San Marco l’evanxełista ebreo el Santo Paròn dei veneti

San Marco l’evanxełista ebreo el Santo Paròn dei veneti

Messaggioda Berto » dom dic 15, 2013 6:52 am

San Marco vanti de esar el Santo Paròno de Venesia el jera el Santo Paròno de la Akileja de li ani veneto-çelto-romani e po' patriarcal anca ente li secoli longobardi.
viewtopic.php?f=153&t=211

Marco l’evanxełista ebreo (etimoloja)
on santo cristian de łi veneti de mar ma anca de coełi de tera
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... ZQVUU/edit
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Gravo, Grado, Grau/Grao (etimoloja e storia)
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... ZPak0/edit
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Friul/Friuli, Priula, Friola, Feriole, Feriolo, Ferriol, Frejus
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... JoWWc/edit
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Crestianedà e ixlam en Afrega
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... pBTWs/edit
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Re: San Marco

Messaggioda Berto » dom dic 15, 2013 7:28 am

Friul/Friuli, Priula, Friola, Feriole, Feriolo, Ferriol, Frejus
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... JoWWc/edit


http://www.letrevenezie.net/pubblicazio ... o/pag1.htm

La graziosa cittadina di Cividale del Friuli è strategicamente arroccata sulle alte pareti rocciose della sponda destra del fiume Natisone.
Certi indizi suggeriscono la presenza umana nell’area cittadina in età pre- e protostorica; ma è a partire dall’epoca romana che le testimonianze ci permettono una migliore ricostruzione storica.
Si fa risalire la fondazione di Cividale (Forum Iulii) attorno al 50 a.C. a opera di Giulio Cesare in funzione strategica militare per il controllo dei valichi nordorientali dell’Italia. Poco dopo (probabilmente nel 49 a.C.) la città divenne municipium e, in seguito alla divisione augustea dell’Italia in undici regioni, fu compresa nella X Regio, denominata più tardi Venetia et Histria.
Una seconda e più ampia cerchia di mura fu fatta erigere forse da Marco Aurelio per difendere la città dalle invasioni dei quadi e marcomanni nel 168 d.C.
In seguito Forum Iulii fece parte del sistema difensivo delle Alpi orientali (Claustra Alpium Iuliarum) e nel v secolo d.C. divenne la sede del governatore della Venetia et Histria.
In età gota fu caposaldo delle clausurae, il sistema difensivo steso dai goti nelle alpi orientali.
Dopo la conquista bizantina, fece parte del limes divenendo una stratia (stanziamento militare).
Quando nel 568 i longobardi, guidati dal loro re Alboino, iniziarono l’occupazione dell’Italia, questi scelse Forum Iulii come sede del primo ducato e lo affidò al nipote Gisulfo.
La scelta di Cividale non fu casuale, trattandosi del maggior centro fortificato della regione.
La resistenza bizantina fu debole e Forum Iulii fu occupata senza alcun ostacolo.
Si presume che la città abbia mantenuto la sua fisionomia tardoantica.
A Forum Iulii risiedevano il duca, la sua corte e il Gastaldo (rappresentante personale del re).

La storia del ducato longobardo del Friuli si intreccia con quella del Patriarcato di Aquileia.

All’arrivo dei Longobardi in Italia il vescovo di Aquileia Paolino (557-569) fuggì a Grado, portando con sé i tesori della Chiesa aquileiese.
Già nel 557 i vescovi aquileiesi avevano iniziato lo scisma dei tre Capitoli ribellandosi alla Chiesa di Roma e Costantinopoli che consideravano in posizioni eretiche.
In seguito essi rivendicarono il titolo di patriarchi basandosi sulla presunta predicazione di San Marco ad Aquileia.


