I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » dom mag 16, 2021 7:51 pm

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ISRAELE SIAMO NOI
Rivoluzione Liberale
Alfredo Mosca
14 Maggio 2021

https://www.rivoluzione-liberale.it/412 ... o-noi.html

Da giorni vigliaccamente partono da Gaza una pioggia di razzi, più di mille, su Israele, nelle città, obiettivi civili del centro sud, obbligando per l’ennesima volta la popolazione a vivere nell’angoscia delle sirene e dei rifugi, una ferita inaccettabile, insopportabile, ai cittadini, alla democrazia, alla pace e al suo processo di stabilità.
Nessuno mette in dubbio la necessità dei due Stati e due Paesi, nessuno vuole la guerra, nessuno vuole morti civili e militari da nessuna parte, specialmente se bambini, di ogni colore e provenienza, nessuno vuole l’odio, ma non accetteremo mai che si neghi l’esistenza d’Israele, che si attacchi vigliaccamente quella terra e il suo popolo, che il terrorismo criminale e i missili di Hamas con l’appoggio logistico di Hezbollah, gettino sangue e morte su Israele.
Che sia chiaro Israele ha diritto non solo ad esistere e ci mancherebbe, ma a difendersi da chi vorrebbe cancellarne l’esistenza e usa fiumi di denaro che arrivano dall’Iran, Libano, perfino i soldi dell’Europa erogati per scopi sanitari, sociali e umanitari, per comprare i razzi più costosi ed evoluti da sparare contro Israele.
Oltretutto colpire Israele vuol dire colpire il percorso di pace in Medioriente, colpire gli interessi dello stesso popolo Palestinese, colpire gli equilibri democratici di un pezzo del Mondo, colpire la democrazia, il rispetto liberale, il pluralismo solidale di ogni tipo di cui Israele è plastica testimonianza.
Chi attacca vigliaccamente Israele, attacca vigliaccamente il processo di pace già difficile e tormentato nell’area, attacca gli accordi più recenti del Trattato di Abramo, chi attacca vigliaccamente Israele attacca tutti noi che crediamo nella pace fra i popoli, sia chiaro tutti popoli, nella democrazia, nel rispetto della libertà, della fede, dell’identità e dei diritti umani di chiunque.
Chi attacca Israele attacca tutti noi che crediamo nel ripudio dell’odio comunque espresso e declinato, nella cooperazione tra popoli di ogni origine e provenienza e credo, chi attacca Israele attacca tutto il mondo libero e pacifico, ecco perché Israele siamo noi.
Israele siamo noi, contro il terrorismo di Hamas, contro l’odio terroristico delle milizie sciite Hezbollah, contro chiunque neghi ad Israele il diritto ad esistere costringendo il suo popolo a vivere in perenne pericolo, allarme e stato di allerta.
Noi siamo al fianco di Israele, della sua gente, delle sue comunità nel mondo, della sua comunità di Roma alla quale come sempre ci stringiamo in un abbraccio forte fraterno, di solidarietà e amore, noi siamo tutti Ebrei, non si può ignorare la storia, la ragione, il cuore, la voglia di pace, fratellanza, di democrazia e libertà che abbiamo e che vogliamo, oggi, domani, sempre.
Tutti uniti dunque ad Israele contro il terrorismo, contro la violenza, contro chi nega la pace e afferma la guerra, evviva la pace, evviva la democrazia, la libertà.

???
Gianluca Jacobacci
14 Maggio 2021 at 09:33

Caro Alfredo, il discorso su Israele è molto lungo. Premesso, come giustamente dici, che Israele siamo anche noi e siamo al suo fianco nel respingere il terrorismo di Hamas, degli Hezbollah e di tutti quelli che vorrebbero distruggere la terra di Abramo, la disputa tra palestinesi ed israeliani si potrà risolvere solo con la formula: “due Stati, due popoli”, da una parte gli israeliani con i loro territori, dall’altra i palestinesi con la striscia di Gaza e la Cisgiordania.
Purtroppo i palestinesi, pur avendo dei coinquilini o dei vicini molto bravi, non hanno imparato nulla, quelli bravi continuano a fare i beduini dediti alla pastorizia, mentre di là dal confine ci sono campi rigogliosi, serre, macchinari, tecnologia, fabbriche… ed anche un esercito molto, molto forte ed addestrato, oltre che armato anche con le atomiche, quelli meno bravi fanno i terroristi di Hamas.
I palestinesi sembrano i falsi percettori del reddito di cittadinanza: “datemi i soldi per vivere, ma non fatemi lavorare”.
I terroristi di Hamas che oggi sembrano in disgrazia, fino a ieri erano appoggiati da tutta la sinistra che inneggiava a loro e bruciava la bandiera di Israele in piazza.
Sono anche dei terroristi schifosi, che come tutta la sinistra hanno imparato l’uso politico dell’informazione e allora riempiono ospedali, scuole, abitazioni… di armi ed esplosivi in modo che quando Israele manda i missili chirurgici, non solo distrugge i depositi, ma purtroppo uccide malati, vecchi, bambini, donne ed allora si scatenano le campagne che vorrebbero dimostrare la perfidia dei discendenti di Abramo.
Israele ha diritto di esistere pacificamente e dovrebbero essere i grandi Paesi a cercare di trovare il modus vivendi per poter vivere in pace, ma l’impegno profuso è a fasi molto alterne.
Solo eliminando Hamas (basterebbe lasciarli senza soldi e senza armi), si potranno sedere ad un tavolo per creare due Paesi con due popoli, ma la cosa non è facile perché per eliminare Hamas bisognerebbe eliminare Hezbollah, ma anche l’Iran che li finanzia tutti. Infine ci sono centinaia di organizzazioni umanitarie europee che finanziano ed armano Hamas, pur essendo Ong con tutt’altri scopi. Insomma è un gioco molto complicato e molto pericoloso, Israele è una potenza militare molto ben armata, molto ben addestrata e con un Mossad (intelligence) da invidiare; chiaramente prima di essere distrutto, credo che potrebbe attivare l’opzione atomica, spianando il MO.
Anche noi ci stringiamo in un abbraccio fraterno di solidarietà con tutto il popolo israeliano, sperando che la ragione prevalga sull’odio, che la pace prevalga sulla guerra e che finalmente israeliani e palestinesi possano convivere serenamente tra di loro.
Un caro abbraccio




Israele sotto attacco: razzi e rivolte nelle città
Le città israeliane sono sotto una costante pioggia di razzi che stanno mettendo a dura prova la difesa aerea israeliana.
14 maggio 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... lle-citta/

Le città israeliane sono sotto una costante pioggia di razzi che stanno mettendo a dura prova la difesa aerea israeliana. Ma a preoccupare sono anche le rivolte arabe iniziate nelle “città miste” contro la popolazione ebraica, costretta a rispondere alle violenze per difendersi.

L’Operation Guardian of The Walls, iniziata lo scorso 9 maggio 2021, vede l’IDF (Israeli Defence Forces, le Forze di Difesa Israeliane) difendere il proprio territorio da missili, razzi, palloni con esplosivi e droni oltre ad eliminare gli obbiettivi e tutte le potenziali minacce provenienti dalla Striscia di Gaza.

Già il mese scorso, nel weekend del 24-25 aprile 2021 sono stati lanciati da Gaza 40 razzi, la maggior parte dei quali sono stati intercettati dal sistema missilistico Iron Dome. Sotto iltiro dei terroristi di Hamas e della Jihad Islamica sono state le comunità nel sud di Israele (nel deserto del Negev) di Karem Shalom (nei pressi dell’omonimo valico, punto di passaggio tra Gaza e Israele), Nahal Oz, Netiv HaAsara e Kissufim. La risposta dell’IDF è stata la distruzione di postazioni di Hamas tramite carri armati Merkava, dei tunnel sotterranei e delle postazioni per il lancio di razzi da parte dei jet ed elicotteri da combattimento israeliani.

Ma dal 9 maggio gli attacchi sono stati più intensi con più di 1.000 (mille!) razzi partiti dalla Striscia di Gaza verso le città israeliane che comprendono Tel Aviv, Lod, Ashkelon, Ashdod, Be’er Sheva, i quartieri nuovi di Gerusalemme. La Knesset, ovvero il Parlamento israeliano, è stata evacuata così come il Muro del Pianto ed altri edifici religiosi e non della capitale israeliana. Nella città di Lod – Distretto centrale e con popolazione mista – un razzo è riuscito a penetrare il sistema difensivo, causando la morte una donna di 40 anni e di una bambina di 7 anni, entrambe di etnia arabo-israeliana. Gli attacchi terroristici palestinesi non fanno distinzione tra ebrei e arabi, come ha affermato il sindaco della città. Ma a preoccupare sono le rivolte arabe che, proprio nella città di Lod hanno visto i rivoltosi attaccare sinagoghe e negozi gestiti da ebrei.

La causa di questa escalation di violenze da parte dei palestinesi la si deve ad almeno tre motivi:

lo “sfratto” dei palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme-Est;
la festività israeliana del Jerusalem Day;
la rinnovata aggressività dell’Iran a causa della nuova amministrazione americana.

Come al solito la comunità internazionale ha subito condannato le violenze, mettendo sullo stesso piano i terroristi ormai “legittimati” che attaccano e l’unico stato democratico in Medio Oriente che ha il diritto di difendersi.

La fake news sugli sfratti violenti a Sheikh Jarrah e le rivolte arabe

Lo “sfratto” delle famiglie palestinesi nel quartiere della zona Est di Gerusalemme è stato come al solito descritto da alcuni media o come l’ennesimo tentativo di insediamento da parte dei coloni israeliani a danno degli arabi oppure spiegato in modo superficiale, come se si trattasse di uno sfratto ingiusto ai danni di famiglie in difficoltà. Ma la questione è molto più complessa e risale a più di cinquanta anni fa, tanto da potersi definire come un caso di vera e propria “occupazione abusiva“.

Il quartirere di Sheikh Jarrah nasce a metà dell’Ottocento nei pressi della Città Vecchia di Gerusalemme e al suo interno abitavano sia arabi musulmani che ebrei. Alcuni rabbini acquistarono dagli arabi dei terreni attorno alla tomba del venerato Sommo Sacerdote ebreo del terzo secolo A.C. Shimon Hatzadik (Simone il Giusto) e vi si stabilirono fino al 1948, anno della fondazione dello Stato di Israele e dell’occupazione di Gerusalemme da parte dell’esercito giordano. A causa di questa occupazione gli ebrei furono cacciati con la forza e si insediarono gli arabi. Con la vittoria israeliana nel 1967 (nella c.d. Guerra dei Sei Giorni) la Città Santa tornò a far parte dello Stato ebraico dopo millenni. Ma i vecchi proprietari si trovarono le loro vecchie case abusivamente occupate: ne nacque un contenzioso risolto solo dopo molti decenni e il 2 febbraio 2021 un tribunale distrettuale di Gerusalemme ha appurato che i residenti palestinesi non erano né proprietari, in quanto privi dei documenti relativi che dimostrassero l’acquisto della proprietà, né di aver pagato l’affitto ai vecchi proprietari, come stabilito in precedenza già negli anni settanta. Alla fine gli occupanti hanno presentato ricorso alla Corte Suprema di Israele che doveva trovare una soluzione entro il 10 maggio 2021, rinviata però a causa dei disordini appena scoppiati.

I disordini sono stati fomentati da Hamas e alcuni osservatori hanno visto una analogia con quelle dei Black Lives Matters negli Stati Uniti: manifestazioni con bandiere apparentemente pacifiste seguite da lanci di bombe Molotov, pietre e uso di spranghe contro le forze di sicurezza israeliane, mettendo a ferro e fuoco il Monte del Tempio e usando come “fortino” la moschea di Al-Aqsa. A rafforzare l’analogia, non per nulla i movimenti BLM e Antifa sono uniti in una specie di “gemellaggio” verso i gruppi anti-israeliani, come si potevano intravedere nelle bandiere, magliette e post sui social degli attivisti americani.

Come detto prima, oltre a Gerusalemme anche la città di Lod è stata oggetto rivolte e violenze da parte di arabo-israeliani, con veri e propri assalti contro simboli e proprietà ebraiche e che, successivamente, si sono diffusi anche in altre città. Sinagoghe, negozi e proprietà private ebraiche sono state date alle fiamme o pesantemente danneggiate ma hanno trovato la reazione di gruppi organizzati di cittadini ebrei, con il rischio di arrivare ad una vera e propria guerra civile. Sembra dunque di essere tornati alle rivolte degli anni Trenta del Novecento, quando ci furono manifestazioni e violenze arabe durante il Mandato Britannico.

Il ritorno dell’influenza iraniana

Il giorno prima di quello cui la Corte Suprema israeliana avrebbe dovuto pronunciarsi, per la precisione il 9 maggio, si festeggiava il Jerusalem Day in due paesi: in Israele per la riunificazione di Gerusalemme nel 1967 e in Iran per la distruzione di Israele e la “liberazione” della città.

Non c’è dubbio che la nuova amministrazione di Sleepy Joe abbia portato le lancette del tempo indietro al 2015 (quando nacque l’accordo sul nucleare iraniano – il JCPOA) e rivitalizzato il regime degli ayatollah, fornitore dei razzi Grad per le organizzazioni terroristiche di Hamas e della Jihad Islamica (questi ultimi, tra l’altro, sciiti filo-iraniani), acquistati grazie ai fondi di aiuto concessi da altri paesi e dalle organizzazioni internazionali, tra cui figura anche l’Unione Europea…

Il Consigliere per la Sicurezza degli Stati Uniti Jake Sullivan – grande sostenitore del ritorno americano agli accordi con l’Iran – e la maggior parte dei Democratici hanno scaricato la responsabilità verso Israele, non sappiamo se per eccesso ingenuità o se per pura avversione verso lo Stato ebraico.

Con la precedente amministrazione repubblicana si era riusciti a limitare in parte gli attacchi, anche se non sono mancati, soprattutto nei primi due anni di Donald Trump alla Casa Bianca quando era iniziato il lavoro di logoramento verso la Repubblica Islamica. La decisione di spostare l’ambasciata a Gerusalemme, e il conseguente riconoscimento della Città Santa capitale di Israele, la difesa di Israele in sede ONU da parte dell’allora Rappresentante Nikki Haley, gli Accordi di Abramo, con la normalizzazione dei rapporti diplomatici con i paesi del Golfo Persico e Israele e l’eliminazione del generale iraniano Qassem Soleimani a Baghdad nel gennaio 2020 avevano ridimensionato il protagonismo della Repubblica islamica iraniana nella regione.

Ora tutto questo rischia di andare in pezzi, in nome di non si sa quale “bene comune” o “unità”.

La dichiarazione di Trump e la telefonata di Biden

Anche se silenziato dai social network, Donald Trump ha rilasciato una dichiarazione di condanna degli attacchi missilistici di Hamas e sulla debolezza di Joe Biden.

Quando ero in carica eravamo conosciuti come la presidenza della pace, perché gli avversari di Israele sapevano che gli Stati Uniti stavano fermamente con Israele e che ci sarebbe stata una rapida punizione se Israele fosse stato attaccato.

Sotto Biden, il mondo sta diventando più violento e più instabile perché la debolezza di Biden e la mancanza di sostegno a Israele sta portando a nuovi attacchi ai nostri alleati.

L’America deve sempre stare con Israele e chiarire che i palestinesi devono porre fine alla violenza, al terrore e agli attacchi missilistici, e chiarire che gli Stati Uniti sosterranno sempre con forza il diritto di Israele a difendersi.

Incredibilmente, i Democratici continuano anche a sostenere la pazza anti-americana Rep. Ilhan Omar, ed altri, che attaccano selvaggiamente Israele mentre sono sotto attacco terroristico.

Le “magnifiche tre”, la “Squad” delle Rappresentanti estremiste democratiche Alexandria Ocasio-Cortez, Rashida Tlaib e Ilhan Omar hanno twittato le solite banalità filo-palestinesi che vi risparmiamo.

Solo nella giornata di mercoledì, Joe Biden ha chiamato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, dichiarando alla stampa che “Israele ha il diritto di difendersi delle migliaia di razzi che piovono sul loro territorio” augurandosi che si arrivi a una “calma sostenibile”. Inoltre ha confermato a Netanyahu “l’impegno diplomatico dell’America con i paesi regionali, tra cui Egitto, Giordania e Qatar, così come con i funzionari palestinesi”, sempre che questi ultimi accettino di sedersi attorno ad un tavolo.

Chissà che non sia stata la dichiarazione di Trump a dare la “sveglia” ai sonni di Sleepy Joe! Il 45° Presidente USA si dimostra sempre più il leader di un’opposizione attiva nella politica americana.
La strategia militare dei palestinesi e la risposta israeliana

Hamas, ovvero l’organizzazione che governa la Striscia di Gaza dal 2005 e che ha delegittimato l’Autorità Nazionale Palestinese, utilizza due tattiche: la prima è quella di cercare di ingolfare la difesa e i sistemi antimissile Iron Dome israeliani che presidiano città e villaggi; la seconda, quella di utilizzare le rampe per il lancio per i razzi in pieno centro abitato, scavare tunnel sotto case e ospedali, immagazzinare munizioni negli scantinati di edifici (appartamenti, ospedali, scuole – tecnica usata anche da Hezbollah in Libano) in modo da costringere i jet e gli elicotteri israeliani a colpire quegli obbiettivi per favorire la propaganda islamista con immagini di gente sfollata, ferita ed edifici distrutti.

Inutile spiegare ai media e a gran parte dell’opinione pubblica che il fatto di mettere delle postazioni di lancio per i razzi nei centri abitati viene considerato in sede ONU come un crimine di guerra, in quanto mette la popolazione civile in grave pericolo. E inutile anche spiegare che i razzi a corto raggio utilizzati dai terroristi sono letali tanto quanto quelli lanciati dai sofisticati jet o elicotteri militari. E i lanci non vanno sempre a buon fine, come dimostra l’episodio accaduto nel primo pomeriggio di lunedì 10 maggio, quando è stato identificato un fallito tentativo di lanciare un razzo che è esploso all’interno della Striscia di Gaza.

La risposta dell’IDF è stata chiamata “Operation Guardian of The Walls” e consiste nel colpire postazioni di lancio dei razzi, dei droni “suicidi” e dei palloni esplosivi oltre agli edifici e ai tunnel ed altre infrastrutture utilizzate dai terroristi con l’uso dei carri armati (i primi ad aprire il fuoco), jet militari e elicotteri da attacco. Nella giornata di mercoledì è stato distrutto nel nord della Striscia di Gaza un lanciatore multiplo in grado di sparare fino a 10 razzi diretti verso le città costiere di Ashkelon e Ahdod e successivamente è stata colpita una squadra di terroristi pronti a lanciare gli UAV (droni) “suicidi” verso il territorio israeliano.

Gli aerei israeliani hanno colpito in totale 130 obbiettivi tra cui un edificio dell’intelligence appartenente ad Hamas nel quale sono morti 15 membri dell’organizzazione. In totale l’IDF ha impiegato 80 mezzi aerei, tra cui 8 caccia di quinta generazione F-35I “Adir” (la versione israeliana dell’F-35A Lightining II)

L’ultima operazione importante verso i terroristi palestinesi è stata la “Protective Edge” del 2014, quando Barack Obama era Presidente e Joe Biden il suo Vice. Anche in quella occasione i media e gran parte dell’opinione pubblica si schierò contro Israele.

Non era del tutto da escludere già ai primordi dell’attacco che l’IDF entrasse ed occupasse la Striscia di Gaza, lasciata forse imprudentemente nel 2005 sotto il governo di Ariel Sharon, ritiro che cancellò quasi completamente quelle comunità ebraiche. che, grazie alla protezione dei soldati israeliani, potevano tenere meglio sotto controllo eventuali disordini, come accade invece in Giudea e Samaria, dove i reparti dell’esercito israeliano negli insediamenti ebraici intervengono per stroncare sul nascere eventuali attacchi terroristici.

L’abbandono della Striscia di Gaza ha creato le basi per la dittatura di Hamas e la Jihad Islamica ed i risultati sono purtroppo questi.




