Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani

Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani

Messaggioda Berto » sab dic 04, 2021 2:39 am

Papa Francesco sui migranti: "Dolore per chi muore in mare"
23 gennaio 2022

https://www.agi.it/cronaca/news/2022-01 ... -15333118/

AGI - "Quanto dolore nel vedere frateli e sorelle morti in mare perché non li lasciano sbarcare, e qualcuno lo fa ‘nel nome di Dio’". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa per la terza Giornata della Parola.

Nel corso della Celebrazione Eucaristica, per la prima volta, con un nuovo rito preparato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il Papa ha conferito a uomini e donne laici provenienti da diversi Paesi del mondo il ministero del Lettorato e il ministero del Catechista.

"Gesù, all'inizio della sua missione, annuncia una scelta precisa: è venuto per la liberazione dei poveri e degli oppressi. Così, proprio attraverso le Scritture, ci svela il volto di Dio come di Colui che si prende cura della nostra povertà ed ha a cuore il nostro destino". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia.

"Ecco il lieto annuncio che Gesù proclama davanti allo sguardo stupito di tutti: Dio è vicino e si vuole prendere cura di me, di te, di tutti", ha aggiunto Bergoglio, "Vuole sollevarti dai pesi che ti schiacciano, vuole riscaldare il freddo dei tuoi inverni, vuole illuminare le tue giornate oscure, vuole sostenere i tuoi passi incerti. E lo fa con la sua Parola, con la quale ti parla per riaccendere la speranza dentro le ceneri delle tue paure, per farti ritrovare la gioia nei labirinti delle tue tristezze, per riempire di speranza l'amarezza delle tue solitudini".

"Fratelli, sorelle, chiediamoci: portiamo dentro al cuore questa immagine liberante di Dio, oppure lo pensiamo come un giudice rigoroso, un rigido doganiere della nostra vita?", ha chiesto.

Una Chiesa basata sulla rigidità è un'aberrazione

"Il culto più gradito a Dio è prendersi cura del prossimo. Dobbiamo tornare su questo, in un momento in cui nella Chiesa ci sono tentazioni di rigidita'". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della mesa per la Giornata della Parola di Dio.
Si tratta, ha aggiunto, di "un'aberrazione. Si crede che per trovare Dio si debba diventare sempre più rigidi, con più norme. Non è così. Quando noi vedremo proposte rigide, pensiamo subito: questo è un idolo, non è Dio. Il nostro Dio non è cosi'".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani

Messaggioda Berto » gio dic 09, 2021 9:23 pm

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Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani

Messaggioda Berto » lun feb 07, 2022 11:30 pm

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Re: Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani

Messaggioda Berto » lun feb 07, 2022 11:31 pm

43)
Bergoglio da Fazio, papolatria italiana, no grazie!
In questa intervista con Fazio Bergoglio ripropone tutte le sue demenzialità sulla fratellanza universale, sull'invasione e sull'accoglienza dei clandestini, sul buonismo cristiano sinistrato, sulla sua interpretazione del cristianismo e i doveri dei cristiani.



Papa Francesco, l'intervista integrale a Che tempo che fa. Migranti, guerre e bambini: i temi affrontati dal Pontefice
7 febbraio 2022

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/pa ... 87432.html

La trasmissione Che Tempo che Fa è iniziata con la domanda di Fabio Fazio a Papa Francesco: «Lei ha incontrato migliaia di persone e ha ascoltato migliaia di storie di sofferenza e a volte di dolore indicibile. Come fa? Come riesce ad abbracciare tutti e sopportare un peso così grande?»

Ecco la risposta integrale del pontefice. «Buonasera e grazie di questo incontro. Mi piace tanto. La domanda è un po’ forzata perché se lei va e vede tanta gente che sopporta cose brutte, per cose quotidiane… tanta gente per esempio, per essere attuali, che nella propria debolezza sopportano difficoltà familiari, difficoltà economiche, padri di famiglia che vedono che il salario non arriva a fine mese, e poi con la pandemia (ancora di più), credo che non sarei onesto se io dicessi che io sopporto tanto. No, io sono uno che sopporta come tutta la gente sopporta. E poi non sono solo, c’è tanta gente che mi aiuta, tutta la Chiesa, i Vescovi, gli impiegati accanto a me, uomini e donne bravi che mi aiutano… per questo, ti dico la verità, non sono un campione di peso che sopporta le cose. Sopporto come la maggioranza della gente sopporta».

MIGRANTI.« Questo è un segnale un po’ della cultura dell’indifferenza. C’è un problema di categorizzazione; ci sono categorie, al primo posto e al secondo posto: le categorie al primo posto in questo momento, mi spiace dirlo, sono le guerre. La gente è al secondo posto. Pensa per esempio allo Yemen: da quanto tempo lo Yemen soffre la guerra e da quanto si parla dei bambini dello Yemen? Un esempio chiaro, e non si trova soluzione al problema da anni. Non voglio esagerare, più di 7 sicuro, se non 10. Ci sono categorie che importano e altre sono in basso: i bambini, i migranti, i poveri, coloro che non hanno da mangiare. Questi non contano, almeno non contano al primo posto, perché c’è gente che vuole bene a questa gente, che cerca di aiutarle, ma nell’immaginario universale quello che conta è la guerra, la vendita delle armi. Pensa che con un anno senza fare armi, si potrebbe dare da mangiare ed educazione a tutto il mondo, in modo gratuito. Ma questo è in secondo piano. Si pensa alle guerre, e noi siamo abituati a questo. È dura ma è la verità. E le guerre producono quello che lei ha detto: bambini che muoiono di freddo o pensa ad Alan Kurdi sulla spiaggia e tanti altri che non conosciamo. Ma questi sono seconda categoria, la prima categoria è la guerra. Non voglio fare il tragico ma è la verità. Vediamo come si mobilitano le economie e cosa è più importante oggi, la guerra: la guerra ideologica, di poteri, la guerra commerciale e tante fabbriche di armi».

GUERRA : «La guerra è un controsenso della creazione; nella Bibbia è curioso: Dio crea l’uomo e la donna, andate in tutto il mondo, lavorate, fate figli, possedete la Terra. E subito dopo, una guerra fra fratelli. Uno cattivo contro un innocente, per invidia; e poi una guerra culturale, diciamo così, con la torre di Babele… subito vengono le guerre. C’è come un anti senso della creazione, per questo la guerra è sempre distruzione. Per esempio, lavorare la terra, curare i figli, portare avanti una famiglia, far crescere la società: questo è costruire. Fare la guerra è distruggere. È una meccanica di distruzione».

MIGRANTI: «Quello che si fa con i migranti è criminale. Per arrivare al mare soffrono tanto. Ci sono dei filmati sui lager, e uso questa parola sul serio, lager, nella Libia, lager dei trafficanti. Quanto soffrono nelle mani dei trafficanti coloro che vogliono fuggire. Se volete vedere questi filmati, sono nella sezione migranti e rifugiati del Dicastero dello Sviluppo Umano. Soffrono e poi rischiano per attraversare il Mediterraneo. Poi, alcune volte, sono respinti, per qualcuno che per responsabilità locale dice ‘No, qui non vengono’; ci sono queste navi che girano cercando un porto, che tornano o che muoiono sul mare. Questo succede oggi. Una cosa è vera: ogni Paese deve dire quanti migranti può accogliere; questo è un problema di politica interna che deve essere pensato bene e dire ‘Io posso fino a questo numero’. C’è l’Unione Europea, bisogna mettersi d’accordo, così si fa l’equilibrio, in comunione. Adesso c’è l’ingiustizia: vengono in Spagna e in Italia, i due Paesi più vicini, e non li ricevono altrove. Il migrante va sempre accolto, accompagnato, promosso e integrato. Accolto perché c’è la difficoltà, poi accompagnarlo, promuoverlo e integrarlo nella società. Quest’ultimo aspetto è molto importante. Pensate alla tragedia di Zaventem, questo l’ho detto tante volte, i ragazzi che hanno fatto quello erano belgi, nati in Belgio, ma figli di migranti ghettizzati, non integrati. Lì crescono le ideologie, tanto. Ci sono Paesi che con il calo demografico che vivono, penso alla Spagna, all’Italia e altri, hanno bisogno di gente. Un migrante integrato aiuta quel Paese. Dobbiamo pensare intelligentemente alla politica migratoria, una politica continentale. È una responsabilità nostra. Il fatto che il Mediterraneo sia oggi il cimitero più grande d’Europa ci deve far pensare. Credo che questo sia realismo puro».

