Eitan: mandato cattura internazionale per nonno Peleg che presenta ricorso a Milano Agenzia ANSA
10 novembre 2021
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronac ... 9a872.htmlI legali del nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg, rappresentato sul fronte penale in Italia dall'avvocato Paolo Sevesi, hanno già depositato ricorso al Tribunale del Riesame di Milano contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Pavia con conseguente mandato d'arresto internazionale e richiesta di estradizione, a carico dell'uomo accusato del rapimento del nipote.
Il ricorso è stato depositato oggi con riserva di motivazioni, anche perché i legali non hanno ancora avuto accesso agli atti e all'ordinanza.
La procura di Pavia ha chiesto due mandati di cattura internazionali nei confronti del nonno materno del piccolo Eitan, Shmuel Peleg, e dell'uomo di 50 anni, G.
A. B., israeliano, che era alla guida della macchina con cui il bambino fu portato a Lugano per essere imbarcato su un aereo privato con destinazione Tel Aviv. La Procura generale di Milano, l'ha già trasmessa al ministero della Giustizia con "richiesta di estradizione" da Israele verso l'Italia del nonno materno del piccolo e dell'autista. L'esito della 'partita' sul mandato d'arresto internazionale non sarà però immediato: alla Procura generale di Milano dovrà essere comunicato, come primo passo, se il Ministero della Giustizia, che non ha termini, inoltrerà o meno una richiesta di estradizione alle autorità israeliane, dopo aver studiato quale sia la convenzione internazionale attiva tra i due Paesi. Dopo di che si aprirà un dialogo tra i ministeri dei due Stati e Israele dovrà far sapere se intende consegnare gli indagati.
Intanto sostanza, nell'udienza di ieri davanti al Tribunale di Pavia i legali del nonno materno, che è accusato dai pm pavesi del sequestro del bimbo portato a Tel Aviv lo scorso 11 settembre, hanno chiesto ai giudici un provvedimento d'urgenza che porti all'immediata sospensione della nomina di Aya come tutrice legale, che venne decisa dal Tribunale di Torino e poi confermata da un giudice a Pavia ai primi di agosto. Chiedono, dunque, che la zia venga rimossa dall'incarico e che questo sia affidato ad un pro-tutore già indicato, ossia un avvocato 'terzo' rispetto ai due rami familiari.I giudici si sono riservati di decidere e lo faranno nei prossimi giorni. Gli stessi legali, che rappresentano anche Esther, nonna materna, hanno chiesto, inoltre, che il fascicolo di Torino relativo alla nomina di Aya venga inviato ai pm torinesi per accertare eventuali profili di falsità contestando, in particolare, stando ad indiscrezioni, un documento di un medico, che diede il via alla procedura, e lamentando che quella nomina sarebbe stata pilotata e decisa in brevissimo tempo senza coinvolgere i nonni, i quali non capivano nemmeno la lingua italiana.
Dovrebbe essere depositata a breve, tra l'altro, una cosiddetta querela di falso in sede civile. Nel frattempo, davanti al Tribunale per i minorenni di Milano è fissata per il primo dicembre l'udienza del procedimento, già iniziato nelle scorse settimane, sul reclamo dei nonni materni contro le decisioni dei Tribunali di Torino e Pavia. In ipotesi il Tribunale pavese, che ieri si è riservato, potrebbe anche decidere di rimettere tutte le questioni poste per competenza a Milano, dove è già in corso l'altro procedimento. In Italia il nonno Shmuel è rappresentato sul fronte civile dal legale Sara Carsaniga e su quello penale dall'avvocato Paolo Sevesi. La zia Aya, invece, dagli avvocati Cristina Pagni e Grazia Cesaro in sede civile e dal legale Armando Simbari nel penale. Intanto, per giovedì è fissata davanti alla Corte distrettuale di Tel Aviv la discussione sul ricorso presentato del nonno contro la sentenza della giudice Iris Ilotovic-Segal che, nell'ambito della Convenzione dell'Aja sulla sottrazione internazionale di minori, aveva dato ragione alla zia. Fino alla decisione di secondo grado, però, il bimbo non può tornare in Italia dato che il ricorso blocca la decisione favorevole al rientro a Pavia. Attualmente il piccolo si trova con la zia paterna in Israele.
