Perché i tedeschi se la sono presa così tanto con gli ebrei?

Perché i tedeschi se la sono presa così tanto con gli ebrei?

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2014 7:17 am

Perché i tedeschi se la sono presa così tanto con gli ebrei?
viewtopic.php?f=130&t=443

???
Me so senpre dimandà parké i todeski, entel secolo pasà, łi se ła ga tolta tanto co łi ebrei ?
Par rivar a n'odio cusita "grando" cogna ke ghe sipia stà calcosa ke ne scapa, se no no se pol spiegar coel ke xe capità.


No me convinse par gnente, el dito par cu i todeski li gavaria doparà ła megnoransa ebrea cofà cavro espiadoro e par sfogar łe so frustrasion e ła so barbarie o par enpurpiarse de łi so beni o par coestion de ràça.







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La teoria razziale e l'antisemitismo di Hitler
http://www.viaggio-in-germania.de/hitler-teoria.html

Immagine

Le origini dell'antisemitismo
http://www.viaggio-in-germania.de/ebrei.html
...
Origine n°5:
"Gli ebrei vogliono dominare tutti i paesi, per poterli manovrare secondo i loro interessi!"

Questa è la versione più recente dell'antisemitismo, è quella inventata dai nazisti per canalizzare e deviare i mille motivi di scontentezza e di rabbia del popolo contro una facile preda e per dare una semplice "spiegazione" alle molte ingiustizie nel mondo che molta gente non riusciva a spiegarsi. In tutti i governi, in tutte le organizzazioni internazionali si potevano trovare degli ebrei, anche in posizioni importanti, e così era molto facile trovare delle "prove" per questa assurda affermazione. Secondo la teoria di Hitler l'antisemitismo doveva diventare così una lotta di tutti i popoli contro un nemico universale. Per essere giustificato, lo sterminio sistematico aveva bisogno di una motivazione più forte, più "politica" e non solo etnica o religiosa.
Sull'antisemitismo dei nazisti vedi anche: L'ideologia di Hitler: la teoria razziale e l'antisemitismo


No no, no le me par bone, par sto caxo, ste motivasion kive, par gnente !


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No no, no no, gnanca coesto:

http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... ebrei.html

Le radici dell' odio contro gli ebrei

LE ORIGINI dell' antisemitismo sono antichissime.
Era già diffuso, lungo i paesi del Mediterraneo, nel quarto o terzo secolo avanti Cristo, quando ebbe luogo la prima emigrazione giudaica. Sugli ebrei circolavano leggende simili a quelle narrate dai cattolici sino alla fine del diciannovesimo secolo, e oggi ripetute dai musulmani. Persino Tacito, il più grande e severo tra gli storici, che non sapeva niente di Israele, raccontava che gli Ebrei - questa taeterrima gens, «pervicacemente superstiziosa», «odiata dagli dei» - venerava una testa d' asino. Un altro storico, Apione, diceva che nel loro Tempio compivano sacrifici rituali di stranieri, ingrassati a forza come Pollicino. Solo la menzogna è immortale. La spiegazione di questo antisemitismo è semplicissima. Tra i popoli del Mediterraneo e del Medio Oriente, gli Ebrei erano (quasi) gli unici Monoteisti. Mentre gli altri popoli possedevano un pantheon colorato, che accoglieva sempre nuove figure, fuse e mescolate con quelle antiche, gli Ebrei avevano un solo Dio: unico, esclusivo, eternamente immutabile, che non nasceva come gli dei greci e non moriva come quelli egiziani. Questo Dio era possente e tremendo, e non poteva venire rappresentato con immagini umane o animali. Bisognava osservare la Legge, che egli aveva promulgato, i riti che aveva imposto, ed essere puri. Chi cercava di restare puro, doveva vivere separato: non condividere i pranzi con i vicini pagani, dove si mangiavano cibi che il rito proscriveva; e a volte nemmeno parlarne la lingua. Come dice Tacito, questi «misantropi» erano «separati a tavola». Nessuno straniero doveva entrare, pena la morte, nel Tempio di Gerusalemme. Nessun ebreo doveva venerare le statue degli altri dei o degli Imperatori, mentre i pagani veneravano sia Dioniso sia Osiride, sia Demetra sia Iside, Augusto, Nerone e Caligola. Così la vita degli Ebrei, per quanto attivi, mobili e curiosi (quali occhi chiari ed avidi spalancarono sul mondo!), era concentrata su un punto: quel Dio luminosooscuro, che si rivelò durante l' esodo tra le fiamme e le nuvole del cielo.
(segue dalla prima pagina)
MAI un popolo portò sino a un punto così alto e profondo la passione religiosa: furibonda, ardente, meticolosa, capace di sottigliezze intellettuali meravigliosamente acute. Per questo, sebbene fossero le persone più tolleranti (come Filone d'Alessandria, vissuto al tempo di Cristo), furono anche i più fanatici: come gli Zeloti, che nel 66-70 d.C. difesero contro i Romani il Tempio di Gerusalemme. La passione religiosa dei cristiani e dei musulmani è, nel suo fondo, quasi completamente ebraica; e per questo alcuni di loro, oggi, odiano gli Ebrei. Si odiano soltanto i propri simili.
Molti parlano con sufficienza delle religioni politeistiche. Quale bellissimo cosmo era quello egiziano o greco, dove l'essenza divina si moltiplicava in migliaia di forme, il sacro veniva rappresentato in ogni figura, sia astratta sia animale sia umana; e dove cento rapporti legavano tra loro le divinità, fino a farci intravedere, dietro le differenze apparenti, la parola segreta di un solo Dio! Nel mondo greco, il fanatismo religioso era molto più raro che nei monoteismi ebreo, cristiano, ed islamico. Non c'è violenza peggiore di quella dell'imperatore cristiano Teodosio, che nell'anno 426 d.C. fece abbattere le bellissime colonne dei templi di Olimpia: il terremoto lo soccorse. Ora le colonne doriche e corinzie stanno a terra, tagliate come fettine d'arancia; e solo i pini, dolcemente smottati dalle vicine colline, le consolano in silenzio per le ferite della storia.
Proprio perché gli Ebrei vivevano separati, attraevano le immaginazioni dei popoli antichi. Molti stranieri portavano offerte votive e ordinavano sacrifici ai sacerdoti dell'immenso Tempio scintillante d'oro, due volte costruito, due volte distrutto: la seconda volta per sempre. Quale era il vero Dio d'Israele? Cosa accadeva nel Tempio di Gerusalemme, dove i pagani non potevano penetrare? Qual era il nome segreto di Jahwe, ignoto persino al suo popolo? Quando sarebbe venuto il Messia, il Cristo? Forse non ci fu evento che colpì le fantasie antiche come ciò che accadde nel 63 a.C.. Pompeo Magno entrò nel Tempio di Gerusalemme, penetrò sino al Santo dei Santi, la piccola stanza dove aleggiava lo Spirito di Dio, e dove solo il Sommo Sacerdote poteva insinuarsi una volta l'anno. Non scorse nulla. La stanza era completamente vuota. Dunque il cuore della religione giudaica era un bugigattolo pieno di ragni? Certo, alcuni Greci e Romani compresero che il Santo dei Santi era vuoto perché solo il Vuoto può alludere all'essenza inafferrabile e incomprensibile di Dio.

