Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani

Tutte le demenzialità di un uomo che non merita rispetto

Messaggioda Berto » mar dic 08, 2020 8:06 pm

24) che racconta che siamo tutti fratelli ma che non difende i cristiani perseguitati e sterminati dai nazi maomettani nei paesi islamici,
che non prende posizione e non condanna il nazismo maomettano (Maometto che lo predicava e attuava e il Corano che lo prescrive) che perseguita e uccide ogni diversamente religioso, areligioso e pensante, i gay e le donne libere;
che giustifica i crimini parassitari, predatori, persecutori, suprematisti, criminali, ...
dei migranti clandestini, degli africani, dei nazi maomettani, degli zingari, di tutti quelli che lui considera come perseguitati, poveri, ultimi, scartine, ... con considerazioni spesso prive di ogni fondamento e che manipolano la storia per calunniare, incolpare e demonizzare le vittime di questi crimini che si rifiutano di accogliere, accettare, subire, sottomettersi, piegarsi, rassegnarsi, all'esproprio dei dei loro diritti umani naturali, civili e politici, della loro libertà e dei loro beni, della sovranità nella loro casa e nel loro paese, ...



LETTERA ENCICLICA FRATELLI TUTTI
DEL SANTO PADRE FRANCESCO
SULLA FRATERNITÀ E L'AMICIZIA SOCIALE
https://www.vatican.va/content/francesc ... tutti.html


Amare se stessi, l'egoismo e l'utopia della fratellanza universale.
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674
viewtopic.php?f=205&t=2927



Papa Francesco, nell'enciclica una lode "agghiacciante": legittima la sottomissione all'Islam
Gianluca Veneziani
7 ottobre 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/pe ... islam.html

Deve aver sbagliato a dare titolo all'enciclica, Papa Francesco. Anziché «Fratelli tutti», avrebbe dovuto chiamarla «Fratelli Musulmani». Il documento papale pubblicato ieri pareva evocare nel nome la fratellanza con gli elementi della Natura, alludendo a «Fratello Sole, Sorella Luna»; oppure riscattare in positivo la fraternità tradita dai due primi fratelli nel racconto biblico, Caino e Abele; o addirittura celebrare una fraternità comunitaria in chiave patriottica, la stessa cui si inneggia in «Fratelli d'Italia». Macché, non c'era da illudersi. La fratellanza, nel testo vergato dal Papa, viene intesa nel senso giacobino della fraternité, per cui Fratelli diventa sinonimo di Compagni, al punto che il pontefice giunge a definire «non intoccabile il diritto alla proprietà privata». E ancora, viene declinata nel senso della «responsabilità fraterna» verso i migranti. Ma soprattutto, ed è ciò che più inquieta, la fraternità è interpretata dal Papa come legame, non paritario ma subalterno, con gli islamici. Non era mai accaduto finora nella storia della Chiesa che un Papa riconoscesse come sua primaria fonte di ispirazione per un'enciclica una delle massime autorità spirituali musulmane, il Grande imam di al-Azhar.

IL POVERELLO DI ASSISI
«In questo caso», scrive Francesco, «mi sono sentito stimolato in modo speciale dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, con il quale mi sono incontrato per ricordare che Dio "ha creato tutti gli esseri umani uguali, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro". Questa Enciclica raccoglie e sviluppa grandi temi esposti in quel Documento che abbiamo firmato insieme». Al-Tayyeb, lo ricordiamo, è quell'imam che aveva rotto con Papa Benedetto XVI, dopo che questi aveva osato condannare la persecuzione dei cristiani in Egitto; ed è quello stesso imam che ha manifestato più volte posizioni antisemite, accusando gli ebrei di praticare l'usura, indicendo manifestazioni contro la «giudaizzazione» di Gerusalemme e appoggiando gli attentati suicidi in Palestina contro i «nemici di Allah»; ed è ancora quell'imam che aveva invitato i mariti a «picchiare le mogli disobbedienti», anche se solo con lievi «bacchettate».

