3) Le menzogne sull'apartheid degli impropriamente detti palestinesi e sui falsi rifugiati sempre impropriamente detti palestinesi
Denunciare la menzogna dell'apartheid israeliano
di Richard Kemp
19 gennaio 2022
Traduzioni di Angelita La Spada
https://it.gatestoneinstitute.org/18154 ... s.facebook
La rottura delle relazioni diplomatiche tra Israele e l'Unione Sovietica fu in seguito aggravata dalle vittorie difensive di Israele contro gli arabi nel 1967 e poi nel 1973. Nel corso di questo periodo, ogni speranza che Israele diventasse un cliente sovietico era progressivamente svanita. Gli eserciti arabi sponsorizzati, addestrati ed equipaggiati dall'URSS erano stati umiliati, così come Mosca. Pertanto, i sovietici cambiarono la loro politica e decisero di delegittimare Israele. Il loro obiettivo principale era quello di usare il Paese come arma nella Guerra Fredda contro gli Stati Uniti e l'Occidente.
"Dovevamo infondere in tutto il mondo islamico un odio verso gli ebrei simile a quello nutrito dai nazisti e trasformare quest'arma delle emozioni in un bagno di sangue terroristico contro Israele e il suo principale sostenitore, gli Stati Uniti". – Yuri Andropov, presidente del KGB sovietico, poi segretario generale del Partito Comunista sovietico, come riportato dal generale Ion Pacepa, ex capo dei servizi di intelligence rumeni.
Oltre a mobilitare gli arabi a favore della causa sovietica, Andropov e i suoi colleghi del KGB avevano bisogno di appellarsi al mondo democratico. Per fare ciò, il Cremlino decise di trasformare il conflitto finalizzato meramente a distruggere Israele in una lotta per i diritti umani e per la liberazione nazionale da un illegittimo occupante imperialista sponsorizzato dagli americani. Mosca iniziò a trasformare la narrazione del conflitto da jihad religioso, in cui la dottrina islamica esige che qualsiasi terra che sia mai stata sotto il controllo musulmano debba essere riconquistata per l'Islam, in nazionalismo laico e nel diritto all'autodeterminazione politica, qualcosa di molto più appetibile per le democrazie occidentali. Ciò avrebbe fornito una copertura per una feroce guerra terroristica, ottenendo persino un ampio sostegno a favore di essa.
Per raggiungere il loro obiettivo, i sovietici dovettero creare un'identità nazionale palestinese che fino a quel momento non esisteva e una narrazione secondo cui gli ebrei non avevano diritti sulla terra ed erano nudi aggressori. Secondo Pacepa, il KGB creò l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) all'inizio degli anni Sessanta, così come aveva anche orchestrato i cosiddetti eserciti di liberazione nazionale in diverse altre parti del mondo. Pacepa afferma che la Carta Nazionale palestinese del 1964 è stata redatta a Mosca. Questo documento è stato fondamentale per l'invenzione e la creazione di una pseudo-nazione palestinese.
I dettagli delle operazioni terroristiche sponsorizzate da Mosca in Medio Oriente e altrove sono riportati in 25 mila pagine di documenti del KGB copiati e poi fatti uscire clandestinamente dalla Russia all'inizio degli anni Novanta dall'archivista del KGB Vasili Mitrokhin e oggi depositati nel Regno Unito, al Churchill College, a Cambridge.
In origine, la Carta per la "Palestina" non rivendicava la Cisgiordania o la Striscia di Gaza. Di fatto, ripudiava esplicitamente ogni diritto su queste terre, riconoscendole a torto rispettivamente come territori sovrani giordani ed egiziani. Invece, la rivendicazione dell'OLP riguardava il resto di Israele. Ciò fu modificato dopo la guerra del 1967, quando Israele espulse gli occupanti illegali giordani ed egiziani e la Cisgiordania e Gaza per la prima volta vennero ribattezzate come territori palestinesi.