* * *
Nel primo secolo dopo Cristo, dall'ebraismo si distaccò, come un gracilissimo albero presto destinato a diventare una foresta rigogliosa, il Cristianesimo, questa eresia giudaica.
Quasi tutto il Nuovo Testamento può essere commentato, come circa ottant'anni or sono hanno fatto due studiosi tedeschi, L. Strack e P. Billerbeck, con frasi che appartengono alla tradizione ebraica. L'Apocalisse di Giovanni è un testo giudaizzante scritto contro i Giudei. Certo, queste frasi non contengono mai l'affermazione che Gesù è il figlio di Dio incarnato (perché per gli Ebrei e l'Islam è scandaloso che Dio assuma un corpo umano); né che è morto e risorto (affermazione ancora più scandalosa). Queste furono le fondamenta della nostra fede. Per gli Ebrei, Gesù era soltanto un falso Messia: un Messia eretico; qualcuno di loro lo trovava "un uomo saggio"; qualche altro (non Pilato ? come no Pilato se lè stà purpio lù e li so soldà romani) lo fece uccidere.
Una generazione più tardi, il sommo sacerdote sadduceo, Anano, ordinò di lapidare Giacomo, fratello di Gesù, capo della comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme.
Molti Farisei, ancora vicini ai giudeo-cristiani, non approvarono questa uccisione.
Oggi, colla nostra apparente tolleranza, condanniamo quei delitti religiosi: ma non posso dimenticare che quei morti innocenti si moltiplicarono durante venti secoli in milioni di morti ebrei (non conto quelli sterminati da Hitler). Purtroppo, la passione religiosa porta anche a questo. Malgrado ciò, è la migliore delle passioni: accende la fantasia, risveglia l'immaginazione, dà forza e movimento alle idee, costruisce edifici intellettuali, incanalando la follia umana.
Nel secolo scorso, abbiamo visto che la pura passione politica - nazismo e comunismo - conduce ad Auschwitz e alla Kolyma: massacri incomparabili con qualsiasi pogrom.
Dopo la metà del secondo secolo dopo Cristo, Israele rinunciò (sebbene non completamente) a realizzare il regno di Dio in terra, qui ed ora: il più terribile dei desiderii. Cominciarono i secoli oscuri, nei quali la diaspora si moltiplicò in ogni direzione, perché gli Ebrei erano destinati a diventare il sale della terra.
Israele accettò di porre il collo "sotto il gioco delle potenze terrene", come aveva detto Geremia. Israele visse bene, o relativamente bene, sotto il dominio dei Califfi e dei signori islamici, immerso nel profumo dell'Islam, come ha raccontato stupendamente Abraham B. Yehoshua in Viaggio alla fine del millennio (Einaudi).
Gli Ebrei vissero male o malissimo sotto il dominio dei re, dei papi e dei sacerdoti cristiani, perseguitati per il deicidio che avevano commesso (e che avevano effettivamente commesso, senza saperlo) e i romani ke li ga condanà e copa Cristo del bon: sfruttati, derubati, uccisi con la spada, sgozzati, bruciati, stuprati, costretti con la forza alla conversione. La causa principale di questa persecuzione sono i Vangeli, le Lettere di San Paolo, gli Atti degli Apostoli e soprattutto l'Apocalisse: testi fatalmente antisemiti, perché la nuova religione si liberava con violenza dalla antica Madre.
La storia si ripeté quindici secoli dopo, tra luterani e cattolici.
Israele visse in segreto dal III al XVIII secolo, leggendo la Bibbia, interpretandola secondo la lettera, i simboli e le speculazioni numeriche, cercando testi arabi, cristiani e greci, creando grandiosi miti cosmogonici e teologici, come nel sedicesimo secolo la Cabala di Izchak Luria. Allora, gli ebrei immaginarono un doppio atto creativo da parte di Dio. In un primo momento, Egli si espande, si allarga, si apre, si manifesta, ispirato dalla forza dell'amore, gettando nello spazio la luce delle sue emanazioni, le dieci Sefirot. Questa luce è troppo sfolgorante, perché lo spazio possa sopportarla; e viene contenuta e fasciata in dieci "vasi".
La sorte dell'universo resta in bilico per un istante. La forza della pura luce divina è così sovraeminente, così "tremenda e meravigliosa", che non sopporta adombramenti. I "vasi" delle sette Sefirot inferiori si frantumano sotto l'urto violentissimo della luce; e le scintille divine si sparpagliano in ogni angolo della futura creazione - negli uomini, ebrei o gentili, negli animali, nei laghi, nei ruscelli, nei fiumi, nei mari, nelle pietre, nelle erbe, nei cibi, nel Male. Le scintille divine sono dovunque: ma esiliate, degradate, avvilite, prigioniere delle potenze demoniache. Tutto viene macchiato, spezzato, frantumato. Tutto è desolazione e disperazione.
La Shechinà, il volto femminile di Dio, percorre esiliata le contrade dell'universo. Ora brilla soltanto di una debole, pallida, luce riflessa, come la "sacra luna": menomata, rimpicciolita, coperta d'ombra. Ora è una principessa che il padre e la madre hanno cacciato, senza colpa, dal regno: ora è una donna bellissima, che un pirata ha reso schiava; ora una vedova vestita di nero, che piange ai piedi del Muro di Gerusalemme; rapita, calunniata, esposta a tutte le debolezze umane. Avvolta in manti che le nascondono il viso, essa fugge, scompare, si nasconde - e sulla terra restano poche tracce: orme di passi, vesti abbandonate, fuscelli di paglia.
Durante uno dei suoi viaggi, un rabbi polacco arriva, verso il far della notte, in una piccola città dove non conosce nessuno. Non trova alloggio, fino a quando un conciatore lo conduce con sé, nel triste vicolo dei conciatori. Egli vorrebbe dire le preghiere della sera, ma l'odore della concia è così acuto che non riesce a pronunciare una sola parola. Esce e va alla scuola rabbinica, che tutti hanno già lasciato. Mentre prega a capo chino, comprende che anche la Shechinà è finita in esilio, abbandonata nel vicolo dei conciatori. Scoppia a piangere per l'afflizione, versa tutte le lacrime che la sofferenza e l'angoscia avevano raccolto nel suo cuore, finché cade a terra svenuto. Mentre giace esanime, la Shechinà gli appare nella sua gloria: una luce abbagliante in ventiquattro gradazioni di colori. "Sii forte, figlio mio", gli dice. "Grandi dolori ti attendono: ma non temere finché io sarò presso di te". Sebbene la gloria di Dio sia stata umiliata e ferita, essa splende come sempre. Le piccole scintille divine si sono diffuse in ogni luogo, come il lievito che penetra il pane. Tutto è diventato sacro.

