I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » dom ott 14, 2018 9:17 am

Striscia di Gaza: di cosa ha paura Israele?
Sarah G. Frankl
12 ottobre 2018

https://www.rightsreporter.org/striscia ... ra-israele

Israele – Striscia di Gaza (Rights Reporter). Ieri è stato l’ennesimo venerdì di follia a causa di quella che i palestinesi chiamano “marcia del ritorno”, in realtà una vera e propria strategia di sfinimento che vorrebbe spingere Israele verso un conflitto vero e proprio con Hamas.

Il fatto più grave è avvenuto quando circa 20 terroristi palestinesi hanno prima piazzato un ordigno lungo la barriera di confine e poi, una volta fatto esplodere e aperto un varco, si sono introdotti in Israele con l’intenzione di rapire un soldato israeliano. A quel punto l’IDF ha reagito uccidendo tre terroristi che erano quasi arrivati ad una postazione del IDF e messo in fuga gli altri.

Poco prima circa 15.000 palestinesi si erano radunati lungo la barriera di confine dove hanno incendiato pneumatici e lanciato decine di palloni incendiari verso Israele provocando incendi vicino al Kibbutz Ruhama e in altre aree. Incendi anche vicino al valico di Kerem Shalom da dove Israele fa passare gli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza, un fatto che ha spinto ieri sera il Ministro Lieberman a ordinare lo stop ai rifornimenti di carburante per la Striscia di Gaza.

Solo due giorni fa l’IDF aveva scoperto un tunnel del terrore che partendo dall’area di Khan Younis entrava in Israele per almeno 200 metri. L’ennesima gravissima minaccia rivolta ai cittadini israeliani sventata in extremis.

In Israele cresce il partito dell’intervento armato. Netanyahu sotto accusa

In questo contesto in Israele cresce sempre di più il partito dell’intervento armato. In tantissimi si chiedono perché il Governo non decide di mettere fine a questo vero e proprio stillicidio di attentati che sta rendendo la vita impossibile a milioni di abitanti del sud, bersagliati e minacciati ormai da mesi.

Critiche feroci vengono rivolte in particolare verso Netanyahu per quella che viene giudicata una cattiva gestione dell’emergenza, critiche che non vengono solo dal sud di Israele o solo dalla destra israeliana, ma anche dal resto del Paese e da una parte della sinistra.

Nessuno si spiega il motivo di tanta “pazienza” con milioni di israeliani del sud costretti a vivere in quello che comunque è un vero e proprio stato di guerra e in tanti si chiedono di cosa ha paura Israele. Del giudizio internazionale? Di cadere nella trappola tesa da Hamas per passare ancora una volta da vittima? Oppure ha paura di aprire il fronte di Gaza quando al nord la minaccia iraniana si fa sempre più pressante e pericolosa?

In tanti vorrebbero che il Governo lanci un ultimatum definitivo verso Hamas intimando ai terroristi di interrompere subito i disordini e gli attentati incendiari, ultimatum che dovrebbe essere inviato anche alla comunità internazionale che così non potrà dire di non essere stata informata.

Una cosa è certa, questa è una situazione che non può più andare avanti così e non è certo il caso di aspettare che Hamas interrompa gli atti di violenza se non costretto con la forza. Anzi, sembrerebbe che l’ordine impartito da Hamas ai manifestanti sia quello di rapire cittadini e militari israeliani e quindi di aumentare la tensione. Davvero si deve arrivare a questo o a un grosso attentato per intervenire?

Nota a margine dedicata ai media. Domenica scorsa un terrorista palestinese ha ucciso a sangue freddo due israeliani e ne ha ferito un terzo. Sulla carta stampata si è visto appena qualche accenno, in TV poco e niente. Ieri la morte dei tre terroristi palestinesi era la prima notizia dopo quelle riguardanti la politica italiana (come a dire che era la prima notizia). Come mai questa disparità di trattamento?
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » gio ott 18, 2018 4:22 am

Di chi è la colpa dei morti di Gaza
Ugo Volli

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... __tn__=K-R
https://www.progettodreyfus.com/gaza-morti-palestinesi

A Gaza i disordini continuano e stanno diventando più frequenti e più violenti. Ormai i terroristi inquadrati da Hamas non si limitano a bruciare copertoni, mandare in giro arnesi incendiari volanti, cercare di tagliare la rete di confine con strumenti manuali. Usano le bombe e assaltano in massa con le armi i difensori dell’esercito israeliano, provano a sfondare anche per mare e minacciano di usare i tunnel d’attacco che restano loro ancora (quindici sono stati distrutti dall’aviazione negli scorsi mesi) per uccidere e rapire gli abitanti dei villaggi subito al di là della frontiera. I soldati israeliani sono schierati a difesa e stroncano questi attacchi con gravi perdite per gli assalitori, che non fingono neanche più di essere pacifici manifestanti: sono orde d’assalto che riproducono con meno ordine le scene delle trincee della prima guerra mondiale.

Sui giornali, quasi tutti ipocriti e mentitori, leggiamo di “scontri fra Israele e palestinesi”, ma non è vero. Gli “scontri” avvengono solo dove e quando Hamas manda all’assalto i suoi gruppi di terroristi, Israele non va mai oltre al confine e non inizia mai, si limita a difendersi dagli attacchi dei terroristi e uccide solo quelli che minacciano di sfondare la linea di confine. I morti sono quasi tutti da una parte sola, perché la tattica di Hamas, che non ha forze corazzate, è quella del 1916: manda i suoi all’assalto allo scoperto armati di bombe e armi leggere. Contro una difesa ben organizzata possono solo sperare in un caso fortunato (per loro) di confusione. Ma l’esercito israeliano è ben coordinato e sa come contrastarli.

Si parla dunque di scontri, e non ci si chiede perché ci sono. Non si dice neanche che Hamas li organizza e dichiara pubblicamente di volerli continuare fino a che avrà raggiunto i suoi obiettivi politici immediati, cioè la fine del blocco congiunto israeliano ed egiziano che controlla le importazioni nella striscia, impedendo che arrivino armi o materiali per la loro fabbricazione. Vale a dire che per Hamas una cessazione della violenza è possibile solo a condizione di porre le premesse per una guerra futura, in cui sarebbe meglio armato e più dannoso per Israele (e naturalmente di riflesso anche per gli abitanti di Gaza).

O si risponde genericamente che a Gaza sono disperati. Ma perché sono disperati? Israele ha fatto qualcosa di grave negli ultimi mesi? No, non è cambiato nulla. Anche nei momenti degli scontri più gravi, Israele ha fatto passare rifornimenti, acqua, cibo, merci varie, perfino carburante. Di recente c’è stata una spedizione di benzina organizzata dal Qatar, che Israele ha fatto passare nonostante il parere contrario dell’Autorità Palestinese.

