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L'aggressione russa all'Ucraina - Papa Francesco: “Putin ha reagito alla Nato che abbaiava alla Russia”Nell’intervista al Corriere della Sera, il Santo padre ragiona sulle origini del conflitto. Ecco perché ha ragione
Le radici della guerra in Ucraina secondo papa FrancescoMatteo Carnieletto
3 Maggio 2022
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ra ... 1651592318C'è un passaggio, nell'intervista che papa Francesco ha concesso al Corriere della Sera di oggi, che val la pena sottolineare. Un passaggio in cui il Pontefice cerca, seppur in poche battute, di comprendere quali sono le ragioni - meglio: le motivazioni - del conflitto che, da oltre due mesi, sta insanguinando l'Ucraina.
"La preoccupazione di papa Francesco - scrive il quotidiano di via Solferino - è che Putin, per il momento, non si fermerà. (Il Santo padre, ndr) tenta anche di ragionare sulle radici di questo comportamento, sulle motivazioni che lo spingono a una guerra così brutale. Forse 'l'abbaiare della Nato alla porta della Russia' ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. 'Un’ira che non so dire se sia stata provocata - si interroga -, ma facilitata forse sì".
In questo passaggio, il Santo Padre evidenzia un fatto che, in questi mesi, è stato dimenticato da tanti (troppi) commentatori: le guerre non scoppiano mai per caso. Nella quasi totalità dei casi, non si tratta della pazzia di un uomo. Ci sono sempre motivazioni profonde - le radici di cui parla papa Francesco, appunto - dietro ai conflitti. E il Santo padre, per la guerra in Ucraina, le individua nell'espansione della Nato verso Est. Un accenno fugace per un momento complesso della storia recente, ma che val la pena di ripercorrere.
Tutto inizia nel 1990. Il muro di Berlino è caduto da poco e l’Unione sovietica si sta piegando su se stessa, prima di crollare definitivamente nel 1991. Si cominciano a discutere i nuovi assetti del mondo. È un periodo di trattative e di spartizioni. E, soprattutto, di "assicurazioni informali", ovvero di patti non scritti tra i leader politici. Non una novità, dato che accordi simili erano stati fatti all’indomani della crisi dei missili di Cuba. In quei mesi del 1990, i rappresentanti politici di Stati Uniti, Urss, Francia, Regno Unito e Germania (Est e Ovest) si incontrano più volte. Devono discutere - questa la cronaca fornita da documenti inediti scovati nei mesi scorsi da Der Spiegel - “della riunificazione tedesca, del disarmo della Nato e del Patto di Varsavia e della nuova Carta per la Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (Csce), che è diventata l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) nel 1995”.
I ricordi di quei giorni sono confusi e non è facile ricomporli. Roland Dumas, all’epoca ministro degli Esteri, racconta che “le truppe della Nato non si sarebbero avvicinate al territorio dell’ex Unione sovietica”. Il segretario di Stato americano dell’epoca, James Baker, nega accordi di questo tipo, ma è smentito da James Matlock, ambasciatore Usa a Mosca.
A volere un accordo con Mosca è soprattutto il ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher. Il politico tedesco aveva ben in mente ciò che era successo a Budapest nel 1956 quando, in seguito a una rivolta, i carri armati sovietici entrarono nella capitale dell’Ungheria. Genscher vuole evitare a qualunque costo uno scenario simile e così si adopera per trovare una soluzione, un compromesso, tra Mosca e la Nato. Scrive Der Spiegel: “Il 31 gennaio del 1990, in un discorso, propose alla Nato di rilasciare una dichiarazione in cui si diceva: ‘Qualunque cosa accada al Patto di Varsavia, non ci sarà una espansione del territorio della Nato verso i confini dell’Unione sovietica’”. Le parole di Genscher vengono accolte con favore da Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Italia. Gli americani non sono entusiasti ma, per bocca del segretario di Stato, il già citato Baker, fanno sapere che si trattava dell’idea “migliore che avevamo al momento”.