BAMBINI:«Sui privilegi e la tentazione di guardare dall’altra parte: Su questo si deve pensare perché chi è nato in un Paese sviluppato con la possibilità della scuola, dell’università, del lavoro deve ringraziare; succede una psicologia che ci chiude: noi vediamo tutte queste cose, le vediamo. Vediamo i bambini che muoiono, migranti annegati, le ingiustizie le vediamo anche nei nostri Paesi, ma c’è sempre una tentazione molto brutta, quella di guardare da un’altra parte, non guardare. Con i media vediamo tutto ma prendiamo distanza e guardiamo da un’altra parte. Ci lamentiamo un po’, ‘è una tragedia!’ ma poi è come se nulla fosse accaduto. Non basta vedere, è necessario sentire, è necessario toccare. Qui entra la psicologia dell’indifferenza, ‘Io vedo ma non mi coinvolgo, non tocco e vado avanti’. Quando Gesù ci parla di come dobbiamo comportarci col prossimo, ci dice la parabola del buon samaritano; ci parla prima di due persone brave: uno scriba e un dottore della legge, un uomo osservante della legge, che passa, vede e continua; un sacerdote, forse un buon sacerdote, passa, vede e continua. Soltanto un uomo, uno straniero, si ferma, tocca e se ne prende carico. Ci manca il toccare le miserie e toccare ci porta all’eroicità. Penso ai medici, agli infermieri e infermiere che hanno dato la vita in questa pandemia: hanno toccato il male e hanno scelto di rimanere lì con gli ammalati. Questo è grande, ma se tu non tocchi… una volta ho letto un articolo molto bello, (che diceva) ‘Il tatto è il senso più completo, più pieno, quello che ci mette la realtà nel cuore. Quando qualcuno viene a consultarmi o a confessarsi, io domando se danno l’elemosina (e rispondono) ‘Sì, sì”; e quando chiedo se quando danno l’elemosina toccano la mano della persona (rispondono) ‘Ah, non so, non me ne sono accorto’; e chiedo se guardano negli occhi quella persona o se guardano da un’altra parte. Toccare, farsi carico dell’altro. Ma se noi guardiamo senza toccare con le nostre mani cos’è il dolore della gente, non potremo mai trovare una soluzione a questo».

CLIMA: «Stiamo vedendo questa realtà un po’ dappertutto, pensiamo in Amazzonia, la deforestazione. Sappiamo cosa significa una politica di deforestazione: meno ossigeno, cambiamento climatico, morte della biodiversità, uccidere la Madre Terra. Significa non avere quel rapporto che hanno quei popoli aborigeni, originari, che loro chiamano ‘il buon vivere’, che non è la buona vita, ma vivere in armonia con la Terra. Ho ascoltato una canzone bellissima di Roberto Carlos poco fa: ‘Papà, perché il fiume non canta più?’ ‘La verità, figlio mio, è che il fiume non c’è più. Lo abbiamo finito noi’. Questo è un dramma. Il capo degli scienziati italiani in un convegno che si è tenuto qui in Vaticano alcuni mesi ha detto: ‘La mia nipotina, nata alcuni giorni fa, se le cose non cambiano, dovrà vivere entro 30 anni in un mondo inabitabile’. (Dobbiamo) metterci questo in testa: prenderci a carico la Madre Terra. I pescatori di San Benedetto del Tronto che sono venuti da me hanno trovato in un anno 3 milioni di tonnellate, o comunque una quantità enorme, di plastica. Poi sono tornati e mi hanno parlato del doppio ma si sono organizzati e prendono ogni rifiuto dal mare per pulirlo, perché sentono che il mare è cosa loro, sono entrati in sintonia con la Terra e l’hanno curata. Buttare via plastica in mare è criminale, questo uccide la biodiversità, la Terra, tutto. Prendersi cura del Creato è un’educazione che dobbiamo imparare».

MUSICA E TANGO: «Sulla sua visita a un negozio di musica: La curiosità è lecita, tutti siamo curiosi… Prima di tutto non sono andato a comprare. Queste persone sono amici miei da anni, hanno risistemato il negozio. Sono andato a benedire il nuovo negozio. Gli voglio bene, siamo amici. Era di notte, era scuro, proprio lì c’era un giornalista che aspettava un amico per prendere un taxi… per questo la notizia è uscita. È vero che ascolto musica, mi piacciono i classici, tanto. Anche il tango mi piace tanto.Ma un porteño che non balla il tango non è un porteño».

BULLISMO: «l problema dell’aggressività sociale è un problema che hanno studiato gli psicologi e i sociologi bene. E per questo non mi permetto di dire una parola perché loro sono coloro che sanno spiegare bene. Soltanto sottolineo una cosa: come è cresciuto il numero dei suicidi giovanili. Cosa significa? C’è un’aggressività che scoppia, pensa nella scuola il bullying. Quando ti prendono un ragazzo o una ragazza e dai dai dai, per distruggerlo. Questa è un’aggressività nascosta. Questa aggressività è un problema sociale, non è soltanto l’aggressività di una persona malata, ma socialmente il bullying è un problema che si dà, eccome. Quest’aggressività nostra va educata. L’aggressività non è una cosa in sé stessa negativa perché ci vuole essere aggressivo per dominare la natura, per andare avanti, costruire, c’è un’aggressività positiva diciamo così. Ma c’è un’aggressività distruttiva che incomincia anche con una cosa molto piccola ma voglio menzionarla qui: comincia con la lingua, il chiacchiericcio. Ma il chiacchiericcio, nelle famiglie, nei quartieri, distrugge. Un nunzio apostolico ha fatto uno studio del chiacchiericcio, molto buono, e nella copertina la stampa è questa: l’impronta digitale e uno che, come un filo, la stira per distruggerla. Questo è il chiacchiericcio. Distrugge l’identità. Il chiacchiericcio non è una cosa che si fa soltanto tra i governanti, si trova tra le famiglie. Per questo mi permetto di consigliare, per non distruggerci: no al chiacchiericcio. Se tu hai una cosa contro l’altro o te la mangi te o vai da lui e dilla in faccia, essere coraggiosi, coraggiose. Ma no, è una cosa dolce chiacchierare degli altri e questo distrugge. Sembra un sermone morale ma è una realtà: lì incominciano le guerre, le divisioni».

FIGLI E GENITORI:« Il rapporto fra i genitori e figli io dico sempre una parola: vicinanza. Vicinanza con i figli. Quando si confessano coppie giovani o quando parlo con loro, faccio sempre una domanda: ‘Tu giochi con i tuoi figli?’ Quella gratuità di papà e mamma col figlio. Alle volte sento risposte dolorose ‘Ma Padre, quando io esco da casa per lavorare loro dormono e quando torno la notte stanno dormendo un’altra volta’. È la società crudele che si stacca dai figli. Ma la gratuità con i propri figli: giocare con i figli e non spaventarsi dei figli, delle cose che dicono, delle ipotesi, o anche quando un figlio, già più grande, adolescente, fa qualche scivolata, essere vicino, parlare come padre, come madre. La vicinanza. I genitori che non sono vicini ai figli, che per stare tranquilli ‘Ma prendi la chiave della macchina, vai’ questi non fanno bene. I genitori devono essere, mi permetto la parola, quasi complici con i figli. Quella complicità genitoriale che fa che crescano insieme padri e figli. E questo è tanto bello.

SOLIDARIETA' «Nella società vediamo quante volte si guardano gli altri dall’alto in basso per dominarli, sottometterli, e non per aiutarli a rialzarsi. Pensa soltanto - è una storia triste, ma di tutti i giorni - a quegli impiegati che devono pagare col proprio corpo la stabilità lavorativa, perché il loro capo li guarda dall’alto in basso, ma per dominarli. È un esempio di tutti i giorni, ma veramente di tutti i giorni. Invece questo gesto è lecito soltanto per fare questo: io posso guardare un altro dall’alto in basso soltanto a rischio di cadere anch’io, per fare un gesto nobile: alzati fratello, alzati sorella. Altri sguardi dall’alto in basso non sono leciti, mai, perché sarebbero sguardi di dominazione, e questo non va bene».