Questo parere contrario è parte di un punto essenziale su Gaza, che nessuno racconta. Da un anno circa la dirigenza dell’Autorità Palestinese ha deciso di strangolare economicamente Gaza. Ha messo in atto sanzioni economiche, ha smesso di pagare gli stipendi ai suoi stessi dipendenti che vi abitano, ha rifiutato di concedere i permessi sanitari per le persone che devono andare in ospedali israeliani e quelli di studio per gli studenti che cercano di frequentare una scuola fuori dalla striscia, ha cercato in tutti i modi di sabotare le trattative mediate dall’Egitto e dal Qatar per diminuire la tensione al confine, ha perfino dichiarato persona non grata l’inviato dell’Onu perché si era permesso di stimolare queste trattative. Tutto questo è possibile perché negli accordi di Oslo, mal concepiti e dannosi anche sotto questo profilo. l’Autorità Palestinese è riconosciuta come “unica rappresentante del popolo palestinese” e dunque ad essa sono affidati i posti di confine, è essa che emette passaporti e certifica condizioni economiche e di salute, insomma per Israele è l’interlocutore giuridicamente obbligatorio.

Ovviamente Abbas, il dittatore dell’Autorità Palestinese, incapace o non disposto a condurre negoziati di pace, vuole piegare Hamas al suo comando per essere più forte, questo è forse l’ultimo obiettivo rilevante della sua vita politica declinante come la sua salute; ma sul piano militare e del consenso interno Hamas è assai più forte e rifiuta di sottomettersi. Per questa ragione le trattative di “riconciliazione nazionale” condotte dall’Egitto sono sempre fallite. Questa è la ragione per cui l’Autorità Palestinese e non Israele ha stretto un vero e proprio assedio economico a Gaza, sperando in una rivolta contro Hamas, che non avviene, o almeno in disordini che coinvolgano Israele, come invece sta accadendo, con il risultato se non di fare danni militari allo stato ebraico, almeno di danneggiarlo nell’immagine e di avere argomenti propagandistici da sfruttare (“i bambini di Gaza”, “la crudeltà dell’esercito israeliano” ecc. ecc.).

Insomma chi cinicamente sta affamando gli abitanti di Gaza, con il progetto di danneggiare Hamas o Israele o tutti e due è l’Autorità Palestinese. E’ una responsabilità pesante, condivisa con Hamas, che ha scelto di reagire a questa situazione mandando non solo i suoi terroristi, ma il più possibile della popolazione comune, donne e bambini compresi, a farsi ammazzare nell’impossibile tentativo di sfondare un confine internazionale difeso da un esercito bene armato. Se per caso riuscissero a fare qualche danno, a rapire o uccidere qualche civile o soldato rimasto isolato, sarebbe per loro un grandissimo successo. Se non ci riescono sono carne da cannone da far pesare nella propaganda. Anche questo è un cinismo insopportabile, veramente inaudito, non denunciato da nessuno dei “pacifisti”, degli “amici dei palestinesi”, dei “progressisti” che trovano comodo attingere al grande serbatoio dell’antisemitismo e prendersela con gli ebrei.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » ven ott 26, 2018 10:34 pm

Ahed Tamimi: la prova vivente della favoletta del popolo palestinese
Ester C. Cantarini -
ottobre 26, 2018

https://www.rightsreporter.org/ahed-tam ... alestinese

«Tutti dovrebbero schiaffeggiare i soldati israeliani, non solo io». Così parlò Ahed Tamimi lo scorso 2 ottobre durante una intervista alla radio tunisina.

«Quello che ho fatto dovrebbe essere una cosa normale. I soldati (israeliani n.d.r.) andrebbero sempre schiaffeggiati, ovunque essi siano, indipendentemente dal fatto che abbiano fatto qualcosa o no» ha poi rincarato la dose.

Come tutti ormai sapranno Ahed Tamimi è diventata l’icona del cosiddetto “popolo palestinese” dopo che, durante l’ennesima provocazione, ha preso a schiaffi un soldato israeliano e per questo è stata condannata, dopo un suo patteggiamento, a otto mesi di carcere. Buona parte dei media ha dipinto questa ragazza perennemente minorenne (come spesso accade con i palestinesi) come una sorta di eroina che sfida Israele.

In realtà Ahed Tamimi è il frutto di una attenta campagna di marketing implementata dal padre, Bassem Tamini, un uomo di origine bosniaca, un Bushnak, come li chiamano gli arabi e i turchi. Bassem Tamini ha fondato un vero e proprio clan che ha fatto della propaganda anti-israeliana un business molto fruttuoso che attira nel villaggio di Nabi Salih migliaia di giornalisti pronti a riprendere le quotidiane manifestazioni contro Israele. Una macchina di propaganda davvero portentosa che ha portato lo stesso Bassem Tamini ai vertici di al-Fatah, il partito che domina l’Autorità Palestinese.

«Girando per il villaggio di Nabi Salih sembra di stare in un villaggio norvegese» raccontava tempo fa un fotografo americano stupito nel vedere tanti “palestinesi” con i capelli biondi e gli occhi azzurri. Non sapeva che il clan Tamini non è infatti originario del posto ma che è appunto un Bushnak, bosniaci musulmani trasferiti dai turchi in Medio Oriente durante l’occupazione austro-ungarica della Bosnia. Sono slavi, così come altri cosiddetti “palestinesi” sono egiziani, giordani, siriani o di altre origini. E’ utile a tal riguardo rileggere questo articolo che pone alcune domande scomode sulla Palestina e sul cosiddetto “popolo palestinese”, domande che per il momento non hanno trovato risposte adeguate che ci facciano pensare a un “popolo palestinese” autoctono.

Ecco che allora torniamo su Ahed Tamimi come icona del cosiddetto “popolo palestinese” e ci rendiamo conto che in realtà è proprio così, Ahed Tamimi è effettivamente la rappresentazione perfetta di un popolo del quale fino alla nascita di Israele non si aveva notizia, creato ad hoc per contrastare lo Stato Ebraico attingendo a man bassa da ogni tipo di provenienza e persino etnia.

Se per esempio paragoniamo il cosiddetto “popolo palestinese” al popolo ebraico ci accorgiamo che il primo non ha una storia, non ha mia avuto una terra, una propria moneta, non ha mai avuto confini o un governo. Al contrario, il popolo ebraico ha una storia millenaria su quelle terre che adesso vengono rivendicate dai cosiddetti “palestinesi”. Anzi, proprio per essere sinceri la prima bandiera conosciuta della Palestina, come ci ricorda Progetto Dreyfus, aveva al centro la Stella di David a dimostrazione che il popolo ebraico è l’unico veramente autoctono del luogo. Tutto il resto è invenzione, propaganda, così come lo è Ahed Tamimi e tutto il suo clan.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » sab ott 27, 2018 7:41 pm

Israele sotto attacco: 30 missili nella notte. Hamas minaccia «pronti a guerra totale»
Sarah G. Frankl -
27 ottobre 2018

https://www.rightsreporter.org/israele- ... rra-totale

Israele sotto attacco, altro che accordo di cessate il fuoco come annunciato ieri dai media arabi. Almeno 30 missili sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza contro il sud di Israele nella notte tra venerdì e sabato.

