L'Italia antisemita e antisraeliana

Re: L'Italia antisemita e antisraeliana

Messaggioda Berto » ven dic 17, 2021 9:55 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: L'Italia antisemita e antisraeliana

Messaggioda Berto » ven dic 17, 2021 10:00 am

11)
L'antisemitismo e l'antisraelismo islamico o nazi maomettano che alimenta quelli cristiano, social comunista, europeo e americano e anche quello social fascista e nazista



Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e nazi cristiano)
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2804

Leggi razziali e discriminatorie: le peggiori sono quelle nazi maomettano-coraniche-shariache
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2805
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1552231884

Calunnie e falsità dei criminali terroristi antisemiti nazi-palestinesi contro Israele e gli ebrei
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2824

Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e occupato alcuna terra altrui e non opprimono nessuno
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2825
Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e non hanno occupato nessuna terra altrui, nessuna terra palestinese poiché tutta Israele è la loro terra da 3mila anni e la Palestina è Israele e i veri palestinesi sono gli ebrei più che quel miscuglio di etnie legate dalla matrice nazi maomettana abusivamente definito "palestinesi" e tenute insieme dall'odio per gli ebrei e dai finanziamenti internazionali antisemiti.

Iran, ebrei, persecuzione, guerra a Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2237

Islam scita, Iran e ebrei
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2221
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Re: L'Italia antisemita e antisraeliana

Messaggioda Berto » ven dic 17, 2021 10:01 am

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Re: L'Italia antisemita e antisraeliana

Messaggioda Berto » ven dic 17, 2021 10:01 am

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Re: L'Italia antisemita e antisraeliana

Messaggioda Berto » ven dic 17, 2021 10:02 am

12)
Altro e varie



Ebrei, zingari, clandestini, novax e no greenpass: accostamenti immondi e impossibili
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2780

Antisemitismo a casa nostra in Italia
Fascisti, grillini e social comunisti antisemiti? Caro Salvini ...
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7968406622

Alberto Pento
Gli antisemiti presenti nel centro destra esistono (come portato di una certa tradizione religiosa e di una demenza culturale condivisa con la sinistra) ma credo che siano in numero assai inferiore a quello che troviamo nel centro sinistra, presso le varie formazioni politiche: 5stelle, PD e tutti gli altri sinistrati che sono ferocemente antisemiti nella versione peggiore dell'antisemitismo, quella che si esprime come antisionismo, come antisraelismo e come filo nazismo maomettano non solo "palestinese". Questi sinistrati sono tutti contro la Shoà e per ricordare gli ebrei morti ma al contempo sono tutti contro Israele e gli ebrei vivi che hanno costruito e che vogliono mantenere e difendere lo Stato nazionale ebraico d'Israele con la sua democrazia etnica, senza della quale gli ebrei d'Israele verrebbero ridotti in minoranza cacciati e/o sterminati dai nazi maomettani che odiano ferocemente ogni diversamente religioso e pensante e Israele in men che non si dica si decomporrebbe assai più velocemente del Libano e gli ebrei del mondo non avrebbero più un rifugio sicuro e resterebbero in balia del male diffuso che li vorrebbe eliminare dalla faccia della terra.

L'antisemitismo non ha portato alcun bene a Hitler, ai nazisti e alla Germania, anzi! E anche quello odierno non porta e non porterà bene ai tedeschi, alla Germania e all'Europa.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2794
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

Demenziali pseudo intellettuali di destra e di sinistra antisemiti, antiamericani e filo nazi maomettani
viewtopic.php?f=197&t=2944

Demenzialità su e contro gli ebrei e Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2178

Razzismo e razzisti contro gli ebrei e Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =25&t=1413

Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2662

Nazionalismi europei antisemiti e antisionisti
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2468
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3415132074

Odiosi antiebrei nazisti hitleriani e fascisti mussoliniani,
bianchi e cristiani o ateo pagani, demenziali seguaci di Mussolini e di Hilter che in USA son detti suprematisti bianchi, assomigliano ai nazi maomettani, vergogne umane.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1251973434
Sono la rovina della destra, di quella democratica liberale e popolare, e di quella identitaria schierata a tutela dei diritti umani degli indigeni e dei cittadini europei.
Chiediamo a Trump a Salvini e agli altri leader delle destre occidentali di prender chiara e dura posizione contro questi dementi antisemiti contro i loro maestri storici e le loro demenziali ideologie razziste, imperialiste, suprematiste, inconcludenti e perdenti.

La vergogna dei veneti antisemiti e antisraeliani
La vergogna dei veneti antisemiti e antisraeliani, nessuna indipendenza per i veneti potrà mai arrivare con questi poveri veneti antisemiti.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 167&t=1338
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 7062056040

Demenziali e fanatici ebrei antisionisti
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2240

Soros l'ex ebreo e altri ebrei infami che odiano Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2392

Ebrei e non più ebrei che odiano gli ebrei e Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2469
Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane, razziste, antisraeliane e antisemite, antidemocratiche e castuali, che violano e calpestano i diritti umani naturali e universali, civili e politici dei nativi e cittadini italiani ed europei.
L'orrore degli ebrei di sinistra che sostengono e promuovono il nazismo maomettano.

Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2761

Ebrei, zingari, clandestini, novax e no greenpass: accostamenti immondi e impossibili
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2780



Fabbricare la menzogna
David Elber
29 Dicembre 2021

http://www.linformale.eu/fabbricare-la-menzogna/

Dopo che il governo di Israele ha annunciato, qualche giorno fa, il desiderio di incrementare la popolazione residente sulle alture del Golan con una grande piano di sviluppo economico, si sono scatenate le immancabili reazioni mediatiche. Riportiamo, come esempio, una autentica perla apparsa sulla pagina Facebook di Limes sotto forma di breve: “Israele costruirà due nuovi insediamenti nel Golan, con l’obiettivo di raddoppiare la popolazione di coloni ebrei residenti nel territorio siriano occupato nel 1967 e annesso di fatto nel 1981“.

In poche righe – senza dire nulla di palesemente falso – questa pubblicazione ha la capacità intenzionale di deformare la realtà dei fatti per dare al lettore l’impressione che Israele stia compiendo qualcosa di illegale. Focalizziamoci sull’utilizzo di alcuni termini: “nuovi insediamenti”, “raddoppiare la popolazione di coloni ebrei”, “territorio siriano occupato nel 1967”. Sono tutte associazioni di parole che prese singolarmente non hanno nulla di sbagliato in sé ma come sono state contestualizzate e “montate” nella frase assumono una connotazione volutamente negativa e accusatoria. Mostreremo con un esempio analogo come si può riconfigurare la fattualità in modo programmaticamente artificioso.

Immaginate di trovare scritto su l’Informale una breve che descriva un piano governativo di sviluppo del Tentino Alto Adige formulato in questi termini: “l’Italia costruirà due nuovi insediamenti in Tirolo con l’obiettivo di raddoppiare la popolazione di coloni italiani residenti nel territorio austro-ungarico occupato nel 1918 e annesso di fatto nel 1920”. Nulla di quanto scritto è in sè palesemente falso ma si è non di meno alterato la realtà dei fatti per dare allo scenario una connotazione di illegalità.

Faremo invece qui chiarezza sulla piena legalità della sovranità israeliana sulle alture del Golan. Se ci limitiamo alla loro storia degli ultimi 100 anni, possiamo vedere che queste alture strategiche (sia dal punto di vista militare che idrico) furono molto contese durante la formulazione dei Mandati di Palestina e Siria. Inizialmente fecero parte del Mandato per la Palestina (1920-1923) dal quale è nato lo Stato di Israele. In seguito, dopo grandi pressioni diplomatiche francesi, con l’accordo angolo francese del 7 marzo 1923 questo plateau fu annesso al Mandato per la Siria. Quando la Siria divenne pienamente indipendente nel 1943, le alture ne erano parte integrante del territorio. Ne consegue che, per la norma dell’ uti possidetis iuris, questo territorio era sotto piena sovranità siriana.

Nel 1948 con la nascita dello Stato di Israele, le alture del Golan furono utilizzate dalla Siria per invadere il nascente Stato ebraico. La guerra fu un palese atto di aggressione e di conseguenza un atto illegale per il diritto internazionale in aperta violazione dell’Art. 2 dello Statuto dell’ONU. I siriani furono sconfitti ma non vollero firmare un trattato di pace ma solo un accordo per il cessate il fuoco.

Nel 1967 il Golan fu nuovamente utilizzato dai siriani per aggredire militarmente Israele. Ancora una volta fu un atto illegale di aggressione. Questa volta, però, la vittoria di Israele fu più netta e permise allo Stato ebraico di conquistare le Alture. Già poche settimane dopo la vittoria nella guerra dei Sei giorni (e sotto grandissime pressioni internazionali), Israele si mostrò disposto a ritirarsi dal territorio occupato in cambio di un trattato di pace. La risposta della Siria, come di tutti gli altri Stati arabi, arrivò dopo la Conferenza di Khartoum del settembre 1967: “no alla pace con Israele”, “no al riconoscimento di Israele” e “no a negoziazioni con Israele”. Questa posizione della Siria non cambiò neanche successivamente all’entrata in vigore della Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza nel novembre dello stesso anno, con la quale si poneva fine alle ostilità della guerra dei Sei giorni.

Il dibattito all’ONU e il testo della Risoluzione 242 mostrarono inequivocabilmente come Israele fosse l’aggredito e non l’aggressore. Una nuova aggressione illegale siriana avvenne nell’ottobre del 1973 e anche questa volta l’esercito siriano fu sconfitto. Un nuovo accordo per il cessate il fuoco fu raggiunto nel 1974 ma la Siria ha continuato a rifiutarsi di intavolare delle trattative di pace rimanendo allineata ai tre no di Khartoum nonostante la Risoluzione 338 del C.d.S ribadisse quanto espressamente sancito con la Risoluzione 242. Così, il governo israeliano, vista l’impossibilità di trattare con quello siriano e trascorsi numerosi anni dall’occupazione del Golan, nel 1981 decise di estendere la propria sovranità sulle alture.

Appare evidente da quanto esposto che l’occupazione del Golan da parte di Israele è perfettamente legale per il diritto internazionale sia per i ripetuti atti di aggressione armata da parte della Siria, sia per il suo rifiuto nei confronti di ogni soluzione concordata tra le parti fin dal settembre 1967.

A distanza di oltre 50 anni dalla guerra dei Sei giorni, rimane solo da stabilire se l’annessione israeliana del 1981 è compatibile con i principi del diritto internazionale. Questo punto è molto controverso e non trova unanimità di pareri tra i giuristi, anzi la maggior parte di essi è dell’opinione che questo atto sia illegale. Ma su cosa si basa questa opinione? Su nessuna legge internazionale formalizzata ma semplicemente su un principio generale e astratto che dichiara “l’inammissibilità di acquisizione territoriale tramite la guerra”. Questo principio è espresso anche nella Risoluzione 242. La domanda da porsi è, questo principio generale, in caso di guerra difensiva, quando lo si è applicato in un qualsiasi conflitto avvenuto nel mondo? La risposta è, mai una sola volta.

In pratica non esiste nessun caso al mondo di uno Stato che sia stato aggredito da un altro Stato e a cui sia stato imposto di ritirarsi sui confini precedenti al conflitto. Questo principio lo si vuol applicare unicamente nei confronti di Israele. Altri “esperti” sostengono una “variante” del principio in questione. La tesi è la seguente: è vero che in passato ci sono stata molte guerre e chi ha vinto ha acquisito dei territori degli Stati sconfitti ma in questi casi l’annessione è stata sancita tramite trattati di pace vincolanti, quindi legittimati dal diritto internazionale, nel caso di Israele non esiste nessun trattato di pace concordato tra le parti. Anche questa tesi però è assai debole e varrebbe solo per Israele. È debole perché non tiene conto del fatto che è la Siria lo Stato – ripetutamente – aggressore ed è anche lo Stato che si rifiuta categoricamente di intavolare trattative di pace da oltre 50 anni. Quindi è la Siria lo Stato doppiamente colpevole di questo stato di cose. Inoltre, la comunità internazionale non ha fatto nulla in suo potere (Art. 51 dello Statuto ONU) per dirimere la questione. Accusare Israele di “occupazione” a distanza di oltre 50 anni dalla guerra è del tutto pretestuoso e ingannevole e non ha basi legali ma solo ragioni politiche.

Secondo il diritto internazionale il principio di occupazione, come disciplinato con la Convenzione dell’Aia del 1907, è applicabile a situazioni “temporanee” nel tempo anche se non è specificato un arco temporale definito. Perciò invocare il principio di “occupazione” a distanza di oltre 50 anni dagli avvenimenti e soprattutto dopo che l’aggressore (la Siria) si rifiuta di trattare la pace è del tutto pretestuoso nonchè implausibile.

Esistono casi nel mondo simili a questo che possono essere considerati come prova di una pratica generale accettata come diritto? Cioè come diritto internazionale consuetudinario. Si, ed è il caso delle isole Curili annesse dall’Unione Sovietica nel 1945. L’annessione di questo arcipelago appartenuto al Giappone non è mai stata ratificata con un trattato di pace tra i due paesi. Però nessuno al mondo ha mai messo in discussione la validità dell’annessione sovietica benché la Russia “occupi” da 76 anni le isole, così come mai nessuno si riferisce a quella parte di territorio russo come “territorio giapponese occupato”.

È prassi di giornali, opinionisti o sedicenti esperti dipingere le cose non per come sono effettivamente ma unicamente in base a una agenda ideologica il cui scopo è quello di alterare i fatti, di deformare la realtà. L’importante è che Israele appaia il reo.
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Re: L'Italia antisemita e antisraeliana

Messaggioda Berto » ven dic 17, 2021 10:02 am

L'antisemitismo di Vittorio Sgarbi nella versione moderna di antisraelismo

IL PUDORE DI MONI OVADIA E LA SPUDORATEZZA DI VITTORIO SGARBI
Niram Ferretti
13 gennaio 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Ora sappiamo che Israele ha perpetrato un genocidio nei confronti del popolo palestinese. Era arrivato il momento finalmente di saperlo e lo abbiamo saputo. Ce lo ha detto non Moni Ovadia, presente alla conferenza di presentazione del Festival delle Momorie, (badate bene la declinazione al plurale), che si terrà al Teatro Comunale di Ferrara di cui è direttore, ma il suo sponsor, Vittorio Sgarbi, signorotto di Ferrara e piccolo boss culturale.
Quando è stato il suo turno di parlare, Sgarbi ha detto quello che Ovadia dice da anni. Ascoltiamolo.
"Io ho chiamato Moni Ovadia per la considerazione del suo grande impegno e anche per la natura di ebreo, tra l'altro in forte contrasto con il mondo ebraico tradizionale, perché di uno sterminio lui per pudore non si occupa, quello dei palestinesi. Sarebbe una provocazione troppo grave, aggiungere anche quello sterminio che lo Stato di Israele è venuto facendo in questi anni, per ragioni che si possono discutere, ma che sono indiscutibili, rispetto al fatto".
Sì, conosciamo tutti il pudore di Moni Ovadia, nei confronti dello "sterminio" dei palestinesi da parte di Israele, lo ha sempre coltivato con dolore, sommessamente e dobbiamo ringraziare Sgarbi per averlo sottolineato, lui che invece questo pudore non lo ha e ci dice che Israele stermina i palestinesi.
Con un amico così chi ha bisogno di nemici?



Conferenza stampa presentazione Festival delle Memorie - dal ridotto del Teatro Comunale Ferrara
Festival delle Memorie | In occasione del Giorno della Memoria, una settimana di incontri e spettacoli con testimoni e voci autorevoli del mondo della cultura. Uno sguardo nuovo e inedito nel segno di una “memoria universale” che abbraccia tutti i popoli vittime di genocidi. Dal 25 al 30 gennaio a Ferrara.

https://www.facebook.com/teatrocomunale ... 184057190/
Conferenza stampa di presentazione del progetto ideato da Moni Ovadia
Lunedì 10 gennaio 2022 ore 12 in diretta dal Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara
intervengono:
Marco Gulinelli, assessore alla Cultura del Comune di Ferrara
Moni Ovadia, direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
Marcello Corvino, direttore artistico della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
Franco Cardini, curatore degli incontri pomeridiani del Festival
Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Ferrara Arte



Ovadia choc su Israele: "Strumentalizza la Shoah"
Francesca Bernasconi
11 Maggio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 45865.html

"La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio. Non ha giustificazioni, è infame e senza pari". A dirlo, parlando all'AdnKronos, è Moni Ovadia, l'attore, musicista e scrittore di origine ebraiche. Con queste parole, l'uomo ha commentato le violenze in Medio Oriente, degenerate nei bombardamenti tra Israele e la Striscia di Gaza.

"Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est- ha continuato Ovadia- ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge. È una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime, perché poi muoiono loro, vengono massacrati loro". Le dichiarazioni choc riguardano anche la politica istraeliana, definita "segregazionista, razzista, colonialista", mentre la comunità internazionale è, a detta dallo scrittore e attore, "una parzialità ripugnante". Infatti, spiega, "tranne qualche rara eccezione, paesi come la Svezia e qualche paese sudamericano, non si ha lo sguardo per vedere che la condizione del popolo palestinese è quella del popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della Shoah". E rimarca: "Tutto questo con lo sterminio degli ebrei non c'entra niente, è pura strumentalizzazione. Oggi Israele è uno stato potentissimo, armatissimo, che ha per alleati i Paesi più potenti della Terra e che appena fa una piccola protesta tutti i Paesi si prostrano, a partire dalla Germania con i suoi terrificanti sensi di colpa".

Dopo la condanna della Germania, arriva anche quella dell'Italia, che "si nasconde dietro la sua pavidità, un colpo al cerchio e uno alla botte. Ci dovrebbe essere una posizione ferma, un boicottaggio, a cominciare dalle merci che gli israeliani producono in territori che non sono loro". Infine, Ovadia conclude precisando: "Io sono ebreo, anch'io vengo da quel popolo. Ma la risposta all'orrore dello sterminio invece che quella di cercare la pace, la convivenza, l'accoglienza reciproca, è questa? Dove porta tutto questo? Il popolo palestinese esiste, che piaccia o non piaccia a Nethanyau. C'è gente che ha diritto ad avere la propria terra e la propria dignità e i bambini hanno diritto ad avere il loro futuro, e invece sono trattati come nemici".