LA PARTE DOVE COLLOCARSI
Niram Ferretti
16 maggio 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Ancora qualche parola da spendere su Camille Eid, il libanese maronita che si augura che su Tel Aviv piovano i razzi di Hamas per sei mesi e pubblica una vignetta in cui un soldato israeliano è raffigurato con la svastica al braccio (la nazificazione dell'IDF è uno dei cavalli di battaglia dell'antisemitimo in sauce antisionista).
Il suddetto è accreditato nel mondo cattolico, quello più a la page, il progressista, di cui, oggi, il maggiore esponente è il pontefice regnante. Su di lui leggiamo in una pagina online:
"Nato a Beirut in una famiglia maronita, si è trasferito durante la guerra libanese in Italia dove collabora con varie testate cattoliche. Ha al suo attivo oltre duemila articoli, interviste e reportage sul mondo arabo, le comunità cristiane orientali e l''islam politico".
Eid è una testa fine. Per lui gli ebrei, soprattutto quelli che vivono in diaspora sono una cosa, i "sionisti" un'altra. I sionisti sono, ovviamente, una degenerazione dell'ebraismo, così come, questo lui non lo dice, ma lo diciamo noi, i nazisti furono una degenerazione dei tedeschi.
Poco importa che Israele, nella Prima Guerra del Libano del 1982, costituì un'alleanza con i libanesi maroniti per contrastare le azioni criminali dell'OLP in Libano, dove aveva instaurato un vero e proprio regime del terrore. In questo caso, i "sionisti" chissà come andavano considerati, se meglio o peggio dei terroristi palestinesi.
Perchè qui c'è un cortocircuito. Se ci si augura che Hamas prosegua il suo lancio di missili su Tel Aviv e dintorni e si pubblica una vignetta che nazifica l'IDF, allora non si può essere stati dalla parte di Israele nel 1982, bisognava stare dalla parte di Arafat.
L'importante è collocarsi, in modo chiaro e netto, col terrore, con il jihadismo, e poi professarsi untuosamente uomini di pace.



“L'amore della sinistra per l’Islam non lo capisco”
Giulio Meotti
16 maggio 2021

https://meotti.substack.com/p/lamore-de ... per-lislam

L’ex premier francese Manuel Valls ieri ha detto che c’è una parte della sinistra filo-Hamas. In Belgio intanto si gridava in piazza “morte agli ebrei”. A Milano abbiamo sentito in piazza Duomo “Allahu Akbar”. Manifestazioni dove non sono presenti soltanto musulmani, ma anche pezzi della sinistra militante. “Questo incontro tra islamismo radicale ed estrema sinistra è potenzialmente esplosivo”, ha detto ieri Bernard-Henri Lévy.

Lo scrittore siriano riparato in Francia, Omar Youssef Souleimane, pubblica sull’Express in edicola uno straordinario j’accuse contro questa alleanza. “Negli anni '70 Khomeini, il padre della ‘rivoluzione’ islamica in Iran, ha accolto i suoi amici della sinistra francese nella sua casa nella regione parigina. Lo hanno sostenuto nei media, lo hanno presentato come la resistenza allo Scià e all'ordine imperialista americano. Michel Foucault è un buon esempio di questa cecità. Una volta eseguito il piano di Khomeini, al suo ritorno nel suo Paese, le prime vittime del suo sistema totalitario furono i comunisti iraniani. Sono finiti tutti in prigione, assassinati o esiliati. Ma in Francia una parte della sinistra ha continuato a sostenerlo in nome della lotta contro gli Stati Uniti o contro i capitalisti. Questo non è l'unico esempio di ‘amore’ della sinistra per gli islamisti”.

Durante le proteste parigine nel 2014 abbiamo sentito gli appelli del Partito Indigeno della Repubblica (PIR) e di tante ong ad aiutare Hamas, “fondata dai Fratelli Musulmani e responsabile di centinaia di attacchi contro i civili israeliani. Oggi una certa sinistra accusa allegramente chi non gli piace di essere di estrema destra o razzista. Questa frequente accusa è la conseguenza della complicità tra la sinistra e gli islamisti che sono riusciti a erigere un tabù, ‘l'islamofobia’, invocato all'infinito contro ogni critica all'Islam. Queste persone sostituirono il famoso berretto di Che Guevara con il turbante di Khomeini e la barba di Marx con quella di Bin Laden. Questo riavvicinamento ha prodotto una nuova setta ideologica che sta facendo tutto quanto è in suo potere per tutelare i principi dell'Islam, anche a scapito della Repubblica”.

Souleimane, di cui in Italia sarà pubblicato a settembre L’ultimo siriano per E/O, la chiama “sinistra halal”. “Oggi, in Francia, i progressisti, in nome della sinistra, stanno diffondendo idee medievali” conclude lo scrittore. “Ma non abbiamo sentito una parola da questi circoli dopo l'assassinio dello studente pakistano Mashal Khan nel 2017 da parte degli islamisti nella sua università a causa della sua avversione per l'Islam!”.

Leggendo e traducendo lo straordinario articolo di Souleimane me ne è tornato in mente un altro che scrissi sei anni fa. Era sulla sbornia che la sinistra prese per Khomeini. Iniziava così: “È un mistero che cosa di quell’imam abbia potuto attrarre la truppa di laiconi europei e scialbi liberal americani, libertini e materialisti, strutturalisti e femministe, esistenzialisti e teorici della rivoluzione sessuale, postmodernisti e borghesi moralisti, fino ai comunisti di ogni sorta”. Il famoso filosofo e intellettuale Michel Foucault, su tutti, spiegò il suo amore per il “santo” Khomeini dalle colonne del….Corriere della Sera.


LE FALSE CARTE PALESTINISTE E QUELLE VERE.
riporto la ottima sintesi di Mario Carboni
David Pacifici
16 maggio 2021

https://www.facebook.com/zio.Ferdinando ... 2031736582

Hanno ripreso a circolare le 4 false cartine della propaganda palestinista bevute come un rosolio riscaldato dai supporter rossi e bruni di Hamas.
In effetti le cartine veritiere sono quelle mostrate più sotto.
In particolare risaltano sia la prima a sinistra che riguarda il Mandato britannico che la seconda corrispondente alla partizione del 1947 del Mandato britannico in due Stati, uno arabo e uno ebraico con Gerusalemme Città autonoma e federata con i due primi.
La terza invece riporta il risultato della guerra scatenata dagli arabi e persa, inaspettatamente contro il neonato Stato d'Israele conseguente al rifiuto di quello arabo, che oggi potremmo chiamare palestinese.
Si vede benissimo che quella che oggi è chiamata striscia di Gaza era dopo il conflito divenuta Egitto, che la tenne sino al 1967, mentre la parte ad ovest dell'allora possibile stato palestinese compresa Gerusalemme est era divenuta giordana.
A non volere lo Stato palestinese furono gli stati arabi che appunto anche nella sconfitta , si spartirono voracemente i territori rimasti del Mandato britannico.
Non volevano lo Stato palestinese e non consideravano neppure esistente una etnia o nazionalità o particolarità degna di autodecisione ma per loro in quelle terre c'erano solo arabi, non dissimili dai giordani, egiziani o siriani .
Anche per questo tennero permanentemente i profughi in campi sterminati per tanti anni, non li accolsero, non cercarono di assimilarli e sono rimasti così sino ad adesso, moltiplicandosi come cittadini di serie non B ma C e forse Z, sfruttati, odiati e poi utilizzati in seguito come carne da cannone e per succhiare aiuti internazionali.
In questi giorni in Israele si festeggia la nascita dello Stato dalla Stella di Davide, emerso da quella prima guerra non voluta e di difesa disperata.
Gli attuali palestinesi commemorano la Nabka cioè quella che considerano la giornata della loro disgrazia fuggendo in esilio che però avvenne molto per colpa loro perchè non accettarono la spartizione fidandosi degli Stati arabi.
Non accettarono per principio soprattutto lo Stato d'Israele e con esso lo Stato arabo e Gerusalemme Città Stato.
Se avessero accettato, ma la storia non si fa con i se, avrebbero avuto uno Stato molto più grande di quello che pietiscono oggi ma solo a parole, mentre invece il loro sogno è sempre quello di buttare a mare tuti gli ebrei e distruggere Israele.
L'attacco di Hamas è un ultimo conato di quella voglia distruggitrice ed antisemita descritta chiaramente nello Statuto di Hamas, fotocopia delle nefandezze islamiste della Fratellanza mussulmana.
Sarebbe stata la loro una statualità di grandi potenzialità soprattutto se avessero accettato anche le Costituzioni e le regole di funzionamento democratiche e federali interne, fra i due Stati e Gerusalemme prescritte dalla risoluzione 181 dell'ONU del 28 novembre 1947.
Lo spazio assegnato agli ebrei nella cartina sembra grande ma in effetti la sua maggior parte è costituita dal deserto del Negev che si estende per 12 mila Km quadrati e che attualmente corrisponde al 60% dell'attuale Stato d'israele.
Gli ebrei accettarono lo stesso ma senza dubbio erano sicuri che sarebbe stato trasformato in giardino come in effetti è avvenuto ovunque in Israele.
Non c'è dubbio che la cosiddetta Nabka sia stata per la popolazione araba della Palestina mandataria costretta ad andarsene dai combattimenti o fatta evacuare come in ogni guerra combattuta per dei territori o fuggita via certa di rientrare data la convinzione che gli eserciti arabi avrebbero vinto velocemente la guerra, sia stata una tragedia.
Però non bisogna dimenticare che molti arabi rimasero nei confini del primo Stato ebraico dopo millenni dalla diaspora. Vennero considerati quasi subito come cittadini d'israele con tutti i diritti e che adesso costituiscono il 20% della popolazione, sono rappresentati in Parlamento con i loro partiti e comunque vivono in condizioni sconosciute in tutti i paesi arabi e inimmaginabili in quei territori amministrati dall'ANP o peggio a Gaza sotto il tallone dgli integralisti mussulmani di Hamas.
Gli arabi cittadini israeliani hanno tutti il passaporto e possono andare dove vogliono e quando vogliono e viene loro la pelle d'oca o la rosolia all'idea di poter essere governati da Hamas o da Fatah. In Italia una ormai conosciutissima filopalestinese, giornalista, attrice ed altro ancora che da noi ha trovato l'America dove può esprimere ciò che vuole e sempre in chiave anti israeliana, evita accuratamente di dire che è una cittadina israeliana, che in Israele ha studiato e che da Israele è venuta con passaporto Israeliano e con lo stesso passaporto può tornare in Israele quando vuole, e probabilmente lo fa spesso almeno per trovare i parenti che lì dovrebbero vivere in libertà e democrazia.
Sembra anche che eviti ancora più accuratamente di andare a vivere a Ramallah oppure a Gaza dai suoi amati palestinisti. La quarta cartina invece rappresenta il territorio originario di Israele più quelli conquistati dopo l'aggressione degli Stati arabi nel 1967, che si concluse con la loro bruciante sconfitta in soli sei giorni di combattimento, comprese le alture del Golan strappate alla Siria e dalle quali per i 20 anni precedenti i siriani sparavano nelle sottostanti vallate agli agricoltori israeliani che stavano trasformando aride terre in giardini e foreste. Ed è per questo, per non tornare ad una situazione di pericolo che le alture del Golan sono state annesse ad Israele con grande soddisfazione dei Drusi locali che giammai vorrebbero tornare sotto la Siria e che anzi si arruolano in gran numero nell'esercito Israeliano pur facendo parte di una particolare setta musulmana e di una etnia a parte.
La quinta cartina mostra invece la situazione odierna del territorio dell'antico Mandato britannico ma con Gaza che dopo circa 20 anni di governo militare israeliano fu lasciata al suo autogoverno con decisione unilaterale di Sharon e la cosiddetta West bank che a seguito degli accordi di Oslo e con il riconoscimento della ANP cioè l'Autorità Nazionale Palestinese, con sue strutture politiche e amministrative compresa la polizia fu riorganizzata nelle zone A, B e C come prerequisito alla definitiva trattativa di pace che superasse l'armistizio fra Israele e Giordania e definisse frontiere certe e sicure fra l'auspicato Stato palestinese e lo Stato Ebraico. Nel frattempo la sovranità su questi territori venne trasferita all'ANP dal Regno di Giordania che autonomamente siglò un trattato di pace con Israele.
Il trattato di Oslo fu un colossale fiasco, non per le sue premesse e alcuni positivi passi in avanti, ma soprattutto per l'atteggiamento palestinese di continuare il conflitto con varie intifade, terrorismo indiscriminato e nessuna volontà di sedersi ad un tavolo negoziale, rifiutando a sorpresa quando le trattative erano al termine anche le offerte del Primo ministro israeliano Olmert che aveva messo sul tavolo oltre il 93% dei territori della Cisgiordania e alcuni scambi di territori ma ormai il Capo della ANP era Abu Mazen e Gaza era in mano ad Hamas.
Parlare di pace oggi, che è in corso un'altra guerra scatenata da Hamas con il lancio di migliaia di missili e con Fatah che sobilla i cittadini arabi israeliani alla ribellione, non è certamente realistico perchè la parola è alle armi.
Però come in ogni conflitto arabo israeliano la diplomazia non si è mai fermata ma attende anche essa i punti fermi del risultato della guerra che non sono territoriali perche Israele nulla se ne può fare e non vuole di Gaza, ma che saranno soprattutto politici nel grande Risiko che vede nuovi giocatori come la Turchia sempre più nella Fratellanza mussulmana e in scontro per questo con l'Egitto e i vecchi come i Sauditi e gli Emirati del Golfo divenuti con Trump Presidente, amici ed alleati d'Israele in funzione del loro conflitto con il nuovo giocatore spregiudicato e nemico giurato d'Israele e dei Sunniti che è l'Iran sciita .
Molto di più si potrebbe dire e anche supporre ma mi premeva far vedere queste cartine che non solo smontano le menzogne propagandistiche palestiniste ma chiariscono agli amici quanto sia bolso, superficiale e falso l'accodarsi dei palestinisti italiani ad una propaganda che allontana ogni ipotesi di pace e anche di compromesso che in tutti gli accordi è sempre non solo possibile ma desiderabile per far diventare amici i nemici, perchè solo cosi si può avere pace vera e non tregue fatte per essere rotte.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » dom mag 16, 2021 7:52 pm

Il demente antisemita internazi comunista di origine ebraica Gad Lerner e filonazimaomettano, una vergogna umana

Chi cerca la pace fra concittadini ebrei e arabi viene accusato di tradimento. La paura di criticare Israele paralizza molti anche in Italia. Del nostro imbarazzato tacere approfittano i fanatici che si promettono morte fra vicini di casa. Israele peggiora e rischia di perdersi
16 maggio 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4212970064

Emanuel Segre Amar
Chi evita il civile confronto con chi pensa diversamente da lui, ma si limita a confrontarsi con chi la pensa nello stesso modo, non potrà mai andare lontano nelle sue analisi. Due volte gli ho proposto di partecipare a una tavola rotonda, e due volte ha rifiutato. Evidentemente è consapevole di avere solo parole vuote da contrapporre a fatti precisi e ben documentati




L’ebreo di corte ha pubblicato sul suo profilo:
Chi cerca la pace fra concittadini ebrei e arabi viene accusato di tradimento. La paura di criticare Israele paralizza molti anche in Italia. Del nostro imbarazzato tacere approfittano i fanatici che si promettono morte fra vicini di casa. Israele peggiora e rischia di perdersi.
No, tutti gli ebrei cercano la pace, ma la pace va accettata dai due contendenti, e in questo i caso, purtroppo, Hamas, Jihad e OLP (e gli ayatollah che soffiano alle loro spalle) vogliono la distruzione dello Stato e la cacciata degli ebrei in mare, come diceva Nasser.
Lerner, fin quando ti confronterai solo con chi la pensa come te (Tramballi and co.) e rifiuterai qualsiasi confronto civile, tra persone preparate sull’argomento, non pretendere di essere considerato una persona leale.
Emanuel Segre Amar
16 maggio 2021

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 7784349308


AFFIANCHIAMO NELLA PROTESTA CONTRO I GUERRAFONDAI LE BANDIERE D'ISRAELE E PALESTINA
Questo mio articolo è uscito oggi su Il Fatto Quotidiano
Gad Lerner
16 maggio 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4212970064

Osserviamo costernati le manifestazioni in cui viene bruciata la bandiera israeliana e anche tanti giovani immigrati di seconda generazione gridano in arabo “yahoud kalabna”, “gli ebrei sono i nostri cani”. A loro la memoria della Shoah dice poco o nulla, al cospetto delle sofferenze dei palestinesi.
Anche a causa di quelle immagini la paura di criticare Israele ci paralizza, soprattutto mentre piovono razzi sulle sue città. Ma dobbiamo pur dircelo: del nostro imbarazzato tacere stanno approfittando i fanatici che si promettono morte fra vicini di casa. Come la notte del 22 aprile scorso, quando squadristi dell’estrema destra a Gerusalemme assalivano per strada i loro concittadini palestinesi al grido “mavet laaravim”, “morte agli arabi”, provocando 105 feriti, per vendicarsi della diffusione di un video in cui un ebreo ortodosso veniva sopraffatto e umiliato.
Oggi che la guerra infuria non solo ai confini d’Israele ma nel cuore delle città-miste, rendendole invivibili, la minoranza che laggiù si sforza di praticare l’alternativa di una pace fra uguali viene accusata di tradimento. Gli estremisti che chiedono l’”ebraicizzazione” e perfino l’esodo forzato degli arabi, hanno già i numeri per condizionare gli equilibri di governo. E gettano benzina sul fuoco per contare sempre di più.
Ormai mi sono abituato a sopportare questa accusa di tradimento, estesa peraltro a tanti israeliani che la pensano come me. Ma credo sia giunto il momento che i democratici italiani, proprio perché preoccupati per la sicurezza presente e futura dello Stato d’Israele, imparino a esprimergli a voce alta le critiche sussurrate lontano dai riflettori. Da veri amici.
Si facciano promotori di manifestazioni contro i guerrafondai in cui possano sfilare una accanto all’altra le bandiere d’Israele e della Palestina. Senza pericolo di venir bruciate.


Emanuel Segre Amar
LERNER DOVREBBE IMPARARE LA VERITà DA QUESTA DOTTORESSA ITALIANA NON EBREA CHE VIVE A TEL AVIV, E NON IN UNA BELLA CASCINA IN PIEMONTE.
LETTERA APERTA DA TEL AVIV di una dottoressa italiana NON ebrea.
Scritta il 12 luglio 2014 alle ore 15.28, ma sempre attuale.
Salve, il mio nome e Giulia e abito a Tel Aviv. Ci abito adesso, perché io non sono nata qui. Io sono di Rimini, la bella Rimini, in Romagna.
E semplicemente capitato che sia venuta a vivere in questo paese, non l'avrei mai detto. Io mi sono solo innamorata di un timido ragazzo incontrato per caso sui banchi di scuola all'universita, un ebreo e un israeliano.
Sono ormai due anni che mi sono trasferita e sento di dover condividere in questo delicato momento il mio bollettino. Io qui non ci sono nata, e non sono nemmeno ebrea. Ho guardato un po stupita , come spettatrice, questo mondo in cui mi trovo. E ho imparato. Ho imparato che gli isreliani sono un popolo forte. Piu forte di quello che avrei potuto immaginare. E allora voglio spiegare un po' il perché.
Tra una telefonata e un facetime a casa, nell'ultima settimana, mi sono ritrovata a dover correre alla disperata ricerca di un rifugio per me ed il mio piccolo bimbo di 3 mesi, stretto stretto fra le mie braccia. E in questo momento e proprio da qui che sto scrivendo, dal bunker di cemento che hanno costruito dentro il mio appartamentino.
Mi ero svegliata non da molto (si sa, con un bambino cosi piccolo le notti sono ancora lunghe). Ero sul terrazzo, sulla mia sedia a dondolo rossa comprata in uno dei nostri afosi venerdi' di luglio, in un piccolo mercatino arabo. Il mio bimbo mi stava regalando uno dei suoi primi sorrisi del mattino, quando improvvisamenre sento una sirena.
Non riesco a descrivere cosa significhi ascoltarla. Fra pochi ISTANTI un missile cadra' qui vicino.
I primi attimi sono sempre gli stessi. Non penso sia piu di qualche secondo, ma inizialmente il mio cuore si ferma. Perde un battito. E mi chiedo se me lo stia immaginando, ancora. Perche da quando hanno cominciato a sparare i missili anche qui, io tutti i rumori li ascolto!
Alcune volte al giorno, se lavo i piatti mi fermo e spengo l'acqua, e ascolto. Ascolto se quel rumore e l'inizio di una sirena oppure un altro treno che passa vicino a casa mia. Perche io non sono mica nata qui. Mi ci devo abituare. E questa volta e' davvero.
E allora mi alzo subito dalla mia sedia a dondolo e trascino il mio cane, chiamo mio marito e la mia mamma, che mi e' venuta a trovare per pochi giorni, per vedere il suo primo nipotino, e chiudo dietro di me la pesante porta del bunker.
Appena mi siedo, sento il mio cuore battere dentro le mie orecchie e un "boom" rimbomba nella stanza. Poi un altro. E un altro ancora. E la porta, che nella fretta non avevo chiuso a chiave. si apre improvvisamente. Noi non parliamo, per qualche secondo. Non sappiamo cosa sia successo, non lo possiamo sapere. E aspettiamo, in silenzio. Forse e' finita per ora. Usciamo.
Che strana sensazione. Ho paura, ancora il cuore batte forte e il mio bimbo mi stringe il braccio, rannicchiato come un piccolo ranocchio. Eppure mi sento fortunata. Fortunata! Io ho fatto tutto questo forse in 45 secondi. La sirena mi da' un margine di al massimo 1 minuto e mezzo. A non piu di 40 km da qui io forse non sopravviverei. Perche loro hanno 15 secondi. 15 SECONDI. Se avessi avuto un altro bimbo e una casa a 2 piani, non sarei nemmeno riuscita ad andare a prendere l'altro bambino per metterli al sicuro entrambi. E loro sono bombardati qusi senza tregua dal 2005, esattamente da quando l'esercito israeliano ha lasciato Gaza nella speranza di favorire un dialogo di pace.
Però voglio dirvi qualcosa di chi sono io. Io sono una dottoressa. Ho studiato nella Bologna, La Rossa. E sono una ragazza normale, una piccola Romagnola. Sono cresciuta mangiando di gusto la piadina col prosciutto e andando alla spiaggia nelle affollate estati riminese. Sono anche cresciuta e stata educata in un ambente piuttosto di sinistra. Anche la mia mamma è una dottoressa, e la mia vita è stata sempre piuttosto tranquilla!
Quando mio marito, medico anche lui, mi ha chiesto dopo essersi laureato di trasferirmi a Tel Aviv, almeno per la nostra specializzazione, perché proprio gli mancava tanto casa sua, io quasi immediatamente e spontaneamente ho detto "si!".Nessun rimpianto.E da quando sono venuta a vivere qui ho incontrato tante persone cosi diverse da me, e ho conosciuto. E ho imparato. E non é stato sempre facile. Ho imparato che gli israeliani sono difficili. Che sono cocciuti. Che sono orgogliosi.
Ma ho anche imparato che gli israeliani sono persone buone. Che hanno un grande grande cuore. Che gli israeliani sono come una enorme, unica famiglia. Che sono solo 6 milioni. E che sono sognatori. E sanno combattere come nessun altro per i loro sogni.
Ma non mi si deve credere sulla parola. Voi non mi conoscete. Si deve venire. Tu, che controlli sdegnato gli aggiornamenti sul conflitto arabo-palestinese sul tuo giornale online. Tu che parli come se avessi la verità in mano, di quanto "gli israeliani potrebbero fare la pace con Hamas se solo veramente volessero". Tu che pubblichi su Facebook foto di cui non capisici minimanete il significato, VIENI QUA. Parla per la prima volta nella tua vita con un ebreo. E con un israeliano. Vieni a conoscerci. Prendi un biglietto, appena sarà di nuovo un po' più calmo, prima che Hamas decida di bombardarci ancora, e invece di andare in vacanza altrove, prenditi qualche giorno per stupirti. Non hai idea di quello che vedrai. Della civilta' meravigliosa e delle persone che incontrerai.
Prima di concludere, dal momento che voglio andare a far compagnia a mio marito, che in quanto pediatra è tornato da un turno di 26 ore dove ha dovuto prendersi cura di bambini (sapete, anche noi abbiamo dei bimbi che amiamo) terrorizzati dagli allarmi. voglio scrivere questa ultima cosa.
Io sono una specializzanda in Cardiochirurgia (chiedete pure quante donne sono chirurghe o addirittura cardiochirurghe in Italia) e nel mio ospedale almeno la metàdella mia giornata lavorativa la passo in sala a operare bambini malati di patologie cardiache e provenienti da tanti Paesi in tutto il mondo. Questo è il risultato dell'enorme sforzo di una associazione israeliana , "save a child's heart" ,il cui scopo e' di identificare bambini con patologie al cuore e che non potrebbero sopravvivere senza una complessa operazione che i medici dei loro paesi non sanno eseguire.
E allora grazie a donazioni di persone da tutto il mondo e di tantissimi israeliani, si riesce a portarli da noi, spesso con la loro mamma, dove vengono operati e curati.
Il mio primario Dr Sasson ne opera almeno 2 al giorno. Non si prende vacanze. Ritorna in ospedale a tutte le ore della notte. E solo perche lo sappiate, io questo non lo dico quasi mai, lo sapete da dove vengono la maggioranza dei bambini? Da Gaza. Io e con me tanti israeliani diamo i nostri risparmi per salvare il cuore e la vita di un bambino di Gaza. Quella stessa Gaza che adesso mi fa stare chiusa con il MIO bambino dentro questo bunker e minaccia di abbattere l'aereo che mia mamma potrebbe prendere nei prossimi giorni. E allora da qui dentro io voglio dire che nonostante i loro missili e le loro minacce, il mio cuore è pieno di forza, e che io posso solo essere orgogliosa di essere una cittadina di questo meraviglioso paese che è Israele.



Alex Bombol Khan
Persone come Lerner , Ovadia , Mentana , Ruggero Gabbai , e in genere tutti quegli ebrei assimilati di sinistra che fanno l' autadafè con lettere demenziali , non vogliono la pace , vogliono " stare in pace " . C' è una grossa differenza . Chi vuole la pace si attiva per individuare e tentare di rimuovere le cause del conflitto che non sono di certo un " contenzioso territoriale " , ma hanno origini antiche nell' antigiudaismo coranico e nel rifiuto del mondo arabo ad accettare il diritto degli ebrei ad avere uno Stato nazionale dove vivere liberi , sicuri e lontani dalle loro grinfie . Chi vuole " stare in pace " al contrario , ha un solo esclusivo interesse : sganciarsi il più possibile dalla scomoda posizione di ebreo e sionista e apparire come persona buona e altruista che si identifica nel genere umano tutto . la sua patria non è la scomoda e ingombrante terra di Israele , ma il più rassicurante e meno attaccabile villaggio globale , in cui naturalmente tutti hanno il diritto di vivere dappertutto favorendo il meticciato globale , e gli unici fuorilegge sono gli ebrei che insistono sul concetto fascista di Israele terra biblica dei padri . Chi vuole " stare in pace " non ama Israele in quanto terra degli ebrei indicata dalla Torah . Non ama la scomoda Tomba dei Patriarchi , lo scomodo muro del pianto , e guai a parlare di un legame storico tra popolo ebraico e Giudea e Samaria . Chi vuole " stare in pace " ha una religione che non è l' ebraismo . È un mix confuso di umanitarismo e libertinismo : è orgoglioso di Israele , perche' c'è gay pride a Tel Aviv , dei concorsi di bellezza o canori dove pullulano transessuali , omosessuali , e dove nelle spiagge a fianco di ragazze israeliane in bikini , fanno il bagno donne musulmane in chador . Tutto materiale da esibire con orgoglio alle cene con i loro amici non ebrei con la penna rossa e a cui rispondere " lo vedete che esiste anche qualche israeliano buono e non solo rabbini o cattivi soldati ? " .




“La politica di Israele dovrebbe essere la vittoria”: Intervista a Daniel Pipes
Niram Ferretti
16 Maggio 2021

http://www.linformale.eu/la-politica-di ... iel-pipes/

A proposito dell’attuale conflitto tra Israele e Hamas, L’Informale ha intervistato due tra i massimi esperti internazionali di Medio Oriente e di Israele, Daniel Pipes, storico, fondatore e presidente del Middle East Forum, l’infuente think tank americano con base a Philadelphia, e Martin Sherman, già Consigliere ministeriale di Yitzakh Shamir e fondatore e direttore esecutivo dell’Istituto per gli Studi Strategici Israeliano. Ad entrambi abbiamo posto domande analoghe. Oggi è il turno di Daniel Pipes.

Professor Pipes, il conflitto tra Israele e Hamas ha portato a un nuovo fenomeno: rivolte diffuse da parte dei cittadini arabi di Israele. È d’accordo con la valutazione del 2004 dello storico israeliano Benny Morris secondo cui gli arabi israeliani sono una “bomba a orologeria”?

Assolutamente. Ho cominciato a scrivere sugli arabi israeliani fin dal 1986 e dal 2006 ho sostenuto che rappresentano il “nemico finale” di Israele e un “pericolo esistenziale”. Dopo che stati stranieri e palestinesi esterni saranno stati neutralizzati, i cittadini arabi di Israele rimangono il nemico che non può essere sconfitto ma dovrà essere integrato, un compito molto più difficile.

Secondo alcuni gli attuali scontri hanno consentito a Hamas di raggiungere il suo obiettivo di lunga data, quello di sostituire Fatah come la principale organizzazione palestinese volta all’eliminazione di Israele. È così?

Ne dubito. Fatah e le sue organizzazioni collegate (l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e l’Autorità Palestinese) godono di una legittimità interna a Israele e a livello internazionale che manca a Hamas, consentendo loro accesso a denaro e altri mezzi di sostegno che per Hamas non sono disponibili. Hamas può ostacolare Fatah ma non può sostituirlo.

Sembra che l’attuale conflitto con Hamas, come quelli del passato, finirà con un cessate il fuoco. È inevitabile o esiste una via di uscita alternativa?

Essendo questo il quarto grande confronto di Israele con Hamas, dopo quelli del 2008-2009, del 2012 e del 2014, molti israeliani sono determinati a non ripetere gli scenari precedenti che hanno condotto a un armistizio e poi a rinnovati combattimenti. L’alternativa principale consiste in un’invasione di terra che consenta alle forze israeliane di riprendere e governare Gaza. Tuttavia, questa alternativa pone gli stessi problemi irrisolvibili del 2003, quando Ariel Sharon decise di ritirarsi unilateralmente dal territorio: gli abitanti di Gaza infliggeranno agli israeliani una sofferenza che vogliono evitare. Anche altri schemi comportano grossi problemi dal punto di vista di Israele. Ripetute incursioni porterebbero a massicce condanne internazionali e persino interne; così come imporre un proprio uomo forte condurrebbe probabilmente all’antisionismo. Di conseguenza, sì, il cessate il fuoco è l’esito più probabile.

Lei ha criticato a lungo gli israeliani per non aver cercato la vittoria, vale a dire imporre la loro volontà ai palestinesi. È un problema ancora attuale?

Più che mai, sì. Come sottolinea Sima Shine dell’ Istituto israeliano per gli studi sulla sicurezza nazionale in merito alla posizione di Israele nei confronti di Gaza: “Non esiste una politica”. Suggerisco che la politica di Israele dovrebbe essere la vittoria, vale a dire l’imposizione della sua volontà al nemico, convincendo gli abitanti di Gaza che hanno perso la guerra, che non possono raggiungere il loro obiettivo bellico di eliminare lo Stato ebraico. Una volta stabilito questo obiettivo politico, tutte le future azioni israeliane, dagli attacchi militari, a quelli informatici, dall’approvvigionamento dei rifornimenti, alle pattuglie di frontiera, dalla censura, ai premi e alle sanzioni, ecc. – dovrebbero essere viste alla luce di promuoverlo. Gli esempi includono la decapitazione della leadership di Hamas ovunque si trovi, inclusa la Malesia, il Qatar e persino la Turchia; al rifornimento di cibo, carburante, medicine e acqua a Gaza solo quando prevarrà la quiete; alla sponsorizzazione e la riconsiderazione dei precetti coranici relativi al controllo del territorio e al posto che spetta agli ebrei in Terra Santa.

Molti analisti politici hanno visto gli Accordi di Abramo come l’inizio di una nuova epoca, anche se alcuni, come Martin Sherman, hanno manifestato cautela. Qual è il suo punto di vista?

Ero e resto entusiasta a proposito degli accordi, soprattutto quello con gli Emirati Arabi Uniti; quelli con il Marocco e il Sudan sono molto più traballanti. Questi accordi fanno parte di una più ampia tendenza al disimpegno dei musulmani da Israele, anche se la sinistra diventa più militante e ostile. Questa tendenza continua, come confermano le condanne rituali degli Stati sunniti.

Ritiene che gli attuali combattimenti influenzeranno in qulache modo il rientro del governo degli Stati Uniti nel JCPOA, l’accordo sul nucleare iraniano?

Quaranta senatori statunitensi hanno fatto appello al presidente affinché interrompa i negoziati con la Repubblica islamica dell’Iran in quanto rifornisce Hamas. Il segretario di Stato Anthony Blinken lo ha respinto. Ciò suggerisce che l’amministrazione Biden non permetterà al conflitto tra Hamas e Israele di dissuaderla dal rientrare nel accordo sul nucleare.




Luttwak: “appoggiare Hamas è come appoggiare Hitler, Stalin o Pol Pot”
14 Maggio 2021

https://www.imolaoggi.it/2021/05/14/lut ... i-pol-pot/

Israele contro Gaza, Netanyahu contro Hamas. Uno “scontro militare classico”. E se la carriera politica del primo ministro israeliano è “finita”, il movimento che controlla la Striscia è composto da “fanatici islamisti” paragonabili a “Hitler, Pol Pot e Stalin”, mentre coloro che in Italia sostengono le posizioni di Hamas appoggiano “assassini seriali” e “farebbero bene a mettersi sui binari del tram ed aspettarlo”. Così in un’intervista all’Adnkronos Edward Luttwak, politologo ed economista Usa, osserva la nuova escalation in Medio Oriente e non risparmia giudizi trancianti verso l’una e l’altra parte.

Commentando un possibile ingresso delle truppe israeliane nella Striscia di Gaza, alla luce delle voci poi smentite che si sono rincorse nella serata di ieri, Luttwak sostiene che “per il momento” l’artiglieria, la marina e l’aeronautica di Israele stanno riuscendo a colpire numerosi depositi di razzi e finché questi obiettivi continueranno ad essere centrati “non c’è ragione di mandare truppe”.

Il politologo, che stima in “50mila razzi” l’arsenale di Hamas e ritiene che sia stato costruito “grazie ai soldi del popolo iraniano”, sostiene che finché i raid si riveleranno efficaci si andrà avanti senza che venga dato il via libera a un’operazione di terra, che provocherebbe “più vittime”. “Personalmente – precisa – non sono favorevole all’invio di truppe di terra se le altre azioni si dimostrano efficaci. Ma quest’arsenale deve essere distrutto”.

Secondo Luttwak, preannunciare un’operazione di terra e inviare carri armati e reparti di fanteria alla barriera con Gaza fa parte di una strategia per “indurre i miliziani di Hamas ad entrare nei tunnel, che poi vengono bombardati. Così una volta che decideranno di inviare le truppe troveranno i miliziani fuori dai tunnel” e potranno infliggere loro maggiori perdite.

Il politologo, sottolineando che “la comunità internazionale appoggia il governo palestinese”, dichiara che “quest’attacco di Hamas è un attacco all’Anp, per farle vedere che loro sono veri eroi che sfidano Israele”. Per Luttwak, si tratta di una “rivalità politica” che vede “contrapposte due ideologie, una islamista l’altra razionalista”.

Luttwak analizza quindi la situazione politica in Israele evidenziando uno “stallo politico” che, a suo modo di vedere, “riguarda in realtà molti Paesi con sistemi parlamentari, dove oggi ci sono coalizioni deboli e grandi difficoltà a formare i governi”. Al contrario, afferma il professore, “gli italiani hanno deciso di abbandonare il metodo democratico, di tirare fuori una persona, prima Monti ora Draghi, e farlo capo dei capi, con tutti che si allineano e obbediscono“, mentre “nei Paesi democratici dove insistono ad avere dei capi eletti non si riesce a creare un governo”.

Il politologo ritiene che il ciclo politico di Benjamin Netanyahu sia “finito” e che neanche un conflitto possa “avvantaggiarlo” e dargli la forza di creare un governo solido. “La sua carriera politica è finita, nessuno lo appoggia se non gli ultimi fedelissimi nel suo partito”, sostiene, indicando tuttavia che ci sono personalità “come Bennett e Gantz che sono qualificati e capaci di dirigere la situazione”.

Hamas vuole distruggere Israele

Le parole più dure il professore le riserva per Hamas, un movimento che ha “lo scopo dichiarato di distruggere lo Stato di Israele. Appoggiare i palestinesi in generale è perfettamente legittimo, appoggiare Hamas significa appoggiare degli assassini seriali o Hitler, Stalin, Pol Pot”, incalza.

“A chi ha chiesto di organizzare le elezioni a Gaza gli hanno messo un cappuccio in testa e lo hanno ucciso. Quello di Hamas è un governo che terrorizza la popolazione di Gaza e che, se si andasse al voto, prenderebbe il 14%. E se ci sono italiani che appoggiano Hamas dovrebbero mettersi sui binari del tram e aspettarlo”, conclude.


Perché sto dalla parte di Israele
16 Maggio 2021
http://www.linformale.eu/perche-sto-dal ... i-israele/

Da Antonio Vizioli, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Gent. Direttore,

Gli eventi attualmente in corso in Israele mi hanno spinto a scrivervi per offrire la mia testimonianza augurandomi che possa essere per voi di interesse.

Nella mia adolescenza ero un simpatizzante propal, conoscevo una sola realtà, quella della propaganda d’odio creata ad hoc. Già dalle scuole medie ricordo che la nostra professoressa durante il cineforum ci portò a vedere al cinema un “cartone animato” che mi deluse profondamente. Nella mia ingenuità di bambino mi aspettavo un cartone animato in stile Disney, in realtà si trattava di un cartone animato che raccontava della guerra tra Israele e il Libano; quelle immagini, anche se trasformate in “cartoni animati”, mi turbarono molto.

Ricordo che il giorno dopo si discuteva in classe di quel film e la professoressa ci chiese : “Ragazzi secondo voi chi ha torto in questa guerra? Israele o il Libano?” Risposi “Israele”. Solo negli anni successivi capì che si trattava di indottrinamento.

La storia continuò alle superiori, dove avevo una professoressa di italiano che sosteneva che i forni crematori non erano mai esistiti, ma che si trattasse di strutture costruite dai russi per diffondere menzogne sui tedeschi.

All’università ho iniziato a sviluppare il mio senso critico, il mio cogito. Il periodo universitario è stato un periodo di cambiamento, e durante questi cambiamenti di vita personale, conobbi dei ragazzi israeliani che mi hanno portato a diventare difensore di Israele. Mi dissero, “Studia!” Leggi e informati da fonti serie”. Queste tre semplici coordinate mi hanno portato a diventare quello che sono oggi, un difensore d’Israele.

Molti miei amici napoletani mi hanno sempre chiesto, “Perché lo fai? Non sei ebreo, non sei israeliano”. A queste domande non è mai stato semplice rispondere. Perché lo faccio? Me lo sono sempre chiesto anche io. Giovedì scorso ho trovato la risposta ai miei dubbi. Mi trovavo a Napoli, la mia città, alla manifestazione in sostegno di Israele. Dopo gli attacchi agli israeliani, interni ed esterni, avvenuti nelle ultime settimane ho sentito la necessità di andare in piazza per dare il mio supporto. Nella tranquillità generale ho visto improvvisamente correre la polizia e ho capito che erano arrivati dei sostenitori propalestinesi. Quella presenza ha limitato la mia, anzi la nostra libertà di manifestare a favore di Israele.

Una scena mi ha colpito in particolar modo. Nelle mie vicinanze c’era un ebreo anziano, indossava la kippah e aveva la bandiera israeliana tra le mani, si chiamava Antonio, come me. A un certo punto un poliziotto gli si è rivolto dicendogli: “Non vorrei dirlo, ma se lei si allontana dalla manifestazione, deve togliere la kippah e nascondere la bandiera”.

Nell’Italia del 14 maggio 2021 e non nell’Italia del 1938, le parole di quel poliziotto improvvisamente sono state le risposte a tutte quelle domande che mi sono sempre fatto. Ecco perché difendo Israele, ecco perché difendo gli ebrei. È molto semplice, perché oggi chi sostiene Israele, ebreo o non, si deve ancora nascondere, deve badare bene a cosa dire, perché è ancora soggetto ad atti di violenza. E questo non accade in Medio Oriente, ma in Italia, in Europa, e tutto ciò non solo è inaccettabile ma è inverosimile.
Difendere lo Stato ebraico equivale a difendere la libertà, difendere lo Stato ebraico equivale a difendere la democrazia. Lo sapevo anche prima, ma durante la manifestazione a Napoli a cui ho partecipato, ne ho avuto la certezza.


