I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » ven ago 03, 2018 6:10 am

Ai confini della realtà ”Attaccati da uomini mascherati” La denuncia di Freedom Flotilla
1 agosto 2018

http://www.italiaisraeletoday.it/ai-con ... m-flotilla

La nave Al Awda della missione Freedom Flotilla con destinazione Gaza per dare un aiuto e medicinali agli abitanti della striscia, è stata “attaccata violentemente dalle forze di occupazione israeliane mentre si trovava in acque internazionali”.

Lo denuncia, in una nota, la Freedom Flotilla Coalition che fornisce la sua versione dei fatti accaduti domenica 29 luglio affermando che “la dichiarazione rilasciata dalle autorità israeliane che la nave è stata abbordata senza incidenti è falsa”.

Secondo gli attivisti, “uomini armati e mascherati sono saliti a bordo dell’imbarcazione e hanno aggredito diversi partecipanti disarmati picchiandoli con taser”. Inoltre viene denunciato che 18 persone dell’equipaggio della Freedom Flotilla sono trattenute nella prigione di Givon, in Israele, e due di loro hanno iniziato lo sciopero della fame.

Per solidarizzare con gli attivisti arrestati, venerdì 3 agosto a Cagliari, una delle tappe del viaggio di avvicinamento a Gaza, è previsto un presidio in piazza.


Alberto Pento
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » gio ago 09, 2018 1:16 pm

ISRAELE SOTTO ATTACCO - ALLARME ROSSO DA 24 ORE
8 agosto 2018

https://www.facebook.com/alessio.tramat ... 3646661459

Da ieri pomeriggio sono stati lanciati circa 150 missili dalla Striscia di Gaza verso le cittadine israeliane e kibbuz intorno alla Striscia. Diverse cittadine sono state colpite. Ci sono feriti.
Israele risponde al fuoco nemico, anche se tanti sinistri occidentali vorrebbero che non lo facesse (per questi Israele dovrebbe farsi radere al suolo senza reagire), circa 140 postazioni di Hamas sono state distrutte.

Fonti militari comunicano:
"Ci avviciniamo a passi da giganti verso un azione militare sulla Striscia. Stiamo rafforzando le forze militare al confine. Se fosse necessario evacueremo le cittadine intorno alla Striscia per l'incolumità degli abitanti"

"Non seguiteremo in eterno a giocare a racchettoni con Hamas"

Chiuse colonie estive. Le attività si svolgono nei rifugi. Evacuate spiagge. Corse dei treni sospese. Tutto si ferma nel raggio di sicurezza al confine con Gaza. Tanti scappano a nord, altri rimangono rinchiusi nei rifugi o a poca distanza visto che dal suono delle sirene hanno solo 15 secondi per mettersi al riparo. E da ieri pomeriggio le sirene non smettono di suonare.

Israele é costantemente sotto attacco ma i nostri media aprono bocca solo quando reagisce per accusarlo di usare troppa violenza contro i terroristi arabi di Gaza.

Nel pomeriggio riunione straordinaria del Gabinetto della Difesa.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » gio ago 09, 2018 8:17 pm

Israele non può trattare con Hamas. Proteste dal sud verso Gerusalemme
9 agosto 2018

https://www.rightsreporter.org/israele- ... erusalemme

Israele del sud (Rights Reporter) – Durante la notte sono piovuti sul sud di Israele, un territorio grande quanto una piccola provincia italiana, qualcosa come 150 missili. Per darvi una idea, provate a pensare quale sarebbe l’effetto se dalla Svizzera lanciassero 150 missili in una sola notte sulla provincia di Como. Provate a pensare se gli abitanti di Como, Lecco e altre città del nord Italia fossero costretti a subire per anni gli attacchi svizzeri e debbano vivere perennemente nei rifugi, senza mandare i bambini a scuola, senza poter andare a lavorare e con la perenne paura di essere colpiti da un missile.

Ora, cosa farebbero gli abitanti della provincia di Como? Si rivolgerebbero al proprio Governo e chiederebbero senza remore che l’Italia li difenda da questi attacchi e che colpisca in maniera definitiva i terroristi svizzeri in modo da poter tornare ad una vita normale. Ebbene, è quello che stanno chiedendo da anni gli abitanti del sud di Israele: un intervento decisivo che metta fine alla dittatura di Hamas nella Striscia di Gaza e che faccia tornare quel territorio sotto l’alveo della Autorità Palestinese (AP).

Invece nei giorni scorsi si sono rincorse voci secondo le quali Israele starebbe negoziando una tregua a lungo termine con Hamas, una tregua che assomiglia più ad una resa piuttosto che a un cessate il fuoco di largo respiro.

Viaggiando per le città del sud di Israele la sensazione della popolazione è quella di essere cittadini di serie B, sacrificati alla politica del Premier Netanyahu che, anche se per ragioni più che valide, non vuole un altro conflitto con Hamas. Ma un altro conflitto con Hamas è inevitabile, questo lo sanno tutti. Nessuno crede che anche con una politica fortemente incentrata allo sviluppo della Striscia di Gaza, Hamas rinunci alla sua idea di distruggere Israele. Allora si chiedono: a cosa serve una tregua se non a permettere ai terroristi palestinesi di potersi riarmare in tutta tranquillità? E soprattutto si chiedono: ma veramente il rischio al nord è così forte da spingere il Governo israeliano a non agire al sud?

