis, Ra e tanti altri.
Gesù è stato crocifisso in primavera con due ladroni come Krisna, Baal.
Horus, il figlio di dio in Egitto ed incarnazione egizia del Sole, è stato un altro modello per creare il personaggio di Gesù.

Le correlazioni tra i due sono eclatanti:

Horus era nato dalla vergine Isis-Meri il 25 Dicembre in una grotta/mangiatoia con la sua nascita annunciata da una stella all’Est e con la presenza di tre saggi; gesù era nato dalla vergine Maria il 25 Dicembre in una grotta/mangiatoia con la sua nascita annunciata da una stella all’Est e con la presenza di tre saggi.
Horus era la luce del mondo; gesù era la luce del mondo.
Horus ha detto di essere la verità e la vita; gesù ha detto di essere il cammino, la verità e la vita.
Horus era il buon pastore, l'agnello di dio, il figlio dell'uomo, il redentore; gesù era il buon pastore, l'agnello di dio, il figlio dell'uomo, il redentore.
Horus era “il Pescatore” ed era associato col Pesce (“Ichthys”), l’Agnello ed il Leone; gesù era “il Pescatore” ed era associato col Pesce, l’Agnello ed il Leone.
Horus era considerato il salvatore dell'umanità, il dio-uomo, l'unto; gesù era considerato il salvatore dell'umanità, il dio-uomo, l'unto.
Horus è nato a Annu, il "posto del pane"; gesu è nato a Bethleem, la "casa del pane".
Horus è identificato da una croce; gesù è identificato da una croce.
Horus era figlio di una vergine, chiamata Isis o Mari, raffigurata spesso che porta in braccio Horus bambino; gesù era il figlio di una vergine, chiamata Maria, raffigurata spesso che porta in braccio gesù bambino.
Horus aveva un padre putativo chiamato Sab (Joseph), cioè Giuseppe; gesù aveva un padre putativo chiamato Giuseppe.
Horus ebbe la sua nascita annunciata dagli angeli ai pastori; gesù ebbe la sua nascita annunciata dagli angeli ai pastori.
Horus durante l'infanzia rischiò di morire perché Herut tentò di farlo uccidere, ma si salvò grazie all'avvertimento di dio ai suoi genitori; gesù durante l'infanzia rischiò di morire perché Erode tentò di farlo uccidere , ma si salvò grazie all'avvertimento di dio ai suoi genitori.
Horus era il bambino che insegnava nel tempio; gesù era il bambino che insegnava nel tempio.
Horus fece il rituale di passaggio all'età adulta a 12 anni; gesù fece il rituale di passaggio all'età adulta a 12 anni.
Horus non lascia alcuna traccia scritta della sua vita tra i 12 ed i 30 anni; gesù non lascia alcuna traccia scritta della sua vita tra i 12 ed i 30 anni.
Horus fu battezzato a 30 anni nel fiume Giordano da "Anup il Battista", che poi fu decapitato; gesù fu battezzato a 30 anni nel fiume Giordano da "Giovanni il Battista", che poi fu decapitato.
Horus aveva 12 discepoli; gesù aveva 12 discepoli.
Horus era la stella del mattino; gesù era la stella del mattino.
-Horus era il Krst; gesù era il cristo.
Horus fu tentato da Set sulla montagna; gesù fu tentato da Satana sulla montagna.
Horus fece miracoli e guarigioni, esorcizzava i demoni e resuscitò El-Azarus dai morti; gesù fece miracoli e guarigioni, esorcizzava i demoni e resuscitò Lazzaro dai morti.
Horus camminava sulle acque; gesù camminava sulle acque.
Horus fu trasfigurato sul Monte; gesù fu trasfigurato sul Monte.
Horus fu crocefisso tra due ladroni; gesù fu crocefisso tra due ladroni.
Horus resuscitò dopo tre giorni e la resurrezione fu annunciata da donne; gesù resuscitò dopo tre giorni e la resurrezione fu annunciata da donne.

In aggiunta, scritte circa 3.500 anni fa, sui muri del Tempio a Luxor c’erano immagini dell’annunciazione, Immacolata concezione, nascita ed adorazione di Horus, con Thoth che annuncia alla vergine Iside che lei concepirà Horus; con Kneph, lo “spirito santo” che impregna la vergine; e con l’infante e la presenza di tre re, o magi, che portavano doni.

In aggiunta, nelle catacombe a Roma ci sono pitture del bebè Horus che viene tenuto dalla vergine madre Iside – la “madonna con bambino” originale.

Dice Massey: "Fu l’arte gnostica che riprodusse l’Hathor-Meri ed Horus dell’Egitto come la vergine ed il bambino-cristo di Roma… Voi poveri idioti, dicevano gli gnostici [ai primi cristiani], voi avete confuso i misteri antichi per la storia moderna, e avete accettato alla lettera tutto quello che era solo inteso in modo mistico".

Da notare la similitudine dei criteri per la salvezza nel giorno del giudizio.

Disse Horus: “Ho dato il pane all'uomo affamato, l'acqua all'uomo assetato, vestiti all'uomo ignudo e una barca al marinaio naufrago".

Disse gesù: “Perciocchè io ebbi fame, e voi mi deste a mangiare; io ebbi sete, e voi mi deste a bere; io fui forestiero, e voi mi accoglieste. Io fui ignudo, e voi mi rivestiste…” Matteo 25:35-36 (Traduzione di G. Diodati, 1649).

Sul cristianesimo e sulla bibbia influì anche molto il culto di Osiride, padre di Horus.

Osiride fu un Messia proto-tipico, ed introdusse il concetto di Ostia divorata durante la cerimonia, la cui forma era quella del disco solare, cioè la stessa di quella cristiana.

La sua carne veniva mangiata nella forma di cialde di grano della comunione, la “pianta della Verità”.

Il rituale dell’adorazione di Atum-Amòn-Osiride, prevedeva che i fedeli mangiassero alcune focacce di frumento che rappresentavano il “corpo” della divinità (le piantagioni di frumento potevano crescere grazie al sole, rappresentando così la manifestazione fisica di dio).

Nel corso del rituale veniva esibito un ostensorio rappresentante il disco solare, che veniva sollevato in alto dinanzi ai fedeli riuniti in preghiera.

Il termine “ostensorio”, contrariamente a ciò che si crede, non è cristiano e non deriva da “ostia”, ma da un etimo egizio, poi adottato anche dal latino, che significa “mostrare, esibire”.

Fino al XV sec. d.C., gli ostensori cristiani avevano la forma di un disco d’oro luccicante (il sole).

Fu Bernardino da Siena a sostituire per primo, intorno al 1400, tale disco con la teca contenente l’ostia consacrata.

