L'antisemitismo di Vittorio Sgarbi nella versione moderna di antisraelismoIL PUDORE DI MONI OVADIA E LA SPUDORATEZZA DI VITTORIO SGARBINiram Ferretti
13 gennaio 2021
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063Ora sappiamo che Israele ha perpetrato un genocidio nei confronti del popolo palestinese. Era arrivato il momento finalmente di saperlo e lo abbiamo saputo. Ce lo ha detto non Moni Ovadia, presente alla conferenza di presentazione del Festival delle Momorie, (badate bene la declinazione al plurale), che si terrà al Teatro Comunale di Ferrara di cui è direttore, ma il suo sponsor, Vittorio Sgarbi, signorotto di Ferrara e piccolo boss culturale.
Quando è stato il suo turno di parlare, Sgarbi ha detto quello che Ovadia dice da anni. Ascoltiamolo.
"Io ho chiamato Moni Ovadia per la considerazione del suo grande impegno e anche per la natura di ebreo, tra l'altro in forte contrasto con il mondo ebraico tradizionale, perché di uno sterminio lui per pudore non si occupa, quello dei palestinesi. Sarebbe una provocazione troppo grave, aggiungere anche quello sterminio che lo Stato di Israele è venuto facendo in questi anni, per ragioni che si possono discutere, ma che sono indiscutibili, rispetto al fatto".
Sì, conosciamo tutti il pudore di Moni Ovadia, nei confronti dello "sterminio" dei palestinesi da parte di Israele, lo ha sempre coltivato con dolore, sommessamente e dobbiamo ringraziare Sgarbi per averlo sottolineato, lui che invece questo pudore non lo ha e ci dice che Israele stermina i palestinesi.
Con un amico così chi ha bisogno di nemici?
Conferenza stampa presentazione Festival delle Memorie - dal ridotto del Teatro Comunale FerraraFestival delle Memorie | In occasione del Giorno della Memoria, una settimana di incontri e spettacoli con testimoni e voci autorevoli del mondo della cultura. Uno sguardo nuovo e inedito nel segno di una “memoria universale” che abbraccia tutti i popoli vittime di genocidi. Dal 25 al 30 gennaio a Ferrara.
https://www.facebook.com/teatrocomunale ... 184057190/Conferenza stampa di presentazione del progetto ideato da Moni Ovadia
Lunedì 10 gennaio 2022 ore 12 in diretta dal Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara
intervengono:
Marco Gulinelli, assessore alla Cultura del Comune di Ferrara
Moni Ovadia, direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
Marcello Corvino, direttore artistico della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
Franco Cardini, curatore degli incontri pomeridiani del Festival
Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Ferrara Arte
Ovadia choc su Israele: "Strumentalizza la Shoah"Francesca Bernasconi
11 Maggio 2021
https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 45865.html"La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio. Non ha giustificazioni, è infame e senza pari". A dirlo, parlando all'AdnKronos, è Moni Ovadia, l'attore, musicista e scrittore di origine ebraiche. Con queste parole, l'uomo ha commentato le violenze in Medio Oriente, degenerate nei bombardamenti tra Israele e la Striscia di Gaza.
"Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est- ha continuato Ovadia- ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge. È una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime, perché poi muoiono loro, vengono massacrati loro". Le dichiarazioni choc riguardano anche la politica istraeliana, definita "segregazionista, razzista, colonialista", mentre la comunità internazionale è, a detta dallo scrittore e attore, "una parzialità ripugnante". Infatti, spiega, "tranne qualche rara eccezione, paesi come la Svezia e qualche paese sudamericano, non si ha lo sguardo per vedere che la condizione del popolo palestinese è quella del popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della Shoah". E rimarca: "Tutto questo con lo sterminio degli ebrei non c'entra niente, è pura strumentalizzazione. Oggi Israele è uno stato potentissimo, armatissimo, che ha per alleati i Paesi più potenti della Terra e che appena fa una piccola protesta tutti i Paesi si prostrano, a partire dalla Germania con i suoi terrificanti sensi di colpa".
Dopo la condanna della Germania, arriva anche quella dell'Italia, che "si nasconde dietro la sua pavidità, un colpo al cerchio e uno alla botte. Ci dovrebbe essere una posizione ferma, un boicottaggio, a cominciare dalle merci che gli israeliani producono in territori che non sono loro". Infine, Ovadia conclude precisando: "Io sono ebreo, anch'io vengo da quel popolo. Ma la risposta all'orrore dello sterminio invece che quella di cercare la pace, la convivenza, l'accoglienza reciproca, è questa? Dove porta tutto questo? Il popolo palestinese esiste, che piaccia o non piaccia a Nethanyau. C'è gente che ha diritto ad avere la propria terra e la propria dignità e i bambini hanno diritto ad avere il loro futuro, e invece sono trattati come nemici".
Le parole di Ovadia hanno sollevato la reazione della scritte e giornalista Fiamma Nirenstein, che ha definito le dichiarazioni dell'uomo "farneticazioni, che dimostrano come questa persona non conosca né la storia passata, né sappia cosa sta accadendo adesso. Mentre sto parlando si contano morti e feriti israeliani. La gente di Israele è costretta a correre nei rifugi. Le serene suonano in tutta Israele". Commentando l'escalation di violenza degli ultimi giorni, Nirenstein ricorda che le proteste hanno avuto il loro "apice nel lancio di 250 missili da Gaza sulla popolazione civile israeliana". Il tutto, "è cominciata con l'assalto ad un uomo che portava a spasso il proprio cane di notte e con la diffusione su Tik Tok fra le risate di questo episodio di linciaggio e insulti antisemiti. Ed è poi proseguita per parecchi giorni con l'accumulazione nelle moschee di materiali bellici che sono stati poi scoperti dalla polizia che ha subito decine e decine di feriti".
Dopo le dichiarazioni di Ovadia, sul tema è intervenuto anche Vittorio Sgarbi. "Io sono molto amico di Ovadia- ha precisato- ma non condivido la sua posizione sulla situazione di tensione in Medio Oriente e su Israele, perché Israele è un paese che è stato continuamente minacciato nella sua esistenza, e può sbagliare alcune misure di autotutela ma i bombardamenti a Gerusalemme, se non sbaglio, vengono da Hamas". E aggiunge: "Non è che se tu sei davanti ad un governo che apparentemente non ti rispetta fai un'azione di bombardamenti sistematica. Certo, le ritorsioni sono reciproche, la potenza di fuoco di Israele è superiore ma non mi pare che dall'altra parte si sia scelto il pacifismo gandhiano".