* * *
Due secoli or sono, i ghetti si aprirono. Gli Ebrei vennero alla luce, ebbero un cognome, entrarono all'Università, scrissero, composero musica, studiarono la scienza e il diritto, insegnarono, diressero Banche, industrie e giornali. Fu l'esplosione più grandiosa della storia europea: una immensa vitalità e intelligenza percorsero all'improvviso le vene dei nostri paesi. Questa esplosione ha una sola analogia: quella dell'Islam, nel settimo, ottavo e nono secolo, quando gli Arabi conquistarono paesi, appresero il greco, studiarono le scienze, fabbricarono automi, costruirono moschee imitando le basiliche cristiane, assorbirono la eredità della religione zoroastriana, raccontarono al mondo le Mille e una notte.

Quale forza trassero gli Ebrei da una vita vissuta, per diciotto secoli, sotto il segno dell'immaginazione religiosa e della intelligenza talmudica. La letteratura, la scienza e la psicologia del diciannovesimo e specialmente del ventesimo secolo sono, per metà, dovute ad ebrei, o a mezzi ebrei, nei quali la goccia del sangue giudeo dava nuovo vigore a quello cristiano.

Venuti dalla Russia, dalla Spagna, dalla Polonia, dal Medio Oriente, gli ebrei diventarono francesi, tedeschi, italiani, inglesi meglio dei francesi, dei tedeschi, degli italiani e degli inglesi.

Con la loro straordinaria qualità di metamorfosi, diventarono come noi.

Le sofferenze e i massacri erano dimenticati: non c'era più né Bibbia, né Shechinà vagabonda, né il suono delle trombe d'argento davanti al Tempio, né il nome segreto di Dio. Ricordo, per esempio, la famiglia di Simone Weil, completamente ebraica, dove c'era lo stesso profumo che nella casa di Proust: ma più antico e profondo, perché la famiglia della madre di Simone veniva dalla Galizia. C'era lo stesso sapore di Francia borghese: la buona cultura, l'agio nascosto, i bei modi eleganti, la finezza psicologica, la musica, l'arte della conversazione, la discrezione, la gaiezza sapientemente velata con la malinconia - come se soltanto il sangue ebraico potesse portare il genio della Francia borghese alla sua espressione più pura.

In questa entusiastica aderenza alla civiltà occidentale, gli Ebrei guadagnarono e persero molto.

Qualcuno di loro, come Simone Weil, odiò (senza conoscerla) la propria eredità biblica. Qualcuno la ignorò completamente. Avevo un amico carissimo, Giorgio Bassani, che era vissuto a Ferrara, borghese ebreo tra borghesi cattolici, con appena un lieve ricordo di cucina giudaica e di candelabro dalle sette braccia. Molti anni fa, gli feci leggere un mio saggio su Nachman di Breslav, un narratore chassidico del diciottesimo secolo. Mi guardò coi suoi dolcissimi e durissimi occhi azzurri e mi disse: "Pietro, che cose strane hai raccontato!".
Quasi soltanto Kafka comprese che qualsiasi sradicamento dalla tradizione si paga.
Con ogni probabilità, anche noi, cristiani, lo pagheremo. Ma gli Ebrei lo pagarono troppo.

Nel diciannovesimo e nel ventesimo secolo, l'antisemitismo fu soprattutto borghese. I medici, gli ingegneri, gli scrittori, gli avvocati, i giornalisti, gli scienziati cattolici o protestanti erano invidiosi degli ebrei, perché erano più intelligenti e fantasiosi di loro. Non invano essi portavano, occultata nel sangue, la Bibbia. La borghesia europea dell'Ottocento fu, in buona parte, antisemita: perfino mio padre, il più mite tra gli uomini. Tutto questo ha condotto ad Auschwitz. Alle vecchie leggende e ai nuovi rancori, bastò aggiungere il genio criminale di un pittorucolo austriaco.
Tra le scoperte degli Ebrei, oltre alla Recherche, Il Castello, la psicoanalisi e la Teoria della relatività generale, ci fu anche la Rivoluzione Russa. Non voglio scoprire dappertutto segni genetici: ma forse, come molti hanno scritto, Lenin e Trockij avevano il desiderio nascosto di realizzare con la forza il regno di Dio in terra, come venti secoli prima i giudei Zeloti, ribelli contro Roma. Ma Stalin li espulse, li esiliò, li massacrò, li accusò di congiure immaginarie. Anche in Russia, paese dell'impossibile, gli Ebrei restarono separati, diversi, stranieri: anche là non appartenevano alla terra, della quale non hanno mai veramente fatto parte. Questa è, per noi, la loro benedizione.

