Realtà italiana e cristianismo cattolico romano

Realtà italiana e cristianismo cattolico romano

Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 8:57 pm

Realtà italiana e cristianismo cattolico romano
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Realtà italiana e cristianismo cattolico romano

Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 8:58 pm

Vi siete mai chiesti perché
un paese-stato come l'Italia che è la sede storica del cristianismo cattolico romano, che ha la maggiore presenza cattolico romana, le maggiori organizzazioni cattoliche e la stessa sede vaticana del Papato a Roma,
e che perciò dovrebbe essere un paese modello di civiltà, di moralità, di giustizia sociale, di armoniosa convivenza, ...
sia invece il paese-stato con i peggiori primati di tutto il mondo cristiano dell'occidente?

Il tutto aggravato dall'influenza dell'ideologia e dalla prassi comunista.
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Re: Realtà italiana e cristianismo cattolico romano

Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 8:59 pm

I primati dello stato italiano e dell'Italia in Europa e nel mondo
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Elenco dei primati negativi italici, dell'Italia che si crede paese civile e culla della civiltà mondiale

1
È lo stato meno democratico dell'occidente, con una delle peggiori costituzioni, l'inno nazionale più violento e le caste più irresponsabili, privilegiate, parassite, bugiarde e prepotenti dell'Europa occidentale;
2
lo stato italiano ha il debito pubblico più alto dell'occidente dopo quello greco;
3
ha l'amministrazione pubblica più assenteista, fannullona, irresponsabile e corrotta dell'occidente;
4
con l'amministrazione politica più castuale, corrotta, irresponsabile, parassitaria e costosa dell'occidente;
5
e l'amministrazione della giustizia più inefficente, arbitraria e corrotta dell'occidente;
6
è il paese più mafioso dell'occidente con le sue: mafia, camorra, andrangheta, sacra corona unita, mafia cinese, mafia nigeriana, mafia islamica, mafie politiche e amministrative;
7
il paese ove si pagano più imposte e tasse rispetto alla quantità e alla qualità del servizi ricevuti;
8
è il paese dove la maggior parte dei cittadini veramente produttivi versano più contributi pensionistici in cambio di pensioni più basse e più tassate, e non adeguate al costo della vita; pensioni d'oro, doppie e triple pensioni e false pensioni d'invalidità;
9
dopo i paesi dell'est e della Grecia è il paese con più poveri e disoccupati della UE e di tutto l'occidente;
10
è il paese dove i salari e le paghe da lavoro dipendente sono le più basse di tutto l'occidente rispetto al costo della vita, nonostante vi siano le maggiori associazioni sindacali e i maggiori partiti politici che si professano difensori dei lavoratori; nonostante il primo articolo della Costituzione italiana stabilisca che la "Repubblica è fondata sul lavoro" e nonostante sia il paese più cattolico dell'occidente la cui dottrina sociale dovrebbe avere tra i suoi valori principali quello di difendere il lavoro e i lavoratori;
11
è il paese dopo la Grecia con il maggior numero di parassiti e di privilegiati che vivono del lavoro e delle imposte degli altri citadini;
12
è il paese dell'occidente con il maggior numero di morti per incidenti stradali e dove ti uccidono maggiormente sulle striscie pedonali mentre attraversi la strada;
13
l'Italia è al 77esimo posto per libertà di stampa;
14
è tra gli ultimi in Europa in fatto d'istruzione; dove le università sono il regno dei baroni e dove si vendono le lauree;
15
è tra i 4 peggiori pagatori europei ai fornitori di materie e servizi, le cui imprese sono fatte fallire, gli imprenditori costretti alla disperazione e i lavoratori alla disoccupazione;
16
è tra i paesi europei dove maggiormente i cittadini sono costretti a proteggere le loro case e i loro ambienti di lavoro, negozi e attività produttive, con recinzioni, protezioni blindate, impianti di allarme, cani da guardia, telecamere e servizi di sorveglianza;
17
è il paese dell'occidente dove i cittadini sono tra i meno tutelati e garantiti dalle leggi sulla legittima difesa,; dove il cittadino è gravemente impedito e ostacolato nell'esercizio naturale del diritto universale alla legittima difesa della sua persona, della sua casa, dei suoi beni;