Le parole di Ovadia hanno sollevato la reazione della scritte e giornalista Fiamma Nirenstein, che ha definito le dichiarazioni dell'uomo "farneticazioni, che dimostrano come questa persona non conosca né la storia passata, né sappia cosa sta accadendo adesso. Mentre sto parlando si contano morti e feriti israeliani. La gente di Israele è costretta a correre nei rifugi. Le serene suonano in tutta Israele". Commentando l'escalation di violenza degli ultimi giorni, Nirenstein ricorda che le proteste hanno avuto il loro "apice nel lancio di 250 missili da Gaza sulla popolazione civile israeliana". Il tutto, "è cominciata con l'assalto ad un uomo che portava a spasso il proprio cane di notte e con la diffusione su Tik Tok fra le risate di questo episodio di linciaggio e insulti antisemiti. Ed è poi proseguita per parecchi giorni con l'accumulazione nelle moschee di materiali bellici che sono stati poi scoperti dalla polizia che ha subito decine e decine di feriti".

Dopo le dichiarazioni di Ovadia, sul tema è intervenuto anche Vittorio Sgarbi. "Io sono molto amico di Ovadia- ha precisato- ma non condivido la sua posizione sulla situazione di tensione in Medio Oriente e su Israele, perché Israele è un paese che è stato continuamente minacciato nella sua esistenza, e può sbagliare alcune misure di autotutela ma i bombardamenti a Gerusalemme, se non sbaglio, vengono da Hamas". E aggiunge: "Non è che se tu sei davanti ad un governo che apparentemente non ti rispetta fai un'azione di bombardamenti sistematica. Certo, le ritorsioni sono reciproche, la potenza di fuoco di Israele è superiore ma non mi pare che dall'altra parte si sia scelto il pacifismo gandhiano".



Moni Ovadia l'ebreo ateso e sinistrato che odia Israele e che sta dalla parte dei nazi maomettani

Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2802
Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane, razziste, antisraeliane e antisemite, antidemocratiche e castuali, che violano e calpestano i diritti umani naturali universali e civili dei nativi e cittadini europei ed italiani.
L'orrore degli ebrei di sinistra che sostengono e promuovono il nazismo maomettano.


Demenziali e fanatici ebrei antisionisti
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2240

Ebrei e non più ebrei che odiano gli ebrei e/o Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2469


Alberto Pento
Purtroppo è stato il sindaco di centro destra e leghista Alan Fabbri a nominare Moni Ovadia come direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2 ... 314413113/



Vittorio Sgarbi si schiera: "Siamo tutti ebrei"
L'Informale
Di Riccardo Ghezzi
25 Marzo 2016

http://www.linformale.eu/vittorio-sgarb ... tti-ebrei/

Siamo arrivati al momento che avevo previsto. Ormai viviamo come Israele, nella continua minaccia di attentati. E siamo, rispetto agli israeliani, inermi, impauriti, senza gli strumenti per difenderci.
Intorno a noi la crudeltà e la violenza, in nome di un Dio che non c’è, determinano continue stragi degli innocenti.
Non si colpisce il nemico, ma si uccide l’uomo perché cristiano, perché occidentale, con la stessa cieca violenza di Hitler contro gli ebrei.
Israele reagisce, noi siamo vittime senza governi, individui esposti alla morte.”

Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi ha commentato a caldo così, sulla sua pagina facebook, i fatti di Bruxelles. Il suo post, introdotto dall’hashtag #bruxelles, ha ottenuto un vero e proprio record di condivisioni. Tra i commenti, però, non sono mancate le critiche aspre e soprattutto i giudizi antisionisti, per non dire antisemiti.
Vittorio Sgarbi, noto per non aver peli sulla lingua, ha risposto ad uno dei commentatori che lo ha accusato di aver ribaltato i ruoli di vittime e carnefice, ottenendo una moltitudine di mi piace.
La presa di posizione di Sgarbi appare forte e accorata, oltre ad essere intelligente spunto per un’analisi sul legame tra i fatti del Medio Oriente e i rischi per l’Europa. Preoccupanti invece l’ignoranza e l’odio della maggior parte dei commentatori. Per dirla alla Sgarbi: “Capre!”.


Sgarbi sugli insulti a Lerner: "Gli hanno reso pan per focaccia"
Daniele Tempera
16/09/2019

https://www.giornalettismo.com/sgarbi-i ... -focaccia/

Vittorio Sgarbi, si sa, non perde occasione di far parlare di sé e di far sfoggio di giudizi e azioni corrosive e controcorrente, anche a costo di pagare prezzi alti, prima di tutto alla verità e (qualche volta) alla decenza. Ma la fame di notorietà è spesso dura da tenere a bada, e il critico d’arte non ha esitato, questa volta, a difendere il pessimo comportamento dei militanti leghisti che, ieri a Pontida, hanno riempito Gad Lerner di insulti, anche di carattere antisemita. Secondo Sgarbi, gli attacchi contro il giornalista, sono in qualche modo giustificati dall’operato del giornalista: «Mi sembra che sia corretta la definizione data di Lerner come un ‘provocatore’ perché le sue affermazioni sia sui social che in televisione sono sempre state molto dure e violente. Gli hanno reso pan per focaccia– commenta il critico a margine della presentazione di un evento a Benevento- Se pensiamo a un tweet che aveva fatto qualche tempo fa su un’esplosione in Corea del Nord in cui si augurava che Salvini fosse lì non dobbiamo meravigliarci se poi le reazioni nei suoi confronti sono altrettanto aggressive. Lui stesso ha a lungo attaccato in modo diretto Salvini che ha mostrato molta resistenza e autocontrollo».


La difesa d’ufficio di Salvini e il giudizio su Franceschini

Per Sgarbi insomma, il clima d’odio fomentato da Salvini non c’entra davvero nulla con gli insulti a Lerner: «La responsabilità di questi gesti razzisti non è del leader del partito ma di un clima che vede alcuni militanti fuori controllo – commenta- anzi questo episodio è più svantaggioso per la Lega in quanto adesso sarà il pretesto per accusare i leghisti di antisemitismo». Il clima d’odio è, del resto, giustificato dai successi della Lega e dalle “mancate elezioni”: «Il partito di Salvini ha quasi raddoppiato i voti rispetto ai partiti di sinistra a cui appartiene Lerner, è ovvio che in una così grande rappresentanza popolare ci possano essere anche atteggiamenti razzisti, ci dispiacciono ma li si comprende. La sua presenza a Pontida ha suscitato dei malumori ma Salvini non ha nessuna responsabilità». Certo, per Sgarbi sarebbe meglio che Salvini condannasse gli insulti antisemiti, ma più per non donare alla Lega un’immagine di “intolleranza che non la rappresenta” e per non spaventare “la libera stampa”, non certo per una ragione di principio.



Ovadia choc su Israele: "Strumentalizza la Shoah"
Francesca Bernasconi
11 Maggio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 45865.html

"La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio. Non ha giustificazioni, è infame e senza pari". A dirlo, parlando all'AdnKronos, è Moni Ovadia, l'attore, musicista e scrittore di origine ebraiche. Con queste parole, l'uomo ha commentato le violenze in Medio Oriente, degenerate nei bombardamenti tra Israele e la Striscia di Gaza.

"Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est- ha continuato Ovadia- ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge. È una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime, perché poi muoiono loro, vengono massacrati loro". Le dichiarazioni choc riguardano anche la politica istraeliana, definita "segregazionista, razzista, colonialista", mentre la comunità internazionale è, a detta dallo scrittore e attore, "una parzialità ripugnante". Infatti, spiega, "tranne qualche rara eccezione, paesi come la Svezia e qualche paese sudamericano, non si ha lo sguardo per vedere che la condizione del popolo palestinese è quella del popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della Shoah". E rimarca: "Tutto questo con lo sterminio degli ebrei non c'entra niente, è pura strumentalizzazione. Oggi Israele è uno stato potentissimo, armatissimo, che ha per alleati i Paesi più potenti della Terra e che appena fa una piccola protesta tutti i Paesi si prostrano, a partire dalla Germania con i suoi terrificanti sensi di colpa".

Dopo la condanna della Germania, arriva anche quella dell'Italia, che "si nasconde dietro la sua pavidità, un colpo al cerchio e uno alla botte. Ci dovrebbe essere una posizione ferma, un boicottaggio, a cominciare dalle merci che gli israeliani producono in territori che non sono loro". Infine, Ovadia conclude precisando: "Io sono ebreo, anch'io vengo da quel popolo. Ma la risposta all'orrore dello sterminio invece che quella di cercare la pace, la convivenza, l'accoglienza reciproca, è questa? Dove porta tutto questo? Il popolo palestinese esiste, che piaccia o non piaccia a Nethanyau. C'è gente che ha diritto ad avere la propria terra e la propria dignità e i bambini hanno diritto ad avere il loro futuro, e invece sono trattati come nemici".

Le parole di Ovadia hanno sollevato la reazione della scritte e giornalista Fiamma Nirenstein, che ha definito le dichiarazioni dell'uomo "farneticazioni, che dimostrano come questa persona non conosca né la storia passata, né sappia cosa sta accadendo adesso. Mentre sto parlando si contano morti e feriti israeliani. La gente di Israele è costretta a correre nei rifugi. Le serene suonano in tutta Israele". Commentando l'escalation di violenza degli ultimi giorni, Nirenstein ricorda che le proteste hanno avuto il loro "apice nel lancio di 250 missili da Gaza sulla popolazione civile israeliana". Il tutto, "è cominciata con l'assalto ad un uomo che portava a spasso il proprio cane di notte e con la diffusione su Tik Tok fra le risate di questo episodio di linciaggio e insulti antisemiti. Ed è poi proseguita per parecchi giorni con l'accumulazione nelle moschee di materiali bellici che sono stati poi scoperti dalla polizia che ha subito decine e decine di feriti".

Dopo le dichiarazioni di Ovadia, sul tema è intervenuto anche Vittorio Sgarbi. "Io sono molto amico di Ovadia- ha precisato- ma non condivido la sua posizione sulla situazione di tensione in Medio Oriente e su Israele, perché Israele è un paese che è stato continuamente minacciato nella sua esistenza, e può sbagliare alcune misure di autotutela ma i bombardamenti a Gerusalemme, se non sbaglio, vengono da Hamas". E aggiunge: "Non è che se tu sei davanti ad un governo che apparentemente non ti rispetta fai un'azione di bombardamenti sistematica. Certo, le ritorsioni sono reciproche, la potenza di fuoco di Israele è superiore ma non mi pare che dall'altra parte si sia scelto il pacifismo gandhiano".



Operazionefango - Ieri fascista, oggi antisemita.
Vittorio Sgarbi
9 ottobre 2021

https://www.facebook.com/SgarbiVittorio ... 9359849434

La “compagnia di giro” della disinformazione italiana (con “Repubblica” sempre in prima fila e “La 7” a far da spalla) le sta tentando tutte per delegittimare il candidato a sindaco del centrodestra a Roma, Enrico Michetti.
Prendere una frase, decontestualizzarla, stravolgerne il senso e trasformarla in un’infamia, è un’operazione che ci riporta alla memoria la “disinformatia” del regime sovietico.


Alberto Pento
Probabilmente si tratta di opportunismo politico, Sgarbi si adegua al nuovo governo sinistrato di Israele "antisionista" e filo nazi palestinese.



TENGO FAMIGLIA
Niram Ferretti
16 dicembre 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Dietro la nomina di Moni Ovadia a direttore del Teatro Comunale di Ferrara, c'è una storia di famiglia come spesso accade in Italia, dove il familismo l'ha sempre fatta da padrone e interessi privati, molto privati, si sono costantemente intrecciati a quelli pubblici.
Sarà dunque un caso che Ovadia è sempre stato nelle grazie di Elisabetta Sgarbi, ex deus ex machina di Bompiani e ora editrice in proprio con "La Nave di Teseo"? Fu grazie alle di lei intercessioni che il modestamente letterariamente talentato Moni, pubblicò il suo primo libro, ed è sempre grazie a lei che continua a pubblicare presso "La Nave di Teseo".
Una mano lava l'altra e tutte e due lavano il viso. Soprattutto quando sono mani parentali, congiunte in fratellanza. Dunque, lo scapestrato Vittorio, fratello di cotanta sorella, sussurra all'orecchio del sanguigno Alan Fabbri sindaco leghista di Ferrara, il nome dell'attore ebreo, orgoglioso antifascista con gli occhi perennemente chiusi sui crimini dei kompagni, a sua volta a lui sussurrato dalla dark lady dell'editoria italiana. Lo fa, dicono, anche per mettere in crisi la sinistra, certo non la coscienza di Ovadia che più che andare dove lo porta il vento, va dove annusa odor di sghèi e visibilità e se, ad elargirli è l'esponente di un partito da lui esecrato, poco importa.
Chi dirige il MEIS, Il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah a Ferrara, approva la nomina del guitto antisionista, e se Sgarbi nulla sapeva (così dicono) del virulento antisionismo del pupillo di sa soeur, è assai difficile che al MEIS non ne siano al corrente, ma nessuno dice niente. Anche lì ci sono mani che si lavano reciprocamente.
Dunque Elisabetta Sgarbi mette a segno con spregiudicatezza un colpo pubblicitario, facendo in modo che un autore della sua scuderia diventi direttore del Teatro Comunale di Ferrara, Vittorio Sgarbi lo propone e Alan Fabbri, anch'esso ignaro dell'estremismo del proposto avalla il nome.
Ovadia in alcune interviste dopo la nomina vola alto. "La cultura prima di tutto"!, prima delle differenze di vedute, e per mostrare quanto è aperto cità Céline che a sinistra non sarebbe stato osteggiato. Sì, certo, solo che Louis-Ferdinand Céline, nonostante il suo antisemitismo, è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento, mentre Ovadia è...Ovadia.
Quindi Ferrara si tiene Céline, pardon, Ovadia, mentre Elisabetta e Vittorio Sgarbi tengono famiglia e con loro molti altri.



SHHH...SILENZIO
Niram Ferretti
15 gennaio 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Di che pasta è fatto il Meis, il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, di cui è oggi direttore il rabbino Amedeo Spagnoletto succeduto a Simonetta Della Seta? È la pasta del silenzio, del non si disturba il manovratore e non si creano attriti, fastidiose polemiche. Al Meis si fa cultura, ci si concentra sulle cose serie.
Quando, nel 2020, Moni Ovadia venne fatto eleggere da Vittorio Sgarbi direttore del Teatro Comunale di Ferrara, nessuno dal MEIS obbiettò che era una nomina molto discutibile in virtù della virulenta propaganda antisionista che il salottiero Ovadia conduceva da anni. Neanche un sussurro, e nemmeno nei dintorni.
Il dieci gennaio di quest'anno, Ovadia annuncia in compagnia del suo principale sponsor, Sgarbi, il Festival delle Memorie, (l'idea gli viene suggerita da Gabriele Nissim), una manifestazione ecumenica, in cui, la Shoah sarà si presente ma insieme al ricordo di altri genocidi, tutsi, armeni, ecc, perché non bisogna fare memoria ma memorie.
I nativi indiani americani non sono inclusi e nemmeno gli aborigeni, e gli albigesi e i catari. Ci si vuole forse attenere solo al Novecento, ecco sì, parsimonia. Ovadia è parsimonioso. Non include nella lista, per esempio, il "genocidio" dei palestinesi perpetrato da Israele. A quello ci pensa Sgarbi. Lo menzona lui.
Rav. Spagnoletto dorme.
Sollevare l'indice per dire che un evento come quello che si annuncia nella città dove c'è il museo della Shoah, è assai problematico, è ideologico genererebbe attrito. Meglio guardare altrove. E non un fiato sull'affermazione di Sgarbi a proposito del "genocidio palestinese" perpetrato da Israele.
La cera nelle orecchie impedisce l'ascolto a Ferrara e altrove. Anche l'UCEI retto dalla Serenissima Di Segni, tace. Si esprimeva molto quando al governo c'era Salvini nella veste di Ministro dell'Interno e vicepremier, ma questa è una storia che racconteremo un'altra volta.

Simona Piazza O Sed
Purtroppo la signora Di Segni è di sx e nn vede o meglio, non considera grave l’ antisionismo, per quanto riguarda gli altri, io credo che non vogliano mettersi contro la sx , perché non si fidano della dx. Parliamoci chiaro, ad eccezione di qualche anima bella , chi c’è a dx di cui ci possiamo fidare? La Meloni & Co? No! Molti leghisti sono filo israeliani perché , Israele rappresenta il baluardo contro l’Islam, ma sono filo semiti? Ho i miei dubbi! In questo periodo terribile del covid, la stragrande maggioranza della dx è negazionista è novax, cosa dicono Niram? Lo sai anche tu! Noi ebrei dobbiamo contare su noi stessi, guarda Sgarbi, era un amico “ fraterno” di Israele , ed ora? Molti Niram sono come Esaù


Francesco Birardi
Simona Piazza O Sed Concordo con quasi tutto. E soprattutto col fatto che gli Ebrei (tutti) debbano contare innanzitutto su loro stessi. E infatti Israele questa cosa l'ha ben capita. Ma la Destra (tranne pochi neonazi t.d.c. imbecilli che io giudico in realtà ascrivibili alla sinistra) nella sua grande maggioranza non è antisemita. E nemmeno, per quando posso capire, novax.

Marco Leati
Simona Piazza O Sed molti cristiani, di Destra, sono a favore di Israele.
Non distinguiamo tra pro Israele e pro semiti, è un discorso che non regge.
Parliamo invece del silenzio assordante di certe Comunità Ebraiche, come quella di Ferrara e di altre città.

Marco Leati
Da ferrarese posso tranquillamente testimoniare che la Comunità Ebraica ferrarese e il MEIS, si sono sempre disinteressati altamente di Israele e dei loro correligionari in quella Nazione. .
Mai ho letto di un intervento pubblico contro gli insulti e le minacce che, da sinistra, vengono periodicamente lanciati contro Israele.
Mai ho letto di una risposta positiva da parte della Comunità alle difese di Israele espresse sulla stampa locale dai soliti nomi.
Nemmeno una parola di fronte alle critiche brucianti (ma sacrosante) rivolteLe tramite la stampa locale; mi riferisco all'editoriale pubblicato su un quotidiano locale, nel maggio 2021, con cui si chiedeva pubblicamente alla Comunità il perché del continuo silenzio di fronte ai continui attacchi di HAMAS in quel mese.
Fossi stato un componente della Comunità avrei provato una grande vergogna, invece il silenzio...... che si è ripetuto in questo periodo.
"Il coraggio uno mica se lo può dare!", balbetto' Don Abbondio di fronte al Cardinale Borromeo!
Ecco, il Don Abbondio dei Promessi Sposi, tremebondo di fronte ai "bravi" di Don Rodrigo, ricorda le "virtù" delle persone sopra citate.
Credo che l'importante, per costoro, sia di starsene al sicuro all'interno delle mura domestiche, tanto ai correligionari di quella Nazione ci penserà qualcun'altro.
Ponzio Pilato e Don Abbondio sarebbero stati orgogliosi di questi ferraresi.



