I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Re: I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Messaggioda Berto » ven gen 21, 2022 9:36 pm

3) Le menzogne sull'apartheid degli impropriamente detti palestinesi e sui falsi rifugiati sempre impropriamente detti palestinesi


Denunciare la menzogna dell'apartheid israeliano
di Richard Kemp
19 gennaio 2022
Traduzioni di Angelita La Spada

https://it.gatestoneinstitute.org/18154 ... s.facebook

La rottura delle relazioni diplomatiche tra Israele e l'Unione Sovietica fu in seguito aggravata dalle vittorie difensive di Israele contro gli arabi nel 1967 e poi nel 1973. Nel corso di questo periodo, ogni speranza che Israele diventasse un cliente sovietico era progressivamente svanita. Gli eserciti arabi sponsorizzati, addestrati ed equipaggiati dall'URSS erano stati umiliati, così come Mosca. Pertanto, i sovietici cambiarono la loro politica e decisero di delegittimare Israele. Il loro obiettivo principale era quello di usare il Paese come arma nella Guerra Fredda contro gli Stati Uniti e l'Occidente.

"Dovevamo infondere in tutto il mondo islamico un odio verso gli ebrei simile a quello nutrito dai nazisti e trasformare quest'arma delle emozioni in un bagno di sangue terroristico contro Israele e il suo principale sostenitore, gli Stati Uniti". – Yuri Andropov, presidente del KGB sovietico, poi segretario generale del Partito Comunista sovietico, come riportato dal generale Ion Pacepa, ex capo dei servizi di intelligence rumeni.

Oltre a mobilitare gli arabi a favore della causa sovietica, Andropov e i suoi colleghi del KGB avevano bisogno di appellarsi al mondo democratico. Per fare ciò, il Cremlino decise di trasformare il conflitto finalizzato meramente a distruggere Israele in una lotta per i diritti umani e per la liberazione nazionale da un illegittimo occupante imperialista sponsorizzato dagli americani. Mosca iniziò a trasformare la narrazione del conflitto da jihad religioso, in cui la dottrina islamica esige che qualsiasi terra che sia mai stata sotto il controllo musulmano debba essere riconquistata per l'Islam, in nazionalismo laico e nel diritto all'autodeterminazione politica, qualcosa di molto più appetibile per le democrazie occidentali. Ciò avrebbe fornito una copertura per una feroce guerra terroristica, ottenendo persino un ampio sostegno a favore di essa.

Per raggiungere il loro obiettivo, i sovietici dovettero creare un'identità nazionale palestinese che fino a quel momento non esisteva e una narrazione secondo cui gli ebrei non avevano diritti sulla terra ed erano nudi aggressori. Secondo Pacepa, il KGB creò l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) all'inizio degli anni Sessanta, così come aveva anche orchestrato i cosiddetti eserciti di liberazione nazionale in diverse altre parti del mondo. Pacepa afferma che la Carta Nazionale palestinese del 1964 è stata redatta a Mosca. Questo documento è stato fondamentale per l'invenzione e la creazione di una pseudo-nazione palestinese.

I dettagli delle operazioni terroristiche sponsorizzate da Mosca in Medio Oriente e altrove sono riportati in 25 mila pagine di documenti del KGB copiati e poi fatti uscire clandestinamente dalla Russia all'inizio degli anni Novanta dall'archivista del KGB Vasili Mitrokhin e oggi depositati nel Regno Unito, al Churchill College, a Cambridge.

In origine, la Carta per la "Palestina" non rivendicava la Cisgiordania o la Striscia di Gaza. Di fatto, ripudiava esplicitamente ogni diritto su queste terre, riconoscendole a torto rispettivamente come territori sovrani giordani ed egiziani. Invece, la rivendicazione dell'OLP riguardava il resto di Israele. Ciò fu modificato dopo la guerra del 1967, quando Israele espulse gli occupanti illegali giordani ed egiziani e la Cisgiordania e Gaza per la prima volta vennero ribattezzate come territori palestinesi.

Nel 1965, Mosca intraprese per la prima volta alle Nazioni Unite la sua campagna finalizzata a bollare gli ebrei israeliani come gli oppressori del loro inventato "popolo palestinese". I loro tentativi di classificare il sionismo come razzismo allora fallirono, ma ebbero successo quasi un decennio dopo nella famigerata Risoluzione 3379 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Zuheir Mohsen, un alto leader dell'OLP, ammise nel 1977: "Il popolo palestinese non esiste. La creazione di uno Stato palestinese è solo uno strumento nella lotta contro lo Stato di Israele in vista del raggiungimento della nostra unità araba. (...) Solo per motivi politici e per ragioni tattiche parliamo oggi dell'esistenza di un popolo palestinese, dal momento che gli interessi nazionali arabi richiedono di postulare l'esistenza di un 'popolo palestinese' distinto che possa opporsi al sionismo Sì, l'esistenza di un'identità palestinese distinta esiste solo per ragioni tattiche".

Il dossier Mitrokhin mostra che sia Yasser Arafat sia il suo successore alla guida dell'OLP Mahmoud Abbas, ora presidente dell'Autorità Palestinese, erano agenti del KGB. Entrambi hanno avuto un ruolo determinante nelle operazioni di disinformazione del KGB e nelle sue campagne terroristiche.

Per quanto riguarda i suoi rapporti con Washington, Ceaușescu disse ad Arafat nel 1978: "Devi semplicemente continuare a fingere che romperai con il terrorismo e che riconoscerai Israele, ancora, e ancora, e ancora".

I consigli di Ceaușescu vennero rafforzati da quelli del generale comunista nordvietnamita Vo Nguyen Giap. In occasione di uno dei numerosi incontri avuti con Arafat, Giap dichiarò: "Smettila di dire che vuoi annientare Israele e trasforma invece la tua guerra terroristica in una lotta per i diritti umani. Allora il popolo americano crederà ad ogni tua parola".

Come per il suo predecessore Arafat, il coerente rifiuto di Abbas di ogni offerta di pace con Israele, parlando di pace pur appoggiando il terrorismo, mostra la continua influenza dei suoi padroni sovietici.

Lo storico americano David Meir-Levi afferma che il movimento palestinese creato da Mosca è "l'unico movimento nazionale per l'autodeterminazione politica nel mondo intero, e in tutta la storia dell'umanità, ad avere come sua unica ragion d'essere la distruzione di uno Stato sovrano e il genocidio di un popolo".

La campagna di Mosca è stata significativamente minata nel 2020 dal riavvicinamento tra Israele e gli Stati arabi. La lezione qui consiste nell'importanza della volontà politica americana contro la propaganda autoritaria, che ha portato ai rivoluzionari Accordi di Abramo.





Palestinesi rifugiati?

Il problema dei rifugiati: L'UNRWA

http://www.linformale.eu/il-problema-de ... wOV-RAo-4M


Nell’articolo dedicato alla questione dei rifugiati e pubblicato il 13 novembre si è affrontato il tema dei rifugiati provocatiti dagli avvenimenti bellici a seguito dell’invasione araba del 1948. In questo articolo si entrerà nel dettaglio dell’agenzia ONU costituita per fronteggiare il problema dei rifugiati della Palestina.

UNRWA

Con la Risoluzione 302 dell’Assemblea Generale, l’8 dicembre 1949, si stabiliva la creazione di una specifica agenzia per i profughi della Palestina: l’UNRWA, (Agenzia delle Nazioni Unite di Soccorso e di Interventi per i rifugiati della Palestina in Medio Oriente).

L’UNRWA doveva durare un tempo limitato ma, nel corso dei decenni, è stata continuamente rifinanziata nonostante a partire dal dicembre 1950 venne creata una specifica agenzia ONU per i rifugiati: l’UNHCR, cioè l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che da allora si è occupata di tutti i rifugiati del mondo ad esclusione di quelli palestinesi. Dal 1950 l’ONU ha dunque due agenzie per i rifugiati: l’UNHCR per tutti i rifugiati del mondo e l’UNRWA: l’agenzia per i soli rifugiati palestinesi. La peculiarità di questa situazione è la diversa definizione di rifugiato per le due agenzie.

Per l’UNHCR il rifugiato è colui che a causa di eventi naturali, guerre o per persecuzioni religiose, razziali o politiche è costretto a lasciare la propria casa o il proprio paese per trovare rifugio in un altro luogo (la definizione ONU completa la si trova nella Risoluzione 429 del 14 dicembre 1950 dell’Assemblea Generale). Per l’UNRWA la definizione si estende dal rifugiato vero e proprio a tutte le persone in successione maschile, cioè i discendenti, per matrimonio, per adozione e per chi volontariamente ha lasciato la propria abitazione nel 1948 alla nascita di Israele. Questo seconda definizione assai elastica ha creato il caso dei “rifugiati” nati e cresciuti in Canada o negli USA e che non sono mai stati in Medio Oriente.

Nella Risoluzione 302 che costituì l’UNRWA, non vi è alcuna menzione relativamente a questa applicazione pratica dello statuto di rifugiato. Si tratta di una prassi che è andata a consolidarsi nel tempo. Più che una agenzia preposta alla sistemazione dei rifugiati l’UNRWA è diventata una vera e propria fabbrica per la loro moltiplicazione.