Ma, a prescindere da questo, il dramma è la china presa dal papato di Francesco: la sua prima enciclica, Lumen fidei, era stata realizzata a quattro mani con Ratzinger, già autore del celebre discorso di Ratisbona, durissimo contro l'islam. Quest' ultima è stata invece, di fatto, co-firmata da un imam. Il passaggio più agghiacciante del testo è quello in cui Bergoglio addirittura legittima e loda la sottomissione cristiana all'islam. Francesco cita il suo omonimo, il santo di Assisi, in visita al sultano Malik-al-Kamil in Egitto. E sostiene, citando la Regola non bollata, che «San Francesco andò a incontrare il Sultano col medesimo atteggiamento che esigeva dai suoi discepoli: che, senza negare la propria identità, trovandosi "tra i saraceni o altri infedeli , non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio"». Il problema è l'interpretazione che ne dà Bergoglio.

Per il Papa è sorprendente come «ottocento anni fa, Francesco raccomandasse di evitare ogni forma di aggressione o contesa e anche di vivere un'umile e fraterna "sottomissione", pure nei confronti di coloro che non condividevano la loro fede». Avete letto bene: per Bergoglio il messaggio del santo di Assisi era un invito alla «sottomissione» nei confronti degli islamici. Nulla di più lontano dal vero. Innanzitutto il Papa omette di citare il passaggio seguente della Regola non bollata in cui si dice che «un altro modo» di essere frati è che essi «annuncino la parola di Dio, affinché quelli (gli islamici, ndr) credano in Dio onnipotente e diventino cristiani». E soprattutto Bergoglio dimentica che lo scopo del viaggio di San Francesco era predicare il Vangelo e convertire il Sultano, anche a costo del proprio martirio. Come ricordava san Bonaventura, biografo del poverello di Assisi, per san Francesco «i cristiani giustamente attaccano voi (i musulmani, ndr) e la terra che avete occupato». Ma, in nome dell'asservimento all'islam, è possibile rovesciare anche il senso del dettato francescano. Fratelli tutti, sottomettevi alla Sorella Mezzaluna. E ora chiamatelo Papa-Imam Francesco.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Tutte le demenzialità di un uomo che non merita rispetto

Messaggioda Berto » mar dic 08, 2020 8:07 pm

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Re: Tutte le demenzialità di un uomo che non merita rispetto

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 10:09 am

25) che racconta come la mafia sia un'invenzione degli italiani e non dei nigeriani perlopiù nazi maomettani;
mentendo spudoratamente perché in realtà la mafia non è italiana ma caso mai siciliana e d'intorni come la camorra a Napoli e la ndrangheta in Calabria; poi organizzazioni criminali come la mafia caratterizzano molti popoli e si trovano presso quasi ogni paese tra qui la Nigeria, la Turchia, la Cina, il Giappone ecc. ecc.
Poi non tutti i popoli e le regioni italiane sono mafiose, ad esempio i veneti, i friulani, i trentini, i lombardi, i toscani non hanno mai espresso nella loro storia organizazioni criminali del tipo mafiose e quindi oltre ad essere un falso storico, sociologico e antropologico è un'offesa alle genti di queste regioni;



Migranti, papa Francesco: "Basta psicosi: la mafia non l'hanno inventata i nigeriani, è nata in Italia"
06 aprile 2019
https://video.repubblica.it/vaticano/mi ... 464/332062
"Non bisogna aver paura dei migranti e alimentare psicosi": papa Francesco lo ha detto parlando a braccio nell'udienza concessa in Vaticano ai docenti e agli studenti dell'Istituto San Carlo di Milano. E ha aggiunto: "Si dice: sono delinquenti. Ma delinquenti ne abbiamo tanti anche qui. La mafia non l'hanno inventata i nigeriani, è nata in Italia".



Alberto Pento
Brgoglio, noi chi?
Noi veneti non abbiamo inventato nessuna mafia e nemmeno i friulani e nemmeno i trentini, i tirolesi e i lombardi, cerca di parlare bene, di non calunniare, cerca di dire la verotà, bugiardo manipolatore di verità e propalatore di menzogne.