La messinscena della memoria
L'Informale
16 gennaio 2022

http://www.linformale.eu/la-messinscena-della-memoria/

Nella conferenza di presentazione del Festival delle Memorie, che si terrà a Ferrara dal 25 al 30 gennaio, Moni Ovadia, direttore del Teatro Comunale di Ferrara, ha voluto ringraziare Gabriele Nissim per avergli dato l’idea per questa iniziativa ecumenica, in cui non si parlerà solo di Shoah, ma di altri genocidi.

Una Giornata della Memoria che commemori lo sterminio degli ebrei avvenuto durante la Seconda guerra mondiale, in un’epoca in cui trionfa l’idea che ogni specificità identitaria, ogni unicità etnica o determinazione culturale troppo marcata, è un anacronismo, appare come un vero e proprio affronto alla religione laica dell’inclusività, dell’indistinto umano, o dell’Umanità con la maiuscola.

Gariwo, l’associazione di Gabriele Nissim, che ha allargato il concetto di Giusto al di fuori del suo alveo originario istituito da Yad Vashem, il riconoscimento di chi, non ebreo, ha salvato una o più vite ebraiche durante il tremendo periodo della furia nazista, ha operato e opera esattamente in questa direzione. L’ideologia che la anima è quella universalista che ha la sua matrice più lontana nell’Illuminismo e quella più recente nell’internazionalismo socialista, ovvero l’idea che al di là delle differenze specifiche di ogni popolo e nazione, viste come limitative, come ostacoli da superare, ciò che conta veramente in merito al fattore umano, sia quello che accomuna gli uni agli altri, una sorta di essenza metastorica, che va individuata e promossa, costi quel che costi. La promozione del “bene” necessita infatti di sacrifici e di sacrificati, soprattutto i secondi, i quali non capiscono che ciò che si promuove si promuove anche per il loro bene, nonostante restino arroccati a idee stantie, a vecchi dogmi. Cosa che hanno fatto gli ebrei per secoli, malgrado i tentativi culturalmente “nobili” di volerli diluire fino a farli scomparire. Ugo Volli, in una recente intervista apparsa sul nostro sito ha specificato bene il nucleo della questione. Vale la pena riportare le sue parole in merito:

“In seguito a sconfitte militari o a disastri economici gli ebrei hanno vissuto in prevalenza dispersi fra altri popoli negli ultimi due millenni, ma anche prima durante gli esili in Egitto e in Babilonia. Ma non si sono assimilati, hanno conservato la loro identità religiosa e culturale, rifiutando di fondersi e confondersi con civiltà che si ritenevano più avanzate e moderne. Si tratta di un fenomeno unico nella storia per vastità e durata. Questa ostinazione a restare se stessi è ciò che io chiamo resistenza ebraica. Non tutti hanno resistito, naturalmente, ma sempre sono rimasti dei “resti” abbastanza numerosi da perpetuare l’ebraismo. Questo rifiuto di diventare “come si deve”, di accettare la propria sconfitta culturale assumendo le vesti del vincitore, di convertirsi dunque all’ellenismo, al cristianesimo, all’islam, al marxismo, alla globalizzazione postmoderna, provoca in chi ritiene di aver diritto ad assimilare tutti insicurezza e quindi rabbia e odio. Basta leggere le pagine sugli ebrei di grandi intellettuali liberi, alfieri della tolleranza come Voltaire e Kant, senza neppure arrivare ai nazionalisti intolleranti come Wagner o Fichte o ai fanatici religiosi come Lutero, per vedere all’opera questo meccanismo micidiale”.

Sono esattamente i cosiddetti “alfieri della tollerenza” quelli che, in nome di idee auliche, di parole strappate al cielo, ci dicono che il Giorno della Memoria non può essere troppo circoscritto, troppo ebraico, troppo identitario, deve essere cioè declinato al plurale.

Anna Foa, storica di riferimento di Gariwo, ha scritto vari articoli sul tema, spiegando che “man mano che la costruzione memoriale si innalza ed erige barriere intorno a sé, per meglio identificarsi, diventa criterio di differenziazione assoluto, dogma”. Questo è il peccato originale da emendare, la differenziazione, per cui, sempre nello stesso intervento, essa si chiede se, “il valore della memoria della Shoah come pilastro su cui si era ricostruito il mondo dopo Auschwitz” possa essere diminuito dal Covid 19 che qualifica come “nuova catastrofe”.

Siamo qui già oltre la differenziazione, entriamo in mare aperto. Se il Covid è una nuova catastrofe e se la Shoah è una vecchia catastrofe, perchè fermarsi, dove è situabile l’argine? Non è forse una catastrofe ben maggiore del Covid 19 la mortalità infantile, e che dire dei maremoti, dei terremoti, delle alluvioni, dei decessi provocati da tumori, leucemie, e altre malattie? E perchè il Festival delle Memorie dovrebbe situare oltre alla memoria ebraica per la Shoah, solo quella dei tutsi, dei curdi e degli armeni? Cosa ne è dei rohingya e degli uiguri? e perchè non andare oltre la contempornaeità, oltre il Novecento? Se Festival delle Memorie deve essere allora perchè non condensarlo in un festival delle Memorie dei Genocidi perpetrati dall’Umanità, retrocedendo nel tempo, risalendo agli egizi, agli assiri, ai babilonesi, ai romani? Infondo, oggi, negli Stati Uniti, non si afferma in ambito progressista che la fondazione della nazione americana sta nello schiavismo, non si afferma che tutti i bianchi sono colpevoli ontologicamente per il fatto di essere bianchi? Non è, secondo questa vulgata, l’unico grande crimine della storia umana, il colonialismo, padre di tutti i genocidi?

L’evidenza della matrice ideologica di una iniziativa come quella di Ferrara, sfugge solo a chi finge di non vederla, o a chi, come Moni Ovadia, autorappresentazione parodistica dell’Ebreo totale, colto, diasporico, umanista, e per questo necessariamente antisionista, la propone come servizio reso alla vecchia idea internazionalista così ben rappresentata da un marxista come Isaac Deutscher, già biografo di Lenin, il quale poteva dire: “La religione? Sono un ateo. Il nazionalismo ebraico? Sono un internazionalista. In nessuno di questi due sensi sono un ebreo. Sono tuttavia un ebreo per la forza della mia incondizionata solidarietà nei confronti dei perseguitati e degli sterminati”.

Il nuovo dogma chiede adesione piena all’incondizionato. Se Dio non c’è, può esserci solo l’Umanità, soprattutto quella oppressa, questo surrogato mistico a cui votarsi con ardore liberatorio, possono esserci le memorie, non la memoria, la finzione una Storia sottratta alle storie, alla irriducibile singolarità di ogni situazione, alla sua unicità e imparagonabilità, può esserci appunto un festival istituito da un teatrante.



FERRARA: VITTORIO SGARBI ONORA MONI OVADIA E PARLA DI "GENOCIDIO PALESTINESE"
Progetto Dreyfus
16 gennaio 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8174765883

"Io ho chiamato Moni Ovadia per la considerazione del suo grande impegno e anche per la natura di ebreo, tra l'altro in forte contrasto con il mondo ebraico tradizionale, perché di uno sterminio lui per pudore non si occupa, quello dei palestinesi. Sarebbe una provocazione troppo grave, aggiungere anche quello sterminio che lo Stato di Israele è venuto facendo in questi anni, per ragioni che si possono discutere, ma che sono indiscutibili, rispetto al fatto".
(Vittorio Sgarbi)



La presidente dell’UCEI, troppo impegnata in riunioni al Quirinale in vista del 27 gennaio, come dichiarato oggi su zoom da uno dei suoi fedeli accompagnatori, non ha trovato il tempo per reagire alle parole vergognose pronunciate da Sgarbi nella conferenza stampa di presentazione del “FESTIVAL DELLE MEMORIE” (e anche su questa iniziativa Noemi Di Segni non ha ritenuto di esprimersi - ma se non lei, chi avrebbe dovuto?); ma la notizia di questa presentazione che, di sicuro, non fa onore alla Città di Ferrara (checché ne abbia detto il presentatore del Festival, tutto orgoglioso per il fatto che Ferrara arriva prima in Italia…) circola all’estero.


Emanuel Segre Amar
16 gennaio 2022

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 2907754127

Ecco, a beneficio di chi non le avesse ascoltate, le parole pronunciate da Vittorio Sgarbi: (Ovadia) “NON PARLERÀ PER PUDORE DELLO STERMINIO CHE ISRAELE PERPETRA AI DANNI DEI PALESTINESI”. (E non si può accettare la sua successiva, privata, difesa che la dichiarazione era ironica, fatta per prendere in giro Ovadia).
Tra le istituzioni, italiane e straniere, che si sono espresse in merito, ecco che cosa ha pubblicato oggi il Simon Wiesenthal Centre (e chissà se la presidente dell’UCEI avrà il tempo di leggere queste parole):
F O R I M M E D I A T E R E L E A S E
Wiesenthal Centre Outraged at Italian Parliamentarian's Outburst: “Extermination of Palestinians by Israel”
Paris, 16 January
The Director for International Relations of the Simon Wiesenthal Centre, Dr. Shimon Samuels, expressed outrage that, "yesterday, at a conference in Ferrara, Italy, organized by Jewish author Moni Ovadia, entitled 'The Festival of Memories'.... MP Vittorio Sgarbi, known for his political rants, made an antisemitic outburst."
Sgarbi is a main supporter for Silvio Berlusconi's candidacy to become next President of the Italian Republic. Sgarbi came out with a disgraceful declaration just seconds into his speech: “One extermination that he [Ovadia], out of modesty, does not deal with, is that of the Palestinians... perpetrated by the State of Israel over the years..."
View the alert on his speech (English translation) in “Informazione Corretta” link in attachment.
This unacceptable statement adds to a long list of controversial positions that Sgarbi has taken over the decades, that have earned him a record list of defamatory charges.
Seemingly flirting with the motley “no-vax, no-mask, no-pass” campaigners, Sgarbi was recently manhandled out of Parliament because he refused to wear a mask, unlike all of his colleagues. On another occasion, he reportedly downplayed the need for police protection of Holocaust Survivor, Senator Liliana Segre, while she was receiving daily neo-Nazi death threats. Now, he has launched into a diatribe, using such words as “extermination” and “genocide” applied to Israel.
"Silvio Berlusconi - at the head of Mondadori editions - had published Simon Wiesenthal’s books in Italian, in particular 'Justice, Not Vengeance,' that became a bestseller. As Prime Minister in the 90’s, he had backed the Wiesenthal Centre campaign for the extradition of Nazi war criminal Erich Priebke from Argentina for trial in Italy. He supported us and the families of the Ardeatine Caves massacre victims in seeking justice," recalled Samuels.
The Italian Parliament is due to elect the next President of the Republic in the last week of January. Many wonder what chances Berlusconi really has in obtaining the Presidency, especially if fraternizing with the likes of Sgarbi.
Meanwhile, the extreme right becomes more outspoken and daring (see the case of a Nazi flag draped over a coffin at a funeral in Rome), riding the waves of polarization to influence the public debate at a critical time - this year marks the centenary of the "March on Rome" by Mussolini's Fascists in 1922.
“We hope that, whatever the outcome of this election, none of the candidates endorse Holocaust denial, conspiracy theories, incitement to antisemitism and all other forms of bigotry which disfigure Italy in and out of Parliament,” concluded Samuels.

Tradotto con http://www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)


Sulle dichiarazioni rilasciate da Sgarbi
Centro Wiesenthal indignato per lo sfogo di un parlamentare italiano: "Sterminio dei palestinesi da parte di Israele"
Parigi, 16 gennaio
Il direttore per le relazioni internazionali del Centro Simon Wiesenthal, Dr. Shimon Samuels, ha espresso la sua indignazione per il fatto che "ieri, in una conferenza a Ferrara, Italia, organizzata dall'autore ebreo Moni Ovadia, intitolata 'Il Festival dei Ricordi' .... il deputato Vittorio Sgarbi, noto per i suoi sproloqui politici, ha fatto uno sfogo antisemita".
Sgarbi è uno dei principali sostenitori della candidatura di Silvio Berlusconi a diventare il prossimo presidente della Repubblica italiana. Sgarbi è uscito con una dichiarazione vergognosa pochi secondi dopo il suo discorso: "Uno sterminio che lui [Ovadia], per modestia, non affronta, è quello dei palestinesi... perpetrato dallo Stato di Israele nel corso degli anni..."
Questa inaccettabile dichiarazione si aggiunge ad una lunga lista di posizioni controverse che Sgarbi ha preso nel corso dei decenni, che gli hanno fatto guadagnare una lista record di accuse diffamatorie.
Apparentemente flirtando con i vari "no-vax, no-maschera, no-pass", Sgarbi è stato recentemente maltrattato fuori dal Parlamento perché ha rifiutato di indossare una maschera, a differenza di tutti i suoi colleghi. In un'altra occasione, avrebbe minimizzato la necessità della protezione della polizia per la sopravvissuta all'Olocausto, la senatrice Liliana Segre, mentre riceveva quotidianamente minacce di morte neonaziste. Ora, si è lanciato in una diatriba, usando parole come "sterminio" e "genocidio" applicate a Israele.
"Silvio Berlusconi - a capo delle edizioni Mondadori - aveva pubblicato i libri di Simon Wiesenthal in italiano, in particolare 'Giustizia, non vendetta', che divenne un bestseller. Come primo ministro negli anni '90, aveva appoggiato la campagna del Centro Wiesenthal per l'estradizione del criminale di guerra nazista Erich Priebke dall'Argentina per il processo in Italia. Ha sostenuto noi e le famiglie delle vittime del massacro delle Grotte Ardeatine nella ricerca di giustizia", ha ricordato Samuels.
Il Parlamento italiano deve eleggere il prossimo presidente della Repubblica nell'ultima settimana di gennaio. Molti si chiedono quali possibilità abbia davvero Berlusconi di ottenere la presidenza, soprattutto se fraternizza con gente come Sgarbi.
Nel frattempo, l'estrema destra diventa più schietta e audace (vedi il caso di una bandiera nazista drappeggiata su una bara a un funerale a Roma), cavalcando le onde della polarizzazione per influenzare il dibattito pubblico in un momento critico - quest'anno ricorre il centenario della "Marcia su Roma" dei fascisti di Mussolini nel 1922.
"Ci auguriamo che, qualunque sia l'esito di queste elezioni, nessuno dei candidati approvi la negazione dell'Olocausto, le teorie del complotto, l'incitamento all'antisemitismo e tutte le altre forme di bigottismo che sfigurano l'Italia dentro e fuori il Parlamento", ha concluso Samuels.



Alberto Pento
Caro Salvini, sarebbe gradito un tuo intervento presso Alan Fabbri il sindaco leghista di Ferrara, per invitarlo a revocare l'incarico di direttore del teatro a Moni Ovadia, per indegnità antisemita nella sua versione antisionista e antisraeliana. L'incarico a Ovadia a suo tempo è stato sostenuto dal demenziale Vittorio Sgarbi e sorella, uno Sgarbi altrettanto antisemita/ antisraeliano che a suo pempo ha dichiarato:
"Io ho chiamato Moni Ovadia per la considerazione del suo grande impegno e anche per la natura di ebreo, tra l'altro in forte contrasto con il mondo ebraico tradizionale, perché di uno sterminio lui per pudore non si occupa, quello dei palestinesi. Sarebbe una provocazione troppo grave, aggiungere anche quello sterminio che lo Stato di Israele è venuto facendo in questi anni, per ragioni che si possono discutere, ma che sono indiscutibili, rispetto al fatto".
Ti chiedio di prendere pubblicamente le distanze anche da Vittorio Sgarbi e da Moni Ovadia.



Riccardo Pacifici
State guardando tutto il dito e non la luna. Sgarbi ha ruolo del "mattatore" con lo scopo alzare audience e noi gli stiamo offrendo il palcoscenico. Io credo sia utile agire dal 1 febbraio dopo questa pagliacciata. Tutti hanno dimenticato che direttore culturale di questa buffonata dei "Festilval delle memorie" è Cardini . Se avessero affidato a David Irving un convegno sul Negazionismo mi sarei indignato meno . Un Cardini che coordinerà una Tavola Rotonda sull'antisemitusmi e con chi ? Con lo stesso Moni Ovadia che ha speso gli ultimi 20 anni nella carriera di giullare nei Teatri d'Italia a fare appelli contro l'Apartheid in Israele e del genocidio contro popolo palestinese con accostamento a ciò che i nazisti fecero agli ebrei . Una follia totale .
Un assist culturale tutto questo Festival ad una corrente del mondo della destra che equipara vittime del comunismo (io sono anche anti comunista ) a quelle del nazifascismo .
Una follia totale . È facile ora scagliarsi contro le brutalità di Sgarbi in conferenza stampa ma nessuno comprende che fa tutto parte del copione ed il peggio deve ancora arrivare . o capirete in questi giorni . Roba da pazzi . E fatemelo dire il tema Shoàh oggi per alcuni è una opportunità per crearsi una vetrina mediatica e per altri per battere cassa sapendo di trovare benevolenza ad ogni livello istituzionale. Un merchandising della Shoàh che mi fa schifo . Anzi mi fa vomitare


Festival delle Memorie e le irricevibili dichiarazioni di Vittorio Sgarbi
Mosaico
Ester Moscati
di Walker Meghnagi

https://www.mosaico-cem.it/attualita-e- ... io-sgarbi/

Il Presidente della Comunità Ebraica di Milano Walker Meghnagi esprime il proprio sdegno e indignazione riguardo all’iniziativa del Festival delle Memorie in programma al Teatro Comunale di Ferrara in occasione del Giorno della Memoria, ritenendo che questa manifestazione diluisca la specificità della Shoah nel contesto di altri genocidi.

Ogni genocidio merita rispetto e riflessione, non un Festival il cui termine è già di per se molto discutibile. Si tratta di un’operazione che inevitabilmente apre le porte a quella memoria fluida e indistinta incorrendo nella banalizzazione della Shoah.