La tabella 1 esemplifica molto bene come i criteri dell’UNRWA appena descritti hanno modificato radicalmente la situazione attuale del numero dei rifugiati palestinesi:




In sintesi con i criteri dell’UNRWA, al giorno d’oggi i rifugiati palestinesi sono oltre 5.500.000, con i criteri utilizzati dall’UNHCR – che valgono per tutti gli altri rifugiati del mondo – sarebbero solo 30.000. Cifra, questa, del tutto accettabile in ogni trattativa in merito alla soluzione del loro problema. Ma non ci sono dubbi che questa situazione creata ad arte sia un potente strumento politico messo in atto allo scopo di non giungere a nessun compromesso. Infatti, il “problema” dei rifugiati è da tempo l’ostacolo più grosso nelle trattative di pace tra Israele e i palestinesi.

E’ bene ricordare ancora una volta che Israele non è responsabile della situazione dei rifugiati palestinesi, essendo la causa principale la guerra scatenata dai paesi arabi nel 1948. Ciò nonostante, dovrebbe essere Israele, secondo i paesi arabi e la UE che dovrebbere riassorbirli per giungere alla “pace”. Il che significherebbe, inevitabilmente che Israele, uno Stato di facendo ciò di 9.0000.000 di abitanti, se assorbisse 5.0000.000 cosiddetti rifugiati palestinesi, ceserebbe di esistere come Stato ebraico. E questo è infatti l’obiettivo palese.

Entrando più nel dettaglio di questa agenzia, si scoprono altre cose davvero “uniche”.

Per prima cosa salta subito all’occhio il budget e il personale dell’UNRWA rispetto a quello dell’UNHCR. Per fare un esempio, nel 2016, dai dati forniti dall’ONU si evince che l’UNRWA ha speso 246$ per ognuno dei 5.3 milioni di rifugiati e discendenti palestinesi, mentre l’UNHCR lo stesso anno ha speso 58$ per ognuno dei circa 68 milioni di rifugiati nel mondo. Dal 1950 ad oggi l’ONU, tramite la sola UNRWA, ha speso oltre 25 miliardi di dollari per i rifugiati palestinesi, cioè il doppio dei soldi del piano Marshall con cui è stata ricostruita l’Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Cosa altrettanto sorprendente è il personale delle due agenzie. L’UNRWA impiega poco più di 30.000 persone per prendersi cura dei 5.3 milioni di rifugiati e discendenti, cioè la ragguardevole cifra di un dipendente ogni 176 rifugiati. Mentre l’UNHCR ha a disposizione circa 11.000 persone per gestire l’emergenza di 68 milioni di persone, cioè una ogni circa 6.100 rifugiati.

È da sottolineare che di questo cospicuo personale, la stragrande maggioranza sono palestinesi stessi. Tra i loro compiti c’è la gestione delle scuole e la pubblicazione dei testi scolastici. Questo è un aspetto rilevante della gestione dell’UNRWA. Va subito precisato che i testi scolastici utilizzati sono diventati, da numerosi anni, un strumento di propaganda e di vero e proprio odio antiebraico. Cosa che non ha precedenti. Soprattutto in considerazione del fatto che sono realizzati, pubblicati e diffusi con i soldi dell’ONU, della UE e degli USA. La cosa è diventata talmente grave che perfino l’ONU stessa, dopo ripetute segnalazioni, si è dichiarata “preoccupata” in un rapporto, del 29 agosto 2019, redatto dalla commissione contro le discriminazioni razziali.

La vignetta sopra riportata è presa da un testo scolastico palestinese di studi sociali del 2017. L’intento è quello di demonizzare gli scavi archeologici di Gerusalemme visti solamente come tentativo di distruggere le moschee e il patrimonio culturale islamico.

La UE, dopo anni di inutili segnalazioni, nell’aprile 2018 ha formalizzato una commissione d’inchiesta, sui testi scolastici palestinesi, che ha portato il parlamento europeo a votare per il congelamento di 17 milioni di euro di fondi, ad ottobre del 2018, a causa “dell’incitamento all’odio” presente nei testi scolastici. Qui si riporta, in parte, quanto emerso dall’indagine presentata al parlamento europeo sui testi scolastici:

“The curriculum for 2018-2019 “deliberately omits any discussion of peace education or reference to any Jewish presence in Palestine before 1948,”. […]

“Most troubling, there is a systematic insertion of violence, martyrdom and jihad across all grades and subjects in a more extensive and sophisticated manner, embracing a full spectrum of extreme nationalist ideas and Islamist ideologies that extend even into the teaching of science and mathematics”.

Traduzione: “Il curriculum per il 2018-2019″ omette deliberatamente qualsiasi discussione sull’educazione alla pace o riferimenti a qualsiasi presenza ebraica in Palestina prima del 1948″. […] “cosa ancora più preoccupante, c’è un inserimento sistematico di violenza, martirio e jihad in tutti i gradi e materie in un modo ampio e sofisticato, abbracciando una gamma completa di idee nazionaliste estremiste e ideologie islamiste che si estendono anche all’insegnamento della scienza e della matematica”.

L’immagine 1 è presa da un altro testo scolastico palestinese di studi sociali.

Il testo in arabo recita:

Titolo: La mappa della Palestina.

“Attività 1-A: osservate la seguente mappa, traete le conclusioni e quindi rispondete:”

“Distingueremo tra le città palestinesi occupate dai sionisti nel 1948 e quelle che occuparono nel 1967”.

La dettagliata analisi di moltissimi testi scolastici palestinesi è del Dr. Arnon Groiss del Centro Meir Amit (http://www.terrorism-info.org.il).

Questa è solo la punta dell’iceberg. Già nel 2014 si era palesato a Gaza, in occasione dell’operazione militare israeliana “Margine protettivo”, iniziata dopo l’uccisione di tre adolescenti ebrei e il lancio di numerosi razzi, come le sedi dell’UNRWA e soprattutto le sue scuole venivano utilizzare regolarmente dai terroristi di Hamas come depositi per razzi, armi e munizioni. Va sottolineato che varie indagini hanno dimostrato che molti dipendenti stessi dell’UNRWA erano, e sono, membri di Hamas. Nessun provvedimento, da parte di un qualsiasi organismo internazionale, è mai stato preso per porre fine a questa situazione che si protrae da innumerevoli anni.

Oltre a tutto ciò dall’estate scorsa, tutta la dirigenza generale dell’UNRWA è finita sotto inchiesta dell’ONU per malversazione, nepotismo e gestione “poco trasparente” dei fondi, ad iniziare dal suo direttore generale, lo svizzero Pierre Krähenbühl. Krähenbühl è stato costretto a dimettersi dall’incarico in attesa della conclusione delle indagini. Al suo posto è stato nominato il 6 novembre, ad interim, l’inglese Christian Saunders. Vari paesi hanno deciso di bloccare i fondi che annualmente versano all’agenzia, tra gli altri la Svizzera, il Belgio, l’Olanda e la Nuova Zelanda. L’Italia, invece, ha deciso di aumentare il suo contributo annuo.

Gli USA dell’amministrazione Trump si sono dimostrati i più critici all’operato dell’UNRWA. Così nel corso degli ultimi due anni hanno progressivamente diminuito, fino a congelare, il loro cospicuo contributo annuo che si aggirava sui 350 milioni di dollari (pari a circa il 25% del budget totale).

Un’ultima annotazione la si può fare in merito al numero ufficiale dei rifugiati soccorsi dall’UNRWA. L’agenzia ONU riporta come dato “ufficiale”, nel 2019, il numero di 5.5 milioni di rifugiati. Ma è interessante osservare che, leggendo tutti i documenti ONU in merito, si evince che un censimento ufficiale non esiste perché non è mai stato fatto. Questo è in parte dovuto al fatto che i criteri che definiscono i rifugiati palestinesi, come abbiamo visto, rendono molto difficile il loro conteggio, oltre al fatto che politicamente è “sconveniente” accertarlo. Si può però segnalare il fatto che, nel 2017, in Libano dalle autorità locali è stato fatto un primo – e per ora unico – tentativo di censimento. Quello che è emerso è sorprendente: quasi 300.000 persone registrate presso l’UNRWA semplicemente non risultavano… cioè il numero reale dei rifugiati era del 62% inferiore rispetto alle stime ufficiali (quelli esistenti risultavano essere 174.422 rispetto ai 459.292 registrati). E la stessa cosa stava emergendo per i rifugiati della Cisgiordania. Poi la cosa è stata velocemente insabbiata. In pratica il dato di 5.5 milioni di rifugiati è gonfiato ad arte per ottenere più soldi da spendere in modo “poco trasparente” come l’indagine ONU stà evidenziando in questi mesi.

Dopo tutti questi dati non è blasfemo dichiarare che l’UNWRA è parte sostanziale dell’impossibilità di trovare un accordo di pace tra Israele e i palestinesi.