MALE: «Dio ci ha fatto buoni ma liberi. E quella libertà è quello che è capace di fare del male. Quella libertà è capace di fare tanto bene e anche tanto male. Siamo liberi, no? Nel mito della Creazione c’è scritto: “Non fare questo, perché accadrebbe questo. E tu hai fatto questo, e ti ammali”. E come [Dio] ci ha fatto liberi, noi siamo padroni delle nostre decisioni e anche di fare decisioni sbagliate. Questa è la libertà che ci ha dato Dio».

«Dirò una cosa che forse farà scandalizzare qualcuno, ma dirò la verità: la capacità di essere perdonato è un diritto umano. Tutti noi abbiamo il diritto di essere perdonati se chiediamo perdono. È un diritto che nasce proprio dalla natura di Dio ed è stato dato in eredità agli uomini. Noi abbiamo dimenticato che qualcuno che chiede perdono ha il diritto di essere perdonato. Tu hai fatto qualcosa, lo paghi. No! Hai il diritto di essere perdonato, e se poi tu hai qualche debito con la società arrangiati per pagarlo, ma con il perdono. Il papà del figliol prodigo aspettava il figlio per perdonarlo, e il figlio aveva il diritto di essere perdonato, ma lui non lo sapeva, per questo dubitava tanto. L’anno scorso alcuni ragazzi hanno fatto un’opera sul figliol prodigo con la musica pop, bellissima, e l’ultimo atto era su quando il figliol prodigo decide di ritornare a casa. E dice a un amico: “Sai, ho paura che papà non mi riceva e anche che chiami la polizia e mi mandi in carcere, ho paura”. E l’amico gli consiglia: “Invia una lettera a papà, digli papà ho sbagliato, vorrei trovarti, vorrei chiederti perdono, ma ho paura di avvicinarmi. Per favore, se tu sei disposto a ricevermi, a perdonarmi, metti un fazzoletto bianco in una finestra della casa”. Questa è la lettera che invia al papà, e poi l’opera finisce quando il figlio sta tornando a casa e, quando prende proprio il cammino che va diretto alla casa, guarda la casa e la casa è piena di fazzoletti bianchi, piena. Un simbolo del perdono di Dio, un perdono che noi abbiamo ereditato. E non solo di perdonare e di essere perdonati, ma anche il diritto umano di essere perdonati. Questo è importante, non dimentichiamocelo».

«Sull’inspiegabile sofferenza degli innocenti: È vero, Dio ci dà la libertà, e tanti mali vengono proprio perché l’uomo ha perso la capacità di seguire le regole, ha cambiato la natura, ha cambiato tante cose, e anche per le proprie fragilità umane. E Dio lascia che questo vada avanti. Per me, una domanda a cui non sono mai riuscito a rispondere e che alcune volte mi scandalizza un po’ è: “Perché soffrono i bambini? Perché soffrono i bambini?”. Io non trovo spiegazioni a questo. Io ho fede, cerco di amare Dio che è mio padre, ma mi domando: “Ma perché soffrono i bambini?”. E non c’è risposta. Lui è forte, sì, onnipotente nell’amore. Invece l’odio, la distruzione, sono nelle mani di un altro che ha seminato per invidia il Male nel mondo. Ma il Signore rispetta fino alla fine, accompagna sempre, rispetta. E poi ha lasciato che suo figlio morisse così e lo ha lasciato andare. È un esempio di come è Dio: non è crudele, è un mistero forse che noi non capiamo bene, ma nel rapporto di Dio padre con suo figlio possiamo vedere bene cosa c’è nel cuore di Dio quando succedono queste cose. Dio è forte, è onnipotente, nell’amore. Con le cose sbagliate c’è una curiosità che mi è sempre tornata: con il Male non si parla. Dialogare con il Male è pericoloso. E tanta gente va, cerca di dialogare con il Male - anche io mi sono trovato in questa situazione tante volte - ma mi chiedo perché, un dialogo con il Male, è una cosa brutta quella. Gesù non ha mai dialogato con il Diavolo, mai, mai! E quando ha dovuto rispondere, nel deserto, gli ha risposto con la risposta di Dio, tre situazioni della Bibbia, ma mai lo ha fatto entrare, o lo caccia via o gli risponde con la Bibbia. Ma il dialogo con il Male non va bene, questo vale per tutte le tentazioni. E quando ti viene questa tentazione, “perché soffrono i bambini?”, io trovo una sola strada: soffrire con loro. E per me in questo è stato un gran maestro Dostoevskij.»

Sulle priorità dei governanti della Terra: «Ci sono tante persone con cui parlo che hanno tanti ideali, uno degli ultimi capi di Stato che ho incontrato era una meraviglia come sentiva [le mie stesse priorità], ma poi ci sono i condizionamenti politici, sociali, anche della politica mondiale, che fermano le buone intenzioni, e allora si deve negoziare tanto. Comunque ho trovato tanta gente che pensa che dovremmo cambiare. Ma in Fratelli tutti, nel primo capitolo, io ho voluto soffermarmi sulle ombre, su quali sono oggi le ombre di questa società. E lì credo di averne descritte la maggioranza, quelle sono le malattie sociali di oggi. Tanta gente, tanti governanti che sono bravi, che hanno buone intenzioni, ma tante volte non sono liberi davanti a questa pressione delle ombre che sono culturalmente oggi nel mondo. Credo che leggendo quel capitolo potremo capire perché c’è questa impotenza politica, tante volte».

Sul futuro della Chiesa: «Io immagino la Chiesa del futuro come l’ha immaginata San Paolo VI dopo il Concilio, con l’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi. Poi io ho ne ho fatta un’altra, che si chiama EvangeliiGaudium, ma non è tanto originale, è un plagio di EvangeliiNuntiandi. Io ho solo cercato di indicare la strada della Chiesa verso il futuro: una Chiesa in pellegrinaggio. E oggi il male più grande della Chiesa, il più grande, è la mondanità spirituale. Una Chiesa mondana. Un grande teologo, il cardinale de Lubac, diceva che la mondanità spirituale è il peggio dei mali che possono accadere alla Chiesa, peggio ancora del male dei Papi libertini. Peggio ancora, dice, peggio ancora. E questa mondanità spirituale dentro la Chiesa fa crescere una cosa brutta, il clericalismo, che è una perversione della Chiesa. Il clericalismo che c’è nella rigidità, e sotto ogni tipo di rigidità c’è putredine, sempre. Queste sono le cose brutte che succedono oggi nella Chiesa, la mondanità spirituale che crea questo clericalismo e che porta a posizioni rigide, ideologicamente rigide, e l’ideologia prende il posto del Vangelo. Sugli atteggiamenti pastorali ne dico solo due, che sono vecchi: il pelagianesimo e lo gnosticismo. Il pelagianesimo è credere che con la mia forza posso andare avanti. No, la Chiesa va avanti con la forza di Dio, la misericordia di Dio e la forza dello Spirito Santo. E lo gnosticismo, quello mistico, senza Dio, questa spiritualità vuota… no, senza la carne di Cristo non c’è intesa possibile, senza la carne di Cristo non c’è redenzione possibile. Dobbiamo tornare al centro un’altra volta: “Il verbo si è fatto carne”. In questo scandalo della croce, del verbo incarnato, c’è il futuro della Chiesa».

Sulla preghiera: «Pregare è quello che fa il bambino quando si sente limitato, impotente, [dice] “papà, mamma”. Questo è il primo grido della preghiera. Ma se tu non credi che hai un papà, che hai una mamma vicino, non sai gridare, non sai chiedere. E pregare significa guardare i nostri limiti, i nostri bisogni, i nostri peccati, e dire: “Papà, guardami. Il tuo sguardo mi purifica, mi dà forza”. Pregare è entrare con la forza, oltre i limiti, oltre l’orizzonte, e per noi cristiani pregare è incontrare “papà”, come “Paolo”. Questa parola non la invento io. San Paolo dice che Dio è padre, e noi diciamo “papà”, non padre. E quando tu ti abitui a dire “papà” a Dio significa che stai andando bene, sulla strada della religione, ma se tu pensi che Dio è quello che ti annienterà nell’Inferno, se tu pensi che Dio se ne infischia della tua vita, che non gli importa, la tua religione sarà superstizione. Pregare significa guardare, dai miei bisogni, dalla mia piccolezza, come fanno i bambini che dicono “papà”. È una cosa interessante: i bambini, nel loro sviluppo psicologico, passano per quella che si chiama l’età dei perché. Perché si svegliano, vedono la vita e non capiscono, e dicono: “Papà, perché? Papà, perché?”. Ma se noi guardiamo bene, il bambino non aspetta la risposta del papà, quando il papà incomincia a rispondere va a un’altra domanda. Quello che vuole il bambino è che lo sguardo del papà sia su di lui. Non importa la spiegazione, importa solo che il papà lo guardi, e questo gli dà sicurezza. Pregare è un po’ tutto questo».

