Terrorismo cristiano, esiste? No!

Terrorismo cristiano, esiste? No!

Messaggioda Berto » mar ago 25, 2020 7:46 pm

Terrorismo cristiano, esiste? No!

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Si tratta di un'invenzione dei nazi maomettani e degli atei internazi comunisti per giustificare i loro terrorismi accusando anche i cristiani di falsi terrorismi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Terrorismo cristiano, esiste? No!

Messaggioda Berto » mar ago 25, 2020 7:50 pm

Mehdi Tridou ha scritto: ... "Nessuno parla di terrorismo in Occidente, eh? Perché? Negli Stati Uniti d'America è stato fondato un movimento terroristico (Cristiana) per giustificare i genocidi...Gli atei che torturano i musulmani nessuno parla di loro, eh? " ...


Io Alberto Pento rispondo: "Mi dispiace assai ma non esiste alcun movimento o gruppo terroristico occidentale o americano di matrice religiosa cristiana o d'ispirazione cristiana dedito ai genocidi delle genti non cristiane e dei mussulmani. Come non esiste alcun gruppo di matrice ideologica atea dedito allo sterminio dei mussulmani. Il KKK - Ku Klux Klan era un gruppo segreto americano razzista, di bianchi contro i neri, indipendentemente dalla loro religione ed era condannato dalle chiese cristiane; il Lord's Resistance Army invece era un gruppo armato di cristiani neri africani condannato dalla Corte Penale Internazionale per i suoi crimini di guerra e non era dedito allo sterminio dei mussulmani; l’Army of God americano non ha compiuto alcun steminio tantomeno di islamici. Invece esistono numerosi gruppi di matrice religiosa islamica dediti allo sterminio dei cristiani e degli occidentali in tutto il mondo: si pensi ai gruppi di assassini criminali islamici Boko Haram della Nigeria, ad Al-Qāʿida e a l'IS. Spero che la Corte Penale Internazionale si attivi contro i tanti criminali d'ispirazione islamica."




http://www.greenreport.it/news/comunica ... n-si-parla

Comunicazione
Se il terrorista è cristiano. L’estremismo religioso del quale non si parla
[5 dicembre 2014]

Il 28 novembre ad Austin, in Texas, la polizia ha ucciso Larry McQuilliams dopo che aveva sparato più di 100 colpi nel centro della città e tentato di bruciare il consolato messicano. McQuilliams è stata l’unica vittima, ed è stato abbattuto mentre cercava di entrare nel quartier generale della polizia, ma il bilancio delle vittime avrebbe potuto essere di gran lunga più pesante. Il capo della polizia di Austin, Art Acevedo, ha definito McQuilliams, un “terrorista”, visto che aveva diverse armi, centinaia di munizioni ed una mappa con 34 edifici segnati come possibili obiettivi, comprese diverse chiese.
Non è ancora chiaro cosa abbia scatenato la furia di McQuilliams, ma la polizia è convinta che c’entri la religione. Una tesi corroborata dal fatto che perquisendo il van di McQuilliams i poliziotti hanno trovato una copia di “Vigilantes of Christendom”, un libro dei Phineas Priesthood, un movimento suprematista bianco americano che dice di ispirarsi al cristianesimo e si oppone ai rapporti interrazziali, all’integrazione razziale, all’omosessualità, ed all’aborto. Su ThinkProgress l’esperto di religion Jack Jenkins spiega che «I Phineas Priesthood prendono il loro nome dalla figura biblica di Fineas del libro dei Numeri», Fineas assassina brutalmente con una lancia prima un uomo ebreo, Zimri, colpevole di aver fatto sesso con una donna medianita, Cozbi, poi uccise anche la donna straniera. I “Sacerdoti di Fineas”, che accettano tutti quelli che condividono il punto di vista del movimento, sono notoriamente violenti e alcuni di loro sono già stati condannati per rapine in banca, per aver messo bombe nelle cliniche abortiste e per aver tentato di far saltare uffici governativi. Anche se McQuilliams non ha lasciato nessuna spiegazione sul motivo dei suoi attacchi, una nota scritta a mano all’interno del libro “Vigilantes of Christendom” si descrive come «Un sacerdote nella lotta contro il popolo degli anti-Dio».
Gente come McQuilliams e gruppi religiosi come Phineas Priesthood basati sull’odio sono solo la punta dell’iceberg di un problema spesso sottovalutato e poco indagato dai media americani e occidentali: il terrorismo in nome di Cristo. Così è, mentre su Fox News si denuncia la natura intrinsecamente violenta dell’Islam e si chiede ad ogni piè sospinto ai musulmani americani di prendere distanze dal terrorismo islamista – cosa che fanno senza grande riscontro nei media di destra – la lunga scia degli attentati dei primatisti bianchi cristiani non viene mai presentata come qualcosa che riguarda l’odio religioso.
Eppure gli Stati Uniti hanno una lunga e sanguinosa tradizione in questo campo: per oltre un secolo il Ku Klux Klan si è macchiato di crimini orribili contro afroamericani, cattolici, ebrei e altre minoranze, spacciando questi crimini come attuazione della teologia cristiana. Gli eredi degli incappucciati del Ku Klux Klan sono i diversi gruppi della “Christian Identity”, organizzazioni separate ma unite da una fede basata sull’odio, gente che legge la Bibbia mentre massacra un nero o bastona un musulmano o un ebreo. Una struttura che ricorda molto quella di Al Qaeda o dei gruppi che aderiscono allo Stato Islamico/Daesh.
Jenkins fa l’esempio di The Order, un gruppo militante di mormoni che si ispira ad un versetto del Libro di Geremia (Tu mi sei stato un martello, e strumenti di guerra; e con te ho fiaccate le nazioni, e con te ho distrutti i regni), alcuni dei quali sono stati condannati per ver assassinato nel 194 Alan Berg, un opinionista ebreo: Poi c’è l’Army of God, che giustifica le sue azioni criminali con la Bibbia e che si è reso responsabile di attentati in diverse cliniche abortiste, attacchi contro nightclubs per gay e lesbiche e soprattutto dell’attentato alle Olimpiadi di Atlante nel 1996. Nel 2009 Scott Roeder freddò con un colpo di pistola alla tempia a bruciapelo George Tiller mentre stava entrando in chiesa, Tiller era un noto medico abortista e Roeder disse di averlo assassinato perché ispirato dalla sua fede cristiana.
Ma questi “incidenti” sono la punta emergente di un diffuso estremismo religioso americano che è dilagato negli ultimi dieci anni e mezzo. Secondo il rapporto “Rage on the Right – The Year in Hate and Extremism” del Southern Poverty Law Center, tra il 2000 e il 2008, il numero di “gruppi di odio” negli Usa è aumentato del 54% ed i i gruppi di supremazia bianca, neonazisti ed anti-immigrati, molti dei quali con radici cristiane, hanno visto una “esplosione” del reclutamento di adepti dopo che Barack Obama è diventato il primo presidente afro-americano statunitense. Nonostante i media la sottovalutino la crescita di questa e di altre minacce terroristiche nazionali è diventata così imponente da spingere a giugno l’allora procuratore generale Eric Holder a ripristinare la Domestic Terror Task Force.
Senza risalire alle crociate o alla caccia alle streghe ed all’inquisizione, il fanatismo e l’estremismo cristiano ha fatto vittime in altre parti del mondo, come in Irlanda del Nord e del Nord dell’India, dove i massacri e gli attentati sono addirittura tra diverse confessioni cristiane, oppure in Africa centrale, dove la Lord’s Resistance Army dice di ispirarsi al messaggio cristiano, mentre recluta a forza bambini soldato, fa delle bambine schiave sessuali e terrorizza i villaggi con attacchi e stragi. Anche nella laica Europa non mancano gli assalti armati di terroristi che dicono di seguire gli insegnamenti di Gesù, il più tristemente famoso è Anders Behring Breivik che nel 2011 fece una strage di 77 giovani socialdemocratici norvegesi sull’isolotto di Utøya e fece esplodere delle bombe nei palazzi del governo ad Oslo. Breivik che si definisce «Salvatore del cristianesimo» ha detto che quel massacro di adolescenti di sinistra è stato un tentativo di combattere l’Islam e preservare l’Europa cristiana e il cristianesimo come «base culturale, sociale, identitaria e morale», una fede attraverso la quale il “mostro di Utøya” ha formato la sua identità personale.
Secondo gli esperti statunitensi una strage come quella perpetrata da Breivik potrebbe facilmente avvenire negli Usa. Già nel 2010, in un intervista, Daryl Johnson, un ex analista del Department of Homeland Security, disse che l’Hutaree, una milizia estremista del Michigan che vanta a sua ispirazione cristiana, possedeva un deposito di armi molto più grande di tutti quelli messi insieme trovati ai musulmani accusati di terrorismo negli Usa dagli attentati dell’11 settembre.
Eppure – a differenza della caccia ai jihadisti nazionali scatenatasi a dopo fatti come il massacro di Fort Hood, la più grande base militare del mondo, perpetrato da Nidal Malik Hassan, un soldato statunitense reduce dall’Iraq – quasi nessuno ha indagato sui legami tra McQuilliams ed il movimento della Christian Identity e i cristiani conservatori di solito molto loquaci, come ad esempio la conduttrice televisiva Greta Van Susteren, non hanno chiesto ai leader cristiani come Papa Francesco, o il pastore protestante Rick Warren, fondatore della Saddleback Community Church, una delle chiese più grandi degli Usa, di prendere le distanze dal terrorismo cristiano. E nemmeno il predicatore battista Billy Graham ha parlato nel suo show televisivo delle violenze commesse in nome di Cristo, come fa invece puntualmente per quelle commesse in nome dell’Islam. L’appartenenza religiosa di McQuilliams, così come la fede cristiana esibita da molti estremisti di destra, viene sottaciuta dai media e quando un suprematista bianco cristiano ammazza qualcuno o mette una bomba viene descritto subito come mentalmente instabile e classificato come “lupo solitario” anche se è evidente che si ispira a teologie estremiste cristiane.
«Certo – conclude Jenkins su ThinkProgres – l’estremismo di destra, come l’estremismo islamico, è uno spazio religioso complesso. Alcuni partecipanti seguono religioni che vedono come più puramente “bianche”, come l’Odinismo, ed altri agiscono più da un odio per il governo che per convinzione religiosa. Tuttavia, l’attacco de McQuilliams è un duro monito sul fatto che esistono teologie radicali ai margini della maggior parte delle religioni, e che, mentre l’estremismo islamico tende a fare notizia, il terrorismo religioso non appartiene affatto solo all’Islam».
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Re: Terrorismo cristiano, esiste? No!