Una rassicurazione, dunque, c’era stata. Ed è stata più volte confermata nel corso degli anni. Sia da parte russa sia da parte occidentale. Secondo quanto riferito da Der Spiegel, per esempio, Bush senior ha affermato: “Non abbiamo intenzione, nemmeno nei nostri pensieri, di danneggiare in alcun modo l’Unione sovietica”. E il presidente francese, François Mitterand ha detto a Gorbacev di essere “personalmente favorevole allo smantellamento dei blocchi militari”. E le citazioni di politici occidentali potrebbero essere ancora tante. Quelle fatte sin qui, però, sono sufficienti per comprendere quali sono le “radici” della guerra di cui parla papa Francesco. Comprenderle non significa in alcun modo giustificare la guerra di Putin. Ma aiutano a comprendere cosa non ha funzionato nel corso di questi decenni. Cosa è andato storto e ha determinato la carneficina che oggi stiamo vedendo. C’è voluto il Papa per ricordarcelo.
Il Donbass e la Crimea sono parte dell'Ucraina e non della Russia https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1613077124 Capitolo 28)
Bergoglio, il Papa che non giudica, che non sa e che non può giudicare,
perché pare non sappia nemmeno cosa siano e dove stiano il bene e il male, ma che però ha sempre un occhio di riguardo e di comprensione per il malvagio, per il predatore, per l'assassino, per lo sterminatore che spesso giustifica e santifica.
Bergoglio preferisce di gan lunga Caino ad Abele, specialmente a quella varietà di Abele che decide di non farsi più uccidere da Caino, che gli resiste che lo combatte che lo arresta-condanna e imprigiona o che magari lo uccide e si libera una volta per tutte della sua oppressione, della sua minaccia e della sua malignità. Questo Abele non più vittima non è proprio amato da Bergoglio!
Il povero Papa che non prende mai posizione contro il male ma che talvolta lo giustifica e addirittura lo santifica, come nel caso dell Strage di Hebdo e del nazismo maomettano o Islam di Maometto.
Lui fa l'uomo buono, innocente, che non giudica, che non condanna, che non sa cosa stia accadendo, cosa sia il bene e il male, che non si schiera; fa il bambino che invoca e implora la pace e il diplomatico che fa come se la realtà fosse altra da ciò che è.
Non va a Kiev perché teme che Putin lo bombardi come ha fatto con Guterres, il segretario dell'ONU.
Chi sono io per giudicare, per stabilire cos'è il bene e il male?
Chi sono io per dire ciò che è male e ciò che è bene, ma cosa sarebbero mai di diverso il bene e il male?
Bergoglio il Papa che santifica il male e che demonizza il bene.
Costui ha sempre un occhio di riguardo per il malfattore, per il delinquente, per il criminale, per l'assassino, per lo sterminatore, per chi predica il male e la guerra, per chi fa del male.
Bergoglio il Papa che santifica il male e che demonizza il bene.
Costui ha sempre un occhio di riguardo per il malfattore, per il delinquente, per il criminale, per l'assassino, per lo sterminatore, per chi predica il male e la guerra, per chi fa del male.
