La star atea viene fischiata quando critica l’islam. Dawkins e soci nei guai
di Giulio Meotti
2013/04/03
https://www.ilfoglio.it/articoli/2013/0 ... guai-54267
Vada definire sant’Agostino un “ignorante”, bollare il Dalai Lama come un “monarca ereditario”, chiamare Blaise Pascal “sordido”, liquidare lo scrittore inglese C. S. Lewis come un uomo “patetico”, il re David come un “bandito”, Martin Luther King come un “orgiasta” e Mosè come “un autoritario sanguinario che incitava al genocidio”. Ma guai a definire il Corano come un “libro sessuofobo” o affermare che i kamikaze sono espressione dell’islam. L’ateo non si porta più quando critica il Corano. Era già successo in Italia al compianto Christopher Hitchens, che il nostro ateista militante Piergiorgio Odifreddi chiamò “reazionario” per via delle sue idee sull’islam.
“Sono i nuovi islamofobi”, attacca un lungo articolo sul magazine progressista Salon dedicato ai nuovi atei, o come li ha definiti il filosofo inglese John Gray, autore di “Cani di paglia” (Ponte alle Grazie), lo “squadrone anti Dio”. Richard Dawkins, il più celebre ateo del mondo, ha perso molti lettori dopo che ha definito l’islam “la più grande forma di male al mondo”. Il 25 marzo il noto evoluzionista incalza: “Non devi aver letto il Corano per avere una opinione dell’islam, così come non devi aver letto il ‘Mein Kampf’ per avere una opinione sul nazismo”. Sembra di sentir parlare l’olandese volante Geert Wilders. Ma è solo un assaggio della miscellanea atea del biologo Dawkins, che riscuoteva ben maggiori consensi quando paragonava il cristianesimo paolino alle molestie sessuali e l’educazione cattolica alla pedofilia.
Lo scorso dicembre l’International Humanist and Ethical Union, l’associazione che raggruppa centoventi organizzazioni “atee, razionaliste e umaniste” in oltre quaranta paesi, in occasione della Giornata mondiale per i diritti umani ha pubblicato la sua “watch list”, chiamata “Freedom of Thought 2012”, per denunciare i paesi che perseguitano i “senza dio”. In classifica svettano sette paesi islamici.
La settimana scorsa Dawkins è incappato nella contestazione degli studenti musulmani dell’University College London, dove si era recato per una conferenza. E’ successo che l’aula, a causa dell’alta presenza di alunni di fede islamica, era stata divisa fra uomini e donne, in omaggio alla sharia, la legge islamica. Dawkins ha detto che non avrebbe avallato questa “segregazione sessuale”, questa “apartheid”. Giù contestazioni e fischi, quando Dawkins è solito ricevere soltanto applausi. L’altro ateo di lusso che se la passa male è John Harris, le cui critiche all’islam sono non meno tranchant: a suo dire “gli attentati suicidi sono stati razionalizzati da buona parte del mondo musulmano”. Harris critica coloro che ne minimizzano la relazione con la religione (“chiunque affermi che i precetti dell’islam ‘non hanno nulla a che fare col terrorismo’ non fa che giocare con le parole”) e con i sacri testi (“siamo in guerra proprio con quella visione del mondo prescritta a tutti i musulmani dal Corano, e poi ulteriormente elaborata nella letteratura degli hadith”). Per queste e altre esternazioni, Harris si è visto tagliare i contatti da parte di organizzazioni liberal come il Center for Inquiry, l’American Humanist Association e Americans United for Separation of Church and State. Anche l’ateo più discusso di Francia, Michel Onfray, l’autore di quel “Trattato di ateologia” che ne ha fatto il più ricercato opinionista anticattolico (“ateo di servizio”, si è definito egli stesso), è caduto in disgrazia per i commenti anti islamici. Sul Monde, Maurice T. Maschino, autore del pamphlet anticristiano “La République des bigots”, ha pubblicato un articolo dal titolo: “Michel Onfray ha perduto il suo spirito ribelle?”, perché a suo dire dell’islam dimostra di vedere solo “la faccia nera, cupa e tragica”. E, orrore, scrive Maschino rivolgendosi a Onfray, “ti allinei a Houellebecq”, che per le sue idee anti islamiche fu messo a processo a Parigi. La “colpa” di Onfray è aver dichiarato al giornale arabo al Watan che “dopo secoli di cultura musulmana non c’è stata nessuna invenzione, nessuna ricerca… sul terreno della scienza laica”.