Crimini e delitti dei clandestini, degli irregolari e di altri stranieri più o meno regolari o in attesa di regolarizzazione o di respingimento
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=1814
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Re: Tutte le demenzialità di un uomo che non merita rispetto

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 10:09 am

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Re: Tutte le demenzialità di un uomo che non merita rispetto

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 10:10 am

26) che racconta ai cristiani che l'ebreo Gesù Cristo accoglieva tutti, specialmente i non cristiani e i peccatori, certo ma per convertirli e privilegiava chi riconosceva in lui il maestro, la via, la verità e la vita eterna e non certo chi lo contrariava, osteggiava e lo demonizzava non riconoscendogli alcuna autorevolezza religiosa e spirituale.
Gesù Cristo non accoglieva e non si faceva certo complice di chi gli faceva del male e lo voleva morto



Quello che Dio il Creatore e l'ebreo Cristo non hanno mai detto agli uomini
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2676


Io non sono né ebreo, né cristiano, né ateo e mi pare che Dio il Creatore e l'ebreo Cristo non abbiano mai detto agli uomini:

1)
di mettersi al posto dell'onnipotenza divina o di sentirsi responsabili come o al posto di Dio il Creatore;
2)
come non hanno mai detto agli uomini di trascurare i propri figli, le proprie famiglie, le proprie comunità, i propri paesi per occuparsi di quelli degli altri e magari di portarsi la morte in casa accogliendo e ospitando chichessia o chiunque, a prescindere da ogni prudenza, dalla propria volontà e dalle proprie possibilità;
3)
come non hanno mai detto di danneggiare la propria gente o di rubare risorse, beni, diritti alla propria comunità e ai propri concittadini per darle ad altri a cui non si deve umanamente e assolutamente nulla oltre una solidarietà relativa e mai assoluta, e in ogni caso solo chi ha veramente bisogno;
4)
che gli uomini, i popoli, le comunità, i paesi, gli stati, le famiglie debbano accogliere e ospitare chiunque e per forza; poiché l'accoglienza e l'ospitalità non possono che essere naturalmente sempre e solo libere e volontarie, commisurate e proporzionate alle possibilità economiche di ogni paese, di ogni comunità e alle relative compatibilità sociali, culturali e politiche.
5)
Dio il Creatore e l'ebreo Cristo non hanno mai detto agli uomini di non rispettare i X Comandamenti e che sia lecito rubare, tantomeno che la proprietà sia un furto, un male e un non diritto umano;
6)
Cristo ha detto:
ama il prossimo tuo come te stesso e per prossimo intendeva i famigliari e la comunità, quelli che ti stanno vicino e non certo quelli che ti stanno più lontano;
7)
l'ebreo Cristo ha anche detto: dai a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio;
8)
l'ebreo Cristo, ha anche detto a chi voleva seguirlo: vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri; ma non ha mai detto di vendere quello che è della famiglia o della comunità per poi dare il ricavato ai poveri, poiché ben sapeva che in tal modo avrebbe impoverito la famiglia e l'intera comunità;
9)
Gesù ha detto: dai da mangiare agli affamati, da bere agli assetati e da vestire agli ignudi, ma nei limiti delle possibilità di ognuno e riferendosi alla realtà sociale del suo tempo. Non ha mai detto di privarsi e di privare la propria famiglia e la propria comunità, del necessario per aiutare altri.
10)
Nè Dio il Creatore né l'ebreo Cristo (suo figlio per i cristiani) hanno mai detto agli uomini che essi debbono perdere la loro libertà e i loro doveri e diritti umani per diventare schiavi di altri attraverso l'obbligo e la coercizione alla solidarietà.
11)
Mi pare invece che l'ebreo Cristo abbia consigliato di guardarsi per bene da coloro che si mettono in mostra quando esercitano la carità, l'elemosina, la solidarietà o che la sbandierano ai quattro venti e sopratutto quando ne fanno una bandiera politica.