Per questo uomo il male sarebbe in gran parte causato dal bene:
1) il male della povertà di molti dal bene della troppa ricchezza di pochi,
2) la schiavitù degli uni dalla troppa libertà di altri,
3) le dittature della terra dalla troppa libertà dell'Occidente,
4) il sottosviluppo del terzo e del quarto mondo sarebbe una conseguenza dello sviluppo del primo e del secondo mondo,
5) l'invasione clandestina dal terzo mondo africano sarebbe dovuta alle predazioni di quel continente da parte delle multinazionali occidentali,
6) l'invasione clandestina dal terzo mondo asiatico sarebbe dovuta alle predazioni e alle violenze da parte del mondo occidentale, bianco, cristiano e sviluppato,
7) la violenza dell'Islam sarebbe una reazione a quella dei cristiani e di tutti gli altri diversamente religiosi non maomettani della terra,
8 ) la violenza dei nazi maomettani impropriamente detti palestinesi, sarebbe dovuta all'occupazione ebraica violenta del territorio palestinese,
9) la strage nazi maomettana di Charlie Hebdo sarebbe stata causata dalla mancanza di rispetto per la religione islamica da parte della redazione di Charlie Hebdo costituita da ebrei atei,
10) la predazione violenta di certe etnie nomadi in Europa sarebe causata dalla discriminazione razzista nei loro confronti,
11) l'invasione criminale e violenta dell'Ucraina da parte della Russia sarabbe dovuta
«all’abbaiare della Nato alla porta della Russia» che avrebbe indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. «Un’ira che non so dire se sia stata provocata — si interroga —, ma facilitata forse sì».
Bergoglio: "Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso".Papa Francesco vuole andare da Putin per fermare la guerra e lancia messaggi: «Per ora a Kiev non vado»
Franca Giansoldati
Martedì 3 Maggio 2022
https://www.ilmessaggero.it/vaticano/ru ... 65058.htmlCittà del Vaticano – Papa Francesco l'ultima carta la cala improvvisamente: ha affidato al principale quotidiano italiano - il Corriere della Sera – un importante messaggio diretto al presidente Putin. Pur di fermare la guerra il pontefice si dice disposto a prendere un aereo e andare a Mosca ad implorare la fine dei massacri in Ucraina, una guerra ormai asimmetrica, in cui è chiaramente evidente la sproporzione delle forze. «Per ora a Kiev non vado» aggiunge. «Io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta...».
Gerasimov, giallo sul supergenerale fatto rientrare a Mosca. Gli ucraini: è stato ferito
Il pontefice ha maturato pian piano la necessità di arrivare anche ad un passo umiliante, fuori dal protocollo, pur di far breccia nel cuore del leader del Cremlino. Da qualche parte si dovrà cominciare per riannodare i fili di un dialogo che sembra saltato sotto ogni punto di vista. Ad un tratto paragone la guera in corso a quella del Ruanda, cosa che implicitamente tira in ballo il tema del genocidio.
Già un mese fa, attraverso il cardinale Pietro Parolin, aveva inoltrato attraverso i canali diplomatici, una richiesta simile a Mosca, ma senza avere mai avuto un riscontro. Il Cremlino lo ha ignorato. Dopo 68 giorni di conflitto è chiaro che Francesco teme che il presidente russo non si voglia fermare alla conquista di Mariupol, e così ripete ancora una volta di desiderare fortemente un confronto con Putin. Nella lunga conversazione firmata dal direttore del quotidiano, Luciano Fontana, affiorano alcuni tasselli inediti. Per esempio che il primo giorno dell'attacco all'Ucraina da Santa Marta partì una telefonata al presidente Zelenski, e solo in seguito il Papa decise di recarsi all'ambasciata russa, in via della Conciliazione: «Ho voluto fare un gesto chiaro che tutto il mondo vedesse e per questo sono andato dall’ambasciatore russo. Ho chiesto che mi spiegassero, gli ho detto: per favore fermatevi». Poi aggiunge: «Putin invece non l’ho chiamato. L’avevo sentito a dicembre per il mio compleanno ma questa volta no, non ho chiamato». Ribadisce che è necessario che il leader del Cremlino «conceda qualche finestrina» ma, aggiunge preoccupato: «Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento». Si dispera tanto nel vedere la brutalità dei militari russi, poi però bilancia e sottolinea che «l'abbaiare della Nato alla porta della Russia» ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. «Un’ira che non so dire se sia stata provocata — si interroga il Papa —, ma facilitata forse sì». Sul Donbass riconosce che vi sono state operazioni ucraine sanguinose ma una decina di anni fa. «Quell'argomento è vecchio».