Il concilio di Trento, nel XVI secolo, abolì poi definitivamente questo residuo di paganesimo.

La liturgia dell’adorazione di Osiride, poi ripresa dal rito cristiano, prevedeva che i fedeli tenessero la testa bassa, per evitare di bruciarsi gli occhi di fronte al fulgore del sole.

Le preghiere a Osiride erano intercalate e concluse dall’invocazione del suo nome (Amòn), che ricorda in modo inequivocabile l’altrimenti incomprensibile “Amen” che conclude le preghiere cristiane.

Il culto di Osiride contribuì con un certo numero di idee e frasi alla bibbia.

Il 23° Salmo ha copiato un testo Egizio che invocava Osiride il buon pastore per condurre il morto ai “verdi pascoli” e “calme acque”della terra nefer-nefer, per restituire l’anima al corpo, e per dare protezione nella valle delle ombre della morte (la Tuat).

La preghiera del signore fu prefigurata da un inno Egizio ad Osiride-Amen che iniziava: “O Amen, O Amen, che sei in cielo”.

Amen veniva invocato anche alla fine di ogni preghiera.

Massey ci dice: "In uno dei molti titoli di Osiride in tutte le sue forme e luoghi egli viene chiamato “Osiride nell’ostensorio”…

Nel rituale Romano l’ostensorio è un contenitore trasparente nel quale viene esibita l’ostia o vittima…

Osiride nell’ostensorio da solo dovrebbe essere sufficiente a mostrare che l’Egizio Karast (Krst) è il cristo originale, e che i misteri Egizi furono continuati in Roma dagli gnostici e cristianizzati".

Inoltre, A. Churchward riferisce un altro aspetto della religione Egizia trovato nel cattolicesimo: "Noi vediamo nelle antiche chiese cattoliche, sopra l’altare principale, un triangolo equilatero, e dentro di esso un occhio.

L’aggiunta dell’occhio al triangolo ebbe origine in Egitto, “l’occhio che tutto vede di Osiride”.

Infine, il personaggio di Pietro, considerato come custode del paradiso, ha origine nel "Libro Egiziano dei Morti", dove viene menzionato come Petra, detentore delle chiavi dell'aldilà egizio.

Inoltre Pietro e la sua storia hanno somiglianze con l'allora diffuso culto del dio Giano, rappresentato con delle chiavi in mano.

La Favola di cristo: Mitra ed il cristianesimo

Sebbene sia evidente che si sia copiato da Horus per creare il mito di cristo, in realtà anche dal dio Mitra si è preso molto e si ha avuto una grande influenza, sopratutto su molte caratteristiche del cristianesimo.

È tuttavia probabile che con Mitra si sia copiato da Horus, e con gesù si sia copiato da Mitra.

Mitra, il dio della luce celeste, è una personificazione del Sole.

Il suo culto, originario della Persia e dell'India, nel III secolo a.e.v. era già diffuso in Egitto.

Quasi contemporaneamente al cristianesimo, penetrò poi nell'Impero Romano, facendo numerosi proseliti con grande rapidità.

Il punto di irraggiamento della religione di Mitra fu la Cilicia, patria di Paolo, dov'era penetrata quasi cent'anni prima di lui.

Gli studiosi hanno accertato tutta una serie di corrispondenze fra la sua predicazione e i culti mitraici.

Mitra discese dal cielo e si racconta che alla sua nascita fu adorato dai pastori, che gli recarono in dono le primizie dei greggi e dei frutti della terra.

In seguito ascese in cielo, venne posto sul trono accanto al dio del sole, cioè, divenne partecipe della sua onnipotenza, e infine fu parte di una trinità.

Si credeva, inoltre, che un giorno sarebbe tornato a suscitare e a giudicare i morti.

Più in dettaglio, Mitra e' stato partorito da una vergine il 25 Dicembre, fu considerato un grande predicatore itinerante ed un maestro, aveva 12 compagni o discepoli, ha fatto dei miracoli, è stato sepolto in una tomba, dopo tre giorni è risorto e l'evento della sua resurrezione veniva celebrato ogni anno.

Mitra era chiamato il pastore di dio, la sua figura fu assimilata a quella del leone e dell'agnello, egli fu considerato come la via, la verità e la luce, il redentore, il salvatore, il messia.

La sua religione comprendeva l'eucaristia o cena del signore, il suo giorno consacrato era la domenica, il giorno del signore, centinaia di anni prima della venuta di Cristo, ed aveva la sua principale celebrazione nel tempo della sua resurrezione (quella che più tardi fu detta pasqua).

Mitra era il demiurgo fra cielo e terra, fra dio e l'umanità: era l'Uomo-dio, il redentore del mondo e il salvatore.

Era anche «colui che nacque dalla pietra», come cristo, a sua volta definito «la pietra», concomitanza già notata dai più antichi apologeti della chiesa, e come Pietro, sempre accostato all'immagine del gallo e delle chiavi, entrambi simboli del dio del sole.

Il giorno consacrato al dio del sole era la Domenica, celebrato in modo particolare nel culto di Mitra come primo giorno della settimana, e in seguito definito «il giorno del signore» dai cristiani, per i quali in origine tutti i giorni della settimana erano egualmente dedicati al signore.

Intorno alla metà del III secolo, Origene insisteva sul fatto che per il perfetto cristiano tutti i giorni sarebbero dovuti essere giorni del signore.

E ancora nel IV secolo, nel cristianesimo la domenica non conosceva la cessazione dell'attività lavorativa, nemmeno nei monasteri di più stretta osservanza: la domenica fu introdotta da Costantino con una legge del 321.

Il giorno della nascita di Mitra, il giorno di nascita del Sole, era il 25 dicembre, che, come tutti sanno, è oggi il giorno della nascita del cristo; ma nella cristianità primitiva si celebrava solo una festa, la pasqua, e fino al IV secolo la pasqua e la pentecoste furono le uniche festività ufficiali della chiesa.

Per molto tempo la nascita del cristo non fu celebrata, e in seguito, per altro, venne determinata in modo estremamente diverso, dato che non era certa neppure la determinazione dell'anno della nascita, per non parlare poi della storicità dell'evento.

Intorno al 200, secondo quanto sappiamo da Clemente Alessandrino, per alcuni era il 19 di aprile, per altri il 20 di Maggio, mentre lo stesso Clemente credeva che la data esatta fosse il 17 Novembre.

Il natale sorse in Egitto nel II secolo, festeggiato il 6 di gennaio, giorno della nascita del dio Eone ovvero Osiride.

Ma fu solo a partire dal 353 che la chiesa indicò il 25 dicembre quale data della nascita del cristo, quel 25 di dicembre, nel quale ricorreva la festività di Mitra, l'invitto dio del Sole, e tale scelta si proponeva soltanto di cancellare dalla coscienza popolare la ricorrenza pagana.