Quando il patriarca residente a Grado si riconciliò con Roma e Costantinopoli nel 607, ad Aquileia venne eletto un patriarca scismatico, l’abate Giovanni, che esercitava la giurisdizione sulle diocesi situate in territorio longobardo mentre il presule residente a Grado aveva sotto di sé quelle in territorio bizantino (fascia costiera e Istria).
Il successore di Giovanni, Fortunato, trasferì la sede patriarcale da Aquileia al castrum di Cormons tra il 608 e il 628.
Nel 698 il patriarca residente a Cormons pose fine allo scisma tornando all’ortodossia romana.

Nel 737 il patriarca Callisto trasferì la propria residenza da Cormons a Cividale. Si devono a quest’ultimo le costruzioni del palazzo patriarcale (nell’area dell’attuale palazzo dei Provveditori veneti), della chiesa di San Giovanni Battista (nei pressi del sagrato del duomo) e del battistero, di cui si conserva ancora il noto tegurio.
L’VIII secolo segna un periodo di prosperità politica e culturale per il ducato longobardo del Friuli: Cividale diventa un luogo di incontro tra poteri sovrani e aristocratici, istituzioni ecclesiastiche ed egemonie culturali. A questo secolo risalgono importanti opere quali l’altare del duca Ratchis e l’oratorio di Santa Maria in Valle, più noto come “tempietto longobardo”. Sorgono tra l’altro i monasteri di Sesto al Reghena, di Salt e di Santa Maria in Valle di Cividale.
Il momento di splendore della città coincide con il declino del regno longobardo. Nel 773 il re franco Carlo si proclama re dei longobardi e nel 776 la città di Cividale è occupata dai franchi e cambia nome in Civitas Austriae.
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Re: San Marco

Messaggioda Berto » dom dic 15, 2013 7:54 am

http://it.wikipedia.org/wiki/Scisma_tricapitolino

Con scisma tricapitolino o scisma dei Tre Capitoli (in greco antico τρία κεφάλαια, trîa kephálaia) si indica una divisione all’interno della Chiesa (cristiana) avvenuta tra i secoli VI e VII, causata da un folto gruppo di vescovi, per lo più occidentali, che interruppero le relazioni con gli altri vescovi e con il papa, rifiutando le decisioni del Concilio di Costantinopoli II del 553. La separazione durò circa un secolo e mezzo ed interessò un vasto territorio, comprendente Italia del Nord, Dalmazia e Illirico.
...
Molti vescovi dell'Italia Settentrionale, della Gallia e del Norico, non accettarono l'imposizione del concilio voluto da Giustiniano, anche perché già durante il concilio di Calcedonia, nel 451, i teologi antiocheni erano stati riammessi nelle loro sedi e la vicenda doveva essere chiusa. Pertanto, questi vescovi non si considerarono più in comunione con gli altri vescovi che avevano accettato supinamente la decisione imperiale. Tra questi "ribelli" all'autorità imperiale e conciliare c’erano i vescovi Ausano e Macedonio, a capo rispettivamente delle province ecclesiastiche di Milano e di Aquileia. Il loro dissenso si acuì ulteriormente ai tempi del successore di papa Vigilio, papa Pelagio I (556 - 561), il quale, dopo tentativi di chiarimento e persuasione, invitò Narsete a ridurre lo scisma con la forza. Narsete non volle però obbedire alla richiesta del papa.

Frattanto la Chiesa di Aquileia si era resa gerarchicamente indipendente ed il suo vescovo Paolino I (557 -569) fu nominato Patriarca dai suoi suffraganei (568: patriarcato autonomo) per sottolineare la propria autonomia.
...
http://it.wikipedia.org/wiki/Paolino_I_ ... i_Aquileia)

http://it.wikipedia.org/wiki/Patriarcato_di_Aquileia

http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria: ... longobardi
http://it.wikipedia.org/wiki/Ducato_del_Friuli

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http://it.wikipedia.org/wiki/Patriarchi_di_Aquileia
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Re: San Marco

Messaggioda Berto » lun apr 21, 2014 7:58 am

L'evanxelista Marco come l'apostolo Piero e tuti staltri apostoli li jera ebrei-judei e no romani.