AMICI: «Sì, ho degli amici che mi aiutano, conoscono la mia vita come un uomo normale, non che io sia normale, no. Io ho delle mie anormalità eh, ma come un uomo comune che ha degli amici; e a me piace stare con gli amici qualche volta a raccontare cose mie, ascoltare quelle di loro, ma anzi io ho bisogno degli amici. Per questo uno dei motivi per i quali io non sono andato ad abitare nell’appartamento pontificio, perché i papi che c’erano prima erano Santi e io non me la cavo, non sono tanto Santo. Ho bisogno dei rapporti umani, per questo abito in questo albergo di Santa Marta dove si trova gente che parla con tutti, trovi degli amici. È una vita per me più facile, l’altra non me la sento di farla, non ho le forze e le amicizie a me danno forza. Anzi, ho bisogno degli amici, sono pochi eh, sono pochi ma veri».

Su come immaginava il suo futuro da bambino: «Vi dirò una cosa che vi scandalizzerà, la prima cosa che io volevo fare era il macellaio. Perché quando andavo con la nonna o la mamma a fare le spese alla fiera lì, vedevo che il macellaio aveva una borsa qui e metteva i soldi dentro no? Una volta ho detto “A me piacerebbe essere macellaio”, “Ma perché?”, “Eh, per i soldi, tanti soldi che ha, no?”. Eh, ma su questo si capisce la radice genovese che ho dalla parte materna. Che siamo, i genovesi, un po’ attaccati ai soldi. Piemontesi pure ma anche simulano di più. Questo… da bambino. Poi la cosa che è venuta è la chimica, mi piaceva tanto, ho fatto la chimica, ho lavorato in laboratorio e lì ho iniziato la medicina. Stavo preparando l’ingresso in facoltà di medicina quando è arrivata la vocazione a 19 anni e sono entrato in seminario. Ma la chimica è stata una cosa che mi ha sedotto tanto, lo studio della chimica e poi è andata per la medicina e alla fine qui».

Sul fatto che non veda più la televisione dal 16 luglio 1990: «È stato il Signore a muovere il cuore poi il giorno dopo, il giorno della Madonna del Carmine, ho sentito che dovevo fare questo. Ho guardato soltanto eventi, la presa di possesso dei Presidenti, un incidente aereo, le Torri Gemelle… ma soltanto queste cose, punto e niente di più. Sì, non guardo la televisione, questo non perché la condanno ma è una decisione che ho fatto al Signore quando me la chiedeva ma, volevo sottolineare una cosa che lei ha menzionato, il senso dell’umorismo, per favore, è una medicina. Nella esortazione apostolica Gaudete et Exsultate sulla Santità c’è la nota 101. Cercatela, c’è la preghiera di San Thomas More sul senso dell’umorismo. Io la prego da più di quaranta anni. È una preghiera per pregare tanto, ti fa tanto bene. Senso dell’umorismo che ti fa relativizzare le cose e anche ti dà una gioia grande, ti fa gioioso. Questo fa tanto bene, fa tanto bene».

Le ultime parole rivolte al pubblico: «Mi viene in mente una cosa ma la dirò alla fine. Ringraziare la pazienza. Chiedere di pregare per me, ne ho bisogno, e se qualcuno di voi non prega perché non crede, non sa o non può almeno che mi mandi buoni pensieri, buone ondate. Ne ho bisogno della vicinanza della gente. Grazie. E questo per congedarmi, mi viene in mente una scena di un film del dopoguerra che mi ha fatto tanto bene… Per finalizzare il dialogo, credo che fosse Vittorio De sica che faceva l’indovino, leggeva le mani “grazie 100 lire”, io vi dico “100 preghiere”, “100 lire, 100 preghiere. Grazie”»


"Che tempo che fa"
Il Papa da Fazio: "La guerra è un controsenso della creazione"
Intervista a tutto campo di Bergoglio: "Combattere la cultura dell'indifferenza". E poi: "Immagini terribili in Libia dei migranti nei lager dei trafficanti". "Non si deve uccidere la madre terra". Il Papa privato: "Amo la musica classica e il tango"
06 Febbraio 2022
https://www.rainews.it/video/2022/02/pa ... 028a5.html


Papa Francesco, video Che Tempo che Fa/ Cosa ha detto: “perdono è un diritto umano”
7 febbraio 2022

https://www.ilsussidiario.net/news/papa ... o/2288620/

«La guerra è un controsenso della creazione»: così Papa Francesco nella lunga intervista a “Che Tempo che Fa” in onda domenica sera su Rai 3. Un evento non unico (non era la prima intervista in Tv per il Santo Padre) ma sicuramente assai più denso tra contenuti e tematiche toccate rispetto alle precedenti ospitate, per di più in diretta per la prima volta.

È possibile rivedere a questo link di RaiPlay l’intera intervista in video streaming: il Papa collegato dal suo appartamento in “Casa Santa Marta” in Vaticano, con un Fabio Fazio emozionato nel sentire Francesco rispondergli al perché ha accettato di farsi intervistare, «ho deciso di andare, perché ho bisogno degli amici. Non sono un santo». Dalla guerra ai migranti, dall’ambiente ai mali della Chiesa, fino alla pandemia, la povertà, il lavoro, le tasse, le politiche internazionali e i drammi personali: un Papa Francesco a tutto campo quello intervistato da Fabio Fazio, ribadendo fin da subito il suo appello contro il clima di guerra purtroppo sempre più alto alle porte dell’Europa, «Nella Bibbia Dio crea uomo e donna. Ma poi arriva una guerra tra fratelli, uno cattivo contro un innocente, per invidia, e poi una guerra culturale. Subito vengono le guerre. È un antisenso della creazione, la guerra è sempre distruzione. Fare una famiglia, portare avanti la società è costruire, la guerra è distruggere».

IL PAPA DA FAZIO: TUTTI I TEMI

Nella sua lunga intervista a “Che Tempo che Fa” il Santo Padre ha sottolineato la necessità che l’Unione Europea sviluppi una propria convinta e unita politica migratoria: «Il migrante va accolto, accompagnato, promosso e integrato. Va anche integrato, è molto importante. Serve una politica migratoria continentale. Il fatto che il Mediterraneo sia ora il cimitero dell’Europa ci deve far pensare. Ogni Paese indichi delle quote, serve equilibrio. Quello che si fa con i migranti è criminale». Riportando lo sguardo all’esempio del Vangelo, Papa Francesco ricorda come «Di fronte alle sofferenze noi spesso vediamo e passiamo oltre, dimentichiamo. Vedere non basta, bisogna sentire, toccare. Quando c’è qualcuno che arriva a confessarsi, spesso chiedo: quando dai l’elemosina, tocchi la mano della persona a cui la dai? Lo guardi negli occhi?».

Dai migranti al tema dei giovani, con i dati purtroppo in crescita sui suicidi giovanili: «Il problema dell’aggressività sociale lo hanno studiato psicologi e sociologi bene. Sottolineo che è cresciuto il numero dei suicidi giovanili: c’è una aggressività che scoppia, basta pensare nella scuola al bullismo, è una aggressività nascosta, è un problema sociale. La aggressività va educata, di per sé non è negativa, può essere positiva ma può essere distruttiva e inizia con la lingua, il chiacchiericcio: nelle famiglie e nei quartieri distrugge l’identità. Se hai una cosa contro l’altro o te la tieni o meglio dirla in faccia ed essere coraggiosi». Bergoglio ha poi dato un consiglio alle famiglie di ragazzi particolarmente complessi e complicati: «Serve vicinanza con i figli: quando si confessano coppie giovani e parlo con loro chiedo sempre: ‘tu giochi con i tuoi figli?’ A volte sento risposte dolorose: ‘Padre, quando esco dormono e quando torno pure’. Questa è la società crudele che allontana genitori dai figli. Anche quando i figli fanno qualche scivolata, anche da grandi, bisogna essere loro vicini, bisogna parlare ai figli».

