Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e cristiano)

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Messaggioda Berto » sab gen 25, 2020 7:49 pm

Europarlamentari della Lega ad Auschwitz: "Non basta onorare i morti, doveroso sostenere Israele"
Raffaello Binelli - Ven, 24/01/2020

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... jG4-6-Iv_o

In vista della Giornata della Memoria le deputate europee della Lega Susanna Ceccardi, Cinzia Bonfrisco e Mara Bizzotto hanno visitato il campo di sterminio di Auschwitz

Forte commozione al campo di sterminio di Auschwitz per le europarlamentari della Lega (gruppo ID) Susanna Ceccardi, Cinzia Bonfrisco e Mara Bizzotto."Come membri del Parlamento Europeo - dichiarano le tre deputate - abbiamo voluto fortemente organizzare questa visita per onorare il ricordo delle vittime dell’immane tragedia che settantacinque anni fa sconvolse l’intera Europa.

Episodi legati all’antisemitismo - proseguono - sono ancora frequenti ed attuali in molti dei paesi europei; per questo è doveroso sostenere lo stato di Israele, unico baluardo della democrazia in Medio Oriente a difesa da movimenti che inneggiano al fondamentalismo religioso ed all’intolleranza. Non basta il solo raccoglimento nel ricordo di tutti gli ebrei annientati nei lager".

Le tre esponenti della Lega sottolineano che "la barbarie della Shoah non solo ha annientato milioni di vite umane ma ha anche minato profondamente quelle identità culturali e religiose che avevano contribuito a far nascere quell’Europa giudaico-cristiana le cui radici identitarie ancora oggi sono trattate con indifferenza da alcune formazioni politiche della sinistra europea".

"Anche se non ci sono parole per descrivere i sentimenti che si provano davanti a tutto questo - concludono Ceccardi, Bonfrisco e Bizzotto - ognuno di noi deve essere testimone di questo messaggio affinché quei valori di libertà e democrazia sui quali si fonda l’Occidente possano continuare a sopravvivere, come sono sopravvissuti alla barbarie nazista, crescendo forti ogni giorno di più".


La vita impossibile degli ebrei in Francia, tra islamismo e antisemitismo
Roberto Vivaldelli
24 gennaio 2020

https://it.insideover.com/politica/la-v ... 6vmcx5yVBo

Islamismo fa rima con antisemitismo. Lo sanno bene gli ebrei francesi, che ogni giorno devono fare i conti con l’avanzata dell’islam radicale, soprattutto nelle periferie e nei sobborghi cittadini, interamente dominati dagli islamisti, com’è è emerso da un documento riservato inviato dal Ministro dell’Interno transalpino, Cristophe Castaner, ai vari prefetti, con la richiesta di convocare al più presto i gruppi di valutazione dei vari dipartimenti. Come già spiegato da Inside Over, il Dgsi, l’intelligence interna francese, ha mappato almeno 150 banlieue che sarebbero attualmente in mano all’islam radicale. No-go zone dove lo stato è totalmente assente e dove la vita per gli ebrei è diventata impossibile.

È solo l’ultima conferma di una situazione che si fa davvero allarmante. Come riporta lo Spectator, gli attacchi antisemiti nel 2018 sono aumentati del 74% rispetto all’anno precedente e le cifre per l’inizio del 2019 hanno rivelato un aumento del 78% rispetto allo stesso periodo del 2018. “Gli ebrei, che rappresentano meno dell’uno per cento della popolazione, sono soggetti a più della metà degli atti razzisti commessi in Francia”, ha dichiarato Francis Kalifat la scorsa settimana. Kalifat, che è presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia (Crif), ritiene inoltre che il numero di vittime sia più elevato. “Molte persone non sporgono denuncia”, ha osservato. “O perché non serve a niente o perché temono rappresaglie”.


55.000 ebrei hanno già lasciato la Francia

I numeri dell’antisemitismo in Francia fanno davvero impressione. Dodici ebrei sono stati uccisi specificamente a causa della loro religione dal 2003 ad oggi. La vittima più recente è Sarah Halimi nel 2017, picchiata a morte dal suo vicino musulmano, Kobili Traoré. Secondo quanto riferito, Traoré e la sua famiglia avevano insultato l’anziana donna ebrea in numerose occasioni e l’assassino ha ammesso che vedere un candelabro ebraico e un libro di preghiere ebraiche nell’appartamento di Halimi aveva scatenato l’aggressione mortale. Peccato che poi, nonostante l’efferatezza dell’omicidio, i giudici del tribunale lo abbiano in parte graziato, poiché non era a conoscenza “degli effetti negativi” dell’abuso di cannabis.

La verità è che, come racconta lo Spectator, gli ebrei in Francia si sentono abbandonato a loro stessi. Negli ultimi anni circa 55.000 ebrei hanno lasciato la Francia per Israele, soprattutto da Parigi e Marsiglia. Ad Aulnay-sous-Bois, un quartiere vicino a Saint-Denis nel nord di Parigi, il numero di famiglie ebree è sceso da 600 a 100 negli ultimi anni. Rimangono appena 460.000 ebrei in Francia, che con l’avanzare dell’islamismo nel Paese, rischiano di essere sempre meno.


L’allarme di Finkielkraut: “L’antisemitismo è di sinistra”

Alain Finkielkraut, uno dei più importanti filosofi e intellettuali francesi, è intervenuto di recente per lanciare l’allarme sull’avanzata dell’antisemitismo e dell’islamismo nel Paese. “In Francia l’antisemitismo fa parte dell’estrema sinistra e di una parte crescente della popolazione con un background migratorio”, ha dichiarato alla rivista tedesca Der Spiegel. “È particolarmente preoccupante che l’estrema sinistra difenda l’Islam radicale e antisemita per due ragioni: ideologicamente, perché per loro i musulmani sono i nuovi ebrei; ma anche per ragioni tattiche, perché oggi ci sono molti più musulmani che ebrei in Francia. Quindi, anche l’islamismo di sinistra ha un futuro, e ne ho timore”. “L’antisemitismo non è una cosa del passato, ha anche un futuro”, ha detto Finkielkraut.

È evidente che la sinistra che parla di antisemitismo senza condannare con fermezza l’islam radicale non può essere credibile. Il caso francese è emblematico.


Gino Quarelo
Non è l'islamismo a far rima con l'antisemitismo e ad essere antisemita anche nella sua versione antisionista e antisraeliana ma l'Islam di Maometto e da Maometto in poi in quanto tale, poiché esso l'Islam se fosse diverso dall'Islamismo e dall'esempio e dalle prescrizioni coraniche di Maometto non sarebbe più Islam.
Maometto era antisemita, anticristiano, anti ogni diversamente religioso e pensante, un criminale peggio di Hitler e i suoi seguaci hanno sempre fatto come lui e come prescritto dall'orrendo e demenziale Corano, così da 1400 annii. Bisogna fermarli una buona volta e bandirli da tutta la terra e se occorre combatterli fino alla morte.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e cristiano)

