No Bergoglio, non mentire e non manipolare Gesù Cristo

No Bergoglio, non mentire e non manipolare Gesù Cristo

Messaggioda Berto » sab gen 01, 2022 8:32 pm

No Bergoglio, non mentire e non manipolare l'ebreo Gesù Cristo!
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https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5062013714
No Bergoglio, non mentire e non manipolare l'ebreo Gesù Cristo che non è mai stato come un clandestino nazi maomettano!

Bergoglio, non ingannare i cristiani cattolici che credono in Cristo e nel Papa suo vicario,
non raccontare menzogne, non fare paragoni impropri e assurdi, non dire cavolate insensate;
non fare del male ai cristiani, non solo cattolici ma di tutta la terra;
non mentire a danno dei bianchi e degli occidentali;
non stare dalla parte del male a danno del bene.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: No Bergoglio, non mentire e non manipolare Gesù Cristo

Messaggioda Berto » sab gen 01, 2022 8:34 pm

Indice:

1)
No Bergoglio!
La famiglia di Gesù non era una famiglia di migranti/asilanti/rifugianti/perseguitati clandestini.

2)
No Bergoglio!
No Bergoglio, no bugiardo Bergoglio, manipolatore e falsificatore dei valori umani, dei diritti e dei doveri umani, del bene e del male.
L'ingresso e/o l'invasione clandestina di un paese al pari della fraudolenta violazione del domicilio o della proprietà non è certo un bene e un diritto umano e civile ma è certamente, universalmente e assolutamente un male e un crimine contro l'umanità.

3)
No Bergoglio!
No Bergoglio, no bugiardo Bergoglio, manipolatore e falsificatore dei valori umani, dei diritti e dei doveri umani, del bene e del male.
L'Islam non è una religione e una ideologia e pratica religiosa, sociale e politica che eleva spritualmente l'umanità a Dio e che induce alla fratellanza umana e alla pace tra gli uomini,le loro comunità, le loro nazioni e stati.

4)
No Bergoglio!
...
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: No Bergoglio, non mentire e non manipolare Gesù Cristo

Messaggioda Berto » sab gen 01, 2022 8:34 pm

1)
No Bergoglio!
No Bergoglio, no bugiardo Bergoglio, manipolatore e falsificatore dei valori umani, dei diritti e dei doveri umani, del bene e del male.
L'ingresso e/o l'invasione clandestina di un paese al pari della fraudolenta violazione del domicilio o della proprietà non è certo un bene e un diritto umano e civile ma è certamente, universalmente e assolutamente un male e un crimine contro l'umanità.


La famiglia di Gesù non era una famiglia di migranti/asilanti/rifugianti/perseguitati clandestini.
La famiglia ebrea di Gesù il figlio, Giuseppe il papà e Maria la mamma quando dovettero allontanarsi per timore di Erode dalla Giudea che era una provincia romana non si rifugiarono in un'altro stato ma se ne andarono in Egitto che era un'altra provincia romana.
Non chiesero asilo politico ad un altro stato e nemmeno aiuto umanitario ed economico, si spostarono regolarmente con i documenti a posto e non entrarono in Egitto da clandestini, di nascosto e illegalmente con l'aiuto di scafisti e di altri delinquenti, non vissero da parassiti alle spalle degli egiziani ma delle loro risorse finanziarie e del loro lavoro.
Maria no si prostituì e Giuseppe visse del suo denaro e del suo lavoro, non chiesero la carità o l'elemosina, non pretesero di essere ospitati e mantenuti dagli egiziani e non mancarono loro di rispetto, non accusarono gli egiziani di essere razzisti e malvagi, non occuparono case, non viaggiarono senza pagare il servizio di cui usufruirono, non rubarono, non rapinarono, non spacciarono droga, non stuprarono, non uccisero e non fecero del male a nessuno ma solo del bene, furono umili, gentili, servizievoli, mansueti, rispettosi e passato il pericolo se ne tornarono a casa loro.
Gesù non si unì a bande di giovani malviventi per depredare e picchiare i bambini egiziani.
Furono solo una famiglia di 3 persone civili, buone e rispettose, non furono 30 o 300 o 3.000 o 30.000 o 300.000 o 3.000.000 di persone, non usarono alcun inganno, non fecero alcun ricatto, non costituirono alcuna minaccia, non produssero alcuna destabilizzazione sociale e politica, non crearono problemi e non furono un pericolo per chichessia, non dissero agli egiziani di adeguarsi alla loro cultura e alla loro religione, non misero bombe, non abbatterono statue, non decapirono dei, non distrussero altari, non profanarono e bruciarono templi, non dissero agli egiziani come dovevano vivere.
La famiglia ebrea di Gesù il figlio, Giuseppe il papà e Maria la mamma non era una famiglia di nazi maomettani senza rispetto, parassiti, predatori e assassini.