Il Papa ha poi parlato dei problemi interni alla Chiesa, rilevando secondo lui il male principale che oggi alberga nella Santa Chiesa di Dio: «oggi il male della più grande è la mondanità spirituale, è una chiesa mondana. Questa mondanità spirituale fa crescere il clericalismo, una cosa brutta, una perversione della Chiesa, che porta a posizioni ideologicamente rigide. Così l’ideologia prende il posto del Vangelo». Ciò di cui la Chiesa non deve mai venir meno nell’annuncio del Cristo è il senso ultimo del perdono: «Lo sguardo dall’alto in basso non è lecito, mai: è lo sguardo di chi domina». Rispondendo alla domanda di Fazio, il Papa spiega come «Dio ci ha fatto buoni ma liberi, la libertà è quella che ci permette di fare tanto bene ma anche tanto male, siamo liberi. Siamo liberi e padroni di prendere le nostre decisioni, anche sbagliate. La capacità di essere perdonato è un diritto umano, tutti abbiamo il diritto di essere perdonati se chiediamo il perdono. Abbiamo dimenticato che chi mi chiede il perdono ha il diritto di essere perdonato, se si ha qualche debito con la società va pagato ma col perdono. Il padre del figliol prodigo aspettava i figlio per perdonarlo».

Non da ultimo, Papa Francesco ha cercato di immedesimarsi nella domanda delle domande, il perché del male e il perché soprattutto delle sofferenze per i più piccoli: «Una domanda a cui mai sono riuscito a rispondere è ‘perché soffrono i bambini?’. Non ho risposte a questo. Non c’è risposta», ha ammesso il Pontefice citando però un grande romanziere russo, «Dio è forte nell’amore, l’odio, la distruzione è nelle mani di un altro. Nel rapporto di Dio col Figlio potremmo vedere cosa c’è nel cuore di Dio quando accadono queste cose. Gesù mai ha dialogato col diavolo: o lo caccia o gli risponde con la Bibbia, questo vale per tutte le tentazioni. Alla domanda perché soffrono i bambini trovo solo la risposta soffrire con loro. In questo ha ragione Dostoevskij».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani

Messaggioda Berto » lun feb 07, 2022 11:31 pm

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Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani

Messaggioda Berto » lun feb 07, 2022 11:31 pm

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Re: Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani

Messaggioda Berto » ven mag 06, 2022 7:34 am

45)
L'aggressione russa all'Ucraina - Papa Francesco: “Putin ha reagito alla Nato che abbaiava alla Russia”


Nell’intervista al Corriere della Sera, il Santo padre ragiona sulle origini del conflitto. Ecco perché ha ragione
Le radici della guerra in Ucraina secondo papa Francesco

Matteo Carnieletto
3 Maggio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ra ... 1651592318

C'è un passaggio, nell'intervista che papa Francesco ha concesso al Corriere della Sera di oggi, che val la pena sottolineare. Un passaggio in cui il Pontefice cerca, seppur in poche battute, di comprendere quali sono le ragioni - meglio: le motivazioni - del conflitto che, da oltre due mesi, sta insanguinando l'Ucraina.

"La preoccupazione di papa Francesco - scrive il quotidiano di via Solferino - è che Putin, per il momento, non si fermerà. (Il Santo padre, ndr) tenta anche di ragionare sulle radici di questo comportamento, sulle motivazioni che lo spingono a una guerra così brutale. Forse 'l'abbaiare della Nato alla porta della Russia' ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. 'Un’ira che non so dire se sia stata provocata - si interroga -, ma facilitata forse sì".

In questo passaggio, il Santo Padre evidenzia un fatto che, in questi mesi, è stato dimenticato da tanti (troppi) commentatori: le guerre non scoppiano mai per caso. Nella quasi totalità dei casi, non si tratta della pazzia di un uomo. Ci sono sempre motivazioni profonde - le radici di cui parla papa Francesco, appunto - dietro ai conflitti. E il Santo padre, per la guerra in Ucraina, le individua nell'espansione della Nato verso Est. Un accenno fugace per un momento complesso della storia recente, ma che val la pena di ripercorrere.

Tutto inizia nel 1990. Il muro di Berlino è caduto da poco e l’Unione sovietica si sta piegando su se stessa, prima di crollare definitivamente nel 1991. Si cominciano a discutere i nuovi assetti del mondo. È un periodo di trattative e di spartizioni. E, soprattutto, di "assicurazioni informali", ovvero di patti non scritti tra i leader politici. Non una novità, dato che accordi simili erano stati fatti all’indomani della crisi dei missili di Cuba. In quei mesi del 1990, i rappresentanti politici di Stati Uniti, Urss, Francia, Regno Unito e Germania (Est e Ovest) si incontrano più volte. Devono discutere - questa la cronaca fornita da documenti inediti scovati nei mesi scorsi da Der Spiegel - “della riunificazione tedesca, del disarmo della Nato e del Patto di Varsavia e della nuova Carta per la Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (Csce), che è diventata l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) nel 1995”.

I ricordi di quei giorni sono confusi e non è facile ricomporli. Roland Dumas, all’epoca ministro degli Esteri, racconta che “le truppe della Nato non si sarebbero avvicinate al territorio dell’ex Unione sovietica”. Il segretario di Stato americano dell’epoca, James Baker, nega accordi di questo tipo, ma è smentito da James Matlock, ambasciatore Usa a Mosca.

A volere un accordo con Mosca è soprattutto il ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher. Il politico tedesco aveva ben in mente ciò che era successo a Budapest nel 1956 quando, in seguito a una rivolta, i carri armati sovietici entrarono nella capitale dell’Ungheria. Genscher vuole evitare a qualunque costo uno scenario simile e così si adopera per trovare una soluzione, un compromesso, tra Mosca e la Nato. Scrive Der Spiegel: “Il 31 gennaio del 1990, in un discorso, propose alla Nato di rilasciare una dichiarazione in cui si diceva: ‘Qualunque cosa accada al Patto di Varsavia, non ci sarà una espansione del territorio della Nato verso i confini dell’Unione sovietica’”. Le parole di Genscher vengono accolte con favore da Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Italia. Gli americani non sono entusiasti ma, per bocca del segretario di Stato, il già citato Baker, fanno sapere che si trattava dell’idea “migliore che avevamo al momento”.

Una rassicurazione, dunque, c’era stata. Ed è stata più volte confermata nel corso degli anni. Sia da parte russa sia da parte occidentale. Secondo quanto riferito da Der Spiegel, per esempio, Bush senior ha affermato: “Non abbiamo intenzione, nemmeno nei nostri pensieri, di danneggiare in alcun modo l’Unione sovietica”. E il presidente francese, François Mitterand ha detto a Gorbacev di essere “personalmente favorevole allo smantellamento dei blocchi militari”. E le citazioni di politici occidentali potrebbero essere ancora tante. Quelle fatte sin qui, però, sono sufficienti per comprendere quali sono le “radici” della guerra di cui parla papa Francesco. Comprenderle non significa in alcun modo giustificare la guerra di Putin. Ma aiutano a comprendere cosa non ha funzionato nel corso di questi decenni. Cosa è andato storto e ha determinato la carneficina che oggi stiamo vedendo. C’è voluto il Papa per ricordarcelo.



Il Donbass e la Crimea sono parte dell'Ucraina e non della Russia
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1613077124


Capitolo 28)

Bergoglio, il Papa che non giudica, che non sa e che non può giudicare,
perché pare non sappia nemmeno cosa siano e dove stiano il bene e il male, ma che però ha sempre un occhio di riguardo e di comprensione per il malvagio, per il predatore, per l'assassino, per lo sterminatore che spesso giustifica e santifica.

Bergoglio preferisce di gan lunga Caino ad Abele, specialmente a quella varietà di Abele che decide di non farsi più uccidere da Caino, che gli resiste che lo combatte che lo arresta-condanna e imprigiona o che magari lo uccide e si libera una volta per tutte della sua oppressione, della sua minaccia e della sua malignità. Questo Abele non più vittima non è proprio amato da Bergoglio!