Messaggioda Berto » mar ago 25, 2020 7:51 pm

Quante demenzialità e falsita contro i cristiani!


Guida al Terrorismo Cristiano nel mondo

https://mgpf.it/terrorismo-cristiano/amp

In questa pagina sono elencati, senza pretesa di completezza, i crimini perpetrati dal Terrorismo Cristiano secondo la definizione di Wikipedia:

Il Terrorismo Cristiano comprende atti di terrorismo compiuti da gruppi o individui che citano obiettivi o motivazioni da loro interpretati come ‘cristiani’, o entro un contesto di base di violenza tra diverse fazioni e/o pregiudizi quali l’intolleranza religiosa. Come altre forme di terrorismo religioso, i terroristi cristiani hanno indicato interpretazioni di principi di fede – in questo caso interpretazioni del Vecchio Testamento (bibbia) – come propria ispirazione per giustificare violenza e omicidi. (qui)

Per comodità di consultazione sono suddivisi in due macro-classificazioni:

Eccidi, stragi e genocidi di matrice cristiana;
Atti di terrorismo di matrice cristiana;
Altri fatti e documentazione.

Altra importante constatazione da fare, prima di proseguire, è la seguente:

Secondo l’ultimo (ed unico di questo tipo) studi dell’FBI del 2005 sulla incidenza delle religioni negli atti terroristici, il 94% del terrorismo negli Stati Uniti NON è di matrice Islamica, anche se assommano “grazie” all’11/09 alla massima parte dei morti qui;
Da un altro studio condotto dal 1980 al 2005 pare che la percentuale degli attentati islamici sia sotto al 7% qui;

Per ogni descrizione di evento si è tentato, per quanto possibile, di fornire la maggiore quantità di link e fonti esterne e di materiale documentale su cui basare eventuali ricerche aggiuntive da parte degli interessati. Per ogni correzione, rettifica o integrazione non esitate a lasciare un commento o a contattarmi!
800.000 morti a mano cristiana: il Genocidio del Rwanda

Il più grande massacro etnico della storia contemporanea è stato commesso durante i genocidi di massa della guerra in Ruanda, che ha portato a circa 800.000 morti in una guerra che è stata definita dalle nazioni unite un genocidio.
Pochi sanno, però, che il genocidio è stato portato a termine dai Hutu, prevalentemente di fede cattolica e da sempre molto vicini alla Chiesa Secolare, che sterminarono l’etnia Tutsi. Il genocidio “massacrò più uomini [all’interno delle chiese cattoliche che in ogni altro luogo]1“ non solamente con la conoscenza della Chiesa Cattolica, ma con la cooperazione diretta dei vescovi e preti locali come padre Wenceslas Munyeshyaka, ritratto più volte brandendo una pistola e colluso con le milizie Hutu. Condannato in Rwanda “in absentia” per genocidio e stupro e con una sentenza a vita, il Tribunale Internazionale Criminale del Rwuanda ha provato ed estradarlo più volte, ma la chiesa cattolica francese si è sempre rifiutata negando l’estradizione. E non è un caso isolato: dopo i massacri la Chiesa Cattolica trasferì i sacerdoti criminali di guerra in Europa, proteggendoli. Tra questi padre Athanase Seromba che ordinò personalmente la demolizione tramite bulldozer della sua chiesa in cui aveva appena chiuso, sprangando le porte 2.000 raccolti per “proteggerli”. I monaci cattolici lo aiutarono a fuggire e, cambiato nome, servì per lungo tempo in Toscana come sacerdote di una comunità. Dopo che il suo coinvolgimento fu svelato, Il Magistrato incaricato per le indagini dal Tribunale Internazionale, Carla Del Ponte, accusò ripetutamente il Vaticano di fare ostruzionismo sulla sua estradizione per essere giudicato: la risposta del Vaticano fu che il prete “stava facendo un ottimo lavoro” in Italia.
I massacri Ugandesi dei Cristiani dell’Esercito di Resistenza del Signore