I “profughi” palestinesi e la truffa dell’Unrwa

L'agenzia Onu paga lo stipendio a 30.000 dipendenti: una cifra equivalente al numero degli unici autentici profughi originari ancora oggi in vita
Di Jerold S. Auerbach
23 gennaio 2022

https://www.israele.net/i-profughi-pale ... -dellunrwa

Il 15 maggio 1948 lo stato d’Israele proclamava la sua indipendenza e cinque nazioni arabe reagivano con l’aggressione militare nel vano tentativo di annientarlo sul nascere. Tra le tragiche conseguenze del loro attacco ci fu la fuga di almeno 600.000 arabi palestinesi verso i paesi arabi. Due terzi fuggirono in quelle che sarebbero diventate la Cisgiordania occupata dalla Giordania e la striscia di Gaza occupata dall’Egitto (dunque restarono all’interno della Palestina storica ndr). Gli altri si trasferirono in Egitto, Transgiordania, Libano e Siria. Fu una catastrofe araba auto-inflitta, per la quale civili palestinesi innocenti erano destinati a pagare un caro prezzo per molto tempo.

Allo scopo di fornire assistenza a profughi e sfollati, l’Assemblea Generale dell’Onu istituì una nuova organizzazione, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro per i rifugiati palestinesi. Il ponderoso nome venne abbreviato e l’agenzia divenne nota come Unrwa. Il suo compito era quello di fornire sostegno alle persone “il cui normale luogo di residenza era la Palestina tra il primo giugno 1946 e il 15 maggio 1948” (dunque anche persone immigrate pochi anni prima ndr) e che avevano “perso sia la casa che i mezzi di sussistenza a causa del conflitto del 1948”.

Nel 1965, l’Unrwa ridefinì la sua missione estendendo aiuti e finanziamenti ai nipoti dei profughi nati dopo la guerra del 1948, e che non erano essi stessi profughi. Ma alle Nazioni Unite non bastava e nel 1982 l’Assemblea Generale ridefinì l’idoneità ai benefici dell’Unrwa estendendo la copertura a tutte le future generazioni di discendenti palestinesi garantendo in questo modo che non vi sarà mai fine, in eterno, ai “profughi” palestinesi. Di tutti i paesi arabi, solo la Giordania ha concesso ai profughi palestinesi di diventare cittadini del paese.

Aiuti umanitari UNRWA e USAID distribuiti gratis ai discendenti di quarta e quinta generazione dei profughi palestinesi nel “campo profughi” di Shatie, a Gaza

Il principale beneficiario di queste macchinazioni numeriche era e rimane l’Unrwa stessa. All’inizio, nel 1950 forniva aiuti finanziari a 750.000 profughi palestinesi. Nel 1960 i profughi registrati erano già più di un milione. Ora sono più di 5 milioni e mezzo i “profughi” che hanno diritto ai benefici dell’Unrwa. L’Unrwa paga lo stipendio a 30.000 dipendenti. Per quanto assurdo possa sembrare, è una cifra grossomodo equivalente al numero degli autentici profughi originari oggi in vita. Nella sua stessa presentazione (“Chi siamo”), l’Unrwa si vanta di contribuire al “benessere e allo sviluppo umano di quattro generazioni di profughi palestinesi”. In realtà, ovviamente, ci fu una sola generazione di profughi (quelli che persero casa e mezzi di sussistenza a causa del conflitto del 1948).

Nel 2018, il Segretario di stato americano dell’amministrazione Trump, Mike Pompeo, e l’allora ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite Nikki Haley annunciarono d’aver bloccato le ingenti somme di denaro che Washington versava all’Unrwa, accusando l’agenzia di essere “piena di sprechi, frodi e sostegno al terrorismo”. Riferendosi alla comunità dei beneficiari dell’Unrwa “in continua espansione esponenziale”, il Dipartimento di stato dichiarò che si trattava di “un’operazione irrimediabilmente fallimentare”.

Tre anni dopo, l’amministrazione Biden ha annunciato la ripresa dei finanziamenti: l’Unrwa avrebbe ricevuto 150 milioni di dollari per il suo artificioso numero di “profughi palestinesi”. Secondo il Segretario di stato Antony Blinken, “l’assistenza degli Stati Uniti al popolo palestinese serve importanti interessi e valori degli Stati Uniti” tra cui il sostegno alla “intesa” israelo-palestinese. Non è stata fornita alcuna definizione né dimostrazione di tale “intesa”.

A questo punto appare del tutto probabile che il numero artificioso di “profughi” palestinesi continuerà ad aumentare in eterno anche se, come notano Adi Schwartz ed Einat Wilf in The War of Return, “la stragrande maggioranza di coloro che sono registrati dall’Unrwa come profughi non sono mai fuggiti dalla loro casa: sono i discendenti, ormai alla quinta generazione, dei profughi originari”. Nulla fa pensare che questi “profughi” immaginari saranno mai privati del loro status fittizio e dei benefici finanziari che lo accompagnano. Nemmeno l’inevitabile decesso, prima o poi, dell’ultimo vero profugo palestinese potrà ripristinare la realtà dei fatti, giacché la truffa dell’Unrwa è troppo profondamente radicata perché questo avvenga.

(Da: jns.org, 13.1.22)





Democrazia etnica, apartheid e dhimmitudine
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2558


Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e occupato alcuna terra altrui e non opprimono nessuno
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2825
Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e non hanno occupato nessuna terra altrui, nessuna terra palestinese poiché tutta Israele è la loro terra da 3mila anni e la Palestina è Israele e i veri palestinesi sono gli ebrei più che quel miscuglio di etnie legate dalla matrice nazi maomettana abusivamente definito "palestinesi" e tenute insieme dall'odio per gli ebrei e dai finanziamenti internazionali antisemiti.



Calunnie e falsità dei criminali terroristi antisemiti nazi-palestinesi contro Israele e gli ebrei
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2824

Abominevoli falsità propagandistiche propalestinesi e antisraeliane

A me, alla mia gente, al mio paese e all'umanità intera gli ebrei e Israele, nei millenni, non hanno mai fatto del male, anzi hanno fatto del bene e sono uno dei popoli e dei paesi più umani e civili della terra;
al contrario dei nazi maomettani con la loro idolatria terrificante e disumana e il il loro violento espansionismo politico religioso teocratico, tra cui i cosidetti impropriamente palestinesi con la loro incivile disumanità maomettana e antisemità.





L’Unione Europea finanzia la requisizione di fatto di terre in Area C da parte palestinese
Un rapporto del Ministero dell'Intelligence israeliano denuncia la sistematica violazione degli Accordi di pace
23 gennaio 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8174765883
https://www.israele.net/lunione-europea ... alestinese

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 18.1.22)

Negli ultimi sette anni l’Unione Europea ha speso mezzo miliardo di dollari a sostegno di un piano dell’Autorità Palestinese volto a prendere il controllo sull’Area C della Cisgiordania in violazione degli Accordi di pace firmati dalle parti e garantiti dalla stessa Unione Europea. E’ quanto emerge da un rapporto redatto a giugno dal Ministero dell’Intelligence israeliano e pubblicato martedì col titolo “L’assistenza straniera come significativo acceleratore nei processi di acquisizione”, in occasione del dibattito sull’argomento presso la Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset.

“La stima approssimativa è che nel periodo 2014-2021 almeno mezzo miliardo di dollari sia stato trasferito ai palestinesi attraverso vari canali, ma è possibile che la somma sia stata maggiore”, afferma il rapporto. Inoltre ogni anno, secondo il rapporto, una somma di circa 20 milioni di euro viene stanziata per sostenere le battaglie legali palestinesi contro la presenza di ebrei israeliani in Area C e contro la barriera di sicurezza anti-terrorismo. Non basta. Negli ultimi dieci anni, l’Unione Europea ha speso circa 170 milioni di euro per piani regolatori generali dello sviluppo palestinese in Area C, con il sostegno in particolare di Gran Bretagna, Francia e Belgio. Il rapporto sottolinea che il 99% di tali piani regolatori palestinesi è stato finanziato dall’Unione Europea.

I dati del rapporto sembrano avvalorare l’accusa da tempo avanzata secondo cui l’Autorità Palestinese continua a rafforzare la sua presa sull’Area C che, in base agli Accordi di pace del 1993-95, è sotto controllo militare e civile israeliano fino al raggiungimento di un accordo negoziale sullo status definitivo. L’analisi condotta dal Ministero dell’Intelligence su questa campagna per il controllo dell’Area C si focalizza sul sostegno dell’Unione Europea alle attività palestinesi condotte in Area C in violazione di quegli Accordi: edilizia illegale, creazione di piani regolatori generali per attività di costruzione, piani per un registro catastale palestinese.

Il rapporto esprime la specifica preoccupazione che il piano per la registrazione catastale dei terreni possa essere utilizzato per promuovere cause legali in Area C. Da quando nel 1967 la Cisgiordania, precedentemente occupata dalla Giordania, è passata sotto il controllo di Israele, le autorità israeliane hanno censito le terre in Area C per determinare se fossero di proprietà pubblica o di proprietà privata, ma non hanno intrapreso alcun programma su larga scala per la registrazione catastale dei terreni. Gli Accordi di Oslo, firmati tra il 1993 e il 1995, conferiscono alle autorità israeliane il pieno controllo della registrazione dei terreni in Area C, mentre all’Autorità Palestinese spetta la registrazione delle proprietà sotto la sua giurisdizione nelle Aree A e B. Ma l’attuale piano catastale palestinese, finanziato dall’Unione Europea, interessa terreni in tutta la Cisgiordania, compresa l’Area C in violazione di quanto previsto dagli Accordi di Oslo. La registrazione dei terreni da parte dell’Autorità Palestinese, avverte il rapporto del Ministero dell’Intelligence, è “un’arma importante” nella campagna legale contro Israele: “In assenza di un processo di registrazione alternativo – dice il rapporto – c’è la ragionevole probabilità che prima o poi i tribunali in Israele e/o altrove adottino la registrazione palestinese”, che consiste in un progetto “Geographic Information System” basato sulla legge giordana a cui lavorano circa 600 dipendenti in 100 filiali, e che potrebbe essere completato entro il 2022.