L'avvento, festa preliminare alla celebrazione del natale, venne introdotto addirittura solo nel VI secolo.

La nuova solennità ecclesiastica divenne ben presto assai popolare proprio perché altro non era se non la trasformazione e l'adeguamento della festa pagana del solstizio, della festività dell'Eone, cioè della mitica rappresentazione della nascita del nuovo sole.

Il racconto cristiano del natale non si trova in tutti i Vangeli mentre è presente soltanto in Luca, nel quale si è rielaborato una tradizione culturale pagana.

Gli studi teologici anche di recente hanno sottolineato la profonda influenza pagana sulla narrazione di Luca, ed infatti si è detto che:

«la descrizione, così piena di sentimentalismo, della madre errante, che non trova un luogo dove partorire la propria creatura.

Qualsiasi lettore greco non poteva non ricorrere col pensiero alla madre di Apollo, che non riesce a trovare un luogo per partorire, e che i poeti descrivono in modo analogo. (...)

Il racconto bucolico dei pastori viene riferito pressoché identico a proposito della nascita di Ciro e di Romolo, nonché nelle storie dell'infanzia di Mitra. (...)

Dalle celebrazioni misteriche proviene il grido: "Oggi vi è nato il salvatore". L'esclamazione di giubilo degli Ierofanti in Eleusi suona: "La signora ha generato un sacro fanciullo"; e nelle feste ellenistiche dell'Eone, influenzate da questa tradizione, risuonava il grido: "In quest'ora, oggi la vergine ha partorito l'Eone" e "La vergine ha partorito, la luce cresce".

Per Osiride il grido suona: "Il signore di tutte le cose viene alla luce... un grande re e benefattore, Osiride, è nato" e nel culto dei re: "Vi è nato un re e lo ha chiamato carilao, perché tutti divennero felicissimi"».

Le concezioni intorno alla nascita dell'Eone quali ricorrono nei vangeli erano, come si vede, ben note al mondo precristiano; lo attestano, fra l'altro, anche gli eloquenti dialoghi religiosi alla corte dei Sassanidi: «Signora - disse una voce - il Grande Helios mi ha a te inviato come messaggero della generazione che in te si compirà...

Diventerai madre di un bimbo, il cui nome è "Principio e Fine"».

La religione di Mitra era seguita da una comunità suddivisa in modo strettamente gerarchico, le cui propaggini si estendevano a tutto l'Impero Romano.

Il capo si chiamava Padre dei padri, come il sommo sacerdote del culto di Attis e poi il papa romano.

I sacerdoti portavano spesso il titolo di «padri» e i fedeli si chiamavano «fratelli», definizione usuale anche presso altre forme di culto, come, ad esempio, in quello di Juppiter Dolichenus, i cui componenti si chiamavano fratelli carissimi assai prima che i cristiani si servissero della medesima terminologia.

La stessa struttura organizzativa del Vaticano e' costruita similmente a quella del papato di Mitra.

La gerarchia cristiana e' del tutto identica a quella (ben più antica) della precedente versione mitraica.

Il culto mitraico conosceva sette sacramenti, come ancor oggi la chiesa cattolica.

Il culto di Mitra possedeva un battesimo, una cresima e una comunione consistente in pane e acqua o in un miscuglio d'acqua e di vino, celebrata, come nel cristianesimo, in memoria dell'ultima cena del maestro coi suoi discepoli; le ostie erano poi contrassegnate da una croce.

Tutti gli elementi del rituale cattolico, dall'ostia all'acqua santa, dall'altare alla liturgia sono presi direttamente dalle antiche religioni misteriche pagane, come quella di Mitra.

Ai sacerdoti spettava soprattutto la dispensazione dei sacramenti e la celebrazione del servizio divino: la messa veniva celebrata quotidianamente, ma la più importante era quella domenicale: l'officiante pronunciava le sacre formule sul pane e sul vino, nei momenti particolarmente solenni si faceva squillare una campanella e in generale risuonavano lunghi canti accompagnati dalla musica.

Le iniziazioni avevano luogo in primavera, come molti battesimi nella chiesa antica, e in particolari festività cultuali i peccati venivano purificati col sangue.

La cosa comica è che i padri della chiesa videro in codeste analogie nient'altro che "invenzioni diaboliche".

I seguaci di Mitra si richiamavano a una rivelazione, ponevano un diluvio all'inizio della storia e un giudizio universale alla fine; non solo credevano nell'immortalità dell'anima, ma anche nella resurrezione della carne.

Le istanze morali del culto di Mitra, il «dio Giusto» e il «dio santo», non avevano nulla da invidiare a quelle dei cristiani: come i cristiani dovevano imitare il modello del loro padre celeste, allo stesso modo il fedele del vero, giusto e santo Mitra era tenuto a condurre una vita attivamente governata dalla morale.

La sua religione, definita da precisi «comandamenti», perseguiva un rigoroso ideale di purezza; la castità e la temperanza erano annoverate fra le virtù più alte, e anche l'ascesi vi svolgeva un ruolo non secondario.

Fra il III e il IV secolo la religione mitraica godette presso la corte del medesimo prestigio del cristianesimo: allora per numero di adepti e per influenza sembrò sul punto di superare il cristianesimo, cui fu particolarmente sgradito.

Come tutti gli altri culti, anche il Mitraicismo dovette poi soccombere al divieto degli imperatori cattolici: istigati dalla chiesa, ancora nel IV secolo i suoi fedeli vennero perseguitati dai cristiani, i suoi templi saccheggiati, i suoi sacerdoti assassinati e sepolti nei sacrari rasi al suolo.

Fra le rovine dei Mitreo di Saalburg è stato ritrovato lo scheletro incatenato del sacerdote pagano, il cui cadavere era stato sepolto in quel luogo per dissacrarlo in perpetuo.

A parere di molti studiosi la distruzione di questa religione ebbe successo proprio perché i cristiani innalzavano le proprie chiese sulle rovine degli antichi luoghi di culto; infatti, secondo un'antica credenza, in questo modo la divinità precedente era per così dire resa impotente o addirittura annichilita.

La favola di cristo: la vera storia di gesù

Ecco un riassunto (in parte di Giuseppe Formigli) delle ricerche storiche dettagliate fatte da Luigi Cascioli sulla vera storia di gesù. Anche queste ricerche hanno portato a risultati simili a molte altre ricerche fatte da altri studiosi.

Poiché il regno di Davide risultò di breve durata, dio ne promise un altro imperituro per la cui conquista avrebbe designato un messia o cristo (unto dal signore ) scelto tra i discendenti dello stesso Davide.