* * *
Mi scuso di una breve appendice contemporanea. Ho letto che, a Oslo, i giurati del Premio Nobel per la pace avrebbero voluto togliere il premio a Peres, perché partecipa al governo Sharon. Arafat, assediato a Ramallah con la sua patata bollita al giorno, come Pinocchio con le pere e le bucce di pera nella casina di Geppetto, è invece degno di qualsiasi Premio. Mi pare giusto che coloro che danno i Premi e conferiscono la Gloria contendendo con l'eternità, si coprano di vergogna più di qualunque essere umano.
L'Europa del 2002 non sopporta che venga meno un suo luogo comune. Dopo Auschwitz, l'ebreo è la vittima: gasata nei campi di concentramento nazisti, morta di gelo tra i pini nani della Kolyma, sulla quale si possono piangere dolcissime lacrime sentimentali. Nulla è più commovente che una gita ad Auschwitz con una scolaresca, a cui insegnare ad essere buoni. Non si tollera che questo popolo di vittime predestinate abbia dei carri armati. Il massimo che gli si può concedere è andare al ristorante o al bar, ordinare una spremuta di pompelmo e persino un whisky, camminare per le strade di Gerusalemme o di Haifa, saltando per aria sotto le bombe dei kamikaze, questi nuovi Cristi che si immolano, come dice soavissimamente Giulio Andreotti, per la salvezza del genere umano.
PIETRO CITATI




No no, łi todeski no łi ga fato ła II goera mondial par łebarse de lori, par łeberar l’Ouropa e el Mondo da ła raça ebraega, no no !
Se l’antisemetixmo ouropeo el jera xa forte ente l’800, parké ente ła prima goera mondial łi todeski no łi ghe ga da contro a łi ebrei? Le raxon le xe altre.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Parké i todeski łi se ła ga ciapà tanto co łi ebrei?

Messaggioda Sixara » ven gen 24, 2014 9:39 am

Berto ha scritto: cogna ke ghe sipia stà calcosa ke ne scapa, se no no se pol spiegar coel ke xe capità.


Elora COGNA tsercare el parké.
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Re: Parké i todeski łi se ła ga ciapà tanto co łi ebrei?

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2014 4:47 pm

???

http://it.answers.yahoo.com/question/in ... 651AAoHHAK

Perchè Hitler ce l'aveva proprio con la cultura ebraica?

Migliore risposta Scelta del richiedente

Cristian G con risposta 5 anni fa
Non ce l'aveva con la cultura ebraica... ce l'aveva con gli ebrei, o meglio con il loro strapotere economico, in una germania in cui essi occupavano quasi tutte le cariche piu alte di qualunque grande azienda: dalle imprese private, alle cariche amministrative dello stato...

In piu la maggior parte degli ebrei venivano dalla Russia, o avevano contatti con essa... perche? perche molti ebrei erano comunisti, e infatti i comunisti furono in quel periodo i piu accaniti alleati degli ebrei... in molte immagini propagandistiche del nazionalsocialismo si nota un ebreo con un espressione cattiva, accigliata, e una falce e martello vicino...
In una nazione in cui prendeva piede una dittatura nazionalista, che abbandonava sempre di piu con l'andare degli anni i caratteri socialisti della sua gestione, uno strapotere degli ebrei, in quanto alleati dei comunisti, era controproducente...

Forse è una farsa la storia delle differenze raziali, pero sicuramente un ruolo lo giocano secondo me, e anche molto fondamentale:
in quanto dittatura nazionalista, uno dei caratteri fondamentali era l'omogeneità dell'etnia all'interno della nazione... infatti non furono uccisi solo gli ebrei, ma anche i musulmani, i cattolici (erano e sono luterani in Germania, almeno la maggior parte della gente), i neri, o negri, vedi tu... i gay (in quanto anche di etica conservatrice)...

SPERO DI ESSERE STATO D'AIUTO... QUESTE SONO LE RAGIONI PER CUI BEN 6 MILIONI DI EBREI MORIRONO IN QUEGLI ANNI...
MA NON DOBBIAMO DIMENTICARE ANCHE GLI STERMINI DI STALIN, DI MAO, DI POL POT, DI HO CHI MIN...
NON SOLO LA DESTRA UCCIDE!!!!! E TE LO DICE UNO DI CENTRO... NON DI DESTRA... INFATTI LE DITTATURE DI DESTRA HANNO UCCISO AL MASSIMO 10 MILIONI DI PERSONE, I COMUNISTI NE HANNO UCCISE ALMENO 150 DI MILIONI...

CIAO
grz mi avete risolto molti dubbi....cmq so ke gli stermini snstermini e ke quelli comunisti sn stati + distruttori di quelli nazisti... io volevo sl capire xke qst accanimento...

=====================================================================================================================================

???

Copyright © 1995, The Simon Wiesenthal Center
9760 West Pico Boulevard, Los Angeles, California 9003
http://www.triangoloviola.it/36domawi.html

11. Quali furono le prime misure adottate dai nazisti contro gli ebrei?

Le prime misure adottate contro gli Ebrei includevano:
(cogna dir parké,
parké el capo ebraego de la Conferensa mondial ebraega de Amsterdam

http://it.wikipedia.org/wiki/Samuel_Untermyer
Come attivista sionista nel 1933 fu capo delegazione statunitense alla conferenza mondiale ebraica di Amsterdam. A quella conferenza venne eletto presidente della stessa. Al suo ritorno negli Stati Uniti rivolse un accorato appello alla nazione dagli studi radiofonici della WABC, con cui chiese di intraprendere una guerra santa da parte di tutti gli ebrei contro la Germania, e dove chiedeva ai non ebrei di boicottare tutti i prodotti tedeschi.
L'intero discorso venne pubblicato dal New York Times il giorno seguente (24 marzo 1933).
Fu un sostenitore del movimento sionista e fu presidente del Keren Hayesod, l'agenzia attraverso cui il movimento si finanziava e si identificava negli Stati Uniti e in altri paesi.