Non so se vi sia mai stato, nella storia dei cristiani cattolici, un papa così bugiardo e manipolatore della verità come Bergoglio, a danno del bene e a favore del male.

Tutte le demenzialità, le incoerenze e le menzogne di Bergoglio
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https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6636654604




Bergoglio che paragona l'ebreo Gesù Cristo agli invasori clandestini nazi maomettani fa il paio con i nazi maomettani impropriamente detti palestinesi i quali propalano la menzogna che l'ebreo Gesù Cristo fosse in realtà un nazi maomettano palestinese.


“Il palestinese Gesù”. Un programma radiofonico della BBC riscrive la storia del Medioriente
Mosaico
Paolo Castellano
31 dicembre 2020

https://www.mosaico-cem.it/attualita-e- ... /bbc-gesu/

Il 18 dicembre, durante il programma radiofonico Heart and Soul della BBC World Service, si è parlato di Gesù definendolo “palestinese” ed evitando qualsiasi menzione esplicita alla sua identità ebraica. La puntata era stata intitolata Black Jesus dal presentatore Robert Backford che ha attribuito al simbolo religioso un’identità palestinese, peccato che il termine Palestina sia entrato in uso soltanto 100 anni dopo la crocifissione di Cristo.

Durante il suo programma, lo speaker radiofonico ha polemizzato sulle rappresentazioni europee di Gesù che lo raffigurano in molti casi come un uomo dalla pelle chiara e dai capelli biondi, definendo questo atteggiamento storicamente inaccurato. Parlando delle origini di Cristo, Backford ha più volte parlato di “ebreo palestinese del I secolo“, ma il termine palestinese, come ricorda il Jerusalem Post, è entrato nel vocabolario un secolo dopo la sua morte, dopo la rivolta del condottiero ebreo Bar Kokhba contro l’Impero romano.

La Committee for Accuracy in Middle East Reporting in America (CAMERA) aveva già smontato l’inesattezza storica ripetuta in onda dalla BBC all’interno di un report pubblicato all’inizio del 2020. L’organizzazione aveva criticato il New York Times per la medesima osservazione.

«Durante il tempo di Gesù, Betlemme e Gerusalemme si trovavano in quelle zone che erano comunemente chiamate Giudea e Nazareth e che si trovavano in un’area che era comunemente chiamata Galilea. La terra in cui visse Gesù non prese il nome di Palestina fino al II secolo, ben dopo la sua morte. Quindi, la definizione di “Palestina del I secolo” è totalmente una finzione», hanno scritto gli esperti della CAMERA.

«Nel 132 dell’era volgare, più o meno 100 anni dopo la crocifissione di Gesù, gli ebrei combatterono per la seconda volta contro il predominio romano con la rivolta di Bar Kokhba. Dopo la sconfitta nel 135 dei ribelli ebrei da parte dei romani, l’Impero ribattezzò Palestina la terra del popolo ebraico per punirlo e per dare un segnale alle altre popolazioni sovversive. I romani cancellarono il nome ebraico, Giudea, e lo sostituirono con il nome di un antico nemico che gli ebrei disprezzavano. I Filistei erano un popolo estinto dell’Egeo che gli ebrei avevano detestato per la barbarie e l’ignoranza», si legge nel report.


