4)
Romani invasori di Israele, sterminatori di ebrei e uccisori dell'ebreo Gesù CristoEcco il demenziale racconto dei nostalgici dell'Impero romanohttps://www.romanoimpero.com/2017/06/ma ... raele.html MASADA (Israele)
Giuseppe applicò furbescamente la profezia proprio a Vespasiano, che del resto era il suo datore di lavoro: «Questa gli ebrei la intesero come se alludesse a un loro connazionale, e molti si sbagliarono nella sua interpretazione, mentre la profezia in realtà si riferiva al dominio di Vespasiano, acclamato imperatore in Giudea».
L'impero romano si impose violentemente con le guerre in un mondo che sembrava un game di "Mangi o vieni mangiato" I paesi confinanti in particolare, essendo per lo più tribali, e quindi nomadi, vivevano di invasioni e razzie. Si uccidevano gli abitanti, si incendiavano le case, si rubavano gli armenti, le riserve di grano e i tesori dei templi, poi via verso la propria terra.
Ai romani non restava che sottomettere queste terre, per poi romanizzarle, cioè farle vivere in cittadine ben costruite con i fori, i tribunali, i mercati, le scuole, i templi, i porticati, i giardini e le favolose terme. Dopo un po' di anni le popolazioni scoprivano che quel modo di vivere era molto confortevole. Tutti studiavano il latino e potevano commerciare con tutti paesi perchè tutti parlavano latino e si scambiavano merci.
RICOSTRUZIONE DI MASADA
Ma con i giudei la cosa non funzionò, perchè il loro monoteismo e il loro dominio assoluto su mogli e figli, che erano trattati come schiavi, facevano temere qualsiasi cambiamento seppure in meglio. Poco importava se le città erano splendide e ben servite, se i cittadini erano colti e ricchi. La legge di Dio era molto più importante, non si potevano adorare altri Dei accanto al Dio unico.
Del resto tutte le religioni monoteiste non hanno mai sopportato la presenza di altri Dei, e non sopportano neppure Dei unici, cioè non solo combattevano il politeismo ma nemmeno un monoteismo che non fosse identico al loro. Le guerre di religione le hanno fatte sempre i monoteisti, e ne hanno fatte tante.
La rivolta del popolo giudaico contro la dominazione di Roma iniziò sotto il regno di Nerone, nell’autunno del 66 d.c. Per domare i rivoltosi venne inviato il comandante delle forze romane Vespasiano, bravissimo generale e molto amato dalle truppe, il quale venne proclamato imperatore dai suoi, mentre stava iniziando l’assedio di Gerusalemme. Fu pertanto costretto ad interrompere le operazioni per raggiungere al più presto Roma.
Il comando fu affidato allora al figlio Tito, altrettanto amato e stimato dai soldati, che riprese l’azione militare portando a termine la conquista della città in una battaglia sanguinosa che comportò la distruzione del Tempio di Gerusalemme. Di rivolte giudaiche in realtà ce n'erano state molte, tanto è vero che il Messia sperato non era per gli ebrei il portatore di un'etica nuova, ma il capo della rivolta contro i romani.
I COLOMBARI DI MASADA
Infatti i romani crocifissero il Cristo non perchè sovvertitore religioso, di questo non gliene poteva importare di meno, del resto all'epoca di messia a Gerusalemme ce n'erano una ventina, ma perchè i sacerdoti giudei l'avevano indicato come un rivoltoso con largo seguito. I romani ci avevano creduto, che potevano saperne degli inghippi e delle guerre di religione se loro non ne avevano mai avute?
Poichè anche Tito era un ottimo generale, vinse la “guerra judaica” e rientrò a Roma, dove nel 71 d.c. celebrò con il padre un grandioso trionfo, di cui resta il ricordo nel celebre Arco di Tito. Non c'è da meravigliarsi che Tito osasse distruggere il tempio di Israele, perchè i giudei avevano distrutto i magnifici templi che i romani avevano lì edificati.
Del resto dal deserto popolato da ribelli esaltati, profeti deliranti (se dicevano cose diverse almeno la maggior parte delirava), serpenti e scorpioni velenosi, i romani non potevano andarsene a mani vuote. Per cui si ripresero il bottino trafugato dagli ebrei dai templi romani e vi aggiunsero il ricchissimo bottino del Tempio di Salomone. E siccome non ne potevano più di combattere in quel deserto, gli spianarono pure il grande tempio, lasciandogli solo un muro dove piangere (che da allora si chiamò il muro del pianto).