“Cari” antisemiti/ antisionisti di turno:
NON È VERO ciò che voi scrivete, disegnate e raccontate nei vostri osceni luoghi comuni!
Alberto Di Capua
16 maggio 2021

https://www.facebook.com/alberto.d.capu ... 3682389710
Non è vero che noi stiamo facendo ai palestinesi "QUELLO CHE FU FATTO A NOI": noi non li fuciliamo ai bordi delle fosse comuni, non li carichiamo a bastonate sui carri bestiame, non li chiudiamo in campi di sterminio, non li infiliamo urlanti nelle camere a gas, non gli strappiamo i denti d'oro dalla bocca, non li bruciamo nei forni, non li usiamo come cavie umane per gli esperimenti scientifici, non li rapiamo dalle loro case da bambini per convertirli a forza, non li accusiamo di macellare bambini per la loro "festa del sacrificio", non li accusiamo di avvelenare i pozzi, di spargere la peste, non li processiamo per "attentato alla purezza della razza" se, per caso, un musulmano si innamora di una ebrea o viceversa. Non li accusiamo di avere ucciso D-o!
Queste cose le avete fatte VOI, non NOI.
Noi stiamo solo cercando di non farcele fare più. MAI PIU'!! Né da voi né dagli arabi ai quali a suon di Lire italiane e Marchi tedeschi VOI lo avete insegnato. Non vi piacciamo, per questo motivo? Pazienza, non vi piacevamo nemmeno quando quelle cose lì ce le lasciavamo fare. Almeno adesso non ce le potete fare più. E se trovate il coraggio di guardare bene, in fondo a quel poco che rimane di ciò che un tempo fu la vostra anima, questo è quello che vi indigna davvero.
RICORDATEVELO: L'odio contro gli Ebrei è uno, è lo stesso ed ha la medesima matrice; solo che adesso non riusciranno più ad infilare un solo ebreo in un carro merci...dovranno affrontarlo con le armi in mano. E questo, ai nemici di Israele, antisemiti ed antisionisti, gli rode sino a morirne.
‎חג שבועות שמח
A tutti i veri amici d’Israele
Alberto
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » lun mag 17, 2021 6:52 am

L'ASSENZA DI TRUMP
Niram Ferretti
16 maggio 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

In Israele non c'è ancora un ambasciatore incaricato USA, e altri posti sono vacanti. In un momento critico come questo dagli USA arrivano solo esortazioni scontate a terminare il conflitto, ma si gioca sempre sull'equidistanza.
Si condanna il lancio di missili di Hamas ma poi si esorta Israele a moderare la risposta, come se fosse possibile concretamente evitare vittime civili in una località a densità abitativa così alta come Gaza. Manca una voce soprattutto, quella di chi, senza alcun tentennamento, si sarebbe schierato dalla parte di Israele, sotto attacco per l'ennesima volta mentre in giro per l'Europa ci sono le solite manifestazioni contro Israele e a favore dei jihadisti.
Manca la voce di Donald Trump, il presidente americano da sempre più vicino allo Stato ebraico.
La sagoma di cartone che si trova ora alla Casa Bianca è solo in attesa di fare rientrare gli USA nel JCPOA, di accordarsi con gli iraniani, tra i principali sponsor di Hamas.
L'assenza di Trump pesa come un macigno. Israele deve procedere da solo, nell'esecrazione generale, come sempre è quando si difende.



Tiziano Retti
brutto momento, ma Israele ne ha passati di peggiori nel merito dell'argomento.
Truman mantenne l’embargo americano sulla vendita delle armi a israeliani e arabi, che però fu valido solo nei confronti di Israele.
Nel 1948, fu la pressione americana che obbligò Israele a retrocedere dal Sinai, dove aveva sconfitto gli egiziani.
Nel 1960 Adolf Eichmann fu catturato da agenti israeliani in Argentina e trasportato a Gerusalemme per essere processato. L’Argentina si rivolse al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, chiedendo la condanna di Israele e la restituzione di Eichmann. Washington era del parere di sostenere la richiesta argentina. Fu solo la forte presa di posizione dell’allora Ministro degli Esteri Golda Meir che convinse gli Usa a desistere.
Prima della Guerra dei 6 Giorni, Abba Eban incontrò Lyndon Johnson, ma tutto quello che ottenne fu un embargo alla vendita di armi in Medio Oriente.
Nel 1970, mentre si stava avvicinando la guerra con l’Egitto di Sadat, gli Usa, di Nixon e Kissinger, respinsero una richiesta urgente di aiuto di Israele e durante la guerra del 1973, con la scusa che i satelliti erano fuori servizio, non dettero ai vertici delle forze armate israeliane le informazioni sui movimenti delle truppe nemiche sul Golan e nel Sinai.
Nel 1992, l’Amministrazione Bush-Baker umiliò Israele con un ultimatum : « territori o prestiti.»
Gli Usa del dopo Guerra del Golfo si impegnarono affinché Israele abbandonasse i territori, mettendo così a rischio la sua sicurezza.
L’ex direttore del New York Times, A.M.Rosenthal, scrisse che « l’Amministrazione Bush ha una affinità spirituale con i capi arabi e i produttori di petrolio, ma digrigna i denti quando Gerusalemme mostra indipendenza>.
Il pacifismo di Bill Clinton è stato una tragedia per il popolo ebraico, sin da quando creò le premesse del Processo di Oslo, ne incoraggiò le iniziative, portando su di sé la responsabilità di una sanguinosa intifada che costò la vita di 2000 israeliani.
Nel 1981 lo stato ebraico bombardò il reattore nucleare iracheno di Osirak. Documenti dell’ archivio britannico, pubblicati recentemente, rivelano quanto si sono detti l’ambasciatore inglese a Washington, Sir Nicholas Henderson, e l’allora Segretaio della Difesa Caspar Weiberger mentre si stavano diffondendo le notizie dell’attacco. «Weinberger disse che Begin era divenato matto e che era molto preoccupato per le reazioni degli israeliani e le possibili conseguenze »,
Coloro che ricordano Ronald Reagan come buon amico di Israele, farebbero bene a non dimenticare la sua furiosa reazione. Fu la sua Amministrazione ad imporre subito sanzioni contro lo stato ebraico, e sospendere la consegna degli aerei da combattimento F-16, comportandosi in un modo che persino Jimmy Carter avrebbe rifiutato: usare il ricatto delle forniture militari per influenzare Israele.
Washington ha anche armato fino ai denti i vicini di Israele. L’esercito egiziano è oggi molto più moderno e letale di quanto lo fosse quando sferrò, con successo, l’attacco contro Israele nella Guerra del Kippur.


Gli Accordi di Abramo reggono, una settimana dopo la guerra di Hamas con Israele.
L'Osservatore Repubblicano
16 maggio 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 1913124478

Nessun paese arabo che ha firmato gli accordi di pace e di normalizzazione dei rapporti con Israele li ha ritirati nella settimana da quando Hamas ha lanciato massicce raffiche di razzi contro i civili israeliani e l'esercito israeliano ha risposto.
Lo scorso settembre, il Presidente Donald Trump ha ospitato gli Emirati Arabi Uniti (EAU) e il Bahrein per una cerimonia della firma sul prato della Casa Bianca. Sudan e Marocco si sono uniti più tardi, così come la nazione musulmana del Kosovo, dopo un nuovo accordo con la Serbia.
Questi accordi hanno tenuto, nonostante gli sforzi dei palestinesi per infiammare il sentimento anti-israeliano in tutta la regione e nel mondo.
Sabato, gli Emirati Arabi Uniti hanno avvertito il regime terroristico di Hamas a Gaza che sta mettendo in pericolo i progetti infrastrutturali pianificati, non riuscendo a mantenere la calma nella Striscia di Gaza, un segno che le nuove alleanze arabe di Israele stanno tenendo duro.
Il Times of Israel ha riferito che un funzionario, rimasto anonimo, degli Emirati Arabi Uniti ha parlato al giornale economico israeliano Globes:
"Siamo ancora pronti e disposti a promuovere progetti civili in cooperazione con l'Autorità Nazionale Palestinese e sotto la gestione delle Nazioni Unite [a Gaza], ma la nostra condizione necessaria è mantenere la calma", dice il funzionario.
"Se Hamas non si impegna alla calma, sta condannando i residenti della Striscia a una vita di sofferenza. I suoi dirigenti devono capire che le loro politiche stanno danneggiando prima di tutto la gente di Gaza".
In una vena simile, l'Autorità Nazionale Palestinese si è lamentata sabato del fatto che mentre diversi leader occidentali l'hanno contattata, compreso Joe Biden, nessun leader arabo l'ha contattata durante la guerra, suggerendo che è la leadership palestinese, non Israele, ad essere rimasta isolata durante le ostilità. (L'Autorità Nazionale Palestinese controlla solo la Cisgiordania da quando Hamas l'ha spodestata con un colpo di stato nel 2007).
Due compagnie aeree con sede negli Emirati Arabi Uniti si sono unite ad altri vettori internazionali nel cancellare i voli verso Israele mentre la guerra prosegue, e l'Organizzazione della Cooperazione Islamica di 57 nazioni ha criticato Israele, con dichiarazioni dall'Iran e dalla Turchia che la dominano. E domenica, un funzionario libanese è stato citato per aver affermato che Hezbollah, controllato dall'Iran, non vuole espandere il conflitto.
Pur esprimendo preoccupazione, i paesi che hanno firmato gli Accordi di Abramo con Israele non hanno ancora invertito la rotta, nonostante le violenze. Molti riconoscono che le stesse forze terroristiche radicali islamiche - con l'appoggio iraniano - siano una minaccia comune ad altri paesi.
I critici del presidente Trump hanno avuto il coraggio di sostenere che le ultime violenze dimostrerebbero che i suoi sforzi di pace in Medio Oriente siano sostanzialmente falliti, o che abbiano peggiorato le cose.
Tuttavia, il fatto che le Nazioni Arabe che hanno firmato la pace con Israele abbiano mantenuto i loro legami è un segno che gli Accordi di Abramo hanno tenuto, nonostante gli sforzi di Hamas per distruggerli.




Il Papa demente e irresponsabile un equidistante scriteriato che tratta la vittima israeliana come il carnefice nazi maomettano abusivamente detto palestinese

Stephen Ogongo
16 maggio 2021
https://www.facebook.com/stephenogongo/ ... 4045432294
"Numerose persone sono rimaste ferite e tanti innocenti sono morti, tra di loro ci sono anche #bambini, e questo è terribile e inaccettabile. La loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro ma lo si vuole distruggere. Seguo con grandissima preoccupazione quello che sta avvenendo in Terra santa, in questi giorni violenti scontri armati tra la Striscia di Gaza e Israele hanno preso il sopravvento e rischiano di degenerare in una spirale di morte e distruzione. Preghiamo incessantemente affinché israeliani e palestinesi possano trovare la strada del dialogo e del perdono, per essere pazienti costruttori di pace e di giustizia, aprendosi passo dopo passo a una speranza comune, a una convivenza tra fratelli. Mi chiedo: l'odio e vendetta dove porteranno? Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l'altro? In nome di Dio che ha creato tutti gli essere umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità e li ha chiamati a convivere come fratelli, faccio appello alla calma e a chi ne ha responsabilità di far cessare il frastuono delle armi e di percorre vie della pace anche con l'aiuto della comunità internazionale".


La TV ufficiale palestinese ammette che Israele preavverte i civili prima di colpire un obiettivo
Mentre i terroristi di Gaza attaccano i civili israeliani facendosi scudo dei civili palestinesi
16 maggio 2021

https://www.israele.net/la-tv-ufficiale ... -obiettivo

Per evitare vittime innocenti, prima di colpire un palazzo usato come base operativa dai terroristi le Forze di Difesa israeliane avvertono per tempo i civili di sgomberare mediante sia telefonate sia colpi di avvertimento. Ora lo ammette persino la televisione ufficiale dell’Autorità Palestinese.

Reporter della tv ufficiale dell’Autorità Palestinese: «Quando sono stati informati che questo palazzo sarebbe stata attaccato… il sito è stato completamente evacuato. L’isolato, la strada, gli edifici civili e gli edifici residenziali della zona, completamente, compresi bambini e donne, e l’abbiamo visto… Il guardiano che lavora in questo palazzo è stato avvertito tramite una telefonata dell’agenzia di sicurezza israeliana. Gli hanno detto testualmente: “Evacuate il palazzo e dite loro che questo palazzo sarà attaccato. Sarà attaccato in qualsiasi momento”. Dopo questa conversazione, il palazzo è stato attaccato circa due ore dopo.»
(TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 11.5.21)

La reporter della tv israeliana Kan Nurit Yohanan ha ottenuto e diffuso il video della effettiva conversazione telefonica intercorsa fra il guardiano dell’edificio, Jamal Nasman, e i servizi di sicurezza israeliani, durante la quale si sente il guardiano ripetere le istruzioni che riceve da Israele:

Jamal Nasman: «Di quanto tempo avete bisogno? [pausa] Almeno due o tre ore? Avete detto due o tre ore e poi non deve esserci là nessuno? [pausa] Quindi, andare al palazzo a dire che nessuno deve entrare? Ok, ho capito. Il drone lo colpirà una volta e poi altre due volte [pausa]. Poi colpirete il palazzo. Sì, esatto, nessun problema, solo un momento… sono usciti tutti dall’edificio, anche quelli degli edifici intorno sono per strada, non c’è nessuno.»
(Da: account Twitter della giornalista della tv israeliana Kan, Nurit Yohanan, 11.5.21)



16 Maggio 2021

Israele ha bisogno di tempo per portare a termine l’operazione “Guardiani delle mura”, ma si augura che non ci voglia molto. Lo ha detto domenica il primo ministro Benjamin Netanyahu subito dopo una riunione del gabinetto di sicurezza. Al momento, ha aggiunto, non è stato discusso nessun piano di cessate il fuoco: “La campagna contro le organizzazioni terroristiche continua. Siamo stati attaccati da Hamas con migliaia di razzi e missili sulle nostra città. Dobbiamo difenderci e ne abbiamo il diritto. Puntiamo a degradare le capacità terroristiche di Hamas e la sua capacità di attaccare di nuovo”. Netanyahu ha sottolineato che Israele compie sforzi enormi per evitare di colpire non combattenti, mentre i terroristi “prendono deliberatamente di mira le nostre città e celebrano l’assassinio di bambini e anziani”. Quando ci sono vittime civili, Israele “ne è profondante addolorato”. “Molti studi di seri analisti militari – ha continuato Netanyahu – hanno messo a confronto le azioni di Israele con quelle di altri eserciti occidentali che combattono estremisti islamisti, e il nostro esercito non risulta secondo a nessuno nel cercare di ridurre al minimo le vittime civili. Hamas, invece, prende di mira intenzionalmente i non combattenti in Israele e le stanno bene anche le vittime a Gaza perché portano a condanne internazionali contro Israele. Quando la comunità internazionale attacca Israele, incoraggia Hamas a continuare questi attacchi”, ha concluso Netanyahu.



16 Maggio 2021

L’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan ha iniziato il suo intervento, domenica, alla riunione d’emergenza al Consiglio di sicurezza dell’Onu mostrando una foto della 16enne arabo-israeliana Nadin Awad, uccisa da un razzo di Hamas. “Studiava biologia e chimica e sognava di cambiare il mondo – ha detto Erdan – Nell’ultima settimana, milioni di bambini, donne e uomini israeliani si sono dovuti acquattare nei rifugi mentre migliaia di razzi di Hamas si abbattevano tutt’intorno”. Erdan ha detto che quest’ultimo round di violenza è stato “interamente premeditato da Hamas” per cercare di strappare il potere in Cisgiordania all’Autorità Palestinese, che di recente ha rinviato le prime elezioni parlamentari fissate in 15 anni. Hamas “ha cercato un altro modo per prendere il potere e ha intensificato le tensioni a Gerusalemme come pretesto per lanciare questa guerra”. Un pretesto anche l’incombente sfratto di alcune famiglie palestinesi da Sheikh Jarrah. Erdan ha precisato che il governo israeliano non può intervenire nei procedimenti giudiziari, ma ha tuttavia agito per ritardare l’ultima udienza sugli sgomberi al fine di prevenire un’ulteriore escalation di violenza. “Credete davvero che questa disputa sulla proprietà sia ciò che ha indotto Hamas a scatenare questa ondata di attacchi su larga scala contro Israele?”, ha chiesto Erdan. Hamas, ha detto l’ambasciatore, ha poi istigato le violenze sul Monte del Tempio usando il solito pretesto della moschea di al-Aqsa in pericolo mentre in realtà veniva usata dai suoi attivisti per attacchi contro la polizia israeliana, mentre centinaia di migliaia di fedeli musulmani erano liberi di pregare nel sito durante il Ramadan e continuano a farlo anche adesso. “Credete davvero che queste pacifiche preghiere siano ciò che ha indotto Hamas a scatenare il suo attacco su larga scala contro la popolazione d’Israele?”, ha nuovamente chiesto Erdan. L’ambasciatore ha concluso avvertendo che se l’Onu continuerà a invitare “entrambe le parti” a esercitare moderazione senza condannare in modo inequivocabile l’attacco di Hamas, non farà che incoraggiare ulteriormente il gruppo terroristico e “minare l’Autorità Palestinese”.



16 Maggio 2021

Mentre continuano i lanci di razzi palestinesi sulla popolazione israeliana e il contrattacco della Forze di Difesa israeliane contro obiettivi terroristi nella striscia di Gaza, i militari hanno detto domenica d’aver lanciato la “fase B” contro la cosiddetta “metropolitana”, la rete di tunnel terroristici sotto Gaza nord-occidentale e centrale. Il portavoce delle forze israeliane, Hidai Zilberman, ha sottolineato che Hamas negli anni scorsi ha speso decine di milioni di dollari per costruire questo dispositivo terroristico. “Ogni metro di tunnel è costato circa 500 dollari, ogni chilometro gli è costato mezzo milione di dollari – ha detto Zilberman – Si può solo immaginare come altrimenti avrebbero potuto impiegare tutti quei soldi nella striscia di Gaza”.

Una bambina in un rifugio antiaereo durante i lanci di razzi su Tel Aviv di sabato notte (clicca per ingrandire)
16 Maggio 2021

Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane Hidai Zilberman ha respinto domenica le critiche di fonti americane al bombardamento
del palazzo di Gaza
che ospitava, fra l’altro, sedi di mass-media. “Vorrei vedere cosa succederebbe se un razzo, uno solo, venisse lanciato su Washington – ha detto Zilberman – I terroristi stanno sparando raffiche di razzi contro la popolazione civile israeliana. Sparano dove vogliono, sulla popolazione civile, su città che contano decine e centinaia di migliaia di persone. Noi siamo nel mezzo di una controffensiva. Un edificio che contiene risorse militari di Hamas e della Jihad Islamica è un obiettivo che deve essere colpito. Hamas e Jihad Islamica non credano di potersi nascondere dietro gli uffici dei mass-media”. Israele ha reso note agli Stati Uniti le prove di intelligence che dimostrano come Hamas operasse all’interno dello stesso palazzo di Gaza dove si trovavano Associated Press e Al-Jazeera. “Abbiamo mostrato loro la prove che Hamas operava da quell’edificio – ha detto una fonte vicina al ministro degli esteri, Gabi Ashkenazi, citata domenica dal Jerusalem Post – E mi risulta che hanno trovato la spiegazione soddisfacente”. La fonte del Ministero ha aggiunto: “Da una nostra analisi fatta domenica risulta che l’80% dei 90 paesi con cui abbiamo parlato nei giorni scorsi ha rilasciato dichiarazioni ufficiali a sostegno del diritto di Israele a difendersi: non ci stanno chiedendo di fermare l’operazione anti-terrorismo”.

16 Maggio 2021

Nuove iniziative, domenica in Israele, contro lo scoppio di violenze inter-etniche fra opposte bande di estremisti. Ad Acco, residenti arabi ed ebrei si sono offerti volontari per ripulire insieme le strade e riparare i danni causati dai tumulti delle notti scorse. Ad Haifa, residenti arabi hanno distribuito fiori agli automobilisti in transito in segno di pace. In un’intervista domenica all’emittente pubblica Kan, Mansour Abbas, leader del partito islamista Ra’am, ha detto che gli arabi israeliani “saranno alla testa” degli sforzi per riparare le sinagoghe bruciate da estremisti arabi violenti nella città di Lod. “Ho parlato con i residenti arabi di Lod – ha detto Mansour Abbas – Mi hanno confermato che ci sono stati attacchi contro un certo numero di sinagoghe. Parlo a loro nome e dico che ci adopereremo per riabilitare le sinagoghe danneggiate. Ovviamente, noi condanniamo tutti gli attacchi. È nostro dovere proteggere tutti i luoghi santi di ebrei, musulmani e cristiani”. Nei mesi scorsi Mansour Abbas aveva esortato a una maggiore cooperazione e integrazione arabo-ebraica in Israele, mentre il suo partito stava per diventare il primo partito arabo israeliano ad aderire a una coalizione di partiti politici sionisti.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » lun mag 17, 2021 6:52 am

???