È altresì grave, che durante la conferenza stampa della sua presentazione, ad avvalorare questo rischio, il Parlamentare Vittorio Sgarbi abbia accusato lo Stato Ebraico di compiere un genocidio nei confronti dei palestinesi, incorrendo in questo modo in uno degli esempi di definizione IHRA di antisemitismo.
Doppiamente grave, poiché quest’accusa è avvenuta nello stesso contesto in cui si vorrebbe ricordare il genocidio ebraico per mano nazista, istituendo di fatto un parallelo insostenibile tra nazisti ed ebrei e che va rigettato immediatamente.

La Comunità Ebraica di Milano si unisce al Meis e al Centro Wiesenthal di Parigi che sono intervenuti per esprimere una condanna nei confronti di queste inaccettabili affermazioni, poiché l’esercizio della Memoria passa attraverso la riflessione, la conoscenza della specificità della Shoah e non da facili accostamenti, soprattutto in un momento in cui il negazionismo e l’antisemitismo si stanno riaffacciando con prepotenza nella nostra società.


IHRA
La definizione di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto

https://www.holocaustremembrance.com/it ... rnazionale

Nello spirito della Dichiarazione di Stoccolma che afferma: “Con l’umanità ancora segnata da antisemitismo e xenofobia la comunità internazionale condivide una solenne responsabilità di combattere questi fenomeni dannosi” la commissione sull’antisemitismo e sulla negazione dell’Olocausto chiese alla Plenaria dell’IHRA, che si teneva a Budapest nel 2015, di adottare la seguente definizione operativa (di lavoro) di antisemitismo.

Il 26 maggio 2016 la Plenaria, che si teneva a Bucarest, decise di:

Adottare la seguente definizione operativa non giuridicamente vincolante di antisemitismo:

“L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto”.

Per orientare l’operato dell’IHRA le seguenti spiegazioni possono servire come esempi:

Le manifestazioni possono avere come obiettivo lo Stato di Israele perché concepito come una collettività ebraica. Tuttavia, le critiche verso Israele simili a quelle rivolte a qualsiasi altro paese non possono essere considerate antisemite. L’antisemitismo spesso accusa gli ebrei di cospirare per danneggiare l’umanità, e se ne fa ricorso di frequente per dare la colpa agli ebrei quando “le cose non funzionano”. L’antisemitismo si esprime nel linguaggio scritto e parlato, con immagini e con azioni, usa sinistri stereotipi e fattezze caratteriali negative per descrivere gli ebrei.

Considerando il contesto generale, esempi contemporanei di antisemitismo nella vita pubblica, nei mezzi di comunicazione, nelle scuole, al posto di lavoro e nella sfera religiosa includono (ma non si limitano a):

1) Incitare, sostenere o giustificare l’uccisione di ebrei o danni contro gli ebrei in nome di un’ideologia radicale o di una visione religiosa estremista.
2) Fare insinuazioni mendaci, disumanizzanti, demonizzanti o stereotipate degli ebrei come individui o del loro potere come collettività – per esempio, specialmente ma non esclusivamente, il mito del complotto ebraico mondiale o degli ebrei che controllano i mezzi di comunicazione, l’economia, il governo o altre istituzioni all’interno di una società.
3) Accusare gli ebrei come popolo responsabile di reali o immaginari crimini commessi da un singolo ebreo o un gruppo di ebrei, o persino da azioni compiute da non ebrei.
4) Negare il fatto, la portata, i meccanismi (per esempio le camere a gas) o l’intenzione del genocidio del popolo ebraico per mano della Germania Nazionalsocialista e dei suoi seguaci e complici durante la Seconda Guerra Mondiale (l’Olocausto).
5) Accusare gli ebrei come popolo o Israele come stato di essersi inventati l’Olocausto o di esagerarne i contenuti.
6) Accusare i cittadini ebrei di essere più fedeli a Israele o a presunte priorità degli ebrei nel mondo che agli interessi della loro nazione.
7) Negare agli ebrei il diritto dell’autodeterminazione, per esempio sostenendo che l’esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo.
8) Applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico.
9) Usare simboli e immagini associati all’antisemitismo classico (per esempio l’accusa del deicidio o della calunnia del sangue) per caratterizzare Israele o gli israeliani.
10) Fare paragoni tra la politica israeliana contemporanea e quella dei Nazisti.
11) Considerare gli ebrei collettivamente responsabili per le azioni dello Stato di Israele.

Gli atti di antisemitismo sono considerati crimini quando vengono definiti tali dalla legge del paese (per esempio, negazione dell’Olocausto o la distribuzione di materiali antisemiti in alcuni paesi).

Gli atti criminali sono considerati antisemiti quando l’obiettivo degli attacchi, sia che siano persone o proprietà – edifici, scuole, luoghi di culto o cimiteri – sono scelti perché sono, o sono percepiti, ebrei, ebraici o legati agli ebrei.

La discriminazione antisemita è la negazione nei confronti degli ebrei di opportunità o servizi che sono disponibili agli altri ed è illegale in molti paesi.




Il Festival della discordia
18 gennaio 2022

http://www.linformale.eu/il-festival-della-discordia/

Il comunicato del Presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi e quello del presidente della Comunità ebraica di Ferrara, Fortunato Arbib, entrambi realtivi al Festival delle Memorie di Ferrara, dal quale prendono entrambi le distanze sottolineadone la criticità, e nel caso di Walker Meghnagi, evidenziando l’inammissibilità di ciò che Vittorio Sgarbi ha detto durante la conferenza di presentazione dell’evento, sono non solo necessari, ma non erano più procastinabili.

A dieci giorni dalla conferenza e dopo il duro comunicato del Centro Simon Wiesenthal di Parigi, che soffermandosi sulla improvvida affermazione di Sgarbi sullo “sterminio” dei palestinesi perpetrato da Israele, ne ha rimarcato il carattere antisemita in linea con gli esempi di antisemitismo forniti dalla dichiarazione IHRA, il mondo ebraico istituzionale non poteva più tacere.

Noi de L’Informale, senza volerci prendere alcun particolare merito, ma semplicemente evidenziando il ruolo che svolgiamo nell’informare i nostri lettori su ciò che riteniamo urgente e importante in merito a Israele, al Medio Oriente e ai fenomeni di antisemitismo e antisionismo, purtroppo all’ordine del giorno, siamo stati i primi a scrivere di ciò che è accaduto durante la presentazione del Festival ideato da Moni Ovadia e patrocinato da Vittorio Sgarbi.

Abbiamo voluto sottolineare la matrice ideologica di questo evento, il cui scopo, con l’intento di declinare il Giorno della Memoria al plurale, è quello di sottrarre alla Shoah – nel ricordo della quale la ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU il 21 novembre del 2005 – la sua centralità.

Operazione che ha una ben precisa matrice programmatica: la volontà di attaccare ogni specificità identitaria forte in nome di una presunta maggiore inclusività, quando, in realtà, unire e mischiare tra di loro genocidi diversi per scopi, portata, specificità, non fa che confondere, creare cortocircuiti, livellare.

La Shoah ha, come ogni genocidio, una sua irriducibilità, ma, diversamente da ogni altro genocidio compiuto nel Novecento, anteriormente ad esso e ad esso posteriore, ha una caratteristica che la isola da tutti gli altri; la volontà di distruggere un intero popolo, dapprima in Europa (obbiettivo quasi raggiunto durante la Seconda guerra mondiale) e idealmente a livello globale, non per questioni territoriali, economiche, nazionalistiche, ma esclusivamete base della sua identità di popolo, identità che ovunque fosse stata rintracciata avrebbe dovuto essere annientata. Questo evento unico per portata e scopo è stato preparato da secoli di odio nei confronti degli ebrei, odio determianto dal fatto che fossero ebrei. Il nazismo non ha fatto che portare alle sue logiche e mostruose conclusioni quello che esigeva una lunga e incessante istigazione.

Tutto ciò va tenuto fermamente chiaro. Il rispetto di genocidi diversi, il dovere di farne memoria, deve trovare una sua legittimità fuori da una giornata che si è voluta dedicare a questo evento e non a un altro. In questo senso, il Festival delle Memorie non può che essere contestato alla radice.

Avere chiamato Franco Cardini, come tutor accademico del Festival, evidenzia un ulteriore vistosa problematicità. Il filosciitismo di Cardini, la sua ben nota avversione per l’assetto liberale occidentale, che parte fin dagli anni giovanili quando militò nella Giovane Europa, l’organizzazione fondata dall’ex collaboratore del Terzo Reich, Jean Thiriart il cui scopo era quello di sganciare il continente dal Patto Atlantico, nonchè la sua palese antipatia per Israele e la sua predilezione per le fantasie cospirazioniste, non possono che renderlo inadatto al ruolo. Che sia stato scelto lui e non un altro, la dice lunga sulla smaccata natura ideologica di questa operazione.

P.S Prendiamo atto che anche il MEIS di Ferrara ha emesso un comunicato tardivo e di rito in cui prende le distanze dal Festival, nonostante il fatto che il suo direttore, Rav. Amedeo Spagnoletto, abbia scelto di essere tra i relatori dell’evento come specifica il programma. Cercare di fare passare il suo intervento come dipendente dalla Prefettura di Ferrara, come ha affermato il Presidente del MEIS, Dario Disegni, non solo offende l’intelligenza di chi legge questa giustificazione, ma manifesta una palese contraddizione. Il MEIS non può prendere le distanze da un evento e poi inviare un proprio autorevole rappresentante a prenderne parte. È vero che questo è il paese della Commedia dell’Arte, ma qui ci troviamo al cospetto della farsa.
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Re: L'Italia antisemita e antisraeliana

Messaggioda Berto » ven dic 17, 2021 10:02 am

CROCIFISSO
Niram Ferretti
19 gennaio 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

In uno sgangherato video, Vittorio Sgarbi, risponde al Centro Simon Wisenthal di Parigi, che lo ha duramente criticato per la sua improvvida affermazione sullo "sterminio" dei palestinesi di cui Israele sarebbe responsabile, avvenuta durante la conferenza stampa di presentazione del Festival delle Memorie di Ferrara.
Il critico d'arte nonché parlamentare, si dice indignato e offeso, da a chi lo ha criticato, a cui dà del "razzista", non ammette nemmeno di avere sbagliato nel dire ciò che ha detto, "forse" dice, "forse" si è trattato di un inciampo. Lui voleva essere provocatorio, peccato che nessuno se ne sia accorto, e invece è stato "crocifisso".
Ecco, tra tutte le parole che poteva scegliere di usare, questa è la più infelice, perché affermare di essere stato crocifisso da un ebreo, Shimon Samuel, direttore delle pubbliche relazioni internazionali del Centro di Parigi, non suona proprio benissimo.
Non che sia antisemitismo consapevole, no, ci mancherebbe, diciamo che è antisemitismo culturale, ovvero è un automatismo inconsapevole per cui l'associazione tra ebrei e crocifissione è sostanzialmente naturale, come quella tra inverno e freddo, caldo ed estate, Sgarbi e menzogna.


Emilia Buffi
Io devo dire che avevo pensato subito ad una provocazione, visti i precedenti proclami di Sgarbi pro Israele….

Niram Ferretti
Emilia Buffi le consiglio di ascoltare l'intervento di Sgarbi. Non c'è alcuna provocazione. Era assolutamente serio. Nessuno ha colto la provocazione. Queste sono le sue parole testuali: "Io ho chiamato Moni Ovadia per la considerazione del suo grande impegno e anche per la natura di ebreo, tra l'altro in forte contrasto con il mondo ebraico tradizionale, perchè di uno sterminio lui per pudore non si occupa, quello dei palestinesi. Sarebbe una provocazione troppo grave, aggiungere anche quello sterminio che lo Stato di Israele è venuto facendo in questi anni, per ragioni che si possono discutere, ma che sono indiscutibili, rispetto al fatto".

Marina Herman Moritz Petrozzi
Niram Ferretti l'intervento di Sgarbi è articolato: riconosce a Ovadia il suo impegno ( di antisraeliano), parla di "natura di ebreo" (cara grazia che non gli sia scappata la frase "Ovadia, di razza ebraica". E già questo è gravissimo, detto da un docente universitario e uomo politico.)
"Lui di sterminio non si occupa, per pudore." Col cavolo: lui se ne occupa eccome. Parla di GUERRA. E in guerra lo sterminio del nemico è uno degli obbiettivi. Nei sui mille discorsi Ovadia parla sempre di guerra. Parla di sterminio di palestinesi ad opera delle forze israeliane. E giustifica i tunnel, gli assalti e i missili contro Israele come una reazione bellica giusta Quindi non ci sta nessun pudore da difendere.
E poi la ciliegina sulla torta: lo Sgarbi-pensiero: lo stato di Israele che perpetua gli stermini contro i palestinesi da anni.
Non è un discorso provocatorio. Non è uno scivolone di stile. Non stava scherzando e nemmeno era ironico. È un miserabile becero antisemitismo. Ha vomitato il suo pensiero. Ha gettato la maschera. Chissà quanto è stato duro per lui, quando gli conveniva, parlare bene di Israele! Finalmente si è tolto il sassolino dalla scarpa! Buon per lui, e per noi. Almeno sappiamo chi è: un essere spregevole.




Le ipocrisie del MEIS: Responsabilità e coinvolgimenti
19 gennaio 2022

http://www.linformale.eu/le-ipocrisie-d ... olgimenti/

Esclusivo

Intorno al ruolo del MEIS, il Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara, presieduto da Dario Disegni e diretto da Rav. Amedeo Spagnoletto, in rapporto al Festival delle Memorie ideato da Moni Ovadia e patrocinato da Vittorio Sgarbi, bisogna partire dal comunicato tardivo con cui il MEIS prende le distanze dall’evento.

Nella parte finale del comunicato, dopo avere sottolineato il proprio impegno a difesa dell’unicità della Shoah, e delle attività didattiche connesse alla sua conoscenza, nel comunicato, sicuramente approvato dal presidente e dal direttore del museo, è scritto:

“Siamo pienamente consapevoli e attivamente impegnati nel riconoscimento dell’unicità della Shoah e sempre presenti quando si parla, in termini storicamente corretti e con modalità utili alla formazione delle nuove generazioni, di Memoria. Per il MEIS è doveroso esserci, nei termini più adeguati, ovunque si ricordi la Shoah, per ribadirne l’unicità e combattere ogni giorno l’odio con dignità e con ogni strumento culturale e sociale a nostra disposizione.

Si rimarca, in chiusura, il nostro netto e profondo dissenso con chi presentando l’iniziativa, inserita nel calendario del “Festival” delle Memorie di cui va anche sottolineato il titolo purtroppo infelice, ha accostato ai genocidi una valutazione del tutto insensata e assurda del conflitto mediorientale”.

È assai curioso che nel comunicato si affermi questo, poiché in una mail del 26/10/2021 inviata a Marcello Corvino, coadiutore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Rav. Amedeo Spagnoletto, direttore del Meis, scriveva giubilante:

“Innanzitutto lasciami congratularmi con te Moni e Cristiano per la ricchezza del programma che metterete in campo in occasione della settimana della memoria. Sono contento che l’importante lavoro del maestro Maiosti trovi una così prestigiosa cornice. Ti rispondo anticipandoti piena disponibilità a condividere la programmazione, e garantire la partecipazione mia e del MEIS…”

Dunque, il direttore del MEIS, non solo lodava l’iniziativa da cui poi, successivamente, il MEIS apparentemente prende le distanze, ma dava la propria piena disponibilità all’evento. Perché apparentemente? Perché nonostante il comunicato in cui il MEIS sottolinea il titolo “infelice” dell’evento a cui il proprio direttore aveva aderito entusiasta, quest’ultimo, con il consenso di Dario Disegni, parteciperà comunqueall’evento. È lo stesso presidente Disegni, il cui rigoglio di cariche e poltrone farebbe invidia a qulasiasi grande boiardo di Stato, a specificarlo in una intervista apparsa su Shalom il 18/01/2022.

https://www.shalom.it/blog/italia/il-me ... i-b1109351

Dopo l’incipit dell’articolo in cui viene rimarcato il “profondo sdegno” del MEIS per l’iniziativa del Festival delle Memorie, Disegni si affretta a specificare che nonostante lo sdegno, il MEIS parteciperà “unicamente al programma approvato in Prefettura”. Affermazione grottesca, poiché la presenza di Rav. Spagnoletto, direttore del MEIS, appare nel comunicato stampa del Teatro Comunale per la presentazione del libro di Piero Stefani, La parola a loro. Dialoghi e testi teatrali su razzismo, deportazioni e Shoah, in compagnia dell’autore e di Moni Ovadia.

Ma Disegni va oltre nelle sue spericolate dichiarazioni, come quando afferma, “Il Teatro di Ferrara ha agito di sua sponte per il Festival delle Memorie, una iniziativa infelice in tutti i sensi, sia nei termini e nei contenuti, e che ci ha lasciati sconcertati”.

Il plurale non è chiaro se sia agustamente majestatis o si riferisca ad altri, ad esempio a chi, nella gerarchia del MEIS, viene subito dopo Disegni, ovvero, Spagnoletto, l’entusiasta Spagnoletto della mail del 26 ottobre. Poteva Disegni non essere al corrente nella veste di presidente del MEIS, dell’entusiasmo con cui il direttore del museo aderiva all’iniziativa di Moni Ovadia? I suoi numerosi incarichi forse lo avevano distratto? E che ne è di Noemi Di Segni, presidente dell’UCEI, assai silente su tutta la questione, e di cui Spagnoletto è uomo di fiducia, in che modo ha esercitato la propria vigile tutela?

Quello che invece emerge chiaro da tutta la vicenda è la devastante ipocrisia del MEIS e della sua dirigenza, che si straccia le vesti per un Festival a cui ha aderito fin dal principio e dal quale con la risibile scusa di partecipare unicamente al programma “approvato in prefettura” parteciperà nella persona del suo direttore.

È forse troppo, alla luce di quanto è emerso ritenere che Dario Disegni e Amedeo Spagnoletto dovrebbero, per un puro sussulto di dignità residua, rassegnare le proprie dimissioni dagli incarichi che ricoprono? È forse troppo ritenere che Noemi Di Segni, presidente UCEI, completamente assente in merito a un Festival approvato da un uomo a lei vicino, in cui la Shoah diventa un genocidio in mezzo ad altri genocidi, non sia adeguata a ricoprire il ruolo che ricopre?