Una parte degli ebrei, stanchi di aspettare il messia promesso, decisero che questi fosse già comparso fra di loro.

Siamo nel periodo delle Guerre Giudaiche quando il messia era individuato tra i capi rivoluzionari che combattevano Roma.

I suoi seguaci erano gli esseni zeloti dei rotoli rinvenuti recentemente (1947) nelle grotte di Qumran. Questi praticavano il battesimo (Giovanni Battista), la comunione dei beni e vivevano secondo riti monastici sotto la guida dei Nazir o Nazirei (o Nazareni ).

Fortemente contrastati dagli occupanti Romani, affrontavano con gioia il patibolo nella certezza di acquisire, come ricompensa dopo la morte, una vita eterna di beatitudine. Sono gli stessi martiri che la chiesa, cancellando ogni riferimento al loro movimento rivoluzionario e comportamento protocristiano proprio degli esseni, fece passare come martiri cristiani.

Il movimento che portò alla nascita del cristianesimo ebbe inizio verosimilmente alla fine delle guerre giudaiche con la distruzione di Gerusalemme (70 a.e.v.) in conseguenza della perdita di fiducia nel metodo rivoluzionario.

Prevalse infatti fra gli esseni la corrente religiosa gnostica che credeva in un messia essenzialmente spirituale con apparenza umana disceso dal cielo non più come guerriero davidico, ma come salvatore degli oppressi.

Ben presto però la maggior parte degli esseni, superando le dispute teologiche delle correnti gnostiche, decisero di dargli un corpo incarnato allo stesso modo delle divinità solari delle religioni misteriche e, come già queste (Krishna, Horus, Mitra,..) e allo stesso modo, lo fecero nascere da vergine alla stessa data del 25 dicembre (quando il sole riprende la sua corsa nello zodiaco dopo tre giorni di immobilità apparente seguiti al solstizio), morire in croce, risuscitare da morte nel periodo delle feste pasquali (rinascita primaverile della natura) e salire al cielo il terzo giorno per risiedere alla destra del dio padre, ecc..ecc.

La struttura organizzativa e i rituali, dall'ostia all'acqua santa, della nuova religione che andava diffondendosi verso Roma tra i pagani, restarono, con qualche adattamento, quelli del culto di Mitra che rappresentava all'epoca la religione maggiormente diffusa nella capitale e in tutto l'impero e, come già questa, ebbe i suoi vescovi o papi con in testa la "mitra" o "mitria".

Il resto della storia è quello della costruzione dei falsi operata dai "Padri della chiesa" per nascondere l'origine rivoluzionaria del Cristianesimo e farlo apparire come religione rivelata.

Mancando una valida documentazione storica della esistenza di gesù, questi va verosimilmente identificato con il figlio primogenito Giovanni di Giuda il Galileo, capo rivoluzionario storico della famiglia degli Asmonei rivendicanti il regno di Gerusalemme in quanto sedicenti discendenti della stirpe di Davide. Esiste inoltre una completa corrispondenza di nomi, anche negli appellativi, tra gli apostoli e i figli di Giuda come se si trattasse della stessa banda di persone. I fratelli di gesù, di cui inequivocabilmente parlano i vangeli, risulterebbero pertanto altrettanti figli di Giuda. Due di essi risulterebbero corrispondenti agli apostoli anche nella storia. Infatti Simone e Giacomo il Maggiore furono giustiziati dai romani nel 46 (G. Flavio) alla stessa data in cui gli atti degli apostoli riportano l'arresto dei due apostoli omonimi con la variante che, mentre il solo Giacomo perì di spada, Simone alias Pietro fu "liberato da un Angelo" e sottratto alla esecuzione affinché potesse avere inizio la successione dei papi.

L'ipotesi è convalidata dall'essere la città di Gamala, residenza e patria della famiglia di Giuda il Galileo, descritta da Giuseppe Flavio nelle "Antichità Giudaiche" in quanto roccaforte della resistenza esseno-zelota (distrutta il 68 e.v.) perfettamente corrispondente ai luoghi descritti dai vangeli.

La città di Nazareth viceversa non vi corrisponde affatto essendo situata in pianura e ben distante dal lago di Tiberiade ( detto anche Mare di Galilea ) ove avvennero gli episodi più importanti della vita di gesù, inoltre non sono emersi nel suo territorio reperti archeologici che la facciano risalire all'era messianica, mentre la città di Gamala con il suo tempio è riapparsa nei ruderi portati alla luce dagli scavi eseguiti dopo la sua scoperta avvenuta durante l'occupazione israeliana delle alture del Golan nella guerra dei sei giorni (1967).

Si comprende a questo punto la necessità, affinché il cristianesimo potesse diffondersi, di cancellare dalla storia del messia ogni riferimento alla sua origine rivoluzionaria, facendo sparire innanzitutto, assieme a tutta la storia degli esseni, la sua qualifica di nazireo (sostituita con abitante di Nazareth) e la sua origine golanite, centro famigerato della accanita resistenza antiromana. Queste operazioni furono rese possibili in seguito alla protezione accordata dagli imperatori alla nuova religione dopo il concilio di Nicea (325 d.c.). Inizia infatti a partire da questa data la persecuzione capillare e cruenta delle religioni e opinioni contrarie al cristianesimo protrattesi nella lunga storia di nefandezze della "santa inquisizione" fin dentro il secolo dei lumi, come il caso dello studente diciannovenne Chevalier de La Barre, orrendamente suppliziato e messo al rogo nel 1766 per non aver tolto il cappello al passaggio di una processione.

Ma la verità dei fatti pari che si ben sapesse già all'epoca, infatti nel 248 e.v. il filosofo platonico Celso dichiarava in "Contro i cristiani": “Colui al quale avete dato il nome di gesù in realtà non era che il capo di una banda di briganti i cui miracoli che gli attribuite non erano che manifestazioni operate secondo la magia e i trucchi esoterici.

La verità è che tutti questi pretesi fatti non sono che dei miti che voi stessi avete fabbricato senza pertanto riuscire a dare alle vostre menzogne una tinta di credibilità. È noto a tutti che ciò che avete scritto è il risultato di continui rimaneggiamenti fatti in seguito alle critiche che vi venivano portate”.

La Favola di Cristo: i testi sacri

Si riprende anche qui il riassunto delle ricerche storiche fatte da Cascioli.

Non c’è un solo documento risalente all’epoca di gesù, di origine ebraica, Romana, Greca o Araba, che parli di un uomo che faceva miracoli. Ci troviamo con lo stesso problema per quanto riguarda babbo natale.

Il gesù dei vangeli è solo una figura mitologica in linea con la mitologia Greca, Romana, Egiziana o Sumera, ma di certo non una figura storica.