Letta: "L'Ue fermi Israele, questa non è legittima difesa"
Lara Tommasetta
14 maggio 2021

https://www.tpi.it/politica/letta-ue-fe ... 514784658/

“Chiediamo a Israele di fermarsi alla legittima difesa e di non andare oltre, l’escalation sarebbe buttare benzina sul fuoco e chiediamo all’Italia di farsi interprete affinché l’Ue sia protagonista e gli Usa facciano la loro parte, portando una voce di pace. Noi continuiamo a ritenere la soluzione di due popoli e due stati e una pace legittima per i due stati sia l’unica soluzione”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, alla direzione nazionale del partito.

Letta ha poi ribadito tale posizione in un messaggio pubblicato su Twitter: “Apro la #DirezionePd con la richiesta che Italia ed Europa intervengano per l’immediato #CessateilFuoco in M-O e per far fermare l’offensiva israeliana. Abbiamo detto chiaramente, anche nel portare solidarietà, che la legittima difesa non autorizza quel che sta accadendo in queste ore”.

Aveva fatto discutere la partecipazione del segretario dem alla veglia pro-Israele tenutasi martedì pomeriggio a Roma. Il segretario del Pd era salito sul palco della manifestazione dove si sono alternati, tra gli altri, anche Maria Elena Boschi, Antonio Tajani, Virginia Raggi, Carlo Calenda e Matteo Salvini.

“Crediamo che questa drammatica vicenda debba cessare immediatamente. Sono qui per esprimere solidarietà per le vittime. Ho anche telefonato all’ambasciatrice della comunità palestinese in Italia perché crediamo che la prima cosa da fare in questo momento sia quella di unirci nel lutto e nella richiesta di un cessate il fuoco – aveva detto Enrico Letta ai cronisti a margine della manifestazione -. Noi chiediamo che i radicalismi cessino. Ma chiediamo che la soluzione di questi due diritti legittimi riesca a trovare delle piste e della applicazioni concrete”.

Dopo l’intervento di Letta, erano fioccati sulla Pagina Facebook del Pd molti commenti di polemica. “Enrico, ieri hai apertamente sostenuto chi calpesta regolarmente i diritti umani di un intero popolo, hai difeso l’oppressore ai danni dell’oppresso. Per me col Pd finisce qui”, scriveva Carla Brusati. Giovanni Villani è ancora più esplicito: “Mai più Pd. Sono stato iscritto dal primo momento, ma questa svolta israeliana non è mia”.




A un gruppo di giovani ebrei milanesi che protesta contro Israele ha risposto un giovane israeliano
Josef Jossy Jonas
#IN YOUR NAME
In your name, a tuo nome.
Emanuel Segre Amar
16 maggio 2021


https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 2227701197

A tuo nome, ragazzo ebreo della Milano per bene.

A tuo nome ho combattuto 10 guerre in 70 anni, per difendere il tuo diritto ad avere sempre una casa dove rifugiarti.
A tuo nome ho visto morire i miei amici, ho perso mio padre, mio figlio, mio marito.
A tuo nome ho visto i corpi a brandelli dei miei concittadini saltati in aria per le bombe dei terroristi.
A tuo nome, ragazzo ebreo della Milano per bene, ho iniziato l'università, e la mia vita, con tre anni di ritardo rispetto a te, perché, sai, qui, facciamo il militare tutti.
A tuo nome pago le tasse più alte del mondo-ragazzo ebreo della Milano per bene, della casa ai navigli, della laurea alla Bocconi: le pago per mantenere la sicurezza del mio-nostro paese, del TUO paese.
A tuo nome ho salvato gli ebrei di Entebbe e protetto discretamente te e la tua famiglia in tutto il mondo.
A tuo nome ho fatto il servizio di sicurezza negli aeroporti di tutto Il mondo-anche di Milano- a sei euro l’ora, perché ci fidiamo solo dei nostri per garantirti un viaggio sicuro.
A tuo nome ho trasformato il deserto in giardino.
A Tuo nome sono rimasto qui durante la Tzena, la carestia che vivemmo, quando arrivarono un milione di ebrei Marocchini che cercavano rifugio: spero non capiti mai a te. Patimmo la fame, ma dividemmo il pane con chiunque vedesse la salvezza solo in Israele.
A tuo nome ho vissuto 10 anni di depressione economica dopo la guerra del 1973, la guerra del Kippur, quando lasciai la Sinagoga, deposi il Tallet ed andai a combattere nel giorno più sacro dell’anno. Per te, a tuo nome, morivo sotto le bombe Siriane ed Egiziane, mentre tu dal tuo comodo divano della Milano per bene, davanti alla televisione, gridavi: Am Israel Hai! (Israele vive!).
A tuo nome sono restato sotto i razzi mentre tu ci condannavi e poi andavi all’apericena.
A tuo nome, per permetterti di fare le vacanze qui trovare una fidanzata ebrea, sono rimasto sempre qui perché da qui non potevo andare via, tu si.
A tuo nome lavoro duro per pagarti l'Alya’, darti sei mesi di paghetta, casa e Ulpan e poi magari tornerai alla tua Milano per bene perché qui la vita e’ troppo dura.
A tuo nome debbo mantenere i sussidi ai religiosi perché mantengano l'identità, la tua identità ebraica.
A tuo nome debbo lasciare Tel Aviv perché le case sono diventate troppo care, sono diventate troppo care, perché tu, i tuoi genitori, avete comprato case che io ora, grazie a te, non posso più permettermi; case che tieni sfitte, per poterci venire-D-o non voglia- un giorno maledetto, quando dovrai lasciare la tua Milano per bene. E poi il mattone in Israele e’ sempre un buon investimento.
A tuo nome ho fatto questo e tanto altro, perché siamo Am israel, una sola famiglia, una sola anima: Nefesh Yehudi’, lo sai cosa vuol dire?
A tuo nome. In your name.
Sono arrabbiato con te? No, affatto.
Devo perdonarti? No, nulla da perdonare, perché a 18 anni si fanno tante stupidate, ma io questo lusso non posso permettermelo; ragazzo ebreo della Milano per bene.
Shabbat Shalom Josef Jossy Jonas
Tel Aviv
*Ieri un gruppo di studenti ebrei di Milano, ha condannato Israele, dicendo: #not in my name.
Mi è sembrato giusto rispondergli.
Spero che il messaggio arrivi a tutti.



L’ultima newsletter di Giulio Meotti, pubblicata pochi minuti fa.
Emanuel Segre Amar
16 maggio 2021

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 1734331913

Convogli di auto con bandiere palestinesi e megafoni nelle aree ebraiche del nord di Londra. Gli abitanti si sentono ansimare di paura mentre gridano "F ** k gli ebrei, violentate le loro figlie". In risposta al convoglio, il Primo Ministro Boris Johnson ha detto: "Non c'è posto per l'antisemitismo nella nostra società”.
Sarà, ma questa è Londra 2021, dove sempre oggi si è marciato al grido di Khaybar, khaybar ya yahud, jaish Muhammad saya’ud. La traduzione è questa: “Khaybar, Khaybar, o ebrei, l’armata di Maometto ritornerà”. Khaybar è il nome dell’oasi abitata da ebrei che Maometto conquistò nel 628. Il luogo ha assunto un significato leggendario nella prospettiva islamista di una sottomissione finale e violenta degli ebrei. Lo stesso grido oggi risuonava in tutta Europa, da Bruxelles a Vienna. Ad Amsterdam gli slogan erano “dal mare al fiume, la Palestina sarà liberata”. Tradotto: la distruzione di Israele.
Dal Canada arriva un video agghiacciante in cui un ebreo è picchiato e inseguito al grido di “Allahu Akbar”.
Come ho scritto due giorni fa, quando l’antisemitismo è islamico e arriva dagli immigrati, il mainstream non vede e non sente. Il multiculturalismo, questo incubo…



L’ultima newsletter di Giulio Meotti, pubblicata pochi minuti fa.
Emanuel Segre Amar
16 maggio 2021

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 1734331913

Convogli di auto con bandiere palestinesi e megafoni nelle aree ebraiche del nord di Londra. Gli abitanti si sentono ansimare di paura mentre gridano "F ** k gli ebrei, violentate le loro figlie". In risposta al convoglio, il Primo Ministro Boris Johnson ha detto: "Non c'è posto per l'antisemitismo nella nostra società”.
Sarà, ma questa è Londra 2021, dove sempre oggi si è marciato al grido di Khaybar, khaybar ya yahud, jaish Muhammad saya’ud. La traduzione è questa: “Khaybar, Khaybar, o ebrei, l’armata di Maometto ritornerà”. Khaybar è il nome dell’oasi abitata da ebrei che Maometto conquistò nel 628. Il luogo ha assunto un significato leggendario nella prospettiva islamista di una sottomissione finale e violenta degli ebrei. Lo stesso grido oggi risuonava in tutta Europa, da Bruxelles a Vienna. Ad Amsterdam gli slogan erano “dal mare al fiume, la Palestina sarà liberata”. Tradotto: la distruzione di Israele.
Dal Canada arriva un video agghiacciante in cui un ebreo è picchiato e inseguito al grido di “Allahu Akbar”.
Come ho scritto due giorni fa, quando l’antisemitismo è islamico e arriva dagli immigrati, il mainstream non vede e non sente. Il multiculturalismo, questo incubo…



La stampa italiana, pur rimanendo a mio avviso ancora parziale, sta comunque facendo passi avanti quando parla di Israele e del terrorismo palestinese.
Roberto Giovannini
15 maggio 2021

https://www.facebook.com/groups/KUFFARP ... 6717617777

Sarà la strizza - vedendo ciò che avviene in molte piazze europee in concomitanza con le manifestazioni di maghrebini invasati - saranno le sinagoghe bruciate come non capitava dai tempi dei nazisti, sarà che a tutto c'è un limite. Non so.
Ma, per esempio, oramai compare quasi in ogni articolo la precisazione che l'IDF avverte sempre, con ore di anticipo, gli edifici che colpirà, per permettere ad eventuali civili presenti in zona di allontanarsi e/o mettersi al riparo. Edifici in cui si trovano depositi di armi, uffici logistici o di intelligence di Hamas, postazioni di lancio. Questa cosa, perlomeno per chi è disposto ad ascoltare e verificare anche fonti ufficiali straniere, era nota da decenni. Persino da prima della comparsa dei telefonini e dei droni, quando venivano usati messaggi radio, televisivi o volantini lanciati da elicotteri. Sulla stampa italiana questo "piccolo" dettaglio comincia a comparire oggi, nel 2021.
Se tutto va bene, forse nel 2050 i nostri giornali spiegheranno anche ai lettori che almeno un terzo dei missili lanciati dai terroristi ricade nella stessa striscia e che la maggior parte delle vittime arabe deriva dall'imperizia - oltre che dalla delinquenza - dei terroristi. Che non solo Hamas usa i civili da vivi come scudi umani, ma li usa pure da morti come numeri da sbandierare. Per elemosinare tregue che non rispetterà o per piangere miseria e aizzare altri minus in giro per il mondo: le scimmie urlatrici delle piazze di Eurabia e gli indignati da divano con la calcolatrice in una mano e il libro dell'imbonitore Pappé nell'altra.




Il figlio di Liliana Segre ha postato questa riflessione: Sto dalla parte di Israele, con convinzione.
17 maggio 2021

https://www.facebook.com/norberto.fratt ... 6835105673

"Nella mia vita mi sono schierato, e mi schiero, sempre. Non sopporto gli equidistanti, quelli che pensano di avere un punto privilegiato di osservazione, dal quale si ergono a giudici. I miei punti di osservazione, invece, sono terra terra, ed i miei non sono giudizi, non giudico mai nessuno, ma solo opinioni di uno che non conta nulla.
Sto dalla parte di Israele, con convinzione. Non perché mi piaccia stare col più forte, perché Israele è certamente il più forte, ma perché penso che abbia ragione, perché penso che non sia una verità assoluta che il più debole abbia anche ragione. In questo caso, secondo me, il più debole ha torto marcio.
Molti, secondo me, hanno la memoria corta, o una visione distorta dello stato dei fatti. Quando sento invocare "Due popoli, due Stati", mi viene in mente che questo principio Israele lo accettò alla fine del 1947, riconoscendo la risoluzione ONU 188 del 29 novembre 1947. Quella risoluzione prevedeva la nascita di DUE stati. Ma furono i paesi arabi a non riconoscerla, rinunciando a far nascere lo Stato Palestinese. Perché nessuno ricorda mai che 12 ore dopo la proclamazione dello stato di Israele gli eserciti di 6 paesi confinanti cercarono di distruggerlo? Perché nessuno ricorda mai che i tentativi di distruggere militarmente Israele sono stati molteplici e che le guerre che Israele ha vinto sono sempre stati gli altri ad iniziarle?
"Israele occupa illegalmente i territori palestinesi", si grida ovunque. Ma posso sommessamente ricordare che quando tu dichiari guerra a qualcuno, e la perdi per giunta, capita che il vincitore occupi parte della tua terra? Noi perdemmo Istria e Dalmazia, e salvammo Trieste a stento. Posso sommessamente ricordare che, dopo una guerra, i confini si definiscono attraverso trattati di pace e che, per esempio, il trattato di Osimo è del 1975, ovverosia 30 anni dopo la fine della guerra? Posso, sempre sommessamente, ricordare che i territori che Israele ha occupato NON erano dei palestinesi ma di altri paesi? Il Sinai e Gaza erano dell'Egitto, il Golan della Siria e la Cisgiordania era della Giordania? Posso sommessamente ricordare che l'unico paese che ha firmato dei trattati di pace con Israele (cioè l'Egitto) si è visto restituire il Sinai? All'Egitto fu offerta anche la striscia di Gaza, ma non la volle.
Posso, a voce bassa, ricordare che Gaza fu restituita all'Autorità Palestinese nel 2005? Furono lasciati campi coltivati, serre, desalinatori. Quei campi e quelle serre furono distrutte da Hamas. Sharon, il primo ministro che decise il ritiro unilaterale da Gaza, sperava nella convivenza pacifica. Il risultato qual è stato? Migliaia di missili lanciati sui civili israeliani. Sono abituato a chiamare le cose con il loro nome. Hamas è una organizzazione terroristica che tiene in ostaggio il proprio popolo ed ha come obiettivo unico i civili israeliani, indistintamente, donne, bambini, persone inermi. Non importa, purché muoiano in quantità. Io questo non l'ho mai accettato, né potrò mai accettarlo. Mi si risponde che c'è una evidente sproporzione delle forze in campo. È vero, lo sanno tutti che Israele ha il quarto esercito del mondo. Ma se non lo avesse avuto, oggi, semplicemente, non esisterebbe più. Lo avrebbero già distrutto in una delle tante guerre che gli hanno fatto. La guerra è la cosa più orrenda che l'uomo abbia inventato. È orrenda perché di mezzo ci vanno gli innocenti, i bambini, soprattutto. Una volta Golda Meir alla domanda di un giornalista, rispose che la pace tra Arabi ed Israeliani ci sarebbe stata quando gli arabi avessero imparato ad amare i propri figli più di quanto odiassero gli Israeliani. Ed era una frase tremendamente vera. Alla base di tutto c'è l'odio. Null'altro che l'odio. Israele, per molti, deve essere semplicemente distrutto, scomparire dalla faccia della terra. Ed a molti non importa che sia più forte, gli si fa la guerra ugualmente. Si preferisce il martirio inutile al dialogo, che Israele non ha mai rifiutato. Ma per dialogare bisogna essere in due, altrimenti sono parole al vento. E quando Sadat, stanco di perdere guerre, volle veramente dialogare, la pace si fece. E dura da allora. Oggi l'Egitto è uno dei più feroci nemici di Hamas.
La soluzione del conflitto è molto più semplice di quanto appaia. Basta rispondere ad una semplice domanda: Israele ha il diritto di esistere, o no? Fino a quando la risposta sarà no, non potrà esserci pace, e nemmeno dialogo, perché non puoi sederti a parlare con chi vuole distruggerti. Ma non perché non vuoi sederti tu, ma perché l'altro non vuole sedersi con te. Oggi, i paesi arabi che riconoscono ad Israele il diritto di esistere, sono due: Egitto e Giordania. NESSUN ALTRO. Vorrà dire qualcosa che questi due paesi da 40 anni non combattono militarmente con Israele?
Israele dunque è un paese perfetto? No, non lo è, come non lo è nessun paese su questa terra. Non voterei mai per Nethanyau. E odio i fanatici dell'estrema desta israeliana. Considero idioti quelli che guardano le esplosioni da una collinetta. Ma non si può non riconoscere che se la pace, oggi, non c'è, la colpa NON è di Israele. Israele però è un paese che ha molto da insegnarci. E' un paese in cui un capo di stato va in carcere per molestie sessuali e non grida al complotto. E' il paese in cui gli assassini del giovane adolescente arabo, cittadini israeliani, sono stati arrestati e messi in prigione, e lì sconteranno la stessa pena di un arabo che uccide un israeliano. E' il paese che investe in ricerca e tecnologia, nel campo medico, visto che moltissimi farmaci salvavita sono brevetti israeliani. E' un posto che potrebbe essere un angolo di paradiso, se solo gli si riconoscesse il diritto di esistere.
Per quanto non mi faccia simpatia, c'è una frase di Nethaniyau che è al tempo stesso vera ma terribile. "Se gli arabi deponessero le armi, due minuti dopo ci sarebbe la pace, se Israele deponesse le armi, due minuti dopo non ci sarebbe più Israele".
Chiudo qui, perché comunque la guerra rimane sempre una cosa orrenda, perché ho pianto lacrime vere per quei poveri bambini uccisi sulla spiaggia o nella scuola. E non importa se la scuola è stata abbattuta da un missile di Hamas (come credo) o israeliano. Loro sono morti ed io ho pianto. Non vorrei più intervenire sull'argomento, perché comunque rimango sempre sgomento davanti ad una guerra, ma mi sentivo di scrivere queste cose perché non sono ipocrita, né ambisco a piacere a tutti. La mia bacheca è aperta sempre a tutti, anche a chi pensa in modo diametralmente opposto al mio. Rispetto tutti, tranne i razzisti. Io sono questo, e se qualcuno vorrà cancellarmi dalle proprie amicizie per le mie idee, ne prenderò atto, in alcuni casi non mi importerà molto, in altri casi invece me ne dispiacerò, ma non mi piacciono le ipocrisie, io sono questo e questo è il mio pensiero, senza equivoci, in maniera chiara.
Shalom."
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mar mag 18, 2021 2:05 am

???
UNA OBIEZIONE INTELLIGENTE
Giovanni Bernardini
17 maggio 2021

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 2081493334

Fra le tante obiezioni che si fanno a chi sostiene il sacrosanto diritto di Israele a difendersi, molte delle quali neppure meritano risposta, ce n’è una che giudico intelligente. Si tratta di una obiezione che non mira a dar ragione a chi vuole cancellare Israele dalla faccia della terra, semplicemente a sottolineare la estrema complicazione della situazione medio orientale.
Può essere espressa in questi termini:
È del tutto assurdo legare il diritto di un paese ad esistere alle vicende della sua nascita. Se si dovesse collegare il diritto ad esistere di uno stato all’assenza di qualsiasi sopruso nelle vicende che ne hanno determinato il sorgere nessuno stato al mondo avrebbe diritto di esistere.
Il caso di Israele però è leggermente diverso perché i contrasti che ne hanno accompagnato il sorgere non si sono mai sopiti. Nessun “nativo americano” contesta oggi il diritto di esistere degli USA, i palestinesi lo fanno con Israele, da qui l’estrema difficoltà della situazione.
L’obiezione è seria me a mio avviso non risolutiva, del resto non vuole esserlo. Cosa rispondere?
In primo luogo, se proprio vogliamo fare un discorso di legittimità dell’atto di nascita dobbiamo dire che Israele è l’unico paese al mondo che possa vantare una origine legale. Altri stati sono sorti in una situazione in cui il diritto internazionale non esisteva, neppure in fieri, NON POTEVANO quindi sorgere “legalmente”. Israele invece è il SOLO paese nato per decisione di un organismo che bene o male, da ormai troppo tempo assai più male che bene, cerca di garantire il diritto internazionale, a rigore è l’unico paese legale che esista al mondo.
Ma non sono le sottigliezze legali ad interessarmi, so benissimo che il diritto internazionale somiglia spesso ad un lenzuolo che ognuno cerca di tirare dalla sua parte. Veniamo ad un discorso più di fondo.
Se OGGI i cosiddetti nativi americani contestassero, avendone qualche ragione, il diritto all’esistenza degli USA questa potrebbe davvero venir messa in discussione? Nessuno, credo , sosterrebbe una simile tesi.
Esistono in moltissimi stati minoranze che non si sentono davvero loro cittadini. Di solito si fa fronte alle loro rivendicazioni concedendo autonomia amministrativa e culturale, a volte, ma è assai raro, accettando la loro secessione, ma che fare se queste minoranze NON accettano nessuna di queste soluzioni? Se non rivendicano autonomia e neppure il diritto alla secessione ma negano il diritto di esistere dello stato di cui sono parte? Sarebbe accettabile una simile pretesa?
Israele ha alle spalle circa 73 anni di storia. E’ riconosciuto da moltissimi paesi, è parte della comunità internazionale. Questo però è il meno. Un paese NON è solo una terra. E’ anche e soprattutto ciò che i suoi abitanti hanno fatto di quella terra. Israele è all’avanguardia nella scienza e nella tecnologia. Tutti i suoi abitanti godono dei fondamentali diritti civili e politici, è l’unica democrazia del medio oriente. E’ sviluppato economicamente, vanta un sistema sanitario di prim’ordine, e lo ha dimostrato in occasione della pandemia. Tutto questo, tutto il lavoro di oltre 70 anni dovrebbe essere messo in discussione, azzerato perché i palestinesi ritengono che la nascita di Israele sia stata una clamorosa ingiustizia? Israele dovrebbe diventare ciò che è oggi la striscia di Gaza? Le donne israeliane, tutte le donne, dovrebbero girare velate? Una economia florida dovrebbe tornare indietro di decenni?
No, se esistono in un paese minoranze che non si limitano a chiedere diritti, che neppure si accontentano della secessione, ma pretendono di distruggere il paese in cui vivono, o con cui confinano, ciò non delegittima quel paese. NON può farlo. Se così fosse ogni paese vivrebbe nel timore che prima o poi una minoranza simile sorgesse al suo interno. E, visti i livelli di immigrazione clandestina islamica che interessano l’occidente, una simile eventualità potrebbe davvero diventare reale, nel prossimo futuro in Europa.
Detto questo, resta vero che la situazione in medio oriente è complicatissima e che non si intravedono soluzioni. Israele dovrà continuare a combattere, purtroppo.