Messaggioda Berto » dom gen 26, 2020 10:36 am

La sinistra italiana e gli ebrei
Moked Valentino Baldacci
23 gennio 2020

http://moked.it/blog/2020/01/23/la-sini ... AIhOzPLPWU

Appena pubblicato, il libro di Alessandra Tarquini (La sinistra italiana e gli ebrei. Socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1892 al 1992, Il Mulino, Bologna, 2019)) è stato oggetto di una serie di significative recensioni sui più importanti quotidiani italiani. Segno non solo del valore dell’opera ma della persistente attualità del tema il cui interesse travalica il campo degli studi storici, al quale appartiene, prima di tutto, questo lavoro.
Molti sono i meriti del lavoro di Alessandra Tarquini. Partirei dal fatto che è il primo studio complessivo sul tema dei rapporti tra la sinistra italiana e gli ebrei. Molti sono stati – soprattutto negli ultimi anni – gli studi su aspetti particolari di questo rapporto, in larga misura dedicati agli ultimi settanta-ottanta anni, da quando cioè due eventi- entrambi, nel loro ambito, sconvolgenti – hanno radicalmente modificato i termini del problema: la Shoah e la nascita dello Stato d’Israele. Ma nessun storico si era finora deciso a tentare una sintesi che abbracciasse l’intero secolo che va dalla nascita del Partito Socialista Italiano alla sua scomparsa che coincide, più o meno, con la fine dell’altro protagonista della storia della sinistra italiana, il Partito comunista.
Bisogna sottolineare che avere affrontato in maniera complessiva il tema del rapporto tra sinistra ed ebrei non ha solo l’evidente pregio della completezza: fermarsi a questo aspetto significherebbe non comprendere pienamente il significato della scelta di Tarquini di partire dalla fine dell’Ottocento per risalire fino ai nostri giorni. Partire dalle origini ha significato comprendere che certi aspetti, anche attuali, delle difficoltà del rapporto tra i due termini del problema erano presenti fin dall’inizio ed hanno continuato ad agire per l’intero secolo.
Il primo di questi aspetti – anzi, il nodo centrale del rapporto – è costituito, vorrei dire naturalmente, dal tema dell’assimilazione. Continuando la tradizione del Risorgimento i socialisti erano senza esitazione per la soluzione della questione ebraica per mezzo dell’assimilazione, posizione che li portava non soltanto a non comprendere e quindi a rifiutare la proposta del nascente sionismo ma, soprattutto, a non comprendere la specificità dell’ebraismo. L’incomprensione da parte della sinistra – ma certamente non solo della sinistra – della specificità dell’ebraismo – questo dono prezioso per l’intera umanità – è in realtà il filo rosso che lega tutto il lavoro di Tarquini.
Ma bisogna anche dire che la prospettiva assimilazionista era condivisa alla fine dell’Ottocento – e lo è stata fino alla metà del Novecento – da larga parte dell’ebraismo italiano. Come avrebbero potuto i socialisti andare contro questa tendenza appoggiando un movimento, il sionismo, che non capivano, di cui coglievano solo gli aspetti nazionalistici, e, in certi casi, fraintendendo, quelli religiosi? D’altra parte gli stessi ebrei italiani, pur mantenendo una loro identità religiosa, non mettevano in discussione la loro appartenenza al popolo italiano; anzi, in seguito al Risorgimento che aveva sancito l’emancipazione, la esibivano con fierezza. Questo senso di appartenenza nazionale costituiva la premessa, e in certi casi il primo passo, per la scelta da parte di alcuni verso la completa assimilazione che non coinvolse la maggioranza degli ebrei italiani ma che rimase sempre, fino alla metà del Novecento, una prospettiva possibile.
Ulteriore merito – e non minore – di Tarquini è quello di aver messo in evidenza che tutte queste problematiche, lette in chiave italiana, avevano un’origine e una prospettiva europea sia nelle opere dei classici del marxismo e dei teorici della II Internazionale sia nella prassi del movimento operaio europeo.
Non seguiremo Alessandra Tarquini in tutto il resto del volume, nella parte dedicata al periodo tra le due guerre mondiali e poi – soprattutto – a quella – la più ampia e la più ricca – nella quale viene affrontata la linea seguita dal PSI e dal PCI dopo la nascita dello Stato d’Israele. Invitiamo naturalmente i lettori a farlo, e a farlo con attenzione, perché ritroveranno tutti i temi che ancora oggi sono alla base del rapporto tra sinistra ed ebrei in Italia, e non solo.
Per parte nostra ci soffermeremo in questa sede su due aspetti che ci sembrano di particolare interesse, anche per l’oggi.
Il primo riguarda la persistenza dell’ambiguità, e spesso l’ostilità, della sinistra italiana – in tutte le sue attuali espressioni – nei confronti dello Stato d’Israele, precisando che per sinistra intendiamo non solo il PD e gli altri gruppi politici alla sua sinistra come LEU o SI, ma anche quella che viene chiamata la “sinistra diffusa” che comprende sia i gruppi più estremistici come molti Centri sociali o le piccole organizzazioni esplicitamente filopalestinesi, sia, soprattutto, buona parte del mondo della cultura e dell’informazione: parte rilevante degli intellettuali e degli accademici, molte case editrici, molti giornalisti che operano sia nel mondo della arta stampata che nelle radio e nelle televisioni.
Tutto questo mondo – con numerose e qualificate eccezioni – ha una posizione, come abbiamo detto, o ambigua o sostanzialmente ostile allo Stato d’Israele, una posizione che naturalmente tende a spingere una parte rilevante degli ebrei italiani verso un sostegno alla destra rovesciando un comportamento in senso opposto che si era manifestato a partire dalla fine della II guerra mondiale. Ma la domanda che dobbiamo porci è se questa ostilità è il frutto di analisi della realtà attuale o se piuttosto esprime la persistenza di atteggiamenti politici e ideologici precedenti, risalenti ad altri momenti della storia d’Italia.
Come ricostruisce con accuratezza Tarquini, il PCI è stato a partire dalla fine degli anni ’40 e dall’inizio degli anni ’50 fortemente ostile allo Stato d’Israele, seguendo, come era prassi nel movimento comunista internazionale, la linea politica dell’Unione Sovietica e trascinando con sé, almeno fino all’inizio degli anni ’60, il PSI che solo con il recupero della propria autonomia politica modifica la sua posizione anche nei confronti dello Stato ebraico, una modifica che ha il suo culmine in occasione della guerra dei Sei giorni che, non a caso, coincide con la riunificazione – peraltro effimera – con il PSDI che era sempre stato filoisraeliano.
Con la crisi italiana – ma anche internazionale – dell’inizio degli anni ’90, la scomparsa, almeno nominale, del PCI e quella, più sostanziale, del PSI, si sarebbe potuto pensare che, nei quasi trenta anni che ci separano da quegli eventi, il comportamento della nuova (ma forse non rinnovata) sinistra italiana verso Israele si sarebbe modificato. In parte ciò è stato vero ma solo per alcune singole figure; si pensi in particolare a Matteo Renzi e ai suoi sostenitori: nel suo complesso la sinistra italiana – nel senso sopra precisato – ha continuato a essere ostile allo Stato d’Israele.
La domanda che ci poniamo è se questa continuità sia attribuibile soltanto alla persistenza, in particolare all’interno del PD, di aspetti provenienti dalla cultura politica del PCI oppure se agiscano anche altre componenti politiche e culturali.
La mia ipotesi è che in realtà sia presente ancora oggi, nella sinistra italiana, una componente politica e soprattutto culturale che ha origine in quella che fu chiamata la Nuova Sinistra e che agì in profondità sull’identità non solo della sinistra ma dell’intera società italiana a partire dal 1968 e poi negli interi anni Settanta, continuando poi a esercitare la sua influenza nei decenni successivi e i cui cascami giungono fino ai nostri giorni.
Poiché sto parlando di un periodo successivo a quello racchiuso nei limiti temporali del lavoro di Alessandra Tarquini, non ho intenzione di trascinarla in questa mia interpretazione. Ma non posso non ricordare che Tarquini ha dedicato molte pagine, e molto convincenti, all’influenza che negli anni che ho ricordato esercitò sulla sinistra italiana la Scuola di Francoforte e in particolare Herbert Marcuse che diventò moneta corrente non solo di alcuni intellettuali ma dell’intero movimento – che fu un movimento di massa – conseguente al ’68.
Se si pensa che una componente essenziale di quel movimento fu l’antimperialismo e l’elaborazione di una cultura che faceva perno sull’individuazione dei popoli e dei Paesi del Terzo Mondo come soggetti rivoluzionari, con una particolare predilezione verso il movimento palestinese, si capisce come il permanere dell’ostilità pregiudiziale verso lo Stato d’Israele, caratteristica di quel movimento, metta in evidenza la persistenza di elementi di quella cultura fino ai nostri giorni. D’altra parte elementi di quella cultura erano penetrati in profondità, negli anni ’80, anche all’interno del PCI, nonostante le iniziali resistenze, e non può perciò stupire che si siano travasati nel PD e ancor più nei gruppi che si collocano più a sinistra.
L’ultimo punto che intendo toccare è quello della svolta del PSI, e in particolare di Bettino Craxi, nell’atteggiamento verso lo Stato di Israele. Quello della svolta è anche il titolo di un paragrafo del lavoro di Tarquini ma poiché anche in questo caso, e ancor più del caso precedente, intendo esporre una mia interpretazione, non intendo coinvolgerla, assumendomi la piena responsabilità di quello che sto per scrivere. D’altra parte la fecondità di un lavoro si misura proprio dagli stimoli che riesce a suscitare provocando riflessioni di segno anche diverso da quello dell’autore.
Il Partito Socialista unificato era stato al fianco di Israele in occasione della guerra dei Sei giorni, in contrapposizione al PCI. L’anno successivo, il 1968, dopo il deludente risultato elettorale, PSI e PSDI tornarono a dividersi, ma questo non significò, per il PSI, il ritorno automatico a posizioni antiisraeliane. Persisteva una forte corrente autonomista, sulla quale esercitava la sua influenza il vecchio Pietro Nenni, che mantenne una posizione equilibrata nei confronti della situazione mediorientale, anche se si manifestò una sinistra interna che con varie sfumature assunse una diversa posizione per quanto riguardava il conflitto israelo-palestinese. Soprattutto, in particolare nel periodo in cui alla guida del partito era Francesco De Martino, si manifestò su questo tema una forte ambiguità, riflesso della più generale ambiguità del PSI in quella fase.
Accanto a Pietro Nenni era cresciuto a Milano un giovane dirigente, Bettino Craxi che veniva anche dall’esperienza delle organizzazioni universitarie come l’UGI (Unione Goliardica Italiana), di indirizzo laico-socialista, spazzate via dall’onda del ’68.
Craxi aveva una posizione nettamente autonomista e divenne rapidamente uno dei più influenti dirigenti del partito finché nel 1976, con un’abile operazione politica che coinvolse la sinistra del partito, riuscì a farsi nominare segretario. La sua politica era centrata sul tentativo di sollevare il PSI dalla posizione di subalternità nei confronti sia della DC che del PCI per far sì che il PSI potesse avere un ruolo autonomo, al centro della politica italiana.
Nei confronti dello Stato d’Israele Craxi aveva sempre manifestato un chiaro appoggio, accompagnando Nenni in una visita in Israele che lo mise in contatto con i dirigenti laburisti israeliani, e mantenne questa posizione anche dopo che era stato eletto segretario del partito. D’altra parte un elemento essenziale della sua politica era la concorrenza a sinistra che comportava una crescente contrapposizione con il PCI, una contrapposizione che non poteva non riflettersi sul rapporto con lo Stato d’Israele.
E’ perciò apparentemente inspiegabile l’improvviso e totale voltafaccia compiuto da Bettino Craxi su questo punto, con il manifestarsi di un appoggio senza riserve verso l’OLP e di una crescente ostilità verso lo Stato ebraico. Di solito si pensa, a questo proposito, all’episodio del dirottamento dell’”Achille Lauro” e alla conseguente crisi di Sigonella che risale all’estate del 1985. In realtà, come evidenzia anche Alessandra Tarquini, la svolta risale all’inizio del 1980 e fu una svolta improvvisa e immotivata che si manifestò, in particolare, con l’uso di un linguaggio di inusitata violenza nei confronti dello Stato d’Israele, un linguaggio mai prima d’allora usato dal leader socialista e non giustificato da eventi particolarmente rilevanti: alla guerra del Libano mancavano ancora due anni.
Come si spiega questa svolta? E’ singolare che negli infiniti dibattiti – che si sono rinfocolati in questi giorni – volti a condannare o al contrario ad esaltare o comunque a rivalutare la figura di Craxi questo punto sia rimasto non solo senza risposta ma addirittura la domanda stessa non sia stata formulata.
La risposta più semplice sarebbe quella che Craxi aveva cambiato opinione per ragioni politiche, maturate in tempi più o meno lunghi. Ma è una riposta troppo semplicistica che urta contro almeno due considerazioni. La prima, evidente, che questa svolta contraddiceva la linea politica generale di contrapposizione al PCI, sostenitore senza riserve dell’OLP. Parlare di concorrenza a sinistra su questo tema non è convincente, anche perché, su altri temi ancor più dirimenti, il PSI di Craxi non esitò a esercitare la concorrenza a sinistra non assumendo la stessa posizione del PCI ma al contrario scegliendo una linea opposta.
Inoltre c’è da considerare che un capovolgimento così totale non si manifesta in modo improvviso ma è preceduto da segnali, da fasi nelle quali la modifica della posizione si manifesta, magari anche in tempi brevi, ma mai così bruscamente come avvenne nel caso di Craxi.
Quale può essere allora la spiegazione? Finora non ci sono documenti che possano fornirla e forse non ce ne saranno mai. Però, poiché il problema resta, si possono fare delle ipotesi, basate soprattutto sulla riflessione sul momento che il PSI di Craxi stava attraversando, caratterizzato dalla sua ricerca di sostegni di ogni genere, non solo alla sua politica ma in particolare alla organizzazione del partito, che stava diventando elefantiaca e assai costosa. Di più, allo stato dei fatti, non si può dire, ma la domanda resta e non può essere elusa.
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Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e cristiano)