Moni Ovadia l'ebreo ateso e sinistrato che odia Israele e che sta dalla parte dei nazi maomettaniEbrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2802 Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane, razziste, antisraeliane e antisemite, antidemocratiche e castuali, che violano e calpestano i diritti umani naturali universali e civili dei nativi e cittadini europei ed italiani.
L'orrore degli ebrei di sinistra che sostengono e promuovono il nazismo maomettano.
Demenziali e fanatici ebrei antisionistihttp://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2240Ebrei e non più ebrei che odiano gli ebrei e/o Israelehttp://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2469Alberto PentoPurtroppo è stato il sindaco di centro destra e leghista Alan Fabbri a nominare Moni Ovadia come direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.https://bologna.repubblica.it/cronaca/2 ... 314413113/ Vittorio Sgarbi si schiera: "Siamo tutti ebrei" L'Informale
Di Riccardo Ghezzi
25 Marzo 2016
http://www.linformale.eu/vittorio-sgarb ... tti-ebrei/ Siamo arrivati al momento che avevo previsto. Ormai viviamo come Israele, nella continua minaccia di attentati. E siamo, rispetto agli israeliani, inermi, impauriti, senza gli strumenti per difenderci.
Intorno a noi la crudeltà e la violenza, in nome di un Dio che non c’è, determinano continue stragi degli innocenti.
Non si colpisce il nemico, ma si uccide l’uomo perché cristiano, perché occidentale, con la stessa cieca violenza di Hitler contro gli ebrei.
Israele reagisce, noi siamo vittime senza governi, individui esposti alla morte.”
Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi ha commentato a caldo così, sulla sua pagina facebook, i fatti di Bruxelles. Il suo post, introdotto dall’hashtag #bruxelles, ha ottenuto un vero e proprio record di condivisioni. Tra i commenti, però, non sono mancate le critiche aspre e soprattutto i giudizi antisionisti, per non dire antisemiti.
Vittorio Sgarbi, noto per non aver peli sulla lingua, ha risposto ad uno dei commentatori che lo ha accusato di aver ribaltato i ruoli di vittime e carnefice, ottenendo una moltitudine di mi piace.
La presa di posizione di Sgarbi appare forte e accorata, oltre ad essere intelligente spunto per un’analisi sul legame tra i fatti del Medio Oriente e i rischi per l’Europa. Preoccupanti invece l’ignoranza e l’odio della maggior parte dei commentatori. Per dirla alla Sgarbi: “Capre!”.
Sgarbi sugli insulti a Lerner: "Gli hanno reso pan per focaccia"Daniele Tempera
16/09/2019
https://www.giornalettismo.com/sgarbi-i ... -focaccia/Vittorio Sgarbi, si sa, non perde occasione di far parlare di sé e di far sfoggio di giudizi e azioni corrosive e controcorrente, anche a costo di pagare prezzi alti, prima di tutto alla verità e (qualche volta) alla decenza. Ma la fame di notorietà è spesso dura da tenere a bada, e il critico d’arte non ha esitato, questa volta, a difendere il pessimo comportamento dei militanti leghisti che, ieri a Pontida, hanno riempito Gad Lerner di insulti, anche di carattere antisemita. Secondo Sgarbi, gli attacchi contro il giornalista, sono in qualche modo giustificati dall’operato del giornalista: «Mi sembra che sia corretta la definizione data di Lerner come un ‘provocatore’ perché le sue affermazioni sia sui social che in televisione sono sempre state molto dure e violente. Gli hanno reso pan per focaccia– commenta il critico a margine della presentazione di un evento a Benevento- Se pensiamo a un tweet che aveva fatto qualche tempo fa su un’esplosione in Corea del Nord in cui si augurava che Salvini fosse lì non dobbiamo meravigliarci se poi le reazioni nei suoi confronti sono altrettanto aggressive. Lui stesso ha a lungo attaccato in modo diretto Salvini che ha mostrato molta resistenza e autocontrollo».
La difesa d’ufficio di Salvini e il giudizio su Franceschini
Per Sgarbi insomma, il clima d’odio fomentato da Salvini non c’entra davvero nulla con gli insulti a Lerner: «La responsabilità di questi gesti razzisti non è del leader del partito ma di un clima che vede alcuni militanti fuori controllo – commenta- anzi questo episodio è più svantaggioso per la Lega in quanto adesso sarà il pretesto per accusare i leghisti di antisemitismo». Il clima d’odio è, del resto, giustificato dai successi della Lega e dalle “mancate elezioni”: «Il partito di Salvini ha quasi raddoppiato i voti rispetto ai partiti di sinistra a cui appartiene Lerner, è ovvio che in una così grande rappresentanza popolare ci possano essere anche atteggiamenti razzisti, ci dispiacciono ma li si comprende. La sua presenza a Pontida ha suscitato dei malumori ma Salvini non ha nessuna responsabilità». Certo, per Sgarbi sarebbe meglio che Salvini condannasse gli insulti antisemiti, ma più per non donare alla Lega un’immagine di “intolleranza che non la rappresenta” e per non spaventare “la libera stampa”, non certo per una ragione di principio.
Ovadia choc su Israele: "Strumentalizza la Shoah"Francesca Bernasconi
11 Maggio 2021
https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 45865.html"La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio. Non ha giustificazioni, è infame e senza pari". A dirlo, parlando all'AdnKronos, è Moni Ovadia, l'attore, musicista e scrittore di origine ebraiche. Con queste parole, l'uomo ha commentato le violenze in Medio Oriente, degenerate nei bombardamenti tra Israele e la Striscia di Gaza.
"Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est- ha continuato Ovadia- ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge. È una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime, perché poi muoiono loro, vengono massacrati loro". Le dichiarazioni choc riguardano anche la politica istraeliana, definita "segregazionista, razzista, colonialista", mentre la comunità internazionale è, a detta dallo scrittore e attore, "una parzialità ripugnante". Infatti, spiega, "tranne qualche rara eccezione, paesi come la Svezia e qualche paese sudamericano, non si ha lo sguardo per vedere che la condizione del popolo palestinese è quella del popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della Shoah". E rimarca: "Tutto questo con lo sterminio degli ebrei non c'entra niente, è pura strumentalizzazione. Oggi Israele è uno stato potentissimo, armatissimo, che ha per alleati i Paesi più potenti della Terra e che appena fa una piccola protesta tutti i Paesi si prostrano, a partire dalla Germania con i suoi terrificanti sensi di colpa".