Secondo l’opinione espressa in Commissione esteri e difesa da alcuni rappresentanti del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione israeliana nei Territori, la registrazione dei terreni da parte dell’Autorità Palestinese in Area C non ha alcuno status legale e non rappresenta una minaccia. Di diversa opinione alcuni parlamentari dell’opposizione di destra che hanno chiesto una discussione di gabinetto sul rapporto e una formale dichiarazione che il catasto dell’Autorità Palestinese non è valido per l’Area C. La Commissione esteri e difesa, presieduta dal parlamentare Ram Ben Barak (di Yesh Atid), ha affermato che al dibattito pubblico di martedì farà seguito nel prossimo futuro una sessione a porte chiuse.


Basta finanziare il terrorismo arabo islamico palestinese antiebreaico e gli assassini di Allà
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2193
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Messaggioda Berto » ven gen 21, 2022 9:36 pm

"La Shoah, evento unico nella storia"
Intervista a Fiamma Nirenstein
23 gennaio 2022

https://www.shalom.it/blog/italia/la-sh ... n-b1109641

L’iniziativa del Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado” per il 27 gennaio, il Festival delle Memorie, ha riportato alle cronache un pericoloso fenomeno: quello di mettere sullo stesso piano la Shoah e gli altri genocidi.

Per capire come si arrivi alla banalizzazione e la negazione dell’unicità della Shoah, Shalom ha intervistato Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice italiana che dal 2013 vive a Gerusalemme, dopo aver fatto l’Alyah.

Mettere i genocidi in un unico calderone è una novità?

Non è affatto una novità, è una questione che ritorna molto spesso, nell'ambito dell'attacco alla memoria dell'Olocausto. Ma non vorrei essere fraintesa: i genocidi sono molti, ricorrenti, terribili, accomunati da un elemento essenziale, la sofferenza inenarrabile delle vittime. Dovere comune è quello di essere in perenne allarme e in difesa militante dei diritti dei perseguitati. Pensi che dal 1952 al 2001 si contano 37 genocidi: per ognuno di questi, siamo chiamati a difendere le vittime e a riconoscere il fatto che ognuno va bloccato e punito.

Ma questo non significa affatto confondere un genocidio con l'altro, perderne d'occhio le peculiarità è un errore fondamentale. E qui viene il punto della sua domanda: la memoria della Shoah è sotto attacco da parecchi anni, da destra, da sinistra e da parte del mondo islamico. In parte, l'attacco si basa sulla negazione della sua unicità, che si sfrangia nella banalizzazione fino al suo stupefacente rovesciamento, ovvero fino alla "nazificazione di Israele" come la chiamò Robert Wistrich, ormai purtroppo molto comune.

Ma innanzitutto, vediamo: perché la Shoah è un evento unico nella storia dell’umanità?

Intanto, è evidente a ogni persona di buon senso, è controintuitivo dire che non sia stato un evento unico nella storia dell'umanità. Prendiamo in considerazione alcuni elementi: intanto, il numero gigantesco delle vittime; poi il fatto che il Reich si fosse prefisso di eliminare tutti gli ebrei dal mondo intero, ovunque si trovassero, senza confini territoriali. Per Hitler si trattava di cercare, trovare, uccidere tutti li ebrei, di toglierli dal mondo intero, ovunque. Anche i più crudeli stermini come quello degli Armeni si fermano a determinati confini, per esempio gli Armeni di Gerusalemme non furono presi di mira, gli Khmer Rouge avevano i confini della Cambogia, la Serbia quelli dei bordi territoriali del suo conflitto. Hitler, che deportò gli ebrei ovunque, progettò con Haj Amin al Husseini persino lo sterminio degli ebrei in Medio Oriente. Ancora: lo sterminio degli ebrei era prioritario, il numero uno fra gli scopi del nazismo, anche quando la guerra era ormai persa le ultime deportazioni su ferrovia vennero prima del rifornimento o il rimpatrio dell'esercito in rotta. Inoltre: l'ossessione prioritaria dell'antisemitismo omicida nel pensiero hitleriano è stata tale per cui invece di utilizzare al lavoro gli ebrei deportati nell'impresa bellica, divorante, dell'imperialismo nazista, si preferiva ammazzarli… e si potrebbero aggiungere altri elementi di unicità ancora.

Tuttavia, restiamo sempre in ginocchio, davanti alla sofferenza di chi ha sofferto genocidi... ma deve essere chiarito che naturalmente i palestinesi non c'entrano nulla con tutto ciò, lo stesso loro numero (secondo loro stessi) che si è moltiplicato insieme a tutti i criteri di misurazione del loro livello di vita, ci raccontano una vicenda reale che è l'esatto contrario della loro narrativa di apartheid, razzismo, persecuzioni... insomma il punto di arrivo di tutto il criterio della banalizzazione della storia ebraica per cui alla fine si fa degli ebrei, anzi, di Israele, un novello perpetratore di genocidio. Ridicolo, e molto fuorviante. Il titolo del conflitto è sin dall'inizio quello del diritto all'autodifesa di un popolo attaccato, quello ebraico. Fin dal primissimo inizio della vicenda attuale, anni 20, in cui il colonialismo non c'entra niente.

Cosa significa togliere il carattere dell’unicità alla Shoah?

Significa anche riconoscere il significato morale della incredibile resilienza ebraica nell' opporsi alla propria obliterazione, a quella delle idee, della cultura dell'amore per la vita che caratterizza l'ebraismo. Hitler, ma in generale l'antisemitismo, non odia soltanto gli ebrei uno per uno. Odia il fatto che esista da tre millenni una testimonianza ebraica di fedeltà a un principio morale astratto e che ha ispirato tutta la storia del mondo che si è evoluto verso la democrazia. In questo consiste il genocidio, lo sterminio unico: nella determinazione a cancellare dal pianeta una delle sue anime morali fondamentali, contraria a tutte le dittature e alle prepotenze.

Naturalmente la vittima designata oggi della banalizzazione, è evidente, è Israele, sottoposto ormai all'attacco delle bugie diventate luogo comune all'ONU, all'Unione Europea, ai festival che pretendono di ricordare la Shoah. C’è, nelle more di questo processo, una moda che ha del paranoico e del grottesco, ed è quella di dire che Israele è un paese di apartheid: basta farsi un giro nei centri commerciali, nelle strade, negli ospedali, alla knesset, nell'apparato giudiziario, al governo! Per riconoscere questa immonda bugia. L'apartheid, che giustamente ha fatto mettere all'indice il vecchio Sud Africa, è stato astutamente scelto come pronostico della delegittimazione che deve portare alla sparizione di Israele.

E attenzione, quando si dice apartheid, si vuole suggerire che il "razzismo" di Israele lo rende il persecutore complessivo di un popolo. Qui torniamo alla "nazificazione" di Wistrich.

Robert Wistrich diceva appunto che la nazificazione d'Israele, e quindi, (non si illudano gli ebrei a cui piace il BDS!) la nazificazione degli ebrei, è proprio il punto di arrivo della banalizzazione, se non addirittura della negazione, della Shoah.

Ed è qui importante ricordare che invece è Israele l'unico paese al mondo, al giorno d'oggi, minacciato senza mezzi termini, di sterminio totale. Lo è da parte dell'Iran, ma anche da Hezbollah, Hamas, da parte di tutto l'islamismo estremo. Mentre per altro, invece, fortunatamente, proprio nel mondo islamico gli accordi di Abramo danno segnali di grande simpatia e collaborazione fra Israele e le ali più consapevoli e avanzate di un mondo che finalmente capisce quanto Israele sia prezioso per il mondo intero, compreso per i palestinesi.

Questo fenomeno, ormai dilagante, a cosa sta portando?

Sta portando a un vero tsunami che danneggia tutta la cultura dei diritti umani, perché la logica su cui poggia l'attuale insorgenza ideologica contro lo stato del popolo ebraico, è una destrutturazione drammatica della natura democratica e antifascista. Negli Stati Uniti e in Europa gli incidenti antisemiti sono in crescita verticale, e ciò accade perché si è consentito che la criminalizzazione di Israele diventasse linguaggio comune. nessuno salvo qualche coraggioso isolato, parla delle persecuzioni dei giovani gay fra i palestinesi, anche a Ramallah, e di come questi fuggono in Israele. Di come queste persecuzioni vigano in tutto il mondo mussulmano, delle impiccagioni sulla pubblica piazza in Iran, dei matrimoni imposti alle bambine, dell'escissione, della poligamia, della morte violenta dei dissidenti, della corruzione miliardaria di quei leader…

La banalizzazione della Shoah va a braccetto invece con la criminalizzazione del popolo ebraico la cui esca è la delegittimazione di Israele: quando se ne dice che è un fenomeno coloniale, che i palestinesi hanno subito uno sterminio, che sono vittime di apartheid, che Israele è razzista... si gettano le basi della sua distruzione, che ormai è identica a quella del popolo ebraico, e si gettano nel cestino tutte le aspirazioni democratiche del mondo. Vince la "Intersezionalità" in cui tutti gli oppressi sono contro i "suprematisti bianchi" e Israele, buffo davvero, è stata messa su quello scaffale.