Almeno 10 missili che si stavano dirigendo vero obiettivi civili sono stati intercettati dal sistema Iron Dome, 18 missili sono caduti in territorio aperto mentre un paio di missili sono ricaduti nel territorio della Striscia di Gaza.

Immediata la reazione del IDF che con l’aviazione a colpito almeno 80 obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza.


Le minacce di Hamas contro Israele

In una dichiarazione diffusa questa mattina le Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno minacciato Israele. «Al-Qassam è pronto a colpire tutta la Palestina occupata (Israele n.d.r.) con migliaia di missili se la campagna militare avrà inizio» si legge nella dichiarazione. «Facciamo appello al popolo palestinese e annunciamo che se il nemico sionista ci attacca, saremo pronti per la battaglia» prosegue il comunicato prima di annunciare che i terroristi sono disposti ad usare tutto il loro arsenale di missili per colpire ogni zona di Israele tra i quali, annunciano «missili Al-Az, Al-Fajr e Al-Barrak, e quello che non abbiamo ancora mostrato».

Sempre questa mattina la Jihad Islamica, sostenuta e finanziata dall’Iran, ha rivendicato il lancio dei missili contro lo Stato Ebraico, una rivendicazione che però non cambia quelle che sono le responsabilità di Hamas.

Pochi minuti fa (alle 09:15 locali) il sistema Iron Dome è entrato nuovamente in funzione per intercettare un missile diretto verso il Consiglio regionale di Sdot Negev.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mar nov 13, 2018 9:11 am

In realtà sono i cosidetti palestinesi nazi maomettani ad aver attaccato Israele che giustamente si difende



Hamas e Israele si bombardano
lunedì 12 novembre 2018

https://www.ilpost.it/2018/11/12/bombar ... -hamas-bus

Da stamattina sono stati lanciati più di 300 razzi dalla Striscia verso il territorio di Israele, che ha risposto con durezza: si parla apertamente del rischio di una nuova guerra
(BASHAR TALEB/AFP/Getty Images)

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Da stamattina sono in corso pesanti bombardamenti reciproci fra le fazioni militanti palestinesi della Striscia di Gaza, fra cui soprattutto Hamas, e l’esercito di Israele. Dalla Striscia sono stati lanciati in tutto circa 300 razzi, fra cui uno ad ampia gittata che ha colpito un pullman in territorio israeliano; l’esercito di Israele ha risposto bombardando più di 70 edifici riconducibili ad Hamas, fra cui la sede della tv ufficiale del gruppo, situata nei pressi di un complesso civile. Per ora negli scontri sono rimasti uccisi tre palestinesi, e ci sono feriti da entrambe le parti.

Secondo le statistiche dell’intelligence israeliana le fazioni palestinesi non avevano mai lanciato così tanti razzi in un giorno solo: si parla apertamente del rischio che possa iniziare una nuova guerra, nonostante fino a due giorni fa fossero in corso dei negoziati per concordare una tregua a lungo termine.

Lunedì pomeriggio circa trecento razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza su Israele. Molti – 60, ha detto l’esercito di Israele – sono stati intercettati dal sistema antimissilistico israeliano Iron Dome, ma non tutti: alcuni hanno raggiunto le case vicino al confine con la Striscia. Il missile che ha fatto maggiori danni ha colpito un autobus nel sud di Israele, ferendo gravemente un cittadino israeliano di 19 anni (al momento dell’esplosione il pullman era vuoto).

Da molte ore continuano a suonare gli allarmi missilistici nelle città israeliane di Be’er Sheva, Ashkelon e Sderot, che si trovano nei pressi del confine della Striscia: a Sderot, in particolare, sei persone sono state lievemente ferite dalle schegge delle esplosioni. Israele ha risposto colpendo in varie fasi più di 70 obiettivi legati ad Hamas, che da circa dieci anni governa la Striscia, e del Jihad Islamico, un altro gruppo radicale palestinese. Fra gli obiettivi colpiti c’è la sede della tv al Aqsa, considerata l’organo ufficiale di Hamas: secondo le prime informazioni sarebbe stata completamente distrutta in un bombardamento mirato compiuto dall’esercito israeliano.

Il nuovo ciclo di violenze è iniziato domenica, quando Israele aveva compiuto un’operazione sotto copertura a Khan Younis, nel sud della Striscia, nella quale erano stati uccisi sette palestinesi, tra cui un importante comandante militare del gruppo radicale Hamas. Nell’operazione era morto anche un soldato israeliano. Non si sa con certezza quale fosse l’obiettivo della missione e non si sa nemmeno se il lancio di razzi di oggi dalla Striscia verso Israele sia stato deciso in risposta all’operazione israeliana di domenica.

C’è da considerare anche un altro aspetto. L’attacco di lunedì è arrivato in maniera molto inaspettata, soprattutto perché nei giorni scorsi era stata raggiunta un’intesa tra Israele e Hamas per ridurre le violenze e le tensioni in corso da mesi nella Striscia. L’intesa era stata mediata dall’Egitto e resa possibile dalla disponibilità finanziaria dimostrata dal Qatar, che da tempo interviene nelle questioni palestinesi cercando di aumentare la propria influenza in quel pezzo di Medio Oriente. L’intesa prevedeva l’arrivo nella Striscia di gasolio per azionare un secondo generatore nell’unica centrale elettrica di Gaza, e di soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici impiegati da Hamas.

Non è chiaro cosa succederà ora, quindi se l’accordo tra Israele e Hamas reggerà nonostante il reciproco scambio di razzi di lunedì. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione d’urgenza con alcuni suoi stretti collaboratori: nel giro di qualche ora si saprà probabilmente qualcosa di più.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mar nov 13, 2018 8:39 pm

HEI MONDO, TI SEI ACCORTO CHE ISRAELE E' SOTTO ATTACCO?
Di Franco Londei
13 novembre 2018

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... __tn__=K-R

Buongiorno mondo. Mentre tu dormivi pacificamente nel tuo letto non molto lontano da casa tua migliaia di persone, donne, vecchi e bambini, erano costrette nei rifugi antimissile. In un giorno ne sono piovuti oltre 400, hanno ucciso diverse perone, altre ne hanno ferite. Una guerra si prepara, ma tu non ne sai niente perché nessuno in TV o sui giornali te ne parla o se lo fa ne parla distrattamente, come se fosse una cosa poco più che “insolita”.

Quattrocento missili in 24 ore sparati contro un territorio poco più grande di una piccola provincia, lo voglio rimarcare con forza perché visto che se ne parla così poco potresti pensare che siano poco più che petardi, il tuo subconscio potrebbe portarti a pensare che non sia una cosa importante, che non meriti la tua attenzione.