"Aspettiamo di vedere cosa succederà a livello internazionale, ossia la risposta delle autorità israeliane sul mandato d'arresto internazionale e poi procederemo con la chiusura indagini e con la richiesta di processo", ha detto all'ANSA il procuratore facente funzioni della Procura di Pavia Mario Venditti a proposito dei mandati di cattura internazionali nei confronti del nonno materno del piccolo Eitan, Shmuel Peleg, e dell'autista. Il procuratore ha precisato che l'ordinanza di custodia cautelare che attiva il mandato d'arresto dovrebbe essere già stata "trasmessa" dalla Procura generale di Milano al ministero della Giustizia
Con Israele si applica la convenzione europea di estradizione del 1957 di Parigi. Israele, però, ha apposto una riserva alla Convenzione, in base alla quale non estrada i propri cittadini. E' quanto si apprende da fonti di via Arenula, in relazione al caso Eitan.
Per i pm di Pavia Shmuel Peleg potrebbe rapire ancora Eitan, il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone e al centro di una contesa tra due rami familiari, se rimanesse in libertà. Il pericolo di reiterazione del reato è contestato nell'ordinanza emessa dal gip di Pavia, su richiesta della Procura, e che ha portato al mandato d'arresto internazionale a carico del nonno materno e di un autista. Contestato anche il pericolo di inquinamento probatorio, mentre dai primi accertamenti risulta che l'autista israeliano Gabriel Abutbul Alon lavorava per una agenzia di contractor con sede negli Usa."A ulteriore conferma della pianificazione del sequestro, vi sono inoltre i numerosi viaggi in Svizzera effettuati nelle giornate immediatamente precedenti l'11 settembre", giorno del rapimento, e accertati "grazie all'analisi del traffico telefonico, dove sia il Peleg", nonno materno di Eitan, "sia l'Alon Abutbul", autista "verosimilmente appartenente alla compagnia militare privata denominata 'Blackwater'", avevano "definito le fasi finali del progetto criminoso". Lo scrive la Procura di Pavia a proposito dei mandati di cattura internazionale emessi nel caso del sequestro del bambino. La Procura spiega anche che "la condotta degli ex coniugi Peleg", ossia il nonno Shmuel e la nonna Esther (anche lei indagata ma non destinataria del mandato d'arresto) "è stata contrassegnata anche da alcuni tentativi di corruzione al fine di agevolare il loro intento criminoso, come testimoniato da una cittadina israeliana, ormai da parecchi anni residente in Italia, la quale nel mese di luglio scorso era stata contattata telefonicamente per conto della Esther Athen Cohen", ossia la nonna materna, "con la proposta di aiutare la donna a portare il bambino in Israele in cambio di una cospicua ricompensa in denaro". "Si è accertato, in particolare, come Shmuel Peleg e la ex moglie Esther Athen Cohen, nonni materni del piccolo Eitan" avessero "maturato nel tempo un sentimento di ostilità nei confronti della zia paterna tutrice del minore Aya Biran Nirko, in quanto contrariati dalla decisione assunta dal Giudice Tutelare di affidare a quest'ultima il nipote". "Proprio in questa profonda convinzione che il nipote dovesse essere affidato alla famiglia materna e trasferito definitivamente nel suo paese di origine in Israele - spiega la Procura - trova origine il disegno criminoso messo in atto con lucida premeditazione e meticolosa organizzazione dagli indagati". E sempre "in tale ricostruzione si inserisce il coinvolgimento del connazionale" Gabriel Alon Abutbul, l'autista, "verosimilmente appartenente alla compagnia militare privata denominata 'Blackwater' e 'assunto' dai nonni materni per assisterli ed aiutarli nel loro progetto di trasferimento del piccolo Eitan in Israele".
Eitan Biran, mandato d’arresto internazionale per il nonno Shmuel Peleg e l’autistaGiuseppe Guastella
10 novembre 2021
https://milano.corriere.it/notizie/lomb ... d145.shtmlMandato di cattura internazionale per Shmuel Peleg, 63 anni, e per Gabriel Abutubul Alon, un 50 enne legato ad un’agenzia di contractor Usa: in appena due mesi di indagini della Polizia, la Procura di Pavia accusa i due israeliani del «piano strategico premeditato» con il quale hanno rapito nel Pavese per portarlo con loro in Israele Eitan Biran, il nipotino di Peleg, unico sopravvissuto della tragedia della Funivia del Mottarone.
L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Pavia Pasquale Villani sta viaggiando sui canali interazionali verso Israele, dove un giudice ha già restituito Eitan alla zia paterna Aya Biran, e Cipro, dove risiede Alon. Le carte riportano le lunghe e complesse indagini dirette dal procuratore facente funzioni di Pavia Mario Venditti che svelano i particolari di un’azione portata a termine con tecniche paramilitari e di intelligence, ma anche, è il forte sospetto, grazie a complicità determinanti.