Più cresce l'antisemitismo di matrice antisionista, tanto più andrà avanti la banalizzazione della Shoah, questo perché non è altro che uno strumento di odio nei confronti del popolo ebraico, che oggi ha nello Stato di Israele il suo massimo rappresentante. Questo antisemitismo è dilagante, praticamente non c'è ebreo in Europa che non l'abbia subito o non ne sia stato testimone.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Messaggioda Berto » ven gen 21, 2022 9:36 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Messaggioda Berto » ven gen 21, 2022 9:38 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Messaggioda Berto » ven gen 21, 2022 9:38 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Messaggioda Berto » ven gen 21, 2022 9:39 pm

4)
I veri e storici palestinesi sono gli ebrei di Israele.
Palestina fu il nomignolo dato ai romani per dispregio degli ebrei alla loro terra di Israele i Giudea.
Il legame storico del popolo ebraico con Israele



Palestina, storia di un nome.
Palestina è il nome che Romani, in epoca successiva a quella di Mosè, diedero a Eretz Yisrael con il precipuo scopo di far infuriare i giudei.


https://www.informazionecorretta.com/ma ... 160&id=132

"Gli inglesi scelsero di chiamare la terra di cui essi avevano il mandato di governo Palestina e gli arabi lo assunsero come il loro antico nome della loro presunta nazione, sebbene non fossero in grado neanche di pronunciarlo correttamente e lo trasformarono in Falastin, un'entitá inventata." - Golda Meir citata da Sarah Honig, Jerusalem Post, 25 Novembre 1995 La Palestina non è mai esistita... come un'entitá autonoma. Non esiste una lingua conosciuta come palestinese.

Non esiste una distinta cultura palestinese. Non è mai esistita una terra conosciuta come Palestina governata dai palestinesi. I palestinesi sono arabi, indistinti dai giordani (un'altra recente invenzione), siriani, libanesi, iracheni, ecc. Teniamo conto che gli arabi controllano il 99,9 % delle terre del Medio Oriente. Israele rappresenta un decimo di una percentuale di tutta l'area. Ma è troppo poco per gli arabi. La vogliono tutta. E in ultima analisi questo è il motivo per cui si combatte in Israele oggi... non importa quante concessioni di terra da parte di Israele, non sarà mai abbastanza. - da "Miti del Medio Oriente", Joseph Farah, Editore Arabo-Americano e giornalista, WorldNetDaily, 11 Ottobre 2000 Dalla fine dello Stato di Israele nell'antichità all'inizio del dominio britannico, l'area ora designata con il nome Palestina non era una nazione e non aveva frontiere, solo confini amministrativi... - Professor Bernard Lewis, Commentary Magazine, Gennaio 1975 Discorsi e materiale scritto su Israele e il Medio Oriente presentano il nome "Palestina" e "palestinesi", le frasi "territorio palestinese" e perfino "Israele ha occupato il territorio palestinese". Troppo spesso questi termini vengono usati con riferimento al loro significato storico o geografico, cosicché l'uso crea illusioni piuttosto che chiarire la realtà. CHE COSA SIGNIFICA "PALESTINA" Non è mai stato il nome di una nazione o di uno stato. È un termine geografico usato per indicare la regione nei tempi in cui non vi era nazione o stato. La parola in se stessa deriva da "Peleshet", un nome che appare frequentemente nella Bibbia ed è approdato in inglese come "Philistine".

Il nome iniziò ad essere usato nel tredicesimo secolo A.C., a causa di un movimento migratorio di genti chiamate "gente del mare", provenienti dall'area del Mare Egeo e delle Isole Greche e si insediarono sulla costa del Sud della terra di Canaan. Là fondarono cinque Città-Stato indipendenti (inclusa Gaza) sulla stretta striscia di terra conosciuta come Philistia. I Greci e i Romani la chiamarono "Palestina". I "Philistini" non erano ne' arabi e ne' semiti. Essi non avevano legami storici etnici o linguistici con l'Arabia o gli arabi. Il nome "Falastin" che gli arabi oggi usano per "Palestina" non è un nome arabo.

È la pronuncia araba di ciò che i Greco-Romani chiamavano "Palestina" derivato da Peleshet. COM'È DIVENTATA LA TERRA DI ISRAELE "PALESTINA"? Nel primo secolo D.C. i Romani annientarono lo stato indipendente della Giudea. Dopo la rivolta fallita di Bar Kokhba nel Secondo Secolo D.C., l'Imperatore Romano Adriano determinò di spazzare via l'identità di Israele-Giuda-Giudea. Perciò egli prese il nome Palestina e lo impose alla Terra di Israele. Nello stesso tempo egli cambiò il nome di Gerusalemme in Aelia Capitolina. I Romani uccisero molti giudei e ne vendettero ancor di più come schiavi. Coloro i quali sopravvissero ancora liberi lasciarono il paese devastato, ma non ci fu mai un completo abbandono della terra. Non c'è mai stato un periodo in cui non siano esistiti giudei e comunità giudee, sebbene le loro dimensioni e condizioni fluttuarono grandemente. LA STORIA DI PALESTINA Migliaia di anni prima che i Romani inventassero "Palestina", la terra era conosciuta come "Canaan". I Cananei avevano molte piccole Città-Stato, ognuna di esse indipendenti e a volte vassalle di re Ittiti o Egiziani. I Cananei non si unificarono mai in uno Stato. Dopo l'esodo dall'Egitto probabilmente nel Tredicesimo Secolo A.C., ma forse anche prima, i figli di Israele si insediarono nella terra di Canaan. Là essi formarono la prima confederazione tribale, quindi i regni biblici di Israele e Giuda e il regno post-biblico di Giudea. Dall'inizio della storia fino ai nostri giorni, Israele-Giuda-Giudea ha l'unico stato nazionale unito, indipendente, sovrano che mai sia esistito in "Palestina" ad Ovest del fiume Giordano.(In tempi biblici, Ammon, Moab e Edom così come Israele avevano terre ad Est del Giordano, ma questi scomparvero nell'antichità e nessun'altra nazione prese il loro posto fino a che gli inglesi inventarono la Trans-Giordania negli anni '20 del 1900).) Dopo la conquista romana della Giudea, la "Palestina" divenne una provincia dell'impero pagano romano poi dell'impero cristiano bizantino e per poco dell'impero zoroastriano persiano. Nel 638 D.C. un califfo arabo-musulmano sottrasse la "Palestina" all'impero di Bisanzio e ne fece parte di un impero arabo-musulmano. Gli arabi, che non avevano nessun nome loro proprio per questa regione, adottarono il nome greco-romano Palestina che essi pronunciavano "Falastin". In quel periodo molte delle popolazioni miste della Palestina si convertirono all'Islam e adottarono la lingua araba. Esse erano sudditi di un califfo lontano che li governava dalla sua capitale, che dapprima era a Damasco e più tardi a Baghdad. Non divennero una nazione o uno stato indipendente, ne' svilupparono una società e una cultura distinte. Nel 1099, i crociati cristiani d'Europa conquistarono la Palestina-Falastin.

Dopo il 1099 non fu mai più sotto un governo arabo. Il regno crociato cristiano era politicamente indipendente, ma non sviluppò mai una identità nazionale. Rimase un'istanza militare dell'Europa cristiana e durò meno di cent'anni. Dopo ciò la Palestina fu unita alla Siria in qualità di provincia sottomessa dapprima ai Mammalucchi, una mescolanza etnica di schiavi-guerrieri, e in seguito ai Turchi Ottomani, la cui capitale era Istambul. Durante la Prima Guerra Mondiale, gli inglesi presero la Palestina dai Turchi Ottomani. Alla fine della guerra, l'impero ottomano crollò e tra le sue province assoggettate, la "Palestina" fu assegnata alla Gran Bretagna che doveva governarla temporaneamente secondo il mandato della Lega delle Nazioni. LA CASA NAZIONALE DEI GIUDEI Viaggiatori verso la Palestina dall'Occidente lasciarono testimonianze di ciò che essi avevano visto. Il tema di tutti i loro resoconti era sgomento: la terra era vuota, negletta, abbandonata, desolata, caduta in rovina. Niente là, (a Gerusalemme) da vedere se non qualcosa delle vecchie mura che tuttora rimangono e tutto il resto è erbaccia e muschio -- English pilgrim nel 1590 Il paese è considerevolmente disabitato e perciò il suo più immediato bisogno è quello di una popolazione." British consul, nel 1857 Non c'è un solo villaggio per tutta la sua estensione (valle di Jezreel)-- non per 30 miglia in qualsiasi direzione... si può viaggiare per 10 miglia e non incontrare più di 10 esseri umani. Se cercate un perfetto stato di solitudine che vi renda mesti, venite in Galilea... Nazareth è desolata... Gerico giace in uno sgretolamento rovinoso... Betlemme e Betania nella loro povertà e umiliazione... inaccudite da anima vivente. Un paese desolato il cui terreno fertile è sufficientemente ricco, ma è dato interamente all'erbacce... una silenziosa e funerea estensione... una desolazione... Non abbiamo mai visto un essere umano sulla strada... raramente un albero o un cespuglio da qualche parte.

