Perché non sono cristiano

Re: Perché non sono cristiano

Messaggioda Berto » dom gen 14, 2018 1:03 pm

Perché gli ebrei non hanno creduto a l'ebreo Cristo
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Perché non sono cristiano

Messaggioda Berto » dom gen 14, 2018 1:24 pm

Il Discorso della verità contro i cristiani

https://www.riflessioni.it/testi/celso.htm

Tratto da: Celso. Contro i cristiani

Traduzione, premessa al testo e note di Salvatore Rizzo.
Biblioteca Universale Rizzoli - Milano, 1989.
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Premessa al testo

Quando, verso l'anno 248, s'accingeva a confutare le critiche contro i Cristiani contenute in un libro inviatogli dal suo caro discepolo, amico e benefattore Ambrogio, Origene non sapeva che, con la sua replica destinata a vincere i secoli, avrebbe, proprio lui, trasmesso ai posteri la memoria di un'opera e di un autore che altrimenti sarebbero caduti nell'oblio più completo. E neppure sapeva che avrebbe lasciato i posteri nelle stesse sue incertezze circa l'identità' dell'autore del Discorso della verità. E mentre per altri scritti, intesi a condannare con ingegno ed acume forse superiori la dottrina cristiana, non si trovò barriera o rimedio se non il potere stesso dell'imperatore cristiano e il rogo da lui decretato, [1] a questo libro serio ed informato, ma nel complesso non molto superiore al livello di una buona sintesi scolastica, e già dimenticato settant'anni dopo la sua stesura, [2] solo lo zelo e la scrupolosità di Origene assicurarono l'immortalità' e, allo stato delle nostre scarse e frammentarie conoscenze circa gli scritti anti-cristiani antichi, un'importanza certo superiore a quella cui di per se stesso avrebbe potuto aspirare. [...] L'autore del Discorso della verità si manifesta come uomo colto, versato nella filosofia platonica, anche se nei limiti della scolasticità, interessato ai fenomeni religiosi e sociali del suo tempo e appassionato sostenitore dell'ordine e delle leggi dello stato. Questo impegno politico, evidente nei primi frammenti dell'opera e in quelli dell' VIII libro, soprattutto negli ultimi, e la particolare sensibilità per i problemi che la diffusione e la consistenza del cristianesimo andavano ponendo all'amministrazione ed alla organizzazione dell' impero romano, ci inducono a ritenere Celso non soltanto un letterato o una persona dalla solida cultura filosofico-letteraria, non soltanto un pensatore, entusiasta ammiratore di Platone, ma anche un uomo interessato alla politica dell'impero, forse un amico o un collaboratore o, addirittura, un portavoce, almeno ufficioso, dell'imperatore stesso.


Il Discorso della verità contro i cristiani

(I, 2) La loro dottrina e', all'origine, barbara. In effetti i barbari sono abili a scoprire dottrine, ma per quanto riguarda la loro valutazione, il consolidamento e l'esercizio, in vista del conseguimento della virtù, di quanto i barbari hanno scoperto, i Greci sono certo più capaci.

(I, 4) La parte morale della dottrina, poi, non costituisce un insegnamento elevato e nuovo perché la si trova tale e quale anche presso gli altri pensatori.[3]

(I, 5a) Giustamente essi non credono negli dei foggiati dalle mani degli uomini, perché sarebbe assurdo che fossero dei i prodotti di artefici quanto mai vili e malvagi nell'indole, prodotti spesso confezionati anche da uomini ingiusti. Ma questa non e' una novità, perché già Eraclito disse: "chi si rivolge a cose inanimate credendole divinità fa come chi parla ai muri delle case".[4] Questo e' anche il pensiero dei Persiani, come racconta Erodoto.

(I, 8a) E non voglio dire che chi abbraccia una buona dottrina, quando per essa corresse pericolo [5] nel mondo, debba abbandonarla o simulare di averla abbandonata o sconfessarla. Infatti nell'uomo c'e' qualcosa che e' affine alla divinità e superiore alla materia, e le persone in cui questa parte si esplica aspirano rettamente con tutte le loro forze all'essere che e' loro affine e bramano che si dica e si ricordi loro sempre qualcosa che lo concerna. Ma nell'accogliere le dottrine bisogna seguire la ragione ed una guida razionale, perché chi accoglie il pensiero altrui senza questa precauzione e' sicuramente passibile di inganno.