E invece dovresti dargli uno sguardo più attento perché se Israele è sotto attacco lo è anche la tua libertà, quella che la notte scorsa ti ha permesso di dormire tranquillamente nel tuo letto.

Se solo guardassi meglio capiresti che prima ancora che un attacco a Israele è un attacco a quello che Israele rappresenta in Medio Oriente, unico Paese non islamico circondato da centinaia di milioni di nemici pronti a saltargli addosso, unica democrazia dove convivono ebrei, musulmani, cristiani e chiunque sia un essere umano libero.

Caro mondo, non starò a ricordarti come è perché siamo arrivati a questo punto, non starò a ricordarti che nelle oscure stanze del potere di Teheran da mesi stanno pianificando questa guerra, una guerra che costerà molto sangue da una parte e dall’altra, da quella palestinese dove ci sono oltre due milioni di persone trasformate in ostaggi e carne da macello dai terroristi islamici sostenuti da Iran, Qatar e Turchia, e da quella israeliana dove altrettante persone non possono godere dei frutti della democrazia perché da sette anni costantemente minacciate dai terroristi islamici.

Prova a immaginare cosa significano 400 missili che ti piovono in testa nel giro di poche ore. Prova a immaginare di avere solo 30 secondi dal suono della sirena per arrivare a un rifugio e mettere al sicuro i tuoi figli, la tua famiglia. Provaci mondo, e poi prova a pensare che questa situazione vada avanti da sette lunghissimi anni e infine prova a pensare a cosa faresti tu se fossi il bersaglio di un simile attacco, se fossero i tuoi figli ad essere nel mirino dei terroristi islamici.

Non ti piace eh? Lo so, solo il pensiero ti fa inorridire, scatena in te una rabbia atavica che ti porta all’idea di reagire, di non poter subire passivamente questo attacco senza provare a difenderti.

Ecco, adesso sai cosa provano i 2,5 milioni di cittadini israeliani che vivono a ridosso della Striscia di Gaza, adesso sai che anche tu, caro mondo, per quanto tu sia pacifico e ragionevole, non potresti subire passivamente una simile situazione.

Ricordatelo mondo quando finalmente i media di tutto il mondo si sveglieranno e parleranno dell’attacco al quale è sottoposto Israele, ma lo faranno solo per parlare di “reazione sproporzionata” da parte israeliana. Allora pensa a quale sarebbe la tua reazione se dei terroristi islamici sparassero 400 missili in poche ore sulla tua testa e su quella dei tuoi figli. Davvero la tua reazione sarebbe da considerarsi “sproporzionata”?
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mar nov 13, 2018 8:40 pm

Il sospetto: Hamas testa le difese israeliane per conto di Hezbollah
Lila C. Ashuryan -
13 novembre 2018

https://www.rightsreporter.org/il-sospe ... tea3ed5qHo

La lunghissima salva di missili lanciati da Hamas e dalla Jihad Islamica su Israele, circa 400 in 24 ore, rappresenta senza dubbio uno sforzo notevole che alla luce di una analisi degli esperti israeliani potrebbe avere un secondo scopo, quello di testare la reazione di Iron Dome sotto un pesantissimo attacco concentrato su specifici obiettivi.

Gli esperti fanno notare infatti come le salve di missili siano concentrate contro un territorio relativamente ristretto, una tecnica nuova per Hamas e per la Jihad Islamica, che potrebbe essere stata usata proprio per testare la reazione di Iron Dome di fronte a un massiccio attacco missilistico.

Per essere da subito chiari, la reazione di Iron Dome è stata quasi perfetta. 120 missili che si stavano dirigendo verso zone abitate sono stati intercettati e distrutti. Circa 20 missili hanno invece colpito case e strade provocando una vittima e il ferimento di decine di persone.

Quello che lascia perplessi gli analisti israeliani è proprio la concentrazione di fuoco verso punti specifici e relativamente ristretti, una tecnica che non è né di Hamas né della Jihad Islamica, ma è propria di Hezbollah.

Inutile dire che la mente corre veloce verso il fronte nord dove Hezbollah dispone di oltre 150.000 missili ben più potenti di quelli lanciati da Gaza verso Israele.

Ed anche logico supporre che questa nuova tecnica usata serva proprio a valutare le difese israeliane in vista di un attacco massiccio da nord piuttosto che a ottenere un qualche vantaggio politico o strategico per Hamas che, al contrario, ha tutto da rimettere da un attacco a Israele, specie di queste dimensioni.

Non è la prima volta che gli analisti israeliani sospettano che Hamas faccia da tester per Hezbollah. Già in occasione dell’attacco del 26-27 ottobre notarono come i terroristi lanciassero salve concentrate di missili contro obiettivi piuttosto ristretti. Anche il quella occasione Iron Dome rispose adeguatamente. Questa volta potrebbero aver alzato il tiro, quasi che fosse una prova generale per quello che potrebbe succedere sul fronte nord.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » sab mar 02, 2019 3:39 am

2019 - La confessione di Abu Mazen “Dal 1965 paghiamo i terroristi per uccidere gli israeliani…”
1 marzo 2019
(Memri, Israelenet)

http://www.italiaisraeletoday.it/la-con ... israeliani

È dal 1965 che la dirigenza palestinese paga vitalizzi ai terroristi detenuti e ai famigliari di quelli morti o feriti compiendo attentati. Lo ha detto apertamente il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) parlando lo scorso 19 febbraio davanti a una delegazione di membri del Congresso degli Stati Uniti e di esponenti dell’organizzazione “pacifista” americana J-Street.

La strage del 2014 alla sinagoga Kehilat Yaakov”

Il video del suo discorso, trasmesso dalla tv dell’Autorità Palestinese, è stato sottotitolato in inglese dal Middle East Media Research Institute (Memri).

Attaccando Israele per la decisione di decurtare dalle entrate fiscali, che riscuote per conto dei palestinesi, la quota che l’Autorità Palestinese versa mensilmente ai terroristi, Abu Mazen ha affermato: “Se avessimo anche solo da 20-30 milioni di shekel (4,8-7,3 milioni di euro), che è la somma versata ai famigliari dei martiri, la verseremmo comunque a loro. Se l’Autorità Palestinese non avesse altro che quella somma, io la verserei alle famiglie dei martiri, ai prigionieri e ai feriti”.




Israele si difende ma secondo l’ONU non può farlo
Marco Loriga on Marzo 1, 2019

https://www.rightsreporter.org/israele- ... -puo-farlo

Ancora una incredibile presa di posizione del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu che accusa Israele di “crimini contro l’umanità” per essersi difeso dagli attacchi di Hamas

Mentre un pallone con esplosivo partito dalla Striscia di Gaza (ormai diventata leader nel lancio di palloni esplosivi/incendiari e di razzi di ogni tipo…) durante la notte danneggiava un’ abitazione privata in Israele, la risposta delle Forze di Difesa è stata immediata, colpendo gli obbiettivi dei terroristi di Hamas con elicotteri e aerei.

