L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

Messaggioda Berto » mer ott 14, 2020 1:34 pm

L'inutilità del cristianismo per le battaglie per l'indipendenza, la libertà e contro il nazismo maomettano
viewtopic.php?f=199&t=2928
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

Messaggioda Berto » mer ott 14, 2020 1:35 pm

Non credo proprio che il cristianismo serva a vincere l'Islam (o nazismo maomettano) come non è servito il cristianismo per vincere il nazismo hitleriano e l'inter nazismo comunista sovietico.

Con il cristianismo di Bergoglio abbiamo già perso la battaglia, serve ben altro, servono i valori civili e laici del rispetto dei diritti umani e civili, delle nostre tradizioni culturali, religiose, laiche e non religiose;
non serve una fede religiosa irragionevole non violenta come quella cristiana (che presenta innumerevoli e insanabili contraddizioni, conflitti, incompetenze e inadeguatezze) da contrapporre a una fede politico religiosa irragionevole violenta, mostruosa e criminale come quella islamica o nazi maomettana.
L'Islam o nazismo maomettano si combatte unicamente trattandolo come nazismo maomettano, come idolatria politico religiosa disumana e criminale, con la forza e la determinazione di uno stato laico e civile che rispetta solo chi riconosce, rispetta e condivide integralmente i suoi valori umani, civili, giuridici e politici.
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Messaggioda Berto » mer ott 14, 2020 1:36 pm

Se il cristianesimo perde la sua identità, e l'Europa resta anestetizzata, la sfida con l'islamismo è perduta
Franco Carinci
14 ottobre 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... e-perduta/

Nei suoi saggi domenicali, Eugenio Scalfari, dall’alto dei suoi 95 anni, che gli hanno lasciato il dubbio esistenziale ma sempre più acquetato dal costante dialogo col Papa, ritorna costantemente sul messaggio pontificale del Dio unico. C’è, pare esserci, un tracciato nel suo percorso religioso, dominato dal mistero filosofico del cosmo, ancor più che da quello assai più comune dell’aldilà: se c’è un Dio creatore, non può essere che uno solo, se pur adorato in modo storicamente diverso, con un effetto virtuoso di accomunare tutti gli uomini al di là di ogni fede. Solo che questo presuppone anzitutto una concordanza generale sulla stessa esistenza di un Dio creatore, con una proiezione al di là del limite invalicabile del big bang, di fronte a cui si è condannati ad arrestarci qualche attimo prima. Certo la fede salta a piè pari il mistero insolubile, sostituendo la ragione con una convinzione interiore, acquisita dalla nascita o conquistata in seguito, con una voglia di certezza frustrata dalla stessa realtà quotidiana. Quindi Scalfari, riecheggiando il Papa, parla a uomini di fede, sia pur di qualsiasi fede, che abbia un ente soprannaturale unico come referente: ma questo non è così, perché il confucianesimo, il taoismo, il buddismo, non hanno questo come dato acquisito e l’induismo ha un olimpo molteplice e variegato.

A stringere, il discorso riguarda le tre religioni monoteiste, quelle del libro, l’ebraismo, il cristianesimo, l’islamismo, ma qui c’è una prima fondamentale differenza: l’ebraismo ha Jahvè, l’islamismo ha Allah, ma il cristianesimo ha Cristo, sia pur collocato dentro il dogma astruso di un Dio trinitario, poco o niente rilevante per una religione fondata su un Dio incarnato per finire crocefisso a riscatto del peccato dell’ uomo, percepito non come quello leggendario di Adamo, ma come quello di ciascuno di noi nel corso precario del nostro itinerario umano. Qui sta il divario essenziale fra le due religioni che considerano infinito il distacco fra il loro Dio e l’uomo, tanto da considerare al limite impronunciabile e certo non raffigurabile quel Dio, e una che è tutta fondata sul Cristo, visto assai più come uomo che come Dio, un quasi sacrilegio per l’ebraismo e l’islamismo.

Si può anche dire che esiste un Dio unico, ma quello che costituisce il termine del discorso nell’ebraismo e nell’islamismo, costituisce per il cristianesimo solo il principio: non una differenza storica, superabile con una buona dose di ecumenismo alla buona, ma una caratteristica intrinseca del cristianesimo, tanto da essere definito nel nome di Cristo, con a libro non il vecchio testamento, ma il nuovo, il Vangelo, totalmente astorico, non confinato né confinabile al tempo di una società nomade, itinerante nel deserto , fosse quello del Sinai o del deserto arabico; e come a simbolo la croce del calvario.

Se si interpreta il messaggio del Dio unico come un augurio di fratellanza all’insegna della comune umanità, al di là di ogni differenza di qualsiasi natura, ivi compresa quella religiosa, niente da dire, ma questo è già proprio del cristianesimo, cioè appunto del suo spirito evangelico, bene; ma non bene se ne faccia conseguire un appiattimento nel generico e ambiguo concetto del Dio unico di quanto costituisce l’essenza del cristianesimo.