L’Esercito di Resistenza del Signore, un esercito di guerriglieri legati ultra-cattolici impegnati nella ribellione armata al governo del 2005 si è resa responsabile direttamente di un numero imprecisato di omicidi (tra i 5.000 e i 20.000) e dell’esodo in fuga di oltre 300.000 persone. Accusati di crimini contro l’umanità, compresi massacri, rapimenti, mutilazioni, torture, stupri, messa in schiavitù a fini sessuali 2.
Il movimento religioso guidato da Joseph Kony si auto-dichiara fondamentalista cristiano, contro all’Islam e a favore della creazione di una teocrazia basata sui Dieci Comandamenti.
I massacri dei Cristiani anti-Balaka in centro Africa

Nel Febbraio 2014 Amesty International ha denunciato con forza i massacri della forza composta da cristiani ed animisti anti-Balaka che in Africa centrale sta massacrando la minoranza musulmana dello Stato di Centr’Africa.
Nel solo mese di gennaio le vittime stimate sono oltre 1.000, ma alla fine dei conteggi del conflitto che dura ormai da anni le vittime saranno presumibilmente decine di migliaia.
I massacri cristiani di Karantina, Tel al-Zaatar, Sabra e Shatila

La storia dei massacri da parte dei Cristiani Maroniti perpetrati ai danni dei musulmani palestinesi e libanesi a Karantina (1.500 vittime civili) e Tel al-Zaatar (3.000 vittime civili) sono storia legata alla guerra civile che afflisse il Libano tra il 1975 ed il 1990. Nel 1982 il massacro di Sabra e Shatila fu perpetrato dalla milizia Cristiana che massacrò e stuprò 3.500 civili rifugiati inermi palestinesi. L’episodio, classificato dalla Assemblea delle Nazioni unite come Genocidio fu documentata da fotografi inglesi che descrissero la folla armata come cristiani, che si auto-definivano tali e brandivano crocifissi durante il massacro.
Anders Behring Breivik ed il Massacro di Utøya

Nel Luglio 2011 Anders Behring Breivik è stato arrestato ed incriminato per terrorismo a seguito di un attentato con autobomba a Oslo e della strage a mano armata nell’isola di Utøya, in cui uccise 77 persone.
Spontaneamente auto-dichiarato come Cristiano Protestante, anti-multiculturalista, anti-marxista, anti-islamista è autore del memoriale “2083 – Una dichiarazione Europea d’indipendenza”3, un corposo libello di 1518 pagine in cui Breivik si auto-definisce “salvatore del Cristianesimo” e “il più grande difensore della cultura conservatrice in Europa dal 1950”3.
Eric Robert Rudolph, l’Attentato alle Olimpiadi di Atlanta e altri attentati

Classificato come terrorista dall’FBI, Eric Robert Rudolph membro del movimento ultracattolico Christian Identity (che ritiene i cattolici ariani la Razza Eletta dal Signore) è autore di una serie di attacchi terroristici tra cui:

l’attentato alle Olimpiadi di Atlanta presso il Centennial Olympic Park nel 1996 con 111 feriti ed un morto;
la bomba ad una clinica per aborti ad Atlanta del 16 Gennaio 1997;
la bomba all’Otherside Lounge, un bar per clientela lesbica, del 21 Febbraio 1997;
la bomba alla clinica per aborti di Birmingham, Alabama del 29 Gennaio 1998;
l’uccisione di Robert Sanderson, poliziotto di Birmingham e guardia part-time di una clinica abortistica.

Eric Robert Rudolph ha negato le tesi dell’odio razziale degli attentati, motivandoli invece con la volontà di preservare la fede Cristiana contro coloro che ne violano i precetti, contro l’aborto e contro la “agenda omosessuale” mondiale.
Le sue motivazioni e la sua ideologia sono a disposizone nel libro da lui pubblicato “Between the Lines of Drif: The Memoirs of a Militant”4 pubblicato dal movimento terroristico cristiano “Army of God”.
L’assassinio del medico abortista George Tiller

Il 31 Maggio 2009 George Tiller, medico di Wichita in Kansas e persona di spicco a livello nazionale per l’esecuzione di aborti fu assassinato da Scott Roeder durante la funzione religiosa della domenica alla Reformation Lutheran Church.
Scott Roeder, cristiano convinto ed anti-abortista, confessò alla stampa l’omicidio dalla cella di detenzione, motivandolo come atto dovuto e contestando che l’uccisione di un medico abortista, responsabile per lui di decine e se non centinaia di “omicidi”, non rappresentava un reato ma un atto dovuto di ogni buon cristiano, secondo le teorie di David Leach.
David Leach, editore di “Prayer & Action News”, una rivista che incita all’uccisione dei medici che effettuano l’aborto, ha confermato numerosi incontro con Roeder e la sua participazione alla rivista. Leach è anche l’editore dell'”Army of God manual” che incita l’uccisione dei medici abortisti e contiene precise indicazioni per la creazione di ordigni esplosivi, uno dei testi base del movimento terroristico cristiano “Army of God”.
L’assassinio del medico abortista John Bayard Britton

Il 29 Luglio 1994 Bayard Britton, medico abortista, viene ucciso a Pensacola, Florida, dall’estremista cristiano anti-abortista il Reverendo Paul Jennings Hill, legato al movimento terroristico cristiano “Army of God”. Jennings dirà che uccidere gli abortisti è un atto di fede dovuto per ogni cristiano che attende la sua “ricompensa nell’alto dei cieli”.
Il terrorista cattolico James Charles Kopp

Definito dall’FBI “Terrorista Cattolico”, James Charles Kopp è un cittadino americano giudicato colpevole dell’assassinio di Barnett Slepian, un noto medico abortista di New York. Catturato dopo una lunga fuga e dopo essere stato inserito della lista de 10 Top Fuggitivi dell’FBI, James Charles Kopp è un attivista del gruppo Cattolico anti-abortista conosciuto con il nome di “Lambs of Christ”.
E’ attualmente indagato, come serial killer, per l’omicidio di Rochester e in altre città canadesi durante l’autunno del 1197, tutte esecuzioni da lunga distanza di medici abortisti nelle loro case. Inoltre è indagato per l’uccisione nel 1995 di Hugh Short, un medico abortista dell’Ontario.
Lo sventato attentato dei Concerned Christians alla moschea di Al-Aqsa

Nell’Ottobre 1998 viene segnalata alla polizia del Colorado la improvvisa sparizione di 60-80 membri del gruppo ultracristiano dei Concerned Cristians. Il 3 Gennaio 1999 sono stati arrestati e deportati da Israele durante l’operazione di intelligence “Operation Walk on Water” volta alla protezione della moschea di Al-Aqsa.
Secondo la polizia israeliana, i membri del gruppo dei Concerned Christians stavano pianificando un attentato alla moschea, convinti che fosse un atto necessario per la “ritorno di Gesù Cristo”.