Il povero Papa che non prende mai posizione contro il male ma che talvolta lo giustifica e addirittura lo santifica, come nel caso dell Strage di Hebdo e del nazismo maomettano o Islam di Maometto.
Lui fa l'uomo buono, innocente, che non giudica, che non condanna, che non sa cosa stia accadendo, cosa sia il bene e il male, che non si schiera; fa il bambino che invoca e implora la pace e il diplomatico che fa come se la realtà fosse altra da ciò che è.
Non va a Kiev perché teme che Putin lo bombardi come ha fatto con Guterres, il segretario dell'ONU.


Chi sono io per giudicare, per stabilire cos'è il bene e il male?
Chi sono io per dire ciò che è male e ciò che è bene, ma cosa sarebbero mai di diverso il bene e il male?



Bergoglio il Papa che santifica il male e che demonizza il bene.
Costui ha sempre un occhio di riguardo per il malfattore, per il delinquente, per il criminale, per l'assassino, per lo sterminatore, per chi predica il male e la guerra, per chi fa del male.


Bergoglio il Papa che santifica il male e che demonizza il bene.
Costui ha sempre un occhio di riguardo per il malfattore, per il delinquente, per il criminale, per l'assassino, per lo sterminatore, per chi predica il male e la guerra, per chi fa del male.
Per questo uomo il male sarebbe in gran parte causato dal bene:
1) il male della povertà di molti dal bene della troppa ricchezza di pochi,
2) la schiavitù degli uni dalla troppa libertà di altri,
3) le dittature della terra dalla troppa libertà dell'Occidente,
4) il sottosviluppo del terzo e del quarto mondo sarebbe una conseguenza dello sviluppo del primo e del secondo mondo,
5) l'invasione clandestina dal terzo mondo africano sarebbe dovuta alle predazioni di quel continente da parte delle multinazionali occidentali,
6) l'invasione clandestina dal terzo mondo asiatico sarebbe dovuta alle predazioni e alle violenze da parte del mondo occidentale, bianco, cristiano e sviluppato,
7) la violenza dell'Islam sarebbe una reazione a quella dei cristiani e di tutti gli altri diversamente religiosi non maomettani della terra,
8 ) la violenza dei nazi maomettani impropriamente detti palestinesi, sarebbe dovuta all'occupazione ebraica violenta del territorio palestinese,
9) la strage nazi maomettana di Charlie Hebdo sarebbe stata causata dalla mancanza di rispetto per la religione islamica da parte della redazione di Charlie Hebdo costituita da ebrei atei,
10) la predazione violenta di certe etnie nomadi in Europa sarebe causata dalla discriminazione razzista nei loro confronti,
11) l'invasione criminale e violenta dell'Ucraina da parte della Russia sarabbe dovuta
«all’abbaiare della Nato alla porta della Russia» che avrebbe indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. «Un’ira che non so dire se sia stata provocata — si interroga —, ma facilitata forse sì».



Bergoglio: "Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso".
Papa Francesco vuole andare da Putin per fermare la guerra e lancia messaggi: «Per ora a Kiev non vado»
Franca Giansoldati
Martedì 3 Maggio 2022

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/ru ... 65058.html

Città del Vaticano – Papa Francesco l'ultima carta la cala improvvisamente: ha affidato al principale quotidiano italiano - il Corriere della Sera – un importante messaggio diretto al presidente Putin. Pur di fermare la guerra il pontefice si dice disposto a prendere un aereo e andare a Mosca ad implorare la fine dei massacri in Ucraina, una guerra ormai asimmetrica, in cui è chiaramente evidente la sproporzione delle forze. «Per ora a Kiev non vado» aggiunge. «Io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta...».

Gerasimov, giallo sul supergenerale fatto rientrare a Mosca. Gli ucraini: è stato ferito

Il pontefice ha maturato pian piano la necessità di arrivare anche ad un passo umiliante, fuori dal protocollo, pur di far breccia nel cuore del leader del Cremlino. Da qualche parte si dovrà cominciare per riannodare i fili di un dialogo che sembra saltato sotto ogni punto di vista. Ad un tratto paragone la guera in corso a quella del Ruanda, cosa che implicitamente tira in ballo il tema del genocidio.

Già un mese fa, attraverso il cardinale Pietro Parolin, aveva inoltrato attraverso i canali diplomatici, una richiesta simile a Mosca, ma senza avere mai avuto un riscontro. Il Cremlino lo ha ignorato. Dopo 68 giorni di conflitto è chiaro che Francesco teme che il presidente russo non si voglia fermare alla conquista di Mariupol, e così ripete ancora una volta di desiderare fortemente un confronto con Putin. Nella lunga conversazione firmata dal direttore del quotidiano, Luciano Fontana, affiorano alcuni tasselli inediti. Per esempio che il primo giorno dell'attacco all'Ucraina da Santa Marta partì una telefonata al presidente Zelenski, e solo in seguito il Papa decise di recarsi all'ambasciata russa, in via della Conciliazione: «Ho voluto fare un gesto chiaro che tutto il mondo vedesse e per questo sono andato dall’ambasciatore russo. Ho chiesto che mi spiegassero, gli ho detto: per favore fermatevi». Poi aggiunge: «Putin invece non l’ho chiamato. L’avevo sentito a dicembre per il mio compleanno ma questa volta no, non ho chiamato». Ribadisce che è necessario che il leader del Cremlino «conceda qualche finestrina» ma, aggiunge preoccupato: «Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento». Si dispera tanto nel vedere la brutalità dei militari russi, poi però bilancia e sottolinea che «l'abbaiare della Nato alla porta della Russia» ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. «Un’ira che non so dire se sia stata provocata — si interroga il Papa —, ma facilitata forse sì». Sul Donbass riconosce che vi sono state operazioni ucraine sanguinose ma una decina di anni fa. «Quell'argomento è vecchio».

Putin, il nuovo piano: conquistare la città dove è nato Zelensky prima del 9 maggio. Ecco il motivo (simbolico)

Non si sbilancia nemmeno sulla moralità di fornire le armi a Kiev, e offre una risposta sibillina: «Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini». Cerca evidentemente di camminare sulle uova, è palpabile il timore di aggiungere una parola di troppo, quel che si capisce è la certezza di una escalation ormai imminente. «La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose».

Quanto all'incontro con Kirill, il patriarca capo della Chiesa ortodossa russa, è slittato sine die. Avrebbe dovuto essere a Gerusalemme per il 14 giugno ma la deriva bellica ha preso il sopravvento anche sui rapporto ecumenici. «Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi». E ancora. «Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno».

Il colloquio termina con una rassegna di pessimismo. Dice di stare ora attenti «a quello che può accadere adesso nella Transnistria” e che “per la pace non c’è abbastanza volontà». «Perché adesso non è solo il Donbass, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perché la guerra si fermi». Di politica italiana, invece, non vuole parlare. Offre solo un assist al premier Draghi e alla sua posizione sulla Russia. «L’Italia sta facendo un buon lavoro. Il rapporto con Mario Draghi è buono, è molto buono. Già in passato, quando era alla Banca centrale europea, gli ho chiesto consiglio».





Papa Francesco: “Putin ha reagito alla Nato che abbaiava alla Russia”
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edi ... 1651666852




Ucraina, Papa: "Devo andare in Russia e incontrare Putin"
"Anche se temo che non possa e voglia fare questo incontro in questo momento"
Adnkronos
03 maggio 2022

https://www.adnkronos.com/ucraina-papa- ... xqm7ENi4UY

Guerra Ucraina-Russia, papa Francesco vuole andare a Mosca per incontrare il presidente Putin. ''A Kiev per ora non vado. Ho inviato il cardinale Michael Czerny, (prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo umano integrale) e il cardinale Konrad Krajewski, (elemosiniere del Papa) che si è recato lì per la quarta volta. Ma io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta...'', ha detto il POntefice in un colloquio con il 'Corriere della Sera' Papa Francesco.

''Il primo giorno di guerra ho chiamato il presidente ucraino Zelensky al telefono, Putin invece non l’ho chiamato - racconta Bergoglio - L’avevo sentito a dicembre per il mio compleanno ma questa volta no, non ho chiamato. Ho voluto fare un gesto chiaro che tutto il mondo vedesse e per questo sono andato dall’ambasciatore russo. Ho chiesto che mi spiegassero, gli ho detto 'per favore fermatevi'. Poi ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca. Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla? Venticinque anni fa con il Ruanda abbiamo vissuto la stessa cosa''.