Sono domande retoriche per le quali, chiunque abbia un minimo di buonsenso ha già la risposta pronta.

In sostanza, queste persone, tra silenzi istituzionali e temporeggianti sino a oggi, false dichiarazioni ed equivoci hanno ingannato gli ebrei italiani e non solo, hanno abusato e ridicolizzato la memoria della Shoah e di coloro che là sono stati uccisi. Hanno inoltre debilitato la credibilità dell’ebraismo italiano e, infine, demolito ogni attesa e investimento, non solo economico circa il MEIS, istituzione sorretta da cospicui finanziamenti da parte dello Stato italiano.


Angelo Costanzo
Da non ebreo, condivido e plaudo. Sono esterrefatto nel constatare quanti ebrei del mondo istituzionale italiano (o quanti dei "maggiorenti" del medesimo) sono presi dalla fregola ambigua e "sinistra" della inclusività, della comunella, della autoreferenzialità. La loro ambiguità porta, forse inconsapevolmente (ma non meno gravemente) a confondere la storia, a creare un pericoloso vulnus alla verità, in sostanza a danneggiare il futuro dell'ebraismo mondiale. Sono tanti o sono pochi? E se sono la minoranza, cosa aspettano gli ebrei italiani di farsi rappresentare da persone più degne e meno compiacenti con l'ideologismo di sinistra? Moni Ovadia merita un pulpito o va considerato, per le sue idee negazioniste e antisioniste, persona negativa per la causa dell'ebraismo? Basta ipocrisia e il loro dire sia sì, sì; no, no.



MO ME SO SVEGLIATA...
Niram Ferretti
19 gennaio 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

È arrivata Noemi Di Segni, presidente UCEI, esattamente nove giorni dopo la presentazione a Ferrara del Festival delle Memorie, durante la quale Vittorio Sgarbi ha accusato Israele di sterminare i palestinesi.
Se aspettava ancora un po', il Festival (geniale chiamare una giornata di commemorazione dei genocidi, festival, ma in prossimità di San Remo ha il suo perchè) si sarebbe concluso, e la presidente UCEI non poteva permetterselo.
In conclusione della sua intervista su Shalom, la Di Segni afferma il falso quando a proposito del MEIS, dichiara che esso "non parteciperà in nessun modo a questa iniziativa".
Dovrebbe comunicarlo a Rav. Amedeo Spagnoletto, amico de core, che aveva aderito entusiasticamente al Festival, già da ottobre, come abbiamo riportato su L'Informale, e che figura tuttora nel cartellone dell'evento.
Lei stessa, così pronta a intervenire subito a gamba testa quando Matteo Salvini, allora Ministro dell'Interno, apostrofò malamente una zingara che gli aveva augurato di prendersi una pallottola in capo, con un comunicato a difesa dei Rom, avrebbe dovuto vigilare già mesi fa sull'iniziativa da cui solo ora prende le distanze.
Troppo comodo e soprattutto fuori tempo massimo.


Il Rabbino Amedeo Spagnoletto, intervistato dal Resto del Carlino, dichiara che “Ora è il momento di arginare le polemiche”: sono perfettamente d’accordo con lui e di sicuro sarò felice di ascoltarlo quando, in contrasto con tante affermazioni fatte dalle più autorevoli personalità del mondo ebraico italiano, parlerà al teatro comunale Abbado insieme a Moni Ovadia.
Emanuel Segre Amar
20 gennaio 2022

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 8007474617

Marco Leati
Arginare significa anche contenere, annullare.
Eufemismo per dire: "chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce 'o passato"!
Macché arginare!
Lui è I dirigenti MEIS resteranno al loro posto, Ovadia continuerà ad essere direttore del Teatro Comunale, Sgarbi e Ovadia a dettare la loro politica anti Israele a buona parte del Governo della città di Ferrara...
Ho scritto "buona parte", non "tutto..."

Andrea Lifonti
Fa veramente male veder associato una persona, un rabbino della levatura di rav Spagnoletto alla bieca, irriverente e disonesta figura di quel guitto che hanno voluto come direttore del Teatro Comunale di Ferrara.
Nella mia modestia mi permetto di suggerire al rav di prendere le distanze da quel vile personaggio e da quello che inappropriatamente è stato chiamato "festival"

Emanuel Segre Amar
Andrea Lifonti perfettamente d’accordo. Almeno da parte sua, fino a questo momento, non ho letto pronunciare “frottole”, ma il guaio è che lui è il direttore di un ente con un presidente, ente che fa parte di un altro, l’UCEI, con una presidente

Marco Leati
Andrea Lifonti D.o li fa e poi li accoppia! Stessa razza, perché per me le razze esistono.

Martine Azen
Incredibile come ribalta il fatto e invita al silenzio.

Esther Ma Ma
Si chiamano polemiche? annullare significa dimenticare la gravi dei fatti?

Daniela Vecchi
Moni Ovadia sarà felice di invitarlo..e Lui sarà altrettanto felice di andarci.... si chiama politica dei buoni rapporti....o sbaglio...???


Una mia lettera a l’Informale
Emanuel Segre Amar
20 gennaio 2022

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 7357475682

Gentile Redazione,
Già una volta, “a causa” de l’Informale, Noemi Di Segni presidente dell’UCEI è stata costretta a fare un passo più lungo della sua gamba, e per questa ragione assai doloroso: prendere le distanze da Gariwo. Adesso dovrebbe persuadere il MEIS del quale “l’UCEI è componente”, come ha dichiarato, a cessare immediatamente qualunque rapporto col Festival (pardon, la Settimana) delle memorie di Ferrara.
Le frottole raccontate da Noemi Di Segni e Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino nonchè presidente del MEIS, non possono continuare oltre. Nell’ultimo articolo da voi pubblicato, abbiamo appreso con costernazione quanto il MEIS sia implicato in un festival del quale, fin dal principio, ha approvato in toto il programma. Solo dopo le stupefacenti dichiarazioni di Vittorio Sgarbi durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento, ci si è accorti che qualcosa non andava bene, segno che se Sgarbi non le avesse fatte, tutto sarebbe proceduto secondo copione.
Lo sdegno manifestato da Dario Disegni e da Noemi Di Segni per il Festival delle Memorie, quello della presidente UCEI in coda a tutti gli altri in seno al mondo ebraico istituzionale, è non solo ipocrita ma grottesco ed evidenzia bene, come da voi messo in luce, la loro inadeguatezza nel ricoprire i ruoli che ricoprono. Ovviamente, ma non devo essere io a direvelo, non ci saranno dimissioni. Dopotutto siamo in Italia.

Gentile Dott. Segre Amar,
Siamo ben consapevoli, come lei scrive, che non ci saranno dimissioni, ci mancherebbe. In Italia, chi occupa poltrone istituzionali è notoriamente incollato ad esse e si può scollare solo se emergono fatti pesantemente penalmente rilevanti, cosa che non riguarda certo il MEIS in rapporto al Festival delle Memorie voluto da Moni Ovadia. Dario Disegni, Noemi Di Segni, e Amedeo Spagnoletto, sono tipiche maschere italiane, non a caso siamo il paese della Commedia dell’Arte. Leggere le sdegnate dichiarazioni del presidente del MEIS e e quelle della presidente UCEI, dopo che il direttore del museo aveva aderito entusiasta al programma messo in campo da Moni Ovadia, programma in cui figura ancora partecipante, ci riporta immediatamente ad Alberto Sordi e alla sua straordinaria antropologia cinematografica, di cui, i tre summenzioanti, offrono un icastico italico modello.




A Ferrara salvini meloni e berlusconi su proposta di sgarbi abbado e la sua cricca nominano questo soggetto anti israele a capo del teatro di Ferrara. Se questi sono gli amici..
Moni Ovadia direttore di teatro nella Ferrara leghista: "Scelta anticonformista, grazie"
12 dicembre 2020

https://ebreieisraele.forumfree.it/?t=78125074

È stato scelto all'unanimità dalla giunta e dal consiglio di amministrazione del Comunale su proposta di Vittorio Sgarbi

Vedi sul sito il Video di Moni Ovadia a Ferrara dopola nomina a a direttore del Teatro Comunale che ci risparmio.


Ferrara, 11 dicembre 2020 - "Grazie all’amministrazione e a Sgarbi che hanno fatto questa scelta così libera e fuori da ogni conformismo". È un saluto caloroso (VIDEO), più che altro alla città e alla sua intenzione di portare "il Mondo a Ferrara e Ferrara nel mondo" quello di Moni Ovadia questa mattina.

Nominato all’unanimità come direttore generale del teatro Abbado, lo scrittore e musicista ebreo ha puntualizzato che "nonostante i sessant’anni di militanza tra le file della sinistra (pur senza avere una tessera), sono sempre rimasto libero nel segno della cultura". L’operazione di designazione di Ovadia viene da un suggerimento "dell’amico" Vittorio Sgarbi, presidente di Ferrara Arte con il quale "mi dovrei scannare in qualche salotto televisivo – ironizza – ma questo è un compito che lascio fare a lui".

La cultura, oltre l’ideologia. "La politica – prosegue l’artista – naturalmente divide, così come la religione. L’elemento che invece traccia il profilo identitario di una nazione, a maggior ragione dell’Italia, è proprio la cultura. La cultura che unisce e che arricchisce tutti, seppur da diverse prospettive". Entusiasta dell’operazione, oltre al sindaco leghista Alan Fabbri, anche Sgarbi che sostiene di aver "restituito, attraverso la nomina di Ovadia a direttore del Comunale, una dimensione teatrale di largo respiro a Ferrara".

Da qui:

https://www.ilrestodelcarlino.it/ferrar ... ssion=true
https://ebreieisraele.forumfree.it/
http://www.instagram.com/ebrei_israele/
https://mobile.twitter.com/ebreieisraele


Caro Leviticus,

Ancora ti illudi che la destra italiana sia amica di Israele....SVEGLIA!!!! Dello Stato di Israele qui in Italia non frega purtroppo un ca**o a nessuno, AD ECCEZIONE che ad una piccola minoranza, illuminata e trasversale sul piano politico, alla quale stanno veramente a cuore l'esistenza e la difesa dell'unica democrazia presente in Medio Oriente.

Ti risulta che durante i governi Berlusconi l'Italia abbia mutato all'ONU il suo voto costantemente contro Israele? NO
Nella mia Catania i militanti di destra sono in buona parte antisemiti, perché di originaria provenienza MSI, ma lo sono in privato, atteso che in pubblico mi dicono che "devono sostenere Israele" in funzione anti-islamica. IPOCRITI, come sono IPOCRITI quei militanti di sinistra che se ne infischiano degli Arabi Palestinesi , ma esaltano sempre la "Causa Palestinese" e vanno costantemente contro lo Stato di Israele soltanto perché sono anti-statunitensi.
Sono contento di essere diverso dagli uni e dagli altri. In questi giorni mi sono iscritto all'ADI (Associazione Amici di Israele): non mi interessa l'orientamento politico dei vertici e degli iscritti di tale associazione , ciò che ci unisce sono appunto l'amicizia e l'affetto che ci legano al popolo ebraico ed al suo LEGITTIMO STATO DEMOCRATICO; il resto è secondario.



Daniele Regard
Mi dispiace proprio vedere una pagina di questo forum insozzata da un (meglio che non lo definisco con parole appropriate) simile individuo.
Non sarebbe mai diventato famoso se non fosse stato ebreo, esattamente come quel suo compagnuccio pseudogiornalista.
D'altro canto è stato sempre così un ebreo che odia il suo popolo diventa subito ricco e famoso, fortunatamente
però queste figure sono mosche bianche, gli altri non si fanno comprare neanche con tutto l'oro del mondo.

Falso storico

Ho letto con attenzione l’ultimo articolo pubblicato su Il Manifesto di Moni Ovadia a proposito della polemica sul 25 aprile. Bè devo dire che il primo giudizio che mi sento di esprimere è che Moni Ovadia rappresenti la prova che essere ebreo non è un’etichetta. Essere ebreo significa amare il proprio popolo, tutelare la storia e ricordare le sofferenze che quel popolo ha dovuto passare per ritrovarsi dopo più di duemila anni ancora a testa alta. Moni Ovadia è l’esempio di quanto non basti nascere ebreo, ma dell’importanza della responsabilità che ogni ebreo ha nel proteggere ogni altro ebreo se attaccato per il solo fatto di esserlo. Moni Ovadia ogni volta che ne ha avuto occasione, è riuscito ad andare ben oltre la critica al governo israeliano (del tutto legittima), lui vive per mettere in difficoltà l’ebraismo raccontando falsi storici al pari di chi per antisemitismo ci sputa addosso mentre sfiliamo il 25 aprile con le bandiere della Brigata Ebraica. Perché Moni Ovadia il 25 aprile, non scende in strada con chi ha liberato l’Italia dal nazifascismo, Moni Ovadia, da casa, si mette a difendere chi chiama “assassini” dei ragazzi che a Milano sfilano pacificamente, o chi ha insultato e fischiato un rabbino alla Risiera di San Sabba. Questo dovrebbe condannare Moni Ovadia, ma non lo fa. Non lo fa perché è troppo ossessionato dal governo israeliano o dalle dirigenze comunitarie nostrane. Io ieri a Porta San Paolo c’ero e quando un partigiano di 92 anni della Brigata Ebraica ha portato la sua testimonianza, sono state sollevate dal pubblico una trentina di bandiere palestinesi. La storia è stata mortificata e violentata da dei cretini antisemiti e questo non è ammissibile. Perché io ieri a Porta San Paolo ho parlato con donne partigiane che hanno visto con i loro occhi i membri della Brigata Ebraica, hanno sofferto e sono morti fianco a fianco; e quando vedono le bandiere palestinesi non solo si incazzano ma andrebbero personalmente, se ne avessero la forza, a toglierle una a una.
Sono arrivato alla conclusione che a Moni Ovadia, come a questi mistificatori della storia, del popolo palestinese non gliene importi nulla, altrimenti le loro battaglie le farebbero contro chi da anni, come Hamas, da anni affama il proprio popolo; parlerebbero di pace e non di apartheid o di popolo oppressore; criticherebbero il governo israeliano ma darebbero la vita per garantire a Israele di vivere in sicurezza. Moni Ovadia grida “restiamo umani” ma non ricorda che Vittorio Arrigoni non è stato rapito e massacrato dagli israeliani; Moni Ovadia è un falso storico vivente che non rappresenta in nessun modo l’ebraismo e la forza della sua storia. Non può essere considerata una critica costruttiva quella di chi parla di una sola ragione e sto scrivendo queste righe non per dargli troppa importanza, ma per ricordare a chi la pensa come me e a chi la pensa come lui che nessuno mai ci tapperà la bocca per difendere la verità e i diritti del popolo ebraico.

Leviticus
Amos questa volta hai pienamente ragione sono un illuso. Hanno sbagliato, non c'è un angolazione dove sta cosa può essere vista bene per quel che mi riguarda. Mi spiace per gli ebrei per Aya, non lo so magari una distrazione, una scivolata si ravvederanno spero che posso dire scandaloso.
Per fortuna come dice aya e io stesso ho toccato con mano l'italia e israele non sono quelli di moni ovadia ma di gente che si fa il mazzo, volontari ecc, fa ovviamente piu notizia un albero che cade che una foresta che cresce.

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http://www.instagram.com/ebrei_israele/
https://mobile.twitter.com/ebreieisraele




Questo individuo, il cui nome non voglio più pronunciare né scrivere, dopo aver detto che la sua intenzione era di essere ironico nei confronti di Ovadia, adesso ha scritto queste parole: “Ebrei e palestinesi: c’è forse una gerarchia degli orrori?”; ma per chi ci prende?
Emanuel Segre Amar
20 gennaio 2022

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 6550761096

Adesso lo dico chiaramente: tra lui e Ovadia (gerarchia degli orrori?), mille volte meno peggio Ovadia, le cui posizioni sono almeno chiare, anche se opposte alle mie. Codesto individuo, invece, è una folle banderuola che non sai mai come svolazzerà al cambiamento del vento: la peggior specie umana, la più pericolosa.

Marco Leati
Concordo al 100%!
"Gerarchia degli orrori..."
Gerarchia, classifica, chi ha massacrato di più, chi di meno... ma sempre massacrato ha....
Chi è stato massacrato di più, di meno....
Chiarissimo il concetto di Sgarbi!
Non fa una piega il suo pensiero.
Ripercorrendo le esternazioni del nostro illustre:
- Sterminio dei palestinesi perpetrato da Israele (c'è tanto di registrazione...)
- chiarisce: "Avete frainteso, stavo solo ironizzando contro Ovadia" .
- "Ebrei e Palestinesi, c'è forse una gerarchia degli orrori?"
(tradotto:
1a interpretazione:
chi viene per primo in classifica? chi ha conquistato il primo posto nel compiere orrori?
Palestinesi ai danni di Israele o.... Israele ai danni dei Palestinesi?
Orrori comunque, dell'uno, ISRAELE, e degli altri!
2a interpretazione:
chi viene per primo nel subire orrori? Gli ebrei ad opera dei na@isti o dei palestinesi
o
i palestinesi ad opera di......ah sì, degli EBREI.
Non certo quelli che vivono in Italia, troppo lontani.
Allora gli EBREI di Israele!
Elementare Dr. Sgarbi, il suo ragionamento non fa una grinza!
Si attende smentita al secondo insulto, o Sua spiegazione del significato di quanto detto.
Comunque noi abbiamo capito bene con chi abbiamo a che fare.
A Sinistra invece? Hanno ascoltato? E certe Comunità e Istituzioni ebraiche hanno udito?
Nel Palazzo del Potere, in cima allo scalone, qualcuno ha udito?
C'è solo silenzio, come sempre. Boh....


La responsabilità del MEIS: Intervista con Marcello Corvino
21 gennaio 2022

http://www.linformale.eu/la-responsabil ... o-corvino/

Esclusivo

A seguito delle accese polemiche relative al Festival delle Memorie di Ferrara, ora diventato Settimana delle Memorie, e dopo gli interventi di Dario Disegni, presidente del MEIS e di Noemi Di Segni, presidente dell’UCEI, i quali, hanno entrambi escluso con vigore ogni coinvolgimento e partecipazione del MEIS al Festival, L’Informale ha voluto intervistare Marcello Corvino, produttore e coadiutore artistico del Teatro Comunale di Ferrara, parte attiva dell’iniziativa ferrarese voluta da Moni Ovadia, per conoscere come si sono svolti i fatti.

