Papa Francesco prega per le vittime del terrorismo: "Non sprofondiamo negli abissi dell'odio
Sergio Rame - Dom, 27/03/2016
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 39819.html
"Il mondo è pieno di persone che soffrono nel corpo e nello spirito, mentre le cronache giornaliere si riempiono di notizie di efferati delitti, che non di rado si consumano tra le mura domestiche, e di conflitti armati su larga scala che sottomettono intere popolazioni a indicibili prove".
Nel messaggio di Pasqua, letto dalla Loggia di San Pietro prima della Benedizione Urbi et Orbi, papa Francesco ricorda le vittime degli attentati di Bruxelles e prega per gli immigrati che, in fuga da guerre e violenze, arrivano in Europa. "Di fronte alle voragini spirituali e morali dell'umanità, di fronte ai vuoti che si aprono nei cuori e che provocano odio e morte - dice Bergoglio - solo un'infinita misericordia può darci salvezza. Solo Dio può riempire col suo amore questi vuoti, questi abissi, e permetterci di non sprofondare".
Durante il messaggio di auguri papa Francesco invoca l'aiuto di Dio affinché l'umanità possa "continuare a camminare insieme verso la Terra della libertà e della vita". "L'annuncio gioioso della Pasqua, Gesù, il crocifisso, non è qui, è risorto, ci offre - sottolinea - la consolante certezza che l'abisso della morte è stato varcato e, con esso, sono stati sconfitti il lutto, il lamento e l'affanno". Tocca però agli uomini fare in modo che da questo scaturisca un cambiamento: "Il Signore, che ha patito l'abbandono dei suoi discepoli, il peso di una ingiusta condanna e la vergogna di una morte infame, ci rende ora partecipi della sua vita immortale e ci dona il suo sguardo di tenerezza e di compassione verso gli affamati e gli assetati, i forestieri e i carcerati, gli emarginati e gli scartati, le vittime del sopruso e della violenza". Nelle preghiere del Santo Padre ci sono sia il popolo siriano, brutalmente ferito da anni di guerra, sia il conflitto in Ucraina. E ancora: "la convivenza fra israeliani e palestinesi" in Terrasanta e il dialogo nelle zone del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, "in particolare in Iraq, nello Yemen e in Libia".
Il Papa esprime, quindi, "vicinanza alle vittime del terrorismo". Un male che Bergoglio definisce "forma cieca ed efferata di violenza che non cessa di spargere sangue innocente in diverse parti del mondo". "Con le armi dell'amore - ricorda - Dio ha sconfitto l'egoismo e la morte; il suo Figlio Gesù è la porta della misericordia spalancata per tutti". Quindi, lancia un forte appello perché si accolgano e si aiutano gli immigrati, "i nostri fratelli e sorelle che sulla loro strada incontrano troppo spesso la morte o comunque il rifiuto di chi potrebbe offrire loro accoglienza e aiuto". "Il Cristo risorto, annuncio di vita per l'intera umanità - predica il Santo Padre - si riverbera nei secoli e ci invita a non dimenticare gli uomini e le donne in cammino alla ricerca di un futuro migliore, schiera sempre più numerosa di migranti e di rifugiati, tra cui molti bambini, in fuga dalla guerra, dalla fame, dalla povertà e dall'ingiustizia sociale".
Ai "nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati per la fede e per la loro fedeltà al nome di Cristo e dinanzi al male che sembra avere la meglio nella vita di tante persone", il papa ricorda, invece, la consolante parola del Signore: "Non abbiate paura. Io ho vinto il mondo". E ricorda che la Pasqua è il giorno fulgido di questa vittoria. "Cristo ha calpestato la morte e con la sua risurrezione ha fatto risplendere la vita e l'immortalità - continua il Papa con le parole del padre della Chiesa Melitone - Egli ci ha fatto passare dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza alla gioia, dal lutto alla festa, dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù alla redenzione. Perciò diciamo davanti a Lui: Alleluja!".
A digo mi:
Caro Francesco lo so che è difficile fare il Papa, però la tua universalità imperiale contrasta con la mia naturalezza locale e i miei Diritti Umani Universali che la tua imperialità universale non riconosce, nega e calpesta ed è per questo che io non ti considero un bene per l'umanità ... manchi di misura, manchi di rispetto per me. Fai troppa confusione e trasformi la libertà in schiavitù; il dovere alla solidarietà/carità viene dopo del dovere di vivere in quanto creatura e di essere solidali con se stessi, la propria famiglia, la propria gente, il proprio paese: non posso ridurre il mio paese, la mia gente, la mia famiglia e me stesso alla schiavitù della tua universalità assurda. Io non sono D-o e non posso farmi carico di tutto e di tutti, nemmeno tu. Tu non puoi disporre a tuo piacimento della mia vita, della mia libertà. della mia terra, della mia casa, dei miei beni, del mio futuro. Io non sono una tua pecora e tu non sei il mio pastore. Al mondo è' finita da secoli la prevalenza della "civiltà" dei pastori e dei pecorai.
Questo tuo interesse per gli "ultimi" a discapito e a spese degli "altri" non è giusto, primo perché i tuoi ultimi non sono i veri ultimi e poi per mille altre giuste ragioni; non hai misura, non hai il senso della giustizia umana e sei causa di ingiustizia, di prevaricazioni, di sofferenza, miseria e morte.
Quante idiozie che dice questo Papa! Io sono felice di non esser più cristiano e di essere aidolo. Cristo non ha sconfitto la morte perché la morte è parte della vita universale e una necessità del Creato. Sconfiggere la malattia, la sofferenza e prolungare la vita in bene (non certo in male) ha senso ma sconfiggere la morte non ha alcun senso perché la morte è una prescrizione naturale di D-o, quando è l'ora si muore e in vita ci si deve preparare alla morte. La vita eterna è soltanto quella di D-o e non quella delle creature che non avrebbe alcun senso. Certo che in D-o tutto è eterno ma in D-o e non altrove in qualche paradiso assurdo e insensato che uno può benissimo immaginare e coltivare come fantasia e possibile eventualità.
Mai kel ghe diga a ła xente, ai òmani conbatì par ła vostra vita, ła vostra łebertà, ła vostar degnetà; el ghe dixe lomè preghé el signor kel fasa el miracoło.