È vero che il sistema di difesa della popolazione è solido ed efficiente, è vero che l’IDF garantisce protezione e in qualche modo riesce a donare un minimo di tranquillità, ma fino a quando Hamas avrà il controllo della Striscia di Gaza quella totale tranquillità che sarebbe un Diritto per qualsiasi cittadino verrà sempre a mancare. «Cosa succederebbe se Hamas lanciasse 150 missili su Tel Aviv?» si chiede una mamma di Sderot. «Forse allora si deciderebbero ad intervenire. I nostri figli non sono forse come i figli degli abitanti di Tel Aviv?» continua la donna chiaramente arrabbiata e sfinita da una notte di allarmi. «La cosa terribile dei razzi è che non sai mai quando arriveranno. Potresti essere nel parco con i tuoi figli quando all’improvviso suona l’allarme rosso e devi correre velocemente al rifugio (hai circa 15 secondi prima che cada il missile) per metterti al riparo dai missili. Questa non è vita» dice un’altra mamma ai giornalisti.

«Da mesi dalla Striscia di Gaza piovono missili e ordigni incendiari che hanno fatto danni incalcolabili» ci dice Ychai, un anziano signore che vive a Kisufim e che ci racconta di aver vissuto molte guerre. «Io non capisco più questa politica attendista. A cosa serve? Non puoi convertire Hamas. Non puoi convincerli a rinunciare alla violenza usando tregue che puntualmente vengono disattese. Ma non hanno imparato nulla a Gerusalemme? L’unica lingua che gli arabi capiscono è la loro lingua, quella della violenza» conclude prima di andarsene chiaramente arrabbiato.

Una decisione da parte del Governo israeliano su cosa fare con Hamas non è più rinviabile. Nessuno vuole la guerra in Israele ma se sono gli altri a perseguire l’obiettivo del conflitto c’è ben poco da fare. Il Premier Netanyahu ha convocato per questa mattina il gabinetto di crisi per decidere il da farsi. Al sud in tanti pensano che sceglierà ancora una volta di non prendere la strada della escalation e, per dirla tutta, non ne sono affatto contenti.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » gio ago 09, 2018 9:01 pm

Perché Israele non si libera di Hamas con un'operazione militare?
Ugo Volli
16 luglio 2018

http://www.progettodreyfus.com/israele-hamas

L’ondata di attacchi con razzi e mortai che Hamas ha compito contro Israele fra sabato e domenica sembra essersi conclusa in una fragile tregua, ma già sono partiti nuovi proiettili, vi sono stati nuovi lanci di palloni incendiari e Israele ha reagito con contrattacchi dell’aeronautica o di droni. Il capo di Hamas ha minacciato aggressioni “più intense”.

E Netanyahu e Lieberman hanno ammonito che il cessate il fuoco non significa tolleranza per gli attacchi incendiari e che Hamas pagherà il prezzo delle sue azioni.

Israele però in tutta questa faccenda ha mostrato molta moderazione. Non ha cercato di eliminare fisicamente chi lancia palloni e aquiloni incendiari, non ha usato la sua potenza per attaccare davvero Hamas a Gaza e non ha organizzato una spedizione militare su Gaza, anche se ha colpito pesantemente le infrastrutture militari di Hamas. Ci si può chiedere il perché. Perché Israele non si libera di Hamas, dopo tutte le recenti provocazioni, con un’operazione decisa su Gaza?

Premesso che le nostre informazioni sono molto parziali, cioè solo quelle pubbliche, ci sono due ragioni per questa moderazione, una esterna e una interna.

La ragione esterna è la pressione iraniana sulla Siria. L’Iran sta cercando di stabilire le forze sue e dei suoi satelliti Hizbullah al confine di Israele per poterlo attaccare con missili e con i numeri del suo esercito. E’ una minaccia esistenziale per lo stato di Israele. Hizbullah ha almeno centomila missili che può mandare su Israele, alcuni molto più moderni di quelli di Hamas. L’Iran ha 80 milioni di abitanti con un esercito in proporzione, ben organizzato e motivato; dispone di tecnologie avanzate, tanto da lavorare per la bomba atomica. Tenerlo lontano è il problema più urgente di Israele, che usa due metodi: l’aviazione e la pressione diplomatica. Entrambi sono possibili perché c’è una benevolenza di fondo per Israele e contro l’Iran, da parte non solo dell’America, tornata grande alleata con Trump, ma anche della Russia di Putin , che “comprende” le esigenze israeliane di sicurezza, e dei paesi arabi, che condividono l’inquietudine israeliana per le ambizioni imperialiste dell’Iran.

Tutto questo clima favorevole, che ha consentito significative vittorie di Israele si dissiperebbe in seguito a un’operazione a Gaza, che sarebbe dipinta come al solito dalla propaganda antisraeliana come rivolta contro i civili. Questa è la ragione per cui l’Iran vuole che il fronte di Gaza diventi incandescente e Israele ha tutto l’interesse a minimizzare in questo momento lo scontro. Un conflitto a Gaza impegnerebbe Israele su due fronti (e magari su tre, se Hamas riuscisse a mobilitare gli arabi di Giudea e Samaria – o quattro se le provocazioni si estendessero al Libano). L’esercito è in grado di reggere a questo impegno, ma certamente sarebbe una sconfitta politica. Fincé potrà, Netanyahu non farà all’Iran il regalo di invadere Gaza.

La seconda ragione è interna all’operazione. Per prendere Gaza non basta l’aviazione e neanche i carri armati, bisogna andarci con la fanteria, con un costo di vite umane alto per Israele (e altissimo per gli arabi di Gaza, non solo i militanti di Hamas). Vale la pena di pagare questo prezzo per eliminare razzi mortai e palloni incendiari, che fanno danni, ma molto minori?

