L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

Messaggioda Berto » gio set 02, 2021 9:00 pm

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Ci sono i valori, certo. Ma poi c'è la realtà che chiama, interroga, provoca. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, storico della Chiesa, ministro della Cooperazione internazionale nel Governo Monti, non rinuncia alla sfida

https://www.facebook.com/ilGiornale/pos ... 0316407459



"L'Europa deve smettere di piangersi addosso. Riscopra i suoi valori e la sua identità cristiana"
Stefano Zurlo
2 Settembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 72467.html

Ci sono i valori, certo. Ma poi c'è la realtà che chiama, interroga, provoca. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, storico della Chiesa, ministro della Cooperazione internazionale nel Governo Monti, non rinuncia alla sfida: «Il cristianesimo è responsabilità, passione per l'uomo, speranza. Ecco, l'Europa che lascia l'Afghanistan si accorge di essere diventata ormai da tempo irrilevante. E si muove fra paura e decadenza». Silvio Berlusconi sul Giornale ha rilanciato il tema dell'identità cristiana. Qualcuno forse ritiene che il dibattito debba stare dentro un perimetro di teorie e astrazioni, ma Riccardi ha un altro passo: è un intellettuale raffinato, ma con Sant'Egidio, ribattezzata a suo tempo l'Onu di Trastevere, non ha avuto paura di scendere in campo fra le guerre e le contraddizioni del Terzo Mondo e ha dato un contributo importante al raggiungimento della pace in alcuni paesi africani, come l'Angola e il Mozambico.

Professor Riccardi, tutti criticano gli americani e il presidente Biden, che è scappato da Kabul, lei invece accende i riflettori sull'Europa. Perché?

«Perché l'Europa ha radici cristiane, ma di più, l'Europa ha un cristianesimo vivo con tante chiese e comunità».

Ma oggi non prevalgono edonismo, nichilismo, relativismo?

«Io direi vittimismo. Come vede, torniamo all'Afghanistan e alle grandi crisi contemporanee».

Scusi, che c'entra il cristianesimo con il vittimismo e questo con Kabul?

«Mi pare tutto legato. La storia dell'Europa che è una storia cristiana, anche se non solo perché c'è l'Illuminismo e altro ancora, è una storia di estroversione. Pensiamo a San Gregorio Magno che sul finire del sesto secolo si preoccupava degli Angli, pensiamo a San Francesco che voleva portare il Vangelo in Medio Oriente, pensiamo ai monasteri medioevali che non erano oasi nel deserto, ma al contrario luoghi di fede e di costruzione di una civiltà nuova. Capisce?».

Evangelizzazione e promozione umana, per usare un vecchio slogan.

«Faccio un altro esempio: noi pensiamo alle conquiste coloniali come a guerre di conquista e rapina, e non c'è dubbio che ci siano stati massacri, crimini e pure genocidi. Ma dobbiamo anche riflettere sull'epopea missionaria».

Epopea?

«Centinaia di uomini e donne che hanno lasciato i loro paesi e le comodità di una vita sicura per portare il Vangelo dall'altra parte del mondo. E con il Vangelo hanno introdotto le tecniche dell'agricoltura, l'alfabeto, la scienza medica. Il Cristiano ha fatto un incontro che lo rende certo. L'Europa ha questo ottimismo denso di umanità e speranza nel suo Dna».

Oggi questa consapevolezza si è affievolita?

«Oggi l'Europa è come quel servo della parabola evangelica che invece di far fruttare i suoi talenti era andato a nasconderli sottoterra. Non è più capace di moltiplicarli, di avere una visione delle cose, di trasmettere energie. Si piange addosso, è come rattrappita, ha perso la voglia di confrontarsi con le le altre culture e civiltà. Insomma, si chiude in se stessa. Ma attenzione: la chiusura è fatalmente l'anticamera della decadenza»

D'accordo, ma come invertire questa tendenza imbevuta nel pessimismo?

«Intanto, mi lasci dire che quando è bruciata Notre Dame la stampa francese, e non solo quella, ha colto benissimo la portata simbolica di un rogo che metteva in forse duemila anni di storia: che ne sarà della Francia e dell'Europa senza Notre Dame? Questa era la domanda che riecheggiava fra un commento e l'altro».

Questo è anche il contesto inquieto del suo ultimo libro: «La Chiesa brucia», Laterza, una riflessione sul futuro del cristianesimo.