In questi giorni si è accesa una polemica rovente intorno al Festival delle Memorie di Ferrara, evento di cui voi siete parte attiva. Il MEIS ha preso le distanze dall’iniziativa affermando di non condividerne l’impianto. A noi risulta però che il MEIS fin dal principio non abbia avuto nessun tipo di obiezione al programma. Ci vuole dire come sono andate le cose esattamente?

In qualità di direttore artistico della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara ho tenuto rapporti personali con il MEIS nella persona del dott. Spagnoletto a partire da settembre 2021. L’ho informato del progetto Settimana delle Memorie ideato dal nostro direttore generale Moni Ovadia. I rapporti prima telefonici e informali, sono successivamente diventati istituzionali con lettere di carattere formale inviate via e-mail dagli indirizzi di posta elettronica delle rispettive Istituzioni. Il 26 ottobre del 2021 in una mail inviata a me, ad alcuni nostri collaboratori ed al direttore generale Moni Ovadia, il dott. Spagnoletto si congratulava per la ricchezza del programma che mettevamo in campo in occasione del Festival delle memorie e dava piena disponibilità a condividere la programmazione e garantire la partecipazione sua e del Meis. Seguivano una serie di e-mail tra gli uffici del Teatro Comunale e il Meis in cui si perfezionavano il calendario degli appuntamenti, I partecipanti agli incontri e gli spettacoli in programma per il Festival delle memorie, Festival delle memorie è il titolo dell’oggetto delle mail intercorse. In data 19 novembre alle ore 11.00 il Prefetto di Ferrara, in qualità di garante del Comitato 27 gennaio, convocava tutte le istituzioni facenti parte del comitato suddetto la cui coordinatrice e curatrice scientifica è la dott.ssa Anna Quarzi, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara. Alla riunione erano presenti il sig. Prefetto di Ferrara, il sig. Questore di Ferrara, il vicesindaco di Ferrara, la coordinatrice del comitato dott.ssa Anna Quarzi, il presidente della Comunità ebraica di Ferrara, rappresentanti del Meis e di altre istituzioni che compongono il comitato suddetto. In quella occasione Moni Ovadia ed io abbiamo dato lettura del programma completo del Festival delle memorie. In quella sede abbiamo avanzato la seguente proposta: inserire nella programmaziuone del comitato 27 gennaio solo ed esclusivamente le tre giornate dedicate alla memoria della Shoah e tenere fuori dalla programmazione del Comitato 27 gennaio le altre giornate del Festival. Proposta accolta dai presenti e messa agli atti dalla coordinatrice del Comitato 27 gennaio Dott.sa Anna Quarzi. Quindi, come dimostra tutto il materiale informativo prodotto. dentro alle celebrazioni del 27 gennaio sono inseriti solo I tre giorni dedicati dal Teatro Comunale di Ferrara alla Shoah (27 gennaio “Senza Confini” con Moni Ovadia e la Stage Orchestra, 29 e 30 gennaio “Se questo è un uomo” di e con Walter Malosti). Il resto della programmazione “Festival delle memorie” dedicati alle persecuzioni di armeni, curdi e Tootsi, resta fuori dal programma del Comitato 27 gennaio, perché attività specifica e indipendente del Teatro Comunale di Ferrara. La puntualizzazione degli avvenimenti suddetti non ha nessun intento polemico ma solo ed esclusivamente chiarificatore. Riteniamo il programma realizzato grazie anche al contributo di idee del Meis e relativo alle date del 27,29,30 gennaio 2022, di eccellente rilevanza culturale ed artistica. È auspicio del Teatro che la collaborazione in corso possa continuare negli anni a venire con crescente impegno.

In una intervista pubblicata su Shalom, il presidente del MEIS, Dario Disegni ha dichiarato, “Noi partecipiamo e siamo presenti unicamente al programma approvato dalla Prefettura.  Il Teatro di Ferrara ha agito sua sponte, per il festival delle memorie, una iniziativa infelice in tutti i sensi, sia nei termini che nei contenuti, e che ci ha lasciati sconcertati. Il festival delle memorie è stato organizzato autonomamente e non con noi”. Come commenta questa dichiarazione?

Non la commento perché si commenta da sola.

Durante la conferenza stampa per la presentazione del Festival delle Memorie, ora diventato “Settimana delle Memorie”, Vittorio Sgarbi ha fatto delle dichiarazioni stupefacenti relative a Israele e allo “sterminio” dei palestinesi che verrebbe compiuto dallo Stato ebraico. Come le giudica?

Sbagliate e sorprendenti. Sbagliate perchè io so che avrebbe voluto dire altro ma ha usato termini sbagliati, che non rappresentano il suo pensiero. Questo è grave se parliamo di Vittorio Sgarbi, capace di esprimersi in un italiano eccellente, colto e straordinariamente efficace. Sgarbi conosce perfettamente peso e misura delle parole. Dico anche che sono parole sorprendenti perché se abbiamo l’onore e il privilegio di avere il MEIS a Ferrara lo si deve in maniera rilevante per l’impegno profuso da Vittorio Sgarbi, amico di Israele e le cui amicizie fraterne con esponenti della cultura e della comunità ebraica, anche ferrarese, sono innumerevoli e a tutti note. Può capitare a ognuno di noi dire cose che non riflettano le profonde convinzioni personali e culturali. Sgarbi ha successivamente spiegato e si è scusato per l’accaduto. Mi permetto di concludere la mia risposta a questa domanda con una riflessione del tutto personale. Sono solito attribuire un valore agli esseri umani non per le loro parole ma per le azioni che compiono. Una delle tante azioni virtuose di Vittorio Sgarbi è stata favorire la nascita del Meis a Ferrara. Per questo lo considero un uomo di valore. Shakespeare ci insegna che nell’uomo c’è il bene e il male, Vittorio ha parlato male in questa circostanza ma per il Meis, gli amici ebrei e di Israele ha sempre agito bene e con generosità e, ripeto, per me i fatti sono più importanti delle parole.

Il 21 novembre del 2005, l’ONU, tramite l’Assemblea Generale ha istituito la Giornata della Memoria, riferita in modo specifico alla Shoah e non ad altri genocidi. Inserirlo nel contesto di altri stermini e genocidi, indubbiamente tutti da ricordare, proprio a ridosso di questo evento unico per specificità, modalità e intento programmatico, offre inevitabilmente il fianco a polemiche e forti contrasti. Non le sembra più opportuno e, allo stesso tempo meno ambiguo, riservare ad altri eventi traumatici di cui si vuole fare memoria, un periodo diverso da quello in cui si fa memoria della Shoah?

La sua riflessione è corretta, infatti appena ci è stata sottoposta, solo tre giorni fa, l’abbiamo accolta immediatamente cambiando il nome da “Festival delle memorie” in “Settimana delle memorie” e annunciando che la prossima edizione si svolgerà in un periodo dell’anno che non includa il 27 gennaio. Vorrei però concludere con alcuni dati oggettivi, perché come lei sa per me contano le azioni più delle opinioni. In qualità di produttore televisivo sono stato insignito della menzione speciale “Prix Italia” per aver prodotto con la RAI “Binario 21” di e con Moni Ovadia e Liliana Segre, trasmesso anche dalla BBC. Vorrei inoltre sottolineare che il contributo in termini di qualità della programmazione artistica ed entità dell’impegno economico, affrontato dal Teatro Comunale di Ferrara per la prossima giornata della Memori, e inserito dal Prefetto di Ferrara nella programmazione del Comitato 27 gennaio, meritano, a mio personale giudizio, rispetto e considerazione. Il nostro fine è di collaborare alla memoria della Shoah mettendo umilmente a disposizione il meglio delle nostre capacità intellettuali ed artistiche. Ci adoperiamo con tutte le nostre energie affinché questo mondo diventi un po’ più degno di essere vissuto, adoperandoci per un futuro di pace per tutti gli esseri umani.



SENZA CONFINI. EBREI E ZINGARI

MONI OVADIA

https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q ... Qpy9Y85AB2

Non facciamo confusione e non mescoliamo le cose, non paragoniamo gli ebrei e gli zingari grazie!
anche se entrambe queste etnie/popolazioni furono oggetto di persecuzione da parte dei nazisti hitleriani e finirono nei lagher e molti di loro furono sterminati e uccisi.

I motivi della persecuzione nazista e razzista degli ebrei e degli zingari furono assai diversi
I nazisti hitleriani poi perseguitarono, internarono nei lagher e sterminarono anche i loro avversari politici e i loro disabili tedeschi, i partigiani dei paesi invasi e i soldati degli eserciti nemici.
Non si può confondere le cose e omettere di citarli tutti.



Gli implausibili indignati
21 gennaio 2022

http://www.linformale.eu/gli-implausibili-indignati/

L’intervista che abbiamo pubblicato oggi a Marcello Corvino, coadiutore artistico del Teatro Stabile di Ferrara, e organizzatore insieme a Moni Ovadia del Festival delle Memorie, ora diventato, a seguito delle polemiche, Settimana delle Memorie, mostra in modo evidente come il MEIS di Ferrara sia stato informato fin dal novembre scorso del programma completo di quello che allora, senza scandalo per nessuno, era stato chiamato Festival delle Memorie.

Dopo l’incontro il Prefettura, avvenuto, come specifica Corvino, il 19 novembre scorso, con il Comitato del 27 gennaio interessato alla tre giorni dedicata alla Shoah, a cui partecipò una rappresentanza del MEIS, alla lettura del programma generale del Festival, quello che poi sarebbe stato annunciato pubblicamente in conferenza stampa il 10 gennaio, non venne sollevato alcun rilievo, non ci furono obiezioni di sorta. Tutti erano plaudenti e contenti.

Passano circa due mesi, e subito dopo la presentazione dell’evento, soprattutto a causa delle penose affermazioni di Vittorio Sgarbi, di cui per primo L’informale ha reso conto, scoppia la polemica e arrivano le prese di posizione del mondo ebraico istituzionale, alcune come quella della presidente UCEI e del presidente del museo, assai tardive. La più sorprendente è proprio quella del presidente del MEIS, Dario Disegni, nonchè presidente della Comunità ebraica di Torino, e collezionista di altre numerose cariche, il quale, in una dichiarazione su Shalom resa il 18 gennaio, otto giorni dopo la conferenza stampa di presentazione del Festival, afferma:

“Noi partecipiamo e siamo presenti unicamente al programma approvato dalla Prefettura.  Il Teatro di Ferrara ha agito di sua sponte, per il festival delle memorie, una iniziativa infelice in tutti i sensi, sia nei termini che nei contenuti, e che ci ha lasciati sconcertati. Il festival delle memorie è stato organizzato autonomamente e non con noi”.

La dichiarazione di Dario Disegni, alla luce di quanto ricostruito da Marcello Corvino, è non solo risibile, ma palesemente falsa. Può Disegni restare al suo posto, avendo dichiarato il falso? Non sta a noi, ovviamente, poterlo rimuovere dalla sua carica, ci limitiamo unicamente ad evidenziare i fatti che implicano il MEIS in toto all’interno di una operazione generale sulla quale non ha avuto assolutamente nulla da dire, proprio nulla, fino a quando, intorno al Festival, si sono accesi i riflettori e insieme ad essi è avvampata una sentita indignazione.
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Re: L'Italia antisemita e antisraeliana

Messaggioda Berto » gio gen 13, 2022 7:55 pm

Ebrei e palestinesi: c’è forse una gerarchia degli orrori?
Vittorio Sgarbi
20 gennaio 2022
https://www.facebook.com/SgarbiVittorio ... 793020743/

Alberto Pento
Sgarbi è stato ambiguo fino alla fine. Non ha avuto il coraggio di dire ad alta voce che la violenza di Israele con i nazi maomettani impropriamente detti "palestinesi" è "sacrosanta legittima difesa" e "sacrosanto esercizio del diritto umano-civile e politico degli ebrei nella loro terra".



Risoluzione all'ODG relativo al conflitto Israelo-Palestinese - P.G. 65590
dei Gruppi consiliari PD, GaM e AC
P.G. n. 65590
Ferrara, 28 maggio 2021

https://old.comune.fe.it/7235/risoluzio ... 65590#null

Al Sig. Sindaco
Al Sig. Presidente del Consiglio Comunale

Oggetto: Risoluzione all’ODG relativo al conflitto Israelo-Palestinese

Premesso

Che quanto accaduto a Gerusalemme, nelle città israeliane e nelle città e nei villaggi palestinesi, nella Striscia di Gaza, è stata l’ennesima ondata di violenza che si ripete dal secondo dopoguerra. Spenti i riflettori sugli scontri, sui missili lanciati, fatta la conta dei morti e feriti, torna il silenzio, gli organi di informazione tacciono, la politica ha altro a cui pensare. Tutto torna come prima, in attesa della prossima esplosione.

Che così si protrae una situazione irrisolta, con un popolo che ha ottenuto il diritto di vivere in un proprio stato sovrano ed indipendente, Israele, ed un altro popolo, che non ha uno stato, e vive sotto occupazione, governato da un’autorità con poteri limitati e dipendente dalla forza occupante.

Considerato

Che in queste condizioni i palestinesi, vivono quotidianamente ed in ogni momento della loro vita vessazioni, umiliazioni, discriminazioni, restrizioni delle libertà, demolizioni ed espropri.

Valutato

Che Il riconoscimento dello stato d’Israele da parte dell’ONU (1949) e dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (1988), gli Accordi di Oslo (1993-95) sottoscritti dalle parti, ed il nutrito pacchetto di risoluzioni ONU, costituiscono il quadro di riferimento giuridico necessario per dar corso al riconoscimento dello stato di Palestina.

Ricordato

Che ci è voluto quasi mezzo secolo affinché le due parti trovassero l’accordo (Accordi di Oslo; 1993-95) con un piano che in cinque anni prevedeva la nascita dello Stato di Palestina. L’assassinio del Primo Ministro israeliano, Yitzhak Rabin, per mano di un fanatico israeliano, errori, resistenze, inadempimenti, hanno messo su di un binario morto il processo di pace.

Che la comunità internazionale ha inciso poco e ha di fatto consentito ai governi israeliani di occupare, metro dopo metro, il territorio palestinese, costruendo insediamenti ebraici, il muro di separazione oltre la linea verde stabilita come confine tra i due stati prima della guerra del 1967, con un piano di annessione della parte est di Gerusalemme e di altri territori della Cisgiordania, con una strategia di isolamento e frammentazione del territorio, della popolazione e dei villaggi palestinesi rendendo così impossibile la loro vita e la prospettiva di futuro;

Che questa strategia ha cambiato le due società. Ha aperto la strada alla radicalizzazione e la corruzione di ampi settori di entrambe le società.
Le espulsioni di famiglie palestinesi dalle loro case nei quartieri di Silwan e Sheick Jarrah, oltre a mostrare l'applicazione della legge in modo etnico e discriminatorio, non fanno che alimentare nuovo odio e violenza tra le due comunità.
Senza più la speranza della pace giusta, del riconoscimento dei diritti e delle libertà, in entrambe le società, sono emerse le spinte più reazionarie, fanatismo religioso e fondamentalismo da entrambe le parti, restringimento degli spazi democratici e militarizzazione delle società, tenendo sempre la democrazia sotto il ricatto della “sicurezza nazionale”. Una spirale autodistruttiva dove la violenza può esplodere in ogni luogo ed in ogni momento, come è accaduto in tutti questi anni e come è accaduto in questi ultimi giorni.

Che l’azione di Hamas e dei gruppi della jihad islamica che da Gaza lanciano missili sulle città d’Israele e su Gerusalemme sono da condannare, senza se e senza ma. Come pure si deve fermare l’incursione militare, i bombardamenti, le distruzioni di scuole, di centri sanitari, di abitazioni civili, nella Striscia di Gaza. Perché la soluzione armata, militare, violenta va contro le ragioni, le legittime rivendicazioni, le proteste dei palestinesi che rivendicano i propri diritti e che, inoltre, si debbono difendere dalle azioni intimidatorie e le violenze dei gruppi dei coloni radicali, xenofobi e razzisti che operano a Gerusalemme e che trovano spazio e sostegno nella destra israeliana.
Tutto ciò, dimostra quanto sia indispensabile che le Nazioni Unite, l'Unione Europea e gli Stati nazionali non si fermino alle dichiarazioni di condanna ed al richiamo alle parti di fermare la violenza, ma che prendano posizione per eliminare le cause che provocano la violenza e l’ingiustizia che subisce il popolo palestinese e, di rimando, anche la popolazione israeliana.

Il Consiglio Comunale di Ferrara

si unisce alla richiesta, promossa da un ampio schieramento della società civile italiana impegnata per la costruzione della pace e della convivenza in Medio Oriente al Parlamento ed al Governo italiano di rilanciare urgentemente un’azione diplomatica di pace e di rispetto del diritto internazionale sollecitando alle Nazioni Unite, l'Unione Europea e i capi di governo che hanno a cuore la pace e la coesistenza tra palestinesi e israeliani:

di mantenere il cessate il fuoco ed a garantire assistenza umanitaria alla popolazione civile nella Striscia di Gaza;
a riconoscere lo Stato di Palestin;
ad agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere ai due Stati di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità;
ad impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di diritto internazionale per fermare l'espropriazione e la demolizione delle case a Gerusalemme Est;
ad esigere dal governo israeliano la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono le elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, come previsto dagli accordi di Oslo, firmati dalle parti;
a sostenere e assistere l'Autorità Nazionale Palestinese per l'organizzazione e la realizzazione del processo elettorale, evitando ulteriori rinvii;
ad inviare osservatori internazionali neutrali per monitorare il processo elettorale, i giorni del voto e il conteggio dei voti, che si svolga secondo gli standard internazionali di trasparenza e con pieno diritto di voto per tutta la popolazione residente in Cisgiordania, nel distretto di Gerusalemme e nella Striscia di Gaza.



Biografia del “politico” Vittorio Sgarbi / I tanti schieramenti cambiati
http://ilfendente.altervista.org/news/b ... io-sgarbi/

È il primo dei due figli dei farmacisti Giuseppe Sgarbi (1921–2018) e Rina Cavallini (1926–2015).

Il suo nome di battesimo è Vittorio Umberto Antonio Maria, fratello di Elisabetta Sgarbi. Frequentò il collegio salesiano Manfredini a Este, in provincia di Padova.