18
è il paese più litigioso d'Europa e col maggior numero di avvocati che contribuiscono ad aumentare questa litigiosità e la malagiustizia;
19
è il paese della raccomandazione, dell'irresponsabilità, dell'immeritocrazia, dei privilegi, della violazione dei diritti, delle caste e delle clientele parassitarie;
20
è il paese con le banche più truffaldine e ladresche del mondo;
21
a noi veneti e friulani lo stato italiano ha portato la miseria e l'esodo biblico ottocentesco,, la prima guerra mondiale che ci ha distrutti; la grande depressione economica del I e del II dopoguerra; le grandi migrazioni novecentesche; depressione e corruzione morale;
22
fin dove arriva la corruzione del sistema italico;
23
sanità pubblica tra le peggiori dell'occidente, generalmente da Roma in giù con qualche caso di orrore speculativo anche al nord;
24
ipocrisie, incoerenze e assurdità italiche:
fratellanza italica adoperata/usata per rubare e per affermare privilegi, nascondere, sminuire e negare doveri e diritti; solidarietà con gli altri, con tutti ma non con te;
finta democrazia e realtà castuale;
tortura e trattamenti disumani da parte dello stato e dei suoi apparati;
manipolazioni e menzogne mediatiche e scolastiche;
femminicidio, maschicidio, infanticidio;
gender;
...
25
parassitismo economico;
26
tra i paesi peggiori dell'occidente come rispetto dell'ambiente e smaltimento dei rifiuti;
27
Roma, città capitale da sempre la città più corrotta dell'occidente; Roma e il suo storico imperialismo politico romano che continua nel cattolicesimo, come Regno Universale della Chiesa Romana = Regno di Cristo;
28
è il paese occidentale dove vi è l'evasione più alta: quella "buona" da necessità o "legittima" difesa e per sottrarre una parte dei profitti e del reddito alla voracità predatoria del fisco italico parassita; e quella cattiva da elusione e avidità;
29
è il paese dell'occidente dove dei criminali razzisti e carnefici come gli zingari vengono fatti passare per vittime;
30
è il paese dove si favorisce l'immigrazione clandestina con l'accoglienza indiscriminata di africani, asiatici, islamici a spese dei diritti, delle risorse, della sicurezza, della vita e del futuro dei cittadini italiani ed europei; violazione criminale dei nostri diritti umani con il concorso della Chiesa Cattolica e del Papa romano;
31
è lo stato occidentale dove si violano maggiormente i valori, i doveri e i diritti umani universali, in particolare dei nativi italici, degli stessi cittadini italiani;
32
i parassiti irresponsabili, i ladri e i bugiardi del nazionalismo italiano della sinistra grillina e della destra fascista e leghista usano l'Europa e la Germania come capri espiatori per nascondere e coprire le malefatte italiche di cui sono anch'essi sono responsabili;
33
i giovani italiani senza lavoro o malpagati sono costretti a migrare e a morire via dalla loro terra come questi due veneti, mentre lo stato italiano dilapida le risorse degli italiani per importare e mantenere centinaia di migliaia di clandestini; cose che non capitano in nessun'altra parte del mondo;
34
capita in Italia
35
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...
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Re: Realtà italiana e cristianismo cattolico romano

Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 8:59 pm

Seguendo il filo di questa considerazione viene proprio da chiedersi se non via sia un qualche legame causale tra questa tristissima realtà dell'Italia e il cattolicesimo romano e la romanità antica precristiana e cristiana.

Ci deve essere per forza una qualche relazione causale, visto che nei paesi europei e occidentali, lontani da Roma e meno cattolici, dove si è sviluppato il protestantesimo con la sua etica della responsabilità, sociale e del lavoro non si ha nulla di tutto ciò.
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Re: Realtà italiana e cristianismo cattolico romano

Messaggioda Berto » dom nov 19, 2017 7:03 pm

Perché non sono cristiano
viewtopic.php?f=199&t=2689

Primo perché per essere uomo e un buon uomo non occorre essere cristiano;
secondo perché mi è ripugnante aderire a una religione idolatra che ha come fulcro la divinizzazione di un uomo, l'ebreo Cristo; ciò non è ragionevole, sensato e spiritualmente naturale e universale.