Putin, il nuovo piano: conquistare la città dove è nato Zelensky prima del 9 maggio. Ecco il motivo (simbolico)
Non si sbilancia nemmeno sulla moralità di fornire le armi a Kiev, e offre una risposta sibillina: «Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini». Cerca evidentemente di camminare sulle uova, è palpabile il timore di aggiungere una parola di troppo, quel che si capisce è la certezza di una escalation ormai imminente. «La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose».
Quanto all'incontro con Kirill, il patriarca capo della Chiesa ortodossa russa, è slittato sine die. Avrebbe dovuto essere a Gerusalemme per il 14 giugno ma la deriva bellica ha preso il sopravvento anche sui rapporto ecumenici. «Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi». E ancora. «Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno».
Il colloquio termina con una rassegna di pessimismo. Dice di stare ora attenti «a quello che può accadere adesso nella Transnistria” e che “per la pace non c’è abbastanza volontà». «Perché adesso non è solo il Donbass, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perché la guerra si fermi». Di politica italiana, invece, non vuole parlare. Offre solo un assist al premier Draghi e alla sua posizione sulla Russia. «L’Italia sta facendo un buon lavoro. Il rapporto con Mario Draghi è buono, è molto buono. Già in passato, quando era alla Banca centrale europea, gli ho chiesto consiglio».
Papa Francesco: “Putin ha reagito alla Nato che abbaiava alla Russia”https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edi ... 1651666852 Ucraina, Papa: "Devo andare in Russia e incontrare Putin""Anche se temo che non possa e voglia fare questo incontro in questo momento"
Adnkronos
03 maggio 2022
https://www.adnkronos.com/ucraina-papa- ... xqm7ENi4UYGuerra Ucraina-Russia, papa Francesco vuole andare a Mosca per incontrare il presidente Putin. ''A Kiev per ora non vado. Ho inviato il cardinale Michael Czerny, (prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo umano integrale) e il cardinale Konrad Krajewski, (elemosiniere del Papa) che si è recato lì per la quarta volta. Ma io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta...'', ha detto il POntefice in un colloquio con il 'Corriere della Sera' Papa Francesco.
''Il primo giorno di guerra ho chiamato il presidente ucraino Zelensky al telefono, Putin invece non l’ho chiamato - racconta Bergoglio - L’avevo sentito a dicembre per il mio compleanno ma questa volta no, non ho chiamato. Ho voluto fare un gesto chiaro che tutto il mondo vedesse e per questo sono andato dall’ambasciatore russo. Ho chiesto che mi spiegassero, gli ho detto 'per favore fermatevi'. Poi ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca. Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla? Venticinque anni fa con il Ruanda abbiamo vissuto la stessa cosa''.
Secondo Papa Francesco forse ''l’abbaiare della Nato alla porta della Russia'' ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. ''Un’ira che non so dire se sia stata provocata - si interroga - ma facilitata forse sì''.
''Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini - ragiona - La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto. Così avvenne nella guerra civile spagnola prima del secondo conflitto mondiale. Il commercio degli armamenti è uno scandalo, pochi lo contrastano. Due o tre anni fa a Genova è arrivata una nave carica di armi che dovevano essere trasferite su un grande cargo per trasportarle nello Yemen. I lavoratori del porto non hanno voluto farlo. Hanno detto: pensiamo ai bambini dello Yemen. È una cosa piccola, ma un bel gesto. Ce ne dovrebbero essere tanti così''.
''Ho parlato con Kirill 40 minuti via zoom - aggiunge - I primi venti con una carta in mano mi ha letto tutte le giustificazioni alla guerra. Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno. Sarebbe stato il nostro secondo faccia a faccia, niente a che vedere con la guerra. Ma adesso anche lui è d’accordo: fermiamoci, potrebbe essere un segnale ambiguo''.