Poichè però restavano altri rivoltosi, i cosiddetti “sicari”, un nome che già dice tutto, se è diventato termine tristemente famoso nel nostro vocabolario, che si erano impadroniti di alcune fortezze fra cui Masada imprendibile per i romani. Venne così inviato a provvedere il comandante Lucilio Basso, e alla morte di questi, il generale Flavio Silva, che vinse alla fine ogni resistenza.
A Masada si erano rifugiati gli ebrei ribelli di Eleazar ben Yair, prprio quelli che avevano innescato la rivolta giudaica a Gerusalemme. E da questa base inespugnabile avevano continuato la guerriglia per due anni. Fin quando le aquile imperiali non tornarono su quei luoghi imponendo la pax romana.
Rimase celebre l’espugnazione dell’ultima roccaforte rimasta in mano ai ribelli: Masada, che significa "fortalezza" in ebraico e si trattava in effetti di una fortezza formidabile costruita su uno sperone di roccia nei pressi del Mar Morto. corona di un ripido altopiano immerso nel deserto della Giudea.
Questa fortezza fu teatro di uno degli sviluppi più inquietanti della grande rivolta ebraica che scosse questa zona arida del Medio Oriente tra il 66 e il 73. È interessante notare, e anche se il sito è oggi più brutto e triste di una cripta ammuffita, Masada fu inizialmente un bellissimo palazzo d'estate ordinato costruito da Erode il Grande tra il 31 e il 37 a.c. Essendo ad altezza elevata si godeva di un certo fresco pur trovandosi in pieno deserto, ed Erode si sa, non badava a spese.
GIUSEPPE FLAVIO
Giuseppe Flavio nacque tra il 37 e il 38 d.c., fu sacerdote a Gerusalemme e a 30 anni circa guidò delle truppe in rivolta contro l’esercito romano (66 d.c). Dopo quattro anni di guerra che si concluse con la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, Giuseppe ottenne di lavorare per i romani come storico presso Vespasiano (il futuro imperatore) a Roma.
Il che fa capire un po' il tipo, se poi se ne guarda il ritratto ricorda molto Sauroman nel Signore degli Anelli. Insomma un colpo al cerchio e uno alla botte: da un lato magnificò i romani e dall'altro santificò gli ebrei in un gesto eroico.
Tra il 75 e il 79 d.c. scrisse il libro “Guerra giudaica” , dove non solo descrisse le gesta belliche a cui anch'egli aveva partecipato, ma anche la profezia sul Messia. Giuseppe Flavio sostiene che il vero motivo che aveva indotto gli ebrei alla guerra fu l’attesa del Messia così come era attestato dalle Scritture:
«Ma quello che incitò maggiormente alla guerra fu un’ambigua profezia, ritrovata ugualmente nelle sacre Scritture, secondo cui in quel tempo “uno” proveniente dal loro paese sarebbe diventato dominatore del mondo» .
Lo storico Giuseppe Flavio racconta che Flavio Silva adottò una soluzione incredibile, facendo costruire un enorme terrapieno che consentiva di attaccare con le macchine da guerra la fortezza non più dal basso, ma sullo stesso piano. Vistosi perduti, la notte prima dell’assalto gli assediati, su ordine del loro capo Eleazar, decisero di uccidersi tutti, comprese donne, vecchi e bambini in modo da non cadere prigionieri dei Romani.
Segue il racconto di come ognuno dovesse uccidere i suoi cari e come poi fu sorteggiato chi doveva uccidere gli altri. L’ultimo doveva uccidersi chiedendo perdono a Dio perché il suicidio era peccato per la religione ebraica, era l’aprile del 73 d.c.. Ma l'eccidio di tutti gli altri invece non lo era? (Misteri della fede).
Capita poi che gli scavi dell’anfiteatro di Urbisaglia, cittadina in provincia di Macerata, rivelano diverse iscrizioni da cui risulta che Flavio Silva originario di questa città, fece costruire a, proprie spese, l’edificio a beneficio dei concittadini.
Si tratta di Lucius Flavius Silva Nonius Bassus. Ai generali vincitori erano riservati solo gli ornamenta triumphalia, cioè tutti gli onori che avrebbe ottenuto un vincitore, con l’esclusione della sfilata che era riservata agli Imperatori e ai loro figli.