Nel 1965, Mosca intraprese per la prima volta alle Nazioni Unite la sua campagna finalizzata a bollare gli ebrei israeliani come gli oppressori del loro inventato "popolo palestinese". I loro tentativi di classificare il sionismo come razzismo allora fallirono, ma ebbero successo quasi un decennio dopo nella famigerata Risoluzione 3379 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Zuheir Mohsen, un alto leader dell'OLP, ammise nel 1977: "Il popolo palestinese non esiste. La creazione di uno Stato palestinese è solo uno strumento nella lotta contro lo Stato di Israele in vista del raggiungimento della nostra unità araba. (...) Solo per motivi politici e per ragioni tattiche parliamo oggi dell'esistenza di un popolo palestinese, dal momento che gli interessi nazionali arabi richiedono di postulare l'esistenza di un 'popolo palestinese' distinto che possa opporsi al sionismo Sì, l'esistenza di un'identità palestinese distinta esiste solo per ragioni tattiche".
Il dossier Mitrokhin mostra che sia Yasser Arafat sia il suo successore alla guida dell'OLP Mahmoud Abbas, ora presidente dell'Autorità Palestinese, erano agenti del KGB. Entrambi hanno avuto un ruolo determinante nelle operazioni di disinformazione del KGB e nelle sue campagne terroristiche.
Per quanto riguarda i suoi rapporti con Washington, Ceaușescu disse ad Arafat nel 1978: "Devi semplicemente continuare a fingere che romperai con il terrorismo e che riconoscerai Israele, ancora, e ancora, e ancora".
I consigli di Ceaușescu vennero rafforzati da quelli del generale comunista nordvietnamita Vo Nguyen Giap. In occasione di uno dei numerosi incontri avuti con Arafat, Giap dichiarò: "Smettila di dire che vuoi annientare Israele e trasforma invece la tua guerra terroristica in una lotta per i diritti umani. Allora il popolo americano crederà ad ogni tua parola".
Come per il suo predecessore Arafat, il coerente rifiuto di Abbas di ogni offerta di pace con Israele, parlando di pace pur appoggiando il terrorismo, mostra la continua influenza dei suoi padroni sovietici.
Lo storico americano David Meir-Levi afferma che il movimento palestinese creato da Mosca è "l'unico movimento nazionale per l'autodeterminazione politica nel mondo intero, e in tutta la storia dell'umanità, ad avere come sua unica ragion d'essere la distruzione di uno Stato sovrano e il genocidio di un popolo".
La campagna di Mosca è stata significativamente minata nel 2020 dal riavvicinamento tra Israele e gli Stati arabi. La lezione qui consiste nell'importanza della volontà politica americana contro la propaganda autoritaria, che ha portato ai rivoluzionari Accordi di Abramo.
Palestinesi rifugiati?
Il problema dei rifugiati: L'UNRWA
http://www.linformale.eu/il-problema-de ... wOV-RAo-4M
Nell’articolo dedicato alla questione dei rifugiati e pubblicato il 13 novembre si è affrontato il tema dei rifugiati provocatiti dagli avvenimenti bellici a seguito dell’invasione araba del 1948. In questo articolo si entrerà nel dettaglio dell’agenzia ONU costituita per fronteggiare il problema dei rifugiati della Palestina.
UNRWA
Con la Risoluzione 302 dell’Assemblea Generale, l’8 dicembre 1949, si stabiliva la creazione di una specifica agenzia per i profughi della Palestina: l’UNRWA, (Agenzia delle Nazioni Unite di Soccorso e di Interventi per i rifugiati della Palestina in Medio Oriente).
L’UNRWA doveva durare un tempo limitato ma, nel corso dei decenni, è stata continuamente rifinanziata nonostante a partire dal dicembre 1950 venne creata una specifica agenzia ONU per i rifugiati: l’UNHCR, cioè l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che da allora si è occupata di tutti i rifugiati del mondo ad esclusione di quelli palestinesi. Dal 1950 l’ONU ha dunque due agenzie per i rifugiati: l’UNHCR per tutti i rifugiati del mondo e l’UNRWA: l’agenzia per i soli rifugiati palestinesi. La peculiarità di questa situazione è la diversa definizione di rifugiato per le due agenzie.