Secondo Papa Francesco forse ''l’abbaiare della Nato alla porta della Russia'' ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. ''Un’ira che non so dire se sia stata provocata - si interroga - ma facilitata forse sì''.

''Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini - ragiona - La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto. Così avvenne nella guerra civile spagnola prima del secondo conflitto mondiale. Il commercio degli armamenti è uno scandalo, pochi lo contrastano. Due o tre anni fa a Genova è arrivata una nave carica di armi che dovevano essere trasferite su un grande cargo per trasportarle nello Yemen. I lavoratori del porto non hanno voluto farlo. Hanno detto: pensiamo ai bambini dello Yemen. È una cosa piccola, ma un bel gesto. Ce ne dovrebbero essere tanti così''.

''Ho parlato con Kirill 40 minuti via zoom - aggiunge - I primi venti con una carta in mano mi ha letto tutte le giustificazioni alla guerra. Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno. Sarebbe stato il nostro secondo faccia a faccia, niente a che vedere con la guerra. Ma adesso anche lui è d’accordo: fermiamoci, potrebbe essere un segnale ambiguo''.

''Per la pace non c’è abbastanza volontà - è l’amara constatazione di Francesco - la guerra è terribile e dobbiamo gridarlo. Per questo ho voluto pubblicare con Solferino un libro che ha come sottotitolo 'Il coraggio di costruire la pace'. Orbán, quando l’ho incontrato mi ha detto che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che sia così, così si capirebbe anche la celerità dell’escalation di questi giorni. Perché adesso non è solo il Donbass, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perché la guerra si fermi''.




Papa Francesco condanna l'"abbaiare" della Nato e non le esercitazioni militari tra Russia, Iran e Cina. Non l’invasione della Georgia, della Cecenia e della Crimea. Non le minacce nucleari.
Deve essersi persuaso di riuscire a fermare la guerra con gli stessi argomenti dell'aggressore.

Alessandra Casula
3 maggio 2022

https://www.facebook.com/alessandra.cas ... 3144741422

Ma Papa, cosa dici? Il lupo che ora morde l'Europa, noi lo stavamo già nutrendo!
"Quando il lupo gli si fece incontro con la bocca spalancata, San Francesco gli si avvicinò, chiamandolo “fratello lupo” e gli comandò in nome di Cristo di non fare male a nessuno. Come per miracolo, appena fatto il segno della croce, il lupo terribile si fermò, poi si avvicinò mansueto e si accovacciò ai piedi di San Francesco. Allora il Santo aggiunse che era ormai tempo di fare la pace con gli uomini: se il lupo l’avesse osservata, senza far male né all’uomo né ad altri animali, egli l’avrebbe fatto nutrire dagli uomini di quella città per tutta la vita.
Il lupo promise piegando il capo, quindi sollevò la zampa e la pose nella mano di San Francesco. Allora il santo gli ordinò di seguirlo senza timori. Il lupo lo seguì come un mite agnello.
I cittadini si meravigliarono molto e rapidamente la notizia si diffuse per tutta la città, Poi il santo parlò della promessa fatta dal lupo di fare la pace con gli uomini a patto che gli uomini ogni giorno provvedessero al sostentamento del lupo. Tutti all’unanimità promisero. Dinanzi a tutto il popolo, su richiesta di San Francesco, il lupo sollevò la zampa destra e la pose sopra la mano del santo. A seguito di ciò, tutti cominciarono a lodare e a benedire Dio.
Il lupo visse due anni a Gubbio e andava come un animale domestico di porta in porta senza far male a nessuno e senza che nessuno ne facesse a lui, nutrito generosamente dalla gente, senza che nessun cane gli abbaiasse".
"I fioretti di San Francesco".


Alberto Pento
Ve lo ricordate Bergoglio sull'aereo, di ritorno da uno dei suoi viaggi in giro per il mondo, che commentava la Strage di Charlie Hebdo alzando il pugno e dicendo che se qualcuno offendeva la sua mamma lui poteva anche arrabbiarsi e percuotere?



Nell'intervista al Corriere il Pontefice ammette di aver chiesto a Putin un colloquio. L'attacco all'Alleanza atlantica che non doveva "abbaiare davanti alle porte della Russia". Salvini su Twitter lo appoggia
Per il Papa l'ira di Putin è stata agevolata dalla Nato

Mariarosa Maioli
3 maggio 2022

https://www.ilfoglio.it/chiesa/2022/05/ ... o-3966609/

"Ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di far arrivare il messaggio a Putin che io ero disposto ad andare a Mosca". Papa Francesco torna a parlare della guerra. E lo fa in un'intervista al Corriere della Sera, sottolineando la volontà di incontrare il capo del Cremlino ancora prima del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Richiesta a cui però Putin non ha ancora risposto. "Ma tutta questa brutalità come si fa a non fermarla? Venticinque anni fa con il Ruanda abbiamo vissuto la stessa cosa”: e qui il Pontefice si avventura in un paragone tra il genocidio in Ruanda e il massacro che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Cosa avrebbero in comune i due conflitti? Semplice, secondo questa teoria sarebbe anche colpa della negligenza della Nato: per Bergoglio non si doveva "abbaiare davanti alle porte della Russia", portando la Federazione a reagire negativamente e a inscenare questo conflitto. Una responsabilità condivisa, sembra dire il Papa allineandosi ai tanti critici, studiosi o personaggi che ultimamente popolano i talk show italiani.

I mesi difficili in cui ogni nazione segue con il fiato sospeso gli svolgimenti della guerra in Ucraina, e le sue conseguenze, hanno turbato profondamente anche il Pontefice, che nel corso del colloquio, dopo aver appurato il casus belli, esprime le sue perplessità sull'invio delle armi, ammettendo di essere lontano da questi temi per poterne parlane con le competenze richieste. "I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto”.

C'è bisogno di un maggiore contrasto verso questi commerci, ha sottolineato citando lo stop a Genova di un convoglio che portava armi nello Yemen e che i portuali scelsero “due o tre anni fa” di fermare. Ogni guerra è dettata da interessi internazionali: dalla Siria allo Yemen passando per le rivendicazioni russe in terra ucraina, Francesco constata che uno stato libero non può fare la guerra a un altro stato libero: la reazione ucraina nel Donbass è "cosa vecchia, parliamo di dieci anni fa. In Ucraina sembra che sono stati gli altri a creare il conflitto."

L'urgenza di doversi confrontare con Vladimir Putin è l'altro punto cruciale dell'intervista del Pontefice: ha rimarcato di voler incontrare il capo del Cremlino nell'immediato, ancora prima di recarsi a Kyiv. L'obiettivo di fermare l'escalation di violenza quindi passerebbe prima da un colloquio con Putin, "ma anche io sono un prete, faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…”. E guarda ai passi compiuti dal collega ortodosso Kirill: con il patriarca di Mosca il Papa si è confrontato in un colloquio via zoom il 15 marzo scorso senza risolvere nulla in quanto le “giustificazioni” della guerra citate da Kirill non sono state accettate da Francesco. “Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare via di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno. Sarebbe stato il nostro secondo faccia a faccia, niente a che vedere con la guerra. Ma adesso anche lui è d’accordo: fermiamoci, potrebbe essere un segnale ambiguo”. Niente Kirill e niente Zelensky: la via per la pace passa prima dal Cremlino.

Forse in pochi si sarebbero aspettati delle posizioni così "nè con Putin né con la Nato" da parte del capo della Chiesa: Francesco ha condannato l'uso delle armi, la violenza utilizzata ma ha chiaramente affermato che anche l'Alleanza atlantica deve ammettere alcune colpe, per aver generato un conflitto senza senso. In questo è sembrato sposare la visione di Matteo Salvini, che proprio nelle ultime ore aveva dichiarato di volersi recare da Putin, annunciando di aver richiesto anche il visto necessario: su Twitter si è congratulato con il Santo Padre, "l'unico a voler cercare la pace". Peccato che ci fosse già stato il dietrofont del ministro Giorgetti che al termine della conferenza stampa di lunedì sera ha risposto alla domanda del Foglio, rettificando quanto detto dal leader della Lega: "Non mi risulta che sia in programma un viaggio di questo tipo a Mosca. Credo che le azioni diplomatiche internazionali in una situazione come questa richiedano prudenza".

