La riforma è passata, grazie Israele, grazie Netanyahu per aver liberato una porzione di terra e doi umanità dalla dittatura della magistratura sinistrata. Un buon esempio per tutti glia altri paesi dell'Occidente.
La Knesset approva il punto cruciale della riforma giustizia. L'opposizione preannuncia ricorso
Passa con 64 voti a favore su 120 la riforma di Netanyahu. L'opposizione e milioni di cittadini da mesi protestano contro la legge che limita i poteri della Corte Suprema a vantaggio dell'esecutivo. Manifestanti arrestati a GerusalemmeAntonella Alba
lunedì 24 luglio 2023
https://www.rainews.it/articoli/2023/07 ... f3850.htmlIl parlamento israeliano ha approvato la modifica della 'clausola di ragionevolezza', uno dei punti chiave della riforma giudiziaria del governo di Benyamin Netanyahu. La modifica passa con 64 voti a favore su 120. L'intera opposizione ha boicottato il voto lasciando l'aula. Non ci sono stati quindi né voti contrari né astenuti. La contestata riforma della giustizia voluta dall'attuale governo conservatore guidato da Benjamin Netanyahu è dunque passata in un Parlamento assediato dalle proteste.
A Gerusalemme almeno 19 gli arresti. Alcuni manifestanti hanno bloccato la grande autostrada Begin che attraversa la città. E malgrado il carattere pacifico della protesta, la polizia ha fatto uso di idranti contro la folla, riferisce Times of Israel. "Chi non è qui in questo momento non è presente alla battaglia più importante della storia del Paese”, ha detto un attivista. Il principale sindacato del settore pubblico israeliano ha annunciato la possibilità di uno sciopero generale.
Non meno incandescente il dibattito parlamentare intorno al voto. "Non c'è alcun altro paese al mondo dove esista una 'clausola di ragionevolezza' generale, così come da noi", ha affermato il ministro della giustizia Yariv Levin (Likud) nel sottoporre oggi al voto il testo elaborato per "limitarla" e per ridurre così in maniera significativa il potere dei giudici di annullare, in casi estremi, provvedimenti e nomine decisi dal governo o da ministri.
Ogni mediazione con la maggioranza di governo è fallita, ha detto il leader dell'opposizione Yair Lapid che ora promette battaglia. Già domani ricorreremo alla Corte Suprema contro questa legge impropria, contro l'annullamento unilaterale del carattere democratico di Israele, contro la maniera antidemocratica e prevaricatrice con cui sono stati condotti i dibattiti nella commissione parlamentare", ha detto il leader del partito centrista Yesh Atid.
"Chi voterà per questa legge colpirà le strutture portanti della democrazia. La responsabilità principale ricade sul premier", aveva avvertito il leader centrista Benny Gantz.
Che cos'è la "clausola di ragionevolezza" messa in discussione dalla riforma
Israele non ha una Costituzione scritta e il suo Parlamento è monocamerale. Con il nuovo disegno di legge sulla "ragionevolezza" si vieta alla Corte suprema di pronunciarsi sulle decisioni e le nomine fatte dal governo e i singoli ministri. Si tratta del primo importante provvedimento approvato nell'ambito di una ben più larga riforma giudiziaria promossa dall'attuale governo fortemente orientato a destra. Gli oppositori temono che il potere esecutivo e quello giudiziario possano prevalere sulle prerogative della Corte Suprema. Il governo sostiene che la novità rafforzerà la democrazia, ma l'opposizione è convinta che cancellerà un meccanismo di controllo decisivo, aprendo la strada a un sistema più autoritario e meno pluralista.
La Corte Suprema non potrà più, al contrario di oggi, ad esempio porre veti su decisioni inerenti la partecipazione di membri con precedenti giudiziari all'interno del governo. Uno su tutti il caso di Arieh Deri - leader religioso di peso della coalizione - che Netanyahu dovette allontanare dall'esecutivo su ordine della Corte Suprema in quanto più volte condannato per reati fiscali. La corte stabilì che in base a tali precedenti era "irragionevole" la sua nomina a ministro dell'Interno e della sanità decisa da Netanyahu.
Il primo ministro israeliano, reduce da un ricovero ospedaliero per un impianto di pacemaker, appena dimesso è arrivato stamane alla Knesset, entrando da un ingresso di emergenza aggirando i manifestanti all'esterno per quella che resta la protesta più massiccia mai vista in Israele negli ultimi anni contro una legge che intende limitare i poteri della Corte Suprema a vantaggio del potere esecutivo e legislativo.