Gesù palestinese? Correggiamo l’ennesimo falso storico
Roberto Coen
Settembre 13, 2021

https://riflessimenorah.com/gesu-palest ... o-storico/

Nonostante tanti anni di dialogo ebraico-cristiano, nelle scuole elementari italiane circolano ancora testi che contengono affermazioni sbagliate e pericolose, indice di pregiudizio e ignoranza ancora radicati

“La grande avventura”, sussidiario per la 5° elementare edito nel 2014 da La Spiga Edizioni (a cura di L. Allevi, M. Cappelletti e A. De Gianni), come ogni sussidiario tratta delle origini del cristianesimo e dei suoi rapporti con l’impero romano al tempo di Augusto.

Se venti o trenta anni fa in questi libri si poteva tranquillamente trovare l’accusa storica di deicidio nei confronti degli ebrei collettivamente ed indistintamente indicati, oggi, dopo il Concilio Vaticano secondo e dopo anni e anni di dialogo interreligioso, è molto più difficile; questo non significa tuttavia che non si nascondano altre “insidie”.


La terra di Israele al tempo della rivolta di Bar Kokhba

La novità negativa che si registra è infatti quella di definire Gesù “palestinese”, in quanto nato in Palestina, omettendo qualsiasi menzione esplicita alla sua identità ebraica.

Il falso storico è evidente ed enorme, in quanto all’epoca della nascita di Gesù semplicemente la Palestina non esisteva. Come è noto, nei Vangeli quel territorio, occupato dai Romani, viene chiamato Giudea, Samaria e Galilea e non compare mai il nome Palestina.

Anche sulle monete romane, che ricordano la vittoria sui nativi, è scritto “Iudaea capta” è solo dopo la seconda guerra giudaica l’imperatore Adriano volle cancellare il nome di Jerushalaim e della Giudea con i nomi di Aelia Capitolina e Palestina. Mentre il nome di Aelia Capitolina è caduto, quello di Palestina si è imposto fino al XX secolo.

Solo al termine della seconda guerra giudaica, combattuta tra il 115 ed il 117 era volgare, l’imperatore Adriano, dopo aver domato la rivolta del condottiero ebreo Bar Kokhba contro l’impero romano e dopo aver distrutto Gerusalemme, decise di cambiare il nome alla città, nella quale era proibito, sotto pena di morte, l’ingresso ai Giudei. Vi era la volontà di cancellare anche il ricordo di quella che era stata Eretz Israel e annientare ogni traccia della presenza ebraica con la sua storia, la sua cultura e la sua religione.

Solo dopo la sconfitta dei ribelli ebrei da parte dei romani, l’Impero chiamò Palestina la terra del popolo ebraico, per punirlo e per dare un segnale alle altre popolazioni sovversive. I romani cancellarono il nome ebraico “Giudea” e lo sostituirono con il nome di un antico nemico che gli ebrei disprezzavano. I Filistei, infatti, erano un popolo estinto dell’Egeo che gli ebrei avevano detestato per la barbarie e l’ignoranza.

In questo modo Palestina, nome che indicava le terre occupate dai Filistei, ha sostituito il regno di Giuda e Eretz Israel. Tale tendenza, in molti ambienti, perdura ancora oggi e si preferisce parlare di Terra Santa piuttosto che indicare le originarie denominazioni ebraiche.

Per diciannove secoli si è dunque sempre impiegato il nome Palestina, ma solo a partire dalla metà del XX secolo quella che era una designazione puramente geografica ha assunto un significato etnico.

Proiettando all’indietro questo nuovo significato su tutta la storia precedente si ha come risultato che le vicende del regno di Giuda e del regno d’Israele, nonché tutta la storia biblica, ed in particolare ebraica, viene cancellata e sostituita da un’altra narrazione, secondo la quale quelle terre sono da sempre Palestina, e da sempre abitate da Arabi Palestinesi. In tale visione anche Gesù era Palestinese e così pure gli Apostoli e la prima Chiesa.