Se il cristianesimo perde la sua identità, la scommessa con l’altra religione espansionista, cioè aperta tendenzialmente a tutti, l’islamismo, è perduta in partenza, perché quest’ultima la conserva con tutta la sua aggressività escludente, il cui fondamentalismo rimasto, largamente protetto da ogni secolarizzazione, domina la più larga parte dei Paesi in cui rimane religione di Stato. Alla situazione di questi Paesi bisogna guardare, dove la negazione della libertà religiosa spesso sconfina in una intolleranza fanatica, con persecuzioni che trovano poco o nessuna eco in una Europa anestetizzata, che crede di poter sopravvivere sulla eliminazione di qualsiasi identità, come se l’unica che le appartiene per una storia bimillenaria non fosse quella cristiana, che ne ha fatto la sede privilegiata della cultura filosofica ed artistica. Non bisogna limitarsi a giudicare dal come si comportano le masse dei musulmani immigrati. Certo, oggi la loro integrazione in una realtà secolarizzata e pluralista è indubbia, ma mantengono rigidamente la loro fede, nel pubblico e nel privato. Che cosa succederà domani, quando saranno una minoranza significativa e fonderanno un partito islamico? Perché no, non l’hanno fatto i cattolici? D’accordo, ma troveranno un altro De Gasperi?
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Messaggioda Berto » mer ott 14, 2020 1:37 pm

Non credo proprio che il cristianismo serva a vincere l'Islam o nazismo maomettano come non è servito il cristianismo per vincere il nazismo hitleriano e l'inter nazismo comunista sovietico.

Con il cristianismo di Bergoglio abbiamo già perso la battaglia.


Il cristianismo non ha impedito la conquista nazi maomettana dell'Impero Romano d'Oriente che era cristiano

Il cristianismo non ha impedito che l'Europa cristiana cattolico romana, la Venezia marciana e l'Europa protestante abbandonassero l'Impero cristiano bizantino alla conquista maomettana

Il cristianismo non ha impedito l'imperialismo coloniale e lo schiavismo

Il cristianismo non ha impedito le guerre tra i cristiani

Anche Napoleone e la Francia erano cristiani e il cristianismo marciano della Serenissima non ha promosso la formazione di una stato-nazionale veneto a sovranità di tutti i veneti e non ha motivato Venezia e la sua aristocrazia a rischiare libertà/sovranità politica/beni e la vita per battersi e difendere le terre venete dei domini veneziani dall'invasione franco napoleonica.

Il cristianismo non ha impedito l'antisemitismo e la Shoà, anzi lo ha intensamente promosso, come oggigiorno buona parte del mondo cristiano europeo e occidentale è contro Israele e i suoi ebrei e complice dei nazi maomettani palestinesi che lo vogliono distruggere come vogliono cacciare e sterminare i suoi ebrei.

Il cristianismo bergogliano non costituisce un argine all'invasione dei clandestini e dei nazi maomettani dall'Asia e dall'Africa, anzi la promuove e la favorisce.

Il cristianismo bergogliano non si batte a difesa e a tutela dei diritti umani, civili e politici dei cristiani e dei non cristiani d'occidente, europei e bianchi, anzi li colpevolizza e li demonizza demenzialmente, vergognosamente, calunnniosamente e criminalmente.

Il cristianismo bergogliano non si batte a tutela delle minoranze cristiane vessate, maltrattate, discriminate e sterminate nei paesi a prevalenza islamica e se lo fa lo fa da dhimmi quasi colpevolizzando i cristiani di essere cristiani.



Tutte le demenzialità e le incoerenze di un uomo che non merita il mio rispetto e che ci fa tanto del male
viewtopic.php?f=199&t=2933
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6636654604
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Messaggioda Berto » mer ott 14, 2020 1:37 pm

???

Giovanni Raimondo
12 dicembre 2018

https://www.facebook.com/giovanni.raimo ... 4029198519

«Quel che è appena accaduto a Parigi a mio avviso è un avviso di tempesta per tutta l’Europa, non solo per la Francia. Non possiamo sperare di risolvere la crisi dei gilet gialli se non ci affidiamo alla filosofia e alla sociologia per affrontare la questione del senso delle persone, della nazione, degli ideali, del futuro. Una cosa è successa molto tempo fa in Europa, e solo in Europa: la rottura del filo della tradizione religiosa. Con la Rivoluzione francese, né dio né padrone, abbiamo cancellato dio, tagliato la testa al re e messo al loro posto l’ideologia dell’umanesimo, che ha finito per diventare un valore astratto. La politica è diventata la nuova religione, con l’idea che la democrazia rappresentativa possa risolvere i problemi della felicità, della morte, dell’avvenire, l’inferno e il paradiso qui sulla Terra. Abbiamo dato alla politica responsabilità enormi, e questo modello è crollato con la Shoah e i gulag. Sopravvive a stento un’idea più ridotta della politica come gestione dell’esistente, gestione che è comunque soffocata dalla finanziarizzazione dell’economia e della rivoluzione digitale. È una politica dell’impotenza, della contabilità, in cui fingiamo di credere che il problema sia davvero l’aumento del prezzo del diesel. Lo è ma solo in parte, e infatti anche quando l’aumento viene ritirato le proteste continuano. Ci troviamo in una specie di tardo Medioevo, quando uno dei miei grandi punti di riferimento, Duns Scoto, disse che non ci sono altri valori se non questo uomo, questa donna. Non i grandi ideali, non la materia, ma la persona. Direi che la politica dovrebbe non occuparsi più solo della contabilità ma anche della cultura, intesa come educazione e accompagnamento, magari partendo dai valori ancestrali del cristianesimo, dell’islam e del giudaismo. La questione adesso è interagire con persone che non credono a niente».(Julia Kristeva)

???