Utopie demenziali e criminali - falsi salvatori del mondo e dell'umanità
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2593
Utopie che hanno fatto e fanno più male che bene e molto più male del male che pretenderebbero presuntuosamente e arrogantemente di curare.

Accoglienza o ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2420
Se accogliete indiscriminatamente islamici e africani come vorrebbero le caste irresponsabili e parassitarie, criminali e demenziali, vi farete irreparabilmente del male con le vostre mani e lo farete alle vostre famiglie, ai vostri figli, alla vostra gente.
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Re: Tutte le demenzialità di un uomo che non merita rispetto

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 10:10 am

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Re: Tutte le demenzialità di un uomo che non merita rispetto

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 10:10 am

27) che è contro il Natale dei regali e del consumismo ma non capisce che si tratta di un consumismo benedetto che dà da vivere a un mucchio di gente e che costituisce una libera e diffusa ridistribuzione volontaria della ricchezza. Decine di milioni, se non centinaia di milioni di esseri umani in tutta la terra, vivono dei regali che gli uomini si fanno durante le loro festività e dei consumi fatti in questi giorni di festa, consumi e regali che costituiscono la fonte di sostentamento per loro, sensa della quale sarebbero in miseria, al limite delal disperazione della morte per fame. Bergoglio è un irresponsabile, incosciente demenziale fanatico, che fa più del male che del bene all'umanità.



Papa Francesco: la pandemia ci spinga ad un Natale meno consumistico
Iacopo Scaramuzzi
16 dicembre 2020

https://www.lastampa.it/vatican-insider ... 1.39666172


CITTÀ DEL VATICANO. Papa Francesco ha espresso l’auspicio che «restrizioni» e «disagi» imposti dalla pandemia aiutino i fedeli a «purificare un po’ il modo di vivere il Natale, di festeggiare, uscendo dal consumismo: che sia più religioso, più autentico, più vero».
...
Il Papa ha approfondito, nella catechesi, la preghiera di «intercessione», sottolineando che «chi non ama il fratello non prega seriamente», e mettendo in luce che l’orante non fugge dalla realtà né si guarda allo specchio «truccato per la superbia», ma «si sente peccatore fra i peccatori e prega per tutti».

«Alla preghiera sta a cuore l’uomo. Semplicemente l’uomo. Chi non ama il fratello non prega seriamente», ha detto il Pontefice argentino. «Qualcuno può dire: “in succo” di odio non si può pregare, “in succo” di indifferenza non si può pregare, la preghiera si dà solo in spirito di amore, chi non ama fa finta di pregare o crede di pregare ma non prega. Perché manca lo spirito che è l’amore. Nella Chiesa, chi conosce la tristezza o la gioia dell’altro va più in profondità di chi indaga i “massimi sistemi”. Per questo motivo c’è un’esperienza dell’umano in ogni preghiera, perché le persone, per quanto possano commettere errori, non vanno mai rifiutate o scartate».

Per questo motivo, ha aggiunto Francesco, «quando un credente, mosso dallo Spirito Santo, prega per i peccatori, non fa selezioni, non emette giudizi di condanna: prega per tutti. E prega anche per sé. In quel momento sa di non essere nemmeno troppo diverso dalle persone per cui prega. Si sente peccatore fra i peccatori e prega per tutti. La lezione della parabola del fariseo e del pubblicano è sempre viva e attuale: noi non siamo migliori di nessuno, siamo tutti fratelli in una comunanza di fragilità, di sofferenze e nell’essere peccatori». E con questo Spirito «la preghiera è feconda perché andiamo con umiltà davanti a dio a pregare per tutti, invece il fariseo pregava in modo superbo: “Ti ringrazio perché non sono come i peccatori, io sono giusto”: questa non è preghiera, è guardarsi allo specchio truccato per la superbia».