Coerente con tale visione è l’opinione, purtroppo oggi diffusa, che lo Stato d’Israele – “l’entità sionista” – non sia il risultato dell’autodeterminazione del popolo ebraico, ma rientri nella storia del colonialismo e del razzismo, dimenticando che la sua rinascita nel 1948 è stata frutto di una decisione dell’ONU.

A tale falso non si è sottratto neppure il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen che più volte nei suoi interventi di auguri per Natale ha definito Gesù di Nazareth “palestinese”, in un contesto che implicava l’esistenza di una persecuzione dei cristiani da parte dello Stato ebraico d’Israele.

Insomma, quando leggiamo di un “Gesù palestinese”, la nostra irritazione sale al massimo, perché ricordiamo bene le vignette satiriche in cui le sofferenze dei palestinesi sono accostate alle sofferenze di Gesù e l’accusa di deicidio, motivazione ideologica alla base di secoli e secoli di antigiudaismo cristiano, ritorna in chiave politica e discriminatoria.



Con grande sprezzo del ridicolo, Fatah continua a sostenere che Gesù era palestinese
Israele.net
Come è possibile che si continui a tollerare senza battere ciglio questa insolente menzogna antisemita e anti-cristiana?
(Da: PMW Bulletin, israele.net, 25.12.18)

https://www.israele.net/con-grande-spre ... alestinese

Yasser Arafat diceva che Gesù è stato il primo shahid (martire) palestinese. Lo scrittore Samih Ghanadreh, intervistato dalla tv dell’Autorità Palestinese, si dice pienamente d’accordo. E l’intervistatore, di rincalzo: “Era palestinese, nessuno lo nega” (clicca per il filmato)

Da anni, l’Autorità Palestinese e Fatah, il movimento che fa capo ad Abu Mazen, continuano a presentare Gesù come un palestinese: serve alla loro zelante campagna per fabbricare un’antica storia palestinese che non esiste, e per cercare di delegittimare Israele anche a costo di consumare un ennesimo esproprio a danno del retaggio storico e culturale ebraico.

Quest’anno non ha fatto eccezione. In occasione del Natale, l’alto esponente palestinese Azzam Al-Ahmad, membro del Comitato Esecutivo dell’Olp e del Comitato Centrale di Fatah, ha nuovamente parlato di Gesù come del “primo palestinese” e ha definito il Natale “uno dei simboli permanenti palestinesi”.

Nella loro opera di costruzione di una storia falsa, Autorità Palestinese e Fatah (e coloro che danno loro credito) ignorano serenamente il fatto che Gesù era ebreo secondo ogni nozione storica e secondo la tradizione e la dottrina cristiana. Sanno, ma tacciono, che l’Impero Romano cambiò in “Palestina” il nome della Terra d’Israele, e della regione di Giudea, solo cento anni dopo Gesù, e che lo fece proprio nel tentativo di cancellare quella testimonianza del legame fra il Paese e gli ebrei.

Incuranti di perpetuare quest’antica operazione anti-ebraica, gli esponenti di Fatah e dell’Autorità Palestinese presentano costantemente Gesù e la madre Maria come palestinesi, e Gesù persino come “il primo profugo palestinese” e “il primo martire palestinese”, come ampiamente documentato da Palestinian Media Watch.

Ecco cosa ha detto Azzam Al-Ahmad parlando a Khan Al-Ahmar (l’agglomerato di baracche abusive eretto da un gruppo di beduini in Area C – cioè sotto piena amministrazione israeliana secondo gli Accordi di Oslo – di cui le autorità israeliane hanno ordinato la demolizione offrendo siti alternativi più tutelati e sicuri):

Azzam Al-Ahmad: “Ogni anno l’accensione dell’albero di Natale riveste molti significati in Palestina… Il Natale è uno dei simboli permanenti palestinesi e il mondo intero segue la Messa a Betlemme… I bambini di Khan Al-Ahmar sono felici dell’accensione di questo albero poiché è il simbolo del primo palestinese, Gesù, la pace sia su di lui. Noi, membri del popolo palestinese, celebriamo il Natale insieme a tutti in terra di Palestina… “.