... Rivoluzione francese, né dio né padrone, abbiamo cancellato dio, tagliato la testa al re e messo al loro posto l’ideologia dell’umanesimo, che ha finito per diventare un valore astratto. ...
... La politica è diventata la nuova religione, con l’idea che la democrazia rappresentativa possa risolvere i problemi della felicità, della morte, dell’avvenire, l’inferno e il paradiso qui sulla Terra. ...
... Abbiamo dato alla politica responsabilità enormi, e questo modello è crollato con la Shoah e i gulag. ...
... Direi che la politica dovrebbe non occuparsi più solo della contabilità ma anche della cultura, intesa come educazione e accompagnamento, magari partendo dai valori ancestrali del cristianesimo, dell’islam e del giudaismo. ...
... La questione adesso è interagire con persone che non credono a niente».(Julia Kristeva) ...
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Messaggioda Berto » mer ott 14, 2020 1:38 pm

Il frizzante sangue LIFE - Omelia contro Salvini: Vigni, che ha denunciato … spiega
12 dicembre 2018

https://www.life.it/1/omelia-contro-sal ... qtZWsDone0

Leggo risposte sconclusionate, fuori tema, prese di posizioni illogiche, vediamo di capirci :

se mi sparano ed al pronto soccorso il chirurgo, invece di ricucirmi, mi parla di Salvini, m’in….quieto;
se mi rapinano e chiedo aiuto ai carabinieri e il centralinista mi parla di Salvini, m’in….quieto;
se la mia casa va a fuoco ed i pompieri mi parlano di Salvini, m’in….quieto;
dovessi andare a puttane, pagare la prestazione e la prestante non prestasse, ma parlasse di Salvini, m’in….quieterei.

Essendo cristiano, mi hanno insegnato che il prete rappresenta il Cristo, addirittura in certi momenti, s’identifica con Lui, ergo deve seguirne i dettami.

Il Cristo, uomo ebreo, aveva un imperatore, Tiberio, un governatore, Ponzio Pilato ed un “papa”, Caifa.

C’è qualcuno che mi trova nei Vangeli una parola, detta dal Galileo, contro uno di costoro ? Magari in sinagoga ?

In compenso il Nazareno disse: “restituite a Cesare….” , e, soave: guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! Non bastasse: sepolcri imbiancati….

Noto che Caifa, conscio del suo ruolo, si stracciò le vesti . Oggi, porporati,vescovi, monsignori, tranne qualche rarità, il sale deve essere poco e salare, nonostante pedofilia, pederastia, latrocinio, simonia……, non fanno una piega.

Gli esegeti tuonano: Salvini è andato in piazza col Rosario ed il Vangelo……..

Meraviglioso ! Ed i missionari che vanno con Rosario e Vangelo nelle foreste ed il prete operaio, l’omileta, che va nelle fabbriche, credo, col Rosario ed il Vangelo ed il carabiniere o il pompiere che magari, in servizio, pregano ?

In tribunale non ti fanno giurare ?

Vi confido: nella mia camera, alla mattina prego, idem alla sera e quando porto a spasso il cane, nei campi , prego.

Oggi ci possiamo permettere d’esistere, scrivere, sproloquiare, anche perché un tal Marco d’Aviano, cappuccino, non quello del bar, si mise col Vangelo davanti ad un esercito. Andate a leggervi la storia e la preghiera.

Ho la convinzione che tutto quanto sopra sia assolutamente inutile, l’ideologia frega la ragione, anche se dopo saranno tenebre, pianto e stridor di denti.

G. Vigni


Alberto Pento
Anche il prete che critica Salvini è un cristiano come è cristiano Salvini, ma tra loro chi è il più cristiano o il vero cristiano e da che parte sta veramente l'ebreo Cristo?
Anche i papi Wojtyła e Ratzinger che criticavano e condannavano l'Islam erano cristiani come lo è papa Bergoglio che invece ha santificato Maometto e l'Islam, ma da che parte sta allora l'ebreo Cristo?
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L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

Messaggioda Berto » mer ott 14, 2020 1:40 pm

???