Dopo la condanna della Germania, arriva anche quella dell'Italia, che "si nasconde dietro la sua pavidità, un colpo al cerchio e uno alla botte. Ci dovrebbe essere una posizione ferma, un boicottaggio, a cominciare dalle merci che gli israeliani producono in territori che non sono loro". Infine, Ovadia conclude precisando: "Io sono ebreo, anch'io vengo da quel popolo. Ma la risposta all'orrore dello sterminio invece che quella di cercare la pace, la convivenza, l'accoglienza reciproca, è questa? Dove porta tutto questo? Il popolo palestinese esiste, che piaccia o non piaccia a Nethanyau. C'è gente che ha diritto ad avere la propria terra e la propria dignità e i bambini hanno diritto ad avere il loro futuro, e invece sono trattati come nemici".
Le parole di Ovadia hanno sollevato la reazione della scritte e giornalista Fiamma Nirenstein, che ha definito le dichiarazioni dell'uomo "farneticazioni, che dimostrano come questa persona non conosca né la storia passata, né sappia cosa sta accadendo adesso. Mentre sto parlando si contano morti e feriti israeliani. La gente di Israele è costretta a correre nei rifugi. Le serene suonano in tutta Israele". Commentando l'escalation di violenza degli ultimi giorni, Nirenstein ricorda che le proteste hanno avuto il loro "apice nel lancio di 250 missili da Gaza sulla popolazione civile israeliana". Il tutto, "è cominciata con l'assalto ad un uomo che portava a spasso il proprio cane di notte e con la diffusione su Tik Tok fra le risate di questo episodio di linciaggio e insulti antisemiti. Ed è poi proseguita per parecchi giorni con l'accumulazione nelle moschee di materiali bellici che sono stati poi scoperti dalla polizia che ha subito decine e decine di feriti".
Dopo le dichiarazioni di Ovadia, sul tema è intervenuto anche Vittorio Sgarbi. "Io sono molto amico di Ovadia- ha precisato- ma non condivido la sua posizione sulla situazione di tensione in Medio Oriente e su Israele, perché Israele è un paese che è stato continuamente minacciato nella sua esistenza, e può sbagliare alcune misure di autotutela ma i bombardamenti a Gerusalemme, se non sbaglio, vengono da Hamas". E aggiunge: "Non è che se tu sei davanti ad un governo che apparentemente non ti rispetta fai un'azione di bombardamenti sistematica. Certo, le ritorsioni sono reciproche, la potenza di fuoco di Israele è superiore ma non mi pare che dall'altra parte si sia scelto il pacifismo gandhiano".
Operazionefango - Ieri fascista, oggi antisemita. Vittorio Sgarbi
9 ottobre 2021
https://www.facebook.com/SgarbiVittorio ... 9359849434La “compagnia di giro” della disinformazione italiana (con “Repubblica” sempre in prima fila e “La 7” a far da spalla) le sta tentando tutte per delegittimare il candidato a sindaco del centrodestra a Roma, Enrico Michetti.
Prendere una frase, decontestualizzarla, stravolgerne il senso e trasformarla in un’infamia, è un’operazione che ci riporta alla memoria la “disinformatia” del regime sovietico.
Alberto PentoProbabilmente si tratta di opportunismo politico, Sgarbi si adegua al nuovo governo sinistrato di Israele "antisionista" e filo nazi palestinese.TENGO FAMIGLIANiram Ferretti
16 dicembre 2020
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063Dietro la nomina di Moni Ovadia a direttore del Teatro Comunale di Ferrara, c'è una storia di famiglia come spesso accade in Italia, dove il familismo l'ha sempre fatta da padrone e interessi privati, molto privati, si sono costantemente intrecciati a quelli pubblici.
Sarà dunque un caso che Ovadia è sempre stato nelle grazie di Elisabetta Sgarbi, ex deus ex machina di Bompiani e ora editrice in proprio con "La Nave di Teseo"? Fu grazie alle di lei intercessioni che il modestamente letterariamente talentato Moni, pubblicò il suo primo libro, ed è sempre grazie a lei che continua a pubblicare presso "La Nave di Teseo".
Una mano lava l'altra e tutte e due lavano il viso. Soprattutto quando sono mani parentali, congiunte in fratellanza. Dunque, lo scapestrato Vittorio, fratello di cotanta sorella, sussurra all'orecchio del sanguigno Alan Fabbri sindaco leghista di Ferrara, il nome dell'attore ebreo, orgoglioso antifascista con gli occhi perennemente chiusi sui crimini dei kompagni, a sua volta a lui sussurrato dalla dark lady dell'editoria italiana. Lo fa, dicono, anche per mettere in crisi la sinistra, certo non la coscienza di Ovadia che più che andare dove lo porta il vento, va dove annusa odor di sghèi e visibilità e se, ad elargirli è l'esponente di un partito da lui esecrato, poco importa.
Chi dirige il MEIS, Il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah a Ferrara, approva la nomina del guitto antisionista, e se Sgarbi nulla sapeva (così dicono) del virulento antisionismo del pupillo di sa soeur, è assai difficile che al MEIS non ne siano al corrente, ma nessuno dice niente. Anche lì ci sono mani che si lavano reciprocamente.
Dunque Elisabetta Sgarbi mette a segno con spregiudicatezza un colpo pubblicitario, facendo in modo che un autore della sua scuderia diventi direttore del Teatro Comunale di Ferrara, Vittorio Sgarbi lo propone e Alan Fabbri, anch'esso ignaro dell'estremismo del proposto avalla il nome.
Ovadia in alcune interviste dopo la nomina vola alto. "La cultura prima di tutto"!, prima delle differenze di vedute, e per mostrare quanto è aperto cità Céline che a sinistra non sarebbe stato osteggiato. Sì, certo, solo che Louis-Ferdinand Céline, nonostante il suo antisemitismo, è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento, mentre Ovadia è...Ovadia.
Quindi Ferrara si tiene Céline, pardon, Ovadia, mentre Elisabetta e Vittorio Sgarbi tengono famiglia e con loro molti altri.
SHHH...SILENZIONiram Ferretti
15 gennaio 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063 Di che pasta è fatto il Meis, il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, di cui è oggi direttore il rabbino Amedeo Spagnoletto succeduto a Simonetta Della Seta? È la pasta del silenzio, del non si disturba il manovratore e non si creano attriti, fastidiose polemiche. Al Meis si fa cultura, ci si concentra sulle cose serie.