La reasion de i todeski:

1 Aprile 1933: Il boicottaggio da parte dei nazisti dei negozi e delle imprese degli ebrei.
• 7 Aprile 1933: La legge per la Riforma dell'Amministrazione Pubblica escluse da impieghi statali e universitari tutti i non-ariani (secondo la definizione dell'11 Aprile 1933, erano considerati tali tutti coloro che avevano un genitore o un nonno ebreo). Inizialmente, vennero fatte delle eccezioni: per chi già vi lavorava dall'Agosto del 1914, per i veterani tedeschi della Prima Guerra Mondiale e per coloro che avevano perso un padre o un figlio combattendo per la Germania o per i suoi alleati durante la Prima Guerra Mondiale.
• 7 aprile 1933: La legge che regolamentava il permesso per l'esercizio della professione legale, proibiva l'ammissione alla professione forense degli avvocati discendenti da non-ariani. (Vi furono però alcune eccezioni nei casi sopra menzionati).
• 22 Aprile 1933: Il decreto sui servizi sanitari riguardante il piano della salute pubblica negava il rimborso delle spese a quei pazienti che consultavano medici non-Ariani. Erano esclusi i medici Ebrei che erano veterani di guerra o che avevano sofferto a causa della guerra, erano esclusi.
• 25 Aprile 1933: La legge stabilì che il numero degli ebrei iscritti alle scuole tedesche non poteva superare l'1,5% del corpo studentesco. Nelle comunità nelle quali gli ebrei costituivano più del 5% della popolazione, tale percentuale poteva raggiungere il 5%. Inizialmente vennero fatte eccezioni per i figli degli ebrei che erano veterani di guerra, non considerati come facenti parte del contingente ebreo. Nell'ambito dell'applicazione di questa legge, venivano considerati ebrei gli alunni non aventi ambedue i genitori ariani.

12. I Nazisti pianificarono l'eccidio degli ebrei sin dall'inizio del loro regime?

La risposta a questa domanda è estremamente difficile. Mentre Hitler faceva spesso riferimento allo sterminio degli ebrei, sia nei suoi primi scritti (Mein Kampf) sia nei vari discorsi pronunciati durante gli anni '30, è quasi sicuro che i nazisti non avessero alcun piano operativo per l'annientamento sistematico degli Ebrei prima del 1941. La decisione dell'annientamento sistematico degli Ebrei fu presa, apparentemente, nella primavera del 1941 insieme alla decisione di invadere l'Unione Sovietica.
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Re: Parké i todeski łi se ła ga ciapà tanto co łi ebrei?

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2014 5:15 pm

???

http://hugequestions.com/Eric/HoloHoax/ ... ers-I.html

http://www.einaudi.it/var/einaudi/conte ... 227PCA.pdf



Con la parola antisemitismo si indicano i pregiudizi e gli atteggiamenti persecutori nei confronti degli ebrei.
http://it.wikipedia.org/wiki/Antisemitismo

Immagine

Il termine "antisemitismo" venne coniato nel settembre 1879, a Berlino, in Germania, da parte del nazionalista Wilhelm Marr, nello scritto La strada verso la vittoria del Germanismo sul Giudaismo, da una prospettiva aconfessionale, come eufemismo di Judenhass («odio per gli ebrei»): nonostante l'etimologia, esso non si riferisce all'odio nei confronti dei "popoli semiti" (cioè quelli che parlano lingue appartenenti al gruppo semitico, quali l'arabo, l'ebraico, l'aramaico e l'amarico), ma unicamente all'odio e alla discriminazione nei confronti degli ebrei. Il concetto espresso da Marr, che nei suoi scritti successivi verrà visto come un errore e ritrattato, nel secolo successivo assumerà valenze diverse, più ampie, e coinciderà spesso con la definizione degli atteggiamenti persecutori, tra i più gravi della storia contemporanea.

Storicamente si possono individuare un antisemitismo di carattere religioso (antigiudaismo), espresso nel paganesimo, nel Cristianesimo (Concilio Lateranense IV del 1213 relativamente ai decreti 67, 68, 69, 70, e bolle pontificie Cum Nimis Absurdum, Caeca et Obdurata, Hebraeorum Gens) e nell'Islam, e un antisemitismo di carattere razziale e culturale.

In Europa i pregiudizi e i miti relativi agli ebrei sono sempre stati molteplici, talvolta alimentati da testi pseudo-storici come Il libro del Kahal di Jacob Brafman o palesemente falsi come gli anonimi Protocolli dei Savi di Sion. Gli ebrei sono stati accusati di corporativismo e di elitarismo religioso per il fatto di prevedere il diritto a partecipare al culto ebraico in base alla linea di sangue. Furono inoltre accusati di refrattarietà alle altre culture e di essere attaccati al denaro. Paradossalmente agli ebrei si rinfacciava di essere ciò che la maggioranza imponeva loro, cioè di separarsi dagli altri quando erano costretti per legge a vivere in quartieri separati; di praticare laddove la legge permetteva loro – e anzi li incoraggiava – il prestito a interesse, che a cristiani e musulmani era ufficialmente interdetto; di non favorire le conversioni, quando queste erano duramente sanzionate[senza fonte] dalla legge.

L'antisemitismo era particolarmente diffuso nell'Europa dell'Ottocento, venendo accolto non solo da pensatori nazionalisti come Richard Wagner o Adolf Stoecker, ma anche da anarchici come Proudhon e Bakunin e progressisti come Charles Fourier, nonché da scrittori apolitici come Thomas Eliot, fino a sfociare in questioni pubbliche come l'Affare Dreyfus.

In tempi più recenti, fra le tante azioni attribuite agli ebrei c'è anche quella di aver preparato teoricamente la Rivoluzione russa.
Di origine ebraica era infatti Karl Marx, il principale e più illustre teorico del socialismo scientifico; di origine ebraica era Rosa Luxemburg, fondatrice del Partito Comunista Tedesco e Lev Trockij, il famoso fondatore dell'Armata Rossa. Anche Lenin, principale fautore della Rivoluzione russa, aveva remote origini ebraiche, e dei 12 membri del Comitato Centrale del Partito Comunista Russo del 1918, nove erano ebrei.