Mi sono innamorato di questa giornalista francese.
Giulio Meotti
11/05/2018

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 9162802004

È musulmana, tunisina, è coraggiosa ed è uno dei volti più noti della tv francese. Si chiama Sonia Mabrouk e ha appena scritto un libro sul declino della nostra civiltà, “Dans son cœur sommeille la vengeance”.
Ne ho scritto oggi sul Foglio. “Le nostre strade sono disseminate di soldati ma le nostre menti sono deboli” pensa Lena, protagonista del romanzo. Il suo alter ego è Amra, foreign fighter in Siria, che le dice: “Dubitate di tutto, anche di voi stessi. L’islam è molto più sicuro del vostro cristianesimo. La vostra società è senza fiato, tutto crolla, la civiltà marcisce dalla testa, come il pesce. E sarà sostituita. Le vostre chiese sono vuote. Vuote! Le trasformeremo in moschee. La vostra cultura si spegne, la vostra spiritualità si spezza, le vostre tradizioni spariscono”. Amra lo ha imparato in carcere. “L’islam crescerà e conquisterà più territori, cuori e menti. Faremo molti bambini che brandiranno la religione con orgoglio. E finirete per convertirvi”. L’occidente, scrive Mabrouk tramite Amra, è in vendita. “Tutto. I vostri ideali, i vostri princìpi, le vostre terre. I vostri soldati si nascondono dietro gli schermi, bombardano da aerei sofisticati e non metteranno mai piede in terra nemica, spaventati. In questa guerra asimmetrica, sarete i vinti della storia”. Una civiltà che lei vuole difendere a tutti i costi. Oggi, alla Rai, Sonia Mabrouk la metterebbero a pulire i pavimenti. E al suo posto ci metterebbero Rula Jebreal.



Guglielmo Piombini
Il grande pensatore libertario Murray N. Rothbard scrisse negli ultimi anni della sua vita: «A rischio di alienarmi i miei amici libertari atei, mi sono progressivamente convinto che i conservatori hanno ragione su un punto: che in ogni società vi è sempre una qualche sorta di religione dominante. E se ad esempio il Cristianesimo viene denigrato e rigettato, qualche altra orrenda forma di religione prenderà subito il suo posto: sia essa il comunismo, l’occultismo New Age, il femminismo o il puritanesimo di sinistra. Non c’è modo di aggirare questa verità fondamentale della natura umana».
Da quel che pare di vedere, "l'orrenda forma di religione" che in Europa prenderà il posto del Cristianesimo "denigrato e rigettato" sarà l'Islam.



Gino Quarelo
A me pare che il pensiero di questa Amra sia del tutto demenziale. Il maomettismo è pura idolatria disumana, incultura e inciviltà. Maometto era un invasato idolatra assassino e il suo Allah un idolo del terrore e dell'orrore.
L'Islam è un'ideologia politico religiosa di morte che toglie all'uomo la responsabilità della libertà e la buona volontà, una mostruosità che non può che portare alla distruzione dell'umanità.







Il grande j’accuse della musulmana Sonia Mabrouk
di Giulio Meotti
2018/05/13

https://www.ilfoglio.it/cultura/2018/05 ... ouk-194406

Roma. In un ritratto, Le Monde la chiama “l’anticonformista”. Ex redattrice di Jeune Afrique, Sonia Mabrouk è una musulmana tunisina e uno dei volti in ascesa del giornalismo televisivo francese, la star di “Public Sénat”. Cresciuta nel porto di Tunisi La Goulette, da piccola Mabrouk frequentava Habib Bourguiba, suo nonno era ministro e uno zio ambasciatore a Parigi. Ma nonostante questo milieu, la giornalista e scrittrice ha un motto inusuale: “Combattere il conformismo”.

Adesso Mabrouk pubblica il secondo libro da Plon, Dans son cœur sommeille la vengeance. Il cuore è quello dei convertiti francesi all’islam e la vendetta è quella che consumano contro la cultura occidentale. “Le nostre strade sono disseminate di soldati ma le nostre menti sono deboli” pensa Lena, protagonista del romanzo. Il suo alter ego è Amra, foreign fighter in Siria, che le dice: “Dubitate di tutto, anche di voi stessi. L’islam è molto più sicuro del vostro cristianesimo. La vostra società è senza fiato, tutto crolla, la civiltà marcisce dalla testa, come il pesce. E sarà sostituita. Le vostre chiese sono vuote. Vuote! Le trasformeremo in moschee. La vostra cultura si spegne, la vostra spiritualità si spezza, le vostre tradizioni spariscono”.

Amra lo ha imparato in carcere. “L’islam crescerà e conquisterà più territori, cuori e menti. Faremo molti bambini che brandiranno la religione con orgoglio. E finirete per convertirvi”. L’occidente, scrive Mabrouk tramite Amra, è in vendita. “Tutto. I vostri ideali, i vostri princìpi, le vostre terre. I vostri soldati si nascondono dietro gli schermi, bombardano da aerei sofisticati e non metteranno mai piede in terra nemica, spaventati. In questa guerra asimmetrica, sarete i vinti della storia”.