Per mancanza di tempo mancano a questa guida una serie di altri episodi ed articoli da integrare o di interesse documentale che verranno a mano a mano resi parte di questa pagina.
Ecco, per ora, in ordine sparso le informazioni agguntive:

Le violenze cristiane anti-hindu in India qui Alcune fonti di approfondimento prima della lista:
Il 94% del terrorismo NON è Islamico [qui] (http://edition.cnn.com/2010/US/01/06/mu ... ion.study/)
I 10 attacchi terroristici più famosi di ultra-cattolici qui

Non si può scrivere una pappardella come questa senza una serie di errori, a volte grandi a volte piccoli. La rete è bella perché è partecipativa e (alcuni) errori sono stati corretti dalle persone che trovate qui sotto. Ogni errore rimasto è solo mio…
Un grande grazie a:

Tatiana Visonà (numerosissimi typo e traduzione della definizione di terrorismo cristiano);
Irene Monticelli (typo nei titoli);
Francesco Perrone (typo nell’immagine! A cosa stavo pensando?)

Se volete contattarmi lo potete fare da qui a fondo pagina…
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Re: Terrorismo cristiano, esiste? No!

Messaggioda Berto » mar ago 25, 2020 7:52 pm

Ebraismo e Cristianesimo : violenti come l'islam?
Middle East Quarterly
Estate 2009
Translation of the original text: Are Judaism and Christianity as Violent as Islam?
Translated by Paolo Mantellini

http://www.meforum.org/2442/ebraismo-cr ... come-islam

"C'è molta più violenza nella Bibbia che nel Corano; l'idea che l'islàm si sia imposto con la spada è una fantasia Occidentale, inventata al tempo delle Crociate, quando, in realtà, furono i Cristiani dell'Occidente a scatenare una brutale "guerra santa" contro l'islàm". Così dichiara la ex suora che si definisce "monoteista indipendente", Karen Armstrong.
Questa citazione riassume il principale e più autorevole argomento usato per rintuzzare le accuse che l'islàm è intrinsecamente violento e intollerante. Tutte le religioni monoteiste, e non solamente l'islàm – sostengono i propugnatori di questa tesi – hanno la loro quota di scritture violente e intolleranti, e condividono storie cruente. Così, ogni qual volta le sacre scritture dell'islàm – in primo luogo il Corano, seguito dai racconti delle parole e delle azioni di Maometto (gli ahadith) – vengono utilizzate come dimostrazione della innata aggressività di questa religione, scatta l'immediata risposta che anche altre sacre scritture, specialmente quelle Giudeo-Cristiane, sono infarcite di episodi violenti.

Purtroppo, troppo spesso questa affermazione interrompe ogni ulteriore discussione sul problema se violenza e intolleranza siano connaturate all'islàm. E quindi, la risposta normale diventa che non è l'islàm ad essere violento per se, ma sono piuttosto le rimostranze e la frustrazione dei musulmani – sempre aggravate da fattori economici, politici e sociali – a scatenare la violenza. La perfetta aderenza di questa opinione con la gnoseologia laica e "materialista" dell'Occidente, la rende immune da ogni critica.

Pertanto, prima di condannare il Corano e le parole e le azione storiche del profeta dell'islàm, Maometto, come istigatori di violenza e intolleranza, si dovrebbe consigliare agli Ebrei di considerare le atrocità storiche commesse dai loro antenati Israeliti, così come sono state registrate dalle loro stesse scritture; bisognerebbe poi raccomandare ai Cristiani di considerare i cicli di brutali violenze compiute dai loro antenati nel nome della loro fede sia contro non Cristiani che contro Cristiani. In altre parole bisogna ricordare ad Ebrei e Cristiani che chi abita case di vetro deve evitare di scagliare pietre.

Ma questa è proprio la verità? L'analogia con le altre scritture è proprio legittima? È possibile confrontare la violenza degli Ebrei dell'antichità e la violenza dei Cristiani nel Medio Evo con la persistenza della violenza musulmana nell'era moderna?

La violenza nella storia di Ebrei e Cristiani

In accordo con la Armstrong, un gran numero di eminenti scrittori, storici, e teologi hanno sostenuto questa tesi "relativista". Per esempio, John Esposito, direttore del Centro del Principe Alwaleed bin Talal per la Comprensione Cristiano-islamica, all'Università di Georgetown, si domanda:

..."Ma come mai continuiamo a porci la stessa domanda [a proposito della violenza nell'islàm] e invece non ce la facciamo a proposito di Ebraismo e Cristianesimo? Sia Ebrei che Cristiani hanno compiuto atti di violenza. Tutti noi possediamo un lato trascendente, ma anche un lato oscuro … Pure noi abbiamo la nostra teologia dell'odio. Sia nel Cristianesimo che nell'Ebraismo tradizionale, tendiamo ad essere intolleranti; aderiamo ad una teologia esclusiva: noi contro loro".

Il Professore di scienze umane dell'Università Statale della Pennsylvania, Philip Jenkins, in un articolo, "Dark Passages (Brani oscuri)", spiega più a fondo questa tesi. E tenta di dimostrare che la Bibbia è più violenta del Corano:

...In tema di istigazione alla violenza e ai massacri, ogni semplicistica pretesa di superiorità della Bibbia nei confronti del Corano sarebbe totalmente sbagliata. Infatti, la Bibbia trabocca di "testi di terrore" per usare la frase coniata dalla teologa Americana Phyllis Trible. La Bibbia contiene molti più versetti che apprezzano o spingono al massacro di quanti non ne contenga il Corano, e la violenza biblica è spesso molto più estrema e caratterizzata da una ferocia molto più indiscriminata … Se i testi fondamentali caratterizzano tutta la religione, allora Ebraismo e Cristianesimo meritano la condanna massima come religioni di efferatezza.

Molti episodi della Bibbia, come pure della storia Giudeo-Cristiana illustrano la tesi di Jenkins, ma due in particolare – uno probabilmente rappresentativo dell'Ebraismo, l'altro del Cristianesimo – sono quasi sempre ricordati e quindi meritano un esame più attento.

La conquista militare della terra di Canaan da parte degli Ebrei, circa nell'anno 1200 AC è spesso definita come "genocidio" ed è diventata emblematica della violenza e della intolleranza della Bibbia. Dio disse a Mosè:

Ma delle città di questi popoli che il Signore tuo Dio ti dà in eredità, non lascerai in vita alcun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio: cioè gli Hittiti, gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, come il Signore tuo Dio ti ha comandato di fare, perché essi non v'insegnino a commettere tutti gli abomini che fanno per i loro dèi e voi non pecchiate contro il Signore vostro Dio.

Così Giosuè [il successore di Mosè] conquistò tutto il paese: le montagne, il Negheb, il bassopiano, le pendici e tutti i loro re. Non lasciò alcun superstite e votò allo sterminio ogni essere che respira, come aveva comandato il Signore, Dio di Israele.