Vigneta antisemita statunitense ke ła dipinxe łi ebrei come ladri e sasini de Cristo

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Re: Parké i todeski łi se ła ga ciapà tanto co łi ebrei?

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2014 8:30 pm

???


Repubblica di Weimar

http://www.lindipendenza.com/le-farneti ... -ungherese

Sono andato a leggermi il post definito “farneticante” da Leonardo Facco e Matteo Corsini e il testo non mi è sembrato così stralunato.

Dopo la Grande Guerra, in Germania, nella Repubblica di Weimar, per l’accanimento delle Nazioni vincitrici il Paese e, soprattutto i suoi abitanti, vennero sottoposti a gravi “riparazioni economiche” a titolo di risarcimento, riparazioni che ammontarono a 20 miliardi di Marchi oro.
Più tutta una selva di altri “compensi” che riguardavano anche lo smembramento del territorio nazionale che aveva un qualche valore economico come la Regione della Ruhr invasa dall’esercito francese per avere garanzia, grazie alla presenza del carbone, di rientrare dei crediti che unilateralmente aveva imposti alla Nazione vinta e disfatta.
Intanto la gente, in Germania, moriva di fame, per le strade, come in India.
Il link seguente descrive e paragona e la Repubblica di Weimar con l’Italia attuale.
Terrificanti le similitudini!

http://www.google.it/imgres?imgurl=http ... CC4QrQMwAQ

Hitler, giunto al potere nel’33, decise di basare il valore della moneta tedesca non sui soliti rapporti che portavano il controllo della moneta, e, quindi dello Stato, fuori dai confini tedeschi, come adesso, ma sul “lavoro”: vennero organizzati immani lavori pubblici, costruzioni di strade, essenzialmente, ai lavoratori venivano assegnati dei “buoni” che potevano spendere per sfamarsi.
Nel giro di alcuni anni l’economia tedesca si risollevò: gli speculatori e i comunisti, che nella miseria generale acquistavano per un pezzo di pane beni ed aziende, non accettarono questa nuova politica e chiesero la destituzione del Cancelliere.

Questo aspetto ce lo descrive Benjamin Freedman:
[ ... ]
Ad un certo punto gli ebrei del mondo convocarono una conferenza ad Amsterdam.
E qui, venuti da ogni parte del mondo nel luglio 1933, intimarono alla Germania: ”Mandate via Hitler, rimettete ogni ebreo nella posizione che aveva ???, sia comunista o no. Non potete trattarci in questo modo ???. Noi, gli ebrei del mondo, lanciamo un ultimatum contro di voi”.

Potete immaginare come reagirono i tedeschi.

Nel 1933, quando la Germania rifiutò di cedere alla conferenza mondiale ebraica di Amsterdam, Samuel Untermeyer, che era il capo della delegazione americana e presidente della conferenza, tornò in USA, andò agli studios della Columbia Broadcasting System (CBS) e tenne un discorso radiofonico in cui in sostanza diceva: “Gli ebrei del mondo dichiarano ora la Guerra Santa contro la Germania.
Siamo ora impegnati in un conflitto sacro contro i tedeschi.
Li piegheremo con la fame. Useremo contro di essi il boicottaggio mondiale.
Così li distruggeremo, perché la loro economia dipende dalle esportazioni” (6)
(6) Freedman allude qui al vero e proprio rito magico di maledizione, detto Cherem o scomunica maggiore, celebrato al Madison Square Garden il 6 settembre 1933. «Furono ritualmente accesi due ceri neri e si soffiò tre volte nello shofar [il corno di ariete], mentre il rabbino B.A. Mendelson pronunciava la formula di scomunica» contro la Germania. Samuel Untermeyer, membro del B’nai B’rith, ripeterà il 5 gennaio 1935 la dichiarazione di embargo totale contro le merci tedesche «a nome di tutti gli ebrei, framassoni e cristiani» (Jewish Daily Bulletin, New York, 6 gennaio 1935).

http://it.wikipedia.org/wiki/Samuel_Untermyer

Come attivista sionista nel 1933 fu capo delegazione statunitense alla conferenza mondiale ebraica di Amsterdam.
A quella conferenza venne eletto presidente della stessa.
Al suo ritorno negli Stati Uniti rivolse un accorato appello alla nazione dagli studi radiofonici della WABC, con cui chiese di intraprendere una guerra santa da parte di tutti gli ebrei contro la Germania, e dove chiedeva ai non ebrei di boicottare tutti i prodotti tedeschi.
L'intero discorso venne pubblicato dal New York Times il giorno seguente (24 marzo 1933).

Fu un sostenitore del movimento sionista e fu presidente del Keren Hayesod, l'agenzia attraverso cui il movimento si finanziava e si identificava negli Stati Uniti e in altri paesi.



Eco coel ke li scrive falbando le robe:

Copyright © 1995, The Simon Wiesenthal Center
9760 West Pico Boulevard, Los Angeles, California 9003
http://www.triangoloviola.it/36domawi.html

11. Quali furono le prime misure adottate dai nazisti contro gli ebrei?
1 Aprile 1933: Il boicottaggio da parte dei nazisti dei negozi e delle imprese degli ebrei.
...

Ste mexure (ke le corisponde al scuminsio de la persecusion de li ebrei en Xermagna) le xe scuminsià na setimana dopo ke l'ebreo meregan Samuel Untermyer http://it.wikipedia.org/wiki/Samuel_Untermyer el (24 marzo 1933) el ga dikiarà la goera de tuti li ebrei del mondo contro la Xermagna e i todeski.

Coela ke vien fata pasar par el scuminsio de la persegusion lè lomè ke la ritorsion todesca a la dikiarasion de goera fataghe da li ebrei de tuto el mondo, par motivi de soramansa economega mondial e no par maltratamenti e persecusion nasiste a li ebrei de la Xermagna.
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Re: Parké i todeski łi se ła ga ciapà tanto co łi ebrei?

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2014 8:51 pm

???

Le date:

El 24 marzo 1933 ghè la dikiarasion de la goera economega de tuti li ebrei del mondo contro la Xermagna e i todeski, par darghe conro a la so nova poledega economega e monedara.