Il Mottarone, le famiglie, i tribunali
L’11 settembre scorso, Shmuel Peleg, 63 anni, tenente colonnello in pensione dell’esercito israeliano, consulente di una società di telecomunicazioni, alle 11,30 preleva Eitan dalla casa di Travacò Siccomario (Pavia) in cui vive con la famiglia della zia Aya, alla quale era stato affidato dal giudice tutelare Michela Finucci dopo l’incidente in cui il 23 maggio ha perso il padre, la madre Tal (figlia di Peleg), il fratellino di 2 anni e due bisnonni. È uno degli incontri autorizzati per consentirgli di riprendere, per quanto possibile, una vita normale circondato dall’amore di chi gli vuole bene. Ma dall’incidente del Mottarone, in cui morirono 14 persone, la famiglia si è spaccata tra i parenti della madre, i Peleg, che vorrebbero che Eitan, che da quando ha due mesi vive in Italia, venga tolto alla zia ed affidato a loro per tornare in Israele, e quelli del padre, Aya Biran e il marito, ai quali il piccolo è stato affidato affinché continui a crescere con le due cuginette. La contrapposizione si è incattivita nelle udienze a Pavia (è proseguita anche a Tel Aviv dopo il rapimento) al punto che il giudice ad agosto aveva vietato che Eitan potesse essere portato fuori dall’Italia senza il consenso di Aya obbligando il nonno a riconsegnare il passaporto israeliano del nipote (ha doppia nazionalità).
Da Pavia alla Svizzera
Alle 11,26 Peleg fa salire Eitan su una Golf che ha noleggiato il giorno prima alla Malpensa in cui si trova anche Alon. Un personaggio già identificato ad agosto in un’udienza di fronte al giudice Fenucci. Si era prima presentato come «legale israeliano» tra gli avvocati di Peleg e della ex moglie Esther Cohen (indagata per sequestro), ma quando il giudice gli aveva chiesto il tesserino «il balzano avventore, traccheggiava per poi definirsi con formula più vaga come il “consulente legale di una società di Tel Aviv”», annota il gip. Fu cacciato dall’aula. La polizia ha accertato che è stato più volte in Italia negli ultimi mesi con Peleg e la sua ex moglie. Usa l’indirizzo mail
gabriel@balckwater.army, dominio che fino al 2011 era il nome di «Academi», compagnia militare privata Usa impiegata in Iraq ed Afghanistan.
I movimenti al confine italo-svizzero
Gli investigatori della Squadra mobile diretta da Giovanni Calagna hanno ricostruito i movimenti della Golf da Travacò Siccomario fino al confine italo-svizzero di Chiasso, superato senza subire controlli anche perché, come si legge nelle carte, per un problema tecnico il divieto di espatrio, nonostante risultasse il contrario, non era stato inserito nelle reti di allerta Shenghen, cui la Svizzera aderisce. Nessun approfondimento neanche quando l’auto viene fermata alle 14,10 dalla Polizia cantonale elvetica nei pressi dell’aeroporto Lugano-Agno.
Gli agenti identificano i passeggeri e li fanno proseguire «in maniera del tutto inopinata», sottolinea il gip, anche se risulta una denuncia di smarrimento del passaporto israeliano di Eitan, bimbo che è in compagnia di due adulti che non risultano suoi parenti. Via libera anche in aeroporto. I tre si imbarcano su un Cessna 680 della società tedesca Aronwest proveniente da Hannover, noleggiato per 42 mila euro che alle 15 decolla per Tel Aviv dove arriva circa tre ore dopo. Eitan, ormai solo, ha tentato con coraggio di «abbarbicarsi — scrive il gip Villani — a quel che rimaneva del suo mondo: la zia tutrice, lo zio, i cuginetti, i piccoli amici di Travacò. È in questo contesto, che Peleg, col determinante apporto di Alon, lo rapisce strappandolo alle relazioni più care e prossime e rassicuranti».
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Il portavoce del nonno di Eitan: “Il mandato di cattura non avrà nessun effetto sul processo in Israele”Giorgia Venturini
10 novembre 2021
https://www.fanpage.it/milano/il-portav ... n-israele/ “Il mandato di cattura internazionale non ha nessun effetto sul processo in Israele che deciderà sull’eventuale ritorno in Italia di Eitan”. Lo ha precisato a Fanpage.it Gadi Solomon, il portavoce israeliano del nonno di Eitan. Proprio questa mattina l’uomo, Shmuel Peleg, è stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il rapimento del nipote avvenuto lo scorso 11 settembre. Tutto questo alla vigilia dell’udienza in Appello di domani in Israele.