In una intervista al settimanale Valeurs Actuelles di questa settimana, Mabrouk spiega cosa l’ha spinta a scrivere il libro: “La civiltà sopravviverà se i valori cristiani saranno difesi” dice la giornalista franco-tunisina. Mabrouk non pensa sia finita. “C’è chi tende a vedere la civiltà cristiana come un’immensa fragilità. Credo che di fronte all’islam politico conquistatore, questa apparente fragilità diventi una forza. Qualcosa mi colpisce quando vedo le chiese in Francia: non sono affatto vuote! Vedo famiglie, bambini, sanno bene cosa ci stanno facendo lì. Per troppo tempo, i programmi televisivi hanno sostenuto i sostenitori dell’islam politico”. I terroristi hanno un vantaggio: “Sono capaci di morire per le proprie idee. Ma lo ha fatto anche Arnaud Beltrame (il poliziotto sgozzato dall’Isis a Trèbes, ndr) e mi ha profondamente segnato. Il movimento con cui la Francia ha acclamato quest’uomo dimostra che nulla è perduto. E incarna, con il suo gesto, un progetto spirituale inaudito e noi, nei media, non ne parliamo, abbiamo paura. Quando torno in Tunisia e sento il muezzin, mi succede qualcosa, non potrei spiegarlo, è irrazionale. Oggi parliamo di lotta al terrorismo, ma i mezzi non sono sufficienti. Nel libro, Lena lo comprende. Mi chiedo come possa farlo un paese”. Che se lo chieda una musulmana e non gli occidentali ci dice già moltissimo. Forse troppo.


Gino Quarelo
Idiozia, basta bandire l'Islam in quanto nazismo maomettano; non abbiamo bisogno dell'idolatria cristiana per combattere l'idolatria nazi maomettana.
Il discrimine non e morire per un idolo e la sua demenziale e inesistente vita eterna come fanno gli idolatri e demenziali nazi-maomettani ma vivere e se occorre morire per difendere la vita sulla terra che e il piu grande dei valori umani e civili, universali e spirituali come ha fatto Arnaud Beltrame.


La peggio morte, morire martire per un idolo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 201&t=2180
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L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

Messaggioda Berto » mer ott 14, 2020 1:40 pm

Lo sfinimento della civiltà europea
Giulio Meotti
15 maggio 2018

https://it.gatestoneinstitute.org/12307 ... ta-europea

In una profetica conferenza tenuta a Vienna il 7 maggio 1935, il filosofo Edmund Husserl disse: "Il maggior pericolo dell'Europa è la stanchezza". Ottanta anni dopo, la stessa fatica e passività domina ancora le società europee occidentali.

È il tipo di sfinimento che ravvisiamo nel calo dei tassi di natalità degli europei, nella proliferazione del debito pubblico, nel caos nelle strade e nel rifiuto dell'Europa di investire le risorse nella sua sicurezza e nella forza militare. Nel marzo scorso, in un quartiere di Parigi, la Basilica di Saint Denis, in cui sono sepolti i re cristiani di Francia, è stata occupata da 80 migranti e da attivisti favorevoli all'immigrazione illegale. È dovuta intervenire la polizia per liberare il sito.

Stephen Bullivant, un docente di teologia e sociologia della religione presso la St Mary's University di Londra, di recente ha pubblicato una ricerca dal titolo "Europe's Young Adults and Religion":

"Il Cristianesimo non è più la condizione predefinita, la norma, e forse non lo sarà più – almeno per i prossimi 100 anni", ha detto Bullivant.

"Secondo Bullivant, molti giovani europei "sono stati battezzati e poi non oltrepasseranno mai più la porta di una chiesa. Le identità religiose culturali non vengono trasmesse dai genitori ai figli. Scivolano loro addosso...". E sappiamo che il tasso di natalità musulmano è superiore alla popolazione generale e hanno tassi di ritenzione [religiosi] molto più alti".

Richard Dawkins, un ateo e l'autore di "The God Delusion", ha replicato alla pubblicazione dello studio, twittando quanto segue ai suoi milioni di follower:

"Prima di compiacerci della terribile agonia della religione cristiana relativamente benigna, non dimentichiamo la minacciosa poesia di Hilaire Belloc:

'E sempre tieni la mano dell'infermiera/ Per paura di trovare qualcosa di peggio'".

Dawkins sembra essere preoccupato che dopo la scomparsa del Cristianesimo in Europa, non ci sarà un'utopia atea, ma un Islam in crescita.

Questo è ciò che Philippe Bénéton in un libro ha definito come Le dérèglement moral de l'Occident, il disordine morale dell'Occidente: l'Islam sta colmando il vuoto culturale di una società senza figli e che crede – a torto – di non avere nemici.

Secondo Sveriges Radio, l'emittente radiofonica pubblica nazionale di Stato svedese, in quel paese viene battezzato un minor numero di neonati a causa del cambiamento demografico. In Svezia, entro il 2050, quasi una persona su tre sarà musulmana, stando a un recente studio del Pew Research Center.

La mentalità mainstream europea ora sembra credere che "il male" derivi essenzialmente dai nostri peccati: razzismo, sessismo, elitarismo, xenofobia, omofobia, i peccati del maschio bianco eterosessuale occidentale, e mai da culture non europee. Pertanto, l'Europa ora postula un'infinita idealizzazione dell'"altro", soprattutto dei migranti. L'eredità della civiltà occidentale viene sezionata pezzo per pezzo in modo che non ne rimanga nulla; i nostri valori vengono derisi e il nostro istinto di sopravvivenza è inibito. È un processo di decomposizione che le autorità hanno deciso di mediare, come se fosse inevitabile. Ora, l'Unione Europea aspetta di ricevere la prossima ondata di migranti dall'Africa.