Quando, nel 2020, Moni Ovadia venne fatto eleggere da Vittorio Sgarbi direttore del Teatro Comunale di Ferrara, nessuno dal MEIS obbiettò che era una nomina molto discutibile in virtù della virulenta propaganda antisionista che il salottiero Ovadia conduceva da anni. Neanche un sussurro, e nemmeno nei dintorni.
Il dieci gennaio di quest'anno, Ovadia annuncia in compagnia del suo principale sponsor, Sgarbi, il Festival delle Memorie, (l'idea gli viene suggerita da Gabriele Nissim), una manifestazione ecumenica, in cui, la Shoah sarà si presente ma insieme al ricordo di altri genocidi, tutsi, armeni, ecc, perché non bisogna fare memoria ma memorie.
I nativi indiani americani non sono inclusi e nemmeno gli aborigeni, e gli albigesi e i catari. Ci si vuole forse attenere solo al Novecento, ecco sì, parsimonia. Ovadia è parsimonioso. Non include nella lista, per esempio, il "genocidio" dei palestinesi perpetrato da Israele. A quello ci pensa Sgarbi. Lo menzona lui.
Rav. Spagnoletto dorme.
Sollevare l'indice per dire che un evento come quello che si annuncia nella città dove c'è il museo della Shoah, è assai problematico, è ideologico genererebbe attrito. Meglio guardare altrove. E non un fiato sull'affermazione di Sgarbi a proposito del "genocidio palestinese" perpetrato da Israele.
La cera nelle orecchie impedisce l'ascolto a Ferrara e altrove. Anche l'UCEI retto dalla Serenissima Di Segni, tace. Si esprimeva molto quando al governo c'era Salvini nella veste di Ministro dell'Interno e vicepremier, ma questa è una storia che racconteremo un'altra volta.
Simona Piazza O SedPurtroppo la signora Di Segni è di sx e nn vede o meglio, non considera grave l’ antisionismo, per quanto riguarda gli altri, io credo che non vogliano mettersi contro la sx , perché non si fidano della dx. Parliamoci chiaro, ad eccezione di qualche anima bella , chi c’è a dx di cui ci possiamo fidare? La Meloni & Co? No! Molti leghisti sono filo israeliani perché , Israele rappresenta il baluardo contro l’Islam, ma sono filo semiti? Ho i miei dubbi! In questo periodo terribile del covid, la stragrande maggioranza della dx è negazionista è novax, cosa dicono Niram? Lo sai anche tu! Noi ebrei dobbiamo contare su noi stessi, guarda Sgarbi, era un amico “ fraterno” di Israele , ed ora? Molti Niram sono come Esaù
Francesco BirardiSimona Piazza O Sed Concordo con quasi tutto. E soprattutto col fatto che gli Ebrei (tutti) debbano contare innanzitutto su loro stessi. E infatti Israele questa cosa l'ha ben capita. Ma la Destra (tranne pochi neonazi t.d.c. imbecilli che io giudico in realtà ascrivibili alla sinistra) nella sua grande maggioranza non è antisemita. E nemmeno, per quando posso capire, novax.
Marco LeatiSimona Piazza O Sed molti cristiani, di Destra, sono a favore di Israele.
Non distinguiamo tra pro Israele e pro semiti, è un discorso che non regge.
Parliamo invece del silenzio assordante di certe Comunità Ebraiche, come quella di Ferrara e di altre città.
Marco LeatiDa ferrarese posso tranquillamente testimoniare che la Comunità Ebraica ferrarese e il MEIS, si sono sempre disinteressati altamente di Israele e dei loro correligionari in quella Nazione. .
Mai ho letto di un intervento pubblico contro gli insulti e le minacce che, da sinistra, vengono periodicamente lanciati contro Israele.
Mai ho letto di una risposta positiva da parte della Comunità alle difese di Israele espresse sulla stampa locale dai soliti nomi.
Nemmeno una parola di fronte alle critiche brucianti (ma sacrosante) rivolteLe tramite la stampa locale; mi riferisco all'editoriale pubblicato su un quotidiano locale, nel maggio 2021, con cui si chiedeva pubblicamente alla Comunità il perché del continuo silenzio di fronte ai continui attacchi di HAMAS in quel mese.
Fossi stato un componente della Comunità avrei provato una grande vergogna, invece il silenzio...... che si è ripetuto in questo periodo.
"Il coraggio uno mica se lo può dare!", balbetto' Don Abbondio di fronte al Cardinale Borromeo!
Ecco, il Don Abbondio dei Promessi Sposi, tremebondo di fronte ai "bravi" di Don Rodrigo, ricorda le "virtù" delle persone sopra citate.
Credo che l'importante, per costoro, sia di starsene al sicuro all'interno delle mura domestiche, tanto ai correligionari di quella Nazione ci penserà qualcun'altro.
Ponzio Pilato e Don Abbondio sarebbero stati orgogliosi di questi ferraresi.
La messinscena della memoria L'Informale
16 gennaio 2022
http://www.linformale.eu/la-messinscena-della-memoria/Nella conferenza di presentazione del Festival delle Memorie, che si terrà a Ferrara dal 25 al 30 gennaio, Moni Ovadia, direttore del Teatro Comunale di Ferrara, ha voluto ringraziare Gabriele Nissim per avergli dato l’idea per questa iniziativa ecumenica, in cui non si parlerà solo di Shoah, ma di altri genocidi.
Una Giornata della Memoria che commemori lo sterminio degli ebrei avvenuto durante la Seconda guerra mondiale, in un’epoca in cui trionfa l’idea che ogni specificità identitaria, ogni unicità etnica o determinazione culturale troppo marcata, è un anacronismo, appare come un vero e proprio affronto alla religione laica dell’inclusività, dell’indistinto umano, o dell’Umanità con la maiuscola.
