Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 9:23 pm

Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne
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Re: Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 9:25 pm

Banchieri ebrei che seppero operare in modo intelligente così da non farsi più depredare e uccidere come nel passato spesso capitava ai banchieri ebrei da parte dei debitori cristiani

https://it.wikipedia.org/wiki/Rothschild

Lo storico Paul Johnson scrive :
a differenza dei banchieri ebrei dei secoli precedenti, che avevano finanziato e gestito le casate nobili europee ma che spesso perdevano la loro ricchezza attraverso la violenza o l'espropriazione, il nuovo tipo di banca internazionale creata dai Rothschild era impenetrabile agli attacchi locali. I loro beni furono tenuti negli atti finanziari, circolanti attraverso il mondo come azioni, obbligazioni e debiti. Le modifiche apportate dai Rothschild permisero loro di isolare la loro proprietà dalla violenza locale: "D'ora in avanti la loro ricchezza reale era al di là della portata della folla, quasi al di là della portata degli avidi monarchi." Johnson ha sostenuto che la loro fortuna è stata generata nella misura più ampia da Nathan Mayer Rothschild a Londra; tuttavia la ricerca più recente di Niall Ferguson, indica che maggiori e uguali profitti sono stati realizzati anche dalle altre dinastie dei Rothschild, incluso James Mayer de Rothschild a Parigi, Carl von Rothschild e Amschel Mayer a Francoforte.



Pogrom è un termine storico di derivazione russa (погром, pronuncia: /pɐ'grom/, che significa letteralmente «devastazione»), con cui vengono indicate le sommosse popolari verso minoranze religiose, in particolare quelle antisemite, avvenute nel corso della storia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Pogrom
Il termine era originalmente utilizzato per riferirsi agli attacchi – se non con l'appoggio delle autorità – nei confronti della minoranza ebrea, e i conseguenti massacri e saccheggi, durante il periodo caldo in Russia nel quarantennio compreso tra il 1881 e il 1921.