''Per la pace non c’è abbastanza volontà - è l’amara constatazione di Francesco - la guerra è terribile e dobbiamo gridarlo. Per questo ho voluto pubblicare con Solferino un libro che ha come sottotitolo 'Il coraggio di costruire la pace'. Orbán, quando l’ho incontrato mi ha detto che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che sia così, così si capirebbe anche la celerità dell’escalation di questi giorni. Perché adesso non è solo il Donbass, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perché la guerra si fermi''.
Papa Francesco condanna l'"abbaiare" della Nato e non le esercitazioni militari tra Russia, Iran e Cina. Non l’invasione della Georgia, della Cecenia e della Crimea. Non le minacce nucleari.
Deve essersi persuaso di riuscire a fermare la guerra con gli stessi argomenti dell'aggressore. Alessandra Casula
3 maggio 2022
https://www.facebook.com/alessandra.cas ... 3144741422Ma Papa, cosa dici? Il lupo che ora morde l'Europa, noi lo stavamo già nutrendo!
"Quando il lupo gli si fece incontro con la bocca spalancata, San Francesco gli si avvicinò, chiamandolo “fratello lupo” e gli comandò in nome di Cristo di non fare male a nessuno. Come per miracolo, appena fatto il segno della croce, il lupo terribile si fermò, poi si avvicinò mansueto e si accovacciò ai piedi di San Francesco. Allora il Santo aggiunse che era ormai tempo di fare la pace con gli uomini: se il lupo l’avesse osservata, senza far male né all’uomo né ad altri animali, egli l’avrebbe fatto nutrire dagli uomini di quella città per tutta la vita.
Il lupo promise piegando il capo, quindi sollevò la zampa e la pose nella mano di San Francesco. Allora il santo gli ordinò di seguirlo senza timori. Il lupo lo seguì come un mite agnello.
I cittadini si meravigliarono molto e rapidamente la notizia si diffuse per tutta la città, Poi il santo parlò della promessa fatta dal lupo di fare la pace con gli uomini a patto che gli uomini ogni giorno provvedessero al sostentamento del lupo. Tutti all’unanimità promisero. Dinanzi a tutto il popolo, su richiesta di San Francesco, il lupo sollevò la zampa destra e la pose sopra la mano del santo. A seguito di ciò, tutti cominciarono a lodare e a benedire Dio.
Il lupo visse due anni a Gubbio e andava come un animale domestico di porta in porta senza far male a nessuno e senza che nessuno ne facesse a lui, nutrito generosamente dalla gente, senza che nessun cane gli abbaiasse".
"I fioretti di San Francesco".
Alberto PentoVe lo ricordate Bergoglio sull'aereo, di ritorno da uno dei suoi viaggi in giro per il mondo, che commentava la Strage di Charlie Hebdo alzando il pugno e dicendo che se qualcuno offendeva la sua mamma lui poteva anche arrabbiarsi e percuotere?
Nell'intervista al Corriere il Pontefice ammette di aver chiesto a Putin un colloquio. L'attacco all'Alleanza atlantica che non doveva "abbaiare davanti alle porte della Russia". Salvini su Twitter lo appoggia
Per il Papa l'ira di Putin è stata agevolata dalla NatoMariarosa Maioli
3 maggio 2022
https://www.ilfoglio.it/chiesa/2022/05/ ... o-3966609/ "Ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di far arrivare il messaggio a Putin che io ero disposto ad andare a Mosca". Papa Francesco torna a parlare della guerra. E lo fa in un'intervista al Corriere della Sera, sottolineando la volontà di incontrare il capo del Cremlino ancora prima del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Richiesta a cui però Putin non ha ancora risposto. "Ma tutta questa brutalità come si fa a non fermarla? Venticinque anni fa con il Ruanda abbiamo vissuto la stessa cosa”: e qui il Pontefice si avventura in un paragone tra il genocidio in Ruanda e il massacro che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Cosa avrebbero in comune i due conflitti? Semplice, secondo questa teoria sarebbe anche colpa della negligenza della Nato: per Bergoglio non si doveva "abbaiare davanti alle porte della Russia", portando la Federazione a reagire negativamente e a inscenare questo conflitto. Una responsabilità condivisa, sembra dire il Papa allineandosi ai tanti critici, studiosi o personaggi che ultimamente popolano i talk show italiani.