E soprattutto: una volta conquistata Gaza, con sangue e dolore, che fa Israele? Mette in prigione i terroristi? Alcune migliaia, magari, ma gli effettivi delle forze terroriste sono decine di migliaia, e sarà difficili prenderli tutti. Chi governerà allora Gaza? Non c’è una forza decente e3 democratica cui affidare la Striscia. L’Autorità Palestinese ovviamente si rifiuterà di intervenire e se lo facesse non saprebbe por termine al terrorismo e sarebbe sopraffatta prima o poi dai residui di Hamas. Se l’esercito israeliano assumesse il controllo di Gaza a tempo indeterminato, è prevedibile che sarebbe sottoposto allo stillicidio del terrorismo, e Israele si troverebbe di nuovo isolato per l’”occupazione”. Lasciata a se stessa la strisci cadrebbe nell’anarchia dei gruppi terroristi, che hanno armi in abbondanza e competerebbero fra loro sulla base della loro iniziativa terrorista. Insomma, dopo la distruzione completa dell’infrastruttura di governo di Hamas Gaza non scomparirebbe affatto né si calmerebbe, ma resterebbe un problema acuto per Israele, quasi certamente assai più acuto di adesso.

Netanyahu, Lieberman, ma soprattutto lo stato maggiore dell’esercito sanno benissimo queste cose e compiono le loro scelte con il realismo necessario, senza farsi prendere dall’emotività. Certo, che brucino molti campi e boschi del Sud di Israele fa tristezza e rabbia, che Hamas bombardi le stesse zone con razzi e colpi di mortaio preoccupa e indigna, nonostante Iron Dome. Forse prima o poi sarà davvero necessaria un’azione decisa, anche se Israele ha trovato il modo di minimizzare le minacce strategiche dei tunnel e dei missili. Ma la guerra non si fa come nei film western, cercando di ammazzare il maggior numero di nemici al primo scontro. La guerra è strategia, razionalità, capacità di calcolare costi e benefici e nervi freddi per imporre i propri tempi e le proprie priorità.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » sab ago 11, 2018 6:17 am

Escalation Israele-Hamas: una brutta pagina di storia per la stampa italiana
Saturday, August 11, 2018

https://www.francolondei.it/escalation- ... a-italiana

I titoli fuorvianti visti ieri su quasi tutta la stampa italiana in merito alla escalation tra Israele e Hamas dimostrano che ormai il mestiere di giornalista non è più quello di riportare la verità ma quello di attirare allocchi per qualche click in più

Quando una testata all-news come TGCOM 24 titola «Gaza, pioggia di razzi israeliani nella Striscia» invertendo completamente i fattori della notizia non puoi non chiederti chi ci sia dietro a titoli così fuorvianti e se l’errore (orrore) sia deliberato o frutto di semplice incompetenza.

Quando buona parte dei “giornaloni”, con una tecnica ormai vista in altre occasioni, evita di parlare di mesi e mesi di attacchi continui contro il territorio di Israele da parte di Hamas e poi al primo accenno di reazione israeliana tira fuori titoloni del tutto fuorvianti facendo passare Israele per “attaccante” e Hamas per “vittima”, ti chiedi che fine abbia fatto il lavoro del giornalista che sarebbe quello di riportare sempre la verità e capisci perché i giornali non vendono più.

Che tristezza vedere la stampa italiana toccare livelli così bassi di disinformazione, tristezza che diventa rabbia quando pensi che in molti regimi i giornalisti VERI per riportare la verità rischiano la galera o, peggio ancora, vengono eliminati.

Non sto a fare l’elenco delle testate che hanno titolato in maniera fuorviante anche perché, in maniera davvero furbesca, una volta ottenuti i click che volevano e viste le proteste in rete, molte di loro sono corse ai ripari e hanno cambiato i titoli. Ma ormai il danno era fatto. Ma vedere testate come Repubblica che fa della “corretta informazione” un vanto addirittura distintivo, titolare in maniera del tutto fuorviante e soprattutto non scrivere una sola riga sui 150 missili che nella notte avevano colpito Israele per poi lanciarsi con la bava alla bocca sulla giusta reazione israeliana, mi fa pensare che pure i giornalisti di una testata così prestigiosa vengano assunti su Facebook invece che attraverso una selezione che ne primi la competenza.

Avevamo già visto in passato atteggiamenti simili, chiaro frutto di una linea editoriale ostile a Israele e amica dei terroristi islamici, ma ieri si è superato la linea rossa della decenza, ieri il mestiere del giornalista è stato svilito a tal punto da far pensare che i VERI giornalisti non esistano più o, se esistono, sono tutti in qualche carcere di qualche regime, colpevoli solo di fare il loro lavoro, quello vero di giornalista.

E quando su Facebook giornalisti seri come Niram Ferretti si permettono il lusso di criticare le fandonie di Repubblica & C, vengono immediatamente segnalati e bloccati in modo da chiudergli la bocca. Per assurdo si chiude la bocca a un giornalista serio e si da fiato a giornalisti laureati all’università di Facebook, quella dell’invenzione dei meme e delle fake news.

Mai come adesso sono d’accordo con coloro che vorrebbero la fine dei contributi pubblici alla stampa. I giornali devono meritarsi i loro lettori attraverso il lavoro serio. Non mi va che con i soldi pubblici si paghino simili giornalai.