Per l’UNHCR il rifugiato è colui che a causa di eventi naturali, guerre o per persecuzioni religiose, razziali o politiche è costretto a lasciare la propria casa o il proprio paese per trovare rifugio in un altro luogo (la definizione ONU completa la si trova nella Risoluzione 429 del 14 dicembre 1950 dell’Assemblea Generale). Per l’UNRWA la definizione si estende dal rifugiato vero e proprio a tutte le persone in successione maschile, cioè i discendenti, per matrimonio, per adozione e per chi volontariamente ha lasciato la propria abitazione nel 1948 alla nascita di Israele. Questo seconda definizione assai elastica ha creato il caso dei “rifugiati” nati e cresciuti in Canada o negli USA e che non sono mai stati in Medio Oriente.
Nella Risoluzione 302 che costituì l’UNRWA, non vi è alcuna menzione relativamente a questa applicazione pratica dello statuto di rifugiato. Si tratta di una prassi che è andata a consolidarsi nel tempo. Più che una agenzia preposta alla sistemazione dei rifugiati l’UNRWA è diventata una vera e propria fabbrica per la loro moltiplicazione.
La tabella 1 esemplifica molto bene come i criteri dell’UNRWA appena descritti hanno modificato radicalmente la situazione attuale del numero dei rifugiati palestinesi:
In sintesi con i criteri dell’UNRWA, al giorno d’oggi i rifugiati palestinesi sono oltre 5.500.000, con i criteri utilizzati dall’UNHCR – che valgono per tutti gli altri rifugiati del mondo – sarebbero solo 30.000. Cifra, questa, del tutto accettabile in ogni trattativa in merito alla soluzione del loro problema. Ma non ci sono dubbi che questa situazione creata ad arte sia un potente strumento politico messo in atto allo scopo di non giungere a nessun compromesso. Infatti, il “problema” dei rifugiati è da tempo l’ostacolo più grosso nelle trattative di pace tra Israele e i palestinesi.
E’ bene ricordare ancora una volta che Israele non è responsabile della situazione dei rifugiati palestinesi, essendo la causa principale la guerra scatenata dai paesi arabi nel 1948. Ciò nonostante, dovrebbe essere Israele, secondo i paesi arabi e la UE che dovrebbere riassorbirli per giungere alla “pace”. Il che significherebbe, inevitabilmente che Israele, uno Stato di facendo ciò di 9.0000.000 di abitanti, se assorbisse 5.0000.000 cosiddetti rifugiati palestinesi, ceserebbe di esistere come Stato ebraico. E questo è infatti l’obiettivo palese.
Entrando più nel dettaglio di questa agenzia, si scoprono altre cose davvero “uniche”.
Per prima cosa salta subito all’occhio il budget e il personale dell’UNRWA rispetto a quello dell’UNHCR. Per fare un esempio, nel 2016, dai dati forniti dall’ONU si evince che l’UNRWA ha speso 246$ per ognuno dei 5.3 milioni di rifugiati e discendenti palestinesi, mentre l’UNHCR lo stesso anno ha speso 58$ per ognuno dei circa 68 milioni di rifugiati nel mondo. Dal 1950 ad oggi l’ONU, tramite la sola UNRWA, ha speso oltre 25 miliardi di dollari per i rifugiati palestinesi, cioè il doppio dei soldi del piano Marshall con cui è stata ricostruita l’Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Cosa altrettanto sorprendente è il personale delle due agenzie. L’UNRWA impiega poco più di 30.000 persone per prendersi cura dei 5.3 milioni di rifugiati e discendenti, cioè la ragguardevole cifra di un dipendente ogni 176 rifugiati. Mentre l’UNHCR ha a disposizione circa 11.000 persone per gestire l’emergenza di 68 milioni di persone, cioè una ogni circa 6.100 rifugiati.
È da sottolineare che di questo cospicuo personale, la stragrande maggioranza sono palestinesi stessi. Tra i loro compiti c’è la gestione delle scuole e la pubblicazione dei testi scolastici. Questo è un aspetto rilevante della gestione dell’UNRWA. Va subito precisato che i testi scolastici utilizzati sono diventati, da numerosi anni, un strumento di propaganda e di vero e proprio odio antiebraico. Cosa che non ha precedenti. Soprattutto in considerazione del fatto che sono realizzati, pubblicati e diffusi con i soldi dell’ONU, della UE e degli USA. La cosa è diventata talmente grave che perfino l’ONU stessa, dopo ripetute segnalazioni, si è dichiarata “preoccupata” in un rapporto, del 29 agosto 2019, redatto dalla commissione contro le discriminazioni razziali.