Le IDF hanno dichiarato che vigileranno e continueranno a operare contro questi attacchi che mettono in pericolo l’incolumità dei propri cittadini, insomma un semplice e biblico occhio per occhio dente per dente.

Il fronte nord invece, quello al confine con il Libano e con la Siria, è in costante controllo da parte dei droni e dei jet con la Stella di David. Ogni tanto si verificano sorvoli di qualche caccia che pattuglia il sud del Libano, pronti ad intervenire su Hezbollah o sugli obbiettivi iraniani in Siria.

Mentre Israele si protegge, una commissione d’inchiesta dell’ONU incaricata direttamente dal consiglio per i diritti umani accusa lo Stato ebraico di aver aperto intenzionalmente il fuoco contro i “manifestanti” lungo il confine con Gaza, durante la cosiddetta “marcia di ritorno” dell’anno scorso.

L’obbiettivo finale della commissione dovrebbe essere quello di accusare Israele di crimini contro l’umanità. Cosa che non avverrà visto che ci sarà il veto americano.

Nessuno di quelli che erano incaricati di accusare Israele hanno preso in considerazione le foto dei miliziani di Hamas che portavano armi automatiche, ordigni di vario tipo o pneumatici incendiari che rotolavano verso le barriere in modo da poter aprire un varco lungo le barriere di confine, oppure le cataste di pneumatici che bruciavano, avvelenando l’aria con le lunghe e nere colonne di fumo, mettendo così a repentaglio la salute dei loro stessi abitanti.

Per non parlare poi degli aquiloni e palloni con cariche esplosive, inaugurati in quel contesto, che dalla striscia di Gaza volavano (e volano tuttora) verso i campi coltivati mettendo a rischio le comunità che abitano e lavorano nell’area e sterminando la fauna locale.

Nessuno della commissione ha pensato ai rischi e al costante stress che gli abitanti del sud di Israele hanno dovuto sopportare con tutti i missili e razzi che a centinaia venivano o vengono periodicamente lanciati, soprattutto di notte quando si è più vulnerabili. Un’altra occasione in cui la commissione dei diritti umani si è dimostrata ridicola.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mer mar 27, 2019 12:38 am

Accordo tra Hamas e Israele impossibile. Gerusalemme cambi strategia
Maurizia De Groot Vos
Marzo 23, 2019

https://www.rightsreporter.org/accordo- ... 4lXvrz5MEU

Hamas è palesemente interessato solo al denaro e a portare avanti il conflitto con Israele mentre è totalmente disinteressato al benessere della popolazione di Gaza e a fare concessioni sulla sicurezza dello Stato Ebraico. Forse sarebbe il caso che Gerusalemme cambi la propria strategia

Non dovremmo girare attorno al problema: il tanto declamato accordo tra Hamas e Israele che nelle intenzioni egiziane (principale sponsor dell’accordo) dovrebbe mettere fine all’annoso scontro tra lo Stato Ebraico e i terroristi arabo-palestinesi, non ha nessuna possibilità di vedere la luce.

Per intenderci, non è Israele a rifiutare l’accordo, anzi, Gerusalemme ha dato la sua massima disponibilità ai negoziatori egiziani. A rifiutare l’accordo è Hamas, o meglio, ha rendere impossibile il raggiungimento di un accordo sono le richieste dei terroristi, richieste alle quali non corrispondono le adeguare contropartite.
Le richieste inaccettabili di Hamas e le proposte rifiutate

I negoziatori egiziani si sono trovati davanti a un muro insormontabile di richieste da parte di Hamas alle quali non corrispondono altrettante concessioni a Israele e questo nonostante Gerusalemme sia stata particolarmente “benevola” nelle sue concessioni.

Il primo paragrafo dei 10 che compongono la proposta egiziana riguarda i soldi, cioè l’argomento più importante per Hamas.

I terroristi arabo-palestinesi vorrebbero che il Qatar prolunghi di almeno altri sei mesi le donazioni mensili di denaro pari a circa 30 milioni di dollari. Il Qatar invece sospenderà le donazioni il prossimo mese di aprile.

Nelle intenzioni egiziane le donazioni del Qatar dovevano essere sostituite da quelle dell’Arabia Saudita, questo per togliere a Doha il controllo sui gruppi terroristi che infestano la Striscia di Gaza. Peccato che i sauditi non ne vogliano sapere di regalare denaro a un gruppo che fa parte della galassia della Fratellanza Musulmana.

Ne deriva che se il denaro non arriverà a Gaza non ci sarà nessun accordo. Hamas chiede addirittura un aumento delle donazioni di denaro ritenendo che 30 milioni al mese non siano sufficienti.

L’altra richiesta fatta da Hamas è quella di allargare l’area di pesca fino a 15 miglia. Ma un allargamento così consistente porterebbe le barche arabo-palestinesi pericolosamente vicine alle piattaforme israeliane di estrazione del gas, un rischio che Israele non si sente di correre.

Infine Hamas chiede che Israele conceda almeno 5.000 permessi di ingresso per i lavoratori di Gaza che operano nelle fattorie israeliane a ridosso del confine. A Gerusalemme ritengono però che 5.000 permessi siano troppi e non giustificati dalla richiesta di manodopera proveniente dalle aziende israeliane.

A questo va aggiunto che i terroristi arabo-palestinesi chiedono di gestire direttamente le centinaia di milioni destinati alla costruzione di infrastrutture stanziati dall’Onu e dall’Unione Europea per la Striscia di Gaza, un copione purtroppo già visto e che fino ad oggi non ha fatto altro che permettere ai terroristi di deviare quel denaro nell’acquisto di armi e nella costruzione di tunnel del terrore (quando non direttamente nei conti correnti dei boss di Hamas).

In compenso ad Hamas non interessa minimamente la proposta israeliana di costruire una zona industriale vicino agli incroci di Karni e Erez tra Israele e Gaza che impiegherebbe circa 15.000 abitanti di Gaza.

I terroristi non sono nemmeno interessati alla proposta di costruire un gasdotto che porti nella Striscia di Gaza il gas necessario alla produzione di energia elettrica e a rendere migliore la vita quotidiana degli abitanti di Gaza.

Nel lungo periodo Israele sarebbe anche disposto a fare concessioni in merito ad un porto e un aeroporto per Gaza, ma solo dopo aver verificato la tenuta del cessate il fuoco e aver ottenuto garanzie che Hamas abbandonerà la lotta armata accettando la smilitarizzazione della Striscia di Gaza così come proposto dagli egiziani, proposta prontamente rifiutata da Hamas.
Nessuna concessione da parte di Hamas

In sostanza i terroristi arabo-palestinesi si interessano solo al denaro e a come fare per non abbandonare la lotta armata mentre sono totalmente disinteressati a quelle concessioni volte a garantire una vita migliore agli abitanti di Gaza e a garantire l’indispensabile sicurezza di Israele.