Nell'importante discorso pronunciato davanti al Bundestag, dopo il lungo e difficile processo senza precedenti per formare un nuovo governo, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha usato un tono conciliante sull'immigrazione lanciando un messaggio inclusivo sull'Islam. "Con 4,5 milioni di musulmani che vivono nel paese, la loro religione, l'Islam è diventata parte della Germania", ha affermato la cancelliera.

Il leader politico più influente d'Europa ha capitolato: a quanto pare ha dimenticato (di nuovo) la differenza esistente tra i diritti civili degli individui, di cui godono i cittadini musulmani in Germania, e le fonti di una identità nazionale, su cui si fonda l'Europa: i valori umanistici, giudaico-cristiani. Questa consapevolezza potrebbe spiegare il motivo per cui una settimana prima il neo-ministro dell'Interno tedesco, Horst Seehofer, aveva detto che "la Germania è stata forgiata dal Cristianesimo" e non dall'Islam.

La stanchezza dell'Europa può essere anche vista in un conflitto generazionale rappresentato dall'allarmante aumento del debito pubblico. In Italia, l'establishment politico è stato di recente scosso dall'elezione di due grandi partiti populisti. L'Italia è un paese con un debito pubblico di 40 mila euro pro-capite e una pressione fiscale pari al 43,3 per cento del prodotto interno lordo. L'età media della popolazione ne fa il terzo Paese più vecchio al mondo, insieme a un tasso di natalità tra i più bassi del pianeta, una delle età pensionabili più basse d'Europa e il più alto rapporto tra spesa pubblica per la sicurezza sociale e PIL del mondo occidentale. L'Italia è inoltre un paese in cui le pensioni rappresentano un terzo di tutta la spesa pubblica e in cui la percentuale dei pensionati rispetto ai lavoratori passerà dal 37 per cento di oggi al 65 per cento nel 2040 (da 1 su 3 a 2 su 3).

Una sfida islamista a questa società stanca e decadente potrebbe essere decisiva. Solo la popolazione cristiana dell'Europa è sterile e invecchia. La popolazione musulmana è fertile e giovane. "Nella maggior parte dei paesi europei – tra cui Inghilterra, Germania, Italia e Russia, le morti di cristiani sono state superiori alle nascite dal 2010 al 2015", scrive il Wall Street Journal.

In Europa, continueranno gli attacchi terroristici. Di recente, a Trèbes, nel sud della Francia, un jihadista ha preso degli ostaggi in un supermercato, rivendicando la fedeltà all'Isis. Sembrerebbe che le società europee si reputino così forti e la loro capacità di assorbire l'immigrazione di massa così estesa, che nulla impedirà loro di credere di poter assimilare e gestire gli atti terroristici come si fa con gli incidenti automobilistici e i disastri naturali. La stanchezza sembra essere il motivo per cui questi paesi non adottano misure significative per sconfiggere il jihadismo, come la chiusura delle moschee salafite o l'espulsione degli imam radicali.

Gli estremisti musulmani si accorgono di questo vantaggio: finché eviteranno un altro grande massacro come l'11 settembre, potranno continuare a portare via vite umane e a insidiare l'Occidente senza risvegliarlo dalla sua inerzia. Lo scenario più probabile è quello in cui tutto continua così, con la frattura interna dell'Europa, due società parallele e lo svilimento della cultura occidentale. Pezzo dopo pezzo, la società europea sembra irreparabilmente andare in rovina.

Giulio Meotti, redattore culturale del quotidiano Il Foglio, è un giornalista e scrittore italiano.


Gino Quarelo
Credo che il problema sia risolvibile incominciando a trattare l'Islam come nazismo maomettano e idolatria, quindi sottoponendolo a denuncia e critica serrata e poi promuovendo la democrazia diretta sul modello svizzero e combattendo le caste ademocratiche, irresponsabili e parassitarie. Porre come basi civili e culturali dello stato la laicità dell'uomo di buona volontà (la sua libertà e responsabilità) e i valori/doveri/diritti umani universali.




Liberiamo l'Europa dai sensi di colpa, dai miti e dai pregiudizi
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =92&t=2669

Cultura e civiltà - incultura e inciviltà
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Berto
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L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

Messaggioda Berto » mer ott 14, 2020 1:41 pm

Richard Pipes e Bernard Lewis: il vero volto dei nemici dell’Occidente, Urss e Islam radicale, attraverso i loro occhi
Stefano Magni
26 Mag 2018

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... cale-occhi

Per una brutta ironia della sorte, sono morti nella stessa scorsa settimana, due fra i migliori storici contemporanei di fama mondiale: Richard Pipes e Bernard Lewis. Entrambi in tardissima età, il primo a 94 anni, il secondo aveva appena passato il traguardo dei 101, hanno contribuito fino all’ultimo giorno ad arricchire la nostra conoscenza sui due fenomeni politici e religiosi più importanti del nostro tempo. Richard Pipes ha svelato il volto del comunismo, attraverso lo studio di documenti originali, libero da ogni incrostazione ideologica. Bernard Lewis ha invece introdotto un pubblico internazionale allo studio della storia ultra-millenaria dell’Islam e delle sue numerose evoluzioni e frammentazioni. Parrebbero due campi di studi completamente differenti e non paragonabili. Eppure, sia Pipes che Lewis hanno molto in comune.