E come a voler coronare questa cacciata dei nuovi atei dal parterre culturale c’è la messa al bando dei libri darwiniani di Dawkins dalla Turchia neo islamica di Tayyip Erdogan. Per essere osannato, l’intellettuale ateo deve accusare Dio o Yahweh, ma riceverà soltanto fischi quando se la prenderà con Allah.
Alberto Pento
Meglio ateo che idolatra.
È più vicino a Dio e alla spiritualità universale e naturale l'ateo che l'idolatra che si allontana sempre da Dio quanto più è concentrato, fissato, ossessionato sul e dal suo idolo.
La Dichiarazione di Parigi l’Europa e il Cristianesimo
5 novembre 2017
di Giulio Meotti
http://www.italiaisraeletoday.it/la-dic ... stianesimo
Qualche giorno fa, alcuni dei più importanti intellettuali europei – tra i quali il filosofo britannico Roger Scruton, l’ex ministro polacco dell’Istruzione Ryszard Legutko, lo studioso tedesco Robert Spaemann e il francese Rémi Brague, docente alla Sorbona – hanno firmato la “Dichiarazione di Parigi”. Nel loro ambizioso manifesto, hanno respinto “la fasulla Cristianità di diritti umani universali” e ” l’utopistica crociata pseudo-religiosa votata a costruire un mondo senza confini”.
Piuttosto, hanno invocato un’Europa basata sulle “radici cristiane”, che s’ispiri alla “tradizione classica” e bocci il multiculturalismo: “I padrini dell’Europa falsa sono stregati dalle superstizioni del progresso inevitabile.
Credono che la Storia stia dalla loro parte, e questa fede li rende altezzosi e sprezzanti, incapaci di riconoscere i difetti del mondo post-nazionale e post-culturale che stanno costruendo. Per di più, ignorano quali siano le fonti vere del decoro autenticamente umano cui peraltro tengono caramente essi stessi, proprio come vi teniamo noi. Ignorano, anzi ripudiano le radici cristiane dell’Europa. Allo stesso tempo, fanno molta attenzione a non offendere i musulmani, immaginando che questi ne abbracceranno con gioia la mentalità laicista e multiculturalista”.
Nel 2007, riflettendo sulla crisi culturale del continente, Papa Benedetto XVI disse che l’Europa sta “dubitando della sua stessa identità”. Nel 2017, l’Europa ha fatto qualcosa in più: creare un’identità post-cristiana pro Islam. Le sedi istituzionali e i musei ufficiali dell’Unione europea in realtà stanno cancellando il Cristianesimo e accogliendo l’Islam.
Uno di questi musei ufficiali che di recente è stato aperto dal Parlamento europeo, la “Casa della storia europea”, è costato 56 milioni di euro. L’idea era quella di creare una narrativa storica del Dopoguerra costruita attorno al messaggio pro-Ue di unificazione. L’edificio è un bellissimo, esempio di Art Deco a Bruxelles.
Ma come ha scritto lo studioso olandese Arnold Huijgen, la casa comune europea è culturalmente “vuota”:”Sembra che la Rivoluzione francese abbia dato vita all’Europa, sembra che non ci sia nulla prima della Rivoluzione. Viene data grande importanza al Codice Napoleonico e alla filosofia di Karl Marx, mentre la schiavitù e il colonialismo sono considerati i lati più oscuri della cultura europea. (…) Ma la cosa più incredibile della Casa è che, per quanto riguarda la narrativa, è come se la religione non esistesse. Di fatto è come se non fosse mai esistita e non avesse mai influenzato la storia del continente. (…) Non si tratta più di laicismo europeo che combatte la religione cristiana, viene semplicemente ignorato ogni aspetto religioso della vita”.
La burocrazia di Bruxelles ha anche cancellato le radici cattoliche della sua stessa bandiera, dodici stelle che simboleggiano gli ideali dell’unità, della solidarietà e dell’armonia tra i popoli dell’Europa. È stata disegnata dall’artista cattolico francese Arséne Heitz, che pare si sia ispirato all’iconografia della Vergine Maria. Ma nella versione ufficiale dell’Unione europea sulla bandiera non c’è traccia delle radici cristiane.