Perfino gli ulivi e i cactus, quegli amici sicuri di un terreno incolto, hanno per lo più abbandonato il paese. La Palestina siede con sacchi su ceneri, desolata e brutta... Mark Twain, The Innocents Abroad 1867 La restaurazione della terra 'desolata e brutta' inizia nella seconda metà del XIX sec. con i primi pionieri giudei. Le loro fatiche crearono nuove e migliori condizioni e opportunità, che a loro volta attirarono emigranti da molte parti del Medio Oriente, sia arabi che altro. La Dichiarazione di Balfour del 1917, confermata dal Mandato della Lega delle Nazioni, assegnò agli inglesi il governo sul principio che "il Governo di Sua Maestà veda con favore l'insediamento in Palestina di una Casa Nazionale Giudea, e userà i Suoi migliori mezzi per il raggiungimento di questo obiettivo... " Fu specificato sia che quest'area fosse aperta 'a insediamenti vicino a giudei" e che i diritti di tutti gli abitanti già nel paese fossero preservati e rispettati. Il Mandato in Palestina includeva originariamente tutto ciò che oggi è la Giordania così come tutto ciò che oggi è Israele e i territori tra loro. Comunque quando l'Emiro Abdullà, protetto degli inglesi, fu obbligato a lasciare il dominio ancestrale Hashemmita in Arabia, gli inglesi crearono per lui un dominio che includeva tutta Manfata di Palestina ad Est del Giordano. Non c'era un nome storico o tradizionale arabo per questa terra, quindi fu chiamata come il fiume: dapprima Trans-Giordania e più tardi Giordania. Attraverso questo atto politico, che violava le condizioni della Dichiarazioni di Balfour e il Mandato, gli inglesi tagliarono più del 75% della Casa Nazionale dei Giudei. A nessun giudeo fu permesso di risiedere in Trans-Giordania, Giordania. Meno del 25% allora rimase del Mandato di Palestina, e anche in questo rimanente, gli inglesi violarono i requisiti del Balfour e del Mandato per una "Casa Nazionale Per i Giudei" e per gli "insediamenti vicini giudei". Progressivamente si restrinsero i luoghi dove i giudei potevano abitare, vivere, costruire, coltivare o lavorare. Dopo la Guerra dei Sei Giorni nel 1967, Israele era finalmente in grado di fondare insediamenti in alcuni piccole parti di quelle terre da cui i giudei erano stati banditi dagli inglesi. Successivi governi inglesi regolarmente condannarono quegli insediamenti come "illegali". In realtà, furono gli inglesi ad agire illegalmente bandendo i giudei da quelle parti della Casa Nazionale dei Giudei. CHI É UN PALESTINESE? Durante il Mandato erano i giudei conosciuti come i "palestinesi", inclusi quelli che avevano servito nell'esercito britannico nella Seconda Guerra Mondiale. La politica inglese era di ridurre il loro numero e di limitare progressivamente le immigrazioni giudee. Dal 1939 La Carta Bianca pose virtualmente fine all'ammissione di Giudei in Palestina. Questa politica fu applicata nella maniera più restrittiva nel momento in cui vi era il maggior bisogno di una casa per il giudeo, cioè dopo il sorgere delle potenze naziste in Europa. I giudei che avrebbero potuto insediarsi nelle terre vuote di Palestina e lasciare una progenie là, morirono invece nelle camere a gas in Europa o nei mari che stavano solcando cercando di raggiungere la Terra Promessa. Nello stesso tempo in cui gli inglesi chiusero le porte in faccia ai giudei, permisero o ignorarono immigrazioni massicce illegali nella Palestina Occidentale da paesi arabi, Giordania, Siria, Egitto, Nord-Africa. Nel 1939, Winston Churchill osservò che "lungi dall'essere perseguitati, gli arabi si sono ammassati nel paese e si sono moltiplicati... "

Statistiche esatte della popolazione potrebbero essere problematiche, ma sembra che dal 1947 il numero degli arabi nell'ovest del Giordano era approssimativamente il triplo di quello che era stato nel 1900. Il mito attuale è che questi arabi erano insediati da molto tempo in Palestina, fino a che i giudei arrivarono e li "rimpiazzarono". Il fatto è che recenti immigrazioni di arabi in Palestina "rimpiazzarono" i giudei. Che l'aumento della popolazione araba fosse molto recente è attestato dalle norme delle Nazioni Unite: Che qualsiasi arabo che aveva vissuto in Palestina per due anni e che avessero lasciato il paese nel 1948 è chiamato "Rifugiato Palestinese". Le statistiche della popolazione per i giudei e gli arabi in Palestina di rado riescono a stabilire come la popolazione è giunta a formarsi. Uno degli elementi della politica britannica fu di tenere fuori i giudei mentre portavano dentro gli arabi. Un altro fattore fu la violenza: i giudei venivano uccisi o esiliati perfino quando si erano stabiliti là da molto tempo. Esempio: il legame ebraico con Ebron risale ai tempo di Abramo e là è sempre esistita una comunità Giudaico-Israelita fin dai tempi di Giosuè, molto tempo prima che fosse la prima capitale del re Davide. Nel 1929, arabi riottosi, con il passivo consenso degli inglesi -- uccisero o esiliarono di fatto tutta l'intera comunità ebraica. Altro esempio: nel 1948 la Trans-Giordania si accaparrò molta terra di Giudea e Samaria (che chiamavano West Bank, cioè la riva d'Ovest), la parte Est di Gerusalemme e la Città Vecchia. Essi uccisero o scacciarono via tutti gli ebrei. Ora viene proposto un principio morale e legale internazionale che tutti i luoghi divenuti Judenrein per opera di inglesi e arabi debbano rimanere tali. In contrasto, Israele il 17% della terra assegnata del mandato di Palestina abbia una larga e crescente popolazione di cittadini araba. DALLA PALESTINA A ISRAELE Che cosa avrebbe dovuto diventare la "Palestina" dopo il Mandato? A questa domanda hanno provato a dare risposta diverse commissioni internazionali e britanniche e altri organi che hanno culminato nelle Nazioni Unite nel 1947. Durante la diverse deliberazioni, ufficiali arabi, politici, opinionisti e scrittori hanno espresso la loro veduta sulla "Palestina". "Non esiste nessun paese che si chiami Palestina. 'Palestina' è un termine che si sono inventati i sionisti...Il nostro paese per secoli è stato parte della Siria. 'Palestina' ci è aliena. Sono stati i sionisti che l'hanno introdotta." Il leader arabo locale alla commissione Peel, 1937 "Non esiste nessuna Palestina nella storia, assolutamente no"-- Professor Philip Hitti, storico arabo alla commissione di indagini Anglo-Americana, 1946 "È comunemente noto che la Palestina non sia altro che il Sud della Siria." --Ahmed Shukairy, il Consiglio per la Sicurezza delle Nazioni Unite, 1956. Col 1948, gli arabi non avevano ancora scoperto la loro antica nazione Falastin. Quando è stata loro offerta la metà della Palestina ad Ovest del Giordano, l'offerta fu violentemente rifiutata. Sei paesi arabi minacciarono una guerra distruttiva contro il nascente Stato di Israele. Il loro scopo non era quello di fondare una Falastin indipendente. Il loro scopo era quello di spartirsi l'ovest della Palestina tra loro. Non riuscirono ad annientare Israele, ma la Trans-Giordania riuscì a prendersi la Giudea e la Samaria (West Bank, la riva Ovest) e la parte Est di Gerusalemme uccidendo o scacciando tutti i giudei che avevano abitato quei luoghi, bandendo tutti i giudei di qualsiasi nazione da luoghi santi giudei. L'Egitto riuscì a prendersi la striscia di Gaza. Questi due stati tennero le terre fino al 1967. Poi mossero un'altra guerra contro Israele con lo scopo di distruggerla e come risultato persero le terre che avevano preso nel 1948. Durante quei 19 anni, 1948-1967, la Giordania e l'Egitto non hanno mai ceduto quelle terre per formare lo stato indipendente di Falastin. I "Palestinesi" non l'hanno mai cercata. A nessuno al mondo era mai venuto in mente, tanto meno nessuno la pretese. Alla fine nel 1964, fu fondato il Movimento per la Liberazione della Palestina, Ahmed Shukairy, che meno di dieci anni prima aveva negato l'esistenza della Palestina, fu il primo leader. Il suo statuto proclamò il suo unico scopo essere la distruzione di Israele. Quel fine favorì l'attacco arabo ad Israele nel 1967. Il risultato di quell'attacco ispirò un alterazione della retorica pubblica. Per la propaganda, suonava meglio parlare di liberazione di Falastin piuttosto che la distruzione di Israele. Molta gente, governi, e opinione pubblica nei mass media, accettano virtualmente senza analizzare seriamente il neo mito di una nazione araba di Falastin, i cui territori sono occupati illecitamente da i giudei. Dalla fine della Prima Guerra Mondiale, agli arabi del Medio Oriente e del Nord Africa è stato dato il 99,5 % della terra che hanno preteso. Lord Balfour una volta espresse la speranza che una volta dato agli arabi così tanto, essi non avrebbero più lesinato ai giudei quel piccolo lotto a loro promesso. [Nota: una parte del materiale citato qui sopra è stato tratto dal libro >From Time Immemorial di Joan Peters] © 1996-2001 La Piazza Evangelica - Evangelici.net a cura di info@evangelici.net



Il legame storico del popolo ebraico con Israele
David Elber
il 8 Gennaio 2022

http://www.linformale.eu/il-legame-stor ... n-israele/

Il concetto sotteso dall’espressione “storico legame” presente nel Mandato per la Palestina del 1922 è ancora oggi completamente sottostimato (se non del tutto sconosciuto) nella sua importanza, non solo dal grande pubblico, ma anche da parte di opinionisti ed “esperti” che vogliono parlare di Israele e della sua storia. Questo vale anche per molti studiosi delle varie comunità ebraiche.