Cristo, Piero e Marco ƚi jera tre ebrei
viewtopic.php?f=24&t=1250


Cristo el jera n’ebreo eretego e lè stà el fondator de l’erexia ebraega dita crestianexemo;
Piero el jera n’ebreo (segoaçe o driante) kel ghe xe ndà drio a l’ebreo eretego Cristo e kel gà enpostà el crestianexemo a Roma;
Marco el jera n’ebreo kel ghe xe ndà drio a l’ebreo eretego Cristo e ke pararia kel ghese vesto en Piero on maestro e ke na çerta tradision ƚa ƚo vol come coelo kel gavaria enpostà el crestianexemo ente ƚa tera veneta.


Né Cristo, né Piero, né Marco ƚi jera romani, ma tuti tre ƚi jera ebrei o judei.
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Re: San Marco l’evanxełista ebreo

Messaggioda Berto » ven apr 25, 2014 9:18 pm

25 Aprile, la nostra festa ha invaso Piazza San Marco

http://www.lindipendenza.com/25-aprile- ... -san-marco

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /wsm22.jpg


di MARCO FESTIN

L’esposizione di un enorme gonfalone con leone di San Marco, grande più di 10 metri quadrati, è stato il clou della manifestazione a sostegno dell’indipendentismo oggi da venetisti e secessionisti a Venezia, nel giorno del patrono. Al gruppo del ‘Governo Venetò si sono uniti in Piazza S.Marco Franco Rocchetta e Lucio Chiavegato, e il leader del movimento referendario di Plebisicito.eu, Gianluca Busato. Si stima che siano convenute in piazza oltre 2.000 persone.

Soddisfatto dell’esito del raduno il presidente del ‘Governo Veneto’, Albert Gardin, organizzatore dell’evento. «È stata una bellissima giornata – ha detto – che ha messo insieme le anime venetiste, e in cui ha prevalso lo spirito patriottico rispetto a quello partitico». In piazza San Marco non c’erano infatti bandiere ma neppure rappresentanti dei movimenti più vicini a questi temi, neppure della Lega. Gardin, al quale le autorità avevano vietato la processione in piazza, ha elogiato l’atteggiamento della polizia «che si è limitata – ha detto – ad un servizio d’ordine civile e discreto». La manifestazione del resto è stata del tutto pacifica. Secondo Gardin, la partecipazione è stata «quattro volte superiore» allo stesso appuntamento del 25 aprile 2013. «Siamo riusciti a ricreare il clima di una festa di San Marco su scala nazionale – ha proseguito – com’era al tempo della Serenissima». Gardin ha detto di aver avuto comunicazione dalle autorità che nei suoi confronti scatterà comunque una denuncia, per l’inosservanza dell’ordine del Questore che vietava la sola processione in piazza, che inizialmente figurava come l’unico avvenimento annunciato dai venetisti alle autorità.

Di seguito un po’ delle immagini della giornata (tratte dai social network), che aggiorneremo in continuazione.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 4/wsm1.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /wsm51.jpg

Comento===============================================================================================================================