Per quanto riguarda il Cristianesimo, poiché è impossibile trovare nel Nuovo Testamento versetti che incitano alla violenza, quelli che sostengono la tesi che il Cristianesimo è violento come l'islàm devono ricorrere ad eventi storici come le Crociate scatenate dai Cristiani Europei tra l'undicesimo e il tredicesimo secolo. In effetti le Crociate furono violente e provocarono in nome della croce e della Cristianità delle atrocità, secondo il moderno metro di valutazione. Dopo aver sfondato le mura di Gerusalemme, nel 1099, per esempio, si racconta che i Crociati massacrarono quasi tutti gli abitanti della Città Santa. Secondo la cronaca medioevale, Gesta Danorum, "il massacro fu così grande che i nostri uomini camminavano nel sangue fino alle caviglie".

Alla luce di quanto sopra, come Armstrong, Esposito, Jenkins e altri sostengono, perché Ebrei e Cristiani indicano il Corano come prova della violenza dell'islàm mentre ignorano le loro stesse scritture e la loro stessa storia?

Bibbia contro Corano

La risposta si trova nel fatto che queste osservazioni confondono storia e teologia mescolando le azioni temporali degli uomini con ciò che si ritengono essere le parole immutabili di Dio. L'errore fondamentale è che la storia Giudeo-Cristiana – che è violenta – è stata confusa con la teologia islamica – che ordina la violenza. Ovviamente, tutte le tre grandi religioni monoteiste hanno avuto la loro parte di violenza e intolleranza verso "l'altro". Ma la questione fondamentale è se questa violenza fu imposta da Dio o se uomini bellicosi vollero che fosse così.

La violenza del Vecchio Testamento è un caso veramente interessante. Dio ordinò in modo chiarissimo agli Ebrei di sterminare i Canaanei e i popoli vicini. Questa violenza pertanto, volenti o nolenti, fu espressione della volontà di Dio. Comunque, tutta la violenza storica commessa dagli Ebrei e registrata nell'Antico Testamento è soltanto questo – storia. È successo; Dio lo ordinò. Ma riguardò tempi e luoghi specifici e fu diretta contro popoli ben precisi. Mai questo tipo di violenza fu regolamentata o codificata all'interno della legge giudaica. In breve, i racconti biblici di episodi violenti sono descrittivi, non prescrittivi.

Questo è l'aspetto in cui la violenza islamica è unica. Benché simile alla violenza dell'Antico Testamento – ordinata da Dio e manifestatasi nella storia – alcuni aspetti della violenza e della intolleranza islamiche sono stati regolamentati nella legge islamica e si applicano in ogni tempo. Pertanto, mentre la violenza incontrata nel Corano ha un contesto storico, il suo significato ultimo è teologico. Consideriamo i seguenti versetti Coranici, noti come i "versetti della spada":

...Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi associatori ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati. Se poi si pentono, eseguono l'orazione e pagano la decima, lasciateli andare per la loro strada.

...Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano umiliati.

Come nell'Antico Testamento i versetti in cui Dio ordina agli Ebrei di attaccare e trucidare i loro nemici, anche i versetti della spada hanno un contesto storico. All'inizio Dio emanò questi comandamenti dopo che i musulmani sotto la guida di Maometto erano diventati abbastanza forti da invadere i loro vicini Cristiani o pagani. Ma, a differenza dei versetti bellicosi e degli episodi di guerra dell'Antico Testamento, i versetti della spada divennero il fondamento delle successive relazioni sia con "la gente del Libro" (cioè Ebrei e Cristiani) sia con gli "idolatri" (cioè Indù, Buddisti, animisti eccetera) e, in effetti, innescarono le conquiste islamiche che cambiarono per sempre l'aspetto del mondo.
Per esempio, in base a Corano 9:5, la legge islamica impone che gli idolatri e i politeisti debbano convertirsi all'islàm o essere uccisi e allo stesso modo, Corano 9:29 è la sorgente primaria delle ben note pratiche di discriminazione contro i Cristiani e gli Ebrei sconfitti che vivevano sotto la dominazione islamica.

In effetti, in base ai versetti della spada e a ad innumerevoli altri versetti coranici e tradizioni orali attribuite a Maometto, i più istruiti funzionari dell'islàm, sceicchi, mufti e imam, lungo tutta la sua storia, raggiunsero il "consenso" – obbligatorio per tutta la comunità musulmana – che l'islàm deve essere in guerra perpetua con il mondo dei non-musulmani fino a quando questi ultimi non si sottomettano all'islàm. Infatti, è comunemente sostenuto dai sapienti musulmani che, poiché i versetti della spada sono tra gli ultimi ad essere stati rivelati sull'argomento dei rapporti tra musulmani e non-musulmani, essi, da soli, abbiano "abrogato" circa 200 altri versetti coranici precedenti e più tolleranti, tipo "non c'è costrizione nella religione".

Il famoso saggio musulmano, Ibn Khaldun (1332-1406) ammirato in Occidente per le sue opinioni, rifiuta l'idea che la jihad sia una guerra difensiva.

... Nella comunità musulmana, la guerra santa [jihad] è un obbligo religioso, a causa della universalità della missione musulmana e l'obbligo di convertire tutti all'islàm sia mediante la convinzione che con la forza … Gli altri gruppi religiosi non avevano una missione universale, quindi per loro la "guerra santa" non era un dovere religioso, tranne che a scopo difensivo … A loro si richiede solamente di istituire la loro religione in seno alla loro gente. Ecco perché gli Israeliti, dopo Mosè e Giosuè non si occuparono dell'autorità regia [cioè, di un Califfato]. La loro unica preoccupazione era di istituire la loro religione [non di diffonderla alle nazioni] … Ma nell'islàm c'è l'obbligo di acquisire la sovranità sulle altre nazioni.

Gli studiosi moderni più autorevoli concordano. La voce sulla "jihad" dell'Enciclopedia dell'islàm di Emile Tyan afferma che "la diffusione dell'islàm con le armi è in imperativo religioso imposto ai musulmani in generale … la jihad deve continuamente essere perseguita fino a quando tutto il mondo sia sotto la sovranità dell'islàm … l'islàm deve essere completamente realizzato prima che la dottrina della jihad [guerra per diffondere l'islàm] possa essere eliminata". Il giurista Iraqeno, Majid Khadduri (1909-2007), dopo aver definito la jihad come "guerra", scrive che "la jihad … è considerata da tutti i giuristi, praticamente senza eccezioni, come un obbligo collettivo di tutta la comunità musulmana". E, ovviamente, i manuali legali scritti in Arabo, sono ancora più espliciti.

Il linguaggio del Corano

Quando i versetti violenti del Corano vengono confrontati con i loro corrispettivi dell'Antico Testamento, si caratterizzano in particolare per un linguaggio che trascende spazio e tempo, incitando i credenti ad attaccare e uccidere i non credenti oggi come ieri. Dio ordinò agli Ebrei di uccidere gli Ittiti, gli Amoriti, i Canaanei, i Periziti, gli Iviti e i Gebusei – tutti popoli ben definiti, inseriti in un tempo e uno spazio ben preciso. Mai Dio diede agli Israeliti, e per estensione ai loro discendenti Ebrei, un comando "incondizionato" di combattere e uccidere i gentili. D'altra parte, benché i primi nemici dell'islàm, come nell'Ebraismo, fossero storici (cioè Bizantini Cristiani e Persiani Zoroastriani), raramente il Corano li indica con i loro nomi reali. Invece, si ordinò (e si ordina) ai musulmani di combattere la gente del Libro – "finché non versino umilmente il tributo, e siano umiliati" e di "uccidere gli idolatri ovunque li troviate".