In primo luogo si tratta di due storici importanti per la politica conservatrice anglo-sassone.
Richard Pipes venne cooptato nel Pfiab (President’s Intelligence Advisory Board), organismo di analisi di dati di intelligence formato da studiosi non inquadrati nei servizi segreti, dunque civili a tutti gli effetti e liberi dagli schemi tipici della burocrazia di Washington. Questo gruppo di consiglieri esterni era voluto dall’amministrazione Ford, a metà degli anni ’70, dopo che, nel precedente decennio di guerra del Vietnam, la Cia aveva costantemente sotto-stimato la minaccia dell’Unione Sovietica. Pipes, attraverso la sua lunga esperienza di studi sulla Russia e sulla rivoluzione, ribaltò la prospettiva classica: l’Urss non “reagisce” ad attacchi e provocazioni esterne, ma “agisce” per diffondere il comunismo nel mondo. Il regime sovietico, secondo Pipes, non era classificabile neppure come un regime “russo”, né la sua azione poteva essere letta come la continuazione della classica politica imperiale zarista sotto altre bandiere. La classe dirigente sovietica, infatti, era internazionalista. Il suo scopo era quello di esportare la rivoluzione comunista nel mondo. E il modo migliore per affrontare una potenza rivoluzionaria non è tanto (e non è solo) il contenimento militare, ma la guerra ideologica. Ad una rivoluzione si doveva rispondere con una contro-rivoluzione. Fu essenzialmente questa la strategia poi adottata da Ronald Reagan, dal 1981, che cooptò Pipes nel nuovo Consiglio per la sicurezza nazionale.

Anche Bernard Lewis “nasce” nell’intelligence militare britannica, nel corso della Seconda Guerra Mondiale ed esordisce come analista del Ministero degli Esteri. La sua nemesi principale, Edward Said, che non era neppure uno storico, lo sfidava sostenendo che Lewis avesse pur sempre una visione colonialista del mondo, che il suo “orientalismo” (inteso come studio della civiltà orientale) fosse solo strumentale agli interessi dell’imperialismo. Eppure Lewis non ha fatto altro che scrostare la storia dell’Islam dalle categorie ideologiche tipiche europee di destra e sinistra. Non è caduto nella trappola di chi vede ogni fenomeno mediorientale come una reazione al colonialismo occidentale e alla politica di Israele, ma si è concentrato sulle dinamiche interne al vasto mondo musulmano e alla sua storia più che millenaria. Dal 1979 (anno della rivoluzione in Iran) ha visto nel “risveglio dell’Islam” un movimento politico e rivoluzionario nato da una reazione alla decadenza dell’Islam. La stessa crisi che nel corso del Novecento aveva indotto i leader musulmani ad abbracciare la “modernizzazione”, importando idee europee quali il nazionalismo e il socialismo, dalla fine degli anni ’70 provocò una reazione di ritorno alla purezza dell’Islam, alla sua antica legge coranica, alla sua espansione imperiale attraverso la spada.

Dall’appiattimento, fallito, sulla modernità, insomma, il mondo islamico stava passando alla reazione contro la modernità. Ed è lo stesso fenomeno che, quindici anni dopo la rivoluzione iraniana, anche nel mondo sunnita ha dato origine a un movimento terrorista e rivoluzionario quale è Al Qaeda. Lo stesso che motiva i Fratelli Musulmani e tutte le loro numerose ramificazioni in Asia, Africa, Europa e America. Lo stesso che ha causato l’impazzimento del radicalismo islamico nell’Isis in Iraq e in Siria. L’amministrazione Bush, subito dopo lo shock dell’11 settembre ha iniziato a studiare i libri di Lewis e ad ascoltare i suoi pareri, se non altro per cercare di capire le cause dell’odio islamico per l’Occidente.

Pipes e Lewis ci hanno insegnato soprattutto questo: capire i nemici dell’Occidente guardando attraverso i loro occhi, parlando la loro lingua, leggendo i loro testi. Lungi dall’essere sciovinisti, ci hanno insegnato l’umiltà: non dobbiamo vedere tutto quel che accade nel mondo come una reazione alle nostre politiche occidentali, ma come un prodotto interno alle dinamiche di altre ideologie e civiltà. La seconda grande lezione è: sii libero di giudicare. Perché, una volta che si è capito cosa sia il comunismo o il risveglio islamico, una volta analizzati i fatti, si può passare al giudizio di valore. Sia Pipes che Lewis giudicavano i fatti. Un regime che mette in piedi un arcipelago di gulag ed esporta la sua ideologia col terrore, è oggettivamente criminale. Un risveglio islamico che vuole esportare la sua legge medievale col terrore, è oggettivamente pericoloso. Pericoloso per tutti, non solo per chi subisce l’aggressione. La loro è una lezione inaccettabile per i relativisti, secondo cui tutti i fatti sono filtrati attraverso i punti di vista di chi li osserva e, soprattutto, tutti i valori sono soggettivi, dunque il giudizio è impossibile.