http://www.sapere.it/enciclopedia/pogrom.html
sm. russo (propr., devastazione). Termine con cui si designa un violento moto popolare, culminante in distruzioni e massacri, contro comunità ebraiche. Il nome entrò nei linguaggi occidentali tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento quando l'impero degli zar fu scosso da sanguinosi sollevamenti antisemiti. Occorre dire tuttavia che moti popolari, più o meno spontanei, contro gli Ebrei si ebbero in Europa sin dai primi secoli dell'era cristiana e già gli imperatori romani sottomisero gli israeliti a una legislazione speciale (Giustiniano), mentre abbastanza frequenti furono le persecuzioni nell'Impero d'Oriente. Il “sospetto” delle plebi europee verso gli Ebrei, immigrati orientali, nasceva dalla diffusa credenza che essi praticassero arti magiche e riti sanguinari: vivevano in “sette” evitando di amalgamarsi con la popolazione locale ed erano pur sempre “gli uccisori del Cristo”. Ma il sospetto si mutava in odio nei momenti di crisi: allora gli Ebrei, emarginati e giocoforza dediti in genere al commercio e all'usura, ne divenivano il capro espiatorio. L'età nera dei pogrom nell'Europa occidentale iniziò tuttavia con il sec. XI. Già espulsi o mal tollerati in Francia, in Germania e in Inghilterra, con la predicazione della I Crociata furono oggetto di vere cacce scatenate in molte città francesi, tedesche e inglesi. Si calcola che tra il maggio e il giugno del 1096 non meno di 50.000 israeliti furono trucidati nella sola Germania. I pogrom si ripeterono con la predicazione della II Crociata (1146) in tutta l'Europa cristiana anche se in termini meno violenti. In quell'occasione Luigi VII, su richiesta di Pietro di Cluny, autorizzò i crociati a depredare le comunità ebraiche e papa Eugenio III sospese il pagamento degli interessi sui debiti contratti con gli Ebrei. In Inghilterra pogrom e persecuzioni si susseguirono a cominciare dai regni di Riccardo Cuor di Leone e di Giovanni Senza Terra finché nel 1290 gli Ebrei furono espulsi dall'isola. Feroci pogrom si ebbero in Francia nel 1321, allorché, scoppiata la peste, si sparse la voce che essa era stata provocata dagli Ebrei che avevano avvelenato i pozzi. La voce si ripeté durante la terribile pestilenza del 1348-50: le vittime di questi moti si calcolano in decine di migliaia e furono particolarmente numerose, anche in questa occasione, in Germania. La ventata di pogrom risparmiò quasi del tutto l'Italia. Va tuttavia registrato il pogrom di Trento del 1475, quando gli Ebrei di quella città furono accusati dal francescano Bernardino da Feltre di aver commesso omicidio rituale su un bambino cristiano, trovato morto lungo l'Adige (e che venne poi beatificato da Sisto V). La dominazione araba, tradizionalmente tollerante, favorì invece le comunità ebraiche della Penisola Iberica che giunsero a costituire cospicue e floride minoranze (ca. 12.000 Ebrei a Toledo; ca. 10.000 a Siviglia, ecc.). L'ondata antisemita ebbe inizio con la Reconquista. Un feroce pogrom scoppiò nel 1391 a Siviglia, provocato dalla predicazione del monaco Fernando Martínez. Di lì si propagò a Toledo, Saragozza, Lucera, Barcellona. Si calcola che quell'esplosione di odio popolare abbia provocato 30-40.000 morti: intere comunità furono distrutte. Da allora nacquero i marrani (Ebrei convertiti per evitare la morte) contro i quali tuttavia si accanì il tribunale dell'Inquisizione specie durante il regno di Ferdinando e Isabella. Infine, un decreto (30 marzo 1492) espulse gli Ebrei dalla Spagna. Tra il 1497 e il 1498 anche i regni di Navarra e di Portogallo espulsero le comunità ebraiche. Il flusso migratorio ebraico verso la Russia meridionale iniziò già nel sec. I d. C. e nel sec. IX sorse addirittura un principato ebraico presso i Chazary che durò per ca. due secoli. Episodi di violenza antisemita si ebbero col diffondersi del cristianesimo, ma la dominazione tartara (dal sec. XIII) fu assai tollerante, mentre verso la metà del sec. XVII (rivolta dei Cosacchi contro la dominazione polacca) si ebbero esplosioni di violenza inaudita contro gli Ebrei stanziati in Ucraina come esattori delle tasse e amministratori dei beni polacchi. Ma nel sec. XIX e nei primi anni del XX, quando ormai l'antisemitismo era stato respinto e cacciato dalle coscienze popolari dal diffondersi del liberalismo e del marxismo, si ebbero ancora in Germania, in Ungheria, in Polonia e specialmente in Russia i pogrom forse più atroci. Essi si ammantarono di teorie pseudoscientifiche, fecero leva sul nazionalismo e sul razzismo. Furono tollerati o addirittura eccitati dai governi, come i pogrom russi del 1902-04 (voluti dal ministro degli Interni Pleve) e quelli compiuti, in Ucraina, in Crimea, ecc., dai governi “bianchi” durante la guerra civile. Solo impropriamente, mancando la partecipazione diretta del popolo, si può parlare di pogrom per gli eccidi di Ebrei compiuti dai nazifascisti prima e durante la II guerra mondiale.




I Rothschild, i primi padroni del debito degli Stati
Linkiesta.it
Giovanni Fracasso
4 dicembre 2012

https://www.linkiesta.it/2012/04/i-roth ... gli-stati/

All’inizio di aprile la stampa internazionale ha dato ampio risalto alla riorganizzazione dell’impero finanziario della famiglia Rothschild. I cambiamenti nella governance con la fusione delle attività del ramo inglese con quelle del ramo francese hanno l’obbiettivo di cementare il loro “grip” sul gruppo. David de Rothschild, che sarà il presidente del gruppo risultante dalla fusione, ha affermato che l’operazione permette alla banca di rispondere meglio alle esigenze della globalizzazione e di far fronte agli scenari competitivi del futuro, assicurando e rafforzando nel contempo il controllo della famiglia nel lungo termine. «Even the Rothschilds appear to have realised that if they want things to stay the same they’ll have to change» (sembra che anche i Rothschilds abbiano realizzato che, se vogliono che le cose rimangano così come sono, dovranno cambiare) concludeva la “Lex column” del Financial Times del 6 aprile scorso. Ma la capacità di cambiamento non è una novità nella storia dei Rothschild, è insita nel loro dna.