Giorgio da Casteo
26 Aprile 2014 at 11:12 pm #
A Venezia devono parlare i masegni. Non interessa a chi si sente cittadino della 3^ REPUBBLICA VENETA se i manifestanti erano piu’ o meno (con bandiera o senza) di 2000. E’ soddisfatto Albert Gardin che alla processione vietata si è ritrovato con un numero di partecipanti 4 volte superiore al 20013. Erano contenti Rocchetta,i coniugi Marini,Lucio Chiavegato e signora beati in gondola, e giustamente dopo la triste esperienza di reclusi nei patiboli italioti dove i carcerati si impiccano. Ma cosa volete di piu’ da una citta’, che tolti i sacri simboli della Storia, ti vende un’ombra di vino rosso acetoso per 6 euro quando a Verona (all’ombra dell’arena’) un calice rosso di valpolicella te lo servono per 2 euro? Venezia è una citta’ di ladri (patacari) che sfrutta al max i beoti turisti e che con qualche artistico specchietto per le allodole illude i piu’.
Venezia e i suoi abitanti,da dopo la guerra, con le sue costanti amm. di estrema sinistra,non hanno mai capito il Veneto e i Veneti.
Venezia non vuole e ha respinto l’Expo del 2000, l’allargamento del Marco Polo, la metropolitana sub-lagunare, la Torre della Luce di Pier Cardin che, con gli oneri di urbanizzazione, avrebbe bonificato buona parte della zona altamente inquinata di Marghera.
Venezia ed i veneziani del centro storico,fuori della realta’, aspettano solo… la fine della loro austera e spocchiosa solitudine .
Amici dee Raixe Venete vi capisco, ma la prossima volta è meglio che San Marco lo festeggiamo a Verona, a Vicenza, a Bassano o dove vi pare, perche’ a Venezia solo i masegni ci amano. W SAN MARCO
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Re: San Marco l’evanxełista ebreo el Santo Paron dei veneti

Messaggioda Berto » ven apr 25, 2014 11:02 pm

Festa della Liberazione del Veneto

http://www.dirittodivoto.org/dblog/arti ... newsletter


Oggi sarò a San Marco, a Venezia. Sarò in quella Piazza in cui, secondo lo stato italiano, non dovrebbero sventolare le bandiere con il Leone. E invece ne sventoleranno migliaia, oggi, e fra quelle ci sarà anche la mia.

Io sono milanese, non sono veneto. Ma per solidarietà politica e dedizione culturale sarò a Venezia, a testa alta, come tutti gli altri che parteciperanno a questa grande Festa di Liberazione.

Sarò a Venezia perchè siamo nel 2014, non nel 1914, e sarà bene che nelle cancellerie d’Europa questo semplice concetto, quasi matematico, venga recepito in fretta. Sono passati 100 anni da quando milioni di giovani vennero mandati al macello per rivendicare il possesso di questo o di quel pezzo di terra. In questo secolo ne abbiamo viste di tutti i colori, da parte degli stati nazionali ottocenteschi, con una costante: tracciare i confini col sangue e a colpi di baionette. Questa follia deve finire e in effetti sta già finendo, come mostrano i fermenti indipendentisti, pacifici e democratici, in atto in tutto il Continente; a Venezia lo ribadiremo con la nostra stessa presenza, gioiosa e determinatissima.

Sarò a Venezia perchè sono antifascista, per davvero, e penso che la costituzione italiana forse è riuscita a vietare la ricostituzione del partito fascista, come previsto dalla XII disposizione transitoria e finale, ma non è certo riuscita ad impedire la ricostruzione dello stato fascista. Il fascismo è strisciante, si muove come un’oscura presenza intorno a noi, si infiltra nella vita quotidiana, si alimenta di controlli asfissianti, di burocrazia pervasiva, di divieti a dissentire, di familismo clientelare nella pubblica amministrazione, di vigliaccheria diffusa fra chi è abituato a stare alla finestra senza mai prendere una posizione. Per questo è importante esserci, a Venezia, perchè ci sono momenti storici in cui è d’obbligo esporsi e respingere le minacce del potere costituito.

Sarò a Venezia perchè hanno fatto di tutto, in questi anni e persino nelle ultime settimane, per umiliare i Veneti e le loro comunità: impedimenti a manifestare -se oggi fossimo soltanto in poche decine di persone, come due anni fa, non esiterebbero a schedarci, ma sanno che saremo molte migliaia e allora dovranno guardarci a testa bassa, come hanno fatto lo scorso anno-; arresti e persecuzioni giudiziarie; tassazione assassina e caccia alle streghe nel nome della lotta all’evasione; negazione di un retaggio storico e di una lingua che sono patrimonio della storia dell’umanità; sfruttamento tributario e negazione di ogni spazio di autonomia effettiva. La presenza spontanea di migliaia di persone, oggi, in Piazza San Marco, rappresenterà un colossale “no” alla strategia della tensione messa in atto dallo stato italiano contro il popolo veneto e la sua terra.