Il mandato di cattura internazionale emesso oggi dalla Procura di Pavia nei confronti del nonno di Eitan Shmuel Peleg "non avrà alcun effetto sul processo in Israele" che decide sul rientro o meno in Italia del piccolo. Lo annuncia a Fanpage.it il portavoce israeliano di Peleg Gadi Salomon poche ore dopo l'ordinanza di custodia cautelare in carcere e il successivo ricorso presentato al tribunale del Riesame dai legali di Peleg in Italia. La Procura di Pavia ha concluso le indagini relative al rapimento del piccolo, unico sopravvissuto della strage del Mottarone: lo scorso 11 settembre il nonno con la scusa di trascorrere qualche ora con il nipote lo ha allontanato dalla famiglia paterna, affidataria del piccolo, e lo ha fatto salire a bordo di un aereo privato con direzione Israele.
Potrà decidere domani il giudice sul ritorno in Italia di Eitan
Domani invece sempre in Israele si ritornerà in Tribunale per decidere se Eitan tornerà in Italia oppure no. Per il portavoce "le udienze in Israele vanno avanti a prescindere da quello che accade in Italia. La giustizia italiana non potrà decidere sul ritorno in Italia di Eitan". Precisa poi che domani il giudice della corte d'Appello israeliana potrà dire qualsiasi cosa: questo vuol dire che potrà già esprimersi anche sull'eventuale rimpatrio, già deciso in primo grado. Così come magari saranno necessari altri incontri per confermare o meno la prima decisione di Israele sul futuro di Eitan. In primo grado, infatti, il giudice di Tel Aviv aveva già deciso per il ritorno del bimbo a Pavia, dove abita la zia paterna Aya Biran Nirkom, unica tutrice legale di Eitan. La decisione era stata presa su quanto stabilito in materia di rapimento di minori dalla Convenzione dell'Aja, accordo firmato anche da Italia e Israele. Qualche giorno dopo la famiglia materna ha depositato il suo ricorso e domani così si ritornerà in aula.
Il "piano criminoso" del nonno secondo la Procura di Pavia
Si stanno seguendo dunque due filoni sul caso: quello italiano sul rapimento, nell'ambito del quale è stato deciso l'arresto del nonno e del suo complice, e quello israeliano per decidere sul ritorno di Eitan a Pavia dalla famiglia paterna, a cui il bimbo è stato affidato dopo la strage del Mottarone in cui morirono i suoi genitori, il fratellino e i bisnonni materni. Secondo la Procura italiana Shmuel Peleg ha agito seguendo un "progetto criminoso": insieme al suo complice Gabriel Alon Abutbu, ossia chi ha accompagnato nonno e nipote fino all'aeroporto di Lugano, ha pianificato tutto contando sui presunti trascorsi militari di entrambi. Si sono serviti di auto noleggiate e di utenze telefoniche estere che hanno permesso loro così di muoversi in modo "ombroso" sul territorio italiano. A conferma della scrupolosità adottata dagli indagati – come si legge nella nota della Procura – ci sono i numerosi viaggi in Svizzera effettuati nei giorni precedenti il rapimento e verificati "grazie all’analisi del traffico telefonico", in cui si sente "sia Peleg che Alon definire le fasi finali del progetto criminoso".
Il piano è stato realizzato anche mettendo in campo alcuni tentativi di corruzione "come testimoniato da una cittadina israeliana, ormai da parecchi anni residente in Italia, la quale – spiega nella nota la Procura – nel mese di luglio scorso era stata contattata telefonicamente per conto di Esther Athen Cohen, l'ex moglie del nonno materno, con la proposta di aiutare la donna a portare il bambino in Israele in cambio di una cospicua ricompensa in denaro". Ora il nonno e il complice dovranno difendersi dall'accusa di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minori all'estero, oltre che di inosservanza dolosa di provvedimento del minore e della zia paterna Aya Biran Nirkom, unica tutrice legale di Eitan.
I dementi antisemiti del GiornaleUn mandato di cattura internazionale raggiungerà Shmuel Peleg in Israele e Gabriel Abutubul Alon a Cipro
Intelligence parallela": perché vogliono arrestare il nonno di Eitan
Garau Federico
10 Novembre 2021
https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1636575760Dopo due mesi di indagini la procura della repubblica di Pavia ha emesso un mandato di cattura internazionale ai danni degli israeliani Shmuel Peleg e Gabriel Abutubul Alon. Il primo, nonno di Eitan Biran, il bimbo unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone, ed il secondo, legato ad un'agenzia di contractor statunitense, sono accusati di aver messo in atto un"piano strategico premeditato" con lo scopo di sottrarre il piccolo agli zii paterni e portarlo in Israele.