Certo è difficile scrivere dei Rothschild: sono stati tirati in ballo in mille vicende storiche, sono fiorite su di loro numerose leggende e tantissime congetture. La dinastia bancaria è immersa in una straordinaria aura di mistero. A questo mistero hanno contribuito il potere, e la loro enorme ricchezza: partita dalla Judengasse di Francoforte – dove nacque nel 1744 il capostipite Meyer-Amschel, ebreo devoto e riservato che diventò banchiere di Guglielmo IX di Hesse Cassel – arrivò a presidiare agli inizi dell’Ottocento le principali piazze europee con i suoi figli James a Parigi, Nathan a Londra, Anselmo a Francoforte, Salomone a Vienna, Carlo a Napoli. Alla“fortuna” contribuirono la loro grande riservatezza (neanche negli anni del successo consolidato la sede in via Laffitte a Parigi era visibile né aveva insegne), quella capacità eccelsa di stare dietro le quinte e, soprattutto, il loro rapporto “di osmosi” con l’establishment ed il “potere”. Tuttavia è faticoso – per chi vuole evitare le congetture e rimanere distante dalle “favole” – basarsi su solidi dati storici e reperire le fonti: gli archivi della famiglia, nonostante i progressi degli ultimi anni, sono solo parzialmente consultabili, quelli di Francoforte furono bruciati etc. Per evitare di oscillare tra agiografia e leggenda occorre, innanzitutto, analizzare cos’è che ha reso questa dinastia di banchieri così differente dalle altre.

I Rothschild non furono né inventori di tecniche bancarie e della “scienza delle monete” come i grandi banchieri toscani del Medioevo né maestri dell’arte del cambio come i “lombard”. Certo il capostipite Meyer-Amschel fece un solido praticantato presso gli Oppenheim di Hannover ma non fu il suo know-how e la sua tecnica la fonte principale del successo. I Rothschild non furono, peraltro, né i primi né i soli “ad incidere” sulla storia: prima di loro i Bonsignori di Siena o i banchieri genovesi ebbero una influenza straordinaria sulla politica e sulle vicende d’Europa. Né furono mecenati al livello eccelso dei Medici. Eppure nessuna dinastia bancaria ha suscitato tanto interesse, tanta ammirazione e nello stesso tempo tanta avversità, quanto la loro. Ci sono due aspetti centrali nella storia dei Rothschild che li rende unici.

Il primo è la gestione del debito sovrano. Mentre i banchieri fiorentini come i Baldi e i Peruzzi nel Trecento, o i Medici nel Rinascimento, oppure i banchieri tedeschi come i Fugger nel Seicento, subirono pesantemente e irrimediabilmente i default sovrani, i Rothschild ebbero una straordinaria capacità di evitare i fallimenti. Anzi trassero profitto dalle difficoltà finanziarie degli Stati e dei Re d’Europa. È questa la prima fondamentale differenza con gli altri grandi banchieri.

Lo storico Egon Corti – in un suo celebre libro del 1929 – ha sottolineato che la vera origine della loro ricchezza si trova nei “profitti di guerra”. Seppero uscire indenni dalle guerre napoleoniche e si arricchirono con la Restaurazione. Il loro successo si fondò sulla gestione del debito pubblico sia delle grandi monarchie che dei piccoli ducati e principati europei. Diventarono i “demiurghi” del debito degli Stati d’Europa. Per gestire il rischio del debito sovrano svilupparono una vasta rete di amicizie ed influenze, crearono un formidabile network di alleanze politiche.

Per sottolineare l’ampiezza e la profondità di questo network e per rimarcare l’influenza dei Rothschild sui sovrani europei lo storico J.Bouvier presenta la lettera del dicembre 1840 di James Rothschild (plenipotenziario della famiglia a Parigi) alle moglie di un diplomatico russo: «Io conosco tutti i ministri, li vedo quotidianamente, e quando m’accorgo che la linea che seguono è contraria agli interessi del governo, vado dal Re, che vedo quando voglio… Siccome egli sa che ho molto da perdere e che non desidero altro che la tranquillità, ha piena fiducia in me mi ascolta e tien conto di quel che gli dico».

L’altro ingrediente del loro successo fu la capacità di adattamento. Una capacità darwiniana. Furono eccezionali, capaci camaleonti. Prima diventarono i principali banchieri dell’“Ancien Régime”, fautori e sostenitori del nuovo ordine europeo post-napoleonico. I Rothschild curando i prestiti degli Stati e delle monarchie europee preferivano la pace, cioè lo “status quo” che era congeniale ai loro affari. Per questo furono centrali nello schema della Santa Alleanza e divennero (in particolare Salomone) alleati di ferro del potente Metternich.