Gariwo, l’associazione di Gabriele Nissim, che ha allargato il concetto di Giusto al di fuori del suo alveo originario istituito da Yad Vashem, il riconoscimento di chi, non ebreo, ha salvato una o più vite ebraiche durante il tremendo periodo della furia nazista, ha operato e opera esattamente in questa direzione. L’ideologia che la anima è quella universalista che ha la sua matrice più lontana nell’Illuminismo e quella più recente nell’internazionalismo socialista, ovvero l’idea che al di là delle differenze specifiche di ogni popolo e nazione, viste come limitative, come ostacoli da superare, ciò che conta veramente in merito al fattore umano, sia quello che accomuna gli uni agli altri, una sorta di essenza metastorica, che va individuata e promossa, costi quel che costi. La promozione del “bene” necessita infatti di sacrifici e di sacrificati, soprattutto i secondi, i quali non capiscono che ciò che si promuove si promuove anche per il loro bene, nonostante restino arroccati a idee stantie, a vecchi dogmi. Cosa che hanno fatto gli ebrei per secoli, malgrado i tentativi culturalmente “nobili” di volerli diluire fino a farli scomparire. Ugo Volli, in una recente intervista apparsa sul nostro sito ha specificato bene il nucleo della questione. Vale la pena riportare le sue parole in merito:
“In seguito a sconfitte militari o a disastri economici gli ebrei hanno vissuto in prevalenza dispersi fra altri popoli negli ultimi due millenni, ma anche prima durante gli esili in Egitto e in Babilonia. Ma non si sono assimilati, hanno conservato la loro identità religiosa e culturale, rifiutando di fondersi e confondersi con civiltà che si ritenevano più avanzate e moderne. Si tratta di un fenomeno unico nella storia per vastità e durata. Questa ostinazione a restare se stessi è ciò che io chiamo resistenza ebraica. Non tutti hanno resistito, naturalmente, ma sempre sono rimasti dei “resti” abbastanza numerosi da perpetuare l’ebraismo. Questo rifiuto di diventare “come si deve”, di accettare la propria sconfitta culturale assumendo le vesti del vincitore, di convertirsi dunque all’ellenismo, al cristianesimo, all’islam, al marxismo, alla globalizzazione postmoderna, provoca in chi ritiene di aver diritto ad assimilare tutti insicurezza e quindi rabbia e odio. Basta leggere le pagine sugli ebrei di grandi intellettuali liberi, alfieri della tolleranza come Voltaire e Kant, senza neppure arrivare ai nazionalisti intolleranti come Wagner o Fichte o ai fanatici religiosi come Lutero, per vedere all’opera questo meccanismo micidiale”.
Sono esattamente i cosiddetti “alfieri della tollerenza” quelli che, in nome di idee auliche, di parole strappate al cielo, ci dicono che il Giorno della Memoria non può essere troppo circoscritto, troppo ebraico, troppo identitario, deve essere cioè declinato al plurale.
Anna Foa, storica di riferimento di Gariwo, ha scritto vari articoli sul tema, spiegando che “man mano che la costruzione memoriale si innalza ed erige barriere intorno a sé, per meglio identificarsi, diventa criterio di differenziazione assoluto, dogma”. Questo è il peccato originale da emendare, la differenziazione, per cui, sempre nello stesso intervento, essa si chiede se, “il valore della memoria della Shoah come pilastro su cui si era ricostruito il mondo dopo Auschwitz” possa essere diminuito dal Covid 19 che qualifica come “nuova catastrofe”.
Siamo qui già oltre la differenziazione, entriamo in mare aperto. Se il Covid è una nuova catastrofe e se la Shoah è una vecchia catastrofe, perchè fermarsi, dove è situabile l’argine? Non è forse una catastrofe ben maggiore del Covid 19 la mortalità infantile, e che dire dei maremoti, dei terremoti, delle alluvioni, dei decessi provocati da tumori, leucemie, e altre malattie? E perchè il Festival delle Memorie dovrebbe situare oltre alla memoria ebraica per la Shoah, solo quella dei tutsi, dei curdi e degli armeni? Cosa ne è dei rohingya e degli uiguri? e perchè non andare oltre la contempornaeità, oltre il Novecento? Se Festival delle Memorie deve essere allora perchè non condensarlo in un festival delle Memorie dei Genocidi perpetrati dall’Umanità, retrocedendo nel tempo, risalendo agli egizi, agli assiri, ai babilonesi, ai romani? Infondo, oggi, negli Stati Uniti, non si afferma in ambito progressista che la fondazione della nazione americana sta nello schiavismo, non si afferma che tutti i bianchi sono colpevoli ontologicamente per il fatto di essere bianchi? Non è, secondo questa vulgata, l’unico grande crimine della storia umana, il colonialismo, padre di tutti i genocidi?
L’evidenza della matrice ideologica di una iniziativa come quella di Ferrara, sfugge solo a chi finge di non vederla, o a chi, come Moni Ovadia, autorappresentazione parodistica dell’Ebreo totale, colto, diasporico, umanista, e per questo necessariamente antisionista, la propone come servizio reso alla vecchia idea internazionalista così ben rappresentata da un marxista come Isaac Deutscher, già biografo di Lenin, il quale poteva dire: “La religione? Sono un ateo. Il nazionalismo ebraico? Sono un internazionalista. In nessuno di questi due sensi sono un ebreo. Sono tuttavia un ebreo per la forza della mia incondizionata solidarietà nei confronti dei perseguitati e degli sterminati”.
Il nuovo dogma chiede adesione piena all’incondizionato. Se Dio non c’è, può esserci solo l’Umanità, soprattutto quella oppressa, questo surrogato mistico a cui votarsi con ardore liberatorio, possono esserci le memorie, non la memoria, la finzione una Storia sottratta alle storie, alla irriducibile singolarità di ogni situazione, alla sua unicità e imparagonabilità, può esserci appunto un festival istituito da un teatrante.
FERRARA: VITTORIO SGARBI ONORA MONI OVADIA E PARLA DI "GENOCIDIO PALESTINESE"Progetto Dreyfus
16 gennaio 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8174765883"Io ho chiamato Moni Ovadia per la considerazione del suo grande impegno e anche per la natura di ebreo, tra l'altro in forte contrasto con il mondo ebraico tradizionale, perché di uno sterminio lui per pudore non si occupa, quello dei palestinesi. Sarebbe una provocazione troppo grave, aggiungere anche quello sterminio che lo Stato di Israele è venuto facendo in questi anni, per ragioni che si possono discutere, ma che sono indiscutibili, rispetto al fatto".
(Vittorio Sgarbi)
La presidente dell’UCEI, troppo impegnata in riunioni al Quirinale in vista del 27 gennaio, come dichiarato oggi su zoom da uno dei suoi fedeli accompagnatori, non ha trovato il tempo per reagire alle parole vergognose pronunciate da Sgarbi nella conferenza stampa di presentazione del “FESTIVAL DELLE MEMORIE” (e anche su questa iniziativa Noemi Di Segni non ha ritenuto di esprimersi - ma se non lei, chi avrebbe dovuto?); ma la notizia di questa presentazione che, di sicuro, non fa onore alla Città di Ferrara (checché ne abbia detto il presentatore del Festival, tutto orgoglioso per il fatto che Ferrara arriva prima in Italia…) circola all’estero.Emanuel Segre Amar
16 gennaio 2022
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 2907754127Ecco, a beneficio di chi non le avesse ascoltate, le parole pronunciate da Vittorio Sgarbi: (Ovadia) “NON PARLERÀ PER PUDORE DELLO STERMINIO CHE ISRAELE PERPETRA AI DANNI DEI PALESTINESI”. (E non si può accettare la sua successiva, privata, difesa che la dichiarazione era ironica, fatta per prendere in giro Ovadia).