Il gip di Pavia Pasquale Villani, come riferito da Agi, accusa Shmel Peleg di"mancanza di discernimento e di pietà" nei confronti del nipotino, trattato alla stregua di "un oggetto da trasbordare". A causa del profondo trauma seguito all'incidente, Eitan era invece "una persona in condizioni di indicibile fragilità". Il gip sottolinea anche il fatto che"il contegno di Shmuel Peleg così furentemente ostile" nei riguardi della zia paterna del bimbo Aya Biran, farebbe altresì "temere iniziative di attentato alla stessa incolumità personale della tutrice". La determinazione dell'uomo sarebbe così forte da far propendere verso la probabilità che egli possa, come già fatto in passato, "ricorrere a ogni sorta di illecito anche di natura penale pur di perseguire le mire apertamente dichiarate".
Il giudice ha deciso su Eitan: "Deve tornare subito in Italia"
Nel ripercorrere le tappe del rapimento di Eitan, dalle carte del tribunale di Pavia emerge con chiarezza che siano state utilizzate da Shmel Peleg delle "tecniche di intelligence parlallela", anche grazie alla complicità di Gabriel Abutubul Alon, il quale si trovava al volante dell'auto sulla quale il bimbo fu caricato per raggiungere l'aeroporto di Lugano. Il gip parla di intelligence nel momento in cui si riferisce a quanto fatto dal nonno nel momento in cui "riesce a far superare al bambino il controllo al posto di frontiera aerea di Lugano a dispetto del fatto che sul passaporto israeliano del minore pendesse, visibile sugli archivi telematici in uso alle forze di polizia di diversi Paesi, una denuncia di smarrrimento del documento presenatata dalla zia Aya e che dovesse essere stato già inserito - per quanto tale circostanza non venisse attestata dall'autorità di controllo elvetica - il divieto di espatrio se non accompagnato dal tutore, disposto dalla magistratura italiana".
Un piano ben studiato, con cui Shmel Peleg ha strappato il nipotino"alle sue relazioni più care e prossime e rassicuranti", precisa ancora il gip di Pavia Pasquale Villani, sottraendolo all'affetto ed alle cure degli zii paterni e delle loro figlie. Un affetto ritenuto fondamentale per superare il terribile choc. Eitan, infatti, "tentava di rimettersi in piedi certamente mediante le cure sanitarie e psicologiche ma, soprattutto, attraverso il coraggioso abbarbicarsi a quel che rimaneva del suo mondo: la zia tutrice, i cuginetti ed i piccoli amici di Travacò", si legge ancora nel provvedimento.
Alberto PentoNon esiste più alcuna emergenza per Eitan e quindi il suo affidamento alla zia che vive in Italia è sostanzialmente decaduto e del tutto insensato. A decidere sull'affido del bimbo ebreo israeliano dev'essere solo un tribunale israeliano.
Israele non dare i tuoi figli e i tuoi cittadini ebrei all'Italia, difendili e tienili nella loro terra che è Israele e non certo l'Italia.
Israele dove sicuramente staranno cento volte meglio, paese che è la loro madre patria.
Caso Eitan, il console italiano all’udienza in Israele. Il legale del nonno: “Il bimbo mai stato visitato”Francesco Loiacono
11 novembre 2021
https://www.fanpage.it/milano/caso-eita ... -visitato/All’udienza d’appello sul caso di Eitan Biran, l’unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone, parteciperà come uditore anche il console italiano in Israele. Il legale del nonno di Eitan, contro cui ieri è stato emesso un mandato d’arresto internazionale, denuncia: “Eitan non è stato mai visitato in Israele”.
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È il giorno dell'udienza d'appello in Israele sul caso Eitan Biran, il bimbo unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone che è conteso tra i rami materno e paterno della sua famiglia. Anche il console italiano in Israele, Emanuele Oldani, sarà presente come uditore nell'aula di tribunale a Tel Aviv, dove i giudici dovranno discutere del ricorso presentato dal nonno del bimbo, Shmuel Peleg, contro la prima sentenza che aveva dato ragione ad Aya Biran, zia paterna del bimbo, diponendo che Eitan tornasse da lei in Italia. "L'Italia è anche una parte della Convenzione dell'Aja e paese dal quale è stato rapito Eitan", ha spiegato la famiglia paterna del bimbo, aggiungendo che è stato lo stesso tribunale a chiedere la presenza del console italiano.