Salvini insomma alla fine non partirà ma ha già trovato una sponda del Pontefice. Che sulla conclusione della guerra si sbilancia: "Orbán quando l’ho incontrato mi ha detto che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che sia così, così si capirebbe anche l’escalation di questi giorni. Perché adesso non è solo il Donbas, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista ma dobbiamo fare il possibile perché la guerra si fermi".



Papa Francesco travolto in Polonia da critiche negative, irritazione per la «linea pro-Putin»

Franca Giansoldati
4 maggio 2022

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/pa ... 67506.html

Città del Vaticano – Papa Francesco è stato travolto da una ondata di commenti negativi in Polonia per le parole pronunciate sulle cause della guerra in Ucraina, sostanzialmente riconducibili a quell'«abbaiare della Nato» che avrebbe irritato e provocato Putin. L'intervista papale affidata al Corriere della Sera continua a essere materia incandescente nei paesi europei che confinano con la Russia e che non comprendono affatto questa lettura dei fatti.

I maggiori quotidiani, blog, radio non hanno risparmiato Papa Bergoglio da critiche pesanti. Lo noto storico Jarosław Makowski ha definito «inquietanti» le affermazioni del pontefice e l'uso dei termini, come quell'abbaiare, individuato per tracciare l'attività dell'Alleanza a motivo della reazione aggressiva del Cremlino. «Il Papa dà l'impressione di un uomo che relativizza le atrocità che vediamo ogni giorno. E l'affermazione sull'abbaiare della Nato si adatta alla propaganda del Cremlino», ha sottolineato.

Il Papa da diversi media polacchi viene affiancato a Pio XII. Se Pacelli è passato alla storia come il pontefice dei silenzi su Hitler, Bergoglio rischia di diventare il Papa di Putin.

Anche l'altra frase - «Per ora non vado a Kiev. Prima devo andare a Mosca, devo incontrare Putin. Ma io sono anche un prete, cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta..» - ha causato sconcerto. Sempre Makowski a capo dell'Istituto Civico, ha riferito che Bergoglio è una delusione: «non mi piace affatto e dire che sembrava essere una persona piena di compassione e comprensione».



Americani furiosi con papa Bergoglio per il reato di "lesa maestà" nei confronti della Nato

Giovanni Trotta
04 Maggio 2022

https://www.7colli.it/americani-furiosi ... ato-58666/

Papa Bergoglio è riuscito a fare arrabbiare tutti i contendenti, sia Mosca sia Washington. La sua intervista al Corriere di qualche giorno fa ha suscitato più di qualche malumore. E non tanto in Russia, dove all’ostilità sistematica sono abituati, ma in America, dove le critiche non le ricevono più da quando c’è quel grande presidente dem. Lo analizza il sito Dagospia in un lungo articolo. Quell'”abbaiare della Nato alle porte della Russia” è sembrato a tutti i sinistri come una lesa maestà. Perché tutti noi sappiamo bene che Nato, Ue e Usa sono il bene assoluto e tutti gli altri il male assoluto. Un abbaiare che, secondo Bergoglio, ha indotto il presidente russo a reagire malamente.


Le accuse della stampa dem al papa

Secondo Daily Beast, uno dei siti Usa più popolari al mondo, il papa non avrebbe condannato la guerra se non molto leggermente. Poi ha parlato solo due volte al telefono con il presidente ucraino Zelensky, anche se è andato all’ambasciata russa a esprimere preoccupazione. Come la maggioranza della stampa occidentale, il sito Usa ha accusato il papa di essere complottista e di non dire chiaramente che la colpa è solo della Russia e per niente dell’Occidente. Anche Dagospia sembra condividere le critiche di Daily Beast: “Ora, va bene che il Papa deve fare il Papa e non può dirsi favorevole al riarmo, ma come si devono difendere secondo lui gli ucraini bombardati da “Mad Vlad”? Bastano le preghiere? E soprattutto, perché Bergoglio non riesce a prendere una posizione chiara contro l’invasione russa?”


Forse papa Bergoglio ha mai sentito nominare Leone Magno?

In realtà, questo non è vero: ha condannato più volte e chiaramente l’invasione, e si è offerto di andare a Kiev e a Mosca, salvo poi ripensarci. La spiegazione è piuttosto semplice: Papa Berrgoglio non ha mai sentito nominare il suo predecessore Leone Magno. Il quale, armato solo di croce, respinse Attila che voleva marciare su Roma con la forza della ragione. Non gli andò abbastanza bene pochi anni dopo con il vandalo Genserico, che Roma la invase non badando al papa. La verità è che non esistono più i papi di una volta….



Papa Francesco: "Sono contrario a distinguere fra buoni e cattivi, la Nato sapeva di provocare Putin"
HuffPost Italia
14 giugno 2022

https://www.huffingtonpost.it/esteri/20 ... 3Dsharebar

Non c'è il buono e il cattivo nella guerra in Ucraina. Papa Francesco in una conversazione con Antonio Spadaro, direttore de "La Civiltà Cattolica", riportata oggi dalla Stampa, afferma: "Prima della guerra in Ucraina, un importante capo di Stato mi ha detto che l'Alleanza Atlantica sapeva di provocare Putin".

"Dobbiamo allontanarci dal normale schema di “Cappuccetto rosso”: Cappuccetto rosso era buona e il lupo era il cattivo. Qui non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro. Un paio di mesi prima dell’inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio. E dopo aver parlato delle cose di cui voleva parlare, mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato. Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: “Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro”. Ha concluso: “La situazione potrebbe portare alla guerra”. Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo".

Bergoglio torna a parlare di terza guerra mondiale.

"Quello che stiamo vedendo è la brutalità e la ferocia con cui questa guerra viene portata avanti dalle truppe, generalmente mercenarie, utilizzate dai russi. E i russi, in realtà, preferiscono mandare avanti ceceni, siriani, mercenari. Ma il pericolo è che vediamo solo questo, che è mostruoso, e non vediamo l’intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita. E registro l’interesse di testare e vendere armi. È molto triste, ma in fondo è proprio questo a essere in gioco. Qualcuno può dirmi a questo punto: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere. Sono semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi. Mentre vediamo la ferocia, la crudeltà delle truppe russe, non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli. È pure vero che i russi pensavano che tutto sarebbe finito in una settimana. Ma hanno sbagliato i calcoli. Hanno trovato un popolo coraggioso, un popolo che sta lottando per sopravvivere e che ha una storia di lotta. Devo pure aggiungere che quello che sta succedendo ora in Ucraina noi lo vediamo così perché è più vicino a noi e tocca di più la nostra sensibilità. Ma ci sono altri Paesi lontani – pensiamo ad alcune zone dell’Africa, al nord della Nigeria, al nord del Congo – dove la guerra è ancora in corso e nessuno se ne cura. Pensate al Ruanda di 25 anni fa. Pensiamo al Myanmar e ai Rohingya. Il mondo è in guerra. Qualche anno fa mi è venuto in mente di dire che stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzi e a bocconi. Ecco, per me oggi la terza guerra mondiale è stata dichiarata. E questo è un aspetto che dovrebbe farci riflettere. Che cosa sta succedendo all’umanità che in un secolo ha avuto tre guerre mondiali? Io vivo la prima guerra nel ricordo di mio nonno sul Piave. E poi la seconda e ora la terza. E questo è un male per l’umanità, una calamità. Bisogna pensare che in un secolo si sono susseguite tre guerre mondiali, con tutto il commercio di armi che c’è dietro!"

Il Pontefice parla poi del patriarca Kirill.

"Ho avuto una conversazione di 40 minuti con il patriarca Kirill. Nella prima parte mi ha letto una dichiarazione in cui dava i motivi per giustificare la guerra. Quando ha finito, sono intervenuto e gli ho detto: «Fratello, noi non siamo chierici di Stato, siamo pastori del popolo». Avrei dovuto incontrarlo il 14 giugno a Gerusalemme, per parlare delle nostre cose. Ma con la guerra, di comune accordo, abbiamo deciso di rimandare l’incontro a una data successiva, in modo che il nostro dialogo non venisse frainteso. Spero di incontrarlo in occasione di un’assemblea generale in Kazakistan, a settembre. Spero di poterlo salutare e parlare un po’ con lui in quanto pastore".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani

Messaggioda Berto » ven mag 06, 2022 7:35 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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