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[1] Come avvenne per l'opera di Porfirio, condannata da un imperiale decreto.
[2] Il Discorso della verità fu scritto probabilmente nel 178.
[3] Basti pensare a Socrate stesso (presso Platone) e a Seneca: "Uguali ai nostri sono gli ammonimenti e gli insegnamenti dei filosofi: l'onesta', la giustizia, la fermezza, la temperanza, la verecondia".
[4] La condanna del culto delle statue, discendente direttamente dalla legge ebraica, e' tema frequente dell'apologetica dei primi secoli.
[5] Celso non allude qui (come Origene vuol fare intendere) al martirio cristiano, ma alla costanza del filosofo (si ricordi Socrate). Il martirio cristiano per i pensatori pagani e' frutto di fanatismo e di irragionevolezza.
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Re: Perché non sono cristiano

Messaggioda Berto » lun mar 12, 2018 7:28 pm

Una religione così non è una buona religione ma un male dello spirito
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Re: Perché non sono cristiano

Messaggioda Berto » mar feb 19, 2019 7:38 pm

Libertà delle "religioni" e libertà dalle "religioni", da tutte le idolatrie religiose, specialmente da quelle totalitarie, disumane, terroristiche e violente come quella nazi maomettana.
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Re: Perché non sono cristiano

Messaggioda Berto » mar feb 19, 2019 7:39 pm

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Re: Perché non sono cristiano

Messaggioda Berto » mar feb 19, 2019 7:39 pm

La Cei pure contro l'autonomia: "Così spacca l'Italia"
Bartolo Dall'Orto - Lun, 18/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 47021.html

La Cei boccia l'autonomia: si crea un nuovo fronte di scontro con il governo (e la Lega). Santoro: "Un boccone avvelenato"

Che i rapporti tra questo governo e la Chiesa non siano idilliaci non è una novità.

Anzi. Le politiche migratorie e gli scontri Cei-Salvini sono stati (e sono) all'ordine del giorno. Ora, però, i Vescovi si schierano anche contro un'altra bandiera della politica leghista: l'autonomia chiesta (e in via di approvazione) per Lombardia, Veneto e Emilia Romagna.

"L’autonomia differenziata, per come sta andando avanti, lascia molto perplessi - dice monsignor Filippo Santoro, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali, il lavoro e la giustizia - Non è di sicuro quel sano regionalismo di cui forse tutti avremmo bisogno e che noi vescovi vediamo in maniera favorevole".

Parole chiare, che lasciano poco spazio all'immaginazione. Secondo il vescovo l'autonomia alle regioni del Nord creerebbe cittadini di "Serie A" e cittadini di "Serie B". Un "boccone avvelenato". Una "sperequazione" che "sarebbe l’inizio del frazionamento del Paese". "Si metterebbe inevitabilmente a rischio l’unità nazionale dal punto di vista politico - aggiunge Santoro - Aumenterebbero le disparità tra regione e regione, non sarebbero più garantiti gli stessi servizi fondamentali di base a tutti".

C'è poi la questione di Roma. "È un simbolo per tutti - afferma il monsignore in una intervista al Messaggero - Noi siamo dichiaratamente a favore dell’unità nazionale, ma se le regioni finiscono per diventare tante piccole nazioni e non più elementi legati alla fisionomia di un unico corpo, beh, si capisce bene che si sta avviando un processo avverso. Rischioso. Lo stesso vale per lo svuotamento delle sue funzioni. Verrebbe declassata la Capitale. Insomma il pericolo che vedo è la tenuta dell’insieme".


Alberto Pento
La CEI calpesta e viola i diritti umani civili e politici dei veneti. Sono dei criminali.
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Re: Perché non sono cristiano

Messaggioda Berto » gio set 09, 2021 7:15 am

Aberranti cristiani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 199&t=2698


Tutte le demenzialità e le incoerenze di un uomo che non merita il mio rispetto e che ci fa tanto del male
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