Alberto Pento
Non mi pare affatto una obiezione corretta poichè si basa su un paragone che non sta in piedi ossia sulla falsa e forzata equivalenza tra nativi americani e "palestinesi" e tra ebrei e migranti/invasori europei.




GLI UTILI IDIOTI PROGRESSISTI
Niram Ferretti
17 maggio 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Centocinquanta jihadisti sono stati uccisi dall'IDF durante gli ultimi bombardamenti. La maggioranza appartenenti a Hamas.
L'operazione "Guardiani delle Mura" continua con bombardamenti su Gaza contro le infrastrutture sotterranee e gli obbiettivi sensibili di Hamas e della Jihad islamica.
Intanto, il moderato Abu Mazen, leader ormai al crepuscolo, invita i palestinesi in Cisgiordania a scontrarsi con le forze di sicurezza israeliane. Tenta così, messo all'angolo da Hamas, di riaccreditarsi come "combattente".
Piccolo schemino ad uso dei meno edotti: Da una parte abbiamo Israele, unico Stato democratico in Medio Oriente, e dove i sostenitori liberal del DDL Zan, possono plaudire al Gay Pride che si organizza ogni anno a Tel Aviv, e dove gli omosessuali possono godere di libertà e visibilità complete, sposarsi e addottare figli, dall'altra Hamas e la Jihad islamica che gli omosessuali li eliminano fisicamente in nome del rigorismo coranico, appoggiati da Iran, Turchia e Qatar, paesi noti per il loro liberalismo e per la tutela dei diritti individuali.
Chi, a sinistra, (lasciamo stare l'estrema destra antisemita, i rossobruni) vorrebbe che Israele soccombesse, chi tifa Hamas, è per l'instaurazione di uno Stato islamico omofobico, misogino, in cui le minoranze religiose sarebbero sottomesse o perseguitate. Però non lo dicono, dichiarano invece di stare dalla parte dei palestinesi "oppressi", da Israele, mi raccomando, l'unico paese in Medio Oriente dove gli arabi possono usufruire di tutti i vantaggi rappresentati dal vivere in una democrazia.
Utili idioti che non sono mai stati in Israele, che non hanno la più pallida idea della realtà sul posto, che pensano che a Gaza gli abitanti siano liberi di fare quello che credono e vogliono, e che se le condizioni di vita lì, per loro, sono pessime (salvo per la mafia di Hamas) lo si deve a Israele.
Accecati dall'ignoranza, dall'ideologia, dalla propaganda, marciano uniti a favore di chi disprezza profondamente tutte le loro idee progressiste, ma sa usarli cinicamente per la propria causa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mar mag 18, 2021 2:06 am

Quinta colonna
Niram Ferretti
14 Maggio 2021

http://www.linformale.eu/quinta-colonna/

Nel 2004, nel corso di una intervista a Haartez che fece scalpore, Benny Morris dichiarò:

“Gli arabi israeliani sono una bomba a orologeria. La loro discesa verso una palestinizzazione completa li ha resi un emissario del nemico che è in mezzo a noi. Sono una potenziale quinta colonna. In termini sia demografici che di sicurezza, rischiano di indebolire lo Stato. Se Israele dovesse trovarsi nuovamente in una situazione di minaccia esistenziale, come nel 1948, potrebbe essere costretto ad agire come fece allora. Se venissimo attaccati dall’Egitto (dopo una rivoluzione islamista al Cairo) e dalla Siria, e missili chimici e biologici si schiantassero nelle nostre città, e allo stesso tempo i palestinesi israeliani ci attaccassero alle spalle, posso contemplare l’eventualità di una espulsione. Potrebbe succedere. Se la minaccia a Israele diventasse esistenziale, l’espulsione sarebbe giustificata”.

Nella stessa intervista, con il suo consueto brutale realismo, Morris spiegava al suo interlocutore che se Ben Gurion avesse proceduto a una espulsione totale degli arabi nel 1948, Israele sarebbe stato un luogo molto più tranquillo e si sarebbe risparmiata molta sofferenza. In seguito Morris non ritrattò le sue affermazioni ma spiegò che ciò che aveva detto era in parte dovuto al suo animo esacerbato da quattro anni consecutivi di sanguinosa Intifada (che si sarebbe conclusa, un anno dopo l’intervista, nel 2005).

I recenti fatti di Lod, dove facinorosi arabi israeliani hanno dato fuoco a sinagoghe, negozi e macchine, costringendo buona parte dei residenti a restare sbarrati nelle loro abitazioni, nonchè i precedenti tumulti sul Monte del Tempio/Spianata delle Moschee, riportano a galla prepotentemente la questione. Si tratta, per il momento, di minoranze ma trasformare il dato statistico in una legge stabile è una fallacia deduttiva. La storia insegna che, in casi estremi, furono sempre minoranze agguerrite e ben dirette quelle che si portarono appresso le maggioranze quiete.

Alla Knesset siedono parlamentari arabi che non hanno mai fatto mistero di considerare l’appartenenza all’Umma prioritaria rispetto all’appartenenza allo Stato ebraico. Nel 2017, all’ingresso del Monte del Tempio, due poliziotti drusi vennero uccisi da due arabi-israeliani. Quante sono esattamente il numero di armi illegali in possesso delle comunità arabe? La vendita clandestina è ben nota, non solo allo Shin Bet.

Per anni si è dato per scontato che gli arabi-israeliani, circa un milione e novecentomila fossero e siano integrati nella società israeliana, che lo status socio-economico di una parte consistente della popolazione, sensibilmente superiore mediamente a quello degli arabi di Siria, Giordania ed Egitto li rendesse e li renda immuni alle sirene dell’estremismo islamico, ma di fatto è così? C’è un detonatore insediato all’interno dello stato come dichiarava Morris nel 2004? La partita che sta giocando Hamas è chiara. Proporsi come unica tutela dei palestinesi, unica forza in grado di contrastare “l’occupante” a fronte di un’Autorità Palestinese sempre meno credibile, percepità come corrotta ed inefficace, con un leader al tramonto impaurito di indire le elezioni nella consapevolezza che lo metterebbero definitivamente fuori gioco.

Hamas soffia sulle braci interne, chiama alla mobilitazione, tenta quello che fino a poco tempo fa veniva considerato improbabile, una rivolta non nei territori, dove la situazione è sostanzialmente sotto controllo, ma a Gerusalemme, a Lod, a Jaffa. Dalle braci si producono le prime fiamme sparse. Israele con ogni probabilità riuscirà a contenerle, ma fino a quando?


Bar Kohba
il termine "palestinizzazione" non ha nessun senso. sono "semplicemente" islamici. e chiunque conosce la cultura tribale medio orientale, chiunque abbia letto il corano e capito, sa cosa sono e cosa aspettarsi.

Francesco Birardi
Speriamo che Israele ne prenda atto! Occorre come minimo togliere la cittadinanza a chi è sceso in piazza a manifestare pro-pal e ha commesso violenze. Israele è un paese in guerra, e in guerra non si possono accettare quinte colonne.




Yigal Yehoshua, 56 anni, di Lod, alcuni giorni fa era stato aggredito mentre tornava a casa, perché ebreo, da alcuni concittadini arabi, ferito gravemente, è morto questa sera. Baruch Dayan HaEmet.
https://www.facebook.com/ema.bolo.10/po ... 0381681503


Sesta colonna con gli irresponsabili illusi
Gaza, arabi ed ebrei insieme in piazza contro la guerra: «Rifiutiamo di essere nemici»
17 Maggio 2021
https://www.open.online/2021/05/17/isra ... ideo-foto/

Manifestazioni pacifiste a Gerusalemme e in altre città israeliane contro l’escalation militare
A ridosso degli attacchi missilistici e degli scontri che si sono verificati sulla Striscia di Gaza, a Gerusalemme e in altre città di Israele, arabi ed ebrei hanno sfilato insieme in manifestazioni pacifiste contro le tensioni. L’iniziativa è stata promossa dall’Ong Standing Together e ha visto l’adesione di cittadini per esprimere dissenso contro le violenze. «A Gaza e Sderot i bambini vogliono vivere», si legge su alcuni cartelli portati dai manifestanti a Gerusalemme, dove 150 persone, tuttavia, sono state disperse dalla polizia. Il corteo nella Città Santa era partito da Zion Square, nel centro città.
«La polizia israeliana è semplicemente una vergogna. Invece di proteggerci, agisce ripetutamente in modo violento contro i manifestanti, e quando si tratta di palestinesi che sono cittadini di Israele, non si astiene nemmeno dall’uso di armi vere», hanno denunciato in un tweet dalla stessa Ong Standing Together. Le manifestazioni hanno coinvolto anche altre piazze come a Giaffa e Akko, dove erano state incendiate alcune proprietà e attività commerciali e dove arabi ed ebrei si sono uniti per spegnere i roghi.



Gli antisemiti antisraeliani e filo nazi maomettani della RAI
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 4437572976
SCANDALO RAI.
David Meghnagi era stato invitato a parlare da RaiNews24 sul conflitto in corso insieme ad una giornalista, della quale preferisco non fare il nome, che, tra le altre cose nella sua carriera giornalistica, ha vissuto un lungo periodo a Gaza. Lei ha detto di tutto, partendo dalla prigione a cielo aperto, per finire alle colpe di Netanyahu, mentre David Meghnagi, che ha cercato di impostare un discorso di geopolitica per spiegare ciò che sta accadendo, è stato rapidamente interrotto dalla conduttrice. Subito dopo l’interruzione, giustificata con l’AVER PERSO IL COLLEGAMENTO CON MEGHNAGI, mentre, nella realtà IL COLLEGAMENTO È STATO INTERROTTO VOLUTAMENTE, si è potuto lasciare spazio alla giornalista innominata. Solo a fine trasmissione il collegamento con Meghnagi è stato riallacciato, e la conduttrice ha immediatamente cercato di tagliare la parola a Meghnagi che cercava di terminare il suo precedente breve discorso di geopolitica (guardare a Iran e Turchia, oltre che agli accordi di Abramo per comprendere ciò che sta succedendo). A questo punto, fine della trasmissione e parole di falsa cortesia rivolte a Meghnagi: “la inviteremo in una prossima trasmissione”.
Dire la verità in RAI non è concesso.

Emanuel Segre Amar
Daniela Vecchi la conduttrice: Fernandez, la giornalista Pellegrini



D'Alema: "Salvini e Letta alla manifestazione per Israele: "C'è qualcosa che non funziona"
16 maggio 2021
https://www.liberoquotidiano.it/video/v ... U.facebook
(Agenzia Vista) Roma, 14 maggio 2021 "In questi giorni ho avuto una certa nostalgia di una forza politica significativa di sinistra: di fronte alla tragedia palestinese ho sentito dire parole di circostanza in molte sedi importanti. Anzi ho visto sul palco della solidarietà a Israele il nostro amico Letta accanto a Salvini. C'è qualcosa che non funziona, c'è una mancanza di verità nel modo in cui viene affrontata questa tragedia", così D'Alema all'Assemblea di Articolo Uno. / Facebook Articolo Uno Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

Alberto Pento
La tragedia palestinese? E quella israeliana che sono le vittime dell'aggressione dei carnefici nazimaomettani?



PRONI
Niram Ferretti
17 maggio 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Meravigliosi, da Gad Lerner, a Ovadia, dal soigné De Bortoli, al bifolco Scanzi, a tanti altri, tutti a dare addosso, in misura maggiore o minore a Israele. Tutti dalla parte del terrore jihadista, perchè si sa, Hamas che lancia in una settimana 3000 proiettli, razzi e colpi di mortaio, su Israele, è un gruppo di bravi ragazzi, mentre l'IDF è come l'esercito nazista.
Cinquantaquattro anni di propaganda contro uno Stato, (inizia tutto con la clamorosa vittoria di Israele nel 1967) hanno portato a questo scempio della ragione e della logica, della decenza e della civiltà. Ho dedicato due libri all'argomento, centinaia di articolì, molteplici interventi, cercando di spiegare le ragioni di questo accanimento, decostruendo la propaganda araba, indicando responsabili e responsabilità. Continuerò a farlo, naturalmente, perchè questa è una battaglia di civiltà, di quello che resta di una civiltà, la nostra, ormai agli sgoccioli, spompata e priva di orizzonti, esattamente il contrario di Israele, che è vivo, costantemente proiettato nel futuro.
Chi da addosso a Israele lo fa in nome della morte e della sottomissione. Vorrei vederli tutti costoro, sotto un regime rigorista musulmano, a sentirsi dire, proni, che l'unica verità è il Corano.


Ebrei e non più ebrei che odiano gli ebrei e Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2469

Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2802
Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane, razziste, antisraeliane e antisemite, antidemocratiche e castuali, che violano e calpestano i diritti umani naturali universali e civili dei nativi e cittadini europei ed italiani.
L'orrore degli ebrei di sinistra che sostengono e promuovono il nazismo maomettano.


Per Israele - Io sto con Israele.
16 maggio 2021

https://www.michelefioroni.it/in-evidenza/per-israele/

Un paese democratico sotto l’attacco di organizzazioni terroristiche. Non può esistere un’altra rappresentazione giornalistica che questa.
Uno schema che si ripete, la provocazione di Hamas e la reazione difensiva d’Israele.
Eppure, per alcuni pezzi d’opinione pubblica e della politica italiana, c’è ancora una sorta d’indifferenza nei confronti delle vittime israeliane e di un popolo costretto a vivere costantemente sotto la minaccia dell’estremismo islamico.
Israele non fa notizia, non lo fanno i suoi morti, come nemmeno un modello di stato da cui in molti avrebbero da imparare, in cui regna l’innovazione ed in cui la diversità è un valore.
Un paese che non può dimostrarsi debole, rimanendo inerme di fronte agli attacchi vili e spregiudicati di un movimento terroristico che usa Israele per regolare questioni politiche interne allo stato palestinese.
E come arriva la reazione d’Israele, provocando inevitabilmente vittime palestinesi, si attiva subito un sistema di pensiero che cancella in un istante la memoria dei morti israeliani.
Un negazionismo che sembra ripetersi.
Un territorio destinato a non avere pace, un territorio per cui si dimenticano alcune chiavi di lettura.
Non c’era il petrolio o altre ricchezze naturali al centro del sogno d’Israele. Nel visione del suo fondatore, David Ben-Gurion c’era il più inospitale dei deserti.
Ben diverso lo scenario rispetto alle contese medio-orientali basate sull’oro nero e sulla rendita passiva della ricchezza del sottosuolo.
Israele nasce già con il senso della sfida: rendere ospitale un contesto ambientale naturalmente ostile all’uomo.
Ma l’ostilità peggiore si è dimostrata nei decenni, proprio quella dell’uomo.
Israele ha vinto la sua battaglia con il deserto, ma è costretto ancora in guerra per sostenere il suo diritto ad esistere.
Quello stesso territorio che oggi ospita un numero senza uguali di start-up, università che rappresentano l’avanguardia mondiale della tecnologia, in cui tutto sembra guardare al futuro, è costretto ancora a vivere con apprensione un presente fatto di sangue e missili.
Quel popolo che ha rischiato di diventare cenere e che oggi fa fiorire i deserti. Quale più potente narrazione di pace si potrebbe trovare?
I sopravvissuti dell’olocausto che si insediano in un territorio la cui metà è occupata da un deserto in cui ogni anno, come per miraggio, spunta l’erba colorandosi con migliaia di anemoni rossi.
(Uno spettacolo, quello del deserto del Negev, molto simile a quello della fioritura di Castelluccio di Norcia , che ispira lo sviluppo di nuovi progetti di cooperazione tra l’Umbria e Israele, magari proprio basati sulla capacità di sviluppare aree in difficoltà sotto il denominatore, oltre che dell’innovazione, anche delle fioriture.)

Un paese che non si è mai chiuso nella sua paura, aprendosi all’innovazione, con una Startup ogni 1400 persone, la stessa percentuale che in Italia abbiamo con i dentisti.
Un paese nato i condizioni disagiate che ha imparato ad apprezzare, come affermava Shimon Peres, “Il vantaggio delle nostre menti, aprendo la strada a nuove frontiere nella scienza e nella tecnologia.”
Un patrimonio di cultura, sapere e intelligenza per l’umanità, messo costantemente sotto minaccia.
Basterebbe questo a far indignare l’opinione pubblica mondiale.
Eppure, quando un paese democratico diviene oggetto degli attacchi di organizzazioni terroristiche, sono ancora in troppi coloro che si concentrano solo sulla inevitabile reazione israeliana trascurando che l’unico responsabile è in realtà, Hamas.
Il tutto nel silenzio assordante dell’Europa, ormai un’ignava della politica internazionale.
L’Italia potrebbe riempire questo vuoto, il Presidente Draghi avrebbe la possibilità farsi interprete di una nuova diplomazia europea, sostenendo la vicinanza al popolo d’Israele e rafforzando al contempo gli ambiti di cooperazione economica e scientifica del nostro paese con gli eredi di Ben-Gurion.

Bisogna rigettare con forza la lettura di Israele, culla oggi dell’innovazione, ma anche dei diritti civili, con la sola lente del conflitto israeliano-palestinese.
La pluralità di un paese che valorizza le diversità fa necessariamente paura nell’area. Un vento di democrazia e di pensiero destabilizzante, è questa la vera minaccia che Israele rappresenta oggi per i suoi oppositori.
Difendere Israele significa non solo conservare la memoria dello sterminio, ma anche la libertà di pensiero e la fiducia dell’uomo nel progresso.