Le stesse falsità sulla figura di Gesù sono state ripetute da Mustafa Barghouti, Segretario generale di “Iniziativa Nazionale” e membro del parlamento palestinese: “Gesù, che è nato in questa terra, era un palestinese e ha sconfitto la sua sofferenza” (al-Hayat Al-Jadida, quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese, 20.121.18).

Per l’ideologia, la propaganda e persino per le leggi palestinesi, il termine palestinese significa “arabo e musulmano di Palestina”. La Legge fondamentale dell’Autorità Palestinese approvata a Ramallah il 29 maggio 2002 stabilisce:

«Art. 1: La Palestina fa parte del grande mondo arabo e il popolo palestinese fa parte della nazione araba. Il popolo palestinese si adopererà per raggiungere l’obiettivo dell’unità araba.
Art. 4: L’islam è la religione ufficiale della Palestina. I principi della shari’a islamica saranno la principale fonte della legislazione. L’arabo sarà la lingua ufficiale».

E la Carta Nazionale dell’Olp (1-7 luglio 1968) proclama:

«Art. 1: La Palestina è la patria del popolo arabo palestinese, è parte indivisibile della patria araba e il popolo palestinese è parte integrante della nazione araba».

In base a queste definizioni, non c’è alcun modo di definire Gesù di Nazareth come un “palestinese” (cioè un arabo-musulmano nato in un paese che allora nessuno chiamava Palestina) senza recare oltraggio alla verità storica, alla logica, al buon senso e anche alla dottrina cristiana, che infatti afferma:

«Gesù è ebreo e lo è per sempre».
(Da: Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo, Sussidi per una corretta presentazione degli Ebrei e dell’Ebraismo nella predicazione e nella catechesi della Chiesa Cattolica, 24 giugno 1986, III-1)




I preti di Bergoglio più demenziali, invasati, fanatici, irresponsabili e bugiardi del loro capo

Borbiago: il presepe che ricorda il dramma dei profughi e le duecento Natività dal mondo
genteveneta
2 gennaio 2021

https://www.genteveneta.it/riviera/borb ... dal-mondo/

Dietro ad un muro avvolto di filo spinato ci sono Maria e Giuseppe e, dentro a una scatola di cartone, il bambino Gesù, avvolto in stracci con dei riflessi dorati a ricordarne la divinità. Accanto, un canotto sgonfiato e delle pietre a ricordare degli scogli.
È il presepe che si trova all’ingresso della chiesa di Borbiago: «È un presepe che ci interpella – spiega il diacono Tiziano Scatto – e richiama il nostro essere cristiani di fronte al dramma di tanti uomini, donne e bambini che premono alle frontiere europee in fuga da guerre, conflitti interni, miseria, dittature e vengono respinti da tanti paesi che a volte si dicono cattolici».
Questo presepe che non vorremmo vedere e che disturba molti, prosegue il diacono, sta a ricordare che Dio si è fatto uomo, in ogni uomo e donna e in ogni bambino. E come allora a Betlemme, quando è stato rifiutato da Erode, che lo cercava per ucciderlo, dai sommi sacerdoti che pur a conoscenza della Scrittura non si sono messi in cammino per cercarlo, a differenza dei pastori ritenuti degli scarti umani, e dei Magi, anche oggi continua ad essere rifiutato e allontanato. Eppure anche noi come Erode e gli esperti del sacro e del religioso, siamo a conoscenza della Scrittura: “Avevo fame, ero nudo, straniero e…”.
Oltre a questa rappresentazione, la parrocchia di Borbiago propone anche quest’anno un’ampia selezione degli oltre 200 presepi che costituiscono la collezione privata del diacono Tiziano, raccolti in giro per il mondo.
L’Africa è rappresentata da un presepio in legno di mogano scolpito a mano proveniente dal Camerun e da un presepio in terracotta proveniente dal Kenya.
Il Sudamerica è rappresentato dalla Bolivia con natività provenienti dalla Regione Andina, in particolare dalla città di El Alto, posta a quasi 4mila metri di altezza; dalla regione di Tarija, famosa per il suo vino ed il clima mite; dall’oriente boliviano, con una raffigurazione in terracotta della Fuga in Egitto proveniente dalla regione di Santa Cruz de la Sierra e con una natività intagliata su legno tipica della etnia Aimara.
L’Asia è rappresentata da una Natività proveniente dalle Filippine e l’Asia orientale da una rappresentazione proveniente dalla Mongolia.
Alcuni presepi della tradizione italiana sono scelti tra regioni del nord e del sud.