Messaggioda Berto » dom gen 26, 2020 11:55 pm

In 40 a Gerusalemme più Macron
Commento di Deborah Fait
Informazione Corretta
26 gennaio 2020

http://www.informazionecorretta.com/mai ... d.facebook

Quei 40 presidenti, re e principi arrivati a Gerusalemme per portare il loro tributo alla Memoria della Shoah, non mi hanno provocato nessun tipo di commozione, anzi, direi di aver provato più che altro un leggero fastidio. Non voglio sminuire la buona volontà che forse qualcuno tra essi può aver provato ma non posso fare a meno di pensare che questi 40 sono gli stessi che poi strisciano e scodinzolano davanti a chi vuole polverizzare Israele. Sono gli stessi che coccolano Abu Mazen anche se dal suo partito Fatah è arrivata la proposta di ammazzare qualcuno per evitare le celebrazioni allo Yad vaShem. Lo stesso Fatah di Abu Mazen che ha rilasciato un video su Facebook in cui ricorda tutte le accuse agli ebrei scritte sul falso zarista "I protocolli dei savi di Sion". Itamar Marcus lo spiega bene in un suo articolo sul JP. https://www.jpost.com/Opinion/Palestini ... ity-614876 .

Abu Mazen, che Papa Francesco ama tanto e che il mondo vizia quasi quanto faceva con il suo predecessore, assassino seriale, Arafat, spiega personalmente e periodicamente, il motivo dell'odio antisemita dovuto, secondo il boss palestinese, esclusivamente al sordido comportamento degli ebrei nel mondo intero.
Ogni 27 gennaio io mi chiedo a cosa servono le commemorazioni internazionali se, passata quella data, dal giorno successivo, il mondo intero si scaglia contro Israele e dall'Europa gli ebrei continuano a scappare?
La Memoria è sacrosanta e non esiste ebreo che non la senta nel proprio Dna ma la Memoria deve essere accompagnata dalla presa di coscienza, dal riconoscimento di ciò che è e rappresenta Israele per gli ebrei e per il mondo intero. Non mi interessa che il mondo parli dei 6 milioni di ebrei ( che, guarda caso, ogni anno diventano meno ebrei, li chiamano vittime, la parola ebreo, come identità, è sempre più dimenticata), se poi, per il resto dell'anno, accetta che si parli di Israele come entità da eliminare con una seconda e definitiva Shoah. Non mi interessano quei 40 personaggi a Gerusalemme dal momento che nessuno tra loro riconosce la città come capitale dello stato ebraico. Quale siano i veri sentimenti nei confronti di Israele lo ha dimostrato Macron che, dall'alto della sua grandeur, ha dimenticato per un momento l'ipocrisia dei sorrisi e delle finte lacrime, e con un impeto pieno di rabbia, si è scagliato contro la sicurezza israeliana che aveva il compito di proteggerlo.
Altro che convegno mondiale sulla Shoah , altro che celebrazioni per i 75 anni dalla liberazione di Auschwitz, il presidente francese ha dato sfogo a tutta la sua ira nel momento in cui un agente della sicurezza israeliana è entrato all'interno della chiesa di Sant'Anna, considerata territorio francese. Credo che non avrebbe osato fare una simile sceneggiata in nessun altro paese al mondo. In Israele si, senza nessun rispetto. Il portavoce ha poi dichiarato che Macron si è scusato per la sua esplosione rabbiosa ma le sue scuse lasciano il tempo che trovano, può rimettersele in tasca e imparare l'educazione. Se fosse stato colpito durante quella visita cosa sarebbe accaduto? La guerra e non solo guerra diplomatica. L'accaduto ricorda quell'altro presidente francese, Jacques Chirac, che nel 1996, durante la visita alla città vecchia di Gerusalemme, si era messo a urlare contro i nostri soldati che lo scortavano "Andate via di qua, questo non è vostro territorio". Naturalmente, dopo quella sceneggiata, Chirac se ne è tornato a Parigi senza essere ricevuto dal Primo Ministro di Israele, Netanyahu. Come era accaduto con Chirac, così Macron si è conquistato in un sol colpo le simpatie di tutto il mondo arabo e la riconoscenza eterna degli arabi palestinesi per i quali ogni disconoscimento della sovranità israeliana su Gerusalemme è un regalo. Dalle notizie arrivate dalla Francia non sembra che l'arroganza di Emmanuel Macron sia stata molto apprezzata dagli ebrei francesi che vivono una situazione allarmante a causa dell'antisemitismo che ha raggiunto limiti assurdi e dell'assenza totale dello stato in almeno 150 distretti ove vige la sharia e dove la violenza è padrona. I numeri degli attacchi antisemiti in Francia fanno paura, già 55.000 ebrei sono scappati, chi in Israele chi in Canada, si sentono abbandonati e la Francia rischia di diventare judenrein.

Una Francia priva della cultura ebraica e della cultura cristiana, una Francia in balia dell'islam sarà l'inizio della fine per l'Europa intera.
Alain Finkielkraut ha dichiarato recentemente a Der Spiegel “È particolarmente preoccupante che l’estrema sinistra difenda l’Islam radicale e antisemita per due ragioni: ideologicamente, perché per loro i musulmani sono i nuovi ebrei; ma anche per ragioni tattiche, perché oggi ci sono molti più musulmani che ebrei in Francia. Quindi, anche l’islamismo di sinistra ha un futuro, e ne ho timore”. “L’antisemitismo non è una cosa del passato, ha anche un futuro”, ha concluso il filosofo. Del resto sarebbe da sciocchi pensare che il virus putrido dell'antisemitismo che ha ammorbato generazioni dopo generazioni nel corso di 2000 anni, sia finito con la Shoah. L'odio per gli ebrei si autoricicla, secolo dopo secolo, per questo motivo quei 40 a Gerusalemme mi hanno lasciata indifferente, Fino al momento in cui il mondo occidentale non avrà il coraggio di condannare con forza l'islam radicale, l'odio antisemita palestinese e la propaganda della sinistra collusa con il terrorismo pagato da Abu Mazen, non vedremo mai un miglioramento nei rapporti tra ebrei e il resto del mondo.
L'antisemitismo di stampo nazista è tipico dei palestinesi , quello che parla quotidianamente nelle moschee, nei programmi ufficiali della TV, quello che si esprime con simili parole: " Il nostro profeta ci ha insegnato che alla fine dei tempi i musulmani combatteranno contro gli ebrei, e gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero e la pietra o l’albero diranno: musulmano, servo di Allah, c’è un ebreo dietro di me, vieni e uccidilo. Oh Allah, contali e uccidili uno per uno e non lasciarne nemmeno uno”. Chiunque, in occidente, accetti simile linguaggio è complice dei nazisti palestinesi, Abu Mazen in testa, ed è complice degli assassini di ebrei, in Europa e in America.
In Italia hanno ricominciato a scrivere "qui vivono ebrei", tra l’altro sulla porta di una partigiana non ebrea. Questo odio è come il serpente che si morde la coda, si passa da demonizzazione di determinati individui, gli ebrei, alla demonizzazione dello stato di Israele e cosi avanti, odio gli ebrei quindi odio Israele e siccome odio Israele allora continuo ad odiare gli ebrei. Come finirà la cerimonia allo Yad vaShem? Semplice, una parte dei 40 seguirà il cuore e il portafoglio e andrà a Ramallah a stringere la mano di Abu Mazen. Allora a cosa è servito? Al solito "Onoriamo gli ebrei morti anche perché potrebbe rimorderci troppo la coscienza ma lasciamo che quelli vivi vengano ammazzati e che a Israele venga negato il diritto ad esistere, come desiderano i cari amici palestinesi". Poi, il 27 gennaio, tutti ad Auschwitz per piangere di nuovo.
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Messaggioda Berto » lun gen 27, 2020 9:38 pm

Giorno della Memoria, Sicari (M5s) ricorda i «crimini di guerra israeliani in Palestina». Ricca: inopportuno
27 gennaio 2020

https://torino.corriere.it/politica/20_ ... siZxFc4Wm4

TORINO - Durante le celebrazioni per il Giorno della Memoria il presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari ha ricordato i «crimini di guerra nei territori palestinesi» lasciando perplessi molti esponenti politici in Sala Rossa. Non tutti si sarebbero aspettati un passaggio sulla questione medio orientale nella giornata dedicata alla Shoah. «Francamente - ha commentato l’assessore regionale Fabrizio Ricca - ritengo inopportune le parole proferite da Sicari che in un giorno di commemorazione come questo ha deciso di attaccare lo Stato di Israele parlando non della persecuzione degli ebrei ma di presunti ‘crimini di guerra’ commessi da Israele stesso».