«Certo, le radici magari si dimenticano, ma in certi momenti vengono fuori, le vai a cercare, le riscopri con nostalgia. Da un certo punto di vista vale sempre quel che scrisse Benedetto Croce: perché non possiamo non dirci cristiani. Una frase che riassume le nostre origini, i nostri ideali, il percorso compiuto dai nostri popoli; certo, il grande filosofo non pronunciò quelle parole perché si fosse convertito, ma da laico. Quelle radici, come accennavo, non si sono seccate e se le si segue aprono strade straordinarie anche per l'uomo di oggi, ripiegato su se stesso, e m lasci dire anche per il politico che tentenna disorientato».

Che cosa può fare un leader europeo di fronte alle immani difficoltà portate dalla pandemia, dalle guerre, dalla crisi economica?

«Io non pretendo di battezzare tutti al fiume, ci mancherebbe, ma dico che ognuno dovrebbe fare il bagno nel suo fiume. Riprendere la propria storia, contemplarne l'universalità, intuirne la profondità. Spesso si ha la percezione che questa civiltà cristiana sia per tutti noi solo un museo».

E invece?

«È una bussola che dà la direzione».

Dunque, nello specifico cosa chiede alla classe politica?

«La politica europea deve trovare la strada dell'unità. Non è possibile che italiani e francesi, per citare un fatto, si dividano o peggio si facciano i dispetti in Libia o Niger. Il, primo passo per uscire dall'irrilevanza è mettere insieme forze e capacità».

Il secondo?

«Andare a giocare le partite in cui possiamo dire la nostra. Libia, Mediterraneo, Balcani e via elencando».

Ma l'Europa non è solo malata di vittimismo, è pure divisa al suo interno.

«I tempi dell'Est non sono quelli dell'Ovest, all'Est sono rimasti sotto il tallone sovietico per quarant'anni, ora vivono una sorta di Risorgimento e frenano sull'integrazione. Si può andare avanti con chi ci sta, gli altri seguiranno quando i tempi saranno maturi».

In Polonia, ma non solo lì, emerge un forte cattolicesimo di stampo nazionalista, chiuso ai migranti dal Sud del mondo. Questa sensibilità allontana dal sentiero percorso da santi, filantropi, apostoli del bene comune per tanti secoli?

«Mi pare che quella mentalità, arroccata nella difesa intransigente della tradizione, dei valori, dell'identità abbia smarrito quella capacità di uscire dal proprio guscio e di portare al prossimo la novità che è dentro la nostra storia e civiltà. Da questo punto di vista trovo straordinaria la lezione di Papa Wojtyla che era riuscito a dare al suo Paese a al continente una spinta propulsiva quasi messianica»

Insomma, non dobbiamo rassegnarci?

«Siamo in un'epoca in cui molti si arrendono e alzano le mani davanti alla complessità della società. Ma noi sappiamo che la speranza porta al cambiamento e muove la storia. Sì, la speranza offre prospettive inedite e dà una visione di fondo che passa anche attraverso le sconfitte e le crisi. In Mozambico, dove avevamo raggiunto la pace nel 1992, oggi ci sono ottocentomila sfollati e una sanguinaria guerriglia islamista che ha preso il posto dell'utopia guevarista. Ma non ci scoraggiamo. Il cristiano è realista, non sarà mai pessimista».





Alberto Pento
Che personaggio orrendo, fanatico e irresponsabile!
I valori europei sono innanzi tutto universali e precristiani, poi ebraico cristiani poi laici/aclericali e infine scientificamente ragionevoli e spiritualmente areligiosi e aidolatri.
La scienza non l'hanno inventata i cristiani, come pure la democrazia, la repubblica, l'illuminismo, il laicismo non sono invenzioni/innovazioni dei cristiani.
L'antisemitismo e la Shoà invece sono un portato dei cristiani, come pure la demenziale santificazione dell'Islam che tanto male fa all'umanità e al suo progresso civile.
Poi cosa vuol dire in senso negativo: edonismo, nichilismo e relativismo?
Certamente l'idolatrismo fideistico religioso con i suoi fanatismi e le sue demenzialità escatologiche, rituali ed etiche che portano le persone a sacrificare inutilmente al loro vita e a disprezzare il sano piacere del vivere dell'uomo di buona volontà che esiste sulla terra e non altrove; cosa mai vi è di più nichilista e relativista di tutto ciò?
Se pensiamo poi al mostruoso idolatrismo fideistico religioso dell'Islam, dei nazi maomettani, idolatrismo santificato dal capo dei cristiani cattolici, Papa Bergoglio, capo anche del professor Riccardi, cosa dobbiamo pensare del cristianismo dei cristiani come Riccardi?
Cristiani che calunniano e demonizzano i bianchi euroamericani e il fare dell'uomo di buona volontà per migliorare l'esistenza e ridurre il male del vivere aumentandone il bene e il piacere; che sostengono il Politicamente corretto e il suprematismo nero dei BLM, l'invasione clandestina e la negazione dei diritti umani naturali e universali, civili e politici dei nativi italiani ed europei.