E’ lapalissiano che ad Hamas non interessa realmente un cessate il fuoco di lungo periodo che porti reciproci benefici. A loro interessa solo trovare il modo di prendere tempo per riarmarsi e tornare così ad attaccare Israele. Vorrebbero tutto senza concedere niente.

A questo punto viene da chiedersi perché Israele continui a tenere in piedi delle trattative che non porteranno a nulla e se non sarebbe piuttosto il caso di stringere ulteriormente la cinghia sulla Striscia di Gaza in modo che sia la stessa popolazione di Gaza a rivoltarsi contro Hamas come sembra stia già succedendo (pur con i dovuti distingui).

E’ vero che Netanyahu non vuole fare un favore all’Iran aprendo un fronte sud, ma è altrettanto vero che a tutto ci deve essere un limite.

Ad Hamas non interessa minimamente un accordo con Israele, forse è arrivato il momento di ammetterlo e di cambiare radicalmente strategia.



Israele: «nessun cessate il fuoco con Hamas. Colpiremo ancora duramente»
Smentite le voci diffuse da Hamas di un accordo di tregua con Israele
Marzo 26, 2019

https://www.rightsreporter.org/israele- ... 8yVg17D9YM

Non c’è nessun cessate il fuoco con Hamas, anzi, Israele colpirà ancora e più duramente la Striscia di Gaza.
E’ quanto ha detto una fonte altamente qualificata del Governo israeliano a Yedioth Ahronoth che lo riporta sul suo sito web.
«Non c’è nessun cessate il fuoco. Siamo pronti a colpire ancora più duramente i terroristi nella Striscia di Gaza» ha detto la fonte al quotidiano israeliano.
La dichiarazione è stata fatta poco dopo che il Premier Benjamin Netanyahu era rientrato anticipatamente dal suo viaggio a Washington dove ha ottenuto il riconoscimento della sovranità israeliana sul Golan.
Il Premier è sempre rimasto in contatto con i vertici militari durante il viaggio di ritorno e non ha mai ordinato nessun cessate il fuoco.
«Hamas ha avanzato varie proposte per un cessate il fuoco tramite intermediari e si è persino offerto di fermare gli scontri sul confine di Gaza» ha raccontato la fonte a Yedioth Ahronoth, proposte che chiaramente non sono state accettate.

Ora si attende l’esito della riunione ad altissimo livello indetta da Netanyahu per decidere il da farsi. Intanto Hamas ha fatto sapere di aver ordinato di interrompere qualsiasi manifestazione o provocazione lungo la barriera di confine di Gaza.

Il riconoscimento da parte americana della sovranità israeliana sulle alture del Golan è un fatto storico purtroppo oscurato da ciò che sta avvenendo nella Striscia di Gaza. Ma il fatto rimane e non mancherà di sollevare feroci critiche da parte delle comunità internazionale

Il Presidente Trump mostra la firma appena apposta sul documento che riconosce la sovranità israeliana sulle alture del Golan

Negli stessi minuti in cui Israele è di nuovo sotto attacco il Presidente Trump riconosce la sovranità israeliana sul Golan e firma un documento ineccepibile e coraggioso che non solo permetterà a Israele di difendersi oggi, ma anche in futuro escludendo di fatto qualsiasi restituzione da parte israeliana delle Alture del Golan anche nel caso di pace con la Siria.

«Qualsiasi possibile accordo di pace futuro nella regione deve tenere conto del bisogno di Israele di proteggersi dalla Siria e da altre minacce regionali. Sulla base di queste circostanze uniche, è quindi opportuno riconoscere la sovranità israeliana sulle alture del Golan».

È questo che c’è scritto nero su bianco nel documento firmato ieri dal Presidente Trump e non sono parole qualsiasi o scontate, non è un semplice riconoscimento della sovranità israeliana sul Golan, ma mette in maniera decisa le mani avanti anche su un eventuale (improbabile) accordo di pace tra Israele e Siria che, a differenza degli accordi di pace precedentemente conclusi con Egitto e Giordania, non prevede in nessun caso la restituzione dei territori occupati a seguito della guerra dei sei giorni del 1967, quando Israele venne attaccato contemporaneamente da Siria, Giordania ed Egitto e oltre al Golan conquistò la Cisgiordania, la Penisola del Sinai e la Striscia di Gaza.

L’episodio, importantissimo, è passato in secondo piano a causa dello scoppio del conflitto tra Israele e i gruppi terroristici che infestano la Striscia di Gaza che ieri mattina avevano lanciato un missile a nord di Tel Aviv provocando sette feriti e la distruzione di una abitazione. Ma resta un momento storico.
Atto coraggioso ma non scontato

Sebbene il riconoscimento della sovranità israeliana sul Golan fosse stato promesso dal Presidente Trump, non era affatto scontato che ciò avvenisse. Le pressioni internazionali su Trump affinché dopo aver riconosciuto Gerusalemme quale capitale di Israele non facesse questo ulteriore passo erano fortissime, anche a livello interno. Ma Trump non solo ha mantenuto la promessa, è andato oltre certificando che la protezione di Israele viene prima di tutto, anche del Diritto Internazionale.

«Il vostro proclama arriva in un momento in cui il Golan è più importante che mai per la nostra sicurezza, quando l’Iran sta cercando di stabilire basi in Siria per colpire Israele» ha detto Netanyahu dopo la firma del documento.

Poi rivolto direttamente e in maniera confidenziale al Presidente Trump, nel ringraziarlo per l’atto coraggioso il Premier israeliano ha affermato che «la tua decisione di riconoscere la sovranità israeliana sul Golan è un duplice atto di giustizia storica: Israele ha conquistato le alture del Golan in una giusta guerra di autodifesa e il legame del popolo ebraico con quella terra risale a generazioni. Non abbandoneremo mai le alture del Golan».

E adesso si aspettano le reazioni internazionali che prevedibilmente saranno durissime. Ma ormai Israele e Stati Uniti sono abituati alle critiche internazionali.