Io trovo vergognoso
Oriana Fallaci
18 aprile 2002

http://www.oriana-fallaci.com/18-aprile ... icolo.html

Io trovo vergognoso che in Italia si faccia un corteo di individui che vestiti da kamikaze berciano infami ingiurie a Israele, alzano fotografie di capi israeliani sulla cui fronte hanno disegnato una svastica, incitano il popolo a odiare gli ebrei. E che pur di rivedere gli ebrei nei campi di sterminio, nelle camere a gas, nei forni crematori, venderebbero ad un harem la propria madre.

Io trovo vergognoso che la Chiesa Cattolica permetta a un vescovo, peraltro alloggiato in Vaticano, uno stinco di santo che a Gerusalemme venne trovato con un arsenale di armi ed esplosivi nascosti in speciali scomparti della sua sacra Mercedes, di partecipare a quel corteo e piazzarsi a un microfono per ringraziare in nome di Dio i kamikaze che massacrano gli ebrei nelle pizzerie e nei supermarket. Chiamarli «martiri che vanno alla morte come a una festa».

Io trovo vergognoso che in Francia, la Francia del Liberté-Egalité-Franternité, si bruciano le sinagoghe, si terrorizzino gli ebrei, si profanino i loro cimiteri. Trovo vergognoso che in Olanda e in Germania e in Danimarca i giovani sfoggiano il keffiah come gli avanguardisti di Mussolini sfoggiavano il bastone e il distintivo fascista. Trovo vergognoso che in quasi tutte le università europee gli studenti palestinesi spadroneggino e alimentino l’antisemitismo. Che in Svezia abbiano chiesto di ritirare il Premio Nobel per la Pace concesso a Shimon Peres nel 1994, e concentrarlo sulla colomba col ramoscello d’olivo in bocca cioè su Arafat. Trovo vergognoso che gli esimi membri del Comitato, un Comitato che (a quanto pare) anziché il merito premia il colore politico, abbiano preso in considerazione la richiesta e pensino di esaudirla. All’inferno il Premio Nobel e onore a chi non lo riceve.

Io trovo oltraggioso (siamo di nuovo in Italia) che le Televisioni di Stato contribuiscano al risorto antisemitismo piangendo solo sui morti palestinesi, facendo la tara ai morti israeliani, parlando in modo sbrigativo e spesso in tono svogliato di loro. Trovo vergognoso che nei loro dibattiti ospitino con tanta deferenza i mascalzoni col turbante o col keffiah che ieri inneggiavano alla strage di New York e oggi inneggiano alle stragi di Gerusalemme, di Haifa, di Netanya, di Tel Aviv. Trovo vergognoso che la stampa scritta faccia lo stesso, che si indigni perché a Betlemme i carri armati israeliani circondano la Chiesa della Natività, che non si indigni perché nella medesima chiesa duecento terroristi palestinesi ben forniti di mitra e munizioni ed esplosivi (tra loro vari capi di Hamas e Al-Aqsa) siano non sgraditi ospiti dei frati (che poi dai militari dei carri armati accettano le bottiglie d’acqua minerale e il cestino di mele). Trovo vergognoso che dando il numero degli israeliani morti dall’inizio delle Seconda Intifada, (quattrocentododici), un noto quotidiano abbia ritenuto giusto sottolineare a gran lettere che nei loro incidenti stradali ne muoiono di più. (Seicento all’anno).

Io trovo vergognoso che l’Osservatore Romano cioè il giornale del Papa, un Papa che non molto tempo fa lasciò nel Muro del Pianto una lettera di scuse per gli ebrei, accusi di sterminio un popolo sterminato a milioni dai cristiani. Dagli europei. Trovo vergognoso che ai sopravvissuti di quel popolo (gente che ha ancora il numero tatuato sul braccio) quel giornale neghi il diritto di reagire, difendersi, non farsi sterminare di nuovo. Trovo vergognoso che in nome di Gesù Cristo (un ebreo senza il quale oggi sarebbero tutti disoccupati) i preti delle nostre parrocchie o Centri Sociali o quel che sono amoreggino con gli assassini di chi a Gerusalemme non può recarsi a mangiar la pizza o a comprar le uova senza saltare in aria. Trovo vergognoso che essi stiano dalla parte dei medesimi che inaugurano il terrorismo ammazzandoci sugli aerei, negli aeroporti, alle Olimpiadi, e che oggi si divertono ad ammazzare i giornalisti occidentali. A fucilarli, a rapirli, a tagliarli la gola, a decapitarli. (Dopo l’uscita de La Rabbia e l’Orgoglio qualcuno in Italia vorrebbe farlo anche a me. Citando versi dal Corano esorta i suoi «fratelli» delle moschee e delle Comunità Islamiche a castigarmi in nome di Allah. A uccidermi. Anzi a morire con me. Poiché è un tipo che conosce bene l’inglese, in inglese gli rispondo: «Fuck you»).

Io trovo vergognoso che quasi tutta la sinistra, quella sinistra che venti anni fa permise a un suo corteo di deporre una bara (quale mafioso avvertimento) dinanzi alla sinagoga di Roma, dimentichi il contributo dato dagli ebrei alla lotta antifascista. Da Carlo e Nello Rosselli, per esempio, da Leone Ginzburg, da Umberto Terracini, da Leo Valiani, da Emilio Sereni, dalle donne come la mia amica Anna Maria Enriques Agnoletti fucilata a Firenze il 12 giugno 1944, dai settantacinque dei trecentotrentacinque uccisi alle Fosse Ardeatine, dagli infinti altri morti sotto le torture o in combattimento o dinanzi ai plotoni d’esecuzione. (I compagni, i maestri, della mia infanzia e della mia prima giovinezza). Trovo vergognoso che anche per colpa della sinistra anzi soprattutto per colpa della sinistra (pensa alla sinistra che inaugura i suoi congressi applaudendo il rappresentante dell’OLP, in Italia il capo dei palestinesi che vogliono la distruzione di Israele) gli ebrei delle città italiane abbiano di nuovo paura. E nelle città francesi e olandesi e danesi e tedesche, lo stesso. Trovo vergognoso che al passaggio dei mascalzoni vestiti da kamikaze tremino come a Berlino tremavano la Notte dei Cristalli cioè la notte in cui Hitler avviò la Caccia all’Ebreo.

Io trovo vergognoso che obbedendo alla stupida, vile, disonesta, e per loro vantaggiosissima moda del Politically Correct i soliti opportunisti anzi i soliti parassiti sfruttino la parola Pace. Che in nome della parola Pace, ormai più sputtanata delle parole Amore e Umanità, assolvano da una parte sola l’odio e la bestialità. Che in nome d’un pacifismo (leggi conformismo) delegato ai grilli canterini e ai giullari che prima leccavano i piedi al Pol Pot aizzino la gente confusa o ingenua o intimidita. Che la imbroglino, la corrompano, la riportino indietro di mezzo secolo cioè alla stella gialla sul cappotto. Questi ciarlatani ai quali dei palestinesi importa quanto a me importa di loro. Cioè nulla.

Io trovo vergognoso che tanti italiani e tanti europei abbiano scelto come vessillo il signor (si fa così per dire) Arafat. Questa nullità che grazie ai soldi della Famiglia Reale Saudita fa il Mussolini ad perpetuum e che nella sua megalomania credi di passare alla Storia come il Gorge Washington della Palestina. Questo sgrammaticato che quando lo intervisti non riesce nemmeno a compilare una frase completa, un discorso articolato. Sicché per ricomporre il tutto, scriverlo, pubblicarlo, duri una fatica tremenda e concludi che paragonato a lui perfino Gheddafi diventa Leonardo da Vinci. Questo falso guerriero che va sempre in uniforme come Pinochet, mai che indossi un abito civile, e che tuttavia non ha mia partecipato ad una battaglia. La guerra la fa fare, l’ha sempre fatta fare, agli altri. Cioè ai poveracci che credono in lui. Questo pomposo incapace che recitando la parte del Capo di Stato ha fatto fallire i negoziati di Camp David, la mediazione di Clinton. No-no-Gerusalemme-la-voglio-tutta-per-me, Questo eterno bugiardo che ha uno sprazzo di sincerità soltanto quando (en privè) nega a Israele il diritto di esistere, e che come dico nel mio libro si smentisce ogni cinque secondi. Fa sempre il doppio gioco, mente perfino se gli chiedi che ora è, sicché di lui non puoi fidarti mai. Mai! Da lui finisci sistematicamente tradito. Questo eterno terrorista che sa fare solo il terrorista (stando al sicuro) e che negli Anni Settanta cioè quando lo intervistai addestrava pure i terroristi della Baader-Meinhof. Con loro, i bambini di dieci anni. Poveri bambini. (Ora li addestra per farne kamikaze. Cento baby-kamikaze sono in cantiere: cento!). Questa banderuola che la moglie la tiene a Parigi, servita e riverita come una regina, e che il suo popolo lo tiene nella merda. Dalla merda lo toglie soltanto per mandarlo a morire, a uccidere e a morire, come le diciottenni che per meritarsi l’uguaglianza con gli uomini devono imbottirsi d’esplosivo e disintegrarsi con le loro vittime. Eppure tanti italiani lo amano, si. Proprio come amavano Mussolini. Tanti altri europei, lo stesso.

Lo trovo vergognoso e vedo in tutto ciò il sorgere d’un nuovo fascismo, d’un nuovo nazismo. Un fascismo, un nazismo, tanto più bieco e ributtante in quanto condotto e nutrito da quelli che ipocritamente fanno i buonisti, i progressisti, i comunisti, i pacifisti, i cattolici anzi i cristiani, e che hanno la sfacciataggine di chiamare guerrafondaio chi come me grida la verità. Lo vedo, sì, e dico ciò che segue. Io col tragico e shakespeariano Sharon non sono mai stata tenera («Lo so che è venuta ad aggiungere uno scalpo alla sua collana» mormorò quasi con tristezza quando andai ad intervistarlo nel 1982). Con gli israeliani ho litigato spesso, di brutto, e in passato i palestinesi li ho difesi parecchio. Forse più di quanto meritassero. Però sto con Israele, con gli altri ebrei. Ci sto come ci stavo da ragazzina cioè al tempo in cui combattevo con loro, e le Anna Marie morivano fucilate. Difendo il loro diritto ad esistere, a difendersi, a non farsi sterminare una seconda volta. E disgustata dall’antisemitismo di tanti italiani, di tanti europei, mi vergogno di questa vergogna che disonora il mio Paese e l’Europa. Nel migliore dei casi, non una comunità di Stati ma un pozzo di Ponzi Pilato. Ed anche se tutti gli abitanti di questo pianeta la pensassero in modo diverso, io continuerò a pensarla così.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mar mag 18, 2021 7:25 pm

La lettera aperta dell’Ambasciatore Dror Eydar al ministro degli esteri degli ayatollah (non certo di tutto il popolo iraniano)
18 maggio 2021
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 7350802018

Salve, Signore Ministro degli Esteri iraniano Zarif,
mentre Lei è in visita nella meravigliosa Roma, io mi trovo in Israele con le mie figlie piccole, sotto il fuoco dell’attacco terroristico che Hamas ha scatenato su Israele, con i vostri finanziamenti, il vostro incoraggiamento e la vostra guida.
Da lunedì scorso Hamas ha lanciato circa 3.000 razzi contro città israeliane e obiettivi civili, inclusa Gerusalemme, violando così la sua santità. Il tutto su ispirazione e incoraggiamento vostri. Il Medio Oriente è instabile da anni a causa della vostra ingerenza sovversiva. Ovunque vi sia caos, troveremo tracce del vostro regime. È il caso di Siria, Iraq, Libano e Yemen, così come di Gaza. La vostra economia è al collasso, ma voi state investendo il resto dei vostri soldi nella diffusione del terrorismo e nel finanziamento del vostro programma missilistico nucleare. Per chi? Dalla mattina alla sera dichiarate il vostro desiderio di distruggere Israele e gli Stati Uniti. Tutta la civiltà giudaico-cristiana è minacciata dal vostro regime sanguinario.
Adesso Lei è giunto a elargire sorrisi a Roma, mentre Gaza brucia per colpa vostra. Da un anno e tre mesi il mondo lotta contro un virus che minaccia la salute della popolazione mondiale. Israele sta collaborando con l’Italia alla ricerca e allo sviluppo di farmaci per curare la malattia a beneficio del mondo intero. Voi però, invece di unirvi agli sforzi per sradicare la malattia, preferite investire i vostri sforzi per incoraggiare omicidi e uccisioni, e per incitare contro l’unico stato ebraico al mondo. Quello che abbiamo udito solo ottant’anni fa in Europa in tedesco, oggi voi lo dite in farsi, anche se Lei ha un buon inglese. Contrariamente alla vostra falsa propaganda, voi non siete soltanto contrari all’esistenza dello Stato di Israele, ma vi opponete alla nostra stessa esistenza come popolo indipendente nel mondo.
Qualunque elemento moderato in Medio Oriente cerchi di attuare la normalizzazione con Israele, voi lo minacciate e gli tramate contro. Israele non ha confini con l’Iran, né alcuna disputa su alcun possedimento. Israele si trova a più di mille chilometri dall’Iran. Perché non riconoscete il diritto di esistere di Israele? Smettetela di diffondere odio.
Il popolo ebraico ha un’esperienza storica positiva con l’impero persiano. 2.500 anni fa, il re Ciro riconobbe il diritto degli ebrei in esilio alla loro terra e in particolare a Gerusalemme, e invitò gli ebrei del mondo a ritornare e costruire il tempio a Gerusalemme. Allora non c’era la Palestina, ma c’erano i regni di Giuda e Israele.
Ma da quando avete preso il controllo dell’Iran e avete preso in ostaggio il popolo iraniano, non avete alcun pudore a mostrare a tutti che la vostra ragion d’essere è la distruzione dello Stato di Israele. E adesso viene a elargire sorrisi a Roma.
È bene che sappia che la campagna a Gaza vi è andata male. Israele sta restituendo la guerra ai vostri emissari del terrore, e ristabiliremo la sicurezza e la pace per i nostri cittadini. La domanda è: quando l’Occidente si renderà conto che dietro agli abiti eleganti, le cravatte e i sorrisi si nasconde un’ideologia assassina che cerca di cancellare tutta la civiltà occidentale? È necessario svegliarsi.



“Chi lancia missili da Gaza vuole islamizzare l’Europa”
Giulio Meotti
18 maggio 2021

https://meotti.substack.com/p/chi-lanci ... gaza-vuole

Sono politici, come l’ex premier socialista Manuel Valls. Sono scrittori, come Pascal Bruckner. E sono giornalisti, come Philippe Val, sotto scorta per le minacce di morte. E poi la storica Bat Ye’Or (che ha scritto la prefazione al mio ultimo libro La mezzaluna sulla croce) e la filosofa Elisabeth de Fontenay. Sono alcune delle 76 personalità che oggi su Le Figaro pubblicano un appello contro il terrorismo che colpisce Israele.

“Mentre Israele si è completamente disimpegnato da Gaza nel 2005, gli attacchi dalla Striscia si verificano di frequenza. Da diversi giorni, Israele sta affrontando un'offensiva senza precedenti: Hamas ha lanciato migliaia di missili mortali contro la popolazione israeliana. Di fronte a questa aggressione, la maggior parte della copertura mediatica sembra surreale. Per quanto riguarda alcuni partiti politici, il loro desiderio di difendere Hamas conferma la deriva islamo-goscista. D'altra parte, tutte le vittime del terrorismo islamista in Medio Oriente, Pakistan, Afghanistan o Africa non smuovono queste persone indignate. Affrontando l'islamismo a Gaza, Israele contribuisce alla sconfitta di un totalitarismo islamico che imperversa anche nel nostro territorio. I tentativi di scusare o giustificare la violenza islamista che sarebbe la conseguenza della giusta rabbia degli ‘umiliati’ e degli ‘oppressi’ sono infondati e falsi. Perché la ‘causa palestinese’ non è e non è mai stata la causa di un Terzo mondo economicamente o politicamente disperato. Finché gli europei non integreranno la cosmologia islamista nella loro griglia di lettura, non capiranno le vere questioni in gioco. Il pensiero mortale dei Fratelli Musulmani, di cui Hamas è incarnazione, lo vediamo all'opera in Francia e in Europa, come nel Nord Africa e nel Sahel. È la stessa ideologia che ha armato il braccio dell'assassino di Samuel Paty. Quali che siano gli errori che alcuni vogliono rimproverare ai suoi governanti, Israele ha il diritto di esistere. Non devi essere un grande esperto per capire che al di là di ciò che è in gioco in Medio Oriente, probabilmente è in gioco anche il nostro futuro, qui, in Francia e in Europa”.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mer mag 19, 2021 7:34 am

Realtà e mito
David Elber
il 18 Maggio 2021

http://www.linformale.eu/realta-e-mito/

Uno degli argomenti più utilizzati dalla propaganda antiebraica in merito al conflitto con gli arabi è la questione dei territori che il popolo ebraico avrebbe sottratto alla popolazione araba, per di più considerata come quella “nativa”.

Alla “cupidigia” ebraica, nel corso dell’ultimo secolo si è aggiunto di volta in volta l’imperialismo britannico e/o quello USA, il tutto finalizzato ad aiutare l’impresa “coloniale” ebraica. Questa tesi è priva di qualsiasi argomentazione seria e plausibile. Inoltre, essa è spesso e volentieri accompagnata da cartine volutamente parziali ed omissive coadiuvate da cifre e percentuali territoriali altrettanto parziali e del tutto decontestualizzate, come ad esempio quelle utilizzate per spiegare il rifiuto arabo nei confronti della Risoluzione 181 del 1947 Da tutto questo nasce il mito sempre più inscalfibile che agli arabi sarebbe stato letteralmente “sottratto” un proprio Stato da sotto i piedi.

Per prima cosa è necessario definire il territorio in questione. Impresa che appare più semplice oggi perché si fa riferimento a cartine che rappresentano Israele (anche se con confini talvolta controversi) o cartine che rappresentano il Mandato di Palestina del 1922, che l’ha preceduto e che ne ha sancito i confini legali per il diritto internazionale. Ma questi confini, oggi noti, sono una creazione moderna (consolidatosi in modo quasi definitivo tra il 1920 e il 1927). Quindi, come punto di partenza della nostra disamina partiremo dalla sistemazione territoriale del Medio Oriente uscita dai trattati di pace di Sevrès e Losanna che sancirono la fine dell’Impero ottomano. Infatti, nei quattro secoli precedenti – quelli del dominio ottomano – come si può ben vedere comparando le cartine 1 e 2 relative al Mandato di Palestina e alla suddivisione amministrativa ottomana dell’area fino al 1917, l’area interessata alla nostra ricerca, era suddivisa amministrativamente in maniera del tutto diversa e con criteri e logiche assai differenti. Il termine stesso di “Palestina”, nei quattro secoli di dominio ottomano, non era in uso essendo un termine europeo e cristiano in modo particolare. A ciò è doveroso aggiungere che mai è esistito uno Stato arabo (o più Stati se consideriamo tutto il Medio Oriente) nel senso moderno del termine. La dominazione araba era di fatto terminata all’inizio del XVI secolo.

Con la cartina 3 sottostante si può chiaramente visualizzare il territorio della Palestina mandataria come era stata costituita nel 1922. È bene subito precisare che il Mandato di Palestina è stato deciso dalla Società delle Nazioni (l’ONU dell’epoca) per creare le condizioni per realizzare uno Stato per il popolo ebraico. Questo lo si evince in modo inequivocabile leggendo il preambolo del Mandato nonché i suoi articoli 2,4,6,7 e 11.

Perché allora la cartina 3 raffigurante il territorio del Mandato di Palestina è di due colori differenti? Perché la Potenza mandataria, cioè la Gran Bretagna, in base all’Articolo 25 del mandato decise di dividere amministrativamente il Mandato in due: la parte ad ovest del fiume Giordano per portare a compimento i dettami del Mandato stesso cioè la creazione di uno Stato ebraico; la parte ad est del Giordano per creare un futuro Stato arabo per la popolazione locale non ebraica. È però da precisare che questa suddivisione non era di fatto contemplata dalla Statuto del Mandato di Palestina, fu una “forzatura” interpretativa britannica per favorire la popolazione araba numericamente maggioritaria (oltre che favorire la famiglia hascemita sua alleata). Di fatto del territorio mandatario complessivo, circa il 72% fu destinato agli arabi e il 28% per il popolo ebraico. Questo a partire dal 1922. Erroneamente da quell’anno si fa comunemente riferimento al Mandato di Palestina solo sulla sua porzione ad ovest del Giordano, scordandosi molte volte e volutamente della sua parte est: denominata Transgiordania che fino al 1946 (data di riconoscimento della sua indipendenza come Stato arabo) faceva parte a tutti gli effetti del Mandato di Palestina.