Papa Francesco ha rimarcato quel che la preghiera non è: «Chi prega non lascia mai il mondo alle sue spalle. Se la preghiera non raccoglie le gioie e i dolori, le speranze e le angosce dell’umanità, diventa un’attività “decorativa”, un atteggiamento superficiale, da teatro, un atteggiamento intimistico. Tutti abbiamo bisogno di interiorità: di ritirarci in uno spazio e in un tempo dedicato al nostro rapporto con Dio. Ma questo non vuol dire evadere dalla realtà. Nella preghiera, Dio “ci prende, ci benedice, e poi ci spezza e ci dà”, per la fame di tutti. Ogni cristiano è chiamato a diventare, nelle mani di Dio, pane spezzato e condiviso. È una preghiera concreta: che non sia una fuga».

Nella preghiera, ha detto ancora il Papa, «il nostro cuore e la nostra voce si fa cuore e voce di tanta gente che non sa pregare o non prega o non vuole pregare o è impossibilitato da pregare, noi siamo il cuore e la voce di questa gente che sale a Gesù e al padre come intercessori. Nella solitudine, sia la solitudine di molto tempo sia la solitudine di mezzoretta, ci si separa da tutto e da tutti per ritrovare tutto e tutti in Dio. Così l’orante prega per il mondo intero, portando sulle sue spalle dolori e peccati. Prega per tutti e per ciascuno: è come se fosse un’antenna di Dio in questo mondo. In ogni povero che bussa alla porta, in ogni persona che ha perso il senso delle cose, chi prega vede il volto di Cristo».

«Fratelli e sorelle siamo tutti foglie del medesimo albero», ha concluso il Papa: «Ogni distacco ci richiama alla grande pietà che dobbiamo nutrire, nella preghiera, gli uni per gli altri. Preghiamo gli uni per gli altri ci farà bene a no e farà bene a tutti».



Covid, il Papa: invece di lamentarci delle restrizioni, facciamo qualcosa per chi ha bisogno
Salvatore Cernuzio
20 dicembre 2020

https://www.lastampa.it/vatican-insider ... 1.39682651

Città del Vaticano. «Il consumismo ci ha sequestrato il Natale». E nella «frenesia» di comprare regali e «fare cose, cose, cose», unita quest’anno alle lamentele per le restrizioni imposte dalla pandemia, dimentichiamo di fare qualche gesto concreto per il fratello che soffre.

Pochi giorni prima di Natale, e pochi giorni dopo il nuovo Dpcm con le nuove strette sulle festività, Papa Francesco all’Angelus richiama l’attenzione di tutti i fedeli, distratti dalle ultime compere o dalle discussioni su cenoni e visite ai parenti, per chiedere loro di spendere questo importante tempo dell’anno compiendo gesti concreti in favore di chi, già da prima del Covid, è privato delle cose più essenziali della vita. «In questo tempo difficile, anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa!», dice Jorge Mario Bergoglio, affacciato dalla finestra del Palazzo Apostolico, in una piazza San Pietro soleggiata e, nonostante tutto, gremita. «Guardiamoci intorno, guardiamo soprattutto quanti sono nell’indigenza. Il fratello che soffre, dovunque si trovi, ci appartiene. Quello che soffre è Gesù nella mangiatoia... Incontreremo davvero il Redentore nelle persone che hanno bisogno»

Covid, papa Francesco: "Anziché lamentarci per restrizioni facciamo qualcosa per chi ha bisogno"

«Prepariamo il cuore, andiamo a pregare, non ci lasciamo portare avanti dal consumismo: ah devo comprare i regali, devo fare questo! Quella frenesia di fare cose, cose, cose. L’importante è Gesù», rimarca ancora il Pontefice, sulla scia dell’appello di mercoledì scorso dopo l’udienza generale con cui chiedeva di approfittare delle restrizioni «per purificare il modo di vivere il Natale, uscendo dal consumismo», rendendolo «più religioso e vero».

Quello che realmente conta, secondo il Papa, è la compassione, la generosità, la solidarietà. La stessa solidarietà che - come ha scritto in un tweet postato sull’account @Pontifex mezz’ora prima dell’Angelus, in occasione del Human Solidarity Day dell’Onu - «si esprime concretamente nel servizio, che può assumere forme molto diverse nel modo di farsi carico degli altri. Servire significa avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo».