Il vittimismo poi è quello praticato e predicato dai cristiani sinistrati come Riccardi, applicato ai cosidetti terzo e quarto mondo dell'Africa, dell'Asia e dell'America centromeridionale, vittime secondo la loro demenziale e assurda teoria vittimistica, dell'uomo bianco euro americano colonialista e imperialista, capitalista e multinazionalista, industrialista e scientista che viene demonizzato e incolpato di tutti i mali della terra a cui dovrebbbe fare ammenda accogliendo e ospitando tutti coloro, poveri, sfruttati e ultimi che da questi mondi vogliono venire qua in EuroAmerica per essere risarciti e riscattarsi con pieno diritto a nostre spese.





Ecco chi sono i nichilisti sostenuti dai cristiani sinistrati come Bergoglio e Riccardi.


"Battiamoci per la nostra storia decapitata dai nichilisti"
Grandi storici inglesi non accettano che l'Occidente sia processato e liquidato. "E' come una nuova religione popolata di diavoli: noi". Resistiamo o finiremo come le scuole di New York: un manicomio
Giulio Meotti
2 settembre 2021

https://meotti.substack.com/p/battiamoc ... decapitata

Statue dei santi cattolici decapitate in Canada

“I 320 anni di egemonia occidentale sono finiti”, scrive il caporedattore del Daily Telegraph Allister Heath. Sta parlando della disfatta di Kabul, ma anche di uno dei quattro fattori della crisi. “Stiamo voltando le spalle ai valori che ci hanno reso grandi. C'è un crescente scetticismo riguardo alla ragione e alla ricerca della verità. Le università stanno tornando alle loro radici oscurantiste, anteponendo la politica dell'identità alla conoscenza. Stiamo assistendo a una rinascita del neo-lysenkoismo, per cui la politica ha la meglio sulla scienza. L'ideologia del ‘risveglio’ è la più grande minaccia alla libertà dopo il comunismo e sta guadagnando terreno giorno dopo giorno in Occidente”.

Il fenomeno denunciato da Heath preoccupa molto in questi giorni anche un gruppo di grandi storici che hanno deciso di non soccombere al “risveglio”.

“Nelle università e nelle scuole c’è una nuova ortodossia, un insieme di verità indiscutibili a cui è moralmente imperativo aderire”, scrive il grande storico di Cambridge David Abulafia sul Daily Telegraph. L’ortodossia riguarda il modo in cui leggiamo, processiamo e purifichiamo la storia dell’Occidente. “Questa è una nuova religione con diavoli e dèi” scrive Abulafia, la cui Storia del Mediterraneo è stata pubblicata in Italia da Mondadori e il suo Federico II da Einaudi. “I diavoli sono il colonialismo, l'imperialismo, il razzismo, il capitalismo, senza dimenticare la disuguaglianza di genere: grandi forze informi con facce bianche che vengono citate più e più volte senza alcun tentativo di definizione”. Dobbiamo aborrire il pregiudizio razziale in tutte le sue forme. “Ma non possiamo permettere di vincere a chi vuole sovvertire il presente distorcendo il passato. La domanda ‘chi possiede il passato?’ dipende dall'esito della domanda ‘chi possiede il futuro?’”.