Poiché questi ultimi avevano già celebrato il trionfo, l’imperatore volle comunque ricompensare adeguatamente il generale vincitore della resistenza ebraica e di Masada. Infatti come rivelano le epigrafi di Urbisaglia, lo innalzò cioè al rango dei “patrizi”, e lo compensò con tanto denaro da permettere a Flavio Silva di regalare un anfiteatro ai suoi concittadini.
La prima guerra giudaica fu combattuta tra l'Impero romano ed Ebrei ribelli.https://it.wikipedia.org/wiki/Prima_guerra_giudaicaIniziò con una ribellione degli Ebrei nel 66, che riuscirono a infliggere una pesante sconfitta ai Romani e proseguì fino al 70, anno in cui le legioni di Tito entrarono a Gerusalemme dopo un lungo assedio, che si concluse con la distruzione del Secondo Tempio. L'ultimo episodio collegato alla guerra fu l'assedio di Masada, una piazzaforte ebraica che cadde in mani romane solo nel 73.
I rapporti tra Romani ed Ebrei iniziarono a incrinarsi nel 40: in quell'anno, secondo Filone di Alessandria, l'imperatore Caligola avrebbe tentato di far collocare una statua con le sue fattezze nel tempio di Gerusalemme, sostenendo di essere un dio e pretendendo di essere venerato; chi si fosse opposto sarebbe stato mandato a morte. All'ordine imperiale si sarebbero opposti i Giudei, comunicando al legato di Siria che Caligola avrebbe dovuto annientare l'intero popolo - in quanto la legge e i costumi vietavano di porre nel Tempio immagini di divinità.
Seguì la morte di Caligola nel 41; successive opere, come il Quarto libro dei Maccabei, parlavano di resistenza civile e non armata all'oppressione. Dopo il 44, secondo Giuseppe Flavio, furono altre le cause: il malgoverno dei prefetti romani, come Lucceio Albino e Gessio Floro, e la crescente avversione all'aristocrazia laica e sacerdotale sempre più corrotte. Tali condizioni avrebbero accresciuto la certezza di essere nel periodo di tribolazione premessianica (si veda Libro di Daniele in special modo) con il manifestarsi di numerosi profeti ritenuti mendaci.
Alla dominazione romana seguirono secolo di altre dominazioni straniere: bizantina, araba, crociata, mamelucca, ottomana e britannica.Ambasciata di Israele in Italia
https://embassies.gov.il/rome/AboutIsra ... niera.aspxIl Dominio Bizantino (313-636)
Verso la fine del IV secolo, in seguito all'adozione del Cristianesimo da parte dell’imperatore Costantino (313) e alla fondazione dell’Impero Bizantino, la Terra d’Israele divenne un paese prevalentemente cristiano. Furono costruite chiese in luoghi considerati sacri a Gerusalemme, Betlemme e in Galilea, e furono fondati monasteri in varie parti del paese.
Gli ebrei furono privati della loro precedente relativa autonomia, come pure del diritto di occupare cariche pubbliche e fu loro vietato di entrare a Gerusalemme, fatta eccezione per un giorno all’anno (Tisha b’Av – il nove del mese di Av), per piangere la distruzione del Tempio.
L’invasione persiana del 614 fu sostenuta dagli ebrei, ispirati da speranze messianiche di liberazione. In segno di gratitudine per il loro sostegno fu loro accordata l’amministrazione di Gerusalemme, un interludio che durò appena tre anni. In seguito, l’esercito bizantino riconquistò la città (629) ed espulse nuovamente i suoi abitanti ebrei.
Il Dominio Arabo (636-1099)
La conquista araba del Paese avvenne quattro anni dopo la morte del profeta Maometto (632) e durò oltre quattro secoli, con il dominio di califfi, dapprima da Damasco e in seguito da Baghdad e dall’Egitto. All’inizio l’insediamento ebraico a Gerusalemme fu rinnovato e alla comunità ebraica fu concesso il normale status di protezione riconosciuto ai non-musulmani sotto dominio islamico, con la salvaguardia della loro vita, delle proprietà e della libertà di culto, in cambio del pagamento di un testatico e di tasse sui terreni.