L’esponente M5s in verità ha dapprima posto l’accento sulla «continua crescita dell’antisemitismo» in Europa e solo in seguito ha auspicato la possibilità di accertare i «crimini di guerra nei territori palestinesi», ricordando altresì che la procuratrice capo della Corte penale internazionale Fatou Bensouda «ha annunciato di avere aperto un’inchiesta sulla questione, convinta che crimini di guerra siano stati o vengano commessi in Cisgiordania, in particolare a Gerusalemme est, e nella Striscia di Gaza».

Il numero uno dell’Assemblea ha poi fatto presente che circa 1 europeo su 4, il 25% della popolazione, «nutre ‘forti attitudini negative’ verso gli ebrei»citando un’indagine sull’antisemitismo svolta in Europa, Canada, Sud Africa, Argentina e Brasile tra aprile e giugno del 2019 su commissione della Anti-Defamation League, organizzazione ebraica internazionale».
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Messaggioda Berto » gio mar 19, 2020 10:58 pm

Toh, i negazionisti della Shoah votano soprattutto a sinistra
Alberto Giannoni - Ven, 31/01/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... eQikItN0A0

I negazionisti? Sono soprattutto a sinistra. Qualcuno sarà sorpreso o deluso, ma il dato è certificato nel Rapporto Italia 2020, lo studio Eurispes che è stato presentato ieri e accolto con grande clamore, ma forse letto distrattamente dai soliti commentatori.

Contrariamente alla vulgata sull'allarme-fascismo infatti, dal rapporto emerge che la maggioranza dei negazionisti italiani non è affatto di destra, anzi più spesso è di centrosinistra o «grillina», e il fenomeno è netto.

Certo, gli esiti del 32esimo rapporto Eurispes sono preoccupanti. Lo studio - un volume di 200 pagine - sviscera questioni molto diverse tra loro. E grande attenzione ha riscosso, giustamente, il «capitolo» dedicato alla Shoah, anche perché il tema è tornato sotto i riflettori: si teme un ritorno di sentimenti ostili agli ebrei, e purtroppo questo rigurgito sembra confermato come un pericolo concreto. Gli stereotipi sono sempre in agguato e in crescita. L'affermazione secondo la quale gli ebrei controllerebbero il potere economico e finanziario, in generale non trova consenzienti gli italiani, ma non manca una fetta consistente che condivide (23,9%). Quanto alle opinioni negazioniste in senso stretto, con l'affermazione secondo la quale la Shoah non sarebbe mai accaduta si dichiara d'accordo il 15,6% (con un 4,5 che si dice addirittura molto d'accordo), mentre i contrari raggiungono l'84,4%. Il numero dei negazionisti oltretutto è aumentato molto negli ultimi 15 anni, passando dal 2,7 del 2004 al 15,6% di oggi, appunto.

Eppure, leggendo le risposte negazioniste ed esaminandole secondo l'orientamento politico, emerge che solo una minoranza viene da destra. Infatti la maggioranza relativa di chi sostiene che la Shoah non abbia mai avuto luogo si trova tra gli elettori di centrosinistra (23,5%), mentre a sinistra sono il 17,1%, al centro il 19,2 e nel centrodestra il 13,8%. A destra? Sì scende al 12,8. I 5 Stelle sono molti di più: in sintonia con questa assurda tesi negazionista è il 18,2%, quasi uno su 5. Una percentuale molto simile risulta per i 5 Stelle che minimizzano («è avvenuto ma non ha prodotto così tante vittime come si afferma di solito»): sono il 18,3%, dato che sale addirittura al 23,3 a sinistra, mentre crolla all'8,8% a destra.

È chiaro che dati del genere smontano una narrazione sempre più in voga a sinistra. Anche se non si vedono significative forme di movimentismo fascista, infatti, ha avuto notevole successo il «revival» della mobilitazione antifascista, che viene collegata immancabilmente all'allarme antisemitismo, a sua volta infilato nel calderone di un generico «razzismo». L'obiettivo è politico: vogliono far coincidere l'antisemitismo e il fascismo, e il fascismo col centrodestra, o con la Lega. Però questa «narrazione» è insincera: non solo non tiene conto dell'antisemitismo islamista, ma come si vede dai dati Eurispes tende a rimuovere il fenomeno dell'antisemitismo di sinistra, che c'è e si vede.

E attenzione: qui non si parla di sionismo o di Israele, ma di stereotipi e pregiudizi anti-ebraici in senso stretto. Qualcuno dovrebbe forse guardare alla trave nel proprio occhio, anche perché l'antisemitismo a sinistra ha radici antiche e profonde, come documentato da un recente saggio della storica Alessandra Tarquini, La sinistra italiana e gli ebrei. E le radici sono marxiste e comuniste.


Shoah: i problemi della sinistra con la memoria
Caratteri Liberi
di Davide Cavaliere
4 febbraio 2020

http://caratteriliberi.eu/2020/02/04/cu ... KG3W4Je89Y

Roger Garaudy, noto anche come «Raja» dopo la conversione all’Islam, è stato un filosofo e militante del Partito Comunista Francese. Nel 1979 viene folgorato dalla Rivoluzione islamica iraniana e dalla figura dell’Ayatollah Khomeini. Il suo comunismo si sposa benissimo col discorso anti-imperialista e anti-occidentale dell’Islam rivoluzionario e fondamentalista.

Nel 1983, dalla Francia, si trasferisce a Córdoba per dirigere il Centro Internazionale Islamico. Nel 1995 pubblica il suo libro più celebre I miti fondatori della politica israeliana. La tesi principale del libro è semplice e aberrante: la Shoah è una menzogna propagandata dai sionisti per legittimare la creazione e l’esistenza dello Stato d’Israele.

Per Garaudy-Raja, Hitler non avrebbe né ordinato né voluto lo sterminio degli ebrei, ma si sarebbe limitato a «espellerli» dalla Germania. A suffragare le sue oscenità storiche, Garaudy si rifà alle teorie dello storico Robert Faurisson. Faurisson è lo studioso che diffuse il famigerato Rapporto Leuchter, uno strampalato documento pseudoscientifico con cui si tentò di dimostrare, chimicamente, l’inesistenza delle camere a gas.

Il viscerale antisionismo di Garaudy, lo spinse su posizioni negazioniste e antisemite. Stando all’ultimo rapporto Eurispes in Italia, la sinistra del Bel Paese sta ripercorrendo collettivamente il percorso intellettuale e politico di Roger «Raja» Garaudy. Il 23,5% di quanti si dichiarano «elettori di sinistra» si riconosce «molto» o «abbastanza» nell’idea che la Shoah non abbia mai avuto luogo; per il 23,3% degli stessi, la Shoah è avvenuta realmente ma ha prodotto meno vittime di quanto si affermi correntemente.

Stando al rapporto, tali posizioni allignano soprattutto a sinistra. Un dato che non dovrebbe sorprendere troppo, tutti sanno che la sinistra ha un rapporto quantomeno ambiguo con gli ebrei. L’antisionismo confina e sconfina nell’antisemitismo, del quale ricicla stereotipi e argomentazioni. La sinistra politica non è nuova al discorso negazionista né a forme più o meno esplicite di antisemitismo. I post-comunisti del presente mantengono il tic «anti-imperialista» e appena sentono parlare di Israele o degli Stati Uniti d’America ritornano alla lotta in favore degli «oppressi», veri o presunti che siano.

L’antisionismo è una via che conduce sempre all’odio verso gli ebrei in quanto tali, ne sono una prova, tra gli altri, anche intellettuali di sinistra come Norman Finkelstein, Serge Thion e Noam Chomsky, quest’ultimo scrisse anche la prefazione a un testo negazionista di Faurisson. Un altro caso eclatante è quello di Paul Rassinier, socialista francese ed ex deportato a Buchenwald. Nel 1955 pubblica un libro negazionista intitolato La menzogna di Ulisse. Secondo Rassinier, la Shoah è una menzogna necessaria al «fascismo sionista» per legittimare Israele e spillare soldi ai tedeschi.

Le tesi di Rassinier e Faurisson furono pubblicate e diffuse da Pierre Guillaume, un sessantottino di estrema sinistra. Come spiega Alexandre Del Valle nel suo magistrale Verdi, Rossi, Neri. La convergenza degli estremismi antioccidentali: islamismo, comunismo neonazismo, Rassinier apparteneva alla corrente «bordighista» del marxismo, che considerava l’antifascismo un errore e sosteneva la necessità di una comune lotta anticapitalista.