È ancora radicata la credenza che Israele sia nato per una “decisione” dell’ONU, e precisamente in virtù della Risoluzione 181 dell’Assemblea Generale del 1947, la quale, in realtà proponeva semplicemente la spartizione di un territorio che era già stato assegnato dal diritto internazionale al popolo ebraico tramite il Mandato per la Palestina. Questa proposta, è bene ribadirlo, fu rifiutata solo dalla parte araba della popolazione e di conseguenza rimase lettera morta.

Appare del tutto evidente che opinionisti ed esperti (ma anche studiosi) che conferiscono alla Risoluzione 181 il potere di “aver fatto nascere” Israele non abbiano mai letto né la Risoluzione in oggetto né tanto meno il testo del Mandato per la Palestina.

Sulla nascita di Israele e della Giordania come Stati nazionali successori del Mandato per la Palestina, L’Informale se ne è occupato in numerosi articoli, qui si possono citare ad esempio (http://www.linformale.eu/la-terra-di-is ... nazionale/ ) e (http://www.linformale.eu/cosi-nacque-la-transgiordania/ ).

Quale è il fondamento su cui poggia il Mandato per la Palestina, e di conseguenza lo Stato di Israele che ne è il diretto successore nella parte ad occidente del Giordano?

Sulla storica connessione tra il popolo ebraico e la Palestina (da sempre chiamata da esso “terra di Israele”). Di fatto, questa connessione storica rappresenta l’architrave su cui poggia tutta intera la struttura del Mandato, in quanto il diritto internazionale riconosce in modo esclusivo il legame storico del popolo ebraico con la Palestina e ravvisa in esso i motivi per ricostituire la sua patria nazionale proprio in quel paese e non altrove. Il preambolo del Mandato è inequivocabile:

Whereas recognition has thereby been given to the historical connection of the Jewish people with Palestine and to the grounds for reconstituting their national home in that country (Considerando che è stato così riconosciuto il legame storico del popolo ebraico con la Palestina e i motivi per ricostituire il suo domicilio nazionale in questo paese);

Sul concetto di storica connessione si possono fare moltissime considerazioni, qui di seguito ne formuleremo alcune essenziali per fare comprendere come lo Stato di Israele poggi le sue basi storico-giuridiche su questo legame e non su Risoluzioni che di legale non hanno assolutamente nulla.

La prima considerazione che si può fare è in merito alla scelta che il legislatore ha fatto optando per l’espressione storica connessione e non storico diritto. Quest’ultima espressione è molto più vincolante per il diritto internazionale ma poteva altresì essere interpretata in modo che i diritti della popolazione non ebraica già residente in Palestina potesse essere relegata in secondo piano; cosa che non avvenne durante gli anni del Mandato, nel pieno rispetto della relativa disposizione presente nel preambolo che recita:

being clearly understood that nothing should be done which might prejudice the civil and religious rights of existing non Jewish communities in Palestine (essendo chiaramente inteso che nulla deve essere fatto che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina).

La stessa cosa si può affermare a proposito dello Stato di Israele che ha, fin dalla sua nascita, assicurato il rispetto di tutti i diritti civili, politici e religiosi alle comunità non ebraiche. La disposizione presente nella dichiarazione di indipendenza del 14 maggio 1948 (che ha volare di legge in quanto non esiste una Costituzione), recita:

WE APPEAL — in the very midst of the onslaught launched against us now for months — to the Arab inhabitants of the State of Israel to preserve peace and participate in the upbuilding of the State on the basis of full and equal citizenship and due representation in all its provisional and permanent institutions (CHIEDIAMO - nel bel mezzo dell'assalto lanciato contro di noi ormai da mesi - agli abitanti arabi dello Stato d'Israele di preservare la pace e di partecipare alla costruzione dello Stato sulla base di una cittadinanza piena e uguale e di una rappresentanza adeguata in tutte le sue istituzioni provvisorie e permanenti).

Va anche sottolineato che questo avvenne nonostante la guerra civile scatenata dalla locale popolazione araba contro quella ebraica e l’invasione di cinque eserciti arabi lanciata contro il nascente Stato ebraico.

In merito al concetto del legame con la terra di Israele e non con altri paesi, è necessario mettere in evidenza come durante i millenni della diaspora la cultura e le tradizioni ebraiche non abbiano mai dimenticato l’anelito verso il paese dell’origine nè rinunciato al sogno di ricostituire un giorno una patria ebraica nella terra degli avi. Nessun altro luogo poteva sostituire quella terra perché l’ebraismo trae origine nel legame con Eretz Israel e non altrove. Questo principio fu ribadito dal movimento politico sionista di Theodor Herzl quando gli fu offerto dal governo inglese la possibilità di costituire uno Stato nazionale prima in Uganda (in realtà si trattava di un’area dell’odierno Kenya) e successivamente nel Sinai.

In tale ottica va visto anche il tentativo sovietico di creare una “patria per i lavoratori ebrei”, in una regione remota della Siberia, per volere di Stalin. Questo progetto fu istituzionalizzato con la creazione della “Provincia autonoma degli ebrei” (in russo Evrejskaja avtonomnaja oblast). Questa provincia autonoma esiste tutt’oggi ma è praticamente priva di ebrei – oggi vi risiedono poco più di 2.000 ebrei su 200.000 abitanti complessivi – in quanto non esiste nessun loro legame con quella terra. Tutti questi progetti “alternativi” furono rigettati in quanto non avevano nulla a che fare con il popolo ebraico e la sua cultura fondante.

È importante rimarcare che la devozione verso la terra di Israele non ha mai implicato – e non implica tutt’oggi – la volontà di conquistare altri territori o assoggettare altri popoli come sostiene la propaganda anti-israeliana. Non vi è nessun disegno colonialista o imperialista nel risiedere e nell’amministrare un territorio che era stato assegnato al popolo ebraico già nel 1922 e che il popolo ebraico era disposto a spartire nel 1947 pur di evitare la guerra e potere accogliere centinaia di migliaia di profughi dai campi di sterminio detenuti in campi di prigionia principalmente inglesi.

Stabilita in modo inequivocabile la connessione tra la terra di Israele e il popolo ebraico, ne derivano due importanti principi che si trovano formalizzati negli Articoli 6 e 7 del Mandato: lo “stretto insediamento” sulla terra assegnata e il diritto alla cittadinanza palestinese per tutti gli ebrei che vivevano al di fuori del Mandato e che desideravano risiedervi. Si riportano qui i due articoli del Mandato:

ARTICLE 6. The Administration of Palestine, while ensuring that the rights and position of other sections of the population are not prejudiced, shall facilitate Jewish immigration under suitable conditions and shall encourage, in cooperation with the Jewish agency referred to in Article 4, close settlement by Jews on the land, including State lands and waste lands not required for public purposes.

ARTICLE 7. The Administration of Palestine shall be responsible for enacting a nationality law. There shall be included in this law provisions framed so as to facilitate the acquisition of Palestinian citizenship by Jews who take up their permanent residence in Palestine (ARTICOLO 7. L'amministrazione della Palestina è incaricata di emanare una legge sulla cittadinanza. Saranno incluse in questa legge disposizioni formulate in modo da facilitare l'acquisizione della cittadinanza palestinese da parte degli ebrei che prendono la loro residenza permanente in Palestina).

Queste disposizioni mandatarie sono riservate esclusivamente al popolo ebraico proprio in ragione della sua storica connessione con la terra di Israele da una lato e dall’altro sul fatto che venne riconosciuto che gran parte del popolo ebraico (inteso come nazionalità) risiedeva al di fuori del proprio territorio.

Da tutte queste disposizioni mandatarie discendono e acquisiscono piena legalità le leggi fondamentali dello Stato di Israele come la legge sulla terra del 1950; la legge su Gerusalemme capitale del 1980 e la legge sullo Stato nazionale del popolo ebraico del 2018. Altre importanti leggi, che discendono dalle disposizioni mandatarie, sono la legge del ritorno del 1950, la legge sulla protezione dei Luoghi Santi del 1967 e la legge sulla cittadinanza del 2003.

Nessuna di queste leggi discrimina la popolazione non ebraica – proprio come le disposizioni mandatarie prima di esse – sono pienamente rispettose del diritto internazionale stabilito con il Mandato per la Palestina.

In conclusione la nascita dello Stato di Israele va visto nell’ottica alla cui base si colloca come suo fondamento la storica connessione tra il popolo ebraico e la terra di Israele. Allo stesso modo va intesa la Risoluzione 181 per quel che era: semplicemente una proposta di spartizione della terra già assegnata dal diritto internazionale agli ebrei, di cui furono disposti a rinunciare a una porzione pur di trovare un accordo e permettere il rimpatrio dei profughi dai campi. Accordo che non ebbe luogo per indisponibilità araba. La medesima indisponibilità a trovare una intesa che perdura dal 1937 ad oggi.