Netanyahu ha ignorato le domande dei giornalisti e le decine di manifestanti anti-riforma andando spedito nel suo ufficio per incontrare il ministro della Giustizia Yariv Levin e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich.
A nulla è valso il tentativo del presidente israeliano Isaac Herzog, appena tornato da una visita ufficiale negli Usa, di mettere pace tra la coalizione di governo e l'opposizione. "Ho lavorato 24 ore su 24 per mediare un accordo avvertendo che Israele è in un'emergenza nazionale", ha affermato in una nota "ma ci sono ancora lacune che richiedono alle varie parti di mostrare responsabilità". E ha aggiunto: "I cittadini israeliani hanno sete di speranza e si aspettano responsabilità e leadership. Chiedo a governo e opposizione di agire con coraggio e di tendere le mani per raggiungere un'intesa".
Ma la riforma resta fortemente divisiva. Perfino più di 10.000 riservisti dell'esercito hanno annunciato nel fine settimana che termineranno il servizio volontario se il governo attuerà i suoi piani per riformare la magistratura.
Voglio aprire con la foto più commovente che abbia visto nell'ultimo giorno.Benjamin Netanyahu - בנימין נתניהו
24 luglio 2023
https://www.facebook.com/watch?v=1416333202478595Ieri, a mezzanotte, messe di israeliani si sono affondate per manifestare a favore e contro la riforma. Da un lato della scala mobile, alla stazione ferroviaria di Gerusalemme, c'erano i sostenitori - e nella direzione opposta, gli avversari. Alcuni sono saliti e altri sono scesi. Tutti tenevano bandiere, tutti leggevano canti, tutti li con il cuore.
E poi, nonostante le divergenze di opinione, quando si trovavano a distanza di toccante, un uomo ha allungato la mano al suo amico. Prima uno, poi un altro, e poi un altro. Si sono stretti la mano - non come nemici, non come odiatori, ma come fratelli. Questo è con Israele. Questo è il nostro spirito. Questo è dove dovremmo sempre sforzarci, e soprattutto in questi giorni.
Oggi abbiamo fatto una mossa democratica richiesta, la mossa ha lo scopo di ristabilire un livello di equilibrio tra le autorità, presenti da 50 anni. Abbiamo approvato l'emendamento all'aumento della probabilità, affinché il governo eletto possa guidare la politica secondo la decisione della maggior parte dei cittadini del paese.
La realizzazione della volontà elettorale non è in alcun modo la "fine della democrazia" - è l'essenza della democrazia. Data l'importanza della questione, la coalizione ha lavorato in tutti i modi per raggiungere un accordo con l'opposizione. Non è proprio scontato.
Nei precedenti casi di intensa disputa pubblica, i governi non hanno tenuto una mano agli oppositori politici: né a Oslo A, né a Oslo B, né alla deportazione di Gush Katif, né agli accordi per consegnare terreni statali e riserve di gas al Libano e di fatto a Hezbollah.
Ma guidavamo in modo diverso. Abbiamo accettato di sospendere la legislazione, l'abbiamo fermata per tre mesi consecutivi. Abbiamo concordato cambiamenti significativi alla politica originale.
Lo dico con rammarico: nessuna delle nostre proposte di compromesso è stata accolta. Nessuno. Anche oggi in parlamento, a metà votazione, fino all'ultimo minuto - abbiamo cercato di raggiungere un accordo, ma l'altra parte ha continuato a rifiutarlo. E vi ricordo che fino a poco tempo fa, alti funzionari dell'opposizione sostenevano il cambiamento della probabilità Eilat. Altri hanno persino acconsentito a cancellarlo completamente.
Ma anche se non si accetta la correzione dimensionale apportata, di certo non giustifica l'interruzione della loro vita e provoca sofferenza a milioni di cittadini che non riescono ad andare al lavoro o agli ospedali o all'aeroporto, a causa di blocchi stradali, ritardi ambulanze, incendi dolosi, blocchi dell'aeroporto Ben Gurion.
E nonostante tutto amici miei continueremo a falsificare discorsi e a raggiungere accordi. Non rinunceremo alla possibilità di ottenere un ampio accordo - e vi dico che è possibile.
Già nei prossimi giorni, la coalizione si rivolgerà all'opposizione per avere una conversazione tra di noi. Siamo pronti a discutere subito di tutto, e farlo in pausa e arrivare ad un accordo inclusivo su tutto e se serve aggiungeremo più tempo, fino a fine novembre. È abbastanza tempo per trovare un accordo su tutto.