Le due congiunzioni Arabe "finché" (hatta) e "ovunque" (haythu) dimostrano la natura ubiquitaria e perpetua di questi comandamenti. C'è ancora "gente del Libro" che deve essere "completamente umiliata" (specialmente in America, in Europa e in Israele) e "idolatri" da essere trucidati "ovunque" uno guarda (specialmente in Asia e nell'Africa sub-Sahariana). In realtà, la caratteristica principale di quasi tutti i versetti violenti delle scritture islamiche è la loro natura illimitata e generica: "Combatteteli (i non musulmani) finchè non ci sia più persecuzione e la religione sia solo di Allah". Inoltre, in una ben nota tradizione, presente nelle collezioni di ahadith, Maometto proclama:

... Mi è stato ordinato di muovere guerra contro l'umanità finché non testimonino che non c'è altro dio se non Allah e che Maometto è il Messaggero di Allah; finchè non eseguano la prostrazione e non paghino l'elemosina [cioè, finché non si convertano all'islàm]. Se lo faranno, il loro sangue e le loro proprietà saranno protette.

Questo aspetto linguistico è di importanza cruciale per comprendere l'esegesi scritturale che riguarda la violenza. E ancora, è importante ripetere che né le scritture Ebraiche né quelle Cristiane – l'Antico e il Nuovo Testamento, rispettivamente – utilizzano questi comandamenti perpetui e illimitati. Ciò nonostante, Jenkins lamenta che:

I comandamenti di uccidere, di realizzare la pulizia etnica, di istituzionalizzare la segregazione, di odiare e di temere le altre razze e le altre religioni … tutto questo è nella Bibbia e capita con molto maggiore frequenza che nel Corano. Ad ogni livello possiamo discutere su cosa significhino i brani in questione e certamente se debbano avere qualche rilevanza per le età future. Ma rimane il fatto che le parole sono lì, e la loro inclusione nella scrittura significa che esse sono, letteralmente, canonizzate, non meno che nelle scritture musulmane.

Ci si può domandare cosa intenda Jenkins con il termine "canonizzato". Se "canonizzato" significa che questi versetti devono essere considerati parte del canone della scrittura Giudeo-Cristiana, è assolutamente corretto; invece, se con "canonizzato" intende, o cerca di implicare che questi versetti sono stati applicati nella Weltanschauung (visione del mondo) Giudeo-Cristiana, allora è assolutamente in errore.

Inoltre, non bisogna basarsi esclusivamente su argomenti di pura esegesi o solo filologici: sia la storia che gli eventi attuali smentiscono il relativismo di Jenkins. Mentre il Cristianesimo del primo secolo si diffuse col sangue dei martiri, l'islàm del primo secolo si diffuse mediante la conquista violenta e i massacri. In effetti, dal primo istante fino ad oggi – ovunque ha potuto – l'islàm si è diffuso con la violenza, come è confermato dal fatto che la maggioranza di quello che oggi è noto come il mondo islamico, o dar al-islàm, fu conquistato dalla spada dell'islàm. Questo è un fatto storico, confermato dai più prestigiosi storici islamici. Anche la penisola Arabica, la "casa" dell'islàm, fu sottomessa con grandi lotte e massacri, come dimostrato dalle guerre della Ridda che scoppiarono subito dopo la morte di Maometto, quando decine di migliaia di Arabi furono passati a fil di spada dal primo Califfo, Abu Bakr, per aver abbandonato l'islàm.

Il ruolo di Maometto

Inoltre, in merito alla attuale diffusa idea che cerca di giustificare la violenza islamica – che questa è solo il prodotto della frustrazione dei musulmani di fronte a una oppressione politica od economica – ci si dovrebbe porre questo interrogativo: che dire allora dell'oppressione di oggi nel mondo, di Cristiani ed Ebrei, per non menzionare Indù e Buddisti? Dov'è la loro violenza ammantata di religione? Questa è la verità: anche se il mondo islamico fa la parte del leone nei titoli più drammatici – di violenza, terrorismo, attacchi suicidi e decapitazioni – è inoppugnabile che non è certo l'unica regione al mondo a soffrire per ingiustizie sia interne che esterne.

Per esempio, benché quasi tutta l'Africa sub-Sahariana sia intrisa di corruzione, oppressione e povertà, quando si considera la violenza, al terrorismo e all'assoluto caos, la Somalia – che appunto è l'unico stato sub-Sahariano ad essere completamente musulmano – guida il branco. Inoltre, i maggiori responsabili della violenza Somala e della imposizione delle misure legali più draconiane e intolleranti – i membri del gruppo jihadista al-Shabab (i giovani) – spiegano e giustificano le loro azioni mediante uno schema islamista.

Anche in Sudan, è attualmente in corso un genocidio jihadista contro il popolo Cristiano e politeista, condotto dal governo islamista di Khartum, che ha provocato quasi un milione di morti tra "infedeli" e "apostati". Che l'Organizzazione della Conferenza Islamica sia corsa in difesa del Presidente Sudanese Hassan Ahmad al-Bashir, che è incriminato dalla Corte Criminale Internazionale, è una ulteriore prova dell'approvazione della comunità islamica della violenza contro sia i non musulmani che contro chi non considera i musulmani abbastanza bene.

Pure i paesi dell'America Latina e i paesi Asiatici non musulmani hanno la loro quota di regimi autoritari ed oppressivi, di povertà e di tutto il resto, come i paesi musulmani. Eppure, diversamente dai quasi quotidiani titoli che provengono dal mondo islamico, non ci sono notizie di fedeli Cristiani, Buddisti o Indù che lanciano veicoli carichi di esplosivo contro edifici di regimi oppressivi (come il regime Cubano o quello Comunista Cinese), sventolando, allo stesso tempo, le loro scritture e urlando: "Gesù (o Budda, o Visnu) è grande!". Perché?

C'è un ultimo aspetto che viene spesso trascurato – sia per ignoranza o per malafede – da chi insiste che la violenza e l'intolleranza sono equivalenti tra tutte le religioni. Oltre le parole divine del Corano, il modo di comportarsi di Maometto – la sua "sunna" o "esempio" – è una importante sorgente di legislazione nell'islàm. I musulmani sono invitati ad emulare Maometto in ogni circostanza della vita: "Avete un eccellente esempio nel Messaggero di Allah". E il tipo di condotta di Maometto verso i non musulmani è molto esplicito.

Per esempio, polemizzando sarcasticamente contro il concetto di islàm moderato, il terrorista Osama Bin Laden, che, secondo un sondaggio di al-Jazira, gode dell'appoggio di metà del mondo islamico, così descrive la "sunna" del Profeta:

La "moderazione" fu dimostrata dal nostro Profeta che non rimase mai più di tre mesi a Medina senza razziare o inviare scorrerie nelle terre degli infedeli, per abbattere le loro fortezze, saccheggiare i loro beni, spegnere le loro vite e rapire le loro donne.