La vignetta sopra riportata è presa da un testo scolastico palestinese di studi sociali del 2017. L’intento è quello di demonizzare gli scavi archeologici di Gerusalemme visti solamente come tentativo di distruggere le moschee e il patrimonio culturale islamico.
La UE, dopo anni di inutili segnalazioni, nell’aprile 2018 ha formalizzato una commissione d’inchiesta, sui testi scolastici palestinesi, che ha portato il parlamento europeo a votare per il congelamento di 17 milioni di euro di fondi, ad ottobre del 2018, a causa “dell’incitamento all’odio” presente nei testi scolastici. Qui si riporta, in parte, quanto emerso dall’indagine presentata al parlamento europeo sui testi scolastici:
“The curriculum for 2018-2019 “deliberately omits any discussion of peace education or reference to any Jewish presence in Palestine before 1948,”. […]
“Most troubling, there is a systematic insertion of violence, martyrdom and jihad across all grades and subjects in a more extensive and sophisticated manner, embracing a full spectrum of extreme nationalist ideas and Islamist ideologies that extend even into the teaching of science and mathematics”.
Traduzione: “Il curriculum per il 2018-2019″ omette deliberatamente qualsiasi discussione sull’educazione alla pace o riferimenti a qualsiasi presenza ebraica in Palestina prima del 1948″. […] “cosa ancora più preoccupante, c’è un inserimento sistematico di violenza, martirio e jihad in tutti i gradi e materie in un modo ampio e sofisticato, abbracciando una gamma completa di idee nazionaliste estremiste e ideologie islamiste che si estendono anche all’insegnamento della scienza e della matematica”.
L’immagine 1 è presa da un altro testo scolastico palestinese di studi sociali.
Il testo in arabo recita:
Titolo: La mappa della Palestina.
“Attività 1-A: osservate la seguente mappa, traete le conclusioni e quindi rispondete:”
“Distingueremo tra le città palestinesi occupate dai sionisti nel 1948 e quelle che occuparono nel 1967”.
La dettagliata analisi di moltissimi testi scolastici palestinesi è del Dr. Arnon Groiss del Centro Meir Amit (http://www.terrorism-info.org.il).
Questa è solo la punta dell’iceberg. Già nel 2014 si era palesato a Gaza, in occasione dell’operazione militare israeliana “Margine protettivo”, iniziata dopo l’uccisione di tre adolescenti ebrei e il lancio di numerosi razzi, come le sedi dell’UNRWA e soprattutto le sue scuole venivano utilizzare regolarmente dai terroristi di Hamas come depositi per razzi, armi e munizioni. Va sottolineato che varie indagini hanno dimostrato che molti dipendenti stessi dell’UNRWA erano, e sono, membri di Hamas. Nessun provvedimento, da parte di un qualsiasi organismo internazionale, è mai stato preso per porre fine a questa situazione che si protrae da innumerevoli anni.
Oltre a tutto ciò dall’estate scorsa, tutta la dirigenza generale dell’UNRWA è finita sotto inchiesta dell’ONU per malversazione, nepotismo e gestione “poco trasparente” dei fondi, ad iniziare dal suo direttore generale, lo svizzero Pierre Krähenbühl. Krähenbühl è stato costretto a dimettersi dall’incarico in attesa della conclusione delle indagini. Al suo posto è stato nominato il 6 novembre, ad interim, l’inglese Christian Saunders. Vari paesi hanno deciso di bloccare i fondi che annualmente versano all’agenzia, tra gli altri la Svizzera, il Belgio, l’Olanda e la Nuova Zelanda. L’Italia, invece, ha deciso di aumentare il suo contributo annuo.
Gli USA dell’amministrazione Trump si sono dimostrati i più critici all’operato dell’UNRWA. Così nel corso degli ultimi due anni hanno progressivamente diminuito, fino a congelare, il loro cospicuo contributo annuo che si aggirava sui 350 milioni di dollari (pari a circa il 25% del budget totale).