Ieri il mandato di arresto internazionale per il nonno di Eitan
L'udienza odierna arriva all'indomani del mandato di arresto internazionale emesso dalla giustizia italiana nei confronti del nonno di Eitan e del suo complice, il cittadino israeliano Gabriel Alon Abutbul, accusati del rapimento del piccolo Eitan. "A nessuno fa piacere ricevere un mandato del genere. Comunque affronterà la questione", ha detto oggi Ronen Dlayahu avvocato di Shmuel Peleg, in un'intervista all'emittente "Radio 103". Già ieri, comunque, in merito al mandato l'avvocato che assiste Peleg in Italia, Paolo Sevesi, ha depositato il ricorso al Tribunale del Riesame di Milano.
Il legale del nonno: Eitan non è stato esaminato da nessun esperto
In merito all'udienza odierna, invece, l'avvocato di Shmuel Peleg ha spiegato che i punti che saranno discussi nel ricorso sono la residenza abituale di Eitan e quale decisione possa essere la migliore per il suo bene. Sulla residenza, l'avvocato Dlayahu ha contestato che quella di Eitan sia in Italia. Inoltre il legale ha affermato che è intenzione del ricorso stabilire se il ritorno di Eitan in Italia possa comportargli "un danno superiore al vantaggio", aggiungendo che "fino ad oggi questo bambino non è stato esaminato da nessun esperto" in Israele.
Eitan. Conclusa a Tel Aviv udienza appello, sentenza a giorni. In aula console italiano11 novembre 2021
https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... f1a4f.htmlÈ finita al Tribunale di Tel Aviv la seduta di appello sul ricorso presentato da Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan Biran, contro la prima decisione della Corte favorevole a Aya Biran, zia paterna del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone e affidataria della sua tutela. La sentenza dovrebbe essere annunciata nei prossimi giorni, secondo i legali. "È stata un'udienza molto significativa - ha detto Ronen Dlayahu, avvocato di Peleg - I giudici hanno esaminato i documenti, soppesato i punti ed io spero che sia emesso un verdetto che serva all'interesse del minore per gli anni a venire".
In aula -come 'uditore' (affiancato da un traduttore) - era presente il console italiano in Israele Emanuele Oldani. La decisione - ha fatto sapere la famiglia Biran - è stata presa dal tribunale in quanto "l'Italia è anche una parte della Convenzione dell'Aja paese dal quale è stato rapito Eitan".
Shmuel Peleg intanto fa sapere il suo legale Ronen Daliahu affronterà la questione del mandato di arresto internazionale spiccato contro di lui dalla procura di Pavia. "A nessuno piace avere un mandato d'arresto contro di sè ma lo affronterà", ha affermato in un'intervista a Radio 103. Peleg è accusato di aver rapito il bimbo, portandolo di nascosto in Israele all'inizio di settembre durante una visita accordatagli da Aya Biran, la zia paterna nominata come tutore dopo la morte dei genitori di Eitan.
Contro la richiesta di arresto, i legali del nonno, gli avvocati Paolo Sevesi e Sara Carsaniga, hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Milano. L'eventuale esecuzione, tuttavia, potrebbe richiedere del tempo. L'ordinanza è stata vagliata dalla Procura generale di Milano, che ha trasmesso la richiesta di estradizione al ministero della Giustizia, che a sua volta inoltrerà "per vie diplomatiche" al ministero della Giustizia israeliano. Difficile prevedere se Israele, in base alle convenzioni internazionali firmate con l'Unione Europea come membro esterno, deciderà o meno di estradare Peleg.
Mandato di arresto anche per il complice di nonno Peleg, che lavora per la società di sicurezza privata BlackWater. Sono accusati, in concorso con la nonna materna Esther Cohen, dei reati di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minore all'estero e di non aver osservato il provvedimento del giudice tutelare di Pavia, che confermava la zia paterna Aya Biran tutrice legale del piccolo.
Legali italiani: "Peleg non ha avuto alcuni documenti"
I nonni materni di Eitan, nell'ambito del procedimento del Tribunale di Torino che a fine maggio ha portato alla nomina della zia Aya Biran come tutrice, non hanno avuto nella loro "disponibilità" alcuni "documenti", tra cui la "informativa delle autorità sanitarie all'autorità giudiziaria torinese", che ha dato il via alla procedura. Lo si legge nel verbale di udienza di due giorni fa, davanti ai giudici di Pavia, nel corso della quale, in sostanza, gli avvocati dei Peleg hanno contestato la presunta "falsità" di un verbale del procedimento torinese "con riferimento alla fase introduttiva" che ha portato alla nomina della tutrice.