A rappresentare la catastrofe ambientale a cui stiamo assistendo e di cui siamo gli artefici, una simpatica Natività della popolazione indigena delle coste artiche dell’America, tra igloo e Inuit, gli abitanti di queste terre, dove Dio si incarna tra orsi, lupi, nevi e montagne ghiacciate minacciate dai cambiamenti climatici.
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Messaggioda Berto » sab gen 01, 2022 8:34 pm

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Messaggioda Berto » sab gen 01, 2022 8:34 pm

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Re: No Bergoglio, non mentire e non manipolare Gesù Cristo

Messaggioda Berto » sab gen 01, 2022 8:35 pm

2)
No Bergoglio!
No Bergoglio, no bugiardo Bergoglio, manipolatore e falsificatore dei valori umani, dei diritti e dei doveri umani, del bene e del male.
L'ingresso e/o l'invasione clandestina di un paese al pari della fraudolenta violazione del domicilio o della proprietà non è certo un bene e un diritto umano e civile ma è certamente, universalmente e assolutamente un male e un crimine contro l'umanità.


L'invasione clandestina è un grave crimine contro l'umanità e non un diritto umano e civile da promuovere, assecondare, favorire, rispettare e difendere, per cui chi muore di freddo, di stenti o annegato durante le scalate e le traversate illegali di montagne, deserti, fiumi e mari, nel compimento di questo grave crimine, muore esclusivamente per responsabilità e colpa sua e dei suoi complici diretti (come lo sono gli scafisti o i passeur) e indiretti (come lo sono coloro che propagandano e fanno passare questo crimine come se fosse un diritto umano e civile) e non certo per colpa di altri o nostra che siamo le vittime, come sostengono taluni demenziali e irresponsabili tra cui il Papa Bergoglio e i politicanti della sinistra europea con il loro megafono e contorno mediatico.
Noi uomini di buona volontà, cristiani e non cristiani, bianchi ed europei non abbiamo proprio nulla di cui rimproverarci per queste morti, anche se riguardano donne e bambini.
Non si tratta di "disumana indifferenza" si tratta solo di buona umanità, di buona logica naturale e di legittima difesa, per cui a piangere deve essere il carnefice criminale, chi è causa del suo mal e non altri, certamente non le vittime destinatarie del male del criminale carnefice sofferente o morto.

Per un cristiano sensato (non fanatico e non invasato che brama morire sulla croce e vedere morire sulla croce tutti i cristiani, ma non solo morti sulla croce come l'ebreo Cristo, ma morti derubati, rapinati e stuprati perché presuntivamente ricchi, bianchi e occidentali, seviziati e decapitati perché infedeli non maomettani) e fortunatamente cristiano io non lo sono più, non esiste l'obbligo religioso e quindi umano, civile e politico di farsi complice direttamente o indirettamente dell'invasione clandestina, del ladro, dello stupratore, del nemico e del malvagio che ti fa del male e che ti uccide, di chi manca di rispetto al tuo paese, alla tua gente, alla tua famiglia e che costituisce un grave danno, un grave pericolo mortale per tutti loro e per tutti noi.
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Messaggioda Berto » sab gen 01, 2022 8:35 pm

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Re: No Bergoglio, non mentire e non manipolare Gesù Cristo

Messaggioda Berto » sab gen 01, 2022 8:35 pm

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Re: No Bergoglio, non mentire e non manipolare Gesù Cristo

Messaggioda Berto » sab gen 01, 2022 8:37 pm

3)
No Bergoglio!
No Bergoglio, no bugiardo Bergoglio, manipolatore e falsificatore dei valori umani, dei diritti e dei doveri umani, del bene e del male.
L'Islam non è una religione e una ideologia e pratica religiosa, sociale e politica che eleva spiritualmente l'umanità a Dio e che induce alla fratellanza umana e alla pace tra gli uomini, le loro comunità, le loro nazioni e stati.
Non raccontare menzogne non ingannare i cristiani che hanno la sventura di credere in te come vicario di Cristo.
Tu Bergoglio sei un Papa vergognoso e vigliacco!