Abbiamo accordi - siamo tutti d'accordo sul fatto che Israele debba rimanere una democrazia forte, che continuerà a proteggere i diritti privati di tutti, che non diventerà uno Stato Halak, che la corte continuerà ad essere indipendente e che nessuna parte lo controllerà.
Vorrei sottolinearlo ancora una volta: nessuna delle due parti deve controllare il tribunale. Non succederà durante il nostro turno.
Cittadini di Israele,
Su un'altra cosa dobbiamo essere tutti d'accordo: l'IDF deve stare fuori da ogni disputa politica. Sappiamo tutti che l'IDF si affida a servi di riserva dedicati che amano il paese. L'appello al rigetto danneggia la sicurezza di tutti i cittadini del Paese. Nessun governo ha la possibilità di cedere al rifiuto degli scrittori e noi non cederemo a tali scrittori.
Invito voi, fratelli e sorelle servitori riservati - lasciate il servizio in FDI fuori dal dibattito politico.
Abbiamo un paese, una casa, una nazione. Alla vigilia di Tisha B'Av, veglieremo insieme su di loro da ogni veglia.
Dico ai leader dell'opposizione: si può continuare a discutere, si può continuare a vincere, ma si può fare anche altro: si possono raggiungere accordi sul proseguimento.
Cerchiamo di arrivare a un accordo. Questo è il mio appello a voi, e allungo la mia mano per invocare pace e rispetto reciproco dentro di noi.
E un'ultima parola ai nostri nemici: so che non sapete cosa sia la democrazia. Non costruire sulla discussione dentro di noi. Come sempre, resteremo spalla a spalla e inseguiremo insieme qualsiasi minaccia per il nostro caro paese.
COS’È LA RIFORMA GIURIDICA E PERCHÈ RAFFORZERÀ LA DEMOCRAZIA SENZA PORTARE ALLA DITTATURA David Sal
23 luglio 2023
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9111256738La riforma della giustizia trasformerà Israele in una dittatura.
FALSO. Prima del 1995 in Israele la ripartizione dei poteri era identica alla situazione che si vuole ricreare con la riforma. Sappiamo bene che Ben Gurion si opponeva ad una costituzione scritta e che sosteneva con forza la sovranità della knesset che doveva assolutamente avere l’ultima parola sulle leggi promulgate.
La riforma è un rovesciamento degli equilibri dei poteri e vuole dare più potere al governo.
FALSO. Il rovesciamento de poteri vero e proprio é stato effettuato dal presidente della corte suprema Aharon Barak che nel 1995 ha deciso fascistamente di elevare due leggi a costituzione e sulla base di esse avere il potere di annullare le leggi della knesset qualora i giudici pensino che vengano a scontrarsi con queste due leggi fondamentali.
Importante sottolineare che Barak non ha chiesto il parere alla knesset e dunque si è ingiustamente appropriato del potere legislativo soverchiando l’autorità del parlamento.
La riforma verrebbe ad aggiustare questo assalto al potere legislativo da parte dei giudice e a ripristinare l’equilibrio tra i poteri.
Una volta passata la riforma i giudici non potranno più intervenire sulle nomine pubbliche.
FALSO. I giudici possono avere mille modi di cancellare una nomina qualora siano convinti che essa sia sbagliata o indice di corruzione, persino dopo che “la base di ragionevolezza” verrà limitata. Ci sono altre clausole che permettono la cancella di una nomina come la clausola di Ashtek.
Dopo il cambiamento del comitato di nomina dei giudici il Governo nominerà solo giudici di suo gusto.
FALSO. Il governo mira ad avere una ripartizione equa all’interno del comitato in modo di poter avere un composto di giudici più eterogeneo. Il sistema proposto dalla coalizione suggerisce solamente la nomina di due giudici scelti esclusivamente dal governo e dal terzo in poi solo in concordato con l’opposizione e gli altri enti legali presenti nel corpo elettore.
Il comitato che elegge i giudici è già eterogeneo e non ha bisogno di essere cambiato.
FALSO. Il comitato che elegge i giudici è uno dei problemi fondamentali perché il sistema corrente permette ai giudici di eleggere altri giudici di loro piacimento grazie al loro potere di veto. Il governo di destra è sempre in minoranza all’interno di questo sistema.
Tutti i piloti e tutti i vertici militari si stanno opponendo alla riforma.