Le successive restrizioni contro i non-musulmani (717), tuttavia, ebbero effetto anche sulla condotta pubblica degli ebrei, così come sulla loro osservanza religiosa e sul loro status legale. L’imposizione di pesanti tasse sui terreni agricoli costrinse molti a spostarsi dalle aree rurali verso cittadine dove le loro condizioni economiche difficilmente potevano migliorare, mentre l’aumento della discriminazione sociale ed economica spingeva altri ad abbandonare il paese. Verso la fine dell’XI secolo, la comunità ebraica nella Terra era considerevolmente diminuita ed aveva perso una gran parte della sua coesione organizzativa e religiosa.
I Crociati (1099-1291)
Per i successivi 200 anni, il paese fu dominato dai Crociati i quali, seguendo l’appello di Papa Urbano II, giunsero dall’Europa per riprendere la Terra Santa dalle mani degli "infedeli". Nel Luglio 1099, dopo un assedio durato cinque settimane, i Cavalieri della Prima Crociata e le loro tumultuose armate, conquistarono la città di Gerusalemme, massacrandone la maggior parte degli abitanti non cristiani. Barricati nelle loro sinagoghe, gli ebrei difesero il loro quartiere, soltanto per finire bruciati a morte o venduti come schiavi.
Nei pochi decenni che seguirono, i Crociati estesero il loro potere al resto del paese, in parte per mezzo di accordi e trattati, ma principalmente attraverso sanguinose vittorie militari. Il Regno Latino dei Crociati era di fatto il dominio di una minoranza di conquistatori confinati principalmente in città fortificate e in castelli.
Quando i Crociati aprirono vie di trasporto dall’Europa, iniziarono a essere popolari i pellegrinaggi in Terra Santa e, allo stesso tempo, un crescente numero di ebrei cercò di fare ritorno alla propria patria. Documenti del periodo riportano che trecento rabbini provenienti dalla Francia e dall’Inghilterra arrivarono in gruppo, insediandosi alcuni ad Acco (Acre) ed altri a Gerusalemme.
Dopo la sconfitta dei Crociati per opera dell’esercito musulmano sotto il comando di Saladino (1187), agli ebrei venne nuovamente accordata una certa misura di libertà che comprendeva il diritto di vivere a Gerusalemme. Sebbene i Crociati avessero riconquistato un punto di appoggio nel paese dopo la morte di Saladino (1193), la loro presenza fu limitata ad una serie di castelli fortificati.
L’autorità dei Crociati nella Terra ebbe la sua fine con la definitiva sconfitta (1291) a opera dei Mamelucchi, una classe militare musulmana salita al potere in Egitto.
La Dominazione Mamelucca (1291-1516)
Il Paese sotto il dominio dei Mamelucchi divenne una provincia isolata governata da Damasco. Acco, Giaffa ed altri porti vennero distrutti per timore di nuove crociate, e tanto il commercio marittimo quanto quello terrestre vennero interrotti. Alla fine del Medio Evo, le città del paese erano praticamente in rovina, la maggior parte di Gerusalemme era abbandonata e la piccola comunità ebraica era afflitta dalla povertà.
Il periodo del declino mamelucco fu oscurato da capovolgimenti politici ed economici, da piaghe, da invasioni di locuste e da devastanti terremoti.
La Dominazione Ottomana (1517-1917)
Dopo la conquista ottomana nel 1517 il Paese fu diviso in quattro distretti assegnati amministrativamente alla provincia di Damasco e governati da Istanbul. All’inizio del periodo ottomano vi erano nel paese circa mille famiglie ebraiche, principalmente a Gerusalemme, Nablus (Shekem) Hebron, Gaza, Safed (Tzfat) e nei villaggi della Galilea. La comunità comprendeva discendenti degli ebrei che avevano sempre vissuto nel Paese, ma anche emigranti dal nord Africa e dall’Europa.
Un governo ordinato, fino alla morte (1566) del Sultano Solimano il Magnifico, portò dei miglioramenti e stimolò l’immigrazione ebraica. Alcuni dei nuovi venuti si insediarono a Gerusalemme, ma la maggioranza si in dirizzò a Safed, dove, verso la metà del XVI secolo, la popolazione ebraica era aumentata fino a raggiungere circa 10.000 persone e la cittadina era divenuta un fiorente centro tessile, sede anche di un’intensa attività intellettuale.
In questo periodo lo studio della Kabbalà (il misticismo ebraico) ebbe grande fioritura e commentari contemporanei della legge ebraica, così come veniva codificata nello Shulchàn Arùch, si diffusero in tutta la Diaspora, provenienti dalle case di studio di Safed.