Infatti, sia secondo il Corano che secondo la "sunna" di Maometto, razziare e saccheggiare gli infedeli, fare schiavi i loro figli e usare le loro donne come concubine, ha un fondamento ineccepibile. E il concetto di "sunna" – che è quella da cui oltre un miliardo di musulmani, i "sunniti", hanno ricevuto il loro nome – afferma senza ombra di dubbio che tutto ciò che fu fatto o fu approvato da Maometto, l'esempio più perfetto per l'umanità, è accettabile per i musulmani di oggi così come per quelli di ieri. Questo ovviamente, non significa che la totalità dei musulmani viva soltanto per saccheggiare e stuprare.

Però significa che persone naturalmente inclini a queste attività, e che per caso sono anche musulmane, possono giustificare le loro azioni – e le giustificano – riferendosi alla "sunna del profeta" – il modo con cui al-Qaeda, ad esempio, ha giustificato il suo attacco dell'11 Settembre, in cui furono uccisi degli innocenti, incluse donne e bambini: Maometto autorizzò i suoi seguaci ad usare le catapulte durante l'assedio della città di Ta'if nel 630 DC – gli abitanti della città avevano rifiutato di sottomettersi – benché sapesse molto bene che donne e bambini erano rifugiati in città. Inoltre, quando gli fu chiesto se era consentito lanciare attacchi notturni o incendiare le fortificazioni degli infedeli se donne e bambini erano con loro, e il Profeta rispose: "Essi [le donne e i bambini] sono dei loro [degli infedeli]".

Il comportamento di Ebrei e Cristiani

Benché osservante scrupoloso della legge e forse iper-legalista, l'Ebraismo non ha un equivalente come la "sunna"; le parole e le azioni dei patriarchi, pur descritte nell'Antico Testamento, non giunsero mai a prescrivere la legge Giudaica. Né le "pietose bugie" di Abramo, né la perfidia di Giacobbe, né l'estrema irascibilità di Mosè, né la relazione adulterina di Davide o le scappatelle di Salomone furono alla base dell'istruzione di Ebrei o Cristiani. Furono interpretate come azioni storiche, compiute da uomini fallibili che, più spesso che no, erano puniti da Dio per il loro comportamento molto meno che esemplare.

Per quanto riguarda il Cristianesimo, gran parte della legge dell'Antico Testamento venne abrogata, o compiuta – a seconda dei punti di vista – da Gesù. "Occhio per occhi" lasciò il posto a "porgi l'altra guancia". Amare dio e il prossimo con tutto il cuore divenne la legge suprema. Inoltre, la "sunna" di Gesù – "Cosa avrebbe fatto Gesù? – è caratterizzata da docilità e altruismo. Il Nuovo Testamento non contiene alcuna esortazione alla violenza.

Eppure, c'è ancora chi pretende di dipingere Gesù come un personaggio con un atteggiamento militante simile a quello di Maometto, citando il versetto in cui il primo – che "parlò alle folle in parabole e non parlò se non in parabole" – disse: "Non sono venuto a portare la pace, ma una spada". Ma in base al contesto di questa affermazione è evidente che Gesù non stava ordinando la violenza contro i non Cristiani, ma piuttosto predicendo che ci sarebbero stati conflitti tra i Cristiani e il loro ambiente – una profezia fin troppo vera, dato che i primi Cristiani, invece di brandire la spada, perirono docilmente come martiri, a causa della spada, così come spesso stanno ancora facendo nel mondo musulmano.

Altri si appigliano alla violenza profetizzata nel Libro dell'Apocalisse, ancora, dimenticandosi di osservare che tutto il racconto è descrittivo – per non aggiungere che è chiaramente simbolico – e quindi difficilmente "prescrittivo" per i Cristiani. Ad ogni modo, come si può ragionevolmente paragonare questa manciata di versetti del Nuovo Testamento che metaforicamente menzionano la parola "spada" con le centinaia di prescrizioni Coraniche e dichiarazioni di Maometto che chiaramente comandano ai musulmani di usare una spada vera e propria contro i non musulmani?

Imperterrito, Jenkins lamenta il fatto che nel Nuovo Testamento, gli Ebrei "progettano di lapidare Gesù, complottano per ucciderlo, a sua volta Gesù li chiama bugiardi e figli del Demonio". Rimane però da stabilire se essere chiamati "figli del Demonio" è più offensivo che essere definiti discendenti di scimmie e porci – l'appellativo Coranico degli Ebrei. A parte gli insulti, tuttavia, ciò che qui importa è che, mentre il Nuovo Testamento non ordina ai Cristiani di trattare gli Ebrei come "figli del Demonio", invece, in base al Corano, in particolare 9:29, la legge islamica obbliga i musulmani a sottomettere gli Ebrei, anzi, tutti i non musulmani.

Questo significa forse che chi si professa Cristiano non può essere antisemita? Ovviamente no! Ma significa che i Cristiani antisemiti vivono un ossimoro – per il semplice fatto che sia letteralmente che teologicamente, il Cristianesimo non insegna assolutamente odio e astio, bensì pone l'accento su amore e perdono. Il punto qui non è se i Cristiani seguono o no questi precetti; proprio come non è il punto se i musulmani osservano o no l'obbligo della jihad. L'unica domanda pertinente è: cosa richiedono le religioni?

John Esposito ha ragione quando asserisce che "Ebrei e Cristiani furono coinvolti in atti di violenza". Invece sbaglia quando aggiunge: "Noi [Cristiani] abbiamo la nostra teologia dell'odio". Nulla nel Nuovo Testamento insegna l'odio – e certamente niente lontanamente paragonabile ai comandi Coranici tipo: "Noi [musulmani] ci dissociamo da voi [non musulmani] e tra noi e voi è sorta inimicizia e odio eterni finché voi non crederete in Dio soltanto".

Rivalutare le Crociate

Ed è da qui che si può comprendere meglio la storia delle Crociate – eventi che sono stati completamente stravolti da numerosi e influenti apologeti dell'islàm. Karen Armstrong, per esempio, si è praticamente costruita una carriera rappresentando le Crociate in un modo completamente sbagliato, scrivendo, per esempio che "l'idea che l'islàm si sia imposto con la spada è una fantasia Occidentale, inventata durante il tempo delle Crociate quando, in realtà, furono i Cristiani dell'Occidente a muovere una brutale guerra santa contro l'islàm". Che una ex monaca condanni rabbiosamente le Crociate, rispetto a quanto fatto dall'islàm, rende la sua critica ancora più vendibile. Affermazioni come le sue, ovviamente, ignorano il fatto che dall'inizio dell'islàm, più di 400 anni prima delle Crociate, i Cristiani si erano accorti che l'islàm si diffondeva con la spada. Infatti, autorevoli storici musulmani che scrissero secoli prima delle Crociate, come Ahmad Ibn Yahya al-Baladhuri (m. 892) e Muhammad Ibn Jarir at-Tabari (838-923), dimostrano chiaramente che l'islàm si diffuse mediante la spada.