Per questo, Abulafia ha organizzato “History Reclaimed”, organizzazione che intende battersi contro “la distruzione nichilista” della storia condotta dall’estrema sinistra, a favore di una “storia che richiede interpretazioni di complessa evidenza”. Una iniziativa che dietro ha anche Robert Tombs dell’Università di Oxford, lo storico scozzese di Stanford Niall Ferguson, il biografo di Winston Churchill Andrew Roberts e lo storico di Oxford Nigel Biggar. “Dobbiamo resistere alla nuova ortodossia predicata nell'istruzione, nelle istituzioni culturali e persino nelle chiese”, scrive Tombs sul Times. Di “nichilismo” parlano anche sul New York Post di ieri due accademici di Princeton. Uno di loro, Sergiu Klainerman, lo avevo intervistato ad aprile per la newsletter. Un loro collega, Joshua Katz, in questi giorni è messo alla gogna per la sua difesa della libertà di pensiero. Ho avuto uno scambio con il professor Katz, in cui definisce la situazione negli Stati Uniti “orribile”.

Philippe d’Iribarne, direttore di ricerca al CNRS, su Le Figaro di lunedì spiegava che anche le università francesi sono ormai contaminate da questa ortodossia. A febbraio, 70 scienziati tedeschi avevano lanciato un'iniziativa simile a difesa della libertà di pensiero in Germania.

Uno dei promotori dell’iniziativa inglese, Zareer Masani, celebre storico di origini indiane, sul Telegraph sostiene che non solo non dobbiamo chiedere scusa, ma che furono gli esecrati colonialisti ad avere un ruolo decisivo nel preservare i tesori dell’antichità: “È stata la loro dedizione, spesso con un enorme sacrificio personale, a salvare le meraviglie di molte civiltà classiche perdute... Non abbiamo idea di cosa ne sarebbe stato di queste se non fossero state conservate nelle collezioni dell’Occidente. I tesori del Palazzo di Pechino sarebbero sopravvissuti alla rivoluzione culturale di Mao? I marmi di Elgin sarebbero sopravvissuti alle guide turistiche turche che tagliavano pezzi da vendere come souvenir? L’Isis avrebbe risparmiato i manufatti mediorientali che sopravvivono nei musei europei?”.

Se non avremo la meglio in questa battaglia finiremo come le scuole di New York raccontate dal New York Times.

Un insegnante di matematica della Grace Church School, Paul Rossi, un giorno si incontra con un esperto in diseguaglianza razziale che ha stilato l’elenco delle caratteristiche della “supremazia bianca”. Queste sarebbero l’individualismo, il “culto della parola scritta” e l’“obiettività”. Rossi contesta questo approccio e la scuola condiziona il rinnovo del suo contratto alla sua sottomissione. Rossi si dimette. Alla Dalton School si è proposto di abolire i corsi nei quali gli studenti afroamericani avevano ottenuto risultati peggiori degli studenti di diversa etnia. La Brearley School si è proclamata “scuola antirazzista” e ha reso obbligatori corsi di antirazzismo per genitori e docenti, mentre i bambini della scuola materna della Riverdale Country School imparano a identificare il colore della loro pelle mescolando le varie tinte a tempera. Il delirio nordamericano non ci riguarda? In Scozia, non in Nuova Scozia, in questi giorni è diventata realtà a scuola…

Il rischio, come mi ha spiegato Michel Onfray, è che “l’Occidente diventi un manicomio”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

Messaggioda Berto » sab dic 04, 2021 9:29 am

"Sull'Occidente aveva ragione Dostoevskij, se non c'è Dio tutto è permesso"
Giulio Meotti
3 dicembre 2021

https://meotti.substack.com/p/sulloccid ... ostoevskij

Il famoso scrittore russo Viktor Erofeïev ha appena tenuto una conferenza su Dostoevskij alla Casa della scienza e della cultura russa a Parigi. Erofeïev ha scritto che “Dostoevskij è entrato nel nostro tempo come un monito profetico sul trionfo dell'entropia con l'indebolimento dei valori culturali. Il crollo dei valori condivisi ha paralizzato sia l'Oriente che l'Occidente. Insieme a Dostoevskij, continuiamo ad amare le vecchie, come disse lui stesso, pietre d'Europa, ma con le pietre attuali risulta difficile aprire la strada a progressi accettabili”.

A Le Figaro, Erofeïev ha poi confidato le sue riflessioni sul suo Paese, dove “l'unica legge che regna resta il culto della forza”. E poi sulla crisi in Occidente, i cui valori sono diventati "fittizi". Ecco l’intervista.

Ho la sensazione che l'Occidente rimanga una bussola, uno specchio per la Russia, anche quando quest'ultima vuole spezzarlo. Come spiegare questo fenomeno?