La casa editrice di Rassinier pubblicherà anche i testi negazionisti e antisionisti di autori di estrema destra quali Bardèche e von Leers. Il ragionamento della sinistra radicale è semplicistico: «noi siamo contro il capitalismo, gli USA incarnano il capitalismo, gli USA sostengono Israele quindi, Israele è un prodotto dell’imperialismo americano che è a suo volta figlio del capitalismo».

Israele diviene il prodotto di una macchinazione sionista-imperialista a danno dei popoli arabo-musulmani poveri. Tale dispositivo ideologico è ancora ampiamente diffuso nella parte sinistra dello spettro politico e alimenta il pregiudizio anti-israeliano e, in definitiva, quello antiebraico. Le posizioni della sinistra radicale su Israele sono completamente sganciate dalla realtà della storia, intellettuali seri come Georges Bensoussan, Benny Morris o Luigi Compagna hanno raccontato le peripezie del sionismo senza pregiudizi ideologici di sorta, consegnandoci un susseguirsi di vicende ben lontano dalla perversa narrazione marxista.

La sinistra, dunque, dato il suo passato, non può avanzare alcuna pretesa di superiorità morale sulla destra nel rapporto con gli ebrei anzi, spesso le posizioni dell’estrema sinistra coincidono con quelle della destra neonazista. L’antisionismo, in quanto negazione del diritto del popolo ebraico ad esistere nella forma dello Stato-Nazione, diviene cieco odio antisemita e negatore dell’Olocausto. Con la scusa dell’inesistente «genocidio palestinese» diventa possibile negare la Shoah, misconoscere il ruolo della Brigata Ebraica durante la Resistenza e riaprire il vaso di Pandora dei veleni antisemiti. La sinistra, oggi, sta giocando un ruolo pericoloso, legittimando esplicitamente e implicitamente il nuovo antisemitismo, soprattutto di matrice islamica, che attraversa l’Europa.
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Messaggioda Berto » gio mar 19, 2020 10:58 pm

“La sinistra è negazionista”
7 febbraio 2020
intervista a Franco-Perlasca

http://www.italiaisraeletoday.it/la-sin ... pZS-o8l-R0

Franco Perlasca, figlio di Giorgio, Giusto tra le Nazioni per lo Stato di Israele per aver salvato, fingendosi un diplomatico spagnolo, quasi diecimila ebrei ungheresi dai lager nazisti, ha incontrato per iniziativa del Rotary studenti e cittadini in numerose località della provincia di Salerno.

Signor Perlasca, recentemente a Napoli ci sono state polemiche per le pesanti affermazioni del nuovo assessore alla cultura Eleonora De Majo contro lo stato di Israele. Molti si meravigliano che tali affermazioni provengano da un’esponente di un’amministrazione di sinistra. Cosa ne pensa?

«Di certi fenomeni non parlo io, ma molto più autorevolmente parla l’Eurispes. A pagina 46 del Rapporto Italia 2020 ci sono dati inequivocabili. Tra coloro i quali negano che la Shoah sia esistita il 18,2 per cento è nell’area del Movimento 5 Stelle, il 23,5 nel centrosinistra, il 23 nell’area centrista, e l’8,8 per cento sta a destra. Al di là dei decimali, si fotografa una situazione che tutti conoscono. I numeri sono lo specchio di questa situazione. In questo contesto accade che il sindaco di Palermo Orlando, molto amico di de Magistris, decida di intitolare il lungomare a un terrorista come Arafat. A Milano, in occasione del 25 aprile l’Associazione nazionale partigiani ha invitato la delegazione palestinese che ha sfilato con le bandiere e con gli striscioni con le scritte “a morte Israele”, al punto da costringere la brigata ebraica a disertare».

Insomma non è una questione di latitudine?
«No. A Roma la brigata ebraica non ha partecipato alla celebrazione della Liberazione. Perché vengono invitati i palestinesi? Cosa rappresentano? I palestinesi ai tempi della Seconda guerra mondiale erano amici di Adolf Hitler, parecchie brigate musulmane volontarie hanno operato nei Balcani».

Manifestazioni diverse di antisemitismo?
«C’è qualcosa che salda questi antisemitismi: l’odio verso Israele, al di là dei facili distinguo di comodo tra lo stato d’Israele e gli Ebrei. Penso che in Italia il 90 per cento dell’antisemitismo pericoloso sia a sinistra. Forse non proprio il 90, ma l’80 certamente».

De Magistris , cittadinanza onoraria ad ABu Mazen

Il rapporto Eurispes indica anche con chiarezza che al Sud la percentuale di negazionisti totali, che cioè pensano che la Shoah non ci sia stata, è superiore alla media nazionale e comunque molto superiore alle percentuali registrate al Nord. I negazionisti parziali, che ridimensionano il fenomeno dell’Olocausto, sono, invece più numerosi che in altre aree d’Italia. Come lo spiega?
«Non lo so. Forse perché a Napoli, non c’è la sola De Majo. Lo stesso sindaco ha spesso sposato posizioni antiisraeliane. Non sono un sociologo, la mia è solo una presunzione. Ma sta di fatto che sia il sindaco che gli assessori non sono amici di Israele. E di qui a dire che gli ebrei sono brutti e cattivi il passo è breve, anche se magari le intenzioni sono diverse».

Giusta dunque la decisione della Comunità ebraica napoletana di non partecipare alla Giornata della memoria organizzata dal Comune?
«Poveretti. Da noi si direbbe becchi e bastonati . Meno male che la città ha risposto. È allucinante che alla manifestazione del 27 gennaio non abbia partecipato la comunità ebraica: meglio non farla senza di loro, le vittime della Shoah».

La manifestazione della comunità ebraica napoletana con il presidente dell aFederazioni i Italia Israele Giuseppe Crimaldi

Cosa dice ai giovani campani?
«Che ciascuno di noi, se lo vuole, può sempre fare qualcosa contro il Male. Mio padre, Giorgio Perlasca, era un uomo normalissimo che per fare qualcosa per gli altri si inventò il ruolo di finto ambasciatore».

Un esempio che va al di là dell’Olocausto?
«Assolutamente sì, essere Giusti oggi non significa fortunatamente salvare persone dai lager, ma comportarsi ogni giorno, nei propri ambiti con coerenza e onestà intellettuale, cercando di aiutare chi ha bisogno».
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Messaggioda Berto » gio mar 19, 2020 11:00 pm

CORONAVIRUS: IN TURCHIA SI DIFFONDE IL COMPLOTTISMO ANTIEBRAICO
19 marzo 2020

https://www.facebook.com/groups/1427379 ... 099446107/

Il Coronavirus è colpa degli ebrei. Scoppia in Turchia il nuovo antisemitismo da virus, in un paese parecchio “sensibile” alle teorie complottistiche contro le minoranze, siano esse ebree, armene, curde, greche o cipriote. Ma questa volta le parole di un predicatore e politico islamista molto vicino al presidente Erdogan, creano sconcerto, dal momento che si tratta di frasi assurde ma che conquistano tempo e copertura mediatica e raggiungono gran parte della popolazione turca anche grazie al sistema dei media controllato dal governo.

Fatih Erbakan, il leader del movimento neo-islamista Yeniden Refah Partisi ha detto pubblicamente: “Sebbene non vi siano prove concrete, il sionismo potrebbe benissimo essere dietro il coronavirus”. Una tesi ripresa da alcuni siti e fatta circolare ad arte sui social. Fatih Erbakan è un nome di peso in Turchia, perché figlio del defunto politico islamista ed ex primo ministro Necmettin Erbakan, che si ritiene sia stato il padre politico del presidente Recep Tayyip Erdoğan.

Un video sui social media mostra un autista di autobus turco che afferma che tutte le epidemie della storia recente, dall’Aids all’Ebola, sono state create da aziende farmaceutiche. L’autista poi chiede provocatoriamente: “E a chi appartiene la maggior parte delle compagnie farmaceutiche? Agli ebrei”. E dice: “Gli ebrei faranno di tutto per porre fine ai turchi, e faranno di tutto per mettere il mondo in ginocchio. Comunque gli ebrei sono una razza maledetta”.

Ufficialmente il governo di Ankara sta reprimendo i post sui social definendoli “provocatori” e “infondati” ma di contro non fa nulla per bloccare i canali filo-governativi che stanno diffondendo tali teorie cospirative incolpando apertamente gli ebrei della pandemia.

Ed è il caso di Atv, un canale televisivo filo-governativo, dove in occasione di un’intervista un esperto ha dichiarato che “chiunque abbia diffuso il virus, troverà la cura. Israele ha già dichiarato di aver trovato un vaccino”, in una trasmissione dove non era presente un’altra voce in grado di smentire le provocazioni antisemite.
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Messaggioda Berto » mer apr 01, 2020 11:14 pm

Pubblichiamo l’intervento del Centro Simon Wiesenthal sul dipinto antisemita del pittore Giovanni Gasparro, pubblicato dall’autore sulla sua bacheca Facebook . Al momento nessuna istituzione ebraica italiana ha espresso pubblicamente sedegno per questo dipinto. Nessun comunicato da parte dell’UCEI, nessun comunicato da parte del rabbinato italiano o dei presidenti delle varie comunità italiane. Questo silenzio è assai sconcertante essendo la raffigurazione in questione un chiaro incitamento all’odio nei confronti degli ebrei e la riproposizione di un libello del sangue, che nei secoli ha causato agli ebrei persecuzione e morte.
Niram Ferretti
31 marzo 2020



Il Centro Simon Wiesenthal interviene sul quadro antisemita
31 marzo 2020

http://www.linformale.eu/il-centro-simo ... ntisemita/

Pubblichiamo l’intervento del Centro Simon Wiesenthal sul dipinto antisemita del pittore Giovanni Gasparro, pubblicato dall’autore sulla sua bacheca Facebook . Al momento nessuna istituzione ebraica italiana ha espresso pubblicamente sedegno per questo dipinto. Nessun comunicato da parte dell’UCEI, nessun comunicato da parte del rabbinato italiano o dei presidenti delle varie comunità italiane. Questo silenzio è assai sconcertante essendo la raffigurazione in questione un chiaro incitamento all’odio nei confronti degli ebrei e la riproposizione di un libello del sangue, che nei secoli ha causato agli ebrei persecuzione e morte.

In una lettera al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, il direttore del Centro relazioni internazionali Simon Wiesenthal, il dott. Shimon Samuels ha espresso il suo shock per un dipinto recentemente pubblicato da Giovanni Gasparro. Questo artista italiano si considera un cattolico devoto, ma a quanto pare rifiuta i principi del Concilio Vaticano II e di Nostra Aetate.

La lettera spiega che, “Il nuovo dipinto di Gasparro rappresenta il” Martirio di San Simonino da Trento per Omicidio Rituale Ebraico “(” Martirio di San Simone di Trento per l’omicidio ebraico rituale “), la ripetizione di una calunnia del 1475 che raffigura gli ebrei secondo l’immaginario antisemita, il quale ‘celebra’ il dissanguamento di un bambino cristiano per cucinare il pane pasquale”.

Il Centro ricorda che, “A quel tempo, questa diffamazione non solo provocò la tortura e l’uccisione degli ebrei della comunità locale, ma le sue raffigurazioni provocarono un diffuso aumento della violenza antisemita in tutta Europa. La versione odierna della calunnia di Gasparro è ancora più esplicita ed è destinata a essere propagata attraverso i social media”.

Samuels sottolinea che “La data di pubblicazione del dipinto è stata il 24 marzo – il tradizionale” giorno di festa di San Simonino “, a cui avrebbe dovuto seguire una conferenza prevista per il 3 aprile – ora rinviata a causa della pandemia – su” L’invenzione del colpevole ” e l’occultamento degli innocenti – Il caso di San Simonino di Trento, “relatore: don Francesco Ricossa, che si dedica alla diffusione della diffamazione”.

<https://sansimoninotrento.wordpress.com

Questo sito Web si apre con una preghiera: “Dio restauratore dell’innocenza, per il nome del quale il beato innocente Simone è stato ucciso con una morte durissima dai perfidi giudei”.

La lettera continua: “Eminenza, è molto inquietante che queste ricorrenze e conferenze si svolgano ogni anno intorno a Pesach e Pasqua … Il Concilio Vaticano II è intervenuto per vietare la venerazione di Simonino da Trento, al fine di combattere l’antisemitismo nella Chiesa. Nostra Aetate diede il via a una lungomente desiderata riappacificazione tra cristianesimo ed ebraismo ”.

Il Centro ha aggiunto: “Come lei sa, il 20 gennaio il Centro Wiesenthal si è incontrato in udienza con il Santo Padre, Papa Francesco, che ha rilasciato una dichiarazione di ferma condanna nei confronti dell’antisemitismo”.

“L’opera di Gasparro è apparentemente benvenuta nelle chiese italiane, ma questo dipinto fomenta chiaramente il capro espiatorio in un clima di ricorrenti notizie false, minando in tal modo la politica vaticana e dovrebbe ricevere una chiara condanna pubblica … Apprezzeremmo l’assistenza di Vostra Eminenza. Il libello del sangue sanguina ancora! ” conclude Samuels.

https://www.wiesenthal-europe.com/en/ne ... tisemitism


L'ultimo rifugio delle canaglie
Caratteri Liberi
Niram Ferretti
1 aprile 2020

http://caratteriliberi.eu/2020/04/01/in ... -canaglie/

L’antisemitismo non conosce requie, solo remissioni. Sale e scende, a seconda dei periodi.

Il libello del sangue fu una specialità che venne preparata nel dodicesimo secolo contro gli ebrei accusati di utilizzare il sangue dei bambini cristiani, da loro uccisi a scopo terapeutico o per propiziarsi il ritorno a Sion, come si disse a proposito del primo caso noto, quello di Guglielmo di Norwich, nel 1144.

La leggenda nera inglese del bambino crocifisso e trucidato fu la prima di una lunga serie che percorse tutto il Medioevo e oltre, e di cui c’è anche il corrispettivo italiano del 1400, la morte di Simonino da Trento. Anche in questo caso vennero accusati gli ebrei della morte del bambino.

Le confessioni dei presunti colpevoli furono estorte tramite tortura e malgrado il fatto che già l’allora legato papale esprimesse dubbi sulla vicenda, sul bambino venne edificato un culto che durò fino al 1965, quando la Chiesa decise di sopprimerlo.

A questa leggenda nera e ai suoi annessi e connessi dedicò un libro nel 2007 Ariel Toaff, figlio del Rabbino Capo di Roma, Elio, il quale azzardava l’ipotesi che una fantomatica setta askenazita avesse praticato realmente l’omicidio rituale. Il libro creò il prevedibile scandalo che ci si aspettava, le sue tesi fantasiose vennero demolite da storici e studiosi, (memorabile la stroncatura che ne diede Massimo Introvigne) e Toaff dovette ritirare il libro dalla circolazione per ripubblicarlo in una nuova versione in cui smentiva la tesi precedente.

Poco valse e vale per vecchi e nuovi antisemiti i quali considerano l’autore un eroe per avere detto ciò che essi da sempre sostengono, che gli ebrei uccidevano i bambini cristiani per procurarsi il loro sangue. Venne costretto a smentirsi dal pervadente potere ebraico che tutto controlla e inquina, sostengono imperterriti.

Pasque di sangue, titolo alla Dario Argento dell’opera di Toaff viene menzionato con ammirazione, lamentandosi però della sua scarsa reperibilità, dal pittore Giovanni Gasparro, un giovane artista che ha fatto dell’imitazione dei pittori del 600 la sua cifra espressiva preferita.

Il Gasparro, cattolico tradizionalista, ovvero anatemizzante il Concilio Vaticano II e tutto ciò che ne conseguì, dunque anche la dichiarazione Nostra Aetate con cui Paolo VI, rigettava l’accusa di deicidio rivolta agli ebrei, ha pubblicato sulla su bacheca Facebook il suo ultimo dipinto, un truce e allucinato quadro che rappresenta l’uccisione del bambino Simonino. Gli assassini, i torturatori sono ebrei stereotipati, con nasi adunchi e ghigni da gaglioffi.

A seguito del quadro, sulla bacheca di Gasparro, si sono dati convegno antisemiti da tutto il mondo per complimentarsi del suo “coraggio” nel dire ciò che non si può dire, che gli ebrei ammazzavano i bambini cristiani per procurarsi il loro sangue da Guglielmo di Norwich fino a Simonino. Oggi preferirebbero quello arabo, palestinese si intende. La leggenda nera degli ebrei assassini si è infatti riconfigurata in una versione più aggiornata, dove sono anche accusati di espiantare e commerciare in organi di giovani palestinesi uccisi.

Il dipinto di Gasparro ha suscitato il comprensibile scandalo del Centro Simon Wiesenthal il cui direttore ha scritto al Segretario di Stato Vaticano chiedendogli di intervenire.

Monsignor Parolin non risulta abbia ancora aperto bocca mentre a difesa del pittore, oltre a Radio Spada, un sito di oltranzisti levfebriani, è sceso anche Camillo Langone su Il Foglio.

Langone tira fuori un argomento assai trito, l’arte non va mai censurata ne andrebbe della nostra libertà, e poi aggiunge che chi si indigna per l’osceno quadro del pittore “non tollera l’esistenza di un cattolicesimo preconciliare”.

Il cattolicesimo preconciliare è culto anodino. Lo amano gli estimatori di antiquariato e di reliquie, così come non crea problemi particolari il neo-borbonismo o la devozione per il sanfedismo, meno bene va l’antisemitismo, di cui forse anche Langone ha avuto sentore, e che il quadro di Gasparro spande a piene mani.

L’arte, (ammesso che lo sia il quadro di Gasparro) può diventare, per parafrasare Samuel Johnson, l’ultimo rifugio delle canaglie. Soprattutto di quelle che affermano senza batter ciglio che gli ebrei furono, (lo sono ancora?) assassini di bambini al fine di procurarsi il loro sangue.
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Messaggioda Berto » ven apr 03, 2020 9:14 pm

Buffagni, l’ultimo antisemita del Movimento Cinque Stelle
3 aprile 2020

http://www.italiaisraeletoday.it/buffag ... ue-stelle/

Chi pensava che il senatore dei cinquestelle Elio Lannutti, quello che twittava la spazzatura dei Protocolli dei Savi di Sion per denunciare il controllo ebraico del sistema bancario internazionale, fosse un caso isolato, peraltro non sanzionato dai vertici, adesso si deve ricredere perché il partito di Grillo e di Casaleggio è un movimento pericoloso anche su questo punto.

Il patron del movimento Davide Casaleggio ha paragonato alcuni paesi europei a Shylock del Mercante di Venezia di Shakespeare, l’immaginario usuraio ebreo diventato un simbolo globale dell’antisemitismo, senza che il Corriere della Sera cestinasse l’articolo per indegnità morale. Casaleggio, come ama dire lui stesso, in teoria non ha nessun incarico politico (non è vero: è il proprietario dei cinquestelle) e si spaccia per un tecnico dei computer che dà una mano al movimento (tra l’altro, complimenti per aver messo Pasquale Tridico all’Inps e al suo sito), ma Stefano Buffagni oltre a essere un fedelissimo del capo è soprattutto un sottosegretario allo Sviluppo economico della Repubblica italiana.

Riprendendo l’ignorante dichiarazione di Casaleggio, Buffagni ha detto in televisione che «le banche devono erogare denaro senza fare un po’ gli Shylock giocando sugli interessi bancari». Di nuovo, la figura dell’ebreo usuraio sbattuta in faccia agli italiani in diretta televisiva.

A voler essere benevoli, i due grillini potrebbero non avere alcuna idea di che cosa hanno detto, ma l’ignoranza in questo caso non è una scusa, l’ignoranza è l’essenza dell’antisemitismo. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte deve licenziare in tronco Buffagni, perché il governo italiano non può favorire una pandemia di antisemitismo. Se Conte non prenderà provvedimenti sarà complice.
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Messaggioda Berto » gio mag 07, 2020 8:46 pm

Una stimolante riflessione su un blog di qualità.
Niram Ferretti
6 aprile 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... ment_reply

"La Nato era nata come blocco occidentale contro i paesi del sistema sovietico. Da diversi anni lo scenario si è modificato e complicato.

Benché la Russia di Putin rinnovi le sue spinte espansive verso occidente, ciò non avviene più sotto il segno di una ideologia antagonista al capitalismo. Ciò ne attenua ma non ne cancella la potenziale aggressività espansionista sotto molteplici forme. Occorre però registrare l’apertura di un nuovo fronte: quello del Mediterraneo, che incerniera la nostra Europa occidentale con il continente africano a sud e lo scacchiere balcanico e mediorientale a est".



Ferruccio Bovio
certo, si pone, in seno alla NATO, il grosso dubbio in merito alla permanenza della Turchia nell'Alleanza...Un Paese che non esita ad acquistare sofisticati sistemi missilistici dalla Russia, che pretende di respingere le nostre navi dell' ENI in acque che - si noti bene - non gli appartengono assolutamente o che, infischiandosene beatamente, dei tentativi internazionali di porre fine alla guerra civile libica, non esita a mandare squadroni di mercenari jahadisti a supporto di una delle due fazioni . Così come manovra, dando l'impressione di fregarsene persino di Putin, in Siria...Per alcuni anni fui un fautore dell'ingresso di Ankara nell'UE : non ero solo, ma in compagnia, ad esempio, di Bush e di Berlusconi...Adesso, mi rendo perfettamente conto del fatto che la cosa è divenuta assolutamente improponibile, ma mi domando ancora oggi se forse l'Europa non abbia fatto abbastanza ( o niente ) per cercare di favorire un'evoluzione democratica del partito di Erdogan . Pensate che io avevo immaginato un percorso gradualmente evolutivo e capace di sfociare nella nascita di una prima" Democrazia Cristiana" islamica proprio in Turchia.

Emanuel Segre Amar
Ferruccio Bovio non credo però che, essendo Erdogan quello che è (fortemente credente nell’Islam e nella fratellanza) nessuna politica europea nei suoi confronti avrebbe potuto cambiare la sua fede profonda

Niram Ferretti
L'articolo molto interessante di Mario Froscione offre uno spunto di riflessione su come la NATO, creata in funzione di protezione dell'Occidente dal blocco sovietico, abbia oggi al suo interno un alleato che non ha nulla da condividere con l'Occidente in termini di valori e obbiettivi comuni, anzi, appoggia esattamente con chi si trova in opposizione a questi valori e obbiettivi. Da qui la considerazione che certo sì, avrebbe più senso che nella NATO ci fosse un paese come Israele che con l'Europa, ma direi con l'Occidente e la sua storia, ha molto più da condividere di quanto lo abbia la Turchia.

Ma Fra
Niram Ferretti ne sono sinceramente convinto. Ritengo che le comunità ebraiche europee possano essere parte attiva fondamentale anche in un processo di rifondazione del progetto europeo, dal momento che l'attuale mostra tutti i suoi limiti. In un'ottica ancora più ampia, proprio perché parte integrante dell'identità occidentale, le comunità ebraiche possono re-insegnare agli europei l'orgoglio e il valore della propria identità e cultura. Orgoglio e valore di cui moltissimi, tra gli europei di oggi, sembrano dimentichi.


Emanuel Segre Amar Non credo che Israele possa avere alcuna intenzione di entrare in un’alleanza con gli stati europei. Non vedo come un qualsiasi governo israeliano p, che sia appoggiato dal pensiero dominante in Israele, potrebbe dimenticare tutto quanto di male gli stati europei hanno fatto nei suoi confronti dopo il 1967.

Guido Guastalla
Emanuel Segre Amar parlando con gli israeliani, anche di origine italiana, hi sempre ascoltato ostilità sia ad entrare nella Nato che nella EU.


Gino Quarelo
Israele e gli ebrei non potranno mai avere pace laddove comandano i nazimaomettani e i cristiani che per loro natura sono la negazione dell'ebraismo e il cui credo è intriso di odio antigiudaico assolutamente impossibile da eliminare perché è uno dei pilastri delle loro ideologie religiose che verrebbero meno se si eliminasse l'odio per gli ebrei.
Il nazismo maomettano poi è anti ogni diversamente religioso e pensante.


Niram Ferretti
Gino Quarelo però non bisogna continuare a scrivere falsità. L'antigiudaismo non fa più parte del sentre e dell'insegnamento della Chiesa da almeno 54 anni. Fngere che non ci sia stato il Concilio Vaticano II, che la Nostra Aetate non sia stata scritta, che non vi sia stata la storica visita di Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma, che non siano sati fatti enormi passi avanti nel dialogo interconfessonale tra ebrei e cristiani, come Guido Guastalla, non può che confermarti con autorevolezza, è negare la realtà. In senso al cattolicesimo l'antigiudaismo è ancora presente in quei cosiddetti cattolici che si riconoscono nelle posizioni anticonciliari di Monsignor Lefebvre e in tutta la galassia cosiddetta sedevacantista e tradizionalmente oltranizista. Ma si tratta, fortunatamente, di frange minoritarie le quali non solo non hanno nessun peso all'interno della Chiesa, ma sono, di fatto, fuori dalla dottrina e dall-insegnamento della Chiesa post-conciliare. Un corso di aggiornamento ti gioverebbe.

Guido Guastalla
Niram Ferretti condivido del tutto la tua analisi. I seguaci di Mons. Lefebvre ignorano il Vaticano II, altri non lo conoscono, alcuni non si preoccupano di divulgarlo, infine ci sono coloro che, pienamente coscienti lo hanno approfondito, integrato, sviluppato. Fra questi in particolare Benedetto XVI. Ma questa è una lunga storia.

Gino Quarelo
È il sentire comune che conta, più che le prese di posizione ufficiale della gerarchia cattolica; il sentire comune è ancora pervaso da un diffuso e radicato antigiudaismo. Io lo percepisco tutti i giorni in mezzo alla mia gente veneta. Adesso che si avvicina il Venerdì santo cristiano, nelle chiese eccheggia il grido dei giudei crocifiggilo, crocifiggilo! Questo grido resta nelle orecchie dei cristiani. Io sono un ex cristiano divenuto aidolo e ho smesso di essere antigiudeo dopo essermi dimesso da cristiano e dopo aver smesso di considerare Dio l'ebreo Gesù Cristo.

Niram Ferretti
Gino Quarelo io non sono uno statistico, e non ho fatto una analisi ad ampio raggio sul "sentire comune" cattolico. Non mi risulta assolutamente che la maggioranza dei cattolici sia pervasa da antigiudaismo, se tu hai materiale da offrirmi in questo senso, ben contento di prenderlo in esame. Sicuramente ci sono ancora cattolici con forti pregiudizi antiebraici e cattolici antisemiti, non lo contesto, ma fare dei loro pregiudizi il "sentire comune" dei fedeli è completamente destituito di fondamento. La Chiesa ha una lunga storia, la più longeva di una istituzione umana. Cinquantaquattro anni, nella sua storia millenaria non sono molti, ma non possono essere certo rimossi. Poi, tu, libero di pensarla come credi.

Gian Tommaso Simone
Gino Quarelo il Cristianesimo è e non può che essere parte integrante dell'Ebraismo. Ogni cristiano che odia gli Ebrei e un bestemmiatore bugiardo è ignorante. Tuttavia l'antisemitismo continua ad infestare il Cristianesimo, anche ad opera di sacerdoti che distorcono palesemente il messaggio evangelico ,approfittando della scarsa conoscenza dei SacriTesti presso i fedeli.


Benkő Balázs
Niram Ferretti C'è chi parte dal presupposto che la Sacra Romana ed Apostolica Chiesa sia un'istituzione dedita alla salvezza, alla redenzione ed alle opere di bene. Io mi chino con grande rispetto di fronte a tale alta considerazione e di fronte a coloro che la professano.

Da parte mia, pero' merita ugual rispetto la convinzione di taluni secondo cui tale Sacra Romana ed Apostolica Chiesa sia uno spietato - ma per interessi e per istinto di sopravvivenza assai flessibile - centro e strumento di potere, reso ancora piu' subdolo dal fatto che le sue prerogative sono basate su pretese irrazionali o "sovrannaturali".

Secondo questi taluni, quindi, la cui discutibile opinione quindi merita rispetto, tale fondamento ideologico irremovibile e' basato sul diniego dei diritti persistenti, continui ed inalienabili della nazione ebraica al suo patrimonio culturale e - per i credenti - al fatto che siano i primogeniti della "salvezza", in quanto il fondamento ideologico del cattolicesimo altro non e' che l'appropriazione indebita e la distorsone in chiave pagana di un culto. Questi taluni, poi, partendo dal presupposto di cui sopra, osano non credere alla persistenza ed alla profondita' delle migliorie apportate dal Concilio Secondo Vaticano. Pensano che cio' sia un astuto allineamento "ai tempi", ma non puo' essere coerente senza la radicale, coerente ed aperta revisione di circa millencinquecento anni di teologia (beninteso, non si tratta di "richieste di scusa e perdono").