Missili dalla Striscia di Gaza verso Israele, la distorsione della verità
10 agosto 2018

http://www.progettodreyfus.com/missili-gaza-israele

Dalla Striscia di Gaza, Hamas lancia 180 missili verso Israele. Israele reagisce facendo bombardamenti mirati.
È questo il rapporto di causa effetto che andrebbe riportato dalle testate giornalistiche. E invece, molti media hanno ribaltato tutto, raccontando prima l’azione di Israele e poi quella di Hamas, con il conseguente cambio di responsabilità di chi ha dato vita all’ennesima esclation.

A quali conseguenze porta questo comportamento?

La demonizzazione di Israele, rappresentato come il paese che non vuole la pace con la controparte palestinese, e la sofferenza della popolazione palestinese di Gaza.

Se lo Stato ebraico è malevolmente abituato a essere messo sul banco degli imputati e con i mezzi a disposizione cerca di difendersi dagli attacchi, i palestinesi della Striscia non posso continuare a subire le cattive condizioni di vita imposte da Hamas, che governa Gaza.

Ribaltando il rapporto fra causa ed effetto, le problematiche dell’area vengono concentrate esclusivamente su Israele, facendo un enorme danno non solo al governo di Gerusalemme ma anche al popolo palestinese, le cui sofferenze “sembrano” interessare solamente in chiave anti-israeliana e non come reale problema da risolvere.

Spostare causa ed effetto denota una consapevole volontà di spostare l’attenzione dai veri responsabili ed evidenzia la mancata etica professionale di molti giornalisti.

Per aiutare nella comprensione, riportiamo quanto scrive Wikipedia sul rapporto fra causa ed effetto:

Nella storia della filosofia, nella scienza e nel senso comune il concetto di causa assieme a quello connesso di causalità o relazione causale indica la relazione tra due fenomeni (o classi di fenomeni), nel caso in cui il primo fenomeno, detto causa, è motivo di esistenza del secondo, detto effetto. La causa è il motivo per il quale qualcosa è, ed è così come è.

“Relazione tra due fenomeni”, contravvenire a questo principio significa raccontare una verità che non è tale, ma solo bugie e falsità.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mar ago 21, 2018 6:26 am

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/08/2018, a pag. III, l'analisi "Tamimi e i bambini martiri palestinesi" tratta dal Jerusalem Post.

http://www.informazionecorretta.com/mai ... E.facebook

Malki Roth, assassinata a 16 anni da terroristi arabi palestinesi nel 2001

La mia dolcissima figlia Malki, piena di empatia e generosità verso gli altri, sempre con un sorriso sulle labbra, aveva 15 anni quando fu assassinata nella strage della pizzeria Sbarro, in questi stessi giorni di 17 anni fa”, scrive Arnold Roth. “L’esperienza di perderla, di cercare di riequilibrare la mia vita e quella della mia famiglia, e di cercare di dare un senso alle reazioni degli altri, ha forgiato in gran parte ciò che penso riguardo al terrorismo. Sappiamo chi ha progettato lo spietato massacro alla pizzeria Sbarro. Non è stata Ahed Tamimi (che nasceva proprio in quell’anno). Ma quando il suo clan, i Tamimi del villaggio di Nabi Saleh, si riunisce per celebrare il massacro, come sappiamo che fa regolarmente, lei partecipa entusiasta ai festeggiamenti. In un villaggio dove quasi tutti sono imparentati fra loro e si sposano fra loro, Ahed è parente stretta, in vario modo, di Ahlam Tamimi, uno dei diretti responsabili della carneficina in cui è stata trucidata mia figlia.

Ahed Tamimi

Ahlam ora vive libera in Giordania. Sui social network, nei suoi interventi pubblici e (per cinque anni) nel suo programma televisivo, ha continuato a esortare gli altri a seguire il suo esempio. Quando Ahlam sposò Nizar Tamimi, un altro assassino originario dello stesso villaggio, pochi mesi dopo che entrambi erano stati scarcerati nel quadro del ricatto di Hamas per la liberazione dell’ostaggio israeliano Gilad Shalit, l’undicenne Ahed era lì a ballare e a rimirare in adorazione la sposa. I genitori di Ahed hanno fatto della propaganda violenta contro Israele una professione. Hanno plasmato e addestrato la piccola Ahed, sfruttando il suo aspetto accattivante, e l’hanno spinta in tutta una serie di messinscene conflittuali con i soldati israeliani sin da quando aveva 10 anni, deliberatamente mettendola quasi ogni settimana, per anni, in situazioni di concreto pericolo. Sebbene tutto quello che avevano per le mani erano le immagini in gran parte sceneggiate della piccola, patetica Ahed che levava i pugni contro soldati israeliani (che la sopportavano, guardandosi bene dal reagire), troppi giornalisti e capiredattori hanno proposto e continuano a proporre assurdi paragoni con Giovanna d’Arco e Malala Yousafzai.
Il giorno in cui Ahed prese a schiaffi, calci e sputi due soldati, sua madre le puntò addosso una delle sue telecamere dicendole di parlare al mondo. E lei eseguì, con un messaggio rabbioso in cui esortava alla violenza contro Israele e a nuovi attentati suicidi (come quello che ha ucciso mia figlia). L’agghiacciante realtà che quel messaggio riflette era, e continua a essere, disconosciuta. L’uso dei bambini arabi palestinesi come armi per mano della loro stessa società, persino delle loro stesse famiglie, è così incomprensibile per gli estranei che molti preferiscono chiudere gli occhi e negare questa realtà, anche solo per questo motivo. E negare ciò che Ahed simboleggia: la totale immedesimazione con gli spietati assassini del suo clan famigliare, con l’odio deflagrante, con un orrendo fanatismo che induce le persone a spingere in prima linea i loro bambini innocenti”.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » ven set 14, 2018 6:25 am