Io non sono cristiano, ma difendo i cristiani delMondo come mia madre e mio padre e tutti i diversamente religiosi, tra cui gli ebrei e gli atei che nel mondo sono perseguitati dal nazismo islamico altrimenti detto Islam.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7330939848
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Re: Realtà italiana e cristianismo cattolico romano

Messaggioda Berto » gio gen 25, 2018 8:26 pm

Il mito europeo e occidentale della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana
viewtopic.php?f=93&t=2720
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Re: Realtà italiana e cristianismo cattolico romano

Messaggioda Berto » dom feb 25, 2018 3:15 pm

Il mito europeo e occidentale della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana
viewtopic.php?f=93&t=2720

Cultura e civiltà - incultura e inciviltà
viewtopic.php?f=205&t=2675
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

No Bergoglio, no, questi non sono un dono
viewtopic.php?f=194&t=2732

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ti-ong.jpg


Aberranti cristiani
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Ƚi cristiani catoƚego-romani
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Castità e pedofilia
viewtopic.php?f=141&t=2713
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Re: Realtà italiana e cristianismo cattolico romano

Messaggioda Berto » dom feb 25, 2018 3:16 pm

Machiavelli, I danni della presenza della Chiesa cattolica per l’Italia

http://www.filosofico.net/Antologia_fil ... 0PRESE.htm

La critica al cristianesimo conferma – nell’analisi di Machiavelli – l’importanza della religione per la politica (come instrumentum regni): il cattivo esempio della corte pontificia ha fatto perdere all’Italia ogni devozione; i papi, inoltre, non hanno mai avuto la forza sufficiente per unificare l’Italia e hanno addirittura impedito che qualche principe italiano lo facesse. Cosí l’Italia divisa è diventata preda dei barbari. Questo giudizio di Machiavelli ha suscitato grandi polemiche, soprattutto negli anni del Risorgimento. In contrasto con la posizione di Machiavelli ricordiamo Ludovico Antonio Muratori, per il quale senza il papato nel Medioevo l’Italia sarebbe stata divisa in due provincie, tedesca al nord e araba al sud.

N. Machiavelli, Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, I, cap. XII

Quelli príncipi o quelle repubbliche le quali si vogliono mantenere incorrotte, hanno sopra ogni altra cosa a mantenere incorrotte le cerimonie della loro religione, e tenerle sempre nella loro venerazione; perché nessuno maggiore indizio si puote avere della rovina d’una provincia, che vedere dispregiato il culto divino. Questo è facile a intendere, conosciuto che si è in su che sia fondata la religione dove l’uomo è nato; perché ogni religione ha il fondamento della vita sua in su qualche principale ordine suo. La vita della religione gentile era fondata sopra i responsi degli oracoli e sopra la sètta degli indovini e degli aruspici: tutte le altre loro cerimonie, sacrifici e riti, dependevano da queste; perché loro facilmente credevono che quello Iddio che ti poteva predire il tuo futuro bene o il tuo futuro male, te lo potessi ancora concedere. Di qui nascevano i templi, di qui i sacrifici, di qui le supplicazioni ed ogni altra cerimonia in venerarli: per che l’oracolo di Delo, il tempio di Giove Ammone ed altri celebri oracoli i quali riempivano il mondo di ammirazione e divozione. Come costoro cominciarono dipoi a parlare a modo de’ potenti, e che questa falsità si fu scoperta ne’ popoli, diventarono gli uomini increduli ed atti a perturbare ogni ordine buono. Debbono adunque i príncipi d’una republica o d’uno regno, i fondamenti della religione che loro tengono, mantenergli; e fatto questo, sarà loro facil cosa mantenere la loro repubblica religiosa, e per conseguente buona e unita. E debbono tutte le cose che nascono in favore di quella, come che le giudicassono false, favorirle e accrescerle; e tanto piú lo debbono fare quanto piú prudenti sono, e quanto piú conoscitori delle cose naturali. E perché questo modo è stato osservato dagli uomini savi, ne è nato l’opinione dei miracoli che si celebrano nelle religioni eziandio false; perché i prudenti gli augumentano, da qualunque principio e’ si nascano, e l’autorità loro dà poi a quelli fede appresso a qualunque. Di questi miracoli ne fu a Roma assai, intra i quali fu che saccheggiando i soldati romani la città de’ Veienti, alcuni di loro entrarono nel tempio di Giunone, ed accostandosi alla immagine di quella e dicendole “Vis venire Romam?”, parve a alcuno vedere che la accennasse, a alcuno altro che la dicesse di sí. Perché sendo quegli uomini ripieni di religione (il che dimostra Tito Livio, perché nello entrare nel tempio vi entrarono sanza tumulto, tutti devoti e pieni di riverenza), parve loro udire quella risposta che alla domanda loro per avventura si avevano presupposta; la quale opinione e credulità da Cammillo e dagli altri príncipi della città fu al tutto favorita ed accresciuta. La quale religione se ne’ príncipi della repubblica cristiana si fusse mantenuta secondo che dal datore d’essa ne fu ordinato, sarebbero gli stati e le repubbliche cristiane piú unite, piú felici assai che le non sono. Né si può fare altra maggiore coniettura della declinazione d’essa, quanto è vedere come quelli popoli che sono piú propinqui alla Chiesa romana, capo della religione nostra, hanno meno religione. E chi considerasse i fondamenti suoi, e vedesse l’uso presente quanto è diverso da quelli, giudicherebbe essere propinquo sanza dubbio o la rovina o il fragello.