Coronavirus: i contagi in Italia e quali sono le regioni da tenere sotto controllo

Per realizzare questo, c’è bisogno però che «Gesù nasca in noi» e ci doni un cuore nuovo: un cuore «libero dal male, accogliente, pronto a ospitare Dio» come quello della Madonna che, come il Vangelo di oggi sull'Annunciazione, ha detto «sì» a Dio senza condizionamenti né ripensamenti.

Proprio sul «famoso fiat» della Madre di Gesù, Francesco concentra la sua catechesi di questa domenica, quarta e ultima di Avvento. «L’espressione verbale indica un desiderio forte, la volontà ferma che qualcosa si realizzi. Maria, in altre parole, non dice: “Se deve avvenire avvenga…, se non si può fare altrimenti…”. No, non esprime un’accettazione debole e remissiva, ma un desiderio forte e vivo. Non è passiva, ma attiva. Non subisce Dio, aderisce a Dio. È un’innamorata disposta a servire in tutto e subito il suo Signore».

La Madonna, sottolinea il Papa, «avrebbe potuto chiedere un po’ di tempo per pensarci, oppure maggiori spiegazioni su che cosa sarebbe successo; magari porre qualche condizione», tanto più che, avendo un figlio da «promessa sposa» prima del matrimonio, «avrebbe trasgredito la Legge, e le pene per le donne erano terribili: era prevista la lapidazione». Invece Lei «non prende tempo, non fa aspettare Dio, non rinvia». Questa giovanissima ragazza che «si trovò di fronte a una scelta cruciale: dire “sì” a Dio rischiando tutto, compresa la vita, oppure declinare l’invito e andare avanti con il suo cammino ordinario».

Lei «non rinvia», rimarca Papa Bergoglio. Quante volte, invece, «la nostra vita è fatta di rinvii, anche la vita spirituale! So che mi fa bene pregare, ma oggi non ho tempo, lo farò domani; so che aiutare qualcuno è importante, ma oggi non posso, lo farò domani. È la stessa catena del domani, rinviare!». Alle «porte del Natale», la Madre di Dio ci invita allora a «non rimandare», ma «a dire “sì”. Devo pregare? Sì, cerco e lo faccio. Devo aiutare gli altri? sì. Come farlo? E lo faccio!». «Ogni “sì” costa, ma sempre meno di quanto costò a lei quel “sì” coraggioso e pronto, quell’“avvenga per me secondo la tua parola” che ci ha portato la salvezza».

Al momento dei saluti dopo l’Angelus, Francesco ricorda i lavoratori marittimi che, a causa della pandemia, sono bloccati sulle navi oltre i termini del loro contratti: «Si calcola circa 400mila in tutto il mondo… Esorto i governi a fare il possibile perché possono tornare dai loro cari». Il Papa invita poi a visitare la Mostra 100 presepi, che raccoglie sculture e rappresentazioni di ogni parte dell’Italia e del mondo. Quest’anno, a causa delle misure di sicurezza, è stata allestita sotto il colonnato di San Pietro e non nell’apposito spazio in via della Conciliazione. Per Francesco si tratta di una «felice idea»: «Vi invito a visitare i presepi sotto il colonnato per capire come la gente cerca con l’arte di far vedere come è nato Gesù. I presepi sotto il colonnato sono una grande catechesi della nostra fede».
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Re: Tutte le demenzialità di un uomo che non merita rispetto

Messaggioda Berto » dom gen 03, 2021 10:11 am

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Re: Tutte le demenzialità di un uomo che non merita rispetto

Messaggioda Berto » lun gen 04, 2021 9:50 pm

28) che racconta la demenzialità che nessuno è migliore di un altro, che chi fa del bene e che non fa del male non è migliore di uno che fa del male e che magari continua a farne senza mai pentirsi, scusarsi e risarcire e di chi si fa suo complice o lo giustifica o lo mistifica facendolo passare per buono.
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Messaggioda Berto » lun gen 04, 2021 9:51 pm

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