Sarò a Venezia perchè credo nel diritto di decidere e nel diritto dei cittadini veneti di costruire il proprio pieno autogoverno. Non saranno le norme giacobine della costituzione o del codice penale italiani ad impedire di costruire l’effettiva indipendenza della nuova Repubblica Veneta. Non saranno la "religione" e il "credo" di Stato a decidere del nostro destino e di quello delle nostre comunità politiche. Saremo noi, saranno il nostro consenso e la nostra volontà a determinare il nostro stesso futuro.

Sarò a Venezia perchè oggi essere in Piazza San Marco significa festeggiare realmente la Liberazione, quella che i cittadini veneti ci stanno insegnando con le iniziative più disparate e tuttavia unite da un comune obiettivo: la Liberazione dalla tirannia di quello stato italiano che, in ogni momento, si mostra apertamente nemico del lavoro, del benessere, della società veneta stessa. Essere a San Marco significa quindi onorare il cammino di un popolo in marcia verso la libertà e verso il proprio autogoverno, senza se e senza ma. Come sta avvenendo in Scozia e in Catalogna, nelle Fiandre e a Trieste, così pure in Veneto si sta scrivendo una storia nuova, fatta di orgoglio e dignità. Una storia entusiasmante, di cui sono onorato di poter essere testimone.

E allora a San Marco, a Venezia! Ora e sempre indipendenza!
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Re: San Marco l’evanxełista ebreo el Santo Paron dei veneti

Messaggioda Berto » ven apr 25, 2014 11:23 pm

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Re: San Marco l’evanxełista ebreo el Santo Paron dei veneti

Messaggioda Berto » sab apr 26, 2014 1:43 pm

ANPI e 'l so 25 april, n'oror tałian

viewtopic.php?f=139&t=799

Par mi ła pì granda ofexa a ła me degnetà omana ła xe ke łi me diga o ke łi me ciàme tałian!

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Re: San Marco l’evanxełista ebreo el Santo Paròn dei veneti

Messaggioda Berto » sab apr 26, 2014 6:41 pm

VENETO SERENISSIMO GOVERNO

Ufficio di presidenza

Il 25 aprile il Veneto Serenissimo Governo non era a Venezia

Il Veneto Serenissimo Governo dà dei chiarimenti della sua non presenza a Venezia; non tanto per giustificarsi, ma per allertare tutti i patrioti che in buona fede si possono fare strumentalizzare da agenti provocatori al soldo di Roma.

Qualcuno sa spiegare le ragioni della presenza e della solidarietà di Tommaso Cacciari e dei no-global a Franco Rocchetta e ad altri cosiddetti "leader" del venetismo?

E' dal lontano 2008 che l'on Massimo Cacciari, Casarin e i no global di Venezia tentano di coinvolgere il Veneto Serenissimo Governo nelle loro trame.
Primo per indebolire la Lega Nord e in secondo per sbarrare la strada alla lotta per l'indipendenza della Veneta Patria.

Bisogna ricordare che da quando l'onorevole Franco Rocchetta è uscito dal gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale e non è riuscito a farsi eleggere, si è messo al servizio di Massimo Cacciari, guidando per esempio missioni a Belgrado, insieme a Luca Casarin, Caccia, don Vitaliano e convocando convegni venetisti insieme a Massimo Cacciari, Casarin. Non va dimenticata la pronta e immediata solidarietà a Franco Rocchetta da parte di Massimo Cacciari e di Luca Casarin dopo i fatti del 2 aprile.

Inoltre ricordiamo a tutti che un altro presente in Piazza San Marco è Fabrizio Comencini, il quale è stato collaboratore del Ministro PDS Chiti,e in precedenza è stato dirigente a Verona del Movimento Sociale, in seguito è stato dirigente della Lega Nord; non va inoltre dimenticato che la sua lista "L.R.V. nel 2006 ha contribuito a far vincere il centrosinistra.