Nel libro Forgery in Christianity, Joseph Wheless scrive: "I vangeli sono delle falsificazioni sacerdotali eseguite almeno un secolo dopo gli eventi citati".

Tutti gli "insegnamenti" di gesù sono stati copiati dagli "insegnamenti" di Krisna, Budda o da antichi personaggi mitici.

Il famoso "Sermone della montagna" somiglia stranamente al "Sermone Secreto della montagna" di origine egizia.

Storici come Philo Judaeus 20 a.C.-50 e.v. o tanti altri storici conosciuti che vissero e scrissero nel primo secolo non menzionano il figlio di dio.

E’ solo recentemente che sono stati ritrovati nuovi documenti. Le più grandi scoperte risalgono all'anno 1945, vicino a Nag Hammadi in Egitto, e all'anno 1948 a Qumran con i famosi manoscritti del Mar Morto.

Questi manoscritti coprono un periodo che va da 100 anni prima e 100 anni dopo "cristo" e non c’è un accenno al figlio di dio.

Il Vaticano ha tentato invano di impedire la loro divulgazione per circa quaranta anni, probabilmente per questo motivo.

I vangeli furono scritti nella lingua greca utilizzata nel secondo e terzo secolo e, insieme alla bibbia, furono tradotti in latino nel quarto secolo.

Il libro d’Umberto Eco, "Il nome della rosa", dà un’idea precisa su chi tradusse e su come furono tradotti e compilati i testi antichi.

Il latino utilizzato era un latino ecclesiastico incomprensibile che solo gli iniziati potevano capire; d’altra parte la chiesa si opponeva alla diffusione della bibbia al di fuori delle mani dei sacerdoti, e vietava la sua traduzione in altre lingue.

John Wycliff, il primo che osò tradurre la bibbia in inglese, fu denunciato come eretico e la sua traduzione fu data alle fiamme. All’inizio del sedicesimo secolo, William Tyndale fu strangolato e poi bruciato per aver osato tradurre la bibbia in Inglese. Le traduzioni furono consentite soltanto dopo lo scisma, ma il significato dei testi risultò spesso stravolto a causa dell'influenza culturale del traduttore. Un esempio clamoroso è quello della versione della bibbia ancora in vigore in Papuasia, Nuova Guinea, in cui la popolazione, che conosce solo il maiale, ha fatto diventare maiali tutti gli animali della bibbia (asino, leone e bue) compreso gesù, "agnello di dio" che è diventato "maiale di dio").

Ritornando alla redazione originaria dei vangeli, mancando ogni riferimento storico i redattori costruirono la passione e morte di gesù mettendosi alla ricerca di tutte quelle espressioni bibliche che, annunciando i fatti sotto forma di profezie, avrebbero dovuto garantire la veridicità delle loro affermazioni.

Estratte così dalla preghiera del "giusto sofferente" (salmo 21) le espressioni : "Si dividono le mie vesti e sul mio vestito gettano la sorte" e "hanno forato le mie mai e i miei piedi e posso contare le mie ossa ", senza pensarci su due volte, andando contro tutte le leggi sulla crocifissione che volevano che i condannati fossero legati per le braccia con una corda, forarono le mani e i piedi del loro gesù con i chiodi e misero in mano ai soldati romani i dadi per sorteggiare i suoi vestiti.

Se fecero dire a gesù prima di spirare: "dio mio, dio mio, perché mi hai abbandonato" lo fecero perché questa frase, pronunciata da Davide in qualità di profeta, veniva riportata nel Salmo XXII, espressione che, in seguito alla critica degli avversali che fecero rimarcare che non si addiceva a un salvatore, venuto sulla terra per insegnare la fiducia in dio, un'espressione di sconforto, cambiarono nel vangelo di Luca con: "dio mio, dio mio, rimetto nelle tue mani il mio spirito ".

Se a chi veniva crocifisso durante l'agonia si bagnavano le labbra con un liquido amaro estratto da erbe aromatiche e radici, perché a gesù dettero invece aceto e fiele? Ebbene la risposta la troviamo nel Salmo LXIX nel quale è scritto: "Quando avevo sete mi dettero da bere l'aceto e nel cibo ci misero il fiele". Queste ed altre cose furono copiate dal vecchio testamento per dimostrare che la vita di gesù, dal momento che era stata annunciata dalle profezie, era vera in tutto, anche nei dettagli.

Concludiamo con delle affermazioni molto significative.

Nel terzo secolo (oltre due secoli dopo cristo) il filosofo Celso così scriveva ai capi della allora chiesa cristiana: "Voi raccontate favole, avete alterato tre, quattro volte e anche più i testi dei vostri vangeli al fine di mettere a tacere qualsiasi obiezione".

Papa Leone X (1513-1521 e.v), che morì improvvisamente senza motivi apparenti, pare che abbia affermato: "Historia docuit quantum nos iuvasse illa de christo fabula",“Si sa da tempi remoti quanto ci sia stata utile la favola di gesù cristo” (presunta lettera di papa Leone X° al cardinale Bembo).

Si hanno dei dubbi su questa frase in quanto dopo la recente diffusione della presenza di essa, è scomparsa ogni traccia documentale della lettera in questione.

Peggio di Leone X si comportò Paolo III, (1534-1549 e.v.), come riferisce l'ambasciatore spagnolo Mendoza, in termini inequivocabili:

Spingeva la sua irriverenza fino al punto di affermare che cristo non era altro che il sole, adorato dalla setta Mitraica, e Giove Ammone rappresentato nel paganesimo sotto la forma di montone e di agnello.

Egli spiegava le allegorie della sua reincarnazione e della sua resurrezione mettendo in parallelo cristo e Mitra.

Egli diceva ancora che l'adorazione dei magi non era altro che la cerimonia nella quale i preti di Zaratustra offrivano al loro dio oro, incenso e mirra, le tre cose attribuite all'astro della luce.

Egli sosteneva che la costellazione della vergine, o meglio ancora d'Iside, che corrisponde al solstizio in cui avvenne la nascita di Mitra, erano state prese come allegorie per determinare la nascita di cristo per cui Mitra e gesù erano lo stesso dio.

Egli osava dire che non c'era nessun documento valido per dimostrare l'esistenza di cristo, e che, per lui, la sua convinzione era che non fosse mai esistito.