Gino Quarelo
Due grandi per la loro semplicità nell'applicare il buon senso e la logica.
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L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

Messaggioda Berto » mer ott 14, 2020 1:42 pm

Di fronte all’Islam, Richard Dawkins vede nel cristianesimo un baluardo
10 giugno 2018

https://www.uccronline.it/2018/06/10/di ... n-baluardo

Ricordate lo zoologo Richard Dawkins? Quello che «la fede cristiana è uno dei più grandi mali del mondo, paragonabile al virus del vaiolo ma più difficile da estirpare» (The God delusion). Ieri era uno degli intellettuali più in voga, oggi è spesso lo zimbello dei media e del mondo accademico. Ma non è questo il punto, piuttosto il suo continuo cammino di conversione.

La parola conversione è errata, egli continua a dire che Dio, probabilmente, non esiste. Ma la sua posizione si è ammorbidita. Se nel 2012 invitava i suoi sottoposti a deridere pubblicamente i credenti, poco tempo dopo -come abbiamo documentato– l’ateo più famoso del mondo ha affermato di essere agnostico. Un anno dopo è arrivato a dichiarasi “culturalmente cristiano”, nel 2015 ha criticato una catena di cinema che si era rifiutata di proiettare un’annuncio contenete una preghiera cristiana: «Se qualcuno si sente “offeso” da una preghiera, allora merita di essere offeso».

Poco tempo fa, invece, in risposta ad un sondaggio sul crescere dell’abbandono della religione da parte dei giovani britannici, Dawkins ha twittato: «prima di rallegrasi per gli spasmi della benigna religione cristiana, non dimentichiamoci del detto: “Mantieni per mano l’infermiera per paura di trovare qualcosa di peggio”». Il suo riferimento è rivolto all‘Islam, infatti il rapporto rilevava anche che il tasso di natalità dei musulmani è superiore alla popolazione generale.

E’ curioso che un personaggio del genere possa vedere nell’odiato virus del cristianesimo una sorta di “baluardo” contro qualcosa di peggiore. Già in passato, tuttavia, aveva “difeso” la cristianità: «Non ci sono cristiani, per quanto ne so, a far esplodere edifici. Non sono a conoscenza di nessun kamikaze cristiano. Non sono a conoscenza di alcuna grande denominazione cristiana che crede che la pena per l’apostasia sia la morte». Sarebbe tuttavia curioso chiedergli un parere su un altro sondaggio sempre riguardante i giovani britannici (16-29 anni): se da un lato il 70% non si identifica in nessuna religione, il 59% non frequenta mai servizi religiosi e quasi i due terzi non prega mai, dall’altro si è recentemente scoperto che tre su cinque giovani britannici si sentono infelici, uno su quattro afferma di essere “senza speranza”, la metà di essi ha avuto problemi di salute mentale e dice di non essere in grado di far fronte alle battute d’arresto della vita. Non c’è una correlazione manifesta tra le due indagini, tuttavia non è sembra errato farla poiché si sa quanto la visione esistenziale modifichi totalmente lo sguardo sulla vita e l’approccio ad essa.

I più attenti si saranno stupiti anche del fatto che Dawkins non solo sembra preoccupato della crisi del cristianesimo, ma nemmeno ha proposto come “baluardo” dell’Islam un ateismo strong, come avrebbe fatto qualche anno fa. Poteva esultare per la crescente secolarizzazione della società, ma ha scelto di reagire con preoccupazione. Perché? E’ possibile che condivida l’opinione dell’eminente filosofo francese Philippe Nemo? Nel suo libro, La bella morte dell’ateismo moderno, il docente della prestigiosa ESCP Europe ha infatti concluso l’incapacità dell’ateismo nel saper rispondere alle questioni umane e nel saper creare cultura, tradizione e civiltà. «L’ateismo moderno è morto di morte naturale, non ha saputo mantenere le sue promesse. Si è metafisicamente esaurito e non ha più niente da dire all’uomo». Oggi, ha proseguito, ci risvegliamo «da una sorta di sonno paralizzante durato per ben due secoli. Le grandi domande esistenziali, cui i programmi dell’ateismo non hanno dato risposta, appaiono di nuovo tanto pertinenti quanto urgenti».


Alberto Pento
Per contrastare l'idolatria disumana nazi maomettana dell'orrore e del terrore, dell'idolo di morte Allah e del suo profeta assassino Maometto, non serve contrapporre un'altra idolatria religiosa come quella cristiana,
basta semplice l'uomo di buona volontà con i suoi valori umani e civili universale e la sua spiritualità naturale aidola.
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