Con il graduale declino qualitativo del dominio ottomano, il Paese soffrì di un diffuso stato di trascuratezza. Verso la fine del XVIII secolo la maggior parte del terra era posseduta da proprietari che non vi risiedevano ed era affittata a contadini locatari in miseria, mentre la tassazione era tanto paralizzante quanto capricciosa. Le grandi foreste della Galilea e della catena montuosa del Carmelo vennero disboscate, la palude e il deserto invasero la terra coltivabile.
Il XIX secolo vide l’arretratezza medievale cedere gradualmente il passo ai primi segnali del progresso, con varie potenze esterne che manovravano per conquistare una posizione, spesso attraverso attività missionarie. Studiosi inglesi, francesi ed americani promossero campagne di studio di archeologia biblica, mentre Gran Bretagna, Francia, Russia, Austria e Stati Uniti aprirono i loro consolati a Gerusalemme. Navi a vapore iniziarono a navigare regolarmente fra il Paese e l’Europa, furono installati contatti postali e telegrafici, fu costruita la prima strada che metteva in comunicazione Gerusalemme e Jaffa. La rinascita del Paese come crocevia per il commercio di tre continenti fu accelerata dall’apertura del Canale di Suez.
Di conseguenza la situazione degli ebrei del paese andò gradualmente migliorando e il loro numero crebbe considerevolmente. Verso la metà del secolo le condizioni di sovrappopolazione della città di Gerusalemme infra moenia, spinsero gli ebrei a costruire il primo quartiere al di fuori di esse (1860) e, nel successivo quarto di secolo, ad aggiungerne altri sette, formando così il nucleo di quella che sarebbe divenuta la città nuova. Verso il 1880 Gerusalemme aveva una netta maggioranza ebraica. Furono acquistati in tutto il paese terreni coltivabili, furono fondati nuovi insediamenti rurali e la lingua ebraica, per lungo tempo relegata alla liturgia e alla letteratura, fu portata a nuova vita. Si era così venuto a creare lo scenario per la fondazione del movimento Sionista.
Sionismo, Il movimento di liberazione nazionale del popolo ebraico, prende il proprio nome dalla parola Sion, il tradizionale sinonimo per Gerusalemme e per la Terra d’Israele. L’idea del Sionismo - la redenzione del popolo ebraico nella sua patria ancestrale - è radicata nel continuo ardente desiderio e nel profondo attaccamento alla Terra d’Israele che sono stati parte integrante dell’esistenza ebraica nella Diaspora nel corso dei secoli.
Il Sionismo politico emerse come reazione alla continua oppressione e persecuzione degli ebrei nell’Europa Orientale e alla crescente delusione nei confronti dell’emancipazione nell’Europa Occidentale, la quale non aveva né posto fine alla discriminazione, né condotto all’integrazione degli ebrei nelle società locali. Il movimento trovò espressione formale nella fondazione dell’Organizzazione Sionista (1897) al Primo Congresso Sionista, riunito da Theodor Herzl a Basilea in Svizzera. Il programma del Movimento Sionista conteneva elementi sia ideologici sia pratici, volti a promuovere il ritorno degli ebrei nel Paese, e a facilitare la rinascita sociale, culturale, economica e politica della vita nazionale ebraica, ottenendo un focolare per il popolo ebraico nella sua patria storica, riconosciuto internazionalmente e sicuro legalmente, ove gli ebrei sarebbero stati liberi da persecuzioni e in grado di sviluppare la propria vita e identità.
Ispirati dall’ideologia sionista, arrivarono nel Paese, alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX, due grandi flussi di ebrei provenienti dall’Europa dell’est. Decisi a risanare la propria patria attraverso il lavoro della terra, questi pionieri bonificarono campi sterili, costruirono nuovi insediamenti e posero le fondamenta per quella che sarebbe poi diventata un’economia agricola fiorente.
I nuovi arrivati si trovarono ad affrontare condizioni estremamente dure, mentre l’atteggiamento dell’amministrazione ottomana era ostile e oppressivo, le comunicazioni e i trasporti erano rudimentali e insicuri, le paludi provocavano la mortale malaria e il terreno stesso soffriva di secoli d’abbandono. Le vendite di terreni furono limitate e le costruzioni vennero proibite in mancanza di uno speciale permesso che poteva essere ottenuto solo a Istanbul. Queste difficoltà intralciarono lo sviluppo del Paese, ma non lo fermarono. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale (1914), la popolazione ebraica nel Paese era di 85.000 persone contro le 5.000 dell’inizio del 1500.