Trump blocca i finanziamenti alla UNRWA: un messaggio chiaro al mondo intero
Con il blocco dei finanziamenti gli USA lanciano un segnale
Ugo Volli

https://www.progettodreyfus.com/unrwa-palestinesi-trump

L’amicizia di Trump per Israele si conosceva da tempo (anche se durante le elezioni e nei primi tempi della presidenza non sono mancati i soliti sinistri propalatori di fake news a sostenere addirittura che fosse antisemita). In conseguenza a questa amicizia Trump ha fatto scelte importanti, a partire dalla designazione di David Friedman come ambasciatore americano in Israele, prima ancora di essere ufficialmente nominato presidente. Una scelta che per reazione indusse Obama negli ultimi giorni della sua presidenza a far passare una indegna mozione di condanna di Israele al consiglio di sicurezza dell’Onu, come ha raccontato John Kerry nel suo recente libro di memorie.

Poi ci sono stati lo spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme, una serie di accordi militari, la difesa di Israele all’Onu e negli organismi internazionali, il rifiuto della giurisdizione punitiva della Corte dell’Aia, la difesa di Israele dall’Iran anche nel colloquio con Putin, la chiusura della rappresentanza diplomatica dell’autorità palestinese a Washington, il blocco dei finanziamenti alla stessa organizzazione e all’UNRWA. Quest’ultima è la scelta più importante, non solo sul piano finanziario (circa 360 milioni di dollari l’anno da decenni).

L’UNRWA infatti, sotto le vesti nobili di un’agenzia umanitaria dell’Onu, è uno dei principali responsabili della continuazione del conflitto fra arabi e israeliani. Ci sono tre aspetti principali di questa responsabilità. In primo luogo, l’UNRWA ha adottato una definizione dei “rifugiati palestinesi” che assiste davvero unica, che di per sé determina la continuazione della violenza. Essa definisce infatti “rifugiato palestinese” una persona “il cui normale luogo di residenza è stata in Palestina tra il giugno 1946 e maggio 1948, che ha perso sia l’abitazione che i mezzi di sussistenza a causa della guerra arabo-israeliana del 1948” La definizione di rifugiato dell’UNRWA copre anche i discendenti delle persone divenute profughi nel 1948 indipendentemente dalla loro residenza nei campi profughi palestinesi o in comunità permanenti. Si tratta di una grande eccezione alla normale definizione di rifugiato (per un approfondimento giuridico interessante è utile leggere anche questo articolo). L’eccezione dell’UNRWA non è affatto innocente, non solo perché porta il numero dei rifugiati veri, cioè ancora vivi e non integrati in altri stati, che oggi è stimabile in circa 50 mila, fino ai 5 milioni che l’UNRWA riconosce come rifugiati. Esso tradisce anche il progetto politico di tenere aperta la ferita della guerra, di evitare a tutti i costi la normalizzazione e l’integrazione dei rifugiati che è l’obiettivo di tutte le agenzie umanitarie e in particolare dell’UNHCR, il centro dell’ONU per tutti i rifugiati. E’ un progetto che ha al cuore l’idea del rovesciamento dei risultati della guerra di indipendenza del 1948 e dunque la distruzione di Israele. Se azioni analoghe fossero state usate per i risultati della Seconda Guerra Mondiale, l’Europa sarebbe sconvolta dal terrorismo di profughi dell’Istria italiana e dei sudeti tedeschi, dei polacchi orientali finiti sotto il dominio russo e di tutte le altre popolazioni che hanno subito lo spostamento dei confini.

Una seconda ragione è altrettanto grave. L’UNRWA gestisce scuoli, ospedali, forniture di cibo e altri soccorsi nei territori amministrati dall’Autorità Palestinese e da Hamas: tutte azioni umanitarie di cui si vanta. Il problema è che in questa maniera l’UNRWA si sostituisce all’amministrazione dell’autonomia palestinese, assume molte funzioni dello stato. Questo fa sì che le organizzazioni palestiniste possano evitare di preoccuparsi di fornire alla propria popolazione tutti i servizi che ogni stato o amministrazione indipendente deve organizzare, lasciandole libere di usare le proprie risorse e il proprio potere per fare la guerra (armata o diplomatica o politica o terroristica) a Israele. I capi palestinisti non sono responsabili del benessere della loro popolazione, ma solo dell’organizzazione dell’odio per gli ebrei. Non si capisce la loro politica e anche gli orientamenti della loro opinione pubblica se non si considera la funzione di supplenza dell’UNRWA.

La terza area in cui l’UNRWA appoggia la lotta armata (cioè il terrorismo) contro Israele è più diretta. Praticamente tutti i suoi dipendenti (oltre 30 mila) sono arabi assunti fra i suoi supposti assistiti. Buona parte di loro sono membri di organizzazioni terroristiche come Hamas, che vince regolarmente le elezioni sindacali. Essi formulano e insegnano libri di testo che sono fanaticamente anti-israeliani, addestrano i bambini all’uso delle armi, diffondono fanatismo e incitamento alla violenza. Spesso le scuole e gli ospedali dell’UNRWA sono usate dai terroristi come depositi di armi, centri di comando e controllo, piattaforme di lancio dei missili. Quando questi usi sono smascherati l’organizzazione li denuncia e si scusa, ma è evidente una sostanziale tolleranza.