E perché molti sono d’opinione che il bene essere delle città d’Italia nasca dalla Chiesa romana, voglio contro a essa discorrere quelle ragioni che mi occorono, e ne allegherò due potentissime ragioni le quali secondo me non hanno repugnanzia. La prima è che per gli esempli rei di quella corte questa provincia ha perduto ogni divozione e ogni religione; il che si tira dietro infiniti inconvenienti e infiniti disordini: perché cosí come dove è religione si presuppone ogni bene, cosí dove quella manca si presuppone il contrario. Abbiamo adunque con la Chiesa e con i preti noi Italiani questo primo obligo: di essere diventati sanza religione e cattivi: ma ne abbiamo ancora uno maggiore, il quale è la seconda cagione della rovina nostra: questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questo provincia divisa. E veramente alcuna provincia non fu mai unita o felice, se la non viene tutta alla ubbidienza d’una republica o d’uno principe, come è avvenuto alla Francia ed alla Spagna. E la cagione che la Italia non sia in quel medesimo termine, né abbia anch’ella o una republica o uno principe che la governi, è solamente la Chiesa: perché avendovi quella abitato e tenuto imperio temporale, non è stata sí potente né di tanta virtú che l’abbia potuto occupare la tirannide d’Italia e farsene principe, e non è stata, dall’altra parte, sí debole che per paura di non perdere il dominio delle sue cose temporali la non abbia potuto convocare uno potente che la difenda contro a quello che in Italia fusse diventato troppo potente: come si è veduto anticamente per assai esperienze, quando mediante Carlo Magno la ne cacciò i Longobardi ch’erano già quasi re di tutta Italia; e quando ne’ tempi nostri ella tolse la potenza a’ Viniziani con l’aiuto di Francia; dipoi ne cacciò i Franciosi con l’aiuto de’ Svizzeri. Non essendo adunque stata la Chiesa potente da potere occupare la Italia, né avendo permesso che un altro la occupi, è stata cagione che la non è potuta venire sotto uno capo, ma è stata sotto piú príncipi e signori, da’ quali è nata tanta disunione e tanta debolezza che la si è condotta a essere stata preda, non solamente de’ barbari potenti, ma di qualunque l’assalta. Di che noi altri Italiani abbiamo obligo con la Chiesa, e non con altri. E chi ne volesse per esperienza certa vedere piú pronta la verità, bisognerebbe che fusse di tanta potenza che mandasse ad abitare la corte romana, con l’autorità che l’ha in Italia, in le terre de’ Svizzeri, i quali oggi sono solo popoli che vivono, e quanto alla religione e quanto agli ordini militari, secondo gli antichi; e vedrebbe che in poco tempo farebbero piú disordine in quella provincia i rei costumi di quella corte che qualunque altro accidente che in qualunque tempo vi potesse surgere.

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol. X, pagg. 381-383
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