Un’ultima annotazione la si può fare in merito al numero ufficiale dei rifugiati soccorsi dall’UNRWA. L’agenzia ONU riporta come dato “ufficiale”, nel 2019, il numero di 5.5 milioni di rifugiati. Ma è interessante osservare che, leggendo tutti i documenti ONU in merito, si evince che un censimento ufficiale non esiste perché non è mai stato fatto. Questo è in parte dovuto al fatto che i criteri che definiscono i rifugiati palestinesi, come abbiamo visto, rendono molto difficile il loro conteggio, oltre al fatto che politicamente è “sconveniente” accertarlo. Si può però segnalare il fatto che, nel 2017, in Libano dalle autorità locali è stato fatto un primo – e per ora unico – tentativo di censimento. Quello che è emerso è sorprendente: quasi 300.000 persone registrate presso l’UNRWA semplicemente non risultavano… cioè il numero reale dei rifugiati era del 62% inferiore rispetto alle stime ufficiali (quelli esistenti risultavano essere 174.422 rispetto ai 459.292 registrati). E la stessa cosa stava emergendo per i rifugiati della Cisgiordania. Poi la cosa è stata velocemente insabbiata. In pratica il dato di 5.5 milioni di rifugiati è gonfiato ad arte per ottenere più soldi da spendere in modo “poco trasparente” come l’indagine ONU stà evidenziando in questi mesi.
Dopo tutti questi dati non è blasfemo dichiarare che l’UNWRA è parte sostanziale dell’impossibilità di trovare un accordo di pace tra Israele e i palestinesi.
I “profughi” palestinesi e la truffa dell’Unrwa
L'agenzia Onu paga lo stipendio a 30.000 dipendenti: una cifra equivalente al numero degli unici autentici profughi originari ancora oggi in vita
Di Jerold S. Auerbach
23 gennaio 2022
https://www.israele.net/i-profughi-pale ... -dellunrwa
Il 15 maggio 1948 lo stato d’Israele proclamava la sua indipendenza e cinque nazioni arabe reagivano con l’aggressione militare nel vano tentativo di annientarlo sul nascere. Tra le tragiche conseguenze del loro attacco ci fu la fuga di almeno 600.000 arabi palestinesi verso i paesi arabi. Due terzi fuggirono in quelle che sarebbero diventate la Cisgiordania occupata dalla Giordania e la striscia di Gaza occupata dall’Egitto (dunque restarono all’interno della Palestina storica ndr). Gli altri si trasferirono in Egitto, Transgiordania, Libano e Siria. Fu una catastrofe araba auto-inflitta, per la quale civili palestinesi innocenti erano destinati a pagare un caro prezzo per molto tempo.
Allo scopo di fornire assistenza a profughi e sfollati, l’Assemblea Generale dell’Onu istituì una nuova organizzazione, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro per i rifugiati palestinesi. Il ponderoso nome venne abbreviato e l’agenzia divenne nota come Unrwa. Il suo compito era quello di fornire sostegno alle persone “il cui normale luogo di residenza era la Palestina tra il primo giugno 1946 e il 15 maggio 1948” (dunque anche persone immigrate pochi anni prima ndr) e che avevano “perso sia la casa che i mezzi di sussistenza a causa del conflitto del 1948”.
Nel 1965, l’Unrwa ridefinì la sua missione estendendo aiuti e finanziamenti ai nipoti dei profughi nati dopo la guerra del 1948, e che non erano essi stessi profughi. Ma alle Nazioni Unite non bastava e nel 1982 l’Assemblea Generale ridefinì l’idoneità ai benefici dell’Unrwa estendendo la copertura a tutte le future generazioni di discendenti palestinesi garantendo in questo modo che non vi sarà mai fine, in eterno, ai “profughi” palestinesi. Di tutti i paesi arabi, solo la Giordania ha concesso ai profughi palestinesi di diventare cittadini del paese.