FALSO. Solamente un gruppo esiguo di piloti in pensione o comunque volontari (cioè non più in obbligo di prestare servizio) stanno usando il volontariato (non indispensabile) come leva per ricattare il governo. Distruttivo sarebbe cedere ad un ricatto di qualche soldato in pensione, sarebbe l’inizio di una dittatura militare alla Fidel Castro.
C’è da dire che la principale organizzazione Brothers in arms che dirige l’intera proposta è un’associazione fantasma non realmente registrata in Israele che si appoggia ad altri enti come Breaking the silence il cui obiettivo è quello di far processare i nostri soldati all’estero per crimini di guerra.
Nessun paese ha un sistema simile a quello che la riforma vorrebbe ottenere.
FALSO. Gran Bretagna, Svizzera, Lussemburgo, Nuova Zelanda sono paesi in cui la corte suprema non può in alcun modo annullare una legge mentre negli USA I giudici sono nominati dai politici.
Sono tutti paesi super democratici, dunque pericolo per la democrazia scongiurato.
Ieri, per lavoro, sono stato alla manifestazione a favore della riforma del sistema giudiziario e vi assicuro che a Tel Aviv le strade erano piene di gente che chiedeva la riforma. Come giornalisti ho visto colleghi della RAI italiana, del Canale 11 e Canale 14 e noi di The Media Line.
Michael Sfaradi
24 luglio 2023
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4786604731Non ho visto giornalisti o telecamere di Canale 12 di Canale 13 e di tutti gli altri canali che in questi mesi hanno fatto da cassa di risonanza alle manifestazioni contro la riforma. Non so se c'erano, ma non li ho visti e credetemi ho girato molto in zona alla ricerca delle loro troupe. Per quello che mi riguarda ho avuto le conferme ai dubbi che avevo, e cioè che le notizie sui contrari sono sicuramente pompate mentre si ignorano alla grande i favorevoli.
In Israele c'è ormai un'informazione da terzo mondo che è la cartina tornasole della tanto decantata democrazia dei contrari.
Montanelli diceva che i giornalisti sono i cani da guardia della democrazia, per quello che mi riguarda continuerò ad abbaiare finché ne avrò la forza. E' una promessa che faccio a me stesso.
Con il mio caro e amato Israele26 luglio 2023
https://www.facebook.com/ibengvir/posts ... 1sjnqqFhwlTisha B'Av è una giornata di riflessione sociale e nazionale, digiuno e lutto. Che tu faccia una cosa - per farci riflettere e contemplare la ragione nel giardino del disastro della distruzione e del terribile esilio è sulla nostra nazione.
L'odio libero, è la causa radice portata come principale motivo di distruzione. Questa è la cosa principale che dobbiamo sistemare.
In questo giorno voglio dirvi miei cari fratelli e sorelle chi mi sostiene e chi mi sta contro vi voglio bene Amo ognuno di voi. Amo ogni ebreo. Amo e sono disposto a dare la mia vita ad ognuno di voi. A me non importa affatto destra e sinistra, aschenaziti e orientali, religiosi e laici, centro e periferia, sostenitori e oppositori della riforma.
Ogni ebreo dovunque sia, da Israele e dal mondo. Vi voglio bene, ragazzi. Sono tutti i miei amati fratelli e con l'aiuto di Dio supereremo le nostre differenze con amore.
Utile e facile veloce per tutti noi
‘’La democrazia israeliana non è in pericolo’’ Intervista a Fiamma Nirenstein
30 luglio 2023
https://shalom.it/blog/israele-bc1/a-a- ... l3PhbDIKbo Con l’approvazione da parte della Knesset, in seconda e terza lettura, del disegno di legge sugli standard di ragionevolezza, ossia il primo frammento della tanto discussa riforma giudiziaria, si sono intensificate le proteste in tutta Israele. Per fare chiarezza su ciò che sta accadendo nello Stato Ebraico, Shalom ha intervistato la giornalista e scrittrice Fiamma Nirenstein.
«Non credo che la sostanza del contendere, cioè la riforma giudiziaria, sia in sé per sé quello scontro che pretende di essere, cioè uno scontro sulla democrazia. - ha affermato Nirenstein - Non vedo la democrazia israeliana in pericolo».