Il Vaticano si autocensura sui martiri dell'Islam
Giulio Meotti
1 gennaio 2022

https://meotti.substack.com/p/il-vatica ... ui-martiri


Il Vaticano si autocensura. Il “fondamentalismo” che minaccia i cristiani in molte parti del mondo non ha nome né matrice.

22 missionari cattolici sono stati uccisi nel 2021, la metà dei quali in Africa, secondo un rapporto appena diffuso dall'Agenzia Fides e diffuso dalla sala stampa vaticana. Fides, l'agenzia di stampa della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, riporta che dei 22 missionari uccisi nel 2021, 13 erano sacerdoti, due religiose, uno religioso e sei laici. La metà del totale è stata uccisa in Africa: sette sacerdoti, due religiose e due laici. “Dal 2000 al 2020, secondo i nostri dati, sono stati uccisi 536 missionari in tutto il mondo”, afferma il rapporto.

Il rapporto di Fides, tuttavia, spiega il National Catholic Register, “evita ogni accenno al numero di cattolici in Africa, per lo più sacerdoti, uccisi dai radicali islamisti, soprattutto in Nigeria. Il rapporto menziona solo le vittime come uccise da ‘gruppi di uomini armati’, senza menzionare il loro legame con organizzazioni islamiste radicali nell'Africa sub-sahariana come Boko Haram”.

Un sacerdote assassinato per un furto in Perù o un seminarista ucciso dal cartello della droga messicano non è la stessa cosa di un sacerdote fatto a pezzi da chi colpisce in odium fidei. Anche perché, come spiega ogni anno Open Doors, fra i primi 10 paesi al mondo che perseguitano i cristiani, 8 sono musulmani. Il Cristianesimo è stato definito come "la religione più perseguitata del mondo". Da chi?

Come l’attacco a una chiesa cattolica a Malumfashi, dove è stato ucciso il parroco Alphonsus Bello. Come John Gbakaan, parroco nella diocesi di Minna, in Nigeria, rapito e fatto a pezzi con un machete. Come Joseph Gor e Felix Tyolaha, che stavano dicendo la messa mattutina per 50 parrocchiani presso la chiesa cattolica di Sant'Ignazio in un villaggio nel centro-nord della Nigeria. Dopo 20 minuti dall'inizio della messa, terroristi hanno fatto irruzione nella chiesa e aperto il fuoco sulla congregazione. 19 persone sono state uccise, compresi i sacerdoti. Chi li ha uccisi? E perché? A leggere il rapporto Fides non si capisce.

Eppure, basterebbe ascoltare quanto dicono i cattolici sul campo per capire che tanta autocensura sull’Islam è non solo ridicola, ma letale.

In una drammatica omelia di Natale, il vescovo di Sokoto Matthew Kukah ha detto: “La nostra è diventata una casa dell'orrore”. Siamo nel paese più pericoloso al mondo dove essere cristiano. L'arcivescovo di Jos, Benjamin Argak Kwashi, ha detto che "questa cosa è sistematica pianificata, calcolata, la loro intenzione è islamizzare la Nigeria". O Joseph Bature Fidelis, il parroco di san Patrizio, a Maiduguri, in Nigeria. Il sacerdote nigeriano ha scelto di restare con i fedeli nonostante, ha raccontato, “fossi stato minacciato per due volte e avessi visto persone uccise e tagliate a pezzi. Credo che questi attacchi non cancelleranno la fede del nostro popolo”. O il vescovo Luiz Fernando Lisboa della diocesi di Pemba, in Mozambico, che ha raccontato che gli islamisti bruciano le chiese e uccidono chi si rifiuta di unirsi a loro. “Hanno assalito la chiesa e bruciato i banchi e una statua della Madonna. Hanno distrutto un'immagine del Sacro Cuore di Gesù, a cui è dedicata la parrocchia”.