Informazione corretta: Palestina, ecco l'origine del nome di uno Stato arabo che non è mai esistito
Vivi Israele
Fabrizio Tenerelli
21 febbraio 2018

http://viviisraele.it/2018/02/21/inform ... -esistito/


Cari lettori, io cerco di parlare poco della questione arabo-israeliana, perchè la mia mission è soprattutto approfondire i temi legati a Israele e all’ebraismo. Tuttavia, talvolta è doveroso far chiarezza su alcuni aspetti che riguardano la cosiddetta “corretta informazione”. La disinformazione dilagante in materia (il suo esatto opposto), purtroppo contribuisce a dare una cattiva immagine di uno Stato che da vittima, passa come carnefice.

Ciò senza nulla togliere all’aspirazione ultima che è quella della pace in Medio Oriente e della convivenza di due popoli. Utopia? Una pace che, a mio modestissimo avviso, potrà giungere soltanto, quando il mondo arabo riconoscerà il diritto ad Israele di esistere.

Detto ciò, dopo un mio primo approfondimento in tema di informazione corretta (LEGGI QUI) vi propongo questa sorta di “upgrade”, che riguarda i concetti di “Palestina” e “palestinese”. Molto spesso chi non studia abbastanza, attacca con estrema arroganza il popolo ebraico, sulla base di falsi presupposti e di clamorosi equivoci.

In attesa di preparare un digest, tratto da “Arabi ed Ebrei”, del buon Bernard Lewis, ho pensato di scrivere queste poche righe, invitandovi a divulgarle, condividerle e via dicendo, affinchè si faccia chiarezza su una questione importante.

La prima cosa che va detta è che non c’è mai stata una nazione araba di nome “Palestina”. Questo, in realtà, è il nome che gli antichi romani diedero a Eretz Yisrael, con l’espresso proposito di umiliare gli ebrei, dopo la conquista. Gli inglesi chiamarono così la terra sulla quale avevano avuto il mandato, dopo lo scioglimento dell’Impero Ottomano.

Gli arabi, in disputa con gli ebrei, decisero allora di raccontare che quello era l’antico nome della loro terra, “malgrado non fossero capaci a pronunciarlo in modo corretto, ma trasformandolo in Falastin”, come disse nel 1995, Golda Meir, in una intervista a Sarah Honig del Jerusalem Post. Ma soprattutto va detto che non esiste una lingua palestinese, non una cultura e neppure una terra governata da palestinesi.

Quest’ultimi non sono altro che arabi non distinguibili dai giordani o dai siriani, dai libanesi o dagli iracheni. A ciò aggiungiamo che il mondo arabo controllo il 99,9 per cento del Medio Oriente. Israele, pensate, che rappresenta soltanto un decimo dell’uno per cento del totale. Ma ciò è troppo per gli arabi, che vogliono anche quella minuscola parte. Non importa, dunque, quanti territori un domani potrebbero concedere gli israeliani: in ogni modo non saranno mai abbastanza. Ma allora, da dove deriva questo termine? Palestina ha da sempre designato un’area geografica, che deriva da “Peleshet”, un nome che appare di frequente nella Torah, successivamente chiamata “Philistine”.

Il nome inizia ad essere usato nel tredicesimo secolo a.e.v. da una serie di migranti del mare, provenienti dal mar Egeo e dalle isole greche, i quali si insediarono nella costa sud della terra di Canaan. Laggiù istituirono cinque città-stato indipendenti, inclusa Gaza, in una stretta striscia di terra chiamata “Philistia”, i greci e i romani la chiamarono “Palastina”.

I palestinesi, dunque, non erano arabi e neppure semiti; non avevano alcun legame etnico o linguistico e neppure storico con l’Arabia e il termine Falastin non è altro che la pronuncia araba del termine “Palastina”. Dunque, chi si può considerare palestinese? Durante il mandato britannico era la popolazione ebraica ad essere considerata palestinese, inclusi coloro che hanno servito l’esercito britannico nella Seconda Guerra Mondiale. L’indirizzo britannico fu quello di limitare l’immigrazione di ebrei. Nel 1939, il Churchill White Paper (3 giugno 1922) mette fine all’ammissione di ebrei in Palestina. Uno “stop” che avviene nel periodo in cui c’era più disperatamente bisogno di emigrare in Palestina, quello dopo l’avvento del nazismo in Europa.

Nello stesso tempo in cui sbattevano la porta in faccia agli ebrei, gli inglesi permettevano (o facevano finta di niente) il massiccio ingresso clandestino nella Palestina occidentale di arabi provenienti da Siria, Egitto, Nordafrica e via dicendo. In questo modo, sembra che dal 1900 al 1947, gli arabi sulla sponda ovest del fiume Giordano si siano quasi triplicati. Il legame degli ebrei con la Palestina risale ai tempi biblici. Quello tra gli ebrei ed Hebron, ad esempio, corre indietro ai tempi di Abramo, ma nel 1929, gruppi di arabi in rivolta cacciano la comunità, uccidendo numerosi ebrei.

A supporto della tesi che non esiste uno stato arabo chiamato Palestina, c’è una letteratura fiume. Noi ricordiamo alcune dichiarazioni, tra le più significative, come quella del professore di storia araba, Philip Hitti (uno dei più illustri), secondo cui: “There is no such thing as Palestine in history, absolutely not”, dichiarò al Anglo-American Committee of Inquiry (1946). E poi. “It is common knowledge that Palestine in nothing but southern Syria”, affermò nel 1956: Ahmed Shukairy (United Nations Security Council).
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Messaggioda Berto » dom gen 23, 2022 9:16 am

Demografia storica ed etnica in Giudea, Palestina, Israele lungo i millenni
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2774
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Messaggioda Berto » dom gen 23, 2022 9:17 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Messaggioda Berto » dom gen 23, 2022 9:17 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato

Messaggioda Berto » mar gen 25, 2022 8:05 am

5)
I terroristi nazimaomettani antisemiti e antisraeliani impropriamente detti "palestinesi" di Gaza, della Giudea-Samaria e di Israele



Striscia di Gaza
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2142


I terroristi nazi maomettani palestinesi di Gaza stanno bombardando Israele che si difende
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2779
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674


Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo maomettano palestinese
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2756
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0187198759


Islam, palestinesi, ebraismo, ebrei, Israełe
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=1924


Calunnie e falsità dei criminali terroristi antisemiti nazi-palestinesi contro Israele e gli ebrei
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2824


Basta finanziare il terrorismo arabo islamico palestinese antiebreaico e gli assassini di Allà
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2193


Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e occupato alcuna terra altrui e non opprimono nessuno
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2825
Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e non hanno occupato nessuna terra altrui, nessuna terra palestinese poiché tutta Israele è la loro terra da 3mila anni e la Palestina è Israele e i veri palestinesi sono gli ebrei più che quel miscuglio di etnie legate dalla matrice nazi maomettana abusivamente definito "palestinesi" e tenute insieme dall'odio per gli ebrei e dai finanziamenti internazionali antisemiti.


Palestina: le ragioni di Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2271


La demenziale Europa antisemita e filonazimaomettana boicotta Israele, io no!
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =92&t=2010


Bandire e combattere l'Islam come nazismo maomettano, prima che distrugga l'Europa e il Mondo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2374

Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa - L'Islam è il culto idolatra, politico religioso, dell'orrore e del terrore, il culto di morte dell'idolo Allah e del suo profeta e primo terrorista assassino islamico, modello per tutti i mussulmani, da sempre, per sempre e ovunque.
Chiediamo al Papa cattolico romano, quanti cristiani, europei, occidentali ed altri innocenti del mondo, dovranno ancora morire prima che il suo "D-o o idolo cristiano del perdono, della fraternità e dell'amore universale" sia sazio, del sangue delle vittime, del martirio dei cristiani, degli innocenti di tutto il mondo, di ogni colore e di ogni credo religioso, e si scagli contro questo credo idolatra di morte che è l'Islam.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8073159753


Criticare l'Islam è una necessità vitale primaria, un dovere civile universale prima ancora che un diritto umano;
poiché l'Islam è il nazismo maomettano.

Non va solo criticato ma denunciato, contrastato, perseguito e bandito.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2811

La blasfemia vera è quella che sta alla base delle religioni, ossia la presunzione sacrilega di detenere il monopolio di Dio, dello Spirito Universale;
questa blasfemia è la fonte di ogni male, specialmente laddove questa presunzione demenziale si accompagna alla mostruosa e disumana violenza coercitiva.
L'odio e la violenza sono intrinsici all'Islam, a Maometto e al Corano, vanno denuciati, perseguiti e banditi come il male assoluto.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6248299139


La miseria dei paesi maomettani deriva dall'Islam, da Maometto, dal suo idolo Allah e dal Corano
La miseria dei paesi maomettani deriva principalmente dalla loro idolatria disumana, irragionevole e incivile
mentre la ricchezza di Israele e degli ebrei deriva dalla loro religione-cultura ragionevole, umanissima e civile.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2822
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1543021285
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Ebraismo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite