Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e cristiano)

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Messaggioda Berto » gio mag 07, 2020 8:47 pm

L'orrore dei cristiani antiebrei e pronazismo islamico
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2172

Mein Kampf
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 130&t=2339




La verità degli archivi Vaticani Papa Pio XII era a conoscenza dell’atroce massacro degli ebrei
7 Maggio 2020

http://www.italiaisraeletoday.it/la-ver ... gli-ebrei/

Papa Pio XII era a conoscenza, da proprie fonti, dell’uccisione di massa degli ebrei durante Seconda guerra mondiale, ma i suoi collaboratori dubitarono delle informazioni ricevute, che non furono rivelate al governo degli Stati Uniti. Lo ha riferito il quotidiano israeliano Haaretz citando i primi risultati delle ricerche condotte da un gruppo di storici tedeschi negli Archivi Vaticani all’inizio di marzo, quando la documentazione attinente al Pontificato di Pio XII è stata aperta alla consultazione degli studiosi interessati a chiarire il ruolo svolto dall’allora Papa durante la tragedia della Shoah.

A causa dell’emergenza per il coronavirus gli Archivi Vaticani sono stati chiusi dopo pochi giorni, ma i ricercatori tedeschi, guidati da Hubert Wolf (professore ordinario di Storia della Chiesa all’Università di Münster e uno dei massimi conoscitori degli Archivi Vaticani), erano comunque riusciti a esaminare una serie di carte e hanno pubblicato un primo resoconto sul settimanale tedesco Die Zeit, ripreso da Haaretz. A loro avviso la Chiesa Cattolica sapeva dell’Olocausto molto prima di quando ufficialmente ammise di esserne informata e inoltre la Chiesa avrebbe deliberatamente nascosto i documenti che potevano offuscare ulteriormente la sua reputazione.

Anche il quotidiano Times of Israel si è occupato dell’argomento, citando le interviste dei ricercartori tedeschi al Washington Post e le dichiarazioni del professor Wolf al settimanale cattolico Kirche + Leben, secondo cui i documenti ora esaminati erano stati esclusi dall’opera in 11 volumi compilata dai gesuiti sull’Olocausto quarant’anni fa, apparentemente per difendere Pio XII e la sua immagine.

Pio XII, il cui nome era Eugenio Pacelli, era stato Segretario di Stato prima di diventare papa nel 1939. Negli anni che seguirono scelse di tacere sui crimini di guerra nazisti. Per questo fu definito da alcuni osservatori “il Papa di Hitler” e accusato di essersi occupato più degli interessi della Chiesa che del destino degli ebrei. A sua difesa è stato detto che il suo silenzio derivava dal timore della punizione da parte dei nazisti, se avesse condannato le deportazioni, e che si impegnò per salvare molti ebrei, dietro le quinte e non pubblicamente.

I documenti esaminati dagli storici tedeschi guidati dal professor Wolf rappresentano solo una parte dei milioni di pagine che gli Archivi Vaticani hanno reso pubbliche su decisione dell’attuale pontefice, Papa Francesco. Tra le carte i ricercatori hanno trovato una lettera inviata dagli Stati Uniti in Vaticano il 27 settembre 1942 con un resoconto dettagliato dell’uccisione su larga scala di ebrei in tutta la Polonia occupata dai nazisti, secondo Die Zeit.

Il rapporto era stato inviato un mese prima dall’ufficio di Ginevra dell’Agenzia ebraica per la Palestina al proprio ufficio negli Stati Uniti e portato in Vaticano da Myron Charles Taylor, inviato personale del Presidente Franklin Roosevelt presso il Papa. Gli storici tedeschi hanno trovato la prova che Pio XII aveva letto il rapporto il giorno in cui era pervenuto. Il rapporto parlava della distruzione del ghetto di Varsavia e affermava che tutti gli ebrei, indipendentemente dall’età o dal sesso, venivano radunati, portati fuori dal ghetto e fucilati.

Lo sterminio di massa non veniva eseguito a Varsavia, ma in campi appositamente istituiti a tale scopo. Il rapporto indicava l’uccisione di circa 50.000 ebrei a Leopoli (oggi in Ucraina occidentale, allora in Polonia) aggiungendo che, secondo un altro resoconto, 100.000 erano stati uccisi a Varsavia. Nell’intera Polonia orientale, comprese le aree occupate dai russi, non erano rimasti più ebrei in vita.

Papa Pio XII avrebbe anche appreso da questo documento che gli ebrei provenienti da Germania, Belgio, Paesi Bassi e Slovacchia erano stati trasportati nell’Europa orientale, dove erano stati massacrati. I tedeschi erano anche riusciti ad aizzare i cattolici polacchi contro gli ebrei. Una accusa particolarmente significativa alla luce delle ricerche che mostrano il notevole coinvolgimento dei polacchi a fianco dei tedeschi nella persecuzione degli ebrei.

Taylor – l’inviato di Roosevelt – chiese al Vaticano di chiarire se disponeva di informazioni a conferma di quanto rivelato nel rapporto. Taylor chiese poi che, se le informazioni fossero risultate confermate, la Santa Sede prendesse provvedimenti per allertare l’opinione pubblica e mobilitare il mondo civilizzato per porre fine ai massacri.

Da quanto ora emerso, dopo che il Papa ebbe letto la lettera e il rapporto, il Segretario di Stato vaticano Luigi Maglione scrisse: “Non credo che abbiamo informazioni che confermano questa grave notizia nel dettaglio. Corretto?”. Altri documenti mostrano, tuttavia, che all’epoca il Vaticano aveva informazioni sufficienti per confermare e completare le rivelazioni degli americani, ma che per motivazioni antisemite e politiche i funzionari vaticani scelsero di minimizzare e negare il loro valore.

Il 18 settembre, nove giorni prima che gli Stati Uniti ricevessero il drammatico resoconto, al Vaticano fu recapitato un rapporto di gravità simile da un’altra fonte. Un uomo d’affari italiano, che aveva visitato la Polonia, riferì all’assistente di Pio XII, Giovanni Battista Montini, che in seguito sarebbe diventato Papa Paolo VI, del massacro di proporzioni “sconvolgenti”, giorno dopo giorno, e della liquidazione dei ghetti ebraici in Polonia.

Ulteriori informazioni dall’interno della stessa Chiesa erano pervenute anche prima di questa testimonianza. Come è stato già reso noto, nell’agosto 1942 l’Arcivescovo ucraino Andrzej Szeptycki informò il Vaticano sulle atrocità a cui aveva assistito nel ghetto di Leopoli. Papa Pio XII non fu pronto a rispondere alla richiesta americana di una conferma del rapporto dell’Agenzia ebraica e ricevette un’altra richiesta dagli americani il 1° ottobre 1942, a fronte della quale, nella comunicazione interna al Vaticano, il Cardinale Montini scrisse che agli americani doveva essere detto che la Santa Sede “aveva sentito parlare del duro trattamento degli ebrei”, ma non aveva modo di valutare l’accuratezza delle informazioni. Una lettera in tal senso fu inviata dal Vaticano negli Stati Uniti il 10 ottobre 1942.

Nel tentativo di comprendere la posizione di Pio XII, gli storici citano un memorandum interno di un membro della Segreteria di Stato, Angelo Dell’Acqua, che metteva in dubbio l’autenticità delle informazioni fornite dall’Agenzia ebraica sullo sterminio degli ebrei di Polonia. Le informazioni devono “essere verificate”, affermava la nota, “perché anche gli ebrei tendono a esagerare facilmente”. Dell’Acqua mise anche in dubbio il rapporto dell’Arcivescovo di Leopoli, scrivendo che i cattolici orientali non erano “un esempio di affidabilità”.

Dell’Acqua aveva anche espresso il timore che la richiesta americana di conferma del rapporto dell’Agenzia ebraica fosse stata avanzata per motivi “politici” – per arrivare a un accordo pubblico tra la Santa Sede e gli Stati Uniti sulla “questione ebraica”.

Dell’Acqua avvertì che un tale passo avrebbe potuto mettere in pericolo non solo il Vaticano, ma anche la vita degli ebrei stessi, aggiungendo che gli sforzi mirati e isolati da parte dei sacerdoti, come la protesta dei vescovi francesi per l’espulsione degli ebrei, sarebbero stati sufficienti.
Due mesi dopo, nel dicembre del 1942, gli Stati Uniti ricevettero informazioni credibili sulle uccisioni di massa dal governo polacco in esilio a Londra. In seguito, il 17 dicembre, l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna diffusero una dichiarazione congiunta che condannava lo sterminio degli ebrei da parte dei tedeschi.
Papa Pio XII non la sottoscrisse, ma in un messaggio di Natale, parlò delle centinaia di migliaia di persone che erano state mandate a morte a causa delle loro identità nazionali o del loro passato, ma non usò esplicitamente la parola “ebrei”.

La documentazione ora accessibile negli Archivi Vaticani è solo una parte di un puzzle più grande, in gran parte ancora da risolvere. La Santa Sede non pubblicò alcuna dichiarazione di condanna della deportazione degli ebrei nei campi di sterminio, ma nel 1944 il Papa mandò un dispaccio al sovrano ungherese chiedendo di porre fine all’espulsione degli ebrei. L’inviato del Papa in Ungheria, Angelo Rota, è stato riconosciuto da Yad Vashem, la Fondazione che tutela la memoria dell’Olocausto, come un Giusto che salvò gli ebrei, ma gli storici dovrebbero ora essere in grado di verificare fino a che punto il Papa fu coinvolto nell’impegno di Rota.
E possono anche verificare se i sacerdoti, che in Francia e nei Paesi Bassi hanno condannato pubblicamente la persecuzione degli ebrei, agissero di propria iniziativa o su ordini segreti del Papa.

Nel corso degli anni, il Vaticano ha difeso la condotta di Pio XII, sostenendo che aveva lavorato per migliorare la situazione degli ebrei. Nel 1999, il Vaticano accettò di nominare un gruppo di storici cattolici ed ebrei che esaminasse la condotta di Pio XII nei confronti degli ebrei durante l’Olocausto, ma non tutto il contenuto degli Archivi Vaticani fu reso accessibile.
In un primo rapporto pubblicato nel 2000, il gruppo di ricerca affermò che Pio XII aveva ricevuto resoconti dettagliati sulla persecuzione degli ebrei nei paesi sotto l’occupazione nazista e che era a conoscenza delle espulsioni e delle atrocità dei nazisti. Ma aggiunse che, sulla base delle informazioni disponibili, non era chiaro se Pio XII o altri alti funzionari vaticani sapessero che questi atti facevano parte di un piano per la “Soluzione finale”, lo sterminio degli ebrei.

Il gruppo di studio sospese le attività nel 2001, dopo quella che è stata descritta come una mancata disponibilità del Vaticano a fornire i documenti necessari. Un anno fa la decisone di Papa Francesco di aprire gli Archivi Vaticani e l’avvio nel marzo di quest’anno della complessa ricerca, sospesa a causa della pandemia di coronavirus.
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Messaggioda Berto » lun ago 10, 2020 8:02 pm

Dopo Hitler, Khamenei torna a proporre la “soluzione finale” per gli ebrei
by Sarah G. Frankl
21 maggio 2020

https://www.rightsreporter.org/dopo-hit ... gli-ebrei/

Jón Kalman Stefánsson sostiene che a volte “le parole sono come proiettili”. Parlare di “soluzione finale” quando si parla di ebrei significa assumersi la responsabilità di quanto si afferma consapevoli che il suo vero significato è “sterminio degli ebrei”.

Se poi a parlare di soluzione finale è un dittatore islamico come Ali Khamenei a capo di un regime islamico come l’Iran che da sempre non fa mistero delle sue intenzioni verso Israele, allora quelle parole diventano veramente dei proiettili sparati deliberatamente per chiarire il proprio pensiero.

Succede così che la guida sprema iraniana, Ali Khamenei, in occasione della imminente Quds Day, l’evento annuale organizzato dall’Iran per celebrare la “resistenza palestinese”, pubblichi sul suo blog una immagine dove si vedono persone che celebrano la liberazione/conquista di Gerusalemme (dal “perfido nemico sionista”) sotto le mura della moschea di Al-Aqsa. La soluzione finale, secondo il poster.

L’uso di quella frase non è certo passato inosservato. Ieri il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, nonché il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, hanno accusato il leader supremo iraniano di proporre lo sterminio degli ebrei usando le stesse parole di Hitler.


La risposta di Khamenei

Non si è fatta attendere la risposta di Khamenei il quale con un twett precisa che “eliminare il regime sionista (Israele n.d.r.) non significa eliminare gli ebrei”. Secondo il nazista persiano gli iraniani non sono contro gli ebrei. Certo, aggiungo io, a patto che non si difendano e si lascino sterminare nella loro terra. Insomma, gli ebrei vanno bene solo se sono morti oppure se non si difendono. “Questo vuol dire eliminare Israele e accadrà” conclude Khamenei.

Naturalmente la cosa è passata del tutto inosservata su quei media che amano così tanto gli Ayatollah iraniani. Il successore della Mogherini, Josep Borrell, che tanto ama i nazisti iraniani, ci è allegramente passato sopra. A parte Pompeo e Netanyahu nessun politico occidentale si è sentito il dovere di rispondere a Khamenei e alla gravità delle sue parole. Evidentemente, chi tace acconsente.
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Messaggioda Berto » lun ago 10, 2020 8:04 pm

La frase choc: "Quando gli israeliani uccidono migliaia di palestinesi non è terrorismo?"
Giovanni Giacalone
Mar, 19/05/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 64079.html

Abbiamo intervistato l'imam della Casa della Cultura islamica sul caso di Silvia Romano, in particolare sulla questione del velo e sulla classificazione di gruppi terroristici di matrice islamista con dichiarazioni choc

Il caso della liberazione di Silvia Romano, la cooperante sequestrata da al-Shabab e rientrata in Italia domenica 10 maggio, continua a far discutere sia sul piano politico che mediatico. C'è chi critica duramente la conversione della ragazza e le modalità con cui è stata effettuata, dubitando che si sia trattato di un processo spontaneo e c'è poi chi la difende, con certi ambiti della vasta e plurale comunità islamica italiana che la invitano anche in moschea.

Vi è poi tutta la polemica su un riscatto che sarebbe finito nelle tasche del gruppo jihadista di al-Shabab, responsabile di un attentato perpetrato esattamente una settimana dopo nel quale sono rimasti uccisi il governatore di Mudug, l'autista e due guardie del corpo. In ultimo, ha scatenato polemiche anche l'abito con il quale Silvia Romano è scesa dall'aereo dell'intelligence. Molti si sono infatti chiesti perchè la ragazza abbia deciso di tenerlo. L'antropologa somala Maryan Ismail ha messo in evidenza come non si tratti di un abito tradizionale delle donne somale ma piuttosto di un indumento imposto da al-Shabab alle donne somale e dunque legato all'organizzazione terroristica, anche per colore.

Mahmoud Asfa, imam della Casa della Cultura islamica di via Padova 144 a Milano, già premiato con l'Ambrogino d'Oro, ha invece affermato in un'intervista di La7 che si tratta di un abito tipico di alcune zone della Somalia. Nell'intervista l'imam ha poi giustamente criticato i gruppi che fanno la guerra e attuano il terrorismo in nome dell'Islam; abbiamo dunque contattato il Dr. Asfa per un'intervista e lui ha gentilmente accettato di parlare con noi non solo sulla questione di Silvia Romano, ma anche dei gruppi islamisti che attaccano Israele.

L’antropologa somala Maryan Ismail sostiene che l’abito che portava la Romano quando è scesa dall’aereo è imposto da al-Shabab alle donne somale e dunque correlato all’organizzazione terroristica, mentre lei afferma che è un vestito tipico di certe zone della Somalia; sarebbe dunque interessante comprendere questa differenza di vedute, ci può spiegare?

Andiamo a vedere un programma televisivo sulla questione della donna in Somalia e vediamo com'è vestita; non posso certo dire che si tratta di un vestito legato a un'organizzazione terrorista. Se guardiamo le immagini della Somalia notiamo che molte donne portano quel tipo di vestito, dunque è tradizionale. Inoltre le donne che appartengono al gruppo terroristico hanno il viso coperto, mentre Silvia aveva un bel viso scoperto e sorridente. Poi, il fatto che Maryan Ismail sia somala cosa vuol dire? Io sono giordano ma non significa che devo conoscere perfettamente cosa mettono le donne giordane oppure somale. E' evidente che la maggior parte delle donne somale veste in quel modo; allora cosa dovremmo dire? Che il 90% delle somale sono terroriste? E' una follia.

Quindi se la Romano avesse avuto il viso coperto sarebbe stato un altro discorso?

In quel caso potrebbe essere. Sarebbe segnale di una visione più radicale e conservatrice perchè l'Islam non impone alla donna di coprirsi il viso.

Non pensa che il velo integrale possa essere un indicatore un po’ limitato e riduttivo per classificare un eventuale profilo radicale? Vi sono figure jihadiste femminili come Samantha Lewthweite, Hayat Boumeddiene e Naida Asiyalova che non portavano necessariamente il velo integrale.

No, ma io non intendo che tutte le donne che si coprono il viso appartengono all'Islam radicale, dico però che l'Islam non lo impone. La donna deve chiaramente vestirsi in modo dignitoso e col velo, ma con il viso scoperto, come le suore. Se poi la donna decide di coprirsi il viso allora vuol dire che magari ha abbracciato una visione più conservatrice e radicale, ma non posso dire che l'Islam impone alla donna il viso coperto.

Ci sono però una serie di direttive impartite dall’imam Yusuf Qaradawi dove indica che una donna ha il diritto di indossare il velo integrale (niqab) e l’opinione che sia obbligatorio è accettabile in quanto vi sono sufficienti elementi per supportare tale teoria, aggiungendo che bisogna però rispettare anche l’opinione secondo cui il velo che lascia scoperto il viso (hijab) sia sufficiente. Questo non può creare confusione?

No, assolutamente. La donna può vestirsi a modo suo, come preferisce, purchè in maniera dignitosa in modo da non venire guardata da questi maschi che hanno gli occhi sempre in giro. Non è vero che la donna non può mettersi i pantaloni o una maglia, l'Islam non ha mai guardato a queste cose. L'Islam non obbliga ne la donna e neanche l'uomo a vestirsi in un certo modo, ad esempio, se io mi metto i pantaloni e la cravatta divento automaticamente occidentale? Se invece mi metto la tunica allora sono musulmano. No, non funziona così.

Lei sostiene che Silvia Romano sia stata attaccata per islamofobia. Non potrebbe essere che molti italiani si siano arrabbiati a causa dei milioni pagati a un’organizzazione terroristica mentre tantissime persone non hanno neanche visto i 600 euro promessi dal Governo e rischiano di veder fallire le proprie attività?

No, non voglio entrare in questi dettagli perchè non ho gli elementi per dire se è stato pagato un riscatto oppure no. Apprezzo il lavoro fatto dall'intelligence italiana e dal Governo per portare a casa Silvia Romano sana e salva. Non tutti i Paesi fanno così.

C’è però chi critica la cosa perché pagando si finanziano le organizzazioni terroristiche, corretto?

Ripeto, non ho gli elemento per poter dire che è stato pagato un riscatto.

Così ha detto al-Shabab in un’intervista a Repubblica...

Io non ho sentito queste dichiarazioni, poi sinceramente non guardo a questi dettagli. L'importante è che Silvia sia tornata a casa dai genitori.

Lei giustamente ha detto in un’intervista di La7 “io non capisco quando un gruppo si identifica come islamico e poi va a rapire le persone, oppure a fare le guerre o terrorismo, questo non ha a che fare con la religione ”. Questo solleva tutto un problema legato alla definizione di questi gruppi che spesso non sono riconosciuti ad unanimità dai vari Paesi come “terroristici”. Pensa la stessa cosa di altri gruppi jihadisti come Hamas, Hizbullah o Hayyat Tahrir al-Sham?

Il Corano dice "chi uccide una persona innocente è come se avesse ucciso tutta l’umanità e chi riesce a salvare un’anima, un essere umano, è come se avesse salvato tutta l’umanità". Questo posso dire. Poi io non posso mettermi ad accomunare tutti i gruppi del mondo dicendo che uno è buono e l'altro no. Silvia Romano è andata a lavorare come volontaria nel campo umanitario ed è stata rapita. Non posso dire che questo gruppo rappresenta l'Islam perchè l'Islam non lo accetta. Chi fa queste cose può essere giustificato secondo lei? Non riesco a capire.

Certamente no. La sua posizione è chiara. Mi chiedevo se questo concetto possa essere applicato anche ad altri gruppi che fanno guerra in nome dell’Islam come Hamas o Hizbullah?

Lasci stare Hamas e Hizbullah. Perchè dobbiamo mescolare tutto? Io sto parlando di al-Shabab che ha sequestrato una persona e adesso lei mic hiede di Hamas e Hizbullah? Cosa c'entra?

Anche Hamas e Hizbullah fanno guerra in nome dell'Islam e perpetrano sequestri. Avera Mengitsu e Hisham al-Sayed sono due civili israeliani, tra l'altro con problemi mentali, in mano a Hamas.

Io non voglio entrare in questi problemi perchè ogni questione è differente. Secondo lei quello che ha ucciso 57 persone e ferito 200 negli Stati Uniti allora? Perchè i media non hanno detto che è un terrorista? Io l'ho sentito al telegiornale quando hanno detto che è un attentato di natura non terroristica. Gli attacchi sono terroristici solo quando sono islamici?

Guardi, lei ha giustamente detto che ci sono gruppi che fanno guerra e terrorismo in nome dell'Islam, riferendosi ad al-Shabab. Io le chiedo semplicemente se è un discorso che può essere esteso anche ad altri gruppi, i più noti, tipo appunto Hamas, Hizbullah, ma anche Jabhat al-Nusra/Hayyat Tahrir al-Sham, giusto per citarne alcuni. Tutto lì.

Le ho già citato il versetto coranico. Uccidere persone innocenti non è ammesso nell'Islam. Il Corano è il riferimento per il musulmano. Chi fa queste cose non è a posto. Però non mi dica queste cose, io non so chi è Jabhat al-Nusra, non conosco questi gruppi. Non posso mescolare tutto per la questione di Silvia Romano. Dobbiamo tirare fuori anche tutto quello che succede in Afghanistan? Al-Qaeda? Al-Shabab è èarte di al-Qaeda, allora è chiara la questione. Perchè dobbiamo mescolare tutto con gli altri gruppi? Lei mi ha fatto una domanda su Silvia, perchè tirare fuori Hamas e Hibullah?

Sono tra i gruppi più attivi e fanno guerra in nome dell'Islam...Hamas è l'acronimo di Ḥarakat al-Muqawamah al-Islamiyyah (movimento di resistenza islamico), Hizbullah significa "partito di Dio".

No no, è un po' diverso, Hamas è un'organizzazione riconosciuta in tutto il mondo arabo musulmano che sta lottando per la liberazione del suo Paese.

È nella black list di Stati Uniti, UE, Canada...

Conosco bene Hamas e il suo lavoro, lo conosco benissimo anzi. Io ho già detto che uccidere le persone innocenti non va bene. Non è accettabile nell’Islam. Però lei mi deve dire anche quando l’esercito israeliano uccide i bambini nelle loro scuole in Palestina e uccide delle persone innocenti; lo deve dire se questo è un lavoro terroristico o un lavoro umano. Voi non potete condannare l’occupazione israeliana nei territori occupati. Io condanno l'uccisione di civili, ma quando gli israeliani uccidono migliaia di palestinesi non è terrorismo? Voi non potete pronunciare che Israele fa terrorismo perché avete paura.

Ricordo articoli piuttosto critici per quanto riguarda i bombardamenti israeliani, anche recentemente in territorio siriano su postazioni di Hizbullah e dell'esercito governativo siriano.

Va bene, ma lasciamo stare, stavamo parlando di Silvia.

Le faccio un'ultima domanda su Silvia allora. La Romano è stata tirata al centro di polemiche un po’ da tutte le parti. C’è chi l’accusa, chi la invita in moschea. Non sarebbe forse il caso di lasciarla tranquilla in modo che possa “decomprimersi” e riprendere la sua vita? Cosa ne pensa poi del video fatto da esponenti da vari membri della comunità islamica per invitare Silvia in moschea?

Io ho detto fin da subito di lasciare in pace questa ragazza. Di lasciarla tranquilla con la sua famiglia. Ha già sofferto per 18 mesi, ora deve subire altro anche in Italia? Per quanto riguarda il video, non mi riguarda. Io faccio il mio lavoro e sono responsabile solo di quello.

Perfetto, ha altro da aggiungere?

No, assolutamente niente. Nell'intervista però non tirate fuori la faccenda degli altri gruppi.
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Messaggioda Berto » lun ago 10, 2020 8:04 pm

“M5S VERGOGNOSO IRONIZZA SU ISRAELE IN COMMISSIONE AFFARI ESTERI E SCATENA LE IRE DELL’AMBASCIATORE ISRAELIANO"
17 giugno 2020

https://www.facebook.com/watch/?v=3177427815655945

Ascoltate cosa è successo in Commissione Affari Esteri al Senato, il M5S ha messo in imbarazzo il Paese di fronte a Israele: ieri - nel corso dell'audizione in teleconferenza con l'ambasciatore israeliano - il Presidente della Commissione Esteri, Vito Rosario Petrocelli, forse convinto di non essere sentito, ha ironizzato contro l’ambasciatore d'Israele perché non aveva risposto ad una domanda provocatoria circa il fatto che Israele possa essere o meno una 'minaccia nucleare', scatenando le comprensibili ire dello stesso ambasciatore.

Purtroppo per Lui e anche per i membri della Commissione, visibilmente in imbarazzo per l’accaduto, la teleconferenza era ancora aperta e tutti hanno sentito le parole sgradevoli del Presidente Petrocelli.

“Lasciamo questo incontro senza sapere se Israele è una minaccia Nucleare” - chiosa il davvero poco diplomatico Presidente 5 Stelle - “questo è il problema dell’Italia” - risponde l’ambasciatore israeliano - “il problema dell’Italia è che deve capire qual è la realtà del medioriente, non è questa la domanda giusta, noi dobbiamo difenderci, questo è il punto, ottanta anni dopo l’olocausto”.

L'evidente visione ideologica e di parte di Petrocelli non può mettere in imbarazzo l'intero parlamento, con una gestione faziosa e antagonista della Commissione. Il M5S si scusi con il governo israeliano e Petrocelli rassegni le dimissioni.
Siamo stanchi delle gaffe in politica estera dei Cinque Stelle, che guarda a regimi dittatoriali come Cina e Venezuela (e Iran) e che genera continue fratture con partner importanti come Israele.



Movimento 5 Stelle contro Israele: assurdo intervento dell’On. Di Stefano
24 maggio 2013

https://www.rightsreporter.org/moviment ... i-stefano/

Quello a cui si è assistito ieri alla Camera dei Deputati italiani è stato un vero e proprio attacco del Movimento 5 Stelle contro Israele che mostra ancora una volta, se ve ne fosse bisogno, come la pensa il partito di Grillo in merito allo Stato Ebraico.

Il “cittadino” Manlio Di Stefano parlando a nome del Movimento 5 Stelle (qui il video) ha chiesto al Governo Italiano che in occasione della inaugurazione della fase finale del campionato europeo di calcio Under 21 che si terrà in Israele dal 5 al 18 giugno 2013 lo stesso Governo (non si sa se nella persona del Ministro dello sport, Josefa Idem, oppure in quello degli Esteri, Emma Bonino) prendano posizione contro Israele ricordando durante la cerimonia di inaugurazione che lo stesso giorno (5 giugno) del 1967 ebbe inizio la guerra dei sei giorni che portò sotto il controllo di Israele la Penisola del Sinai, la Striscia di Gaza, le Alture del Golan e una parte della Cisgiordania. Non solo, il deputato del Movimento 5 Stelle è andato oltre accusando Israele di “distruggere gli stadi” e di “fare discriminazione anche in ambito sportivo” in quanto Israele farebbe “ostruzionismo agli eventi che prendono in considerazione il lato palestinese”. E così ha chiesto al Ministro dello Sport, Josefa Idem, che “il 5 giugno non rimanga in silenzio ma esprima la nostra solidarietà (dell’Italia) al popolo palestinese che non può godere della libertà di questi eventi come tutti gli altri popoli liberi”.

Ora, a parte che la guerra dei sei giorni fu una operazione prettamente preventiva e difensiva da parte di Israele contro tre stati arabi (Egitto, Siria e Giordania) che si apprestavano ad attaccare lo Stato Ebraico così come avevano fatto in precedenza all’atto della nascita di Israele, quindi l’On. Di Stefano dimostra una certa ignoranza in materia se non un comportamento discriminatorio verso Israele. Non solo, Di Stefano dimentica di sottolineare che Israele ha restituito la Penisola del Sinai all’Egitto mentre parte della Cisgiordania e la Striscia di Gaza sono passati in mano ai palestinesi, il tutto nel contesto dello scambio “terra in cambio di pace” uno scambio che purtroppo non ha portato a niente, tantomeno alla pace. Infatti l’On. Di Stefano dovrebbe sapere (ma siamo sicuri che lo sa, fa solo finta di dimenticarsene) che il maggior ostacolo alla pace regionale arriva dalla minaccia rappresentata da Hamas che controlla la Striscia di Gaza, che è stato Hamas a mettere batterie di missili nello stadio di Gaza City e che quindi l’aviazione israeliana è stata costretta a colpirlo durante l’operazione “pilastro di difesa”, una operazione scattata a seguito del continuo lancio di missili (diverse centinaia) da Gaza verso la popolazione civile del sud di Israele. Di Stefano poi si inventa una presunta “discriminazione sportiva” (lui dice “anche sportiva” come a sottolineare che Israele si comporta in modo discriminatorio verso i palestinesi) quando in effetti gli unici a fare discriminazione anche in ambito sportivo sono gli islamisti di Hamas che ancora poche settimane fa hanno impedito alle donne di partecipare alla maratona di Gaza organizzata dall’Onu e che un evento sportivo misto (partita di calcio tra giovani palestinesi e israeliani) è stato duramente condannato da Fatah ancora pochi giorni fa. E allora, chi fa discriminazione in ambito sportivo?

In realtà l’intervento dell’On. Manlio Di Stefano a nome del Movimento 5 Stelle, seppur all’apparenza pacato, è un vero e proprio intervento a gamba tesa contro lo Stato Ebraico e contro lo svolgimento delle finali del campionato europeo under 21 in Israele, un intervento che, come al solito, dietro alla presunta difesa dei Diritti dei palestinesi nasconde un profondo sentimento antisemita. Non si potrebbe spiegare altrimenti una così massiccia dose di menzogne ed omissioni in uno spazio di tempo così ristretto. Una dimostrazione di odio verso Israele che ha pochi precedenti nel Parlamento italiano.

Ora la domanda è una sola: visto che l’On. Manlio Di Stefano parlava a nome e per conto del Movimento 5 Stelle, la direzione in politica estera del M5S sarà questa? La domanda la facciamo perché nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle non c’è alcun accenno alla politica estera e in tanti ci chiedevamo quale posizione avrebbe assunto il partito di Grillo in merito al conflitto israelo-palestinese, anche se qualche sospetto lo avevamo dopo aver sentito il parere di Grillo sull’Iran e visto alcuni commenti fortemente antisemiti sul blog di Grillo. Ora ne abbiamo la certezza. Il Movimento 5 Stelle è contro Israele e a favore del terrorismo di Hamas e degli Stati, come l’Iran, che hanno fatto della distruzione dello Stato di Israele un obbiettivo politico. Complimenti ai grillini per condividere con Hamas, Iran e tanti altri questo obbiettivo.

Sharon Levi
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Mélenchon, l’antisemita che rispolvera il “deicidio ebraico”.
Carlo Breme
18 Luglio 2020

https://www.italiaisraeletoday.it/melen ... o-ebraico/

Jean-Luc Mélenchon, il fondatore del partito socialista democratico La France Insoumise (Francia non sottomessa) e membro dell’Assemblea nazionale per il 4 ° collegio elettorale delle Bocche del Rodano, è stato accusato dal Centro Simon Wiesenthal per aver parlato di deicidio ebraico. Il concetto di deicidio ebraico si riferisce alla convinzione che il popolo ebraico sia collettivamente responsabile della morte di Gesù. La credenza è stata in gran parte ripudiata dalla maggior parte delle autorità religiose cristiane dalla fine della seconda guerra mondiale e dopo l’Olocausto.

In un’intervista sul canale televisivo francese BFM-RTL, Mélenchon ha dichiarato, in risposta a una domanda sulle tattiche della polizia in caso di violente proteste in Francia, che hanno bisogno di “essere messi come Gesù in croce senza reagire, quel Gesù che fu messo lì dal suo stesso popolo (ebreo) “.

Dura la risposta di Shimon Samuels, direttore delle relazioni internazionali del centro Wiesenthal, ha osservato la storia del concetto di deicidio ebraico: “la reiterata accusa di deicidio ha provocato pogrom, torture e esecuzione di comunità ebraiche Le sue immagini alimentarono violenze in tutta Europa, culminando nell’Olocausto nazista. L’accusa di deicidio furono condannate dall’enciclica papale Nostra Aetate nel 1965 …. Ma, evidentemente Melenchon non lo sa o finge di non saperlo…”

“Del resto – ha continuato Samuels – Melenchon è come un Corbyn francese visto con le sue partecipazioni a manifestazioni pro-palestinesi e anti-israeliane, accusando la leadership della comunità ebraica francese (CRIF) di settarismo aggressivo e intromissioni in politica…”
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Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e cristiano)

Messaggioda Berto » lun ago 10, 2020 8:06 pm

L'antisemitismo islamico: Caratteristiche, origini e effetti attuali
Matthias Kuntzel
10 Agosto 2020

http://www.linformale.eu/lantisemitismo ... i-attuali/

I musulmani e non musulmani usano generalmente gli stessi topoi per esprimere l’avversione per gli ebrei. In entrambi i casi troviamo i classici miti del complotto; il libello del sangue, che è radicato nelle fonti cristiane, la negazione dell’Olocausto, e la diffamazione di Israele. C’è, tuttavia, una variante dell’antisemitismo che è specifica delle comunità musulmane e che gioca un ruolo importante nel plasmare le opinioni in Medio Oriente: l’antisemitismo islamico.

Questo termine non è inteso come un attacco generale all’Islam (i cui testi sacri includono passaggi che mettono gli ebrei in una luce positiva), né come un’accusa generale contro i musulmani, molti dei quali si oppongono all’antisemitismo. Invece, si riferisce a una forma specifica di antisemitismo che ha caratteristiche e conseguenze distinte e quindi deve essere combattuta in un modo specifico, in particolare all’interno del mondo musulmano. In questo articolo, discuterò prima lo sfondo e le caratteristiche principali dell’antisemitismo islamico e cosa lo distingue da altre forme di avversione per gli ebrei. Nella seconda parte, mi concentrerò sul ruolo svolto dalla Germania nazista nel suo sviluppo. Concluderò affrontando alcun conseguenze attuali di questo fenomeno.

Una nuova espressione dell’odio per gli Ebrei

L’antisemitismo islamico è una forma di antisemitismo moderno motivata religiosamente e un’espressione specifica dell’odio per gli ebrei che attinge a due fonti molto diverse: l’antisemitismo islamico del settimo e dell’ottavo secolo e l’antisemitismo europeo moderno, emerso nel diciannovesimo secolo.

La chimera di una cospirazione mondiale ebraica, che era centrale per l’antisemitismo europeo, non è stata una caratteristica dell’immagine originaria degli ebrei all’interno dell’Islam. Solo nella tradizione cristiana gli ebrei appaiono come una forza oscura e potente in grado di uccidere anche l’unico figlio di Dio. Seguendo questa falsariga, nel Medioevo gli ebrei sono stati accusati di diffondere le pestilenze e, nei tempi moderni di avere pianificato il capitalismo delle case da gioco. Solo sul terreno cristiano poteva fiorire la propaganda della “dominazione ebraica del mondo”, come stabilito nei Protocolli dei Savi anziani di Sion. I nazisti credevano a questa menzogna. Secondo le loro fantasie malate, unicamente attraverso l’annientamento degli ebrei la Germania e il mondo avrebbero potuto essere redenti.

Così non è nell’Islam. Secondo gli insegnamenti islamici non furono gli ebrei che presumibilmente uccisero il profeta, ma fu il profeta che uccise gli ebrei. Dal 623 al 627 d.C., Maometto fece schiavizzare, espellere o uccidere tutte le tribù ebraiche di Medina. Pertanto, alcune caratteristiche tipiche dell’antisemitismo cristiano non sono apparse nel mondo musulmano: “Non c’erano timori di una cospirazione e dominazione ebraica, nessuna accusa di un male di origine diabolica. Gli ebrei non sono stati accusati di avvelenare i pozzi o diffondere la peste”1. I musulmani trattavano gli ebrei con disprezzo o con una condiscendenza tollerante. L’odio per gli ebrei alimentato dal Corano e dalla Sunna [l’insieme delle usanze e delle pratiche islamiche] servì a mantenerli sottomessi come dhimmi [i non musulmani legalmente protetti che vivono in uno stato musulmano]. Questa ostilità venne accompagnata dall’umiliazione. Nel contesto di questa tradizione, l’idea antisemita cristiana che gli ebrei costituiscano una minaccia permanente per il mondo risulta assurda.

Con l’ascesa dell’antisemitismo islamico, questa differenza significativa venne offuscata, fondendo così l’antisemitismo islamico con l’antisemitismo europeo. Un esempio calzante di ciò è lo Statuto di Hamas del 1988. Nell’Articolo 7, la Statuto cita un hadith [detto del Profeta] in cui Maometto dichiara che i musulmani uccideranno gli ebrei “quando l’ebreo si nasconderà dietro le rocce e gli alberi. Le rocce e gli alberi diranno: ‘O musulmano, o servo di Dio! C’è un ebreo dietro di me. Vieni e uccidilo'”2. Si tratta di un hadith particolarmente crudele, perché raffigura l’ebreo non come una figura pericolosa, ma come qualcuno che è spaventato e tremante, che cerca di nascondersi prima di essere trascinato fuori e ucciso. Questa immagine dell’ebreo – un debole che si rannicchia – corrisponde alla tradizione islamica. Al contrario, nell’Articolo 22 dello stesso Statuto, sugli ebrei leggiamo quanto segue:

Con i loro soldi assunsero il controllo dei media mondiali, delle agenzie di stampa, della stampa, delle case editrici, delle emittenti e altri…Furono dietro la rivoluzione francese, la rivoluzione comunista e la maggior parte delle rivoluzioni di cui abbiamo sentito e sentito parlare, qua e là…Furono dietro la Prima guerra mondiale … furono dietro la Seconda guerra mondiale … Sono stati loro a istigare … le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza per permettergli di governare il mondo loro tramite. Non c’è guerra in atto da nessuna parte senza che dietro di essa vi sia il loro dito 3.

Paradossalmente, da un lato, lo Statuto di Hamas ritrae gli ebrei come degradati, in fuga e nascosti, e dall’altro, come i governanti segreti e sinistri del mondo. Accorpa il Settimo secolo con il Ventesimo, e quindi le peggiori delle vecchie immagini islamiche e cristiane moderne degli ebrei. Le due immagini sono, ovviamente, incompatibili e costituiscono una costruzione assurda e contraddittoria. Attraverso questa miscela, tuttavia, entrambe le componenti si radicalizzano: l’antisemitismo europeo è rivitalizzato dallo slancio religioso e fanatico dell’Islam radicale, mentre il vecchio anti-giudaismo del Corano – supportato dalle teorie cospirazioniste del dominio del mondo – riceve una qualità nuova e letale.

Un altro documento chiave dell’antisemitismo islamico è l’opuscolo di Sayyid Qutb La nostra lotta contro gli ebrei, scritto all’inizio degli anni ’50. Quest’opera collega il Settimo secolo – il soggiorno di Maometto a Medina – con il Ventesimo secolo, come se nel frattempo non fosse accaduto nulla:

Gli ebrei hanno complottato contro la comunità musulmana dal primo giorno in cui è diventata una comunità … Questa guerra aspra che gli ebrei hanno lanciato contro l’Islam … non si è estinta, nemmeno per un momento, per quasi quattordici secoli fino a questo momento, il suo divampare infuria tutti in tutti gli angoli del mondo 4.

Facendo confluire la sua teoria all’interno del razzismo europeo, Qutb descrive il “male” ebraico come immutabile e permanente, una realtà che trascende il tempo e le circostanze. La conclusione di questa condanna razzista è ovvia: poiché gli ebrei presumibilmente non possono cambiare il loro comportamento, rimane solo un modo per sbarazzarsene: l’espulsione completa o l’annientamento.

Il testo di Qutb è caratterizzato da un’altra caratteristica interessante. Mentre in realtà gli ebrei di Medina non avevano alcuna possibilità di opporsi a Maometto, il trattato di Qutb rivisita quella storia e presenta i musulmani come le vittime e gli ebrei come gli aggressori contro l’Islam: “La lotta tra l’Islam e gli ebrei continua vigorosamente e dunque continuerà, perché gli ebrei saranno soddisfatti solo dalla distruzione di questa religione [l’Islam] “5.

Questo tipo di proiezione paranoica è ben noto dall’ideologia nazista. Coloro che vogliono uccidere gli ebrei giustificano la loro intenzione evocando l’idea che gli ebrei abbiano lanciato una guerra mortale contro di loro. Qutb fuse il razzismo e le illusioni paranoiche dei nazisti con l’antigiudaismo del primo Islam. Nella sua opera, la demonizzazione di Israele è stata radicalizzata in termini islamici e il conflitto territoriale è stato concepito come una guerra religiosa in cui i musulmani rappresentano il partito di Dio e gli ebrei rappresentano Satana. Una guerra religiosa implica che l’emotività sia messa al posto della ragione, l’irreconciliabilità al posto del pragmatismo e che, al posto del compromosse vi sia una battaglia all’ultimo sangue.

Una variante dell’illusione paranoica di Qutb è la campagnia di “Al-Aqsa in pericolo!”, diffusa ancora oggi e non meno virulenta di quando è iniziata. Hajj Amin al-Husseini, il Mufti di Gerusalemme dal 1921 al 1948, la mise in moto quasi 100 anni fa diffondendo la menzogna secondo cui gli ebrei erano ansiosi di demolire la Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, il terzo santuario più importante dell’Islam. Negli anni Trenta affermava già che l’internazionale ebraica cercasse di distruggere la fede musulmana. Da allora, questa menzogna, che è centrale per l’antisemitismo islamico, è stata costantemente riproposta e propagata.

Ancora nel luglio del 2017 si sono avute mobilitazioni di massa basate su questa diffamazione, quando Israele cercò di aggiornare i dispositivi di sicurezza al Monte del Tempio e di nuovo alla fine del 2017, quando il presidente Donald Trump trasferì l’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme. L’Autorità Palestinese condannò quella decisione come una “aggressione contro l’Islam”, una “aggressione contro il Corano”, una “aggressione contro i musulmani”, una “aggressione contro la moschea di Al-Aqsa” e una “aggressione contro l’umanità”6. Nello stesso tempo, la bandiera di Israele venne bruciata di fronte all’iconica Porta di Brandeburgo di Berlino, mentre la rabbia dei giovani musulmani si espresse con slogan come “Gerusalemme appartiene a tutti i musulmani della umma del mondo. A nessun altro!”7. L’antisemitismo islamico rappresenta quindi un pericolo evidente e presente. Come e quando è nato questo tipo di odio per gli ebrei?

Gli inizi dell’influenza nazista

L’antisemitismo europeo fu lento nel prendere piede all’interno del mondo arabo. La metamorfosi degli avversari ebrei del Profeta da piccolo fastidio a incarnazione stessa del male richiese tempo. I suoi pionieri durante il Diciannovesimo secolo furono le minoranze cristiane nell’impero ottomano, in particolare sacerdoti e diplomatici europei. Trascinarono in Medio Oriente la “calunnia del sangue” del Medioevo cristiano. Nel 1918 apparve in Palestina la prima edizione dei Protocolli dei savi anziani di Sion. Questa forma di antisemitismo, tuttavia, riuscì a raggiungere solo una piccola minoranza di musulmani. Nel 1937, la Germania nazista iniziò a incitare gli arabi contro gli ebrei in modo più sistematico e su scala molto più ampia. Il fattore scatenante fu il primo piano di partizione della Commissione Peel per la Palestina, che prevedeva la creazione di un sottostato ebraico in miniatura.

Berlino, tuttavia, scoprì che l’idea dell’antisemitismo razziale non trovava terreno fertile nelle comunità musulmane. “Il livello di istruzione delle grandi masse non è abbastanza avanzato per la comprensione della teoria della razza”, scrisse un importante nazista in Egitto 8. L’incaricato della propaganda presso l’ambasciata tedesca a Teheran giunse alla stessa conclusione: “Alle grandi masse manca l’idea della razza”, spiegò in una lettera ai suoi superiori al ministero degli Esteri. Raccomandò quindi di porre “tutta l’enfasi possibile sul tema religioso nella nostra propaganda per il mondo islamico. Questo è l’unico modo per conquistare gli orientali “9.

Conseguentemente, la Germania nazista iniziò a usare l’Islam come chiave per diffondere il proprio messaggio tra le masse musulmane. “Berlino ha fatto un uso esplicito della retorica, della terminologia e delle immagini religiose e ha cercato di interagire e reinterpretare la dottrina e i concetti religiosi”, scrive David Motadel nel suo lavoro fondamentale del 2014, Islam and Nazi Germany’s War. “I testi sacri come il Corano … sono stati politicizzati per incitare alla violenza religiosa contro presunti nemici comuni”10.

L’Islam e gli ebrei

Per quanto ne sappiamo, questa pubblicazione è la prima prova scritta dell’antisemitismo islamico 11. Nel 1938, la Junker und Dünnhaupt, una casa editrice con sede a Berlino, lo pubblicò con il titolo Islam-giudaismo. L’appello del Mufti al mondo islamico nel 1937, attribuendo esplicitamente per la prima volta quello scritto ad al-Husseini 12 Nelle edizioni successive pubblicate dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale, il Mufti continuò ad essere menzionato come l’autore. Se al-Husseini fosse di fatto l’unico iniziatore e autore del pamphlet resta una questione aperta. Tuttavia, una cosa è certa: fu un’innovazione sotto diversi aspetti e fu uno scritto precursore di molti dei pensieri espressi in seguito da Qutb.

Mentre la letteratura islamica classica tratta la lotta di Maometto con gli ebrei come se fosse un episodio minore nella vita del Profeta, ora “il conflitto di Maometto con gli ebrei è presentato come un tema centrale della sua attività e alla loro ostilità nei suoi confronti viene conferito un significato cosmico”13. I versetti antiebraici contenuti nel Corano sono stati generalizzati e ritenuti validi per il XX secolo. Infine, per la prima volta, i tropi religiosi sono stati combinati con elementi della teoria cospirazionista. Secondo L’Islam e gli ebrei, sin dai tempi di Maometto, gli ebrei hanno cercato costantemente di “distruggere i musulmani”. L’opuscolo conclude:

“I versetti coranici e gli hadith dimostrano che gli ebrei sono stati i nemici più acerrimi dell’Islam e continuano a cercare di distruggerlo. Non credetegli, conoscono solo l’ipocrisia e l’astuzia. Tenete duro, lottate per il pensiero islamico, per la vostra religione e la vostra esistenza! Non riposate finché la vostra terra non sarà priva di ebrei”14.

Qui i musulmani vengono presentati come eterne vittime per legittimare nuove forme di aggressione che ricordano più le politiche dei nazisti che gli atteggiamenti del Profeta. Nel settembre del 1937, giorni dopo la pubblicazione, l’opuscolo raggiunse un vasto pubblico grazie alla sua diffusione al “Congresso nazionale arabo”, tenutosi a Bludan, una stazione termale in Siria, 50 km a nord-ovest di Damasco.

La diffusione dell’antisemitismo islamico

Questo primo congresso pan-arabo, tenutosi dall’8 al 10 settembre del 1937, venne organizzato da al-Husseini. Egli inoltre “mise a disposizione le risorse finanziarie per affittare i due più grandi hotel di Damasco e di Bludan, e garantire gratuitamente un gran numero di camere ai partecipanti al congresso”15, Non sorprende, quindi, che il congresso abbia attirato 411 partecipanti, sebbene solo 250 di essi furono ammessi nella sala del “Grand Hotel di Bloudan”, dove si svolse l’evento. Il Mufti non poté partecipare perché si nascondeva a Gerusalemme dopo un fallito tentativo nel luglio 1937, da parte delle autorità britanniche in Palestina, di arrestarlo 16. Nell’ottobre del 1937, al-Husseini fuggì a Beirut controllata dai francesi. Tuttavia, i delegati lo nominarono presidente onorario dell’assemblea.

Il congresso non fu un evento pubblico; anche ai giornalisti non fu permesso entrare. Tuttavia, il colonnello Gilbert MacKereth, all’epoca console britannico a Damasco, fece partecipare una persona di sua fiducia. Sulla base dei rapporti della spia, MacKereth descrisse l’evento come “una manifestazione di giudeofobia”. Fece riferimento a “un opuscolo sorprendentemente incendiario intitolato” Gli ebrei e l’Islam “, che è stato consegnato a ciascun membro del congresso al suo arrivo. Era stato stampato in Egitto “. L’allegato V del memorandum di MacKereth, scritto dal suo confidente, reca il titolo “Descrizione di un opuscolo violentemente antiebraico stampato al Cairo per il Comitato per la difesa della Palestina, che è stato dato a ciascuna delle persone presenti al congresso di Bludan”. Il riassunto del contenuto dell’opuscolo presentato in un allegato al rapporto non lascia dubbi sul fatto che si riferisse alla pubblicazione del Cairo dell’agosto 1937 17.

I nazisti consideravano L’Islam e gli ebrei uno strumento particolarmente prezioso. Durante la guerra, Berlino stampò e diffuse questo testo pressoché invariato, in diverse lingue ed edizioni. Ad esempio, c’è la prova che nel 1942 le autorità spagnole sequestrarono circa 1500 copie di “un pamphlet di propaganda tedesco in lingua araba intitolato L’Islam e gli ebrei che era stato inviato al consolato tedesco a Tangeri. Secondo il ministero degli Esteri tedesco, questi opuscoli avrebbero dovuto essere distribuiti “con discrezione” nel Marocco spagnolo. “Con discrezione” è la parola chiave. I musulmani avrebbero riso di un ufficiale delle SS che distribuiva liberamente un testo arabo fingendo di parlare in nome dell’Islam. Ma era proprio quello che stava accadendo. I nazisti si finsero musulmani e falsificarono i testi sacri islamici in modo da dare credibilità al loro odio omicida per gli ebrei.

Ma le autorità spagnole che governavano a Tangeri, lo impedirono. Erano dell’opinione che “la diffusione di simili testi propagandistici diretti contro gli elementi ebraici nel Marocco spagnolo non poteva essere consentita” e tutte le copie vennero confiscate e distrutte 18. Nel 1943, a Zagabria, capitale del satellite croato della Germania, furono stampate altre 10mila copie dello stesso pamphlet, questa volta in serbo-croato (Islam I Zidovstvo), e distribuite in Bosnia e in Croazia 19.

Sebbene non si conosca la portata della diffusione di questo opuscolo, L’Islam e gli ebrei potrebbe essere considerato come il precursore del famigerato testo di Sayyid Qutb, La nostra lotta contro gli ebrei, degli anni Cinquanta. Nella sua opera di grande rilievo, Islam and Nazi Germany’s war (L’Islam e la guerra della Germania nazista), David Motadel considera L’Islam e gli ebrei come “uno dei più significativi esempi di questo tipo di propaganda antiebraica diffusa tra i musulmani”20, mentre lo storico Jeffrey Herf ritiene che quest’opuscolo sia “uno dei testi fondanti della tradizione islamista, un libello che definiva la religione dell’Islam come una fonte di odio verso gli ebrei 21.

Anche i tempi della pubblicazione di L’Islam e gli ebrei, nell’agosto 1937, sono rivelatori. Dimostrano che l’antisemitismo islamico prese piede quando la fuga e l’espulsione degli arabi palestinesi (1948) e il governo israeliano su Gaza e la Cisgiordania (1967) erano ancora un lontano futuro. Questo fatto da solo contraddice la diffusa convinzione che l’antisemitismo islamico si sia sviluppato come risposta a presunti misfatti israeliani. Non fu il comportamento dei sionisti a indurre la pubblicazione di questo testo ostile, ma piuttosto il fatto che un primo tentativo era stato fatto nell’estate del 1937 per concordare un piano che prevedeva la presenza di due Stati. Di conseguenza, L’Islam e gli ebrei culmina nel seguente invito: “Non si può tollerare il piano di partizione, perché la Palestina è un paese arabo da secoli e dovrebbe rimanere arabo per sempre”. Quest’opuscolo intendeva, pertanto, teologizzare il conflitto territoriale tra gli ebrei e gli arabi per distruggere il primo importante tentativo di compromesso – che inizialmente aveva incontrato un certo grado di approvazione da parte di alcuni arabi moderati.

Secondo il suo rapporto, la proposta della Commissione Peel per la divisione della Palestina “non offre a nessuna delle parti tutto ciò che domanda; offre, tuttavia, a tutti ciò di cui hanno bisogno, ossia libertà e sicurezza”. Il Mufti e i suoi sostenitori non volevano né “libertà” per i musulmani né “sicurezza” per gli ebrei. Piuttosto, alimentarono l’odio per gli ebrei in un modo nuovo finalizzato a sovvertire la forza seducente di ogni tipo di coesistenza pacifica.

Radio Zeesen

Due anni dopo, un’emittente radiofonica con sede a Zeesen, una cittadina a sud di Berlino, divenne il più importante strumento per la diffusione dell’antisemitismo islamico. Ogni notte per sei anni – dal 25 aprile 1939 al 26 aprile 1945 – questa emittente propagava in arabo l’odio per gli ebrei in tutto il mondo musulmano. Radio Zeesen non si rivolgeva al pubblico radiofonico in quanto arabi, ma come musulmani. Jeffrey Herf, nel suo studio innovativo intitolato Nazi Propaganda for the Arab World, mette in evidenza la centralità degli insegnamenti coranici nella propaganda tedesca in lingua araba. L’emittente radiofonica assunse speaker arabi di prima classe; i suoi programmi iniziavano con la recita dei versetti coranici e venivano conditi con musica araba accuratamente selezionata.

Rapporti dell’epoca rilevano quanto fosse popolare questa emittente radio della propaganda tedesca. I nazisti si basarono sull’antipatia latente espressa nei versetti coranici intolleranti verso gli ebrei e nell’ideologia dhimmi, infondendo una dimensione antisemita nel conflitto locale tra il movimento sionista e gli arabi di Palestina al fine di osteggiare ogni soluzione basata sul compromesso. Quegli anni di propaganda incessante contribuirono a cambiare l’immagine “dell’ebreo” nel mondo arabo. In quel periodo, venne promossa un’interpretazione esclusivamente antiebraica del Corano, i miti della cospirazione mondiale europea furono resi popolari e prese forma la retorica genocida in relazione al sionismo e a Israele. A poco a poco, gli arabi musulmani iniziarono ad adottare il concetto cristiano-europeo di ebraismo come “male cosmico”.

Se Radio Zeesen concluse le sue trasmissioni nell’aprile 1945, gli echi della sua propaganda continuarono a riverberare. Quanto asserito dal Foreign Office britannico, che nel 1946 “diceva che l’odio arabo per gli ebrei era maggiore rispetto a quello dei nazisti” può essere considerata un’esagerazione 22. È ovvio, tuttavia, che la propaganda nazista in tempo di guerra contribuì ad accrescere l’ostilità antiebraica dopo il 1945 e che portò alla guerra araba contro Israele nel 1948 23.

L’impatto attuale

La storia dell’antisemitismo islamico rivela l’audacia con cui i nazisti tedeschi sfruttarono l’Islam per la realizzazione dei loro interessi politici, utilizzando le affermazioni contraddittorie del Corano sugli ebrei per scopi antisemiti.

Tuttavia, il breve incontro tra l’ideologia nazista e il mondo arabo ha avuto conseguenze che continuano a farsi sentire in Medio Oriente. A tutt’0ggi, i passi antiebraici dei primi scritti dell’Islam vengono ripetuti incessantemente; le questioni mondiali vengono spiegate utilizzando I Protocolli dei savi anziani di Sion; e i rappresentanti di spicco dell’Autorità Palestinese considerano ogni tentativo di normalizzare le relazioni con Israele un alto tradimento. Nel 2014, secondo un sondaggio globale condotto dalla Lega Antidiffamazione, il 37 per cento dei musulmani in Asia concordava con le affermazioni antisemite rispetto al 75 per cento dei musulmani del Medio Oriente e del Nord Africa.

Ma soprattutto, l’antisemitismo islamico odierno è una componente cruciale della guerra degli islamisti contro il mondo moderno. Esso si cela dietro il desiderio di Teheran di distruggere il “tumore canceroso” di Israele e la minaccia di Recep Tayyip Erdoğan che gli israeliani non saranno in grado di “trovare un albero dietro cui nascondersi”, una chiara allusione a un hadith che esige l’uccisione degli ebrei. Induce Mahmoud Abbas a negare ogni legame tra Gerusalemme e gli ebrei e trasforma il conflitto politico tra Israele e gli arabi in una lotta religiosa tra il bene e il male.

Solo di recente alcuni politici e giornalisti arabi hanno cominciato a prendere le distanze dagli slogan antiebraici che da ottant’anni dominano il mondo arabo. Il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman ha affermato che gli israeliani “hanno diritto a vivere pacificamente nel loro Stato”24. I commentatori arabi affermano che l’Islam non è affatto un ostacolo alla normalizzazione delle relazioni con gli ebrei. Il quotidiano Asharq Al-Awsat, che è allineato con la famiglia reale saudita, ha riportato – abbastanza correttamente – che il Mufti di Gerusalemme, nel suo tentativo di “combinare l’ideologia dei Fratelli Musulmani e quella nazista (…) ha danneggiato la causa [palestinese] più di chiunque altro” 25 . Il fatto che le forze dominanti in Arabia Saudita – la culla dell’Islam – stiano ripensando le loro relazioni con Israele dimostra che non è il Corano in quanto tale a ostacolare la normalizzazione dei rapporti tra arabi ed ebrei, ma la sua interpretazione antisemita.

Oggi, per i leader musulmani conservatori, l’antisemitismo islamico è il più importante strumento disponibile con cui contrastare i delicati tentativi di normalizzare le relazioni arabe con Israele. Questi leader considerano l’abolizione dello status di dhimmi degli ebrei una violazione della legge divina e fanno affidamento sul Corano per fermare l’avanzata della modernità nelle società islamiche. Non è quindi una coincidenza che la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, utilizzi l’Islam per silurare i tentativi arabi di riavvicinamento allo Stato ebraico. “Coloro che normalizzano le relazioni con Israele abbandonano il Corano e la fede islamica”, egli ammonisce. “Il Corano dice: ‘Sii severo con i miscredenti’. Alcuni musulmani lo hanno dimenticato”26. Di recente, nel febbraio scorso, lo sceicco Yousuf Makharzah, a Gerusalemme, ha altresì affermato che “l’ostilità nei confronti degli ebrei è un compito religioso fondamentale ed è uno dei tratti distintivi del credente”27. Ciò dimostra che le interpretazioni del Corano possono avere implicazioni di vasta portata nelle questioni di di guerra e di pace. Un tempo promosso dalla Germania nazista, l’antisemitismo islamico continua a influenzare la percezione e la politica nel mondo musulmano odierno.

Questo particolare ceppo di odio per gli ebrei è un ostacolo alla modernizzazione delle società islamiche, mette in pericolo le comunità ebraiche in tutto il mondo e minaccia il globo con una guerra derivante dall’impegno profuso dall’Iran nella distruzione di Israele. Allo stesso tempo, il fatto che l’antisemitismo islamico sia emerso solo ottant’anni fa è motivo di speranza che alla fine esso possa essere sradicato nel contesto di nuovi dibattiti in seno al mondo musulmano.

Note

1 Bernard Lewis, Semites and Anti-Semites: An Inquiry into Conflict and Prejudice (London, 1986), p. 122.

2 Hamas Covenant, August 18, 1988, https://avalon.law.yale.edu/20th_century/hamas.asp.

3 Ibid.

4 Ronald L. Nettler, Past Trials & Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews (Oxford, 1987), pp. 81–82.

5 Ibid., p. 85.

6 Palestinian Media Watch, “Abbas’ advisor incites religious war,” Bulletin, December 13, 2017.

7 Justus Bender, “Nichts gegen Juden, aber … ,” Frankfurter Allgemeine Zeitung, December 14, 2017.

8 Gudrun Krämer, Minderheit, Millet, Nation? Die Juden in Ägypten 1914–1952 (Wiesbaden, 1982), p. 278.

9 Politisches Archiv des Auswärtigen Amts (PAAA), R 60690, Hans Alexander Winkler, “Erfahrungen aus der deutschen Propagandaarbeit in Iran vom November 1939 bis September 1941,” January 10, 1942, pp. 2–3.

10 David Motadel, Islam and Nazi Germany’s War (London, 2014), p. 76.

11 Sono grato all’arabista e storico Dr. Edy Cohen, che ha scoperto l’opuscolo originale in arabo e ne ha tradotto alcune parti per me.

12 Mohamed Sabry, Islam-Judentum-Bolschewismus (Berlin, 1938), pp. 22–32.

13 Lewis, op. cit., p. 128.

14 Tradotto dalla versione tedesca di Islam-Judentum. Aufruf des Großmufti an die islamische Welt im Jahre 1937, Sabry, op. cit., pp. 22–32.

15 Console generale tedesco a Beirut, rapporto sul Congresso di Bludan del 16 settembre 1937, British National Archive (BNA), GFM 33/611, Serial 1525.

16 Matthias Küntzel, “Terror und Verrat. Wie der Mufti von Jerusalem seiner Verhaftung entging,” Mena-Watch, July 5, 2017, http://www.matthiaskuentzel.de/contents ... und-verrat.

17 Il memo di MacKereth del 14 settembre 1937, compresi gli allegati dall’1 al 6 è pubblicato in: Elie Kedourie, “The Bludan Congress on Palestine, September 1937,” Middle Eastern Studies 17. no. 1 (1981), 107-125.

18 Zentrum Moderner Orient Berlin, Höpp-Archiv, “Beschlagnahme einer deutschen Propagandaschrift, ‘Der Islam und die Juden’ (in arabischer Sprache)” [Arabic], No. 01.10.015.

19 Jennie Lebl, The Mufti of Jerusalem Haj-Amin el-Husseini and National-Socialism (Belgrade, 2007), pp. 311–19; Motadel, op. cit., p. 196.

20 Ibid.

21 Jeffrey Herf, “Haj Amin al-Husseini, the Nazis and the Holocaust: The Origins, Nature and Aftereffects of Collaboration,” Jewish Political Studies Review, XXVI:3,4 (2016), 15.

22 Benny Morris, 1948 (New Haven, 2008), p. 34.

23 Matthias Küntzel, “The Aftershock of the Nazi War Against the Jews 1947/48: Could this War against Israel Have Been Prevented?” Jewish Political Studies Review, XXVI:3,4 (2016), 38–53, http://www.matthiaskuentzel.de/contents ... s-19471948.

24 “Saudischer Kronprinz Bin Salman spricht Israel Existenzrecht zu,” Tagesspiegel, April 3, 2018.

25 “Saudi Writer: The Arab League Summits Are Completely Pointless: Palestinian Leaders—First and Foremost Jerusalem Mufti Al-Husseini and PLO Leader Arafat—Damaged the Palestinian Cause the Most,” MEMRI, Special Dispatch No. 7499, May 31, 2018.

26 “Normalizing ties with ‘Zionists’ is against Quran, Iranian supreme leader says,” The Times of Israel, April 15, 2019.

27 “Jerusalem Friday Sermon by Sheikh Yousef Makharzah: It Is the Religious Obligation of Muslims to Bear Animosity against the Jews; Mahmoud Abbas Is Wrong to Say Otherwise,” MEMRI-TV, No. 7849, February 14, 2020.

Traduzione di Niram Ferretti e Angelita La Spada

https://www.tandfonline.com/doi/full/10 ... 20.1793275




Commenti
https://www.facebook.com/permalink.php? ... ment_reply

Gino Quarelo
Scrive Kuntzel : " ... l’antisemitismo islamico.

Questo termine non è inteso come un attacco generale all’Islam (i cui testi sacri includono passaggi che mettono gli ebrei in una luce positiva), né come un’accusa generale contro i musulmani, molti dei quali si oppongono all’antisemitismo. Invece, si riferisce a una forma specifica di antisemitismo che ha caratteristiche e conseguenze distinte e quindi deve essere combattuta in un modo specifico, in particolare all’interno del mondo musulmano."

???

Niram Ferretti
Esattamente. Cosa c'è di strano? Specifica accuratamente, nel resto del suo lungo pezzo cosa va inteso per antisemitismo islamico e il suo intreccio con l'antisemitismo di matrice nazista. Specifica che i primi a dovere opporsi a questa forma di antisemitsmo che trova legittimità nel Corano e su cui si va a innestare l'antisemitismo di importazione europea, dovrebbero essere i musulmani stessi.

Gino Quarelo
??? Questo termine non è inteso come un attacco generale all’Islam (i cui testi sacri includono passaggi che mettono gli ebrei in una luce positiva), né come un’accusa generale contro i musulmani, molti dei quali si oppongono all’antisemitismo. ???


Niram Ferretti
Gino Quarelo è vero. Ci sono sure che non sono pregiudizialmente avverse agli ebrei, come quelle meccane e di certo non tutti i musulmani sono antisemiti. Sono fatti difficilmente contestabili. Poi, che l'antisemitismo sia molto radicato nei paesi islamici e tra i musulmani è vero. Così come è vero che le sure medinesi sono avverse agli ebrei. Credo che Kuntzel abbia, con questa precisazione, ripararsi dall'accusa di essere islamofobo. Posso capirlo.

Gino Quarelo
Come una rondine non fa primavera così una sura meccana non rende l'islam rispettoso degli ebrei, dell'ebraismo, dei cristiani e di ogni diversamente religioso e non religioso e pensante della terra. Condivido la tua spiegazione sulla ragione di queste precisazioni da parte di Kuntzel. Si tratta del primo passo diplomatico verso la dhimmitudine.

Niram Ferretti
Gino Quarelo che Matthias Kuntzel sia avviato alla dhimmitudine semplicemente perchè non afferma che tutti i musulmani sono antisemiti mi sembra un tantino eccessivo...

Bar Kohba
Niram Ferretti è un ossimoro.... = come chiedere al acqua di opporsi all' umidità....

Bar Kohba
Niram Ferretti mi sai indicare una sura che non è avversa agli ebrei?

Bar Kohba
purtroppo, Kuntzel, come tanti intellettuali occidentali proietta i suoi valori sul mondo arabo islamico, dove questi sono "disvalori".Esiste una opzione di pace in Islam tra credenti ed infedeli? esiste una opzione di convivenza civile, alla pari tra credenti islamici ed infedeli? esiste una opzione di compromesso nell' islam?


Chen Riccardo Lazzeri
Bar Kohba NO


Niram Ferretti
Bar Kohba sono diverse le sure del Corano che si riferiscono agli ebrei in una luce favorevole. Te le elenco, così puoi agevolmente consultarle: 2:62, 2.122, 2.135, 3:23, 20:80, e altre ancora, MA ed è un tema molto vasto, questa luce favorevole è unicamente relativa al fatto che gli ebrei sono considerati come i cristiani, "Gente del Libro", e dunque credenti nel Dio unico che, per i musulmani è Allah. Inizialmente Maometto cercò di ingraziarsi la comunità ebraica e la qibla inizialmente era rivolta verso Gerusalemme come segno di considerazione per gli ebrei al fine di avvicinarli a sè, ma quando le tribù ebraiche rigettarono l'autorità di Maometto come profeta le cose cambiarono drasticamente. Nessuno, dunque, contesta che il Corano contenga passi virulentemente antiebraici nè che Maometto ordinò il massacro dei Banu Qurayshi, ma Kuntzel è uno studioso e un ricercatore, come sono io, e siamo obbligati ad attenerci ai fatti, ai contesti e alla loro evoluzione.

Gino Quarelo
Per me e non solo per me, ma anche per Oriana Fallaci, per Magdi Allam e per molti altri apostati ed eroi della libertà e dell'umanità, l'Islam è il nazismo maomettano o nazismo dell'umma mussulmana che è stato ed è ben peggiore del nazismo hitleriano e Maometto è stato ancor più criminale di Hitler.
Il Corano poi con le sue Sure medinesi e meccane esprime l'idolatria nazi maomettana allo stesso modo del Mein Kampf di Hilter e non vedo perché si debba avere tanto riguardo per Maometto e il suo nazismo maomettano o Islam e non riservargli invece lo stesso trattamento che hanno avuto Hitler, il Mein Kampf e il loro nazismo ariano.

Non si può praticare l'ambiguità perché si fa solo che del male e ci si rende complici del male:
o Maometto era un vero profeta di Dio e tutto quello che ha detto e fatto è buono e giusto o era un falso profeta e quello che ha detto e fatto è cattivo e ingiusto, non vi sono vie di mezzo, non esiste una mezza verità.
E non è possibile il caso che Maometto sia stato un vero profeta di Dio e al contempo che quello che ha detto e fatto sia stato malvagio e ingiusto.
Se Maometto è stato un vero profeta di Dio e tutto quello che ha detto e fatto è buono e giusto allora gli ebrei e i cristiani come tutti i non mussulmani e tutti i diversamente pensanti debbono farsi maomettani per essere nel bene e nel giusto oppure Maometto non è stato un vero profeta di Dio e tutto quello che ha detto e fatto è malvagio e ingiusto e allora l'Islam va bandito e combattuto come il male peggiore che da sempre e universalmente è quel male che si fa passare per il bene per ingannare profondamente gli uomini.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e cristiano)

Messaggioda Berto » mer ago 12, 2020 7:51 am

Ecco in verità chi era Maometto e cos'era la sua pace!

Maometto fu assai peggio di Hitler e di Stalin e di Toto Riina!
Maometto fu un ignorante, presuntuoso, invasato, esaltato, idolatra che si inventò il suo dio Allah tratto dagli idoli della Mecca, un dio-idolo dell'orrore, del terrore e di morte,
uno che abusò della credulità popolare e che poi si impose con la minaccia, l'intimidazione, il ricatto, la violenza (che non fu affatto per legittima difesa come raccontano i suoi seguaci per giustificarsi ma fu predatoria, aggressiva, sopraffatrice, assassina);
fu un bugiardo, un ladro, un razziatore rapinatore, sequestratore e ricattatore, schiavista, assassino e sterminatore;
fu un razzista al massimo grado che discriminò chiunque non si sottomettesse a lui e al suo idolo e che depredò, cacciò e sterminò ebrei, cristiani, zoroastriani e ogni diversamente religioso, areligioso e pensante che gli si contrapponesse e non si sottomettesse;
invase, depredò, ridusse in schiavitù e fece strage nei paesi altrui imponendo con la minaccia la sua politica e la sua criminale ideologia-teologia religiosa imperialista e totalitaria;
indusse al suicidio, all'omicidio e allo sterminio e fece dire al suo idolo, dettandolo ai suoi seguaci, ciò che poi
fu scritto nel Corano e che da 1400 anni induce e istiga alla violenza, alla discriminazione, alla falsità, alla minaccia, alla depredazione, al disprezzo degli altri non maomettani, alla riduzione in schiavitù e alla dhimmitudine, all'omicidio, al suicidio-omicidio, all'assassinio e allo sterminio di ogni diversamente religioso, areligioso e pensante della terra che non si sottometta ai suoi seguaci e al loro orrendo idolo Allah.

A chi esalta e santifica l'invasato criminale Maometto!
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano è santificare il male, un mettersi dalla parte di ciò che di più maligno esista sulla faccia della terra.
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano dichiarandoli elevatori di spiritualità e portatori di umanità, di amore, di pace, di fratellanza, di giustizia, di cultura e di civiltà significa ingannare e illudere l'umanità intera specialmente quella che soffre a causa dell'Islam e che vorrebbe potersi difendere e liberare da tutto ciò;
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano è farsi demenzialmente, irresponsabilmente e vilmente complici del male, e costituisce di per sé un grave crimine contro l'umanità.

Maometto (santo o criminale terrorista ?)
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2030

L'uso degli assassinii per conseguire obbiettivi politico/religiosi ha avuto un ruolo importante durante tutta la storia dell'Arabia e dell'espansione Islamica, e la parola "assassino" trae origine dalla lingua araba (حشّاشين).
Questa lista contiene i risultati e le ragioni per le uccisioni mirate e gli assassinii ordinati o sostenuti dal Profeta Maometto, così come le fonti primarie che parlano di questi avvenimenti.
https://wikiislam.net/wiki/Lista_degli_ ... a_Maometto

Islam, Maometto, Allah, Corano e Sharia sono orrore e terrore
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2644

Maometto, il Corano, Allah e i maomettani cos'hanno di buono? Nulla!
Ma cosa mai hanno da rivelare, insegnare e da trasmettere di buono, di vero, di giusto e di bello Maometto, il Corano, Allah e i maomettani, all'umanità intera e ai non maomettani? Nulla assolutamente nulla
!
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6123975281
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2850

Maometto e Totò Riina, quali differenze?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2699
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5874201743




Ecco cos'è il Corano e il suo Islam

I versetti satanici del Corano sono centinaia,

i peggiori sono quelli che riguardano la demenziale presunzione idolatra che Allah sia il vero Dio e che Maomettto sia l'ultimo profeta di Dio e che il Corano sia la parola increata di Dio e questi sono i peggiori di tutti perché su di essi si fonda il suprematismo, l'assolutismo e il totalitarismo nazi maomettano e la convinzione fideistica che l'Islam sia il valore religioso e la legge divina assoluta per la quale valga la pena di morire e per la quale si può uccidere i non islamici, i non più islamici e sterminare i popoli che non si assoggettano all'Islam, che si oppongono all'Islam e che non ne vogliono sapere nulla di questa demenziale ideologia religiosa.

Versetti che riducono l'uomo e l'umanità in condizione di schiavitù degrandante, deprimente, desolante, disperante, alienante, schiava di una di una mostruosa divinità vuota e che si compiace del suo orrido vuoto umano, a cui l'umanità si deve sottomettere e in cui viene privata del libero arbitrio e della libera iniziativa.

Poi vi sono i versetti satanici che riguardano le ritualità maniacali e ossessive delle pratiche cultuali comprese le preghiere che offendono i non mussulmani e che inducono al loro disprezzo e al razzismo ideologico-teologico religioso.

Poi vi sono i versetti satanici che riguardano il modo di porsi e di trattare i non mussulmani e gli atei in cui si promuove la guerra di supremazia religiosa, di proselitismo violento e coatto, la depredazione e la schiavitù. l'uccisione e lo sterminio, la dhimmitudine e la menzogna nei rapporti sociali e politici con i non islamici.

Poi vi sono i versetti satanici che riguardano la donna e la sua inferiorità e schiavitù e per cui è stato ucciso Theo van Gogh e perseguitato con minaccia di morte Salman Rushdie.

Poi vi è tutto il resto che mantiene nella violenza teocratica e nel sottosviluppo civile, culturale ed economico i paesi del Mondo in cui il nazismo maomettano è al potere.