Il dado è tratto e a prescindere dalle reazioni le alture del Golan non torneranno mai alla Siria, nemmeno in caso di un trattato di pace. E questo non è poco.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » lun apr 01, 2019 1:12 am

Nel telegiornale di Rai 1 del 30 marzo, contro Israele
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... S_IbbOHMcY

Nel telegiornale di Rai 1 del 30 marzo, ore 20.15, Carlo Paris ha dimostrato di avere dei vuoti di memoria. Ha già dimenticato i missili lanciati su Tel Aviv? Ha già dimenticato che uno degli ultimi due ha colpito in pieno una casa del Moshav Mishmeret ferendo 7 persone tra cui due bambini? Quelle sette persone potevano essere morte ammazzate se le sirene non avessero funzionato e se in quella casa non vi fosse stata la camera della guerra dove in pochi secondi tutti si sono rifugiati. Nonostante ciò tutta la famiglia è stata ricoverata all'ospedale per ferite dovute alle schegge ricevute durante la fuga e per lo stato di chock in cui versavano soprattutto i bambini.
Tutto dimenticato da Carlo Paris!
Non ha dimenticato però di nominare i 269 palestinesi uccisi nell'arco di un anno durante le loro stramaledette manifestazioni del venerdì sera quando tentano di abbattere le reti, sfondare il confine e penetrare in Israele. Si, 269 palestinesi uccisi perché armati, perché lanciavano bombe contro i soldati, perchè sparavano contro i soldati che spesso si sono salvati grazie agli elmetti a prova di pallottola, perché sorpresi mentre tentavano di tagliare le reti di confine.
Ogni venerdì da un anno a questa parte dalle 10.000 alle 50.000 belve fanatiche saltano, urlano, sparano, tirano bombe con l'intenzione di penetrare nel paese e ammazzare israeliani. Il dovere dei soldati e' di fermarli con ogni mezzo prima che riescano a sfondare la rete. Guai se accadesse, avremmo un'invasione di belve armate di fucili, coltelli e bombe in ogni villaggio israeliano in prossimità di Gaza.

Hamas, che fa il bello e il cattivo tempo, organizza le manifestazioni ordinando ai suoi servi della gleba, perché altro non sono se non servi, di portare anche i bambini nella speranza che qualche pallottola nemica li colpisca. Tutti quei bambini, in alcuni casi addirittura lattanti, sono comunque rimasti intossicati a forza di respirare il fumo nero delle migliaia di copertoni che i manifestanti bruciano ogni venerdì per creare una barriera di fumo tra loro e i soldati.
Fumo nero e cancerogeno, bombe, palloncini pieni di esplosivo, armi di ogni tipo, gente urlante e sporca.. Questo è l'ambiente in cui Hamas costringe i bambini di Gaza mettendo anche nelle manine dei più piccoli delle pietre da lanciare contro gli odiati yahud (ebrei).

Cosa si può sperare per quelle future generazioni se non il peggio del peggio? E dove sono le organizzazioni per l'infanzia? Dov'è Save the Children? Perché permettono lo stupro morale dei bambini palestinesi costretti a vivere a pane e odio?
Tutto questo però i giornalisti come Carlo Paris non lo dicono, sono muti, non possono dire quanto Hamas sia un'organizzazione di assassini né quanto la popolazione, pur odiandoli, odi molto di più Israele perché così gli è stato insegnato da Arafat, a Abu Mazen a Hanyeh.
La manifestazione di ieri sera è stata meno furiosa delle precedenti, ha visto non più di 10.000 palestinisti perché Hamas aveva precedentemente ordinato di limitare gli attacchi, a dimostrazione che l'organizzazione terroristica ha il completo potere su ogni cosa che a Gaza si muova o respiri. I boss, ben nascosti e al sicuro nei bunker, manipolano la gente come se si trattasse di marionette, quando ordinano "andate a farvi ammazzare" "i martiri" obbediscono e vanno.

A Carlo Paris voglio dire che, in questi giorni, a un anno dalle prime manifestazioni, è stato reso noto il bilancio: 1233 missili lanciati da Gaza, 1963 incendi appiccati in Israele, 8648 acri di terra israeliana bruciata, 94 dispositivi esplosivi lanciati in Israele. Sicuramente lui ne sarà stato informato e allora perché non dirlo? Perché parlare solo dei palestinisti che sono andati, e tutti sanno che vengono pagati, a farsi ammazzare per avere il martirio?
Perché non dire che se Israele non avesse un sistema di difesa quasi perfetto, non si sarebbero contate le stragi di cittadini inermi? E perché non dire che ogni ferito, ogni morto palestinista ha una tariffa? Perché non dire che anche i bambini vengono pagati per andare a far casino lungo il confine con la speranza che vengano colpiti o che soffochino a causa del fumo?
I feriti hanno una tariffa che è sui 300 $, i morti naturalmente vengono pagati molto di più.

La cosa schifosa è che il servizio pubblico RAI, come anche altre testate, faccia passare i terroristi per eroi e Israele, che ne è la vittima da ormai quasi un secolo, per carnefice. Questo deve finire! Se a Gaza i morti sono stati 269 a fronte di un paio di israeliani è solo perché Israele usa i soldi per difendere i propri cittadini, è la sua priorità. I boss palestinisti usano i soldi, e ne ricevono tanti, per far morire la propria popolazione. Questa è la differenza, Carlo Paris.
Questo è quello che bisogna dire, se Israele non sapesse difendersi non esisterebbe più da molti anni.



Riprendiamo dal MANIFESTO, oggi 30/03/2019, a pag. 9, con il titolo "Un anno dopo, Palestina sempre in 'Marcia' ", il commento di Michele Giorgio; dall' OSSERVATORE ROMANO, a pag. 3, la breve "La tragedia dei bambini di Gaza".
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0k3fkEOMoY

La disinformazione contro Israele dei quotidiani comunista e cattolico va a braccetto. Entrambi gli articoli sono di demonizzazione dello Stato ebraico. Il Manifesto, con il solito Michele Giorgio, esalta la "marcia" dei "palestinesi" (con questo nome generico chiama i terroristi di Hamas, mai definiti come tali) e continua: "Per l'anniversario di oggi Israele prepara i cecchini, i palestinesi gli ospedali". Non è da meno OR,il quotidiano ufficiale della S.S.(Santa Sede) che inizia così l'articolo: "Sono almeno 49 i bambini uccisi al confine tra Gaza e Israele a un anno dall'inizio delle proteste per la marcia del ritorno, organizzata da Hamas". I morti tra i gazawi ci sono stati, nell'ultimo anno, ma i responsabili di queste uccisioni sono solo ed esclusivamente Hamas. Gran parte delle "vittime", inoltre, è proprio composta dai terroristi, ma Manifesto e OR non fanno distinzione per meglio attaccare Israele, descritto come crudele e cinico aggressore. Due pezzi ignobili che vanno a braccetto.

Ecco gli articoli:

IL MANIFESTO - Michele Giorgio: "Un anno dopo, Palestina sempre in 'Marcia' "

La Striscia di Gaza si prepara a vivere oggi una delle sue giornate più importanti, si teme tra le più drammatiche, dalla fine dell'offensiva militare israeliana Margine Protettivo quasi cinque anni fa. È il 43esimo anniversario del «Giorno della Terra» che ricorda le sei vittime palestinesi in Galilea durante le proteste contro la confisca delle terre arabe. Ma per i due milioni e passa di palestinesi che vivono in questa lingua di terra più di ogni altra cosa è il primo anniversario della «Grande Marcia del Ritorno», la protesta popolare contro il blocco israeliano di Gaza.