“Non è stato un attacco, è stato un massacro”, ha raccontato al Middle Belt Times un sacerdote cattolico sugli attacchi nello stato settentrionale nigeriano di Kaduna. “I pastori sono arrivati numerosi, armati fino ai denti e hanno cominciato a sparare a qualunque cosa si muovesse. Abbiamo contato 30 cadaveri, soprattutto donne e bambini. È evidente che sapevano chi uccidere ancora prima di arrivare”.

“Dov’è il vostro prete? Non può scappare, è necessario che lo uccidiamo”, hanno detto i jihadisti agli abitanti di Diablo, nel nord del Burkina Faso. Appena scoperto che il sacerdote, Simeon Yampa, stava celebrando la messa nella chiesa cattolica, hanno fatto irruzione e lo hanno ucciso. Non hanno detto “vogliamo i suoi soldi”, ma “vogliamo la sua vita”.

Bastava ascoltare la terribile testimonianza di quei missionari che sono passati dalle mani dei terroristi. Liberata a novembre dalle mani dei jihadisti in Mali, la suora colombiana Gloria Narvaez è tornata nel suo paese il 16 novembre. Accolta all'aeroporto di Bogotà, la suora ha accettato di rispondere alle domande dei giornalisti presenti, compresi quelli di Aleteia. Ha raccontato che i rapitori continuavano a chiamarla "cane femmina credente". “Come donna e cattolica, la mia vita per loro valeva meno di niente”.

Il cardinale Robert Sarah, nato in Guinea, paese a larga maggioranza musulmana, alla televisione francese ha appena detto: “Come vuoi dialogare con qualcuno se io non esisto? Non posso negare la mia base religiosa fondante o il cristianesimo per compiacere l'Islam”.

Eppure, è quello che accade. Perché “la correttezza politica non vuole sapere nulla della persecuzione e della soppressione in corso del Cristianesimo e pertanto sono ignorate in un modo quasi sinistro", ha dichiarato il vescovo di Linz Manfred Scheuer.

Papa Benedetto XVI, nel suo discorso di Ratisbona, disse ciò che nessun Pontefice aveva osato dire, ossia che esiste un legame specifico tra la violenza e l'Islam. Per questo fu letteralmente linciato, demonizzato e costretto a una triste autocensura da parte delle stesse gerarchie vaticane.

Il romanziere algerino Boualem Sansal ha scritto sulla Revue des deux mondes che storicamente i Papi hanno sempre vissuto nella paura dell’Islam, “fin da quando all’inizio del VII secolo hanno appreso della nascita di una nuova religione di un mercante scelto da Dio per completare la missione di Abramo e Gesù e quando, nel 637, l’esercito islamico conquistò Gerusalemme e l’intero medio oriente, culla storica del cristianesimo. Seguiranno l’avanzata irresistibile dell’islam in occidente, il Nord Africa giudaico-cristiano che si converte immediatamente, l’attacco alla Spagna cattolica, Bisanzio, Vienna e il progetto su Roma presente in tutta Europa. Orrore, l’islam ha ingoiato il mondo”. Una religione, scrive Sansal, “cui nessuna civiltà è mai sopravvissuta”. Lo scrittore algerino ritiene che Papa Francesco “sulla religione che perseguita i suoi predecessori ha una nuova visione gentile, simpatetica, incoraggiante: l’islam non è il nemico ereditario della cristianità, è il suo amico intimo”. La critica di Sansal al Vaticano è che sull’islam emuli i leader occidentali “che ne parlano con deferenza”.

E la deferenza può portare a cancellare anche il movente dietro l’uccisione di così tanti martiri. I Talebani hanno ordinato di tagliare la testa ai manichini nei negozi. Ai nostri martiri la tagliano davvero, ma noi ci giriamo dall’altra parte.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: No Bergoglio, non mentire e non manipolare Gesù Cristo

Messaggioda Berto » sab gen 01, 2022 8:37 pm

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