Tra le istituzioni, italiane e straniere, che si sono espresse in merito, ecco che cosa ha pubblicato oggi il Simon Wiesenthal Centre (e chissà se la presidente dell’UCEI avrà il tempo di leggere queste parole):
F O R I M M E D I A T E R E L E A S E
Wiesenthal Centre Outraged at Italian Parliamentarian's Outburst: “Extermination of Palestinians by Israel”
Paris, 16 January
The Director for International Relations of the Simon Wiesenthal Centre, Dr. Shimon Samuels, expressed outrage that, "yesterday, at a conference in Ferrara, Italy, organized by Jewish author Moni Ovadia, entitled 'The Festival of Memories'.... MP Vittorio Sgarbi, known for his political rants, made an antisemitic outburst."
Sgarbi is a main supporter for Silvio Berlusconi's candidacy to become next President of the Italian Republic. Sgarbi came out with a disgraceful declaration just seconds into his speech: “One extermination that he [Ovadia], out of modesty, does not deal with, is that of the Palestinians... perpetrated by the State of Israel over the years..."
View the alert on his speech (English translation) in “Informazione Corretta” link in attachment.
This unacceptable statement adds to a long list of controversial positions that Sgarbi has taken over the decades, that have earned him a record list of defamatory charges.
Seemingly flirting with the motley “no-vax, no-mask, no-pass” campaigners, Sgarbi was recently manhandled out of Parliament because he refused to wear a mask, unlike all of his colleagues. On another occasion, he reportedly downplayed the need for police protection of Holocaust Survivor, Senator Liliana Segre, while she was receiving daily neo-Nazi death threats. Now, he has launched into a diatribe, using such words as “extermination” and “genocide” applied to Israel.
"Silvio Berlusconi - at the head of Mondadori editions - had published Simon Wiesenthal’s books in Italian, in particular 'Justice, Not Vengeance,' that became a bestseller. As Prime Minister in the 90’s, he had backed the Wiesenthal Centre campaign for the extradition of Nazi war criminal Erich Priebke from Argentina for trial in Italy. He supported us and the families of the Ardeatine Caves massacre victims in seeking justice," recalled Samuels.
The Italian Parliament is due to elect the next President of the Republic in the last week of January. Many wonder what chances Berlusconi really has in obtaining the Presidency, especially if fraternizing with the likes of Sgarbi.
Meanwhile, the extreme right becomes more outspoken and daring (see the case of a Nazi flag draped over a coffin at a funeral in Rome), riding the waves of polarization to influence the public debate at a critical time - this year marks the centenary of the "March on Rome" by Mussolini's Fascists in 1922.
“We hope that, whatever the outcome of this election, none of the candidates endorse Holocaust denial, conspiracy theories, incitement to antisemitism and all other forms of bigotry which disfigure Italy in and out of Parliament,” concluded Samuels.
Tradotto con
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Sulle dichiarazioni rilasciate da SgarbiCentro Wiesenthal indignato per lo sfogo di un parlamentare italiano: "Sterminio dei palestinesi da parte di Israele"
Parigi, 16 gennaio
Il direttore per le relazioni internazionali del Centro Simon Wiesenthal, Dr. Shimon Samuels, ha espresso la sua indignazione per il fatto che "ieri, in una conferenza a Ferrara, Italia, organizzata dall'autore ebreo Moni Ovadia, intitolata 'Il Festival dei Ricordi' .... il deputato Vittorio Sgarbi, noto per i suoi sproloqui politici, ha fatto uno sfogo antisemita".
Sgarbi è uno dei principali sostenitori della candidatura di Silvio Berlusconi a diventare il prossimo presidente della Repubblica italiana. Sgarbi è uscito con una dichiarazione vergognosa pochi secondi dopo il suo discorso: "Uno sterminio che lui [Ovadia], per modestia, non affronta, è quello dei palestinesi... perpetrato dallo Stato di Israele nel corso degli anni..."
Questa inaccettabile dichiarazione si aggiunge ad una lunga lista di posizioni controverse che Sgarbi ha preso nel corso dei decenni, che gli hanno fatto guadagnare una lista record di accuse diffamatorie.
Apparentemente flirtando con i vari "no-vax, no-maschera, no-pass", Sgarbi è stato recentemente maltrattato fuori dal Parlamento perché ha rifiutato di indossare una maschera, a differenza di tutti i suoi colleghi. In un'altra occasione, avrebbe minimizzato la necessità della protezione della polizia per la sopravvissuta all'Olocausto, la senatrice Liliana Segre, mentre riceveva quotidianamente minacce di morte neonaziste. Ora, si è lanciato in una diatriba, usando parole come "sterminio" e "genocidio" applicate a Israele.
"Silvio Berlusconi - a capo delle edizioni Mondadori - aveva pubblicato i libri di Simon Wiesenthal in italiano, in particolare 'Giustizia, non vendetta', che divenne un bestseller. Come primo ministro negli anni '90, aveva appoggiato la campagna del Centro Wiesenthal per l'estradizione del criminale di guerra nazista Erich Priebke dall'Argentina per il processo in Italia. Ha sostenuto noi e le famiglie delle vittime del massacro delle Grotte Ardeatine nella ricerca di giustizia", ha ricordato Samuels.
Il Parlamento italiano deve eleggere il prossimo presidente della Repubblica nell'ultima settimana di gennaio. Molti si chiedono quali possibilità abbia davvero Berlusconi di ottenere la presidenza, soprattutto se fraternizza con gente come Sgarbi.
Nel frattempo, l'estrema destra diventa più schietta e audace (vedi il caso di una bandiera nazista drappeggiata su una bara a un funerale a Roma), cavalcando le onde della polarizzazione per influenzare il dibattito pubblico in un momento critico - quest'anno ricorre il centenario della "Marcia su Roma" dei fascisti di Mussolini nel 1922.
"Ci auguriamo che, qualunque sia l'esito di queste elezioni, nessuno dei candidati approvi la negazione dell'Olocausto, le teorie del complotto, l'incitamento all'antisemitismo e tutte le altre forme di bigottismo che sfigurano l'Italia dentro e fuori il Parlamento", ha concluso Samuels.