Patrioti Veneti, tutto torna. Gli italiani e i nordamericani, vista la vastità e la volontà dei veneti ad avere un loro stato indipendente cercheranno di mettere in campo tutto quanto è nelle loro mani per sbarrarci la strada.

Patrioti veneti, state in guardia, elevate la vostra vigilanza contro le manovre degli occupanti italiani e dei loro lacchè.

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica sarà sempre alla testa del movimento indipendentista, ed è attrezzato per smascherare provocatori, agenti infiltrati, falsi patrioti. . .

Longarone 26 aprile 2014

Veneto Serenissimo Governo
casella postale 24 - 36022 Cassola (VI)
VENETO
pepiva@libero.it- kancelliere@katamail.it
Tel. +39 328 7051773 - +39 349 1847544 - +39 340 6613027
http://www.serenissimogoverno.eu
http://www.radionazionaleveneta.org


Li fanfaroni: Bosi, Fojato, Comencini, ... tuti contro li Serenisimi
https://www.youtube.com/watch?v=QSyGmmNMf2s
Anca Roketa a keli ani el se gheva perso.
viewtopic.php?f=153&t=803

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Re: San Marco l’evanxełista ebreo el Santo Paròn dei veneti

Messaggioda Berto » lun apr 28, 2014 10:23 pm

Intervista a Carlo Sandrin (Tea Party Veneto) il ‘Glenn Beck europeo’ (2° parte)

http://www.lindipendenza.com/intervista ... 2%B0-parte

Proponiamo per L’Indipendenza la seconda parte (qua la prima) dell’intervista in esclusiva rilasciataci via skype nei giorni scorsi da Carlo Sandrin (nella foto a sinistra), portavoce del Tea Party Veneto (TPV), su vari argomenti di stretta attualità e circa i suoi futuri progetti personali per il Veneto e la promozione della libertà. (Intervista a cura di Luca Fusari)

Luca Fusari: Quanto ha influito l’arresto dei secessionisti e la vicenda del “tanko” nel rallentamento dell’iter del pdl 342?.

Carlo Sandrin: Gli arresti in relazione al tanko paradossalmente sono stati un indiretto favore fatto all’indipendentismo veneto. La magistratura e lo Stato italiano con tali arresti hanno inconsapevolmente fatto più di quanto finora era stato possibile fare negli ultimi anni: hanno unito tutti i litigiosi veneti attorno alla causa comune di un Veneto libero contro lo Stato italiano. Ovviamente questo non significa che ci stiano favorendo, anzi temo che non finirà qua.

LF: Cosa intendi dire?.

CS: Dico che lo Stato italiano farà di tutto per impedire che il Veneto non sia più schiavo di Roma.

LF: Alludi a possibili nuovi arresti, repressioni e ad altre forme di intimidazioni anche violente?. In un tuo video su YouTube hai paventato la possibilità che vi possa essere in atto una nuova “strategia della tensione” contro il Veneto.

CS: Si, ritengo che prossimamente possano esserci delle stragi orchestrate dallo Stato italiano in territorio veneto. Lo Stato italiano ha dimostrato già in passato di essere violento e liberticida, non rispettando gli individui e le loro libertà naturali ed economiche. Le stragi pilotate dallo Stato o da parti deviate dello Stato non sono mai state chiarite, pensiamo a piazza Fontana o all’uccisione di Aldo Moro, dunque è possibile che in ottica anti-secessionista possano accadere.

LF: Nel caso dovessero accadere di nuovo, come dovrebbe comportarsi e reagire la popolazione veneta?.