Basta entrare in un moschea e vi si trova un'umanità prostrata al vuoto assoluto e orrendo di un idolo mostruoso costituito dalle demenziali e assurde parole del Corano inventate da un invasato predone assassino chiamato Maometto.


Chiamare santo il Corano è come chiamare santo il Mein Kampf, una demenzialità assoluta, un controsenso assurdo; è un santificare il male.
Non si può assolutamente definire santo un libro che prescrive, istiga, induce, promuove e ordina il disprezzo, la discriminazione, la depredazione, la schiavitù, la dhimmitudine, l'odio, la violenza, la minaccia, la menzogna, il ricatto, l'omicido, il suicidio omicidio e lo sterminio dei diversamente religiosi non maomettani, degli apostati e dei diversamente pensanti come gli atei e tutti gli altri.

non debbono essere violente, minacciose, intimidatorie, costrittive, ricattatorie;
non debbono promuovere e indurre alla discriminazione, alla depredazione, al disprezzo, alla schiavitù, alla dhimmitudine, all'odio, al suicidio, all'omicido, allo sterminio;
non debbono trasformare gli uomini in mostruosità acritiche, fanatiche, ossessionate, criminali, disumane;
non debbono generare conflitti etnici, civili, religiosi e politici sia nazionali che internazionali;
non debbono come esempi esaltare figure criminali di assassini, predatori, bugiardi, sterminatori, invasati;
devono promuovere la pace, la fratellanza, la responsabilità, la proprietà, la libertà di parola di pensiero e di critica, la solidarietà volontaria e non forzata;
debbono rispettare i paesi, i popoli, le comunità, le etnie, le culture, le tradizioni e accettare tutte le diversità che promuovono la vita e il bene e che sono compatibili con i valori, i doveri e diritti umani naturali universali, civili e politici.
Se il nazismo hitleriano e Hitler rientrano in questa casistica e vanno giustamente banditi dal consesso civile, allo stesso modo dovrebbero essere banditi anche il nazismo maomettano e Maometto perché sono mille volte peggio.
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Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e cristiano)

Messaggioda Berto » sab ott 31, 2020 8:17 am

EYES WIDE SHUT
Niram Ferretti
20 settembre 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Era ontologicamente anti-israeliana, intossicata fino alle midolla dall'ideologia, Rossana Rossanda, fondatrice de Il Manifesto, di cui si piange, non qui, la scomparsa.

Per lei lsraele era persino colpevole di essersi difeso, nel 1967 dal tentativo arabo di annientarlo. Scrisse che la difesa di Israele fu "guerra preventiva" e "lacerazione del diritto internazionale".
Il diritto di annientare gli ebrei, da parte araba, evidentemente andava bene.
Per lei a Taba, nel 2001, dopo il fallimento di Camp David nel 2000, quando Ehud Barak aveva praticamente ceduto ad Arafat tutto il possibile, ma ad Arafat non poteva ancora bastare, Israele avrebbe dovuto acconsentire.
Solo acconsentendo, da parte di Israele, ai desiderata arabi, si arriverà alla pace, vecchio e logoro mantra di sinistra.
Per lei Gaza era "un risultato della politica che Sharon ha abbandonato troppo tardi".
Certo, se invece del 2005 Israele avesse sloggiato prima sarebbero sorte rose e fiori. Probabilmente anche in Cisgiordania. Bisognava forse, dopo una guerra di aggressione araba, quella che la Rossanda attribuiva a Israele per avere osato difendersi, restituire tutti i territori ai vinti.
Al di là di Israele, che fa sempre testo, eccome se fa testo, la Rossanda è stata tutta la vita dalla parte sbagliata della storia con micidiale e granitica perseveranza.
Il suo epitaffio potrebbero essere queste terribili parole scritte da Arthur Koestler, "Avevo occhi per vedere, e una mente condizionata per eliminare ciò che essi vedevano"
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Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e cristiano)

Messaggioda Berto » sab ott 31, 2020 8:18 am

NEL FANGO (RITORNO A CASA)
Niram Ferretti
30 ottobre 2020

https://www.facebook.com/giovanni.tarei ... 6586757665

E dunque, Jeremy Corbyn, il leader che fu del Labour party viene sospeso dal suo partitoin quanto, come recita la motivazione della sospensione, si è reso responsabile "di discriminazione e vessazione" nei confronti di membri ebrei iscritti al partito. "C'era una cultura nel partito laburista che, nel migliore dei casi, non ha fatto abbastanza per prevenire l'antisemitismo e, nel peggiore, sembrava accettarlo".
E una umiliazione ben pesante per chi si è rischiato diventasse primo ministro e che è stato sonoramente sconfitto alle ultime elezioni conducendo il partito che aveva estremizzato, con, come focus della sua politica estera un antisionismo virulento, al suo peggiore risultato in decenni.
Questa sospensione conferma, se ce ne fosse bisogno, ciò che era già palese e che un paio di anni fa fece dichiarare all'ex Gran Rabbino di Inghilterra, Lord Jonathan Sacks, uomo noto per la sua pacatezza, che Corbyn era un antisemita.
Di lui, nel mio ultimo libro, tra le altre cose ho scritto:
"Jeremy Corbyn rappresenta in modo emblematico, caricaturale e inquietante le posizioni dogmatizzate dell’estrema sinistra inglese (e non solo, ovviamente) degli anni ’70. 'Fu questo il periodo, scrive Robert Wistrich, 'quando la nuova sinistra britannica (in parte influenzata dalla propaganda sovietica e terzomondista), iniziò sistematicamente a descrivere Israele come uno ‘stato colonialista’'. Il sessantaseienne Corbyn è compiutamente un prodotto di quel periodo, di cui condensa nella sua persona l’oltranzismo ideologico e conseguentemente, l’assoluta cecità di fronte alla realtà. Ad essa, come tutti gli ideologhi, il segretario del partito laburista preferisce la consolidata fiction confezionata a Mosca dopo la crisi di Suez del 1956, di Israele come propaggine dell’imperialismo e degli arabi come popolazione autoctona dispossessata della loro terra (solo otto anni separano questo nuovo corso politico russo dal discorso del delegato sovietico Andrei Gromyko alle Nazioni Unite a difesa del diritto degli ebrei ad avere un loro stato). Fiction mai divenuta egemone all’interno del partito e appunto appannaggio di esponenti di frangia, considerati di nessun rilievo, come di fatto è stato lo stesso Corbyn durante i trentacinque anni della sua attività parlamentare. Ma il margine si è spostato, avanzando impensabilmente al centro della scena".
"Mi riterrò soddisfatto solo il giorno in cui il Labour non sarà più associato alla parola antisemitismo: ma la strada è lunga. Chi ha negato questo problema, è parte del problema" ha dichiarato l'attuale segretario del partito, Sir Keir Starmer.
Sì, la strada è lunga, ma se il buongiorno si vede dal mattino, questo è sicuramente un buon inizio.
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Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e cristiano)

Messaggioda Berto » mer dic 16, 2020 7:45 am

Da quando Giannini è diventato direttore de la stampa, il quotidiano torinese sembra voler fare concorrenza al concittadino fatto quotidiano di Travaglio.
Ieri è stato pubblicato un articolo di Sabadin sul Mossad che, di sicuro, sarà piaciuto non poco agli odiatori di Israele, e già mi vedo qualcuno che lo citerà nell’aula magna dell’ateneo torinese.
Emanuel Segre Amar

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 1560900265

L’amico Ma Fra ne ha fatto un ottimo commento, da persona attenta e colta:
L'articolo di Vittorio Sabadin dal titolo "Gas, dentifrici avvelenati, lavaggi del cervello: come uccide il Mossad", pubblicato su "La Stampa" il 7 dicembre 2020 suscita in me qualche perplessità.
https://www.lastampa.it/topnews/primo-p ... 1.39631262

Se parlare (o scrivere) di Israele non è mai facile, i toni sensazionalistici sono forse i meno adatti a un inquadramento obiettivo delle situazioni, e soprattutto a promuoverne la conoscenza presso un pubblico ampio, che legge i giornali per conoscere e comprendere la realtà, per formarsi una opinione.
Anche il titolista cade in tentazione e preme sul pedale dell'acceleratore con una soluzione pirotecnica. Qualcuno dirà: "È la stampa, bellezza!", ma il rischio diventa quello di confondere uno dei servizi di intelligence di Israele (più famoso degli altri due con cui pure collabora, Shin Bet e Aman), con i servizi di altri Paesi dalle consuetudini democratiche ben meno consolidate rispetto a quanto accada nello stato ebraico.
L'idea che si fa uno leggendo il testo dell'articolo pubblicato su "La Stampa" è che il più noto servizio di intelligence del mondo sia una specie di pistolero che si muove nell'ombra, ovunque e secondo il proprio totale arbitrio, per far fuori i propri obiettivi.
Eppure proprio la lettura del bellissimo libro di Ronen Bergman "Uccidi per primo", doverosamente citato e attinto per riportare i casi più eclatanti, a chi abbia la costanza di affrontare le quasi 800 documentatissime pagine, offre un quadro ben più articolato.
Con toni ben diversi e con profonda onestà intellettuale, i servizi di intelligence di Israele sono presentati da Bergman nel loro evolversi all'interno di una storia estrema, quella di uno Stato la cui esistenza è stata minacciata fin dal giorno della sua nascita. Si parla dei metodi, dei successi, ma anche dei fallimenti e degli errori. Della competizione interna, della differenza sostanziale tra la visione militare e quella politica, entrambe indispensabili ed entrambe con la tendenza potenziale a prevaricarsi reciprocamente, sempre alla ricerca di un equilibrio difficilissimo. Ancora, si guida il lettore a comprendere come una vittoria tattica possa tramutarsi in una sconfitta strategica, benché spesso ciò si sveli soltanto col senno di poi.
Insomma una visione un po' più complessa, a tutto tondo e molto umana degli uomini coraggiosi e geniali che hanno dedicato e dedicano la propria vita alla sicurezza del proprio Paese e del proprio popolo sparso per il mondo, senza dimenticare di porgere un contributo significativo e talvolta risolutivo alla causa dell'Occidente.
Invece dallo schizzo tracciato da Sabadin sembra emergere la silhouette vagamente cinematografica di un servizio segreto fatto di James Bond acrobati, dotati di supertecnologie e onnipresenti dietro travestimenti e barbe posticce. Ciò sembra francamente non rendere giustizia all'enorme lavoro di chi cerca con tenacia di salvaguardare il principio etico pur in contesti connotati da violenza estrema, alle infinite attese per intervenire cercando di non pregiudicare vite innocenti, camminando sul filo acrobatico delle tempestose relazioni internazionali ove tutto è in precario equilibrio e in perpetuo movimento. Sicuramente al di là delle intenzioni dell'autore (è bene sottolinearlo), forse ne esce un ritratto pronto a essere esasperato ancora un po' in senso caricaturale, fino a farne una delle tante inquietanti icone del repertorio dell'antisemitismo.


https://www.informazione.it/a/087BF204- ... -il-Mossad
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