Aiuti umanitari UNRWA e USAID distribuiti gratis ai discendenti di quarta e quinta generazione dei profughi palestinesi nel “campo profughi” di Shatie, a Gaza
Il principale beneficiario di queste macchinazioni numeriche era e rimane l’Unrwa stessa. All’inizio, nel 1950 forniva aiuti finanziari a 750.000 profughi palestinesi. Nel 1960 i profughi registrati erano già più di un milione. Ora sono più di 5 milioni e mezzo i “profughi” che hanno diritto ai benefici dell’Unrwa. L’Unrwa paga lo stipendio a 30.000 dipendenti. Per quanto assurdo possa sembrare, è una cifra grossomodo equivalente al numero degli autentici profughi originari oggi in vita. Nella sua stessa presentazione (“Chi siamo”), l’Unrwa si vanta di contribuire al “benessere e allo sviluppo umano di quattro generazioni di profughi palestinesi”. In realtà, ovviamente, ci fu una sola generazione di profughi (quelli che persero casa e mezzi di sussistenza a causa del conflitto del 1948).
Nel 2018, il Segretario di stato americano dell’amministrazione Trump, Mike Pompeo, e l’allora ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite Nikki Haley annunciarono d’aver bloccato le ingenti somme di denaro che Washington versava all’Unrwa, accusando l’agenzia di essere “piena di sprechi, frodi e sostegno al terrorismo”. Riferendosi alla comunità dei beneficiari dell’Unrwa “in continua espansione esponenziale”, il Dipartimento di stato dichiarò che si trattava di “un’operazione irrimediabilmente fallimentare”.
Tre anni dopo, l’amministrazione Biden ha annunciato la ripresa dei finanziamenti: l’Unrwa avrebbe ricevuto 150 milioni di dollari per il suo artificioso numero di “profughi palestinesi”. Secondo il Segretario di stato Antony Blinken, “l’assistenza degli Stati Uniti al popolo palestinese serve importanti interessi e valori degli Stati Uniti” tra cui il sostegno alla “intesa” israelo-palestinese. Non è stata fornita alcuna definizione né dimostrazione di tale “intesa”.
A questo punto appare del tutto probabile che il numero artificioso di “profughi” palestinesi continuerà ad aumentare in eterno anche se, come notano Adi Schwartz ed Einat Wilf in The War of Return, “la stragrande maggioranza di coloro che sono registrati dall’Unrwa come profughi non sono mai fuggiti dalla loro casa: sono i discendenti, ormai alla quinta generazione, dei profughi originari”. Nulla fa pensare che questi “profughi” immaginari saranno mai privati del loro status fittizio e dei benefici finanziari che lo accompagnano. Nemmeno l’inevitabile decesso, prima o poi, dell’ultimo vero profugo palestinese potrà ripristinare la realtà dei fatti, giacché la truffa dell’Unrwa è troppo profondamente radicata perché questo avvenga.
(Da: jns.org, 13.1.22)
Democrazia etnica, apartheid e dhimmitudine
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2558
Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e occupato alcuna terra altrui e non opprimono nessuno
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2825
Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e non hanno occupato nessuna terra altrui, nessuna terra palestinese poiché tutta Israele è la loro terra da 3mila anni e la Palestina è Israele e i veri palestinesi sono gli ebrei più che quel miscuglio di etnie legate dalla matrice nazi maomettana abusivamente definito "palestinesi" e tenute insieme dall'odio per gli ebrei e dai finanziamenti internazionali antisemiti.
Calunnie e falsità dei criminali terroristi antisemiti nazi-palestinesi contro Israele e gli ebrei
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2824
Abominevoli falsità propagandistiche propalestinesi e antisraeliane
A me, alla mia gente, al mio paese e all'umanità intera gli ebrei e Israele, nei millenni, non hanno mai fatto del male, anzi hanno fatto del bene e sono uno dei popoli e dei paesi più umani e civili della terra;
al contrario dei nazi maomettani con la loro idolatria terrificante e disumana e il il loro violento espansionismo politico religioso teocratico, tra cui i cosidetti impropriamente palestinesi con la loro incivile disumanità maomettana e antisemità.
L’Unione Europea finanzia la requisizione di fatto di terre in Area C da parte palestinese
Un rapporto del Ministero dell'Intelligence israeliano denuncia la sistematica violazione degli Accordi di pace
23 gennaio 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8174765883
https://www.israele.net/lunione-europea ... alestinese
(Da: Jerusalem Post, israele.net, 18.1.22)
Negli ultimi sette anni l’Unione Europea ha speso mezzo miliardo di dollari a sostegno di un piano dell’Autorità Palestinese volto a prendere il controllo sull’Area C della Cisgiordania in violazione degli Accordi di pace firmati dalle parti e garantiti dalla stessa Unione Europea. E’ quanto emerge da un rapporto redatto a giugno dal Ministero dell’Intelligence israeliano e pubblicato martedì col titolo “L’assistenza straniera come significativo acceleratore nei processi di acquisizione”, in occasione del dibattito sull’argomento presso la Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset.