CS: I veneti e i liberi dovranno rispondere soltanto e solamente con manifestazioni pacifiche, con la democrazia e il rispetto di una condotta basata sulla nonviolenza, mai con la violenza fisica e verbale, qualunque cosa dovesse accadere. Non bisogna mai cadere nelle provocazioni o in reazioni, dato che è l’obbiettivo a cui mira lo Stato per poter poi reprimere a man bassa.

LF: A proposito di provocazioni e ricorrenze, nei giorni scorsi vi sono state polemiche da parte dell’ANPI nei confronti degli indipendentisti veneti sull’interpretazione del 25 Aprile e sul suo significato. Qual è la tua opinione su tali diatribe?.

CS: L’ANPI è una associazione di ex terroristi comunisti rossi i quali durante la seconda guerra mondiale combatterono contro le squadre fasciste di colore opposto ma di ideologia uguale. Si opponevano a un dittatore in nome di un altro dittatore. Le dichiarazioni dell’ANPI contro gli indipendentisti veneti sono paragonabili a quelle del cane Pluto sullo scudo spaziale. La festa italiana del 25 Aprile è una non festa italiana dato che si celebra una falsa liberazione la quale ha partorito la Costituzione più indecente del mondo e può essere celebrata solo da chi è decerebrato, ignorante, in cattiva fede o tutto questo.

LF: Alludi per caso a Giorgio Napolitano?.

CS: Giorgio Napolitano pensi ai carri armati in Ungheria, dato che ne dovrà rendere conto a Dio.

LF: Quindi ritieni che il 25 Aprile in Veneto debba diventare il giorno dell’orgoglio veneto contro l’Italia?.

CS: Chi viene in Veneto può vedere come tutti i giorni vi siano i gonfaloni e i simboli della Serenissima, quindi la festa di San Marco trascende la data sul calendario, dato che la festa dell’indipendenza avviene ogni giorno.

LF: Alcuni nostri lettori e commentatori, quando sentono parlare di Tea Party Veneto associano tale associazione a torto o a ragione con il Tea Party Italia (TPI), dato che sei il leader del TPV ci puoi spiegare quali sono le differenze e quali i punti condivisi tra la tua associazione e quella italiana?.

CS: Il Tea Party nasce dall’esperienza e dall’esempio del movimento Tea Party statunitense che riunisce milioni di persone ogni anno sotto le bandiere della lotta al Big Government e contro la socializzazione della società. Il TPV è differente dal TPI ed ha le stesse razionali differenze e analogie al pari che con gli altri Tea Party esteri in giro per il mondo, ad esempio in Australia o negli Stati Uniti.

LF: Quindi il TPV non dipende dal TPI ed ha una propria autonomia organizzativa e decisionale?.

CS: Esatto, il TPV riguarda il Veneto non si interessa di parlare a nome dell’Italia, è una organizzazione non dipendente dal TPI. Il TPI ha il tricolore nel loro simbolo, noi abbiamo il leone marciano. Siamo un movimento veneto apartitico ma aperto anche a tutti quei rappresentanti delle istituzioni, locali e nazionali che vogliano dimostrare pubblicamente, con la loro adesione, un impegno concreto nel promuovere le nostre idee e nel lottare a favore delle istanze venete di cui il movimento di protesta e di proposta si fa carico.

LF: A proposito di proteste e proposte, sappiamo che tu e il TPV state proponendo la battaglia sulla disobbedienza fiscale anche attraverso il ravvedimento operoso, vi sono in programmi degli eventi o delle manifestazioni da tenersi in Veneto prossimamente?.