Insomma l’UNRWA è parte del problema del terrorismo palestinese, non certo della sua soluzione. E’ chiaro che nel breve termine il fatto che essa canalizzi aiuti internazionali sugli arabi di Giudea, Samaria e Gaza diminuisce la pressione sul governo e sull’esercito israeliano perché forniscano assistenza (anche se si tratta di cittadini di quel che pretende di essere uno stato autonomo) e che chi nello stato israeliano si trova a interagire con le masse arabe (per esempio il COGAT, l’amministrazione militare che governa le zone C e in parte B degli accordi di Oslo) può vedere con preoccupazione la perdita di finanziamenti dell’agenzia. Ma a medio e lungo termine il suo ridimensionamento e possibilmente lo scioglimento sono fra le condizioni per il ritorno alla calma nella regione. Ha dunque fatto benissimo Trump a togliere i finanziamenti americani. Peccato che, come per tutte le buone scelte dell’amministrazione americana, l’Unione Europea si opponga e cerchi di sostituirsi agli Stati Uniti. In questo progetto di aiuto al terrorismo purtroppo è presente anche l’Italia. E’ una vecchia eredità terzomondista, dominante nel nostro ministero degli esteri. Speriamo che cambi.


ONU - UNESCO e altri FAO - UNICEF (no grazie!) - e Facebook ?
Mito e organizzazioni parassitarie e criminali che non promuovono affatto i diritti umani, le libertà, il rispetto e la fraternità tra gli uomini, le genti, i popoli, le etnie, le nazioni, gli stati.
viewtopic.php?f=205&t=2404
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » dom set 16, 2018 7:50 am

Storica sentenza in Israele: Autorità Palestinese responsabile attentati
Sarah G. Frankl -
Gerusalemme, Israele (Rights Reporter)

https://www.rightsreporter.org/storica- ... -attentati

È una decisione senza precedenti quella assunta ieri dal Tribunale Distrettuale di Gerusalemme che con una sentenza storica ha ritenuto l’Autorità Palestinese (AP) direttamente responsabile della morte di Gadi e Tzipi Shemesh, uccisi in un attacco suicida avvenuto nel marzo del 2002 a Gerusalemme.

Gadi e Tzipi Shemesh, uccisi in un attacco suicida a King George Street a Gerusalemme nel marzo 2002

La causa contro l’Autorità Palestinese era stata intentata dai due figli rimasti orfani della coppia rimasta uccisa in un attentato suicida avvenuto in King George Street a Gerusalemme nel 2002. In quell’attentato oltre a Gadi e Tzipi Shemesh (lui sergente maggiore del IDF lei incinta di due gemelli) morì anche Yitzhak Cohen, padre di sei figli, e vi furono circa 80 feriti.

Secondo il Tribunale Distrettuale di Gerusalemme non solo l’Autorità Palestinese è responsabile per aver incitato l’attentatore a compiere l’attentato, ma a dimostrazione di essere il mandante del grave atto di terrorismo, in questi 16 anni ha pagato regolarmente la famiglia dell’attentatore come risarcimento/premio per aver ucciso e ferito cittadini israeliani.

La causa venne intentata dalla famiglia della coppia uccisa 16 anni fa contro l’Autorità Palestinese e contro la OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) in quanto ritenevano i due organismi mandanti morali e materiali dell’attentato avvenuto a seguito di precise indicazioni a compiere attacchi contro cittadini israeliani inermi e che il terrorista avesse agito quindi su loro precise indicazioni, un fatto che secondo il Tribunale Distrettuale di Gerusalemme viene confermato dal fatto che in tutti questi anni la Autorità Palestinese a regolarmente provveduto a pagare un cospicuo vitalizio alla famiglia dell’attentatore. La corte israeliana ha quindi accolto in pieno la teoria della famiglia delle vittime.


Perché è una sentenza storica?

La sentenza emessa dal Tribunale Distrettuale di Gerusalemme è storica non solo perché per la prima volta viene riconosciuto il ruolo attivo della Autorità Palestinese negli attentati che in questi anni hanno insanguinato Israele, ma anche perché apre le porte a denunce da parte di altre famiglie che hanno avuto congiunti uccisi in attentati terroristici. Non solo, viene riconosciuto che il pagamento di vitalizi da parte della Autorità Palestinese ai famigliari degli attentatori è di fatto la prova che la AP è la mandante oggettiva degli attentati terroristici avvenuti in tutti questi anni in Israele.

«Con nostra grande gioia, la corte ha mostrato coraggio e ha dato la colpa alla Autorità Palestinese e ha stabilito che è direttamente responsabile di questo spregevole atto di omicidio» ha detto Yigal Shemesh, fratello di Gadi, alla stampa. «Ora ci aspettiamo altri atti di coraggio per le altre vittime del terrorismo palestinese» ha poi aggiunto.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » sab ott 06, 2018 7:43 am

Minacciati dai colleghi palestinesi, i funzionari internazionali dell’Unrwa sono fuggiti da Gaza in Israele Ennesima dimostrazione che il fallimentare modello Unrwa andava abbandonato già molto tempo fa
(Da: Israel Today, 2.10.18)
Di Hillel Neuer, Ron Prosor

https://www.israele.net/minacciati-dai- ... in-israele


Il direttore dell’Unrwa a Gaza, Matthias Schmale, a sinistra, con Ahmad Nasser, a destra, preside di una scuola Unrwa. Su Hitler e gli ebrei, Nasser ha scritto: “Non avrebbe dovuto lasciarne (vivo) nessuno”.