Dopo essersi diplomato presso il Liceo Classico “Ludovico Ariosto” di Ferrara, si è laureato con 110/110 e lode in Filosofia con specializzazione in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Bologna ed ha incominciato ad occuparsi di arte, diventando ispettore della Soprintendenza ai beni storici e artistici in Veneto. Ha insegnato per tre anni Storia delle tecniche artistiche all’Università di Udine.

Carriera politica

Politico spesso incline a cambiare schieramento, nel 1990 si candida senza successo a sindaco di Pesaro per il Partito Comunista Italiano.

Iscritto alla Federazione Giovanile del Partito Monarchico (1975)
Consigliere comunale e sindaco di San Severino Marche

Qualche mese dopo diventa consigliere comunale di San Severino Marche (con il Partito Socialista Italiano) e quindi nel 1992 primo cittadino, sostenuto dalla Democrazia Cristiana e dal Movimento Sociale Italiano.

Deputato PLI (1992-94)

Sempre nel 1992 è deputato per il Partito Liberale Italiano nella XI Legislatura, eletto nel collegio di Cagliari[61]

Deputato di Forza Italia (1994-96)

Successivamente si avvicina al Partito Radicale di Marco Pannella, con cui sarà alleato nelle coalizioni guidate da Silvio Berlusconi nel 1994 e nel 1996. Nel 1994 è eletto deputato per Forza Italia, ma subito si iscrive al Gruppo Misto. È Presidente della VII Commissione parlamentare (Istruzione). In questa legislatura, memorabile è la rissa in aula che si scatena fra lui e Umberto Bossi.

Deputato indipendente con la “Lista Pannella-Sgarbi” (1996-2001)

Nel 1996 è eletto alla Camera per Forza Italia con il sistema proporzionale nella circoscrizione IX Friuli-Venezia Giulia. Si iscrive al gruppo Misto. Il 21 marzo del 1999 nasce il movimento Liberal Sgarbi – I Libertari, che nello stesso anno fa confluire in Forza Italia.

Nel mese di giugno è candidato a sindaco di Ferrara con l’appoggio di Forza Italia e di una lista radicale, arrivando secondo col 26,2% dei voti dietro il candidato di centrosinistra.

Deputato di Forza Italia (2001-06) e Sottosegretario ai Beni Culturali nel governo Berlusconi II (2001-2002)

Nel 2001 Sgarbi viene eletto deputato nella quota proporzionale in Forza Italia, dopo aver perso la lotta per un seggio uninominale in Veneto. Diventa quindi sottosegretario ai Beni culturali dal 2001 al giugno del 2002. L’incarico gli viene revocato dal Consiglio dei ministri a causa di numerose polemiche e tensioni con l’allora ministro Giuliano Urbani. Il casus belli è stata l’opposizione alla politica del governo sui beni artistici e culturali. Con il cosiddetto decreto taglia-deficit il governo prevedeva la possibilità di cedere dei beni dello Stato alla Patrimonio Spa e Infrastrutture Spa, società queste che avrebbero avuto il compito di gestire il patrimonio artistico e la facoltà di venderne alcune parti a privati. Sgarbi contestando la mancanza di un esplicito riferimento dell’inalienabilità dei tesori artistici e culturali italiani chiese le dimissioni di Urbani.

La sua rinuncia all’incarico è avvenuta con una breve nota in cui Sgarbi afferma «non potendo condividere metodi e destino di questo ministero, metto a tua disposizione tutte le deleghe», mentre la conseguente risposta di Palazzo Chigi è stato un ugualmente stringato comunicato in cui si affermava «sono venute meno le condizioni per la permanenza dell’onorevole Sgarbi nella carica e nelle funzioni di sottosegretario». La polemica tra Urbani e Sgarbi ha portato Urbani a esprimere giudizi piuttosto duri sul critico «Preferisco citare il Federico Zeri su Sgarbi: narcisista, presuntuoso, impreparato, superficiale. Non sono parole mie, insisto, ma di Zeri. Basta consultare i suoi archivi a Mentana».

In precedenza, prima della rimozione da sottosegretario, numerose polemiche avevano costellato l’azione di Sgarbi fra cui l’accusa di chiedere di far aprire fuori orario, spesso di notte, i musei per consentire ai suoi amici di visitarli. All’accusa, formalizzata in interrogazione parlamentare,

Sgarbi ha ribadito “che nelle vesti di sottosegretario ai beni culturali ha visitato musei nelle ore notturne, e comunque al di fuori degli orari d’apertura al pubblico, giustificando tale fatto come opera di controllo verso i musei pubblici“.

Candidato Elezioni europee del 2004

Successivamente si candida alle elezioni europee del 2004 nella lista unica Liberal Sgarbi–Partito Repubblicano Italiano, la quale ottiene tuttavia soltanto lo 0,7% dei voti.

Candidato per la Lista Consumatori con il centrosinistra (2006)

Nel 2005 abbandona la Casa delle Libertà e passa all’Unione. Propone la propria candidatura in vista delle elezioni primarie della coalizione di centrosinistra, ma deve successivamente ritirarsi in base alla regola che vietava la partecipazione alle primarie a chi avesse avuto incarichi politici nelle ultime due legislature guidate da Berlusconi. Alle Elezioni politiche del 2006 decide di candidarsi con la Lista Consumatori che appoggia la coalizione di centrosinistra, senza essere tuttavia eletto.

Assessore alla cultura del Comune di Milano (2006-08)

Nel 2006 si candida a sindaco di Milano, ma successivamente stipula un accordo con la candidata della Casa delle Libertà Letizia Moratti, che prevede il ritiro della propria candidatura. Dopo la vittoria dell’ex ministro dell’istruzione, Sgarbi ottiene l’incarico di assessore alla cultura. L’8 maggio 2008 la nomina ad assessore gli viene revocata dalla sindaca Moratti, che prese tale decisione dopo che Sgarbi aveva falsificato una delibera della giunta comunale che concedeva il patrocinio del comune a una mostra sull’arte omosessuale, che la Moratti giudicava imbarazzante per la cittadinanza.

Sindaco UDC-DC di Salemi (2008-2012)

Il 30 giugno 2008, sostenuto dall’UDC, dalla DC e da una lista civica di centro è stato eletto sindaco del comune di Salemi. Il 29 luglio 2008 il TAR della Lombardia ha accolto il ricorso con cui l’animatore d’arte contestava il «licenziamento» dal Comune di Milano reintegrandolo, di fatto, nelle funzioni di assessore. Il critico, tuttavia, con un comunicato, emanato il giorno successivo alla decisione dei giudici, si è spontaneamente dimesso dalla carica di assessore, risolvendo alla radice il problema della incompatibilità con il ruolo di primo cittadino del comune belicino.

Eletto sindaco, istituisce alcuni assessorati-provocazione, nominando il cantante Morgan assessore all’ebbrezza, l’artista Graziano Cecchini, Oliviero Toscani e Peter Glidewell assessori al nulla e un poliziotto assessore all’antimafia. Tra le altre iniziative, nell’agosto 2008 Sgarbi ha proclamato Salemi “prima capitale dell’Italia tibetana“, per esprimere solidarietà nei confronti dei monaci tibetani e per condannare le ripetute violazioni dei diritti umani che essi hanno subìto da parte della Cina.[77]

Su idea di Oliviero Toscani, assessore alla creatività del comune, Sgarbi ha avviato un progetto per salvaguardare il patrimonio artistico della città vendendo al prezzo simbolico di 1 euro le antiche case di Salemi a chi voglia restaurarle e risiedervi. L’iniziativa mediatica avrebbe riscosso l’interesse di varie personalità come i coniugi Moratti, il cantante Lucio Dalla, il ministro Renato Brunetta, il giornalista Philippe Daverio. Il progetto, di là dalla sua valenza artistico-culturale, mira anche a favorire gli afflussi del turismo e a creare nuovi posti di lavoro e il coinvolgimento di numerose associazioni giovanili di Salemi. Il 28 dicembre 2008 Sgarbi, ad Agrigento in occasione della presentazione di un suo libro, fu accolto da un’accesa contestazione.

Il 2 febbraio 2010 a seguito di un’indagine della Guardia di Finanza sull’uso illecito delle auto blu, preannuncia le sue dimissioni da sindaco di Salemi, ma non furono mai ufficialmente confermate. Tra le altre cose, fece istituire in Salemi, un museo della mafia, intitolato a Leonardo Sciascia, e inaugurato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dove offriva documentazioni e materiale d’archivio per non dimenticare la storia oscura della Sicilia. Ha inoltre espresso un netto rifiuto sulla possibilità di installare impianti eolici e fotovoltaici a Salemi, sostenendo che simili impianti, oltre a provocare desertificazione e distruzione del paesaggio agricolo, sarebbero al centro di interessi mafiosi. Inoltre è stato protagonista per aver indetto un originale bando per vicesindaco: dopo le difficoltà nel trovare una maggioranza in consiglio comunale, il 29 dicembre 2011 promulga un bando nel quale i candidati dovevano essere di sesso femminile e avere un’età compresa tra i 25 e i 45 anni. Il bando ha avuto successo, ricevendo oltre 200 richieste. Nel febbraio 2012 gli ispettori nominati dall’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni portano alla commissione tecnica del Viminale la proposta di scioglimento del comune di Salemi per “infiltrazioni mafiose“. Sgarbi preannuncia le sue dimissioni da sindaco il 6 febbraio 2012 e si dimette effettivamente il 15; il 23 marzo 2012 il Consiglio dei Ministri scioglie l’amministrazione comunale di Salemi guidata da Vittorio Sgarbi per infiltrazioni mafiose.

Candidato sindaco di Cefalù (elezioni amministrative 2012)

Nell’aprile 2012 si candida come sindaco di Cefalù, sostenuto da tre liste civiche. Sia in primo sia in secondo grado i giudici lo ritengono incandidabile in virtù dell’art. 143 del D. Lgs. n. 267/2000 che prevede l’incandidabilità al primo turno elettorale utile per gli amministratori di enti sciolti per infiltrazioni mafiose, ma le elezioni si svolgono regolarmente il 6 e 7 maggio 2012 e Vittorio Sgarbi partecipa come candidato a sindaco perdendo la competizione elettorale, piazzandosi solo al terzo posto tra i vari candidati con il 16,8% dei voti, contro il 34,5% ottenuto dal sindaco eletto Rosario Lapunzina del Partito Democratico.

Assessore alla Rivoluzione di Baldissero d’Alba

Il 7 luglio 2012 viene nominato Assessore alla Rivoluzione del comune di Baldissero d’Alba; fino al 13 maggio 2014.

Il Partito della Rivoluzione

Il 14 luglio 2012 Sgarbi fonda il “Partito della Rivoluzione-Laboratorio Sgarbi“. Sotto l’emblema di questo nuovo partito, si ricandida come sindaco di Salemi alle elezioni amministrative del 25 maggio 2014 e viene sconfitto dalla coalizione (PD – UDC – Art. 4) del giovane sindaco Domenico Venuti.

Assessore alla Rivoluzione del Comune di Urbino.

Il 14 giugno 2014 viene nominato “Assessore alla Rivoluzione, alla Cultura, all’Agricoltura, alla tutela del Paesaggio e del Centro Storico“, incarico dal quale minaccia di dimettersi il 21 dicembre 2015 in seguito a una polemica contro l’installazione e la non rimozione di un albero di Natale da lui non autorizzato e definito “un’inutile bruttura immorale“, non formalizzando le dimissioni e quindi rimanendo assessore.

Candidatura a sindaco di Milano

Il 3 giugno 2015 annuncia la propria candidatura come sindaco di Milano (elezioni del 2016) ma dopo aver annunciato ufficialmente la candidatura e aver tentato inutilmente di proporsi come candidato del centro destra, il 10 febbraio 2016, rinuncia.

Dal 28 giugno 2016 è assessore al comune di Cosenza con delega al centro storico.

La nascita di Rinascimento

Nel 2017 fonda il suo nuovo movimento Rinascimento, che pone al centro del proprio programma politico la bellezza, sulla quale ritiene essere necessario investire.

Alle comunali di La Spezia con la Lista Civica – un Rinascimento per La Spezia sostiene Giulio Guerri, consigliere di opposizione al sindaco del PD e sostenuto anche dai fuoriusciti del Movimento 5 Stelle; al primo turno prende il 6,25% ma la lista di Sgarbi con 372 voti (0,97%) non ottiene alcun seggio.

Per Rinascimento e Moderati in Rivoluzione (MIR) dell’imprenditore Gianpiero Samorì si candida come governatore alle Elezioni regionali in Sicilia del 2017. Del movimento è entrato a far parte anche l’ex ministro Giulio Tremonti insieme al quale Sgarbi ha scritto il libro “Rinascimento. Con la cultura (non) si mangia”. Il 29 settembre ritira la sua candidatura per appoggiare il candidato del centro-destra Nello Musumeci e in caso di vittoria Sgarbi farà l’assessore alla Cultura. Il 29 novembre è nominato dal presidente della Regione Siciliana Musumeci assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana.

La candidatura alle politiche 2018

In vista delle elezioni politiche italiane del 2018 Rinascimento si federa con Forza Italia e Sgarbi è il candidato della coalizione di centro-destra all’uninominale nel collegio di Acerra Pomigliano D’Arco sfidando così Luigi Di Maio, candidato Premier del Movimento 5 Stelle; è inoltre capolista nel proporzionale in Emilia Romagna.

Militanze politiche

Sgarbi, che da giovane ha fatto parte dell’Unione Monarchica Italiana, ha strettamente collaborato con:

Partito Comunista Italiano, candidato a sindaco di Pesaro nel 1990, contemporaneamente al PSI per San Severino Marche;
Partito Socialista Italiano, per il quale è stato consigliere comunale a San Severino Marche;
DC–MSI, alleanza con la quale è stato eletto sindaco di San Severino Marche nel 1992;
Partito Liberale Italiano, per il quale è stato deputato nel 1992;
Forza Italia, con la quale è stato eletto deputato nel 1994, nel 1996 e nel 2001;
Partito Federalista, che ha fondato nel 1995 e poi lasciato per aderire alla Lista Pannella-Sgarbi;
Lista Pannella-Sgarbi, abbandonata dallo stesso Sgarbi prima delle elezioni;
Liberal Sgarbi – I Libertari, movimento da lui fondato nel 1999;
Polo Laico, movimento effimero esistito nel 2000 per garantire una rappresentanza alle elezioni dell’anno successivo ai Liberali e ai Radicali Italiani;
Lista Consumatori, con la quale si è candidato, per le Politiche del 2006, senza essere eletto;
UDC–DC, alleanza con la quale è stato eletto sindaco di Salemi nel 2008;
Movimento per le Autonomie con il quale è stato candidato alle Elezioni europee del 2009 nel cartello elettorale L’Autonomia nella circoscrizione Isole;
Rete Liberal Sgarbi-Riformisti e Liberali nelle elezioni regionali 2010 del Lazio;
Partito della Rivoluzione-Laboratorio Sgarbi, movimento politico fondato dallo stesso Sgarbi ufficialmente il 14 luglio 2012 (anniversario della Presa della Bastiglia all’inizio della Rivoluzione Francese), con il quale si è ricandidato sindaco di Salemi nel maggio 2014, senza però essere rieletto;
Intesa Popolare, partito fondato nel 2013 assieme a Giampiero Catone;
I Verdi, in occasione delle elezioni comunali del 25 maggio 2014, hanno sostenuto la sua iniziale candidatura a sindaco e poi la proposta al sindaco eletto di nominarlo assessore alla Cultura del Comune di Urbino, a seguito dell’alleanza tra i Verdi e la coalizione di Centrodestra, guidata da Maurizio Gambini;
Rinascimento, partito da lui fondato con Giulio Tremonti nel 2017 con il quale inizialmente si candida come governatore alle Regionali in Sicilia; in seguito appoggerà la candidatura di Nello Musumeci per la coalizione di centrodestra, che risulterà eletto.
In vista delle elezioni politiche del 2018 il partito si federa con Forza Italia.

–tratto da WikipediA-



Alberto Pento
I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato mai esistito, caso mai i veri palestinesi storici sarebbero gli ebrei
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Calunnie e falsità dei criminali terroristi antisemiti nazi-palestinesi contro Israele e gli ebrei
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2824
Abominevoli falsità propagandistiche propalestinesi e antisraeliane
A me, alla mia gente, al mio paese e all'umanità intera gli ebrei e Israele, nei millenni, non hanno mai fatto del male, anzi hanno fatto del bene e sono uno dei popoli e dei paesi più umani e civili della terra;
al contrario dei nazi maomettani con la loro idolatria terrificante e disumana e il il loro violento espansionismo politico religioso teocratico, tra cui i cosidetti impropriamente palestinesi con la loro incivile disumanità maomettana e antisemità.




"La Shoah, evento unico nella storia"
Intervista a Fiamma Nirenstein
23 gennaio 2022

https://www.shalom.it/blog/italia/la-sh ... n-b1109641

L’iniziativa del Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado” per il 27 gennaio, il Festival delle Memorie, ha riportato alle cronache un pericoloso fenomeno: quello di mettere sullo stesso piano la Shoah e gli altri genocidi.

Per capire come si arrivi alla banalizzazione e la negazione dell’unicità della Shoah, Shalom ha intervistato Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice italiana che dal 2013 vive a Gerusalemme, dopo aver fatto l’Alyah.

Mettere i genocidi in un unico calderone è una novità?

Non è affatto una novità, è una questione che ritorna molto spesso, nell'ambito dell'attacco alla memoria dell'Olocausto. Ma non vorrei essere fraintesa: i genocidi sono molti, ricorrenti, terribili, accomunati da un elemento essenziale, la sofferenza inenarrabile delle vittime. Dovere comune è quello di essere in perenne allarme e in difesa militante dei diritti dei perseguitati. Pensi che dal 1952 al 2001 si contano 37 genocidi: per ognuno di questi, siamo chiamati a difendere le vittime e a riconoscere il fatto che ognuno va bloccato e punito.

Ma questo non significa affatto confondere un genocidio con l'altro, perderne d'occhio le peculiarità è un errore fondamentale. E qui viene il punto della sua domanda: la memoria della Shoah è sotto attacco da parecchi anni, da destra, da sinistra e da parte del mondo islamico. In parte, l'attacco si basa sulla negazione della sua unicità, che si sfrangia nella banalizzazione fino al suo stupefacente rovesciamento, ovvero fino alla "nazificazione di Israele" come la chiamò Robert Wistrich, ormai purtroppo molto comune.

Ma innanzitutto, vediamo: perché la Shoah è un evento unico nella storia dell’umanità?