“La stima approssimativa è che nel periodo 2014-2021 almeno mezzo miliardo di dollari sia stato trasferito ai palestinesi attraverso vari canali, ma è possibile che la somma sia stata maggiore”, afferma il rapporto. Inoltre ogni anno, secondo il rapporto, una somma di circa 20 milioni di euro viene stanziata per sostenere le battaglie legali palestinesi contro la presenza di ebrei israeliani in Area C e contro la barriera di sicurezza anti-terrorismo. Non basta. Negli ultimi dieci anni, l’Unione Europea ha speso circa 170 milioni di euro per piani regolatori generali dello sviluppo palestinese in Area C, con il sostegno in particolare di Gran Bretagna, Francia e Belgio. Il rapporto sottolinea che il 99% di tali piani regolatori palestinesi è stato finanziato dall’Unione Europea.
I dati del rapporto sembrano avvalorare l’accusa da tempo avanzata secondo cui l’Autorità Palestinese continua a rafforzare la sua presa sull’Area C che, in base agli Accordi di pace del 1993-95, è sotto controllo militare e civile israeliano fino al raggiungimento di un accordo negoziale sullo status definitivo. L’analisi condotta dal Ministero dell’Intelligence su questa campagna per il controllo dell’Area C si focalizza sul sostegno dell’Unione Europea alle attività palestinesi condotte in Area C in violazione di quegli Accordi: edilizia illegale, creazione di piani regolatori generali per attività di costruzione, piani per un registro catastale palestinese.
Il rapporto esprime la specifica preoccupazione che il piano per la registrazione catastale dei terreni possa essere utilizzato per promuovere cause legali in Area C. Da quando nel 1967 la Cisgiordania, precedentemente occupata dalla Giordania, è passata sotto il controllo di Israele, le autorità israeliane hanno censito le terre in Area C per determinare se fossero di proprietà pubblica o di proprietà privata, ma non hanno intrapreso alcun programma su larga scala per la registrazione catastale dei terreni. Gli Accordi di Oslo, firmati tra il 1993 e il 1995, conferiscono alle autorità israeliane il pieno controllo della registrazione dei terreni in Area C, mentre all’Autorità Palestinese spetta la registrazione delle proprietà sotto la sua giurisdizione nelle Aree A e B. Ma l’attuale piano catastale palestinese, finanziato dall’Unione Europea, interessa terreni in tutta la Cisgiordania, compresa l’Area C in violazione di quanto previsto dagli Accordi di Oslo. La registrazione dei terreni da parte dell’Autorità Palestinese, avverte il rapporto del Ministero dell’Intelligence, è “un’arma importante” nella campagna legale contro Israele: “In assenza di un processo di registrazione alternativo – dice il rapporto – c’è la ragionevole probabilità che prima o poi i tribunali in Israele e/o altrove adottino la registrazione palestinese”, che consiste in un progetto “Geographic Information System” basato sulla legge giordana a cui lavorano circa 600 dipendenti in 100 filiali, e che potrebbe essere completato entro il 2022.
Secondo l’opinione espressa in Commissione esteri e difesa da alcuni rappresentanti del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione israeliana nei Territori, la registrazione dei terreni da parte dell’Autorità Palestinese in Area C non ha alcuno status legale e non rappresenta una minaccia. Di diversa opinione alcuni parlamentari dell’opposizione di destra che hanno chiesto una discussione di gabinetto sul rapporto e una formale dichiarazione che il catasto dell’Autorità Palestinese non è valido per l’Area C. La Commissione esteri e difesa, presieduta dal parlamentare Ram Ben Barak (di Yesh Atid), ha affermato che al dibattito pubblico di martedì farà seguito nel prossimo futuro una sessione a porte chiuse.
Basta finanziare il terrorismo arabo islamico palestinese antiebreaico e gli assassini di Allà
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2193