Il teologo Carl Schneider in Geistesgeschichte (1, 258) ha detto: "Quel che c'era di bello e di sublime nel mito del Sole venne fatto proprio dal cristianesimo, Helios divenne cristo".
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Re: Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole

Messaggioda Berto » lun dic 24, 2018 10:58 pm

Un altro articolo interessante con molti spunti di riflessione e anche qualche azzardo e imprecisione


Mithra, il dio sostituito da Gesù Cristo - La strana sorte di Mithra il dio sosia di Gesù Cristo

http://cristianesimo.it/mithra.htm

Un culto arrivato dall'Oriente e che si diffuse nella Roma imperiale. Con riti che saranno poi assorbiti dal cristianesimo: dal battesimo alla comunione alla stretta di mano. A venerarlo furono intere legioni di soldati, ai quali prometteva la vita eterna. Ma alla fine i fedeli vennero perseguitati e le loro cripte sepolte sotto le chiese cristiane.

Fosse un esame sarebbe una trappola: "Qual è il dio che, nato in una grotta d'Oriente, muore a 33 anni, ascende al cielo per risorgere a vita eterna, creando un culto che si diffonderà nella Roma imperiale?".

Uno che fa? Spara sicuro: "Gesù Cristo!".
E sbaglia!
Si tratta invece di MITHRA.
Mithra era già nato almeno da 14 secoli. In una grotta. Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre.

IL CRISTIANESIMO DEVE GRAN PARTE DEL SUO "SUCCESSO" AL FATTO CHE LA NUOVA RELIGIONE, PIU' CHE PRESENTARE UN'ALTERNATIVA AL PAGANESIMO, DI FATTO SI COMPENETRA CON ESSO, ADATTANDOSI ALLE CREDENZE GIA' CONOSCIUTE.

PER FARE QUESTO, IL CRISTIANESIMO DOVRA' RINUNCIARE ALLA SUA ESSENZA PRINCIPALE, OVVERO IL MESSAGGIO RIVOLUZIONARIO E "ANTI-RELIGIOSO" DI GESU', PER FARE DI LUI UN IDOLO PAGANO, UNA VITTIMA SACRIFICALE, UN ESSERE SEMIDIVINO.

Da notare che a tutt'oggi molti "PRESEPI" sono ambientati in una grotta, quando invece nel Vangelo di Matteo si parla semplicemente di una "CASA" mentre gli altri 3 evangelisti tacciono su questo dettaglio del "luogo".
Solo LUCA parla di una "mangiatoia" senza però specificare se è il bambino ad essere portato in una stalla o piuttosto non è la mangiatoia ad essere portata in casa, come sarebbe più logico! Quanto all'ASINO e al BUE: NESSUNA TRACCIA IN ALCUN VANGELO, a dimostrare che la fantasia popolare supera le stesse leggende!

Perché molti dèi pagani nascono proprio nella notte fra il 24 e il 25 dicembre? Perché è proprio in questa data che la DURATA DEL GIORNO riprende a CRESCERE rispetto alla durata della notte.

Inutile dire come ciò abbia ovviamente stimolato l'immaginazione dei popoli antichi, data l'istintiva sacralità della LUCE.

Quindi il NATALE appartenne prima a Mithra che al Cristianesimo. Solo dopo il 3° secolo i Cristiani si approprieranno di questa festività.

Anche l'idea che l'uomo-dio debba nascere da una VERGINE è stata "copiata" dal Mitraismo, che fa nascere Mithra dalla vergine Anahita, miracolosamente fecondata dal dio Ariman.

Il Vangelo di Marco, essendo più antico, quindi più vicino ai fatti, non menziona minimamente una eventuale nascita miracolosa di Gesù. Anzi, in questo Vangelo Gesù mette alla porta la propria famiglia (madre e fratelli) ritenendola miscredente (Marco 3/31-35), specificando che la "vera famiglia è quella spirituale e non quella fisica.

Nei vangeli di Matteo e Luca, peraltro già posteriori alla prima generazione di cristiani, il racconto della nascita verginale viene riportato in una "aggiunta iniziale", magari con lo scopo di far COINCIDERE anche in questo aspetto la nuova religione cristiana con il Mitraismo.

Si nota infatti che, da un punto di vista letterario, il "vero inizio" del vangelo di Matteo pare essere il capitolo 2, mentre per il vangelo di Luca il capitolo 3. Non a caso, quando Luca nel capitolo 3 nomina Giuseppe, lo fa come parlando di un perfetto sconosciuto, senza alcun riferimento al capitolo 1 dello stesso vangelo. (Va ricordato che la divisione in capitoli non appartiene ai testi originali ma è un espediente didattico introdotto nel 1226)

SOL INVICTUS era dunque un appellativo di Mithra e spesso - quando non ha il berretto frigio in testa - allora i suoi boccoli sono contornati dall' aureola di raggi che, poi negli ultimi 2000 anni è passata di testa in testa a far più sacri Santi, Cristi e Madonne.

Come venne importato a Roma il mito di Mithra? Le date indicano Pozzuoli: sarebbe arrivato con quei pirati cilici, terrore dei mari, che Pompeo aveva sconfitto nel 67 avanti Cristo e deportato in massa a Roma a far da braccia sulle sue navi.

Era Pozzuoli, allora, il porto più importante; Ostia nacque circa un secolo dopo. Ma è alla foce del Tevere, che Mithra trionfò. Seduceva, convertiva e - dopo un percorso iniziatico in sette tappe - battezzava ciurme e mercanti di ogni dove, promettendo salvezza eterna.

Fosse girata appena appena in altro modo la Storia, saremmo tutti qui a celebrare i suoi di Anni Santi. Sarebbe bastato un imperatore invece di un altro: tipo Giuliano l' Apostata che muore di vecchiaia e ce la fa a ripristinare gli dèi pagani; o Massenzio che batte Costantino...

Vinse Cristo, invece, ma sul filo di lana. Sconfitto per sempre il suo sosia: questo strano, stranissimo Mithra... E chissà se quell' età giovanile per morire e poi risorgere - 33 anni - ce l' aveva già prima che ad Alessandro il Macedone non toccasse la stessa sorte, giù a Babilonia, per poi volare in cielo anche lui, grazie a dei grifoni compiacenti, come le leggende raccontavano ancora nel Mille.

Quanto, invece, di Alessandro ma soprattutto di Mithra finì nella costruzione simbolica del Cristo e nelle sue liturgie? L' identikit di questo dio prima indo-persiano, poi frigio-anatolico, è davvero stupefacente: troppe somiglianze per escludere che, in effetti, il Cristianesimo non si sia andato modellando appunto sulla base del pre-esistente Mitraismo.

Anche la storia di Krishna suggerisce influenze sulle religioni posteriori, compreso il cristianesimo. È partorito da una vergine, chi la feconda compare sotto forma di luce, è perseguitato da un tiranno che ordina l'uccisione di migliaia di bambini, è la seconda persona della trinità indiana, è denominato il dio pastore, fa miracoli e ascende al cielo. La radice del suo nome è similare a quella di Cristo (Il nome completo di Gesù Cristo fu definito integralmente e ufficialmente solo nel 325 d.C. nel Consiglio di Nicea). La vita di Krishna è ricchissima di particolari che ritroviamo nella storia narrata di Cristo.

Nel Parco archeologico di Ostia ci sono venti Mitrei (templi di Mithra) - alcuni davvero fascinosissimi, con mosaici e pitture.

A San Clemente, a Roma, al terzo strato sottoterra, i preti irlandesi hanno trovato, dietro un muro, un Mitreo con tanto di altare per il dio che al solito, seppur con ripugnanza, deve scannare il toro in modo che la Terra e le sue messi possano rinascere.

Ai lati, due banconi in muratura; l' altare davanti all' abside, e una volta tondeggiante a far da cielo e dominare il tutto. E' un modulo sempre simile, quello del Mitreo: pitture o mosaici a farli belli; cento fedeli, al massimo.

Era in queste chiese sotterranee che si svolgevano i riti che scandivano la fede e che, solo elencarli, sembra di descrivere l'odierno cattolicesimo: il battesimo; il pasto sacro in comunione (pane, acqua e vino) a ricordo dell' ultima cena di Mithra prima di salire al cielo con il carro del sole; la stretta di mano tra i fedeli, fratelli in Mithra.

C' era una gerarchia tra gli iniziati: sette i patres che gestivano un Mitreo; uno solo, però, era il Padre dei Padri che, abbreviato, in alcune lapidi, appare - a sorpresa - come Pa.Pa., papa prima dei papi, quando i cristiano non avevano ancora papi ma solo vescovi, sebbene quello di Roma, vari secoli dopo Cristo, rivendicò un presunto primato derivato solo dal prestigio della sede imperiale.

Se poi ci si appassiona, di Mitrei Roma, nel suo ventre, ne nasconde assai.
Carlo Pavia, in un suo bel libro - "Oro, incenso e Mitra", Gangemi editore - ne ha fatto un censimento innamorato: Santa Prisca; il Mitreo sotto Palazzo Barberini; quello al Circo Massimo; alle Terme di Caracalla; nella Necropoli Vaticana... Oppure sulla Cassia, a Sutri. Lì, tra muschi e felci, nel tufo sotto la Chiesa della Madonna del Parto, ce n' è uno dei più belli. O a Marino, sui Castelli di Roma, con pitture forti che ancora squillano. O lungo la Flaminia. O in giro per l' Europa: era un culto diffusissimo tra i militari. Rubò cuore e anima a legionari e generali con quella sua promessa di vita eterna per chi moriva in battaglia dalla parte giusta.

Così agli imperatori - sia a quelli seri come Diocleziano o Settimio Severo, che agli sciroccati Nerone, Commodo, Caligola, Eliogabalo - questa religione d' ordine che per di più spronava i soldati, piaceva molto.

Ovunque siano arrivate le legioni di Roma, arrivò anche Mithra. In Inghilterra e in Germania, terre da tenere in pugno con le daghe, di Mitrei ne sono saltati fuori a centinaia. (Non si è capito bene ancora, però, dove, nei Mitrei, avvenisse il taurobolio: sgozzato il toro - raccontano le fonti cristiane - ci si faceva cospargere dal suo sangue gocciolante, come rito di rinascita. Immaginarsi bestioni come i tori, in Mitrei così piccoli, non è però facile. Così, un po' di mistero rimane).

A Roma arrivò da lontano, Mithra. Lontano nel tempo e nello spazio. Dalla Persia, dicono alcune incisioni ritrovate. E lo mettono fra gli dèi di stato della Mesopotamia intorno al 1400 prima di Cristo. Lì - dove si fonde anche con i culti indiani - è dio della luce, protettore dei patti, testimone di giuramenti, della fedeltà, della verità.

Lo troviamo nei Veda e nell' Avesta iranico, ma anche - nel VII, VI secolo avanti Cristo - con Zarathustra e il suo monoteismo. Poi - sangue misto mediterraneo, persino nelle vene degli dei - sembra un po' Apollo, con il Sole sempre a fianco e il corvo lì vicino, animale sacro per entrambi".

Ed eccolo a Roma già quasi Cristo, ma prima di Cristo.

C' è stato un periodo in cui i due si rubavano fedeli l' un l' altro. Mithra, però, era un dio per soli uomini. Cristo, invece, chiamava anche le donne. Con i preti dei due a dire di continuo: "Attenti alle confusioni...".

Ruggero Iorio, che è padre diocesano e insegna Storia antica della Chiesa e Archeologia cristiana, il problema se l' è posto anni fa: quando portava gli studenti a visitar Mitrei, facevano spesso strane confusioni. Un po' perché i Mitrei sembrano far parte delle Chiese
che li sovrastano; un po' perché più spiegava e più, con tutte queste coincidenze, le confusioni aumentavano invece di sparire.

Nella battaglia di Ponte Milvio, il 28 ottobre del 312, Costantino, non ancora battezzato, si presentò contro Massenzio con le sue truppe e doppie insegne: croci di Cristo e simboli di Mithra, caro ai suoi soldati e un po' anche a lui.

Vinsero insieme quei due nuovi dèi. Solo Cristo però, poi, trionfò.
La sua religione divenne quella di Stato. I Mitrei vennero murati vivi sotto le prime chiese.
Gli dèi del Passato furono maledetti. I loro fedeli perseguitati, talvolta massacrati.
O convertiti. O meglio, RICONVERTITI alla stessa religione, con 2 differenze: il "nuovo" eroe non si chiamerà più Mithra ma Gesù Cristo, e soprattutto, la nuova religione pretenderà di essere UNIVERSALE ("cattolica" significa appunto "universale") e si proporrà di DOMINARE su tutto il mondo, dietro il pretesto di "evangelizzare i popoli".

IL "PLAGIO" DELLA RELIGIONE MITRAICA DA PARTE DEI CRISTIANI È UNA PROVA EVIDENTE CHE IL CRISTIANESIMO SI È ANDATO FORMANDO SULLA BASE DI RELIGIONI PRE-ESISTENTI E NON SULLL'INSEGNAMENTO ORIGINALE DI GESU'.

IL CRISTIANESIMO DEVE IL SUO SUCCESSO ALLA SUA CAPACITA' DI "FAGOCITARE" LE CREDENZE POPOLARI GIA' PRESENTI E ALLA SUA ABILITA' NEL "SOSTITUIRSI" ALLA RELIGIONE PAGANA, ADATTANDO SE' STESSO AI "GUSTI" DELLE MASSE E ADDIRITTURA MODIFICANDO LE PROPRIE DOTTRINE SE NECESSARIO, PER RENDERLE PIU' "GRADITE" AI DEVOTI DA SOTTOMETTERE.