CS: In generale il TPV ha un suo calendario delle attività, al momento sono in costante definizione, dato che procede nella sua crescita di seguito ed iscritti. Abbiamo in programma la riproposizione dell’evento sulla disobbedienza civile e fiscale, Martedì 6 Maggio 2014 dalle ore 20.30, presso il cinema teatro San Pietro in via G. Matteotti 56 a Montecchio Maggiore (VI). Il titolo della convention sarà: ‘La vita e la libertà vengono prima delle tasse e dello Stato (ladro)‘. Il tema della serata vedrà vari interventi sul: non rubare-Stato ladro; disobbedienza fiscale metodi e modi; le tasse e lo Stato possono aspettare viene prima la vita e la libertà. Proponiamo in Veneto la disobbedienza fiscale in ogni città veneta per manifestare contro l’eccessiva tassazione e promuovere la libertà di mercato. Rivolta a tutti i commercianti, artigiani, imprenditori, possessori di partita IVA e ai singoli interessati, la riunione ha lo scopo di informare su come attuare una disobbedienza fiscale e alle conseguenze giuridiche ed esattoriali di tale atto, anche e soprattutto in virtù del fatto che in questo momento molte aziende si trovano in difficoltà circa la solvibilità dei contributi a causa delle imposte che lo Stato italiano ci impone. Preciso che non c’è nessun obbligo da parte dei partecipanti dell’evento se non la libertà di partecipare ad una riunione. Preciso inoltre che l’iniziativa è completamente priva di ogni azione politica e/o sindacale e/o associativa e priva di ogni corrente partitica.

LF: Giorgio Fidenato assieme a Leonardo Facco sono gli animatori del Movimento Libertario e sono da sempre vicini alla causa della disobbedienza fiscale e in favore dell’indipendenza del Veneto. Come giudichi i libertari italiani alla luce anche di talune polemiche presenti nell’area liberale?.

CS: Io non sono un libertario tendo più su posizioni conservatrici, ma ho grande stima e rispetto personale per Leo e Giorgio e per le loro idee e battaglie, personalmente ho intenzione di tesserarmi nel Movimento Libertario.

LF: Tra i partecipanti all’evento sulla disobbedienza civile e fiscale vi sarà anche un sacerdote, padre Marino Ruggero, qual è il tuo rapporto personale con la fede e qual è il tuo giudizio nei confronti della Chiesa cattolica alla luce delle prese di posizione in favore dell’unità d’Italia e contro la secessione del Veneto da parte di importanti esponenti della Conferenza Episcopale Italiana?.


CS: Dio ha creato gli uomini liberi, e ci ha mandato sulla Terra uomini straordinari come Don Marino Ruggero, purtroppo però non tutti sono come lui. Io sono un cristiano credente ma penso che lascerò la Chiesa cattolica, in quanto essere cristiani è in antitesi con l’essere cattolici. La Chiesa cattolica è una istituzione ormai secolare e poco spirituale, è catto-comunista e crede di essere l’unica depositaria del monopolio della fede. Individualmente credo troppo in Dio per credere anche alla Chiesa cattolica.

LF: Da credente, cosa rimproveri alla Chiesa cattolica?.

CS: Se si è credenti e divulgatori della parola di Cristo si crede in una visione giusnaturale in difesa dei diritti naturali individuali di proprietà, non si possono giustificare l’oppressione fiscale e l’unità d’Italia. Storicamente e teologicamente questo è in contrasto con la storia stessa della Chiesa cattolica e con il cristianesimo, ricordo che vi è un santo che rifiutò di fare il gabelliere, non c’è nessun santo famoso come pagatore di tasse.

LF: Ritieni quindi che la Chiesa cattolica e le diocesi venete refrattarie all’indipendenza non stiano capendo i veneti e le esigenze spirituali e materiali dei loro fedeli?.

CS: Si, reputano le pretese indipendentiste come infondate. Non comprendono che la causa dei suicidi di molti imprenditori veneti sono le tasse da pagare a Roma e all’oppressiva burocrazia. Il Vaticano e quelle diocesi, anziché essere vicine a molte famiglie venete disperate o in lutto, si preoccupano invece di aprire le porte delle loro canoniche per ospitare immigrati, il tutto in ossequio alle parole del papa. Tutto questo è contro gli interessi dei veneti e del buon senso. Noi del Tea Party Veneto con il nostro evento co-organizzato intendiamo invece dare una risposta concreta contro il dramma fiscale in favore della vita.

Continua…
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