Alberto PentoCaro Salvini, sarebbe gradito un tuo intervento presso Alan Fabbri il sindaco leghista di Ferrara, per invitarlo a revocare l'incarico di direttore del teatro a Moni Ovadia, per indegnità antisemita nella sua versione antisionista e antisraeliana. L'incarico a Ovadia a suo tempo è stato sostenuto dal demenziale Vittorio Sgarbi e sorella, uno Sgarbi altrettanto antisemita/ antisraeliano che a suo pempo ha dichiarato:
"Io ho chiamato Moni Ovadia per la considerazione del suo grande impegno e anche per la natura di ebreo, tra l'altro in forte contrasto con il mondo ebraico tradizionale, perché di uno sterminio lui per pudore non si occupa, quello dei palestinesi. Sarebbe una provocazione troppo grave, aggiungere anche quello sterminio che lo Stato di Israele è venuto facendo in questi anni, per ragioni che si possono discutere, ma che sono indiscutibili, rispetto al fatto".
Ti chiedio di prendere pubblicamente le distanze anche da Vittorio Sgarbi e da Moni Ovadia.
Riccardo PacificiState guardando tutto il dito e non la luna. Sgarbi ha ruolo del "mattatore" con lo scopo alzare audience e noi gli stiamo offrendo il palcoscenico. Io credo sia utile agire dal 1 febbraio dopo questa pagliacciata. Tutti hanno dimenticato che direttore culturale di questa buffonata dei "Festilval delle memorie" è Cardini . Se avessero affidato a David Irving un convegno sul Negazionismo mi sarei indignato meno . Un Cardini che coordinerà una Tavola Rotonda sull'antisemitusmi e con chi ? Con lo stesso Moni Ovadia che ha speso gli ultimi 20 anni nella carriera di giullare nei Teatri d'Italia a fare appelli contro l'Apartheid in Israele e del genocidio contro popolo palestinese con accostamento a ciò che i nazisti fecero agli ebrei . Una follia totale .
Un assist culturale tutto questo Festival ad una corrente del mondo della destra che equipara vittime del comunismo (io sono anche anti comunista ) a quelle del nazifascismo .
Una follia totale . È facile ora scagliarsi contro le brutalità di Sgarbi in conferenza stampa ma nessuno comprende che fa tutto parte del copione ed il peggio deve ancora arrivare . o capirete in questi giorni . Roba da pazzi . E fatemelo dire il tema Shoàh oggi per alcuni è una opportunità per crearsi una vetrina mediatica e per altri per battere cassa sapendo di trovare benevolenza ad ogni livello istituzionale. Un merchandising della Shoàh che mi fa schifo . Anzi mi fa vomitare
Festival delle Memorie e le irricevibili dichiarazioni di Vittorio Sgarbi Mosaico
Ester Moscati
di Walker Meghnagi
https://www.mosaico-cem.it/attualita-e- ... io-sgarbi/Il Presidente della Comunità Ebraica di Milano Walker Meghnagi esprime il proprio sdegno e indignazione riguardo all’iniziativa del Festival delle Memorie in programma al Teatro Comunale di Ferrara in occasione del Giorno della Memoria, ritenendo che questa manifestazione diluisca la specificità della Shoah nel contesto di altri genocidi.
Ogni genocidio merita rispetto e riflessione, non un Festival il cui termine è già di per se molto discutibile. Si tratta di un’operazione che inevitabilmente apre le porte a quella memoria fluida e indistinta incorrendo nella banalizzazione della Shoah.
È altresì grave, che durante la conferenza stampa della sua presentazione, ad avvalorare questo rischio, il Parlamentare Vittorio Sgarbi abbia accusato lo Stato Ebraico di compiere un genocidio nei confronti dei palestinesi, incorrendo in questo modo in uno degli esempi di definizione IHRA di antisemitismo.
Doppiamente grave, poiché quest’accusa è avvenuta nello stesso contesto in cui si vorrebbe ricordare il genocidio ebraico per mano nazista, istituendo di fatto un parallelo insostenibile tra nazisti ed ebrei e che va rigettato immediatamente.
La Comunità Ebraica di Milano si unisce al Meis e al Centro Wiesenthal di Parigi che sono intervenuti per esprimere una condanna nei confronti di queste inaccettabili affermazioni, poiché l’esercizio della Memoria passa attraverso la riflessione, la conoscenza della specificità della Shoah e non da facili accostamenti, soprattutto in un momento in cui il negazionismo e l’antisemitismo si stanno riaffacciando con prepotenza nella nostra società.
IHRA
La definizione di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocaustohttps://www.holocaustremembrance.com/it ... rnazionaleNello spirito della Dichiarazione di Stoccolma che afferma: “Con l’umanità ancora segnata da antisemitismo e xenofobia la comunità internazionale condivide una solenne responsabilità di combattere questi fenomeni dannosi” la commissione sull’antisemitismo e sulla negazione dell’Olocausto chiese alla Plenaria dell’IHRA, che si teneva a Budapest nel 2015, di adottare la seguente definizione operativa (di lavoro) di antisemitismo.
Il 26 maggio 2016 la Plenaria, che si teneva a Bucarest, decise di:
Adottare la seguente definizione operativa non giuridicamente vincolante di antisemitismo:
“L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto”.
Per orientare l’operato dell’IHRA le seguenti spiegazioni possono servire come esempi:
Le manifestazioni possono avere come obiettivo lo Stato di Israele perché concepito come una collettività ebraica. Tuttavia, le critiche verso Israele simili a quelle rivolte a qualsiasi altro paese non possono essere considerate antisemite. L’antisemitismo spesso accusa gli ebrei di cospirare per danneggiare l’umanità, e se ne fa ricorso di frequente per dare la colpa agli ebrei quando “le cose non funzionano”. L’antisemitismo si esprime nel linguaggio scritto e parlato, con immagini e con azioni, usa sinistri stereotipi e fattezze caratteriali negative per descrivere gli ebrei.
Considerando il contesto generale, esempi contemporanei di antisemitismo nella vita pubblica, nei mezzi di comunicazione, nelle scuole, al posto di lavoro e nella sfera religiosa includono (ma non si limitano a):
1) Incitare, sostenere o giustificare l’uccisione di ebrei o danni contro gli ebrei in nome di un’ideologia radicale o di una visione religiosa estremista.
2) Fare insinuazioni mendaci, disumanizzanti, demonizzanti o stereotipate degli ebrei come individui o del loro potere come collettività – per esempio, specialmente ma non esclusivamente, il mito del complotto ebraico mondiale o degli ebrei che controllano i mezzi di comunicazione, l’economia, il governo o altre istituzioni all’interno di una società.