Come si usa dire, non mordere la mano che ti dà da mangiare. Un insegnamento che evidentemente non è stato assimilato da certi gruppi palestinesi come Hamas. Oppure lo conoscono, ma fanno proprio il contrario per aumentare caos e sofferenze al servizio di qualche obiettivo più oscuro. Chi invece ha appreso in questi giorni una dura lezione sono quei funzionari internazionali che erano ingenuamente convinti che l’assistenza finanziaria e umanitaria avrebbe moderato i palestinesi e contribuito a promuovere la pace. Ora sperimentano in prima persona come mai Israele incontra qualche difficoltà a stringere qualsiasi tipo di accordo significativo con coloro che tirano le redini nella società palestinese.

I profughi palestinesi sono i profughi di gran lunga più e meglio assistiti di qualunque altra comunità di rifugiati sul pianeta. Basti ricordare che, a differenza di tutti gli altri, i profughi palestinesi hanno un’agenzia Onu speciale tutta per loro: l’Unrwa. Ma lunedì scorso, lo staff di nazionalità straniera che gestisce gli uffici Unrwa a Gaza è dovuto precipitosamente fuggire, e mettersi in salvo attraversando il confine verso Israele, a causa di minacce violente da parte dei colleghi palestinesi. Infatti, dopo che il presidente Usa Donald Trump ha deciso che i profughi palestinesi non dovrebbero essere trattati diversamente dagli altri profughi del mondo, e di conseguenza ha bloccato i finanziamenti americani all’Unrwa, l’agenzia si è trovata costretta a ridurre le proprie attività, in particolare licenziando un certo numero di dipendenti locali. Il fatto è che i palestinesi, nonostante siano i destinatari dei più massicci aiuti finanziari pro capite dai tempi del Piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale, in settant’anni non sono riusciti a creare uno straccio di economia autonoma, per cui dipendono quasi interamente dagli aiuti quotidiani (come se fossero una comunità appena investita da un terremoto o uno tsunami) e in particolare fanno molto affidamento sui posti di lavoro pagati con gli aiuti stranieri attraverso l’Autorità Palestinese, le ong e le agenzie Onu.

E così, stando a quanto riferito dall’AFP, i dipendenti palestinesi dell’Unrwa hanno iniziato a minacciare di violenza i funzionari stranieri, senza minimamente considerare che costoro non hanno nessuna responsabilità per la recente crisi dell’agenzia. Ma tant’è, quando si è avvezzi al ricatto, alle prese di ostaggi e alle minacce trasversali…

Intanto il Ministero della difesa israeliano ha confermato d’aver aperto gli attraversamenti di confine di Gaza per permettere di “evacuare” il personale dell’Unrwa minacciato.


Scrive Hillel Neuer, direttore di UN Watch:
(Da: Times of Israel, 2.10.18)
I funzionari Unrwa di nazionalità europea sono fuggiti da Gaza verso Israele a causa delle minacce dei loro colleghi e dipendenti. Curioso. Quando Hamas orchestra attacchi violenti al confine con Israele con armi da fuoco, granate, bombe molotov e aerostati incendiari, il portavoce dell’Unrwa Chris Gunness twitta di palestinesi “che esercitano il loro diritto di protestare”. Ora, invece, che gli stessi funzionari tedeschi e britannici dell’Unrwa sono il bersaglio delle violenze, i funzionari dell’Unrwa denunciano il grave “rischio per la sicurezza e l’incolumità”, e si mettono in salvo scappando in Israele. Si tratta degli stessi funzionari internazionali dell’Unrwa che, nelle loro scuole, assumono consapevolmente insegnanti palestinesi che lodano Hitler e predicano l’antisemitismo e il terrorismo. Quando documentavamo questi fatti, negavano tutto. Ora devono letteralmente darsela a gambe in Israele per salvarsi dalla violenza di quei personaggi. E l’Unione Europea finanzia il tutto. E pensare che non molto tempo fa avevamo sottoposto alla loro attenzione un rapporto di 130 pagine che documenta il sistematico indottrinamento al terrorismo jihadista e all’antisemitismo praticato degli insegnanti pagati dall’Unrwa.



Scrive Ron Prosor:
(Da: Times of Israel, 3.10.18)

Quando il Dipartimento di Stato ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero smesso di finanziare l’Unrwa, molti hanno pensato che fosse una mossa sconsiderata. Non è così. Anzi, uno sguardo un po’ approfondito sullo stato di servizio dell’Unrwa dovrebbe suggerire a chiunque la domanda: perché mai questo provvedimento non è stato preso già parecchi anni fa?

L’Agenzia creata dall’Onu nel 1949 a beneficio esclusivo dei profughi palestinesi aveva il compito di dare assistenza e procurare una casa ai palestinesi sfollati durante la prima guerra arabo-israeliana. Purtroppo ha fallito la propria missione in maniera clamorosa. Come lo sappiamo? Perché i numeri non mentono. Durante i quasi 70 anni trascorsi dal 1949, il numero di profughi sotto gli auspici dell’Unrwa è balzato da 700.000 a quasi 5,5 milioni. Il fenomeno di un numero di profughi che, al semplice passare del tempo, aumenta in modo esponenziale anziché contrarsi e diminuire, è ovviamente una farsa. Più del 50% dei cosiddetti profughi palestinesi ha trovato da anni casa e lavoro (e spesso cittadinanza) in varie parti del mondo, vicine e lontane (molti all’interno della stessa Palestina), per cui non sarebbero considerati “profughi” secondo nessuno standard che non sia quello del tutto unico applicato dall’Unrwa. La quale, inoltre, ha fatto ben poco per cercare di porre fine alla condizione di “profugo” dell’altro 50%.