UNA SOLA COSA LA CHIESA CRISTIANA NON HA MAI MODIFICATO, SE NON PER RAFFORZARLA SEMPRE DI PIU': LA PROPRIA TOTALITARIA AUTORITA' SULLE COSCIENZE, SUI POPOLI E SULLE NAZIONI.
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Re: Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole

Messaggioda Berto » mar dic 25, 2018 10:16 am

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Re: Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole

Messaggioda Berto » mar dic 25, 2018 10:18 am

I costumi o paramenti cerimoniali e rituali dei sacerdoti cristiani e cattolici


Maschere sciamaniche e paramenti sacerdotali
viewtopic.php?f=24&t=1439

El çingoło łi ło doparava xa ente ła vecia Mexopotamia 2000 ani v.C.
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ingolo.jpg



Mitria - na tradision atestà xa da i Sumeri e sù longo i milegni: ...

http://www.whale.to/c/dagon.html

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Mitria.jpg



http://it.wikipedia.org/wiki/Dagon

Canaanite/Pharisees Babylon Fish head/Mitre hat

http://www.whale.to/c/dagon.html

['Dagon was originally an Assyro-Babylonian fertility god who evolved into a major northwest Semitic god'.]

The Canaanite political parties were the Pharisees, Sadducees, Zealots, Essains, Assissins, Herodians, and Scribes. A later group, the Edomites, descended from Esau and later intermarried with the Turks, producing a Turco- Edomite mixture which later became known as the Chazars, the present occupants of Israel, according to the great Jewish scholar, Arthur Koestler. The Canaanites were divided into the Amorites, Hittites, Moabites, Midianites, Philistines, Ammonites, Edomites, Zidonians, Sepharvaims, Perizzites, and affiliated tribes, all of which are routinely denounced in the Bible. Genesis 3:17: "The Perizzites are the enemies of God; the Ammonites worshipped Moloch Chemos and were demon-possessed." The Ashodites worshipped the fish and god, Dagon-they were robbers and hated God (as recorded in the British Museum --Ed.). The Egyptians were known as worshippers of black magic, which resulted in God's rebuff to Hagar. The Amorites were cursed by God (Ezra 9:1). Hittite was defined as meaning to destroy or to terrify; Perizzite came to stand for strife and disorder; the Sepharvaim (later Sephardim) were revolutionaries; Jebusite stands for trampling underfoot. Chapter 1: The War Against Shem

"When the Philistines took the ark of God, they brought it into the temple of Dagon and set it by Dagon. And when the people of Ashdod arose early in the morning, there was Dagon, fallen on its face to the earth before the ark of the LORD. So they took Dagon and set it in its place again. And when they arose early the next morning, there was Dagon, fallen on its face to the ground before the ark of the LORD. The head of Dagon and both the palms of its hands were broken off on the threshold; only the torso of Dagon was left of it. Therefore neither the priests of Dagon nor any who come into Dagon's house tread on the threshold of Dagon in Ashdod to this day."
- 1 Sam 5:2-5

"Now the lords of the Philistines gathered together to offer a great sacrifice to Dagon their god, and to rejoice. And they said: "Our god has delivered into our hands Samson our enemy!" When the people saw him, they praised their god; for they said: "Our god has delivered into our hands our enemy, The destroyer of our land, And the one who multiplied our dead."
- Judg 16:23-24


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... tb9it8.jpg


http://it.wikipedia.org/wiki/Dagon
Dagon (ebraico דגון) è il nome ebraico del dio Dagan, importante divinità mesopotamica e semitico orientale; era la divinità della fertilità e del raccolto nel pantheon dei Cananei, che secondo il mito era il padre di Baal. Il suo aspetto era di un uomo sorgente da una spiga di grano, oppure di un uomo barbuto con la parte inferiore del corpo a forma di pesce.
http://it.wikipedia.org/wiki/Tritone_%28mitologia%29
http://en.wikipedia.org/wiki/Dagon
Dagon was originally an East Semitic Mesopotamian (Akkadian, Assyrian, Babylonian) fertility god who evolved into a major Northwest Semitic god, reportedly of grain (as symbol of fertility) and fish and/or fishing (as symbol of multiplying). He was worshipped by the early Amorites and by the inhabitants of the cities of Ebla (modern Tell Mardikh, Syria) and Ugarit (modern Ras Shamra, Syria). He was also a major member, or perhaps head, of the pantheon of the Philistines.
His name appears in Hebrew as דגון (in modern transcription Dagon, Tiberian Hebrew Dāḡôn), in Ugaritic as dgn (probably vocalized as Dagnu), and in Akkadian as Dagana, Daguna usually rendered in English translations as Dagan.
In Ugaritic, the root dgn also means grain: in Hebrew דגן dāgān, Samaritan dīgan, is an archaic word for grain.
The Phoenician author Sanchuniathon also says Dagon means siton, that being the Greek word for grain. Sanchuniathon further explains: "And Dagon, after he discovered grain and the plough, was called Zeus Arotrios." The word arotrios means "ploughman", "pertaining to agriculture" (confer ἄροτρον "plow").
It is perhaps related to the Middle Hebrew and Jewish Aramaic word dgnʾ 'be cut open' or to Arabic dagn (دجن) 'rain-(cloud)'.
The theory relating the name to Hebrew dāg/dâg, 'fish', based solely upon a reading of 1 Samuel 5:2–7 is discussed in Fish-god tradition below. According to this etymology: Middle English Dagon < Late Latin (Ec.) Dagon < Late Greek (Ec.) Δάγων < Heb דגן dāgān, "grain (hence the god of agriculture), corn.


http://en.wikipedia.org/wiki/Adad
http://it.wikipedia.org/wiki/Adad

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Sto costume-mascara-paramento a forma de pese el ghe jera xa co łi sumeri tra łi anunnaki:
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http://it.wikipedia.org/wiki/Anunnaki
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Re: Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole

Messaggioda Berto » mar dic 25, 2018 11:00 am

Chissà se l'ebreo Giuseppe e suo figlio Gesù portavano la kippah, a me piace pensare che sì?
Mi piace pensare che forse Cristo la portasse anche da grande durante il suo vagabondare predicatorio e che le sia stata tolta dai romani che lo stavano torturando per mettere al suo posto la corona di spine prima di ucciderlo con la crocifissione.

Kippah, papalina o zucchetto (cacioła veneta)
viewtopic.php?f=197&t=2159


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Re: Natale, Cristo, Mitra e il Culto del sole

Messaggioda Berto » mar dic 25, 2018 11:03 am

Donald Trump ha chiesto a un bambino di 7 anni se crede ancora a Babbo Natale
https://www.ilpost.it/2018/12/25/trump- ... le-bambino
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