La realtà è questa: le Crociate furono un contrattacco contro l'islàm – non un attacco senza provocazione come sostengono la Armstrong ed altri storici revisionisti. L'eminente storico Bernard Lewis lo espone molto bene:

... Anche la Crociata Cristiana, spesso paragonata alla jihad islamica, fu una tardiva e limitata risposta alla jihad e, in parte, anche una sua imitazione. Ma, a differenza della jihad, riguardò principalmente la difesa o la riconquista di territori Cristiani minacciati o perduti. Fu, con alcune eccezioni, limitata alle guerre vittoriose per la riconquista dell'Europa Sud-Occidentale e alle guerre perdute per liberare la Terra Santa e per fermare l'avanzata Ottomana nei Balcani. La jihad islamica, per contro, fu interpretata come illimitata e fu percepita come un obbligo religioso che sarebbe continuato finché tutto il mondo non si fosse convertito all'islàm o si fosse sottomesso al suo dominio … Lo scopo della jihad è di imporre la legge islamica a tutto il mondo.

Inoltre, le invasioni dei musulmani e le atrocità contro i Cristiani erano aumentate nei decenni precedenti la proclamazione della Crociata nel 1096. Il Califfo Fatimide Abu 'Ali Mansur Tariqu'l-Hakim (r. 996-1021) profanò e distrusse un gran numero di importanti Chiese – come la Chiesa di San Marco in Egitto e la Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme – ed emanò contro Cristiani ed Ebrei decreti ancora più oppressivi di quelli già in uso. Poi, nel 1071, i Turchi Selgiuchidi sbaragliarono i Bizantini nella cruciale battaglia di Manzicerta e, per questo, conquistarono la maggior parte dell'Anatolia Bizantina, facendo presagire l'eventualità della finale cattura di Costantinopoli, secoli dopo.

Fu per reagire a questa situazione che il Papa Urbano II (r. 1088-1099) indisse la Crociata:

... Dai confini di Gerusalemme e dalla città di Costantinopoli è giunta un'orribile notizia che ci è stata ripetutamente riferita, cioè che una razza del regno dei Persiani [cioè, i Turchi musulmani] … ha invaso le terre di quei Cristiani e le ha spopolate con la spada, il saccheggio e il fuoco; ha portato una parte dei prigionieri nel proprio paese e ha eliminato l'altra parte con crudeli torture; ha distrutto completamente le Chiese di Dio o se ne è appropriata per i riti della loro religione.

Anche se la descrizione di Urbano II è storicamente accurata, il fatto rimane: in qualsiasi modo si interpretino queste guerre – offensive o difensive, giuste o ingiuste – è evidente che non furono basate sull'esempio di Gesù, che così esortò i suoi seguaci "Amate i vostri nemici, benedite chi vi maledice, fate il bene a chi vi odia e pregate per chi vi insulta e vi perseguita". E infatti, furono necessari secoli di dibattiti teologici, da Agostino all'Aquinate, per giustificare la guerra difensiva – definita come "guerra giusta". Così sembrerebbe che se qualcuno non è stato completamente fedele alle sue scritture, questi sono stati i Crociati – e non i jihadisti musulmani (dal punto di vista letterale). In altri termini, sono stati i jihadisti musulmani – e non i Crociati – che hanno fedelmente eseguito le indicazioni delle loro scritture (almeno dal punto di vista letterale). Inoltre, come i racconti violenti dell'Antico Testamento, anche le Crociate hanno una mera natura storica e non sono manifestazioni di più profonde verità scritturali.

Infatti, ben lontane dal suggerire alcunché di intrinseco al Cristianesimo, le Crociate, ironicamente, ci aiutano a capire meglio l'islàm. Perché le Crociate dimostrano, una volta per tutte, che, non ostante gli insegnamenti religiosi – e infatti, nel caso delle così dette Crociate Cristiane, a dispetto di questi insegnamenti – l'uomo è spesso predisposto alla violenza. Ma questo impone una domanda: se questo è il comportamento dei Cristiani – a cui è stato imposto di amare, benedire e beneficare i loro nemici che li odiano, li maledicono e li perseguitano – quanto di più dobbiamo aspettarci dai musulmani che, condividendo la stessa tendenza alla violenza, sono spinti da Dio ad attaccare, uccidere e depredare i non credenti?

Raymond Ibrahim è Direttore Associato del Forum del Medio Oriente e autore di "The Al Qaeda Reader" (New York: Doubleday, 2007)
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Re: Terrorismo cristiano, esiste? No!

Messaggioda Berto » mar ago 25, 2020 7:54 pm

Gino Quarelo

Quante falsità in questo demenziale articolo.

Intanto nel caso del Ruanda non è affatto vero che le maggiori responsabilità del conflitto e della strage siano da attribuire al cristianismo e alle chiese cristiane in competizione tra loro.

Sicuramente il cristianismo come religione in sé non ha responsabilità, caso mai sono le persone ruandesi anche se di religione cristiana e i loro conflitti etnici, economici e politici tribali e secolari (e anche di setta religiosa cattolica o protestante) ad avere le maggiori colpe sia pur con il concorso delle potenze europee come la Francia e il Belgio che parteggiavano e per gli uni e per gli altri.

Forse le gerarchie europee delle chiese cristiane avrebbero potuto incidere diversamente nel conflitto, ma non ho approfondito molto al questione.
Quello che è certo che in Africa il conflittualismo tribale ed etnico ha radici antiche e autoctone e le responsabilità maggiori sono degli africani e non degli europei e dei bianchi cristiani nonostante il passato coloniale.

Strage degli Hutu e dei Tutsi
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =110&t=454



Gino Quarelo

Gran parte della violenza in Africa attribuita ai cristiani africani è dovuta principalmente a legittima difesa dei cristiani contro chi li aggredisce che spesso sono nazi maomettani e altre volte le violenze sono dovute a odi e a conflitti etnici e tribali ancestrali che si tramandano dapprima della conversione degli africani al cristianismo.
Prendiamo il caso dell'Egitto dove la minoranza dei cristiani copti è oggetto da secoli di discriminazione e di persecuzione con uccisioni e stragi da parte della maggioranza nazi maomettana che secoli fa ha invaso imperialisticamente e violentemente l'Egitto costringendo gli egiziani alle conversioni forzate, credo che se i cristiani d'Egitto rispondessero con violenza e con rappresaglie feroci sarebbe più che comprensibile e non sarebbero affatto da condannare, così in tanti altri paesi dell'Africa centrale o sub sahariana dove i cristiani sono discriminati e perseguitati.
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Re: Terrorismo cristiano, esiste? No!

Messaggioda Berto » mar ago 25, 2020 7:54 pm

Ebraismo e Cristianesimo : violenti come l'islam? No!
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =24&t=2459


I tre libri e la violenza
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 201&t=2671

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -libri.jpg

Le religioni non sono tutte uguali, vi sono quelle umane e quelle disumane, quelle nonviolente e quelle violente, quelle pacifiche e quelle terroristiche, quelle che promuovono la responsabilità umana e quelle che impongono l'irresponsabilità, quelle laiche e quelle teocratiche, quelle che promuovono la buona volontà e quelle che promuovono la schiavitù, quelle che rispettano i valori/doveri/diritti umani universali, naturali e civili e quelle no, quelle che promuovono il bene e la vita e quelle che producono il male e la morte, quelle che rispettano la libertà e la diversità e quelle no.
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