I mesi difficili in cui ogni nazione segue con il fiato sospeso gli svolgimenti della guerra in Ucraina, e le sue conseguenze, hanno turbato profondamente anche il Pontefice, che nel corso del colloquio, dopo aver appurato il casus belli, esprime le sue perplessità sull'invio delle armi, ammettendo di essere lontano da questi temi per poterne parlane con le competenze richieste. "I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto”.
C'è bisogno di un maggiore contrasto verso questi commerci, ha sottolineato citando lo stop a Genova di un convoglio che portava armi nello Yemen e che i portuali scelsero “due o tre anni fa” di fermare. Ogni guerra è dettata da interessi internazionali: dalla Siria allo Yemen passando per le rivendicazioni russe in terra ucraina, Francesco constata che uno stato libero non può fare la guerra a un altro stato libero: la reazione ucraina nel Donbass è "cosa vecchia, parliamo di dieci anni fa. In Ucraina sembra che sono stati gli altri a creare il conflitto."
L'urgenza di doversi confrontare con Vladimir Putin è l'altro punto cruciale dell'intervista del Pontefice: ha rimarcato di voler incontrare il capo del Cremlino nell'immediato, ancora prima di recarsi a Kyiv. L'obiettivo di fermare l'escalation di violenza quindi passerebbe prima da un colloquio con Putin, "ma anche io sono un prete, faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…”. E guarda ai passi compiuti dal collega ortodosso Kirill: con il patriarca di Mosca il Papa si è confrontato in un colloquio via zoom il 15 marzo scorso senza risolvere nulla in quanto le “giustificazioni” della guerra citate da Kirill non sono state accettate da Francesco. “Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare via di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno. Sarebbe stato il nostro secondo faccia a faccia, niente a che vedere con la guerra. Ma adesso anche lui è d’accordo: fermiamoci, potrebbe essere un segnale ambiguo”. Niente Kirill e niente Zelensky: la via per la pace passa prima dal Cremlino.
Forse in pochi si sarebbero aspettati delle posizioni così "nè con Putin né con la Nato" da parte del capo della Chiesa: Francesco ha condannato l'uso delle armi, la violenza utilizzata ma ha chiaramente affermato che anche l'Alleanza atlantica deve ammettere alcune colpe, per aver generato un conflitto senza senso. In questo è sembrato sposare la visione di Matteo Salvini, che proprio nelle ultime ore aveva dichiarato di volersi recare da Putin, annunciando di aver richiesto anche il visto necessario: su Twitter si è congratulato con il Santo Padre, "l'unico a voler cercare la pace". Peccato che ci fosse già stato il dietrofont del ministro Giorgetti che al termine della conferenza stampa di lunedì sera ha risposto alla domanda del Foglio, rettificando quanto detto dal leader della Lega: "Non mi risulta che sia in programma un viaggio di questo tipo a Mosca. Credo che le azioni diplomatiche internazionali in una situazione come questa richiedano prudenza".
Salvini insomma alla fine non partirà ma ha già trovato una sponda del Pontefice. Che sulla conclusione della guerra si sbilancia: "Orbán quando l’ho incontrato mi ha detto che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che sia così, così si capirebbe anche l’escalation di questi giorni. Perché adesso non è solo il Donbas, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista ma dobbiamo fare il possibile perché la guerra si fermi".