Tutto sarebbe più semplice se l'Occidente fosse rimasto l'Occidente. Il problema è che è solo un finto Occidente. Noi russi abbiamo in mente un Occidente immaginario, non quello che esiste davvero. Il vero Occidente non si riconosce. Vogliamo il vecchio Occidente. La Russia è intrisa di idee occidentali. Ma la Russia oggi è impotente e debole a causa della sua economia. Non può andare avanti come la Cina né funzionare come l'America. Quindi ha preso l'unica opzione praticabile dal punto di vista del potere russo. Mobilitazione piuttosto che modernizzazione. Se questo regime cambia, non è certo che la Russia possa diventare uno stato robusto e industrializzato.

Cosa intende?

Dobbiamo salvarci da una vera catastrofe, perché il genocidio interno che abbiamo vissuto nel XX secolo ha raggiunto un punto spaventoso. Abbiamo perso tutte le persone che sapevano lavorare, tutti quelli che gestivano questo Paese prima della rivoluzione, parlo della vera élite industriale, ecc. Tutto è andato! I migliori furono assassinati sotto i bolscevichi o se ne andarono o entrarono nell'esilio interno, fino a oggi. Quello che sto dicendo è terribile, ma non c'è davvero altra via d'uscita che la repressione e la mobilitazione se la Russia vuole sopravvivere come paese. Le idee liberali, che condivido in molti punti, se dovessero essere attuate, si schianterebbero su questo Paese e potrebbero portare alla sua distruzione.

Non è questo che dice il governo per giustificare la repressione?

Abbiamo sempre pensato che il potere fosse cattivo e le persone buone. Ma negli ultimi tre decenni abbiamo imparato dalle persone che sono molto più vicine al potere di quanto immaginassero i liberali. Putin è senza dubbio il presidente del popolo. Sento il casino che fanno i polacchi e i tedeschi per denunciarlo. Ma la stessa Russia è così mostruosa che è pronta ad accettare questo regime. Questo è un punto molto doloroso.

Dire che la Russia è mostruosa non è spingersi troppo oltre?

È mostruosa, perché ha perso tutti i veri valori. Quelli che mostra come etichette - morali, estetici, religiosi - sono fittizi. In realtà, la Russia opera sul culto della forza. Ho appena completato un libro pronto per la pubblicazione in Germania, il delinquente come il simbolo della Russia. È la nostra disumanità, la nostra impunità, il nostro atteggiamento assolutamente orribile nei confronti delle donne come oggetto, di piacere, di umiliazione, di dominio...

Il potere russo sta usando il fatto che l'Occidente sta attraversando una grave crisi come un ricorso al ‘ragionevole conservatorismo’ contro la decostruzione occidentale postmoderna. I liberali russi sono orfani del vecchio modello dell'Occidente?

Non mi sento liberale. Sono uno scrittore che cerca di capire la natura umana. Voglio più libertà, ma soprattutto sono allievo del marchese de Sade. Non per la sua pratica ma per la sua filosofia. Sade capì che l'uomo non è affatto quello descritto dai filosofi dell'Illuminismo. Lo credevano buono per natura, mentre Sade capiva che l'uomo è molto pericoloso, che deve essere contenuto affinché il potere non diventi sadico. L'unica cosa che si può sperare in Russia è che venga un nuovo Pietro il Grande, che ami gli esseri umani e apra ancora una volta una nuova finestra in Europa. Io sono per il buon senso. Anche l'Occidente ne ha bisogno! I vostri valori sono diventati fittizi, più deboli del vostro desiderio di comodità. Uno mi ha riferito che ci sono state proteste in Oregon, perché gli studenti si lamentavano del fatto che gli insegnavano solo autori bianchi, maschi e morti, come... Omero! Capisci? Questo movimento di decostruzione americano nasconde un problema profondo. Abbiamo perso il nostro cibo religioso. Aveva ragione Dostoevskij, di cui stiamo celebrando la nascita in questi giorni: ‘se non c'è Dio, tutto è permesso’. Oggi, questa è l'osservazione più dolorosa. I nostri dèi si sono ritirati, come gli dèi dell'Olimpo sotto i greci. Dobbiamo cercare una nuova morale.