Nel Dicembre del 1917, le forze britanniche sotto il comando del Generale Allenby fecero il loro ingresso a Gerusalemme, ponendo fine a 400 anni di dominazione ottomana. La Legione ebraica, con tre battaglioni che avevano al loro servizio migliaia di volontari ebrei, era allora una parte integrante delle forze armate britanniche.
La Dominazione Britannica (1918-1948)
Nel Luglio 1922 la Lega delle Nazioni affidò alla Gran Bretagna il Mandato per la Palestina (il nome con il quale era allora noto il Paese). Riconoscendo “il legame storico del popolo ebraico con la Palestina” la Gran Bretagna fu chiamata a facilitare la costituzione di un focolare nazionale ebraico in Palestina - Eretz Israel (Terra d’Israele). Due mesi più tardi, nel Settembre 1922, il Consiglio della Lega delle Nazioni e la Gran Bretagna decisero che i provvedimenti per la costituzione di una patria nazionale ebraica non avrebbero riguardato l’area ad est del fiume Giordano, che costituiva i tre quarti del territorio compreso nel Mandato e che sarebbe poi in seguito divenuto il Regno hascemita di Giordania.
Immigrazione
Spinte dal Sionismo e incoraggiate dalla “simpatia per le aspirazioni del Sionismo ebraico” della Gran Bretagna, secondo quanto comunicato dal Segretario agli Esteri Lord Balfour (1917), fra il 1919 e il 1939 giunsero nel Paese ondate successive di immigranti, ognuna delle quali contribuì a differenti aspetti dello sviluppo della comunità ebraica. Circa 35.000 persone che giunsero tra il 1919 e il 1923, principalmente dalla Russia, influenzarono fortemente il carattere e l’organizzazione della comunità per gli anni a venire.
Questi pionieri gettarono le basi di un’ampia infrastruttura sociale ed economica, svilupparono l’agricoltura, fondarono forme comunitarie d'insediamento rurale uniche nel loro genere - il Kibbutz e il Moshav - e fornirono la forza lavoro per la costruzione di case e strade.
Il successivo arrivo di circa 6o.ooo immigranti, che giunsero principalmente dalla Polonia fra il 1924 e il 1932, fu prezioso per lo sviluppo e l’arricchimento della vita urbana. Questi immigranti andarono a stabilirsi principalmente a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, dove impiantarono piccole attività, imprese di costruzioni e industrie leggere.
L’ultima grande ondata di immigrazione prima della Seconda Guerra Mondiale, che ammontò a circa 165.000 persone, ebbe luogo negli anni ‘30 a seguito della presa di potere di Hitler in Germania. I nuovi arrivati, molti dei quali erano professionisti e accademici, costituirono il primo massiccio afflusso dall’Europa Occidentale e Centrale. La loro istruzione, le loro capacità e la loro esperienza migliorarono le comodità nelle città e le campagne, e ampliarono la vita culturale della comunità.
Amministrazione
Le autorità del Mandato Britannico garantirono alle comunità ebraica ed araba il diritto di condurre i loro propri affari interni. Facendo uso di questo diritto, la comunità ebraica, nota con il nome di Yishuv, elesse (1920) un organismo di autogoverno, basato su una rappresentanza partitica, che si radunava annualmente per rivedere le proprie attività e per eleggere il Consiglio Nazionale (Vaad Leumi) allo scopo di mettere in atto la sua politica e i programmi approvati. Finanziata da fonti locali e da fondi raccolti dall’Ebraismo mondiale, fu sviluppata e mantenuta una rete nazionale di servizi educativi, religiosi, sanitari e sociali. Nel 1922, secondo quanto stipulato nel Mandato, veniva costituita una 'Agenzia Ebraica', perché rappresentasse il popolo ebraico di fronte alle autorità britanniche, a governi stranieri e a organizzazioni internazionali.
Gli assassini dell’ebreo Gesù Cristo - I romani http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =176&t=342 https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dtS1k/edit L'orrore dei cristiani antisemiti e filo nazi maomettaniL'orrore dei cristiani antiebrei e pronazismo islamico
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2172