El 1 Aprile 1933 scuminsia el boicotajo da parte dei todeski de i negosi e de le enprexe de li ebrei en Xermagna.

No la xe na persecusion rasista dei nasisti, ma la reasion de li todeski, de lo stato xerman e la dikiarasion de goera economega fataghe na setimana prima da li ebrei de tuto el mondo.

En vanti de sta data gnaon ebreo de la Xermagna el jera stà maltratà e persegoità da i todeski.


I ga contà la storia envertendo le robe, li ga fato pasar la naturale e lejitima reasion de defexa de li todeski a la dikiarasion de goera economega de li ebrei par el scuminsio de la persecusion ebraega e la dikiarasion de goera economega come na lexitima reasion de li ebrei a sta persecusion de li todeski;
en veretà le robe le xe el contraro: prima ghè stà la dikiarasion de goera economega ebraega e dapò ghè stà la reasion todesca.
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Re: Parké i todeski łi se ła ga ciapà tanto co łi ebrei?

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2014 9:19 pm

???


Xe vero ke Hitler entel Mein Kampf el gheva scrito:

http://it.wikipedia.org/wiki/Mein_Kampf
Mein Kampf (La mia battaglia) è il saggio pubblicato nel 1925 attraverso il quale Adolf Hitler espose il suo pensiero politico e delineò il programma del partito nazista anticipando il tutto con un'autobiografia.

...

Mein Kampf è stato studiato come un'opera di filosofia politica. Per esempio, Hitler rivela il suo odio per ciò che riteneva fossero i due mali gemelli del mondo: comunismo ed ebraismo. Il nuovo territorio di cui la Germania aveva bisogno avrebbe realizzato nella giusta maniera il "destino storico" del popolo tedesco; tale obiettivo, a cui Hitler si riferiva parlando del Lebensraum (spazio vitale), spiega perché Hitler, con modi aggressivi, volle estendere la Germania ad est e, in particolar modo, invadere la Cecoslovacchia e la Polonia, prima ancora di lanciare il suo attacco contro la Russia.
Nel libro Hitler sostiene apertamente che in futuro la Germania "dovrà mentire nella conquista dei territori ad est a spese della Russia.
Nel corso dell'opera, Hitler evidenzia le sofferenze politiche del cancelliere tedesco nel parlamento della Repubblica di Weimar e inveisce contro gli ebrei e i socialdemocratici, così come i marxisti. Annuncia di voler distruggere completamente il sistema parlamentare ritenendolo per lo più corrotto, sulla base del principio secondo cui i detentori del potere sono opportunisti per natura.

Altri punti salienti del libro sono:

-la creazione di un socialismo nazionale;
-la lotta al bolscevismo;
-l'antisemitismo;
-la caratterizzazione della razza ariana pura e superiore;
-l'alleanza con il Regno Unito al fine d'evitare un'eventuale guerra su due fronti.


Però fin a a la dikiarasion del 24 marso 1933 (da parte de li ebrei del mondo par boca de Samuel Untermeyer) a li ebrei de la Xermagna no ghe jera stà storxà on cavejo.
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Re: Parké i todeski łi se ła ga ciapà tanto co łi ebrei?

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2014 9:29 pm

???


Benjamin Freedman

Pubblichiamo un estratto, di particolare significato, da «Israele, USA, il terrorismo islamico» , Maurizio Blondet, EFFEDIEFFE, 2005, pagine 161-171.

Uomo d’affari di successo (era il proprietario della Woodbury Soap Co.), ebreo di New York, patriota americano, Benjamin Freedman – che era stato membro della delegazione americana al Congresso di Versailles nel 1919 – ruppe con l’ebraismo organizzato e i circoli sionisti dopo il 1945, accusandoli di aver favorito la vittoria del comunismo in Russia.

Da quel momento, dedicò la vita e le sue ragguardevoli fortune (2,5 milioni di dollari di allora) a combattere e denunciare le trame dei suoi correligionari (1).

Benjamin Freedman tenne, nel 1961, al Willard Hotel di Washington ad un’influente platea, riunita dal giornale americano Common Sense, il seguente discorso.

«Qui negli Stati Uniti, i sionisti e i loro correligionari hanno il completo controllo del nostro governo.
Per varie ragioni, troppo numerose e complesse da spiegare qui, i sionisti dominano questi Stati Uniti come i monarchi assoluti di questo Paese.
Voi direte che è un’accusa troppo generale: lasciate che vi spieghi quel che ci è accaduto mentre noi tutti dormivamo.

Che cosa accadde?

La Prima Guerra Mondiale scoppiò nell’estate del 1914.
Non sono molti a ricordare, qui presenti.
In quella guerra, Gran Bretagna, Francia e Russia erano da una parte; dalla parte avversa, Germania, Austria-Ungheria e Turchia.

Entro due anni, la Germania aveva vinto quella guerra.
Non solo nominalmente, ma effettivamente.
I sottomarini tedeschi, che stupirono il mondo, avevano fatto piazza pulita di ogni convoglio che traversava l’Atlantico.
La Gran Bretagna era priva di munizioni per i suoi soldati, e poche riserve alimentari, dopo cui, la prospettiva della fame.
L’armata francese s’era ammutinata: aveva perso 600 mila giovani nella difesa di Verdun sulla Somme.
L’armata russa stava disertando in massa, tornavano a casa, non amavano lo Zar e non volevano più morire.

L’esercito italiano era collassato [a Caporetto].
Non un colpo era stato sparato su suolo tedesco.
Non un solo soldato nemico aveva attraversato la frontiera germanica.

Eppure, in quell’anno [1916] la Germania offrì all’Inghilterra la pace.
Offriva all’Inghilterra un negoziato di pace su quella base, che i giuristi chiamano dello ‘status quo ante’.

Ciò significa: ‘Facciamola finita, e lasciamo tutto com’era prima che la guerra cominciasse‘.
L’Inghilterra, nell’estate del 1916, stava seriamente considerando quest’offerta.
Non aveva scelta.
O accettava quest’offerta magnanima, o la prosecuzione della guerra avrebbe visto la sua disfatta.