Gino Quarelo
Non sono assolutamente d'accordo.
Dio permette il male e la responsabilità di non farlo e di combatterlo è solo umana.
Poi Dio non va confuso con gli idoli o interpretazioni del divino delle religioni più o meno giusti, buoni, umani, disumani, orribili, ... Solo ciò che è veramente e inoppugnabilmente universale è attribuibile a Dio, il resto appartiene agli idoli.
Sono invece parzialmente d'accordo con l'ultima proposizione: "Dobbiamo cercare una nuova morale", morale che peraltro esiste già e da sempre e che è la morale universale, la legge morale universale al pari delle leggi matematiche, fisiche, naturali, astronomiche.
Vivere moralmente non è solo sudore, piscio e merda ma anche lacrime e sangue, nascita e morte, non è Dio che lavora e combatte per l'uomo ma è l'uomo che lo deve fare per se stesso, se così non fosse l'uomo non avrebbe alcun senso e sarebbe solamente un inutile burattino.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'inutilità del cristianismo contro il nazismo maomettano

Messaggioda Berto » mar ago 30, 2022 7:43 pm

Alberto Pento
Da quando mi sono liberato dell'idolatria cristiana mi sento più felice, armonico, spirituale, umano, non avverso e non odio più gli ebrei, anzi li apprezzo molto di più, ho trovato più forza per combattere il male specialmente quello ateo internazi comunista, quelli nazi maomettano e nazi fascista, tra cui la variante demenziale incarnata dal falso cristianismo russo di Putin e Dugin. E mi fa meno paura anche la morte.
Dio è quella "cosa" che nessun uomo della terra può negare che sia.


Gino Quarelo
Un'altro intellettuale che si è fatto ingannare dal suprematismo russo di Dugin-Putin e compagni, per via della sua strumentale cristianità e presunta difesa del cristanismo (dei valori e della fede cristiana) e dei cristiani, è Giulio Meotti, giornalista del Foglio.
Lui crede che il cristianismo faccia da sicuro argine all'espansione del suprematismo nazi maomettano, ma abbiamo visto che storicamente così non è stato: l'Asia e l'Africa cristiane sono state invase e conquistate e gli ebrei e i cristiani costretti a convertirsi, ad emigrare, alla dhimmitudine o allo sterminio; anche l'Europa bizantina è stata conquistata dall'imperialismo nazista maomettano.
Non è la fede cristiana che ci salva dall'Islam, non è certo il suprematismo russo con il suo uso strumentale del cristianismo che ci salva dall'Islam.
Il cristianismo cattolico romano alla Bergoglio e quello protestante europeo politicamente corretto ci indebolisce e inibisce, promuove l'invasione nazi maomettana, ci porta alla sottomissione e alla dhimmitudine, ci porta alla morte per martirio, ci rende incapaci di difenderci e di usare la necessaria violenza per eliminare il male;
poi il cristianismo strumentale proprio del suprematismo russo ci porta allo sterminio dei cristiani non russi, alla dipendenza dai nazi maomettani usati contro i cristiani non russi, fa odiare il cristianismo agli ex cristiani ateizzatisi dell'occidente.
No no, per arginare, combattere e neutralizzare il nazismo maomettano o Islam non serve il cristianismo (una sistematica e diffusa campagna di ricristianizzazione indotta e forzata) cristianismo che si è dimostrato e si dimostra incapace e perdente (imbelle e infingardo) per le sue intrinsiche debolezze e contraddizioni (teologiche, etiche, sociali e politiche), ma ci vuole l'intervento dell'uomo di buona volontà e la sua civiltà, prima la libertà di parola e di critica con la denuncia della malvagità nazi razzista dell'Islam, di questa mostruosa e criminale ideologia e pratica politico religiosa eppoi la lotta armata come quella intrapresa contro il suprematismo nazi fascista hitleriano, contro il suprematismo internazi comunista sovietico, e come fanno gli ebrei di Palestina e Israele contro i nazi maomettani che vogliono cacciarli, sterminarli e distruggerlo (il limite di Israele, nella lotta contro il nazi maomettismo è che non usa la libertà di parola e di critica per denunciare e mettere al bando la religione islamica, in quanto malvagia ideologia e pratica politico religiosa).
Da Maometto in poi e per prescrizione del demenziale e criminale Corano, gli ebrei (ma non solo) sono oggetto di disprezzo, di discriminazione, di depredazione, di odio, di sottomissione forzata, di occupazione militare e di sterminio ed è per questo che l'Islam o nazismo maomettano (Maometto e il Corano) vanno denunciati e combattuti come malvagi).