DECINE DI MIGLIAIA di palestinesi, qualcuno azzarda 100mila, oggi raggiungeranno i cinque accampamenti di tende allestiti nella fascia orientale di Gaza, ad alcune centinaia di metri dalle barriere di demarcazione con Israele, per affermare che gli oltre 250 uccisi e le migliaia di feriti (dozzine hanno subito amputazioni) dal fuoco dei tiratori scelti dell'esercito israeliano durante le manifestazioni settimanali da un anno a questa parte, non hanno affievolito il desiderio di spezzare la morsa che strangola la Striscia da oltre 12 anni e di vivere una vita degna di questo nome. Un nuovo bagno di sangue è possibile. Anzi probabile, prevedono molti considerando lo schieramento di forze militari che Israele ha messo in piedi negli ultimi giorni a ridosso di Gaza. Nei cinque accampamenti sono stati allestiti ospedali da campo. Medici e paramedici si preparano a ricevere negli ospedali un numero eccezionalmente alto di feriti.

Le violenze volute da Hamas al confine con Israele

COME MIRA la giornata lo decideranno i comandi militari israeliani e il risultato della mediazione egiziana per un accordo di cessate il fuoco di lunga durata tra Hamas e Israele (di cui si parla dall'anno scorso). È stato esplicito ieri Ismail Haniyeh, il capo del movimento islamico Hamas al potere a Gaza che ormai tiene nelle sue mani il volante della Marcia limitandone il carattere spontaneo che aveva avuto il 30 marzo di un anno fa e nei mesi successivi. Haniyeh ha spiegato che la situazione «è a un bivio». Se ci sarà un'intesa con Israele, le forze di sicurezza di Hamas terranno i dimostranti lontano — a 300 metri secondo le notizie circolate — dalle barriere di demarcazione. Il Jihad, l'altra organizzazione islamista, ha chiesto ai dimostranti «di salvaguardare la propria incolumità». Se le trattative falliranno, le proteste potrebbero essere lasciate libere. L'esercito israeliano è pronto a usare la forza contro chi si avvicinerà alle barriere.

IERI SI PARLAVA di una bozza di intesa tra le parti. Oltre all'aumento del numero di camion e merci che da Israele entrano a Gaza e all'estensione della zona di pesca a 12 miglia, prevede — secondo le anticipazioni circolate — l'aumento delle fornitore elettriche a Gaza, l'allentamento delle restrizioni israeliane all'import e l'export delle merci palestinesi e la ripresa dei trasferimenti di fondi (del Qatar) verso la Striscia. In cambio Hamas dovrebbe fermare il lancio di razzi e tenere lontano dalle linee con Israele le future manifestazioni della Marcia. Però non è stata finalizzata. Colleghi palestinesi ci riferivano del pessimismo espresso da un dirigente di Hamas, Ghazi Hamad. Il movimento islamico — ha spiegato Hamad — vuole un'intesa nero su bianco, con impegni ben definiti per entrambe le parti durante la tregua. Israele non va oltre le promesse verbali, alternandole a minacce di guerra in caso di mancato accordo.

IL PREMIER Netanyahu, nel pieno della campagna per le elezioni del 9 aprile, non ha alcuna intenzione di mostrarsi «dialogante» con Hamas. Sullo sfondo c'è la frustrazione dei giovani palestinesi con meno di venti anni che a Gaza sono la metà della popolazione. Maher Abu Samadana, di Rafah ma studente a Gaza city, non segue l'andamento della mediazione egiziana. Non ha mai avuto un lavoro e non pensa che riuscirà ad averne uno vero nei prossimi anni. Si sente chiuso in gabbia.

«NON HO NULLA da perdere - ci spiega rappresentando tanti altri ragazzi di Gaza - Per me la Marcia è l'unica possibilità di svolta verso la libertà. Se non spezzeremo l'assedio non avremo mai una vita diversa». Maher oggi sarà all'accampamento Al Malaka assieme ai suoi amici. «Non ho paura di morire» afferma. Alla manifestazione non parteciperà Ali Abu Sheikh, 24 anni, del gruppo «We are not numbers» che racconta sui social la condizione difficile ma anche le capacità dei civili di Gaza, oltre le notizie diffuse dai media.

«ERO ENTUSIASTA della Marcia del Ritorno - ci spiega-Mi affascinava il progetto, amavo la sua dimensione popolare. Negli accampamenti prima delle manifestazioni si faceva cultura, si giocava con i bambini, si discuteva di tutto. Era importante». Ora, aggiunge, «la Marcia è segnata dalle manovre politiche di questa odi quella parte, mentre Israele non cessa l'occupazione e tiene la nostra terra stretta nell'assedio».

L'OSSERVATORE ROMANO: "La tragedia dei bambini di Gaza"

Sono almeno 49 i bambini uccisi al confine tra Gaza e Israele a un anno dall'inizio delle proteste per la marcia del ritorno, organizzata da Hamas. Lo ha reso noto la Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite. Drammatici numeri che l'organizzazione umanitaria Save the Children ha evidenziato ieri per ribadire a tutte le parti coinvolte di agire immediatamente per affrontare le cause alla radice del conflitto e garantire la necessaria protezione a tutti i bambini, in uno scenario caratterizzato dalla recente escalation di violenze nell'area. Secondo quanto riportato dalla Commissione d'inchiesta dell'Onu, i bambini sono stati colpiti dai soldati israeliani con munizioni e proiettili di gomma e hanno subito gravi conseguenze in seguito all'inalazione di gas lacrimogeni lanciati lungo la barriera. E tra coloro che sono rimasti feriti, in tanti hanno subito lesioni molto gravi e indelebili (amputazioni, perdita della vista e lesioni alla testa), non potendo accedere a cure mediche adeguate di cui avevano urgente bisogno. La richiesta di assistenza medica specialistica, infatti, ha superato di gran lunga le capacità dell'intero sistema sanitario di Gaza, ormai paralizzato da anni a causa del blocco. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, nel corso dell'ultimo anno circa l'8o per cento dei bambini feriti durante le proteste, che hanno chiesto di potere lasciare Gaza per ricevere cure mediche di emergenza in Israele, si sono visti negare o ritardare i loro permessi. Stamane, intanto, le sirene d'allarme sono tornate a risuonare nel sud di Israele, vicino alla Striscia di Gaza. Lo riferisce l'esercito israeliano, aggiungendo che «decine di migliaia di israeliani sono corsi verso i rifugi». La tensione rimane molto alta, dopo che nei giorni scorsi diversi razzi sono stati lanciati da Gaza verso Israele, di cui uno ha centrato una casa a nord di Tel Aviv. A riguardo, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito che l'esercito è pronto ad intensificare la già vasta operazione militare attorno a Gaza. «Tutti i cittadini di Israele — ha dichiarato il premier al termine di una riunione con i capi militari della zona — sanno che, se occorre, questa nuova campagna la faremo con forza e sicurezza, dopo che tutte le altre possibilità saranno esaurite». E nel difficile tentativo di evitare nuove violenze tra Israele e Hamas, una delegazione egiziana si è recata nella regione per incontrare fazioni palestinesi e rappresentanti israeliani. Della delegazione fanno parte anche ufficiali dell'intelligence del Cairo.
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