«L’idea che la Corte Suprema debba restare fondamentale e importantissima è giusta. Ma il diritto di intervenire sulle leggi votate dal Parlamento secondo un criterio soggettivo, quello della cosiddetta “ragionevolezza”, è sbagliato: infatti ciò che è ragionevole per te, può non esserlo per me e viceversa. Proposte di modifica erano arrivate in passato anche da Yair Lapid, Benny Gantz, Gideon Sa'ar, Avigdor Lieberman», gli stessi che ora attaccano la riforma. «L’idea per cui la piramide giudiziaria israeliana dovrebbe avere il diritto di cancellare le leggi secondo un criterio di “ragionevolezza”, non esiste in nessun'altra parte del mondo» ha aggiunto.
«Una volta cancellato questo criterio, la Corte Suprema ha comunque poteri vastissimi, infatti esistono molte altre ragioni per cui una legge, se impugnata e denunciata, può essere cancellata» ha spiegato Nirenstein, che ha sottolineato come lo stesso organo giudiziario stia valutando addirittura la possibilità di cancellare lo stralcio legge appena votato.
Parlando delle proteste, la giornalista ne ha sottolineato la particolare veemenza: «A me sembra non l'antagonismo nei confronti di una legge, ma una furiosa negazione della legittimità di un Governo che ha 64 seggi in un Parlamento di 120». Secondo Nirenstein, l’insofferenza di chi si oppone al governo è dovuta al grande scontro che caratterizza tutto il mondo occidentale dal secondo dopoguerra fino al giorno d'oggi, «uno scontro mortale fra destra e sinistra che si serve di parametri eccessivi dal punto di vista della narrazione, per esempio come quando la sinistra accusa la destra di essere “fascista” e di volere uno stato autoritario».
«Se si guarda ai sette mesi di enormi dimostrazioni di piazza, che hanno bloccato autostrade, ospedali e l’aeroporto, e all’atteggiamento di praticamente tutti gli organi di informazione, non vedo segni di repressione nella società israeliana».
Sebbene molti media facciano intendere che Netanyahu abbia rifiutato tutti i compromessi sulla riforma, la giornalista ha spiegato a Shalom come in realtà siano stati «modificati in parecchi punti sostanziali e la parte di legge appena votata è stata sospesa fino a novembre, quando, il primo ministro ha affermato, verrà ripresa in mano la questione in un clima di maggiore unità». «Questo evidentemente sottintende che ci sono trattative in corso».
Se ci si chiede perché comunque il governo abbia voluto procedere fino a questa votazione, che ha ancora una volta suscitato tanto rifiuto, Nirenstein dice che la risposta va cercata nel rapporto tra il Paese e l’esercito: «Il governo continua ad andare avanti con la riforma perché non può cedere al rifiuto a servire da parte di un numero non rilevante, ma significativo, di riservisti e soprattutto di piloti, essenziali alla sicurezza del Paese». «Se Netanyahu avesse ceduto al ricatto - ha detto Nirenstein - si sarebbe accettato il principio che il potere militare ha un ruolo determinante rispetto al principio che il potere civile, ossia quello del parlamento, che deve essere sempre al primo posto». Cioè è stato affermato che l’esercito dipende dal popolo d’Israele e non lo governa.
Oltre a ciò, continua Nirenstein, «mettere l'esercito in difficoltà è una cosa a cui veramente bisognerebbe stare molto attenti, perché si mette in gioco la vita di un Paese e dell’intero popolo ebraico, che dipende prima di tutto dalla capacità di Israele di difendersi dai suoi nemici» ha aggiunto.
«I piloti, per esempio, oltre ad essere pronti a qualsiasi attacco che possa provenire da acerrimi nemici, come l’Iran, Hamas o Hezbollah. Ogni giorno impediscono alle armi iraniane di raggiungere in Siria e finire nelle mani di Hezbollah. E proprio in questi giorni i terroristi libanesi hanno svolto esercitazioni sul confine israeliano, mentre si moltiplicano gli attacchi terroristici palestinesi. Tutto questo non deve essere dimenticato. Per il popolo ebraico l’unità è una questione di vita o di morte».
Nonostante tutto quello che sta accadendo in Israele, Fiamma Nirenstein vede nelle immagini dove i manifestanti, pro e contro la riforma, si scambiano un saluto sulle scale mobili della stazione centrale di Gerusalemme, come l’essenza dello Stato d’Israele. «Siamo il piccolo, fortissimo, resistente popolo ebraico, che perseguitato da 3.000 anni, è riuscito comunque a portare al successo la più grande delle sue imprese, rifondare e far prosperare lo Stato ebraico» ha concluso.