Intanto, è evidente a ogni persona di buon senso, è controintuitivo dire che non sia stato un evento unico nella storia dell'umanità. Prendiamo in considerazione alcuni elementi: intanto, il numero gigantesco delle vittime; poi il fatto che il Reich si fosse prefisso di eliminare tutti gli ebrei dal mondo intero, ovunque si trovassero, senza confini territoriali. Per Hitler si trattava di cercare, trovare, uccidere tutti li ebrei, di toglierli dal mondo intero, ovunque. Anche i più crudeli stermini come quello degli Armeni si fermano a determinati confini, per esempio gli Armeni di Gerusalemme non furono presi di mira, gli Khmer Rouge avevano i confini della Cambogia, la Serbia quelli dei bordi territoriali del suo conflitto. Hitler, che deportò gli ebrei ovunque, progettò con Haj Amin al Husseini persino lo sterminio degli ebrei in Medio Oriente. Ancora: lo sterminio degli ebrei era prioritario, il numero uno fra gli scopi del nazismo, anche quando la guerra era ormai persa le ultime deportazioni su ferrovia vennero prima del rifornimento o il rimpatrio dell'esercito in rotta. Inoltre: l'ossessione prioritaria dell'antisemitismo omicida nel pensiero hitleriano è stata tale per cui invece di utilizzare al lavoro gli ebrei deportati nell'impresa bellica, divorante, dell'imperialismo nazista, si preferiva ammazzarli… e si potrebbero aggiungere altri elementi di unicità ancora.

Tuttavia, restiamo sempre in ginocchio, davanti alla sofferenza di chi ha sofferto genocidi... ma deve essere chiarito che naturalmente i palestinesi non c'entrano nulla con tutto ciò, lo stesso loro numero (secondo loro stessi) che si è moltiplicato insieme a tutti i criteri di misurazione del loro livello di vita, ci raccontano una vicenda reale che è l'esatto contrario della loro narrativa di apartheid, razzismo, persecuzioni... insomma il punto di arrivo di tutto il criterio della banalizzazione della storia ebraica per cui alla fine si fa degli ebrei, anzi, di Israele, un novello perpetratore di genocidio. Ridicolo, e molto fuorviante. Il titolo del conflitto è sin dall'inizio quello del diritto all'autodifesa di un popolo attaccato, quello ebraico. Fin dal primissimo inizio della vicenda attuale, anni 20, in cui il colonialismo non c'entra niente.

Cosa significa togliere il carattere dell’unicità alla Shoah?

Significa anche riconoscere il significato morale della incredibile resilienza ebraica nell' opporsi alla propria obliterazione, a quella delle idee, della cultura dell'amore per la vita che caratterizza l'ebraismo. Hitler, ma in generale l'antisemitismo, non odia soltanto gli ebrei uno per uno. Odia il fatto che esista da tre millenni una testimonianza ebraica di fedeltà a un principio morale astratto e che ha ispirato tutta la storia del mondo che si è evoluto verso la democrazia. In questo consiste il genocidio, lo sterminio unico: nella determinazione a cancellare dal pianeta una delle sue anime morali fondamentali, contraria a tutte le dittature e alle prepotenze.

Naturalmente la vittima designata oggi della banalizzazione, è evidente, è Israele, sottoposto ormai all'attacco delle bugie diventate luogo comune all'ONU, all'Unione Europea, ai festival che pretendono di ricordare la Shoah. C’è, nelle more di questo processo, una moda che ha del paranoico e del grottesco, ed è quella di dire che Israele è un paese di apartheid: basta farsi un giro nei centri commerciali, nelle strade, negli ospedali, alla knesset, nell'apparato giudiziario, al governo! Per riconoscere questa immonda bugia. L'apartheid, che giustamente ha fatto mettere all'indice il vecchio Sud Africa, è stato astutamente scelto come pronostico della delegittimazione che deve portare alla sparizione di Israele.

E attenzione, quando si dice apartheid, si vuole suggerire che il "razzismo" di Israele lo rende il persecutore complessivo di un popolo. Qui torniamo alla "nazificazione" di Wistrich.

Robert Wistrich diceva appunto che la nazificazione d'Israele, e quindi, (non si illudano gli ebrei a cui piace il BDS!) la nazificazione degli ebrei, è proprio il punto di arrivo della banalizzazione, se non addirittura della negazione, della Shoah.

Ed è qui importante ricordare che invece è Israele l'unico paese al mondo, al giorno d'oggi, minacciato senza mezzi termini, di sterminio totale. Lo è da parte dell'Iran, ma anche da Hezbollah, Hamas, da parte di tutto l'islamismo estremo. Mentre per altro, invece, fortunatamente, proprio nel mondo islamico gli accordi di Abramo danno segnali di grande simpatia e collaborazione fra Israele e le ali più consapevoli e avanzate di un mondo che finalmente capisce quanto Israele sia prezioso per il mondo intero, compreso per i palestinesi.

Questo fenomeno, ormai dilagante, a cosa sta portando?

Sta portando a un vero tsunami che danneggia tutta la cultura dei diritti umani, perché la logica su cui poggia l'attuale insorgenza ideologica contro lo stato del popolo ebraico, è una destrutturazione drammatica della natura democratica e antifascista. Negli Stati Uniti e in Europa gli incidenti antisemiti sono in crescita verticale, e ciò accade perché si è consentito che la criminalizzazione di Israele diventasse linguaggio comune. nessuno salvo qualche coraggioso isolato, parla delle persecuzioni dei giovani gay fra i palestinesi, anche a Ramallah, e di come questi fuggono in Israele. Di come queste persecuzioni vigano in tutto il mondo mussulmano, delle impiccagioni sulla pubblica piazza in Iran, dei matrimoni imposti alle bambine, dell'escissione, della poligamia, della morte violenta dei dissidenti, della corruzione miliardaria di quei leader…

La banalizzazione della Shoah va a braccetto invece con la criminalizzazione del popolo ebraico la cui esca è la delegittimazione di Israele: quando se ne dice che è un fenomeno coloniale, che i palestinesi hanno subito uno sterminio, che sono vittime di apartheid, che Israele è razzista... si gettano le basi della sua distruzione, che ormai è identica a quella del popolo ebraico, e si gettano nel cestino tutte le aspirazioni democratiche del mondo. Vince la "Intersezionalità" in cui tutti gli oppressi sono contro i "suprematisti bianchi" e Israele, buffo davvero, è stata messa su quello scaffale.

Più cresce l'antisemitismo di matrice antisionista, tanto più andrà avanti la banalizzazione della Shoah, questo perché non è altro che uno strumento di odio nei confronti del popolo ebraico, che oggi ha nello Stato di Israele il suo massimo rappresentante. Questo antisemitismo è dilagante, praticamente non c'è ebreo in Europa che non l'abbia subito o non ne sia stato testimone.


Come molti di voi ricorderanno fu il mio profilo a pubblicare per primo il commento del Simon Wiesenthal Centre in Italia dopo la funesta dichiarazione di Sgarbi; questo post diede il la ad una lunga polemica con interviste pubblicate su giornali ebraici e siti e profili, anche di amici, nonché ad alcuni miei post successivi.
Emanuel Segre Amar
23 gennaio 2022

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 7480531003

Negli ultimi giorni ho avuto modo di confrontarmi con numerose personalità del mondo ebraico italiano e, dopo la pubblicazione, sabato scorso, sul Resto del Carlino, rispettando il riposo sabbatico, ho aspettato questo pomeriggio prima di telefonare al Direttore del MEIS, Rav Spagnoletto.
In un lungo confronto, sempre sereno, egli mi ha assicurato che il Presidente del MEIS, in effetti, era all’oscuro di alcuni episodi che sono divenuti pubblici, in particolare, ma non unicamente, a seguito dei numerosi articoli pubblicati sul Resto del Carlino.
Rav Spagnoletto mi ha riconosciuto anche che, nel passato, alcuni episodi, per diverse ragioni, che non ritengo necessario riportare qui, non sono forse stati sempre valutati con la dovuta attenzione ed immediatezza, il che ha portato alla fine alla confusione generale, e così, quando è stato presentato il programma dell’allora Festival (adesso Settimana) delle Memorie, non è mai apparso chiaro che gli eventi ai quali il MEIS partecipava, nulla avevano a che vedere con altri eventi organizzati nel Teatro Abbado di Ferrara.
Sono contento, e mi felicito con Rav Spagnoletto, del fatto che egli ha questa sera annunciato pubblicamente che non parteciperà alla prevista conferenza che avrebbe dovuto tenere il prossimo 30 gennaio.
Per quanto mi riguarda desidero chiudere con questa mia dichiarazione i miei commenti su questo episodio e vi invito a non commentare qui perché non permetterò alcun commento pubblico sul mio profilo.



CULTURIFICIO (? forse voleva e doveva dire CULTURICIDIO)
Sparare su Moni Ovadia è come sparare sulla Croce Rossa, ma a volte non si può fare a meno di farlo. Non cedere a questa tentazione sarebbe prova di un autocontrollo quasi sovraumano, o di una totale atarassia.
Niram Ferretti
25 gennaio 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Dunque, l'imbonitore da fiera e da salotto tv, in una intervista concessa al Fatto Quotidiano, a proposito delle polemiche sorte in merito al Festival, pardon, alla Settimana delle Memorie di Ferrara, così ha detto a proposito delle penose parole di Vittorio Sgarbi:
"Era una provocazione nei miei confronti. Io da ebreo mi batto per i diritti dei palestinesi, ma bisogna dire che non è un genocidio, definirlo genocidio sarebbe un boomerang anche per gli stessi palestinesi, si tratta di un culturificio, cioè la negazione dell'esistenza di un popolo tramite occupazione armata prolungata".
Ora, il neologismo, "culturificio" incorpora "facere/fare" e quindi, all'insaputa di Ovadia, che già in una articolo del 2018 apparso sul Manifesto aveva scritto "captatio benevolentiae" con la z, significa "fare cultura". Il latino non è davvero il forte del nostro cabotin, e nemmeno l'italiano. Anche al Fatto Quotidiano non scherzano, perchè il termine non è stato corretto.
Ovadia, sempre a sua insaputa, voleva dire "culturicidio", ma anche in questo caso, non si capisce come "l'occupazione armata" ovvero la presenza di soldati israeliani in Giudea e Samaria, di cui l'Area A è totalmente sotto la tutela palestinese, possa arrivare a "negare l'esistenza di un popolo" che chiunque vada in quella regione può verificare esiste, prospera, e comunica con il mondo.
Ma non bisogna addentrarsi nella logica quando si tratta di Ovadia, imposto a Ferrara come direttore del Teatro Stabile, perchè siamo in Italia, dove uno che dice cose simili e non conosce la differenza tra "cidium" e "facere" passa per uomo di cultura e viene fatto direttore di un teatro.


I palestinesi arabo maomettani sono un popolo inventato mai esistito, caso mai i veri palestinesi storici sarebbero gli ebrei
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I mistificatori e la Shoah
Niram Ferretti
27 Gennaio 2022

http://www.linformale.eu/i-mistificatori-e-la-shoah/

Il Giorno della Memoria, che si celebra oggi, ha un significato chiaro e indiscutibile, la commemorazione della Shoah. Per questo motivo venne istituito dall’Assemblea Generale dell’ONU, il 21 novembre del 2005, con la Risoluzione 60/7. Il 27 gennaio fu scelto come data simbolica essendo il giorno in cui Auschwitz venne liberato dall’Armata Rossa. Nessuno pensò di istituire in quella stessa data la commemorazione di altri genocidi. Non avrebbe avuto senso farlo e non ha senso farlo. Ogni genocidio, ogni sterminio, ha la sua specificità, il suo bisogno di essere ricordato. Tutte le vittime della follia e della violenza umana pari sono, ma al di là dell’ovvietà di questa affermazione e della facile retorica a cui si presta, resta il fatto che per modalità, organizzazione, finalità, la decisione presa dal Terzo Reich di eliminare ogni ebreo vivente in Europa, e non solo in Europa, se il progetto hitleriano di dominio si fosse realizzato, (come ha ricordato Matthias Kuntzel in un articolo da noi pubblicato in questi giorni), non ha precedenti storici. Non li ha avuti prima non li ha avuti dopo.

Nel corso degli anni, al di là del negazionismo vero e proprio, sono stati fatti diversi tentativi di relativizzare la Shoah. Un aspetto ricorrente di questi tentativi è quello di inserire il genocidio degli ebrei all’interno di una categoria più ampia, che sposti l’attenzione dalla sua specificità. In questo senso, oggi, gli ebrei sterminati dai nazisti troverebbero una collocazione insieme ad altri assassinati dal regime: rom, omosessuali, testimoni di Geova, anarchici, ecc. tutti rubricabili sotto la meta-categoria delle vittime. La Vittima è infatti diventata il totem di una nuova dogmatica laica, per cui non conterebbero più le ragioni e le modalità del suo esserlo, quanto il fatto, appunto di esserlo.

Gli ebrei sterminati nella Shoah vengono così trasformati nel paradigma facile con cui altri morti possono essere paragonabili ad essi, come, ad esempio, i migranti morti in mare. L’enormità del divario che separa queste morti, ovvero le ragioni che le hanno provocate, diventano irrilevanti, l’unica cosa che conta è riconoscersi in un indifferenziato sentimento di cordoglio. Perché oggi, più che mai, tutto è giocato sul sentimento e sul dispositivo ricattatorio che esso implica. Se infatti si provano a fare delle distinzioni, si tenta di separare gli uni dagli altri, immediatamente si è accusati di essere al meglio insensibili, al peggio razzisti. Non solo. Agli ebrei che ricordano la più grande tragedia della loro storia, viene rimproverato di essere monopolisti della memoria, così come, in passato e ancora oggi li si accusava e li si accusa di monopolizzare la finanza, la politica, finanche la storia. È il vecchio rictus antisemita per cui gli ebrei avrebbero un potere eccessivo, anche quello di avere imposto il ricordo del più spaventoso crimine commesso nei loro confronti. E non pochi ebrei, pur di scostare da sè questa accusa, cercano di non attaccarsi a questo giorno, di mostrarsi di manica larga, aperti ad accogliere irenicamente anche altre vittime all’interno di un unico grande calderone vittimario pur di non essere accusati di essere eccessivamente identitari, l’accusa che sempre è stata loro rivolta nel corso dei secoli da chi voleva e vorrebbe che sparissero.

Se è vero che esiste il rischio di fare della Shoah, del suo ricordo istituzionalizzato, una sorta di unicum che si erigerebbe in vetta ed isolato nel mezzo di tutti gli stermini e i genocidi della storia, vi è sempre più, il rischio opposto e speculare di volerne ridurre la portata storica, il significato. Tra questi due estremi la ragione ci indica la via giusta, quella di affermarne l’unicità e l’imparagonabilità, non per trasformarlo in culto, ma perchè solo in questo modo si può fare storia, aderendo cioè ai fatti.

La Shoah è il culmine di secoli di antisemitismo, è cioè, l’evento terminale di una ininterrotta istigazione all’odio che non ha eguali nel corso della storia. Non si tratta di diminuire altri genocidi, si tratta di spiegare perchè questo genocidio in particolare ha una natura essenzialmente diversa da tutti gli altri. Non è un privilegio, non esistono privilegi nell’odio e nell’orrore, esiste però una eziologia che permette di comprendere come e perchè esso si è potuto generare.

Il tentativo di ridimensionre la Shoah, di diluirla, ha anche un altro risvolto, ed è quello di attaccare, attraverso di essa, Israele. Un libro come quello di Norman Finkelstein, pupillo di Noam Chomsky, L’industria dell’olocausto, uscito nel 2002, in cui si accusa Israele di sfruttare la memoria della Shoah per potersi presentare come uno Stato vittima e così immunizzarsi dalle critiche per i crimini che esso perpetrerebbe nei confronti dei palestinesi, ne è un esempio evidente.

Lo Stato ebraico diventa così il bersaglio della critica alla specifica identità della Shoah, ritenuta troppo marcata, divisiva, gerarchica, come è reputato intollerabile che Israele sia lo Stato degli ebrei, nato con il presupposto di dare ad essi una nazione.

Una operazione come quella del Festival delle Memorie di Ferrara, poi diventato Settimana delle Memorie, lavora proprio in questa direzione. Inserendo la Shoah in una serie di giornate dedicate anche ad altri genocidi o stermini, la trasforma in un episodio in mezzo a un lungo e inerrestabile processo di violenza che si dovrebbe, per coerenza, fare risalire all’antichità. Non potendolo fare, ci si limita a questo espediente demagogico. Bisogna fare “memorie” non “memoria”, anche se, guarda caso, per farlo si sceglie la settimana che culmina proprio il 27 di gennaio con il ricordo del genocidio degli ebrei.

Operazioni come queste sono trasparenti nel loro intento e vanno respinte con fermezza. Per tutti i genocidi e gli stermini che si desiderano ricordare ci sono dodici mesi a disposizione, gennaio è riservato a quello degli ebrei. Il resto è solo strumentale.



RECIDIVO IGNOBILE
Israele ha occupato la terra dei palestinesi". Così ormai Vittorio Sgarbi. Senza remissione.
Niram Ferretti
28 gennaio 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Durante la conferenza di presentazione del Festival poi Settimana delle Memorie del suo amico Ovadia, autore nella scuderia editoriale della di lui sorella, Elisabetta, Sgarbi aveva accusato Israele di genocidio nei confronti dei palestinesi. Poi, accese le polemiche, aveva detto che si era trattato di una provocazione. Nessuno dotato di senno gli aveva creduto, ora chissà cosa dirà.
La frase ha voluto usarla come analogia commentando "l'occupazione" da parte di Enrico Mentana di un programma condotto da Mirta Merlino. Avrebbe potuto scegliere qualsiasi altro esempio, dire per esempio, "Come la Turchia occupa una parte di Cipro", o "Come la Germania occupò la Polonia", ecc. o tanti altri. No, ha scelto volutamente Israele, questo pagliaccio, perché questo è, alla fine, nella sua crassa ignoranza storica, o malafede, che sarebbe peggio.
Crede che prima che Israele nascesse, nel 1948, vi fosse un territorio i cui legittimi intestatari erano i "palestinesi". Vediamo se ora qualcuno lo giustifica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: L'Italia antisemita e antisraeliana

Messaggioda Berto » gio gen 13, 2022 7:55 pm

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Re: L'Italia antisemita e antisraeliana

Messaggioda Berto » gio gen 13, 2022 7:56 pm

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