Palestinesi ricevono la razione mensile di farina gratuita in un centro di distribuzione Unrwa: da 70 anni, come se fossero stati appena colpiti da un terremoto o uno tsunami

Per lo più la gente non ne è consapevole, ma l’Onu discrimina di fatto tra due tipi di profughi. Accanto ai profughi palestinesi registrati dall’Unrwa, ci sono tutti gli altri 30 milioni di profughi del mondo che ricadono sotto le cure dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR). Mentre l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati ha fatto un lavoro straordinario, negli ultimi dieci anni, a causa soprattutto della guerra civile siriana, l’Unrwa opera con un budget che è quattro volte più grande: 246 dollari all’anno per persona. La discrepanza fra le cifre è sconcertante. L’Unrwa, che si occupa solo di 5,3 milioni di persone, conta 30.000 impiegati stipendiati: tre volte di più dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, che si occupa di una popolazione di profughi 10 volte più grande.

Non basta. Oltre ad aver abbondantemente fallito nel suo compito principale, l’Unrwa è anche diventata parte attiva nel perpetuare il conflitto. Le scuole dell’Unrwa sono diventate focolai di indottrinamento contro Israele, gli ebrei e l’Occidente. Il personale dell’Unrwa è stato sorpreso più e più volte a collaborare con Hamas, al punto di permettere che l’organizzazione islamista usasse le strutture dell’agenzia come copertura per immagazzinare armi e scavare tunnel per infiltrazioni terroristiche.

Il de-finanziamento dell’Unrwa creerà dei problemi a breve termine? Certo. Ma sono problemi che si potrebbero realisticamente alleviare trasferendo il budget dell’Unrwa all’Alto Commissariato Onu per i rifugiati o alla stessa Autorità Palestinese che, in quanto organo di governo in Cisgiordania, dovrebbe farsi carico dell’istruzione e dell’assistenza sociale dei “profughi” palestinesi che vi abitano. L’unica cosa che i paesi donatori dovrebbero esigere è un trasparente rendiconto dell’uso dei fondi.

Settant’anni dovrebbero essere più che sufficienti per capire che il modello Unrwa semplicemente non funziona, sotto tutti gli aspetti. E se è vero che tutte le parti devono continuare a monitorare la situazione sul terreno e trovare modi che siano davvero efficaci per aiutare i profughi e farli uscire da tale condizione, non si può che elogiare la scelta dell’attuale amministrazione americana di tentare di rimuovere uno dei principali ostacoli alla pace nella regione.
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Re: I terroristi nazi maomettani di Gaza bombardano Israele

Messaggioda Berto » mar ott 09, 2018 4:40 am

Netanyahu ai ministri: «prepararsi per offensiva su Gaza»
Sarah G. Frankl
ottobre 8, 2018

https://www.rightsreporter.org/netanyah ... va-su-gaza

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, durante la domenicale riunione del gabinetto dei ministri ha avvertito che Israele si sta preparando ad una campagna militare su Gaza nel caso le condizioni umanitarie peggiorino ulteriormente scatenando così ulteriori incontrollabili violenze.

La preoccupazione del Governo israeliano riguarda la decisione della Autorità Palestinese (AP) di tagliare completamente i fondi ad Hamas dopo che il leader della AP, Mahmoud Abbas (Abu Mazen) si è sentito “scavalcato” dalla recente decisione del Qatar, in accordo con Israele, Egitto e Nazioni Unite, di inviare denaro per il pagamento del carburante necessario al funzionamento della centrale elettrica di Gaza.

Abu Mazen l’ha presa parecchio male e per ripicca ha deciso di interrompere il trasferimento di denaro verso la Striscia di Gaza (96 milioni di dollari al mese), ben consapevole che una decisione del genere avrebbe peggiorato ulteriormente la situazione umanitaria e quindi scatenato altre violenze. Per di più sembra che le Nazioni Unite abbiano inviato il denaro per il pagamento dei dipendenti pubblici di Gaza che non ricevono lo stipendio da tre mesi, un fatto questo che avrebbe ulteriormente alterato il boss palestinese.

Stante così le cose e letti i report della intelligence israeliana sulla Striscia di Gaza i quali riferiscono che Hamas e Jihad Islamica si preparano ad un massiccio attacco contro Israele, il Ministro della Difesa dello Stato Ebraico, Avidgor Lieberman, aveva già deciso in settimana di inviare “importanti rinforzi” al fronte sud, rinforzi che probabilmente nelle prossime ore verranno ulteriormente aumentati.

Da diversi mesi lungo il confine tra Israele e Striscia di Gaza la tensione è alle stelle con continui attacchi incendiari da parte dei palestinesi contro il territorio israeliano, incendi che hanno provocato la distruzione di migliaia di ettari di terreno e colture, per non parlare poi della situazione sanitaria peggiorata a causa del fumo sprigionato sia dagli incendi che dai falò palestinesi che molto spesso bruciano pneumatici proprio per inquinare l’aria.

In molti in Israele, soprattutto al sud, da tempo chiedono un intervento risolutivo contro Hamas, una richiesta fino ad oggi rimasta inascoltata probabilmente a causa delle minaccia iraniana sul fronte nord che Netanyahu reputa “più significativa” di quella rappresentata da Hamas.
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