Papa Francesco travolto in Polonia da critiche negative, irritazione per la «linea pro-Putin»Franca Giansoldati
4 maggio 2022
https://www.ilmessaggero.it/vaticano/pa ... 67506.htmlCittà del Vaticano – Papa Francesco è stato travolto da una ondata di commenti negativi in Polonia per le parole pronunciate sulle cause della guerra in Ucraina, sostanzialmente riconducibili a quell'«abbaiare della Nato» che avrebbe irritato e provocato Putin. L'intervista papale affidata al Corriere della Sera continua a essere materia incandescente nei paesi europei che confinano con la Russia e che non comprendono affatto questa lettura dei fatti.
I maggiori quotidiani, blog, radio non hanno risparmiato Papa Bergoglio da critiche pesanti. Lo noto storico Jarosław Makowski ha definito «inquietanti» le affermazioni del pontefice e l'uso dei termini, come quell'abbaiare, individuato per tracciare l'attività dell'Alleanza a motivo della reazione aggressiva del Cremlino. «Il Papa dà l'impressione di un uomo che relativizza le atrocità che vediamo ogni giorno. E l'affermazione sull'abbaiare della Nato si adatta alla propaganda del Cremlino», ha sottolineato.
Il Papa da diversi media polacchi viene affiancato a Pio XII. Se Pacelli è passato alla storia come il pontefice dei silenzi su Hitler, Bergoglio rischia di diventare il Papa di Putin.
Anche l'altra frase - «Per ora non vado a Kiev. Prima devo andare a Mosca, devo incontrare Putin. Ma io sono anche un prete, cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta..» - ha causato sconcerto. Sempre Makowski a capo dell'Istituto Civico, ha riferito che Bergoglio è una delusione: «non mi piace affatto e dire che sembrava essere una persona piena di compassione e comprensione».
Americani furiosi con papa Bergoglio per il reato di "lesa maestà" nei confronti della Nato Giovanni Trotta
04 Maggio 2022
https://www.7colli.it/americani-furiosi ... ato-58666/Papa Bergoglio è riuscito a fare arrabbiare tutti i contendenti, sia Mosca sia Washington. La sua intervista al Corriere di qualche giorno fa ha suscitato più di qualche malumore. E non tanto in Russia, dove all’ostilità sistematica sono abituati, ma in America, dove le critiche non le ricevono più da quando c’è quel grande presidente dem. Lo analizza il sito Dagospia in un lungo articolo. Quell'”abbaiare della Nato alle porte della Russia” è sembrato a tutti i sinistri come una lesa maestà. Perché tutti noi sappiamo bene che Nato, Ue e Usa sono il bene assoluto e tutti gli altri il male assoluto. Un abbaiare che, secondo Bergoglio, ha indotto il presidente russo a reagire malamente.
Le accuse della stampa dem al papa
Secondo Daily Beast, uno dei siti Usa più popolari al mondo, il papa non avrebbe condannato la guerra se non molto leggermente. Poi ha parlato solo due volte al telefono con il presidente ucraino Zelensky, anche se è andato all’ambasciata russa a esprimere preoccupazione. Come la maggioranza della stampa occidentale, il sito Usa ha accusato il papa di essere complottista e di non dire chiaramente che la colpa è solo della Russia e per niente dell’Occidente. Anche Dagospia sembra condividere le critiche di Daily Beast: “Ora, va bene che il Papa deve fare il Papa e non può dirsi favorevole al riarmo, ma come si devono difendere secondo lui gli ucraini bombardati da “Mad Vlad”? Bastano le preghiere? E soprattutto, perché Bergoglio non riesce a prendere una posizione chiara contro l’invasione russa?”
Forse papa Bergoglio ha mai sentito nominare Leone Magno?
In realtà, questo non è vero: ha condannato più volte e chiaramente l’invasione, e si è offerto di andare a Kiev e a Mosca, salvo poi ripensarci. La spiegazione è piuttosto semplice: Papa Berrgoglio non ha mai sentito nominare il suo predecessore Leone Magno. Il quale, armato solo di croce, respinse Attila che voleva marciare su Roma con la forza della ragione. Non gli andò abbastanza bene pochi anni dopo con il vandalo Genserico, che Roma la invase non badando al papa. La verità è che non esistono più i papi di una volta….