In questo frangente, i sionisti tedeschi, che rappresentavano il sionismo dell’Europa Orientale, presero contatto col Gabinetto di Guerra britannico – la faccio breve perché è una lunga storia, ma ho i documenti che provano tutto ciò che dico – e dicono: ‘Potete ancora vincere la guerra. Non avete bisogno di cedere. Potete vincere se gli Stati Uniti intervengono al vostro fianco‘.
Gli Stati Uniti non erano in guerra allora».

«Eravamo nuovi; eravamo giovani; eravamo ricchi; eravamo potenti.
Essi dissero all’Inghilterra: ‘Noi siamo in grado di portare gli Stati Uniti in guerra come vostro alleato, per battersi al vostro fianco, se solo ci promettete la Palestina dopo la guerra‘. […].

Ora, l’Inghilterra aveva tanto diritto di promettere la Palestina ad altri quanto gli Stati Uniti hanno il diritto di promettere il Giappone all’Irlanda.
E’ assolutamente assurdo che la Gran Bretagna, che non aveva mai avuto alcun interesse o collegamento con quella che oggi chiamiamo Palestina, potesse prometterla come moneta in cambio dell’intervento americano.
Tuttavia, fecero questa promessa, nell’ottobre 1916 [con la Dichiarazione Balfour, ndr.].

E poco dopo – non so se qualcuno di voi lo ricorda – gli Stati Uniti, che erano quasi totalmente pro-germanici, entrarono in guerra come alleati della Gran Bretagna.

Dico che gli Stati Uniti erano quasi totalmente filotedeschi perché i giornali qui erano controllati dagli ebrei, dai nostri banchieri ebrei – tutti i mezzi di comunicazione di massa – e gli ebrei erano filotedeschi.

Perché molti di loro provenivano dalla Germania, e anche volevano vedere la Germania rovesciare lo Zar; non volevano che la Russia vincesse.
Questi banchieri ebrei tedeschi, come Kuhn Loeb e delle altre banche d’affari negli Stati Uniti, avevano rifiutato di finanziare la Francia o l’Inghilterra anche con un solo dollaro.

Dicevano: ‘Finché l’Inghilterra è alleata alla Russia, nemmeno un centesimo!
Invece finanziavano la Germania; si battevano con la Germania contro la Russia.
Ora, questi stessi ebrei, quando videro la possibilità di ottenere la Palestina, andarono in Inghilterra e fecero l’accordo che ho detto.
Tutto cambiò di colpo, come un semaforo che passa dal rosso al verde.

Dove i giornali erano filotedeschi, […] di colpo, la Germania non era più buona.
Erano i cattivi.
Erano gli Unni.
Sparavano sulle crocerossine.Tagliavano le mani ai bambini.

Poco dopo, mister Wilson [il presidente Woodrow Wilson, ndr.] dichiarava guerra alla Germania.
I sionisti di Londra avevano spedito telegrammi al giudice Brandeis (2): ‘Lavorati il presidente Wilson. Noi abbiamo dall’Inghilterra quello che vogliamo. Ora tu lavorati il presidente Wilson e porta gli USA in guerra‘.
Così entrammo in guerra.
Non avevamo interessi in gioco.
Non avevamo ragione di fare questa guerra, più di quanto non ne abbiamo di essere sulla luna stasera, anziché in questa stanza.

Ci siamo stati trascinati perché i sionisti potessero avere la Palestina.

Questo non è mai stato detto al popolo americano.

Appena noi entrammo in guerra, i sionisti andarono dalla Gran Bretagna e dissero: ‘Bene, noi abbiamo compiuto la nostra parte del patto.
Metteteci qualcosa per iscritto come prova che ci darete la Palestina‘.
Non erano sicuri che la guerra durasse un altro anno o altri dieci.
Per questo cominciarono a chiedere il conto.
La ricevuta.
Che prese la forma di una lettera, elaborata in un linguaggio molto criptico, in modo che il resto del mondo non capisse di che si trattava.
Questa fu chiamata la Dichiarazione Balfour» (3). […]

«Da qui cominciano tutti i problemi. […]
Sapete quello che accadde.
Quando la guerra finì, la Germania andò alla Conferenza di Pace di Parigi nel 1919 [nella delegazione USA] c’erano 117 ebrei, a rappresentare gli Stati Uniti, capeggiati da Bernard Baruch (4).

C’ero anch’io, e per questo lo so.
Che cosa accadde dunque?

Alla Conferenza di Pace, mentre si tagliava a pezzi la Germania e si spezzettava l’Europa per darne parti a tutte quelle nazioni che reclamavano il diritto a un certo territorio europeo, gli ebrei presenti dissero:
‘E la Palestina per noi?’, ed esibirono la Dichiarazione Balfour.

Per la prima volta a conoscenza dei tedeschi.
Così i tedeschi per la prima volta compresero: 'Ah, era questa la posta! Per questo gli Stati Uniti sono entrati in guerra'.
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Re: Parké i todeski łi se ła ga ciapà tanto co łi ebrei?

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2014 9:37 pm

Dichiarazione Balfour

http://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_Balfour

Il termine Dichiarazione Balfour viene applicato a due importanti dichiarazioni di politica estera del Regno Unito, associate allo statista conservatore ed ex primo ministro Arthur Balfour.
La prima e più nota è la Dichiarazione Balfour del 1917: Una lettera ufficiale del Foreign Office britannico guidato da Arthur Balfour (dal dicembre 1916 all'ottobre 1919), indirizzata a Lord Walter Rothschild, che veniva visto come rappresentante del popolo ebraico.
La lettera dichiarava che il governo britannico "vede(va) con favore la creazione in Palestina di una nazione per il popolo ebraico".
La seconda e meno nota Dichiarazione Balfour del 1926, riconosceva i Dominion autogovernati dell'Impero Britannico come stati pienamente autonomi.
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Re: Parké i todeski łi se ła ga ciapà tanto co łi ebrei?

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2014 9:43 pm

???

Mi lo go senpre savesto (e sentesto drento) ke li todeski no li jera e no li xe dexomani, no ghe go mai credesto a le parole ke li voleva come mostri, anca se la storia de la Shoah la me ga fato pianxar e par ani a go cantà col magon la canson de i camini de Auschwitz endoe kel fumo de i forni el se łevava su pian pianeto, lento su par el çeło.
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