Legale Peleg, "bambino non esaminato da nessun esperto"
Eitan "fino ad oggi non é stato esaminato da nessun esperto" in Israele sottolinea ancora Ronen Dlayahu. "La questione adesso è stabilire" se riportando Eitan in Italia "non si provochi - ha detto - in lui un danno superiore al vantaggio. Anche su questo punto abbiamo fatto ricorso. Secondo la difesa, ne riceverebbe un danno. Ma fino ad oggi questo bambino non é stato esaminato da nessun esperto". Il legale ha poi contestato che la residenza di Eitan sia in Italia.
Gli antisemiti della StampaCaso Eitan, “Il nonno non ha avuto pietà”. È guerra legaleIl giudice: rapimento da intelligence, potrebbe rifarlo. Peleg ricorre: «In Israele non è prevista estradizione»
Fabiana Magrì
11 novembre 2021
https://www.lastampa.it/cronaca/2021/11 ... 1.40906998 Ha preso velocità la valanga di cause, appelli, indagini, mandati di cattura e ricorsi che, a partire dalla tragedia del Mottarone, ha travolto l’unico sopravvissuto, il piccolo Eitan Biran, e i due rami della sua famiglia. Un mandato d’arresto internazionale, spiccato dalla Procura di Pavia, pende da ieri su Shmuel Peleg, per il rapimento del nipotino, dall’Italia in Israele attraverso la Svizzera, lo scorso 11 settembre. Nell’accogliere la richiesta di custodia in carcere per Peleg - ma anche quella per un complice, Gabriel Allon Abutul, che l’avrebbe aiutato a studiare e a mettere in atto il dettagliato piano per portar via dall’Italia Eitan e sottrarlo alla tutela legale della zia paterna Aya Biran - il gip Pasquale Villani ha sottolineato come il nonno non abbia avuto «pietà» per quel bambino, orfano di padre, madre, fratello e bisnonni.
Ma l’esecuzione della cattura non sarà immediata. Anzi, non potrà essere eseguita a meno che lo stato ebraico non accolga la richiesta, inoltrata dal procuratore generale di Milano, di estradare il suo cittadino. Eventualità non scontata poiché, secondo fonti legali locali, anche se in Israele si applica la convenzione europea di estradizione del 1957 di Parigi, questa si applica solo per alcuni crimini. Inoltre i legali italiani di Peleg hanno già presentato ricorso al Riesame di Milano, contro il provvedimento dei magistrati di Pavia.
Il provvedimento di cattura si sarebbe reso urgente, secondo fonti vicine alla famiglia Biran, per il timore che il nonno materno possa ripetere il gesto di rapire il nipote, in Israele. Dove proprio oggi si discute, alla Corte distrettuale di Tel Aviv, l’appello presentato dai Peleg contro la sentenza della giudice Iris Ilotovic-Segal che, sulla base della Convenzione dell'Aja sulla sottrazione internazionale di minori, si è espressa a favore della zia Aya Biran, già nominata tutrice legale di Eitan nei tribunali italiani. Nomina che, nel rimbalzo dei ricorsi, è stata contestata dai nonni materni in sede legale in Italia. L’udienza, alla presenza delle parti, inizia e si conclude oggi stesso. Non saranno ammesse testimonianze esterne ma il Console italiano Emanuele Oldani sarà presente in aula, come uditore. Secondo fonti legali locali, la corte ne ha accolto la richiesta, nonostante il parere opposto dei Peleg, in quanto l’Italia è parte in causa nella Convenzione dell’Aja, essendo il paese da cui Eitan è stato sottratto. Eitan è tornato a vivere ormai stabilmente con la zia paterna Aya, lo zio Or Nirko e le cuginette. La famiglia sta cercando di ricreare per il bambino un’atmosfera di normalità, in una casa con giardino, in un paesino in collina, tra i vigneti lungo la costa mediterranea, a metà strada tra Tel Aviv e Haifa. Il portavoce dei Peleg, che non ha commentato il mandato di cattura, ha confermato che Shmuel Peleg ha incontrato il nipotino con i servizi sociali, per qualche ora.
Tribunale di Tel Aviv respinge il ricorso del nonno, ma per ora Eitan non torna in Italia 11 novembre 2021
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... e9682.htmlIl tribunale distrettuale di Tel Aviv ha respinto il ricorso presentato dai legali di Shmuel Peleg contro la sentenza di primo grado favorevole ad Aya Biran, zia paterna del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone.
Lo si apprende dai legali della famiglia Biran.