Non c'e' da meravigliarsi, poi,se questi taluni con le opinioni discutibili di cui sopra ritengano che l'unica cosa effettiva, importante e reale (al di la' degli interni sconvolgimenti teologici che sono loro affari interni) sia una revisione totale e radicale del rapporto della "Santa Sede" con lo Stato di Israele, non "Terra santa" carpita dei "palestinesi" "sofferenti per il muro della vergogna", e l'immediato esonero ed espulsione dai ranghi diplomatici ed ecclesiastici di gente come Pizzaballa (vedi tra i tanti riferimenti http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=...), il riconoscimento di Gerusalemme tutta come parte e capitale di Israele, nonché l'invio di loro gente che va a godere dell'ospitalita' del popolo e dello stato ebraico solo ed escluisvamente se sono in grado di serbare rispetto ed adoperarsi nello spirito di una proattiva obiettivita'.


Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani e nazisti maomettani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2690

L’antiebraeixmo e l’antixraełixmo de çerti veneti marciani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 167&t=1338


Niram Ferretti
Benkő Balázs le opinioni sulla Chiesa sono innumerevoli, lo sappiamo, come quelle sul cristianesimo. Sant Ambrogio definiva la Chiesa "Casta meretrix", volendo significare che essa è santa per vocazione soprannaturale ma composta da peccatori. Nella definizione lapidaria di questo Padre della Chiesa è detto l'essenziale. Per secoli la Chiesa ha fatto propria la teologia della sostituzione, affermando che ciò che Dio aveva promesso agli ebrei era decaduto con l'avvento di Cristo. Gli ebrei, nel loro rifiuto della messianicità e divinità di Gesù annunciata dalla Chiesa erano da considerarsi estromessi dalla salvezza. L'unico mezzo per ottenerla era convertirsi, loro per primi, in quanto popolo dell'Elezione da cui discendeva Gesù, poi tutti gli altri. Questo non è più l'insegnamento della Chiesa dal Concilio Vaticano II in poi. La teologia della sostituzione è stata rigettata ed è seguita solo da coloro i quali, rifiutando tutto ciò che il Concilio Vaticano II ha trasmesso, considerano ancora gli ebrei deicidi, con annessi e connessi. Detto questo, malgrado grandi passi avanti, permane come problematico il rapporto della Chiesa e se vogliamo del cattolicesimo in senso ampio con lo Stato ebraico. Il fatto che il popolo che Dio avrebbe rigettato fosse tornato a Sion e vi avesse fondato un proprio Stato nel 1948, smentiva in modo clamoroso l'idea che gli ebrei fossero, come sosteneva Arnold Toynbee, "un relitto della storia" e che il loro destino fosse la diaspora perenne. La Chiesa ha dovuto, obtorto collo, prendere atto che così non era, come ha dovuto prendere atto di molte altre cose, di molti suoi errori di valutazione e di interpretazione, in primis, di ciò che San Paolo, Shaul di Tarso, afferma nella Lettera ai Romani, relativamente alla perennità delle promesse fatte a Dio al popolo ebraico, il suo popolo. Al di là di molti passi avanti, sono stati fatti anche scivoloni, e sicuramente è sempre presente, seppure non dichiarato, un antisemitismo strisciante all'interno della Chiesa che oggi si manifesta in antisionismo e in un filopalestinismo maggioritario e in una corrente marcionita mai sopita. Come ebbe a dire Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, "Il marcionismo è sempre stato una tentazione perenne all'interno della Chiesa".

Benkő Balázs
Niram Ferretti in generale, se lo comprendo bene, ritieni che l'opinione che qui sopra ho riportato da fedele ambasciatore che non porta pena possa ritenersi almeno in parte giustificato, sia per quanto riguarda la rispettabile e storica opinione sul vero "volto" e la vera natura del potere della chiesa , sia che l'antigiudaismo di essa puo' tranquillamente ritenersi strutturale.

Nello stesso tempo mi meraviglio di cio' che scrivi a proposito della dottrina che "L'unico mezzo per ottenerla era convertirsi, loro per primi, in quanto popolo dell'Elezione da cui discendeva Gesù, poi tutti gli altri." /omissis/ " di molti suoi errori di valutazione e di interpretazione, in primis, di ciò che San Paolo, Shaul di Tarso, afferma nella Lettera ai Romani, relativamente alla perennità delle promesse fatte a Dio al popolo ebraico, il suo popolo."

A me pare che tali affermazioni di Saulus/Paulus invece siano proprio uno "spin" assai subdolo e mellifluo che pur non potendo negare la perennita' delle promesse fatte da Dio al popolo ebraico, in effetti ne "sospende" gli effetti fino alla fine dei tempi. Quindi a mio avviso risiede proprio qui, in queste apparentemente bellissime frasi la natura necessariamente antiebraica della dottrina per gli effetti temporali: concedendo "in teoria" le promesse perenni, per gli effetti pratici nega la loro effettivita'. E' la quadratura del cerchio, senza la quale la dottrina cristiana che da una parte si appropria del patrimonio teologico dell'ebraismo, dall'altra lo deve negare per sostenersi.

E per quanto ne sappia, la Sacra Romana Chiesa non ha ancora ripudiato Paolo....

1Ora io dico: forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta alle genti, per suscitare la loro gelosia. 12Se la loro caduta è stata ricchezza per il mondo e il loro fallimento ricchezza per le genti, quanto più la loro totalità!

15Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?

19Dirai certamente: i rami sono stati tagliati perché io vi fossi innestato! 20Bene; essi però sono stati tagliati per mancanza di fede, mentre tu rimani innestato grazie alla fede.

23Anch’essi, se non persevereranno nell’incredulità, saranno innestati;

28Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, 29infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! 30Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, 31così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. 32Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!


Niram Ferretti
Benkő Balázs è la prima volta che vengo invitato, e certamente non in veste nè di biblista, nè di esegeta, a fare l'esegesì di San Paolo, Shaul di Tarso qui su Facebook. Il pensiero di Paolo, come è noto è irto di difficoltà, spesso paradossale e contorto. Per Paolo le promesse fatte a Israele, nel senso di collettività ebraica, sono irrevocabili ed è altrettanto chiaro che la salvzza passa attraverso l'ebreo Gesù. Nella prospettiva escatologica paolina questa contraddizione si può risolvere in una prospettiva di disvelamento escatologico. Nel suo monumentale libro (707 pagine), uno dei maggiori esperti di San Paolo, James D.G. Dunn, scrive, "Israele è ancora l'oggetto centrale del piano salvifico di Dio, il quale si esprime sia nella bontà sià nella severità divina; l'identità d'Israele, definita mediante la grazia e la fede include sia l'Israele storico sia i gentili; il processo di salvezza è ancora preso nella tensione e nell'incertezza determinate dal già e dal non ancora", James D.G. Dunn, "La teologia dell'apostolo Paolo", Paidea Editrice, 1999, p. 513. Non posso stare qui a commentare uno per uno i singoli versetti, non per cattiva volontà, ma per mancanza di tempo a disposizione, per questo ho voluto riportare la citazione del testo di Dunn. Ognuno puoi puo, volendo, dedicare alla questione ulteriori approfondimenti. Quindi, tornando a quanto scrivi tu, sì, è indubbio, l'adempimento delle promesse è sospeso alla fine dei tempi perchè tutto il ragionamento svolto da Paolo è all'interno di un prospettiva escatologica. L'adempimento, tuttavia, non gli "effetti", gli effetti sono già operativi nel "già", ma non hanno ottenuto la loro conseguenza ultima in quanto, appunto, proiettati nel "non ancora". Quanto all'"antigudaismo strutturale", temo che non bastino 54 anni di relativa distensione con il mondo ebraico per bonificare la Chiesa da un veleno che l'ha pervasa per secoli. Detto questo, dobbiamo riconoscere che molti passi avanti sono stati fatti in questo senso.



Bruno Sion
Ebraismo e cristianesimo ora sono in pace e lo saranno per sempre. Come marito e moglie inaciditi, qualcuno ci prova a tirare la coperta da una parte e dall'altra per tenerla tutta per se, ma ormai sono pochi e penosi egocentrici https://www.documentazione.info/uno-stu ... aico-che...


Benkő Balázs
Niram Ferretti grazie della risposta approfondita ed edotta, ancor di più perché non ne vedo granché intaccate le considerazioni da me riportate... Non ho nessuna pretesa di tipo confessionale o teologico nei confronti della Chiesa...


Gino Quarelo
Io credo che la soluzione del conflitto/contrasto/antagonismo tra ebraismo e la sua eresia cristiana si possa risolvere solo superandoli entrambi; io almeno l'ho risolto in questo modo trovando una terza posizione che poi è una posizione altra da tutte le tradizioni religiose che mi rende spiritualmente sereno e ideologicamente/teologicamente neutrale.

Niram Ferretti
Gino Quarelo questo è fondamentale. Se sei sereno dove ti trovi non c'è miglior cosa da fare che rimanervi e lasciare gli altri permanere dove sono sereni loro, soprattutto se non intendono imporre la loro serenità agli altri.

Gino Quarelo
Esatto! Però quando mi fanno arrabbiare li chiamo tutti presuntuosi idolatri, specialmente quando qualcuno fa troppo il furbo e il suprematista. E ai prepotenti cristiani chiedo ma che differenza c'è tra considerare Dio un rabbino ebreo o un imperatore romano?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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