"L'Europa che ha abbandonato il Cristianesimo ora si suicida di relativismo"
Giulio Meotti
Traduco l’intervista a Schweizer Monat.
30 agosto 2022

https://meotti.substack.com/p/leuropa-c ... stianesimo

“Se masse di persone con una religione diversa e una visione del mondo diversa vengono in Europa, la coesione sociale crollerà. E i paesi europei diventeranno per molti aspetti simili ai paesi da cui provengono richiedenti asilo e rifugiati”.

Parla così al mensile svizzero Schweizer Monat in edicola la dissidente di origine somala Ayaan Hirsi Ali. Prima di emigrare in America, Ayaan Hirsi Ali in Europa ha vissuto in “case sicure”, protetta da guardie del corpo e senza comparire a lungo in pubblico per la sua critica all’Islam.


Questo fenomeno è già visibile da qualche parte?

L'esempio più recente sono alcuni quartieri della Svezia che ora sono simili ad alcuni quartieri della Somalia. La Svezia è un paese molto prospero, la Somalia molto povera. Ma quando ti trovi in un quartiere in cui i residenti hanno paura di lasciare le loro case, dove c'è una violenza costante e le forze dell'ordine o le autorità non entrano mai per assicurarsi che le cose vadano bene, allora qual è la differenza tra un paese del Terzo mondo e un paese del Primo mondo?

Il suo libro, “Preda”, conferma questa considerazione basata sulle aggressioni sessuali che provengono da persone recentemente giunte in Europa. Quali eventi l'hanno spinta ad analizzare sistematicamente questa violenza contro le donne?

Pochi anni dopo la caduta delle dittature arabe, in tutta Europa cominciarono ad accumularsi titoli di giornale sullo stupro delle donne. Ricordo di aver letto un rapporto sull'Austria dopo il 2015 che diceva che c'era stata un'ondata di stupri di cui erano responsabili uomini dall'Afghanistan. Ho iniziato a indagare, chiamando diversi paesi e parlando con vari responsabili. Come si è scoperto, non si trattava solo di uomini dall'Afghanistan. Erano uomini di diversi paesi: dalla Siria, dalla Somalia, dall'Eritrea, persino dal Ghana. I dati che ho raccolto hanno mostrato che c'erano moltissimi uomini che venivano in Europa non accompagnati da familiari. Erano giovani, attaccavano le donne a due, tre o quattro, senza fare distinzione tra donne o ragazze più anziane e giovani. Ho chiesto più volte ai governi europei: come affronterete questo problema? La maggior parte di loro ha risposto che non c'erano problemi, che si trattava solo di un gruppo marginale o di un incidente isolato e che comunque i crimini erano accaduti. Un imam è stato consultato per chiarire perché questi uomini si sono comportati in quel modo. Ha detto qualcosa del tipo: ‘Beh, stanno servendo alcolici e ci sono donne fuori, quindi smetti di servire alcolici e porta le donne dentro’. Questo è stato rivelatore perché, da un lato, ha mostrato l'islamizzazione del rapporto tra uomini e donne in Europa, consigliando alle donne europee esattamente cosa ci si aspetta dalle donne musulmane: stare fuori dai guai. Ho trovato questo estremamente inquietante.

Perché così tanti europei - uomini e donne - sono rimasti così indifferenti a questo problema?

Perché pensano che a causa della storia coloniale o della storia delle guerre mondiali, non possiamo incolpare le minoranze per il loro comportamento. Chiunque aggredisca una donna in quanto uomo bianco non solo sarà condannato dalla magistratura, ma anche dalla sua famiglia e ostracizzato come barbaro. Ma quando si tratta di un immigrato, di un richiedente asilo o di un rifugiato, iniziamo a inventare storie sul loro passato e a lamentarci del fatto che questa persona ha appena fatto un viaggio orribile come scusa per le sue azioni. L'ho sperimentato quando ho vissuto nei Paesi Bassi, dove abbiamo avuto tutti questi dibattiti sull'integrazione, che in pratica significava solo incolpare una parte per le sue azioni. È razzista a modo suo perché accetta che le persone di colore o gli immigrati non siano in grado di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

Parla anche dell'auto-stilizzazione dei carnefici come vittime. Cosa rende questa strategia così vincente?

Essere una vittima è diventata la più grande virtù. È quasi come una nuova religione ora. Gli europei hanno abbandonato il cristianesimo e ora hanno abbracciato questa nuova religione della compassione. Questo dà loro una sorta di complesso di superiorità.