A questo punto nasce il primo mito: quello legato alla presunta “ingiustizia” subita dagli arabi con la spartizione proposta dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1947. Qui non entreremo in merito al valore legale della Risoluzione 181 cosa di cui ci siamo occupati sull’ Informale in vari articoli. Qui accenneremo solo alla presunta ingiustizia che la spartizione territoriale prevedeva: 55% del territorio al popolo ebraico, 43% alla popolazione araba e circa il 2% come territorio internazionale (il territorio di Gerusalemme e dintorni).

I sostenitori della presunta “spartizione ingiusta” prevista con la Risoluzione 181 omettono di dire che le percentuali sopra descritte riguardavano solamente il 28% del territorio originario (come abbiamo visto il restante 72% era già sotto controllo arabo con la creazione della Giordania nel 1946) e per di più si trattava della totalità del territorio già assegnato in precedenza al popolo ebraico. Quindi, quella del 1947, è stata una seconda spartizione relativamente al 28% del territorio complessivo che portò al controllo arabo dell’83% del territorio mandatario complessivo e al controllo ebraico del 16%, mentre il restante 1% rimaneva sotto il controllo internazionale. Quindi anche dal punto di vista della popolazione complessiva (ebraica ed araba) l’83% di territorio premiava ampiamente la maggioranza araba.

Un altro mito legato alla spartizione prevista dalla Risoluzione 181 (si veda la cartina 4 sottostante) è l’autentica leggenda che asserisce che agli ebrei fossero stati assegnati tutti i terreni più fertili. Ma come chiunque può vedere ben oltre il 60% del territorio assegnato agli ebrei era composto dal deserto del Negev.


È vero che oggi il popolo ebraico è riuscito a far fiorire anche questo deserto ma allora era totalmente inospitale. Mentre la maggior parte delle altre terre a loro assegnate erano originariamente paludose e malariche. Fu solo grazie al duro lavoro degli agricoltori che divennero fertili. La logica della spartizione della 181 era esclusivamente demografica e non territori fertili agli uni e pietrosi agli altri. Infine, un altro imperituro mito vede nel rifiuto arabo alla spartizione del 1947 il motivo che tutti gli arabi, sia quelli locali che quelli appartenenti add altri Stati, si sentirono vittime di una ingiustizia in quanto veniva assegnato agli arabi “solo” il 43% del territorio pur essendo la maggioranza.

Come già evidenziato il calcolo territoriale corretto è dell’83% agli arabi e il 16% agli ebrei, ma detto questo, in nessun verbale ONU o della Lega araba risulta una proposta araba di spartizione anche con percentuali diverse: dai verbali raccolti dalla Commissione ONU (UNSCOP) incaricata di studiare la divisione territoriale del mandato nel 1947 in avanti, le uniche dichiarazione arabe furono di assoluta contrarietà alla spartizione e alla nascita di uno Stato ebraico in qualsivoglia porzione del territorio mandatario. Principio questo, che del resto era stato già ribadito dagli arabi alla Commissione Peel nel 1937 quando questa commissione britannica fu incaricata dal governo britannico di studiare una soluzione ai disordini scoppiati a partire dal 1936 ad opera degli arabi. Come si può vedere dalla cartina 5, questa soluzione affidava circa il 70% del territorio della Palestina propriamente detta (esclusa la parte transgiordana) agli arabi e il 30% al popolo ebraico.

Anche questa proposta fu rifiutata dagli arabi mentre anche fu accettata dalla dirigenza ebraica. E’ da notare che la stessa Commissione Permanente dei mandati della Società delle Nazioni l’aveva bocciata perché contraria ai dettami mandatari. In conclusione non una sola proposta di spartizione territoriale è mai stata accettata dagli arabi il resto è solo leggenda e propaganda.



Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e occupato alcuna terra altrui e non opprimono nessuno
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2825
Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e non hanno occupato nessuna terra altrui, nessuna terra palestinese poiché tutta Israele è la loro terra da 3mila anni e la Palestina è Israele e i veri palestinesi sono gli ebrei più che quel miscuglio di etnie legate dalla matrice nazi maomettana abusivamente definito "palestinesi" e tenute insieme dall'odio per gli ebrei e dai finanziamenti internazionali antisemiti.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mer mag 19, 2021 6:40 pm

Ecco gli USA dei democratici della banda Biden Biden, ecco la California, ecco Los Angeles antisemita e filo nazi-maomettana
Un ristorante Kosher è stato preso d’assalto a Los Angeles da alcuni uomini che indossavano la kefiah. Al titolare era stato chiesto se sosteneva la Palestina, quando questo ha risposto negativamente è scattata l’aggressione.
https://www.facebook.com/watch/?ref=sav ... 1330390384



Ecco gli UK o Regno Unito dei democratici della banda del sindaco pakistano nazi maomettano di Londra
17|18 maggio 2021
https://www.bbc.com/news/uk-england-essex-57141510

A Londra hanno provato a tagliare la testa in pieno giorno ad un giovane vicino alla sua sinagoga, arrestati due nuovi inglesi.

https://www.facebook.com/antonio.gabbat ... 0158018021

La città dell’emiro appena rieletto grazie alla demografia, e a tanti soldi lordi di sangue, aveva appena visto sfilare un convoglio da cui si gridava: 'Fottuti gli ebrei ... Fottuti tutti loro. Fanculo alle loro madri, fanculo alle loro figlie, mostra il tuo sostegno alla “Palestina”. Stuprate le loro figlie”.
Per questa prodezza arrestati, e rilasciati, altri quattro “pacifici”.
In Canada, a Toronto, hanno linciato un povero vecchio lasciandolo in fin di vita, sangue ebreo, sangue trasparente.
A Los Angeles sono andati per ristoranti a chiedere ai clienti chi fosse giudeo, separarli dagli altri e provare ad ammazzarli. Se vi va c’è il video.
Come le camicie brune o come in ogni Nazione araba dalla nascita della “religione di pace”.
C’è un libro che a leggerlo fa male ma che consiglio molto “Gli ebrei nel mondo arabo”, non ne escono bene nemmeno certe “famiglie” cattoliche per prima quella di Bergoglio.
E, come da foto, casualmente una bandiera nazista è stata sventolata con nonchalance da un'auto durante un raduno anti israeliano, un elemento fisso nei raduni filo-palestinesi dai tempi del nazionalsocialismo. Potrebbe essere la bandiera di Gaza e spesso lo è da quando domina Hamas, nostalgia del gran Mufti amico di Himmler e di Adolfo.
Nessuna sorpresa se persino uno storico contributor della CNN ha twittato che ci vorrebbe un altro Hitler.
In Germania stesso clima da anni 30, è dovuta intervenire la Merkel, la madre di tutti i problemi. E nella ex Francia non va meglio.
Ma l’antisemitismo islamico non fa rumore, non deve.
Alla peggio si parla di antisionismo, e tutto è perdonato quando in realtà è quasi tutto perduto, prima le sinagoghe, poi le chiese, poi tutti gli altri.
Poi la gente che piace alla gente che piace magicamente si ricorda degli ebrei il 27 Gennaio sbagliando appositamente mira perché peggio dei bugiardi ci sono solo gli ipocriti.
Poi mi chiedono perché sto dalla parte di Israele
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » gio mag 20, 2021 2:01 am

È la guerra mossa e voluta dall'Iran. Ad Hamas missili e soldi da Teheran
Fiamma Nirenstein
19 Maggio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1621404912

Ma non era così misera Gaza? oppressa, «occupata» anche se gli israeliani se ne sono andati già nel 2005? E allora da dove vengono le centinaia di missili al giorno con cui Israele è stata irrorata da una settimana? Lo spiega bene un alto ufficiale palestinese della Jihad Islamica, Ramez al Halabi: «I missili con cui bombardiamo Tel Aviv, le nostre armi, i nostri soldi, il nostro cibo, sono tutte forniture iraniane». Anche il segretario di Hamas, Yahya Sinwar, l'aveva già detto nel 2017: «Senza assistenza iraniana, non potremmo sparare i missili, il generale Soleimani ha messo a nostra disposizione la forza della Guardia Rivoluzionaria». Ovvero, dell'esercito di conquista iraniana.

Le altre testimonianze del continuo e buon uso delle centinaia di milioni di dollari che il regime degli Ayatollah fornisce alla guerra di Gaza coprono decenni. E non si tratta di aiuti umanitari: per esempio una complessa operazione di trasferimento dei potenti missili Kornet tramite Hezbollah è stata curata da Kassem Soleimani stesso nel 2020, la sua diretta supervisione del training militare di Gaza è certificata dalla tv iraniana Al Alam nel 2021, il capo di Hamas stesso, Ismail Haniya, nel maggio 2020 ripete: «L'Iran non ha mai esitato nel sostegno della resistenza, finanziariamente, militarmente ed economicamente». Al funerale di Soleimani, Hanye aveva un posto d'onore e Al Arouri, suo vicecapo, disegna l'obiettivo: presto ci sarà una nuova Intifada. Sinwar chiarisce lo scopo: «È per la battaglia per Gerusalemme». La Guerra Santa unisce sciiti e sunniti sul campo di battaglia. Già prima della guerra, da Teheran la si annuncia, in un giorno in cui le marce d'odio e i roghi di bandiere con la Stella di David sono il leitmotiv.

Teheran è la prima a dichiarare guerra, ma dopo averci pensato bene. Hamas è pronta? In Iran se ne discute, si valuta e si soppesa. Ma sì, Hamas deve colpire, sta per conquistare tutto il campo palestinese, Israele ha una crisi politica, Trump è andato a casa, la botta della Pace di Abramo è meno consistente: la guerra lancerà una forte messaggio a chi deve capire, mentre è in corso la trattativa per il rinnovamento del Jcpoa a Vienna, col nuovo presidente americano. Il lancio di missili è smisurato anche rispetto alle altre guerre, mai si è toccato le vette raddoppiate e triplicate di questo scontro. Ma dopo una settimana con la leadership decimata, la Striscia in rovina, gli assetti strategici fondamentali distrutti, Hamas ha seguitato a sparare: l'Iran non gradisce, sembra, che i mallevadori possano essere l'Egitto e il Qatar, vuole tenere le redini. E i missili sono ancora tanti, Fajr 3 e 5, M302, i più grossi con la gittata fino ai 250 chilometri dello «Ayash». La guerra preparata molto a lungo e nell'ambito della grande strategia iraniana ha riempito Hamas di nuove tecnologie e le ha fornito la grande risorsa, ora distrutta, delle gallerie sotterranee, come agli Hezbollah.

È responsabilità di tutti spezzare la catena per cui la forza incendiaria dell'Iran mette a ferro a fuoco palestinesi tenuti come popolo ostaggio, Siria, Libano, Yemen e usa la guerra contro la popolazione civile di Israele come arma d'elezione. La guerra, però, la si può perdere, e Israele ha già insegnato questa lezione due o tre volte ai suoi nemici. Adesso sempre di più inoltre molti Stati arabi vedono Hamas per quello che è. Uno strumento del loro peggiore nemico.



GLI ISRAELIANI NON MUOIONO
18 maggio 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9871202295

La risposta di Israele agli attacchi provenienti da Gaza è giudicata da gran parte del mondo come sproporzionata: In effetti lo è; contro 3000 razzi piovuti sui cieli di Israele, quindi sui civili ebrei, abbiamo reagito con un centinaio di missili lanciati solo contro postazioni di terroristi e militari.
3000 razzi avrebbero dovuto uccidere 30.000 ebrei ma non è stato cosi, perché? Perché in Israele siamo addestrati ad ogni evenienza, ci siamo costruiti un rifugio antiaereo in ogni palazzo ed abbiamo sviluppato e costruito un sistema antimissile efficacissimo, l’Iron Dome, la cupola d’acciaio.
Ma non è solo questo; in Israele la vita è sacra, non crediamo al martirio ne alle 72 vergini ed abbiamo un governo liberamente eletto che non predica la morte del nemico ma cerca da sempre la pace.
Non ci sarà pace sino a quando Hamas costringerà i palestinesi a restare sotto le bombe mentre i dirigenti si rifugiano in Qatar.
Non gioiamo della morte di nessuno, non gioiamo delle vittorie militari perché esse hanno un prezzo troppo alto.
Ora Israele è sotto attacco anche dal nord, sempre milizie ma questa volta Hezbollah. Niente Palestina, sono milizie filo Iraniane ed anche esse auspicano la distruzione di Israele, che deve difendersi.
La pace è la sola vittoria alla quale auspichiamo.
Una pace che consenta una vita dignitosa ai palestinesi e confini sicuri per Israele, la fine del terrorismo e delle violenze e provocazioni religiose da ambo le parti-anche le nostre.
C’è molto da fare, molto da compensare da ambo le parti ma non è più possibile continuare così.
Hamas ed Hezbollah vogliono la distruzione di Israele, i palestinesi no, ma non possono ribellarsi.
Pace e fine del terrore.
Shalom
Salam.




Il demenziale sinistrato "equidistante" Mentana che falsifica la realtà storica, le cause e le responsabilità omettendo di menzionare l'odio razzista antisemita dei nazi maomettani (di Maometto e del Corano) che è la fonte principale del conflitto e del rifiuto degli ebrei da parte dei cosidetti palestinesi e dei loro alleati sostenitori, armatori e finanziatori.

Enrico Mentana
19 maggio 2021
https://www.facebook.com/enricomentanaL ... 3541480507

Nel conflitto israelo-palestinese non ci sono la parte giusta e quella sbagliata, il torto di uno e la ragione dell'altro, le verità assolute di questo o di quello. Solo chi non conosce quella regione, quell'intrico di fedi religiose e di etnie, di colonizzazioni e complicità, di sconfitte e vittorie passate può trattare l'ennesimo conflitto in corso come fosse un partita di Champions tra la squadra del cuore e l'avversario più odiato: e qui sui social è l'atteggiamento dominante. Per cui Israele pratica l'apartheid e e palestinesi sono terroristi, e ogni percorso di pace è un imbroglio. È il gioco del partito preso, il terreno dei fanatici, che partono da una certezza, di essere dalla parte giusta, che va presidiata con durezza e inflessibilità, mostrandosi più aggressivi di chi la pensa in modo opposto, e facendo terra bruciata nella terra di nessuno del dubbio. Sarà sempre di più così, nell'esplosione festante di odio social, finché non si darà una sicurezza di pace e di confini a Israele e di Stato e territorio al popolo palestinese. Si chiama pace


Paoli Ziliano
In questo mondo esiste chi è ricco e chi è povero. Il primo comanda sempre sul secondo e ha il potere per “comprarsi” chi vuole e accordarsi con chi vuole.
In questo lunghissimo conflitto è la stessa cosa. E io non starò mai dalla parte del ricco e potente in grado di rubare e uccidere senza che nessuno si opponga.

Lorenzo Martelli
Si ok bello cercare di risolvere le cose con la pace e il dialogo per carità, ma mentre noi cercavamo di ottenere il dialogo sono morti migliaia di palestinesi e qualche decina di israeliani, mentre noi cercavamo il dialogo Israele istituiva un regime di Apartheid e non lo dico io povero studente universitario nella mia cameretta ma Amnesty International (https://www.amnesty.org/en/countries/mi ... rritories/ ) e il HRW (https://www.hrw.org/report/2021/04/27/t ... ersecution ) poi richiamato anche da BBC e altre testate giornalistiche straniere. L'altro giorno ha detto che Israele e Palestina erano ostaggi di due leader guerrafondai, vero, ma il problema è che praticamente dalla sua nascita Israele ha avuto leader guerrafondai basta pensare a quando i "combattenti per la libertà di Israele" (già integrati nell'esercito dello stato di Israele) uccisero il conte Bernadotte inviato dalle nazioni Unite. O quando i palestinesi disarmati tentarono di avvicinarsi al confine nel 2018 (ve la ricordate la marcia del ritorno si? https://www.ilpost.it/2018/03/31/gaza-p ... a-ritorno/ ) e Israele iniziò a sparare ferendone e uccidendone alcune decine...di fronte a tutto questo mi viene molto difficile provare a difendere Israele.



Alberto Pento
Io sto dalla parte del giusto e del bene, ricco o povero che sia e in questo caso sto dalla parte di Israele e dei suoi ebrei che sono il popolo e il paese più umani e civili di tutta l'area e tra i più civili e umani di tutta la terra.
Ebrei e Israele che a me e alla mia gente non hanno mai fatto del male al contrario del tanto male fatto dai maomettani e dai cosidetti palestinesi.




Mentana ti faccio dieci domande
Michael Levi
20 maggio 2021

https://www.facebook.com/antonello.busa ... 8356710223

Buongiorno Enrico Mentana,
ormai l’antisemitismo in Europa sta per uscire fuori controllo, è quello che volevano Hamas e l’Iran e assomiglia ai libelli di sangue che hanno massacrato millioni di ebrei nel nostro continente, ma anche e sopratutto in Italia e Europa Occidentale, per millenni. Sono stato un Board Member della Comunità ebraica in Polonia associata a WUPJ per diversi anni, ho incontrato reduci di Auschwitz e Sobibor. Sono un ebreo Reform, moderato e liberale, anche se ho discendenze dal Rambam. Lei che conosce il medio oriente e la religione ebraica capisce esattamante la mia posizione. WUPJ ha rabbini iscritti in Rabbis for Peace. I reduci di Auschitz e Sobibor mi hanno descritto gli anni che precedettero la Shoah. Al tempo gli argomenti erano diversi, ma mi creda, state arrivando ad un passo, molto vicino, ad incendiare il paese con furore antisemita e causare danni incalcolabili. Avete una responsabilità enorme, sopratutto voi giornalisti schierati a sinistra. La Germania è in massima allerta e ha ragione ad esserlo. Questa volta la storia non vi perdona perchè la storia è elettronica e documentata e ormai molti conoscono le vere intenzioni ed il business che alimenta questo orrore informatico e questa campagna contro Israele.
Un tempo bastava urlare in chiesa che gli ebrei uccidevano bambini cristiani per alimentare progrom e poi la Shoah. Ora avete inventato l’omicidio dei bambini palestinesi senza responsabilizzare i terroristi che bombardano Israele e ancora peggio i paesi che alimentano il terrore e i terroristi. I responsabili sono tolti dall’equazione del conflitto creando un racconto propagandistico e distorto. Mi creda, questa volta il mondo conosce il contorno. Io voglio farle alcune domande e la prego di rispondere con massima onestà, se le è possibile. Voglio condividere le sue risposte con amici del Congresso e Senato USA e amici di UANI sia Dem che Rep. :
1) Quale territorio Israele ha conteso con l’Iran e perche l’Iran sponsorizza Hamas e Hezbullah che vogliono la distruzione di Israele?
2) Perché l’Iran che non ha dispute territoriali con Israele vuole la sua distruzione. Secondo lei è accettabile? Perché non condanna l’Iran degli Ayatollah?
3) Chi ha messo una bomba al Asociación Mutual Israelita Argentina e piú recentemente a Burgas?
4) Secondo lei Hamas e`un gruppo terrorista. Se non lo pensa puo`spiegare il motivo? Hezbullah?
5) I paesi Arabi e OIC hanno sponsorizzato per anni una campagna diffamatoria (anche USSR in verità per motivi diversi) contro il popolo ebraico ed Israele?
6) Come giudica il lancio di missili iraniani da Gaza in Israele?
7) Tutto il popolo palestinese di Gaza e Cisgiordania supporta Hamas oppure in molti credono che Hamas sia peggio di ISIS e Al Qaeda. In tanti collaborano con Israele (i veri partigiani secondo me).
8.) In Siria Iran e Assad hanno fatto vere e proprie pulizie etniche contro i sunniti (maggioranza assoluta)? E`vera questa affermazione? Esiste una persecuzione contro le minoranze curde in Turchia, Iran e Iraq? Muoiono centinaia di migliaia di bambini a causa di queste persecuzioni?
9) In Iran lapidano le donne, impiccano giovani donne e studenti, perseguitano minoranze? Ci puo` raccontare per cortesia in poche parole la storia di Ahmadreza Djalali?
10) Esiste un progetto di pipeline tra i ricchi pozzi iraniani di South Pars e Mediterraneo per trasportare il ricco gas in Europa? Assad e Iran hanno fatto pulizia etnica uccidendo migliaia di bambini sunniti per far passare il pipeline. Esiste pressione sul Kurdistan Iracheno per far passare questo pipeline?
È questo il vero motivo dell’odierna campagna contro il popolo ebraico ed Israele?
Fino a che punto crede che USA ed Israele possano accettare questo?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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