Il dipartimento monetario ed economico della Commissione europea ha persino ordinato alla Slovacchia di ridisegnare le sue monete commemorative eliminando i santi cristiani Cirillo e Metonio. Non si fa una sola menzione al Cristianesimo nella bozza abortita di 75 mila parole della Costituzione europea.
La Commissione europea ha ordinato alla Slovacchia di ridisegnare le sue monete commemorative eliminando i santi cristiani Cirillo e Metonio.
La Commissione europea ha ordinato alla Slovacchia di ridisegnare le sue monete commemorative eliminando i santi cristiani Cirillo e Metonio.
Il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maizière, membro dell’Unione cristiano-democratica, il partito della cancelliera Angela Merkel, ha proposto di recente di introdurre le festività islamiche. “Perché non si dovrebbe pensare di introdurre una festività islamica in parti del paese dove vivono molti musulmani?”, egli ha detto.
“La sottomissione sta avanzando”, ha replicato Erika Steinbach, già autorevole presidente della federazione che rappresenta i tedeschi espulsi da vari paesi dell’Europa orientale durante e dopo la Seconda guerra mondiale.
Beatrix von Storch, una dei leader di Alternativa per la Germania, (AfD), ha laconicamente twittato: “No no no!” La proposta di De Maizière dimostra che quando si tratta di Islam, il laicismo europeo ufficiale “post-cristiano” è semplicemente latitante.
Poche settimane fa, a Bruxelles è stata ospitata una mostra finanziata dall’Unione europea e intitolata “L’Islam è anche la nostra storia!”. L’esposizione traccia l’impatto dell’Islam in Europa. Un comunicato ufficiale afferma quanto segue: “La prova storica mostrata in questa esposizione – la realtà di un’antica presenza musulmana in Europa e l’interazione complessa fra due civiltà che hanno lottato l’una contro l’altra ma che si sono compenetrate a vicenda – sottende un impegno educativo e politico: aiutare gli europei musulmani e non musulmani a comprendere meglio le loro radici culturali comuni e a coltivare la loro cittadinanza condivisa”.
Isabelle Benoit, una storica che ha contribuito a ideare la mostra, ha dichiarato ad AP: “Vogliamo rendere chiaro agli europei che l’Islam è parte della civiltà europea e che non è un’importazione recente, ma ha radici che risalgono a tredici secoli”.
L’istituzione ufficiale europea ha voltato le spalle al Cristianesimo. L’establishment sembra essere ignaro di quanto il continente e la sua popolazione continuino a dipendere dall’orientamento morale dei suoi valori umanitari, specialmente in un momento in cui l’Islam radicale ha lanciato una sfida di civiltà all’Occidente. “È semplicemente un problema di ‘pieno’ e di ‘vuoto'”, scrive Ernesto Galli della Loggia nel quotidiano italiano Il Corriere della Sera. “È impossibile non considerare che mentre dietro il ‘pieno’ si stagliano i profili di due grandi tradizioni teologico-politiche — quella dell’ortodossia russa della Terza Roma da un lato, e quella dell’Islam dall’altro — dietro il ‘vuoto’, invece, c’è solo la progressiva evanescenza della coscienza cristiana dell’Occidente europeo”.
Ecco perché è difficile capire la “logica” alla base dell’animosità ufficiale europea nei confronti del Cristianesimo e la sua attrazione per un Islam essenzialmente totalitario. L’Europa potrebbe essere tranquillamente laicista senza essere ferocemente anti-cristiana. È più facile capire perché migliaia di polacchi hanno partecipato a una manifestazione di massa lungo i confini del loro paese per protestare contro “la laicizzazione e l’influenza dell’Islam”, che è esattamente la linea dell’assurdo credo ufficiale dell’Ue.
Durante la Seconda guerra mondiale gli Alleati evitarono di bombardare Bruxelles, perché doveva essere il luogo della rinascita europea. Se l’élite europea continuerà con questo rifiuto culturale della propria cultura giudaico-cristiana e umanistica, la città potrebbe essere la sua tomba.