3) Accusare gli ebrei come popolo responsabile di reali o immaginari crimini commessi da un singolo ebreo o un gruppo di ebrei, o persino da azioni compiute da non ebrei.
4) Negare il fatto, la portata, i meccanismi (per esempio le camere a gas) o l’intenzione del genocidio del popolo ebraico per mano della Germania Nazionalsocialista e dei suoi seguaci e complici durante la Seconda Guerra Mondiale (l’Olocausto).
5) Accusare gli ebrei come popolo o Israele come stato di essersi inventati l’Olocausto o di esagerarne i contenuti.
6) Accusare i cittadini ebrei di essere più fedeli a Israele o a presunte priorità degli ebrei nel mondo che agli interessi della loro nazione.
7) Negare agli ebrei il diritto dell’autodeterminazione, per esempio sostenendo che l’esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo.
8) Applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico.
9) Usare simboli e immagini associati all’antisemitismo classico (per esempio l’accusa del deicidio o della calunnia del sangue) per caratterizzare Israele o gli israeliani.
10) Fare paragoni tra la politica israeliana contemporanea e quella dei Nazisti.
11) Considerare gli ebrei collettivamente responsabili per le azioni dello Stato di Israele.
Gli atti di antisemitismo sono considerati crimini quando vengono definiti tali dalla legge del paese (per esempio, negazione dell’Olocausto o la distribuzione di materiali antisemiti in alcuni paesi).
Gli atti criminali sono considerati antisemiti quando l’obiettivo degli attacchi, sia che siano persone o proprietà – edifici, scuole, luoghi di culto o cimiteri – sono scelti perché sono, o sono percepiti, ebrei, ebraici o legati agli ebrei.
La discriminazione antisemita è la negazione nei confronti degli ebrei di opportunità o servizi che sono disponibili agli altri ed è illegale in molti paesi.
Il Festival della discordia18 gennaio 2022
http://www.linformale.eu/il-festival-della-discordia/Il comunicato del Presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi e quello del presidente della Comunità ebraica di Ferrara, Fortunato Arbib, entrambi realtivi al Festival delle Memorie di Ferrara, dal quale prendono entrambi le distanze sottolineadone la criticità, e nel caso di Walker Meghnagi, evidenziando l’inammissibilità di ciò che Vittorio Sgarbi ha detto durante la conferenza di presentazione dell’evento, sono non solo necessari, ma non erano più procastinabili.
A dieci giorni dalla conferenza e dopo il duro comunicato del Centro Simon Wiesenthal di Parigi, che soffermandosi sulla improvvida affermazione di Sgarbi sullo “sterminio” dei palestinesi perpetrato da Israele, ne ha rimarcato il carattere antisemita in linea con gli esempi di antisemitismo forniti dalla dichiarazione IHRA, il mondo ebraico istituzionale non poteva più tacere.
Noi de L’Informale, senza volerci prendere alcun particolare merito, ma semplicemente evidenziando il ruolo che svolgiamo nell’informare i nostri lettori su ciò che riteniamo urgente e importante in merito a Israele, al Medio Oriente e ai fenomeni di antisemitismo e antisionismo, purtroppo all’ordine del giorno, siamo stati i primi a scrivere di ciò che è accaduto durante la presentazione del Festival ideato da Moni Ovadia e patrocinato da Vittorio Sgarbi.
Abbiamo voluto sottolineare la matrice ideologica di questo evento, il cui scopo, con l’intento di declinare il Giorno della Memoria al plurale, è quello di sottrarre alla Shoah – nel ricordo della quale la ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU il 21 novembre del 2005 – la sua centralità.
Operazione che ha una ben precisa matrice programmatica: la volontà di attaccare ogni specificità identitaria forte in nome di una presunta maggiore inclusività, quando, in realtà, unire e mischiare tra di loro genocidi diversi per scopi, portata, specificità, non fa che confondere, creare cortocircuiti, livellare.
La Shoah ha, come ogni genocidio, una sua irriducibilità, ma, diversamente da ogni altro genocidio compiuto nel Novecento, anteriormente ad esso e ad esso posteriore, ha una caratteristica che la isola da tutti gli altri; la volontà di distruggere un intero popolo, dapprima in Europa (obbiettivo quasi raggiunto durante la Seconda guerra mondiale) e idealmente a livello globale, non per questioni territoriali, economiche, nazionalistiche, ma esclusivamete base della sua identità di popolo, identità che ovunque fosse stata rintracciata avrebbe dovuto essere annientata. Questo evento unico per portata e scopo è stato preparato da secoli di odio nei confronti degli ebrei, odio determianto dal fatto che fossero ebrei. Il nazismo non ha fatto che portare alle sue logiche e mostruose conclusioni quello che esigeva una lunga e incessante istigazione.
Tutto ciò va tenuto fermamente chiaro. Il rispetto di genocidi diversi, il dovere di farne memoria, deve trovare una sua legittimità fuori da una giornata che si è voluta dedicare a questo evento e non a un altro. In questo senso, il Festival delle Memorie non può che essere contestato alla radice.
Avere chiamato Franco Cardini, come tutor accademico del Festival, evidenzia un ulteriore vistosa problematicità. Il filosciitismo di Cardini, la sua ben nota avversione per l’assetto liberale occidentale, che parte fin dagli anni giovanili quando militò nella Giovane Europa, l’organizzazione fondata dall’ex collaboratore del Terzo Reich, Jean Thiriart il cui scopo era quello di sganciare il continente dal Patto Atlantico, nonchè la sua palese antipatia per Israele e la sua predilezione per le fantasie cospirazioniste, non possono che renderlo inadatto al ruolo. Che sia stato scelto lui e non un altro, la dice lunga sulla smaccata natura ideologica di questa operazione.
P.S Prendiamo atto che anche il MEIS di Ferrara ha emesso un comunicato tardivo e di rito in cui prende le distanze dal Festival, nonostante il fatto che il suo direttore, Rav. Amedeo Spagnoletto, abbia scelto di essere tra i relatori dell’evento come specifica il programma. Cercare di fare passare il suo intervento come dipendente dalla Prefettura di Ferrara, come ha affermato il Presidente del MEIS, Dario Disegni, non solo offende l’intelligenza di chi legge questa giustificazione, ma manifesta una palese contraddizione. Il MEIS non può prendere le distanze da un evento e poi inviare un proprio autorevole rappresentante a prenderne parte. È vero che questo è il paese della Commedia dell’Arte, ma qui ci troviamo al cospetto della farsa.