"Eitan Biran - si legge nella sentenza, diffusa dai Biran - è stato rapito dall'Italia verso Israele e deve ritornare al suo abituale luogo di residenza in Italia".
Gli avvocati della famiglia Biran Shmuel Moran ed Avi Chimi hanno detto di aver accolto con compiacimento la sentenza della corte distrettuale "e speriamo - hanno aggiunto - che questo sia l'ultimo passaggio prima che Eitan torni alla sua famiglia e alla sua casa in Italia". Da parte della famiglia Peleg si esprime rammarico per la sentenza. "Eitan - ha detto il portavoce della famiglia Gadi Solomon - è un bambino israeliano ed ebreo i cui parenti avrebbero voluto che crescesse e fosse educato in Israele". Gli avvocati della famiglia Peleg stanno studiando la possibilità di ricorrere alla Corte Suprema.
Eitan per il momento non tornerà in Italia. La sentenza del tribunale distrettuale di Tel Aviv che ha respinto il ricorso presentato da Shmuel Peleg, nonno materno del bambino, secondo quanto reso noto dai legali della famiglia Biran sospende infatti la propria esecutività in vista di un possibile ricorso alla Corte Suprema da parte dei Peleg. È la stessa prassi accaduta dopo la sentenza di primo grado che ha dato ragione ad Aya Biran.
Eitan Biran deve ritornare in Italia entro 15 giorniDavide Frattini
11 novembre 2021
https://www.corriere.it/esteri/21_novem ... 4419.shtmlTEL AVIV – Dalla mattina alla sera. Tanto è bastato ai giudici della corte di appello per confermare la prima sentenza: Eitan Biran deve ritornare in Italia entro 15 giorni. Il tribunale a Tel Aviv ha respinto il ricorso del nonno materno Shmuel Peleg e ha stabilito ancora una volta che il luogo di vita principale per il bambino di sei anni (l’unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone) «è stato rapito dal suo luogo abituale di residenza»: ordina che debba rientrare in provincia di Pavia «entro quindici giorni».
lI genitori di Tal, la madre scomparsa nella tragedia sul Mottarone, possono contestare davanti al tribunale italiano, come hanno già deciso di fare, la decisione di affidarlo alla zia paterna Aya Biran. I legali israeliani dei Peleg – Shmuel e l’ex moglie Eshter – stanno ancora valutando la sentenza pubblicata nella notte per decidere se andare alla Corte Suprema, hanno sette giorni per presentare l’appello.
I giudici del tribunale distrettuale riconoscono «tutto il dolore dei due nonni», ma ribadiscono che il minore è stato allontanato illegalmente. Alla zia Aya – sorella di Amit anche lui scomparso il 23 maggio – chiedono di fare il possibile perché i parenti dell’altra famiglia non perdano i contatti con il bambino e di garantire la possibilità che possano vederlo a Travacò Siccomario dove vive e dove si erano trasferiti da Israele anche i suoi genitori.
Nel ricorso gli avvocati di Shmuel e Esther contestavano anche il comportamento di Aya che dopo la prima sentenza non aveva permesso loro di vedere Eitan senza supervisione. «Non ci fidiamo più» , avevano replicato i suoi legali. Erano stati loro a presentare a Tel Aviv la petizione per violazione della Convenzione de L’Aja e di quello che prevede sul sequestro di minori.
L’11 settembre il nonno aveva incontrato il piccolo a casa della zia in Italia ed erano usciti per un giro. Che si è rivelato lungo. Aiutato da un altro israeliano – per entrambi la procura di Pavia ha emesso un mandato di cattura internazionale – lo aveva portato in auto a Lugano e dalla Svizzera erano decollati su un jet privato verso Tel Aviv.
Da allora Eitan è in Israele, ha passato i giorni in attesa della prima sentenza in condivisione tra le due famiglie, adesso è con Aya. I giudici d’appello hanno fissato il termine dei quindici giorni e allo stesso tempo sospeso l’esecutività della sentenza per una settimana in attesa dell’eventuale passaggio all’Alta Corte.
I Peleg ripetono che «Eitan è un bambino ebreo e deve crescere in Israele secondo la tradizione del suo popolo». I nonni paterni hanno accusato Aya di averlo iscritto in una scuola cattolica anche se – confermano gli amici di Amit e Tal – erano stati il padre e la madre ha scegliere l’istituto prima della tragedia sulla funivia del Mottarone.
Esther ha rilasciato interviste alle televisioni locali, ha detto di sentirsi tradita dallo Stato israeliano dopo la prima sentenza, ha accusato l’Italia di averle ucciso la figlia e di volerle sottrarre il nipote.