Tutti i paesi dell'Europa occidentale hanno uno stato sociale. Parli di un "industria dell'integrazione" che non è in grado di fare ciò che dovrebbe effettivamente fare. Quali sono le tue obiezioni?

La mia prima obiezione è il cinismo delle persone che vogliono solo fare soldi in questo settore. Non vogliono risolvere il problema perché se lo facessero, dovrebbero cercare un altro lavoro. La mia seconda obiezione è che l'intera faccenda è semplicemente ideologica. Ma la maggior parte delle volte si tratta di trarre profitto dalla miseria del sottoproletariato invece di risolvere i loro problemi e usare i soldi dei contribuenti per farlo. La mia teoria è che più piccolo è un paese, più è difficile per il governo nascondersi da questi problemi perché riguardano tutti. Prima colpisce i quartieri operai e i membri della classe media si allontanano da loro e chiamano i lavoratori xenofobi, razzisti, ignoranti e così via. Ma poi il problema raggiunge i loro quartieri, scuole e ristoranti, e poi improvvisamente sono tipo: ‘Oh aspetta, abbiamo un problema e dobbiamo fare qualcosa al riguardo’. I socialdemocratici hanno tradizionalmente sostenuto la classe operaia, ma non ne fanno più parte.

Critica la Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati. Perché?

Non serve più al suo scopo. È stata progettata per un gruppo relativamente piccolo di persone dietro la Cortina di ferro che erano europee e volevano essere parte dell'Europa occidentale. Oggi, decine di milioni di persone sono considerate rifugiati aventi diritto all'asilo, anche se spesso è difficile dire chi è perseguitato da un governo quando in molti paesi non c'è alcun governo. Queste regole devono essere riviste.

Per più di 20 anni ha scritto di come gli stessi insegnamenti dell'Islam pongano un problema. Le sue opinioni sono cambiate nel tempo?

Tutto ciò che ho detto sulle scritture islamiche è vero perché è nel Corano e negli Hadith. Ma il mio rapporto con i musulmani è cambiato. Mi sono fatta degli amici musulmani che ancora si definiscono musulmani e vogliono risolvere i grandi problemi che devono affrontare le loro società o le loro comunità. Grandi cambiamenti sono in atto nel cuore dell'Islam, dell'Arabia Saudita e dell'Iran, che avranno enormi implicazioni per il futuro dell'Islam. In Arabia Saudita, le donne ora possono assistere a concerti e viaggiare. La vita delle donne non è come la vita delle donne in Svizzera. Ma sta migliorando.

I ricercatori sul gender hanno speso molto tempo ed energie a criticarla.

Provoco dissonanza cognitiva anche in loro. Le femministe affermano di essere favorevoli all'emancipazione delle donne. Al che rispondo: se questo è vero, allora dobbiamo fare i conti con le mutilazioni genitali femminili, i delitti d'onore e le ragazze espulse da scuola. Cosa si fa per le donne che ne soffrono? I ricercatori di genere, d'altra parte, vogliono far avanzare la narrativa della vittima. Per loro, l'uomo bianco è dietro ogni rappresaglia nel mondo. Ma quando sono gli uomini neri o gli uomini marroni a causare questa miseria alle donne, e persone come me sostengono che l'uomo nero dovrebbe essere ritenuto responsabile quanto l'uomo bianco, non possono gestirlo.

Che cosa dice sullo stato delle università occidentali?

Questa fissazione per ‘l'uomo bianco’ mostra che siamo in una grave crisi a causa della costante denigrazione e condanna della civiltà occidentale. Guarda gli Stati Uniti, penso che sia davvero un grande paese. Hanno combattuto una guerra civile per porre fine alla schiavitù, hanno messo fine alla Seconda guerra mondiale e organizzato il Piano Marshall per l'Europa. Così quando si dice: ‘Tutto è strutturalmente discriminatorio e sistematicamente cattivo’, allora è autodistruzione e disprezzo di sé, che trovo molto difficile da comprendere. Se ora anche l'Europa seguisse questa strada, potrebbe annunciare la fine autoinflitta della civiltà occidentale.

Nel 1992 lei è venuta in Europa come richiedente asilo. A quel tempo aveva idea che un giorno avrebbe scritto della presenza di una morale sessuale arcaica nelle società moderne?

No, perché non mi sarei mai aspettata che i leader occidentali si schierassero con i fautori di norme arcaiche. Ero molto ingenua.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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