Papa Francesco: "Sono contrario a distinguere fra buoni e cattivi, la Nato sapeva di provocare Putin"HuffPost Italia
14 giugno 2022
https://www.huffingtonpost.it/esteri/20 ... 3DsharebarNon c'è il buono e il cattivo nella guerra in Ucraina. Papa Francesco in una conversazione con Antonio Spadaro, direttore de "La Civiltà Cattolica", riportata oggi dalla Stampa, afferma: "Prima della guerra in Ucraina, un importante capo di Stato mi ha detto che l'Alleanza Atlantica sapeva di provocare Putin".
"Dobbiamo allontanarci dal normale schema di “Cappuccetto rosso”: Cappuccetto rosso era buona e il lupo era il cattivo. Qui non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro. Un paio di mesi prima dell’inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio. E dopo aver parlato delle cose di cui voleva parlare, mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato. Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: “Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro”. Ha concluso: “La situazione potrebbe portare alla guerra”. Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo".
Bergoglio torna a parlare di terza guerra mondiale.
"Quello che stiamo vedendo è la brutalità e la ferocia con cui questa guerra viene portata avanti dalle truppe, generalmente mercenarie, utilizzate dai russi. E i russi, in realtà, preferiscono mandare avanti ceceni, siriani, mercenari. Ma il pericolo è che vediamo solo questo, che è mostruoso, e non vediamo l’intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita. E registro l’interesse di testare e vendere armi. È molto triste, ma in fondo è proprio questo a essere in gioco. Qualcuno può dirmi a questo punto: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere. Sono semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi. Mentre vediamo la ferocia, la crudeltà delle truppe russe, non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli. È pure vero che i russi pensavano che tutto sarebbe finito in una settimana. Ma hanno sbagliato i calcoli. Hanno trovato un popolo coraggioso, un popolo che sta lottando per sopravvivere e che ha una storia di lotta. Devo pure aggiungere che quello che sta succedendo ora in Ucraina noi lo vediamo così perché è più vicino a noi e tocca di più la nostra sensibilità. Ma ci sono altri Paesi lontani – pensiamo ad alcune zone dell’Africa, al nord della Nigeria, al nord del Congo – dove la guerra è ancora in corso e nessuno se ne cura. Pensate al Ruanda di 25 anni fa. Pensiamo al Myanmar e ai Rohingya. Il mondo è in guerra. Qualche anno fa mi è venuto in mente di dire che stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzi e a bocconi. Ecco, per me oggi la terza guerra mondiale è stata dichiarata. E questo è un aspetto che dovrebbe farci riflettere. Che cosa sta succedendo all’umanità che in un secolo ha avuto tre guerre mondiali? Io vivo la prima guerra nel ricordo di mio nonno sul Piave. E poi la seconda e ora la terza. E questo è un male per l’umanità, una calamità. Bisogna pensare che in un secolo si sono susseguite tre guerre mondiali, con tutto il commercio di armi che c’è dietro!"
Il Pontefice parla poi del patriarca Kirill.
"Ho avuto una conversazione di 40 minuti con il patriarca Kirill. Nella prima parte mi ha letto una dichiarazione in cui dava i motivi per giustificare la guerra. Quando ha finito, sono intervenuto e gli ho detto: «Fratello, noi non siamo chierici di Stato, siamo pastori del popolo». Avrei dovuto incontrarlo il 14 giugno a Gerusalemme, per parlare delle nostre cose. Ma con la guerra, di comune accordo, abbiamo deciso di rimandare l’incontro a una data successiva, in modo che il nostro dialogo non venisse frainteso. Spero di incontrarlo in occasione di un’assemblea generale in Kazakistan, a settembre. Spero di poterlo salutare e parlare un po’ con lui in quanto pastore".