Non sempre furono “deus ex machina” della storia. A volte si trovarono spiazzati dagli eventi storici: si pensi ai moti di rivolta del 1848 oppure all’ascesa di Luigi Napoleone in Francia. Ma riuscirono, con una capacità straordinaria, a parare i colpi, riadattandosi al nuovo clima: in Francia, ad esempio, da strenui sostenitori degli Orléans seppero dialogare con i nuovi bonapartisti e poi con i repubblicani. A metà dell’Ottocento, nel nuovo scacchiere europeo che andava configurandosi seppero ritagliarsi un posto di primo piano appoggiando le potenze occidentali nella guerra di Crimea, etc.

La capacità di adattarsi non riguardava solo gli schieramenti, il cambio di alleanze o la scelta dei partner politici. Ma, anche, il modus operandi del fare banca. Non rimangono travolti dai cambiamenti economici della rivoluzione industriale e dagli sconvolgimenti della seconda metà del XIX secolo. Al contrario di altri banchieri, di fronte alle modifiche di scenario, seppero ri-modulare le loro attività bancarie: da strateghi degli arbitraggi sui debiti riposizionarono il loro business al credito industriale e ai nuovi mercati globali. Da banchieri dei Principi seppero poi puntare sull’ “homo novus” dell’industria e dei grandi commerci internazionali.

Lo storico M. Aubry sottolineava: «L’origine e la base del lavoro quotidiano dell’Alta banca consistevano nell’arbitraggio, nello scambio rapido da piazza a piazza di tutti i valori di credito, fissi o variabili, cambiali o fondi pubblici. L’arbitraggio aveva la sua ragion d’essere nell’ineguaglianza della bilancia attiva e passiva tra due piazze di commercio e la sua remunerazione nelle differenze di cambio che ne risultavano, a profitto dei banchieri avvertiti e ben secondati dai loro corrispondenti».

I Rothschild da gestori del debito, da “venditori di rendita” si spostarono, nella seconda metà dell’Ottocento, sul terreno degli investimenti industriali: parteciparono all’euforia delle ferrovie (si pensi alla fondazione della “Compagnie des chemins de fer du Nord”), entrarono nel settore minerario, parteciparono al finanziamento della nuova industria. Epico fu lo scontro con il Crédit Mobilier dei fratelli Pereire.

Inoltre i Rothschild puntarono fortemente sullo sviluppo della piazza finanziaria londinese, espressione della potenza imperiale ed economica dell’Impero inglese. E consolidano persino i rapporti con la monarchia anglosassone: Nathaniel, figlio di Lionello Rothschild, nel 1885 diventò Pari d’Inghilterra, primo cittadino di origine ebraica ad avere un seggio alla Camera dei Lords. Nel 1890 il genero di Lionello, Ferdinando ricevette nella propria abitazione la visita della regina Vittoria. A cavallo tra Ottocento e Novecento molte dinastie di banchieri europei si estinsero, ma i Rothschild rimasero, forti di enormi ricchezze. Come ha sottolineato ancora J. Bouvier, i Rothschild operavano, dunque, su più piazze e «giocavano contemporaneamente su più tavoli». Gestione del debito (e del rischio del debito sovrano) e capacità di adattamento sono stati i due ingredienti fondamentali alla base della loro storia e del loro duraturo successo.

I Rothschild di oggi, anche considerati unitariamente nelle varie ramificazioni, non hanno più la centralità che avevano nell’Ottocento. Il sistema finanziario odierno è altamente complesso e poli-centrico. Numerosi i conglomerati di potere e i big players: basti pensare che accanto alle grandi banche d’affari anglosassoni e agli hedge funds vi è il crescente protagonismo dei fondi sovrani dei Paesi emergenti. Ma il fascino (o l’avversione) che suscitano i Rothschild è ancora enorme.

Al di là dei giudizi e soffermandosi sul solo “dato storico”, rimangono un esempio in cui il Banchiere vale più della Banca, in cui la “regia” vale di più dello strumento finanziario. Spesso ci si dimentica che nei mercati, oltre gli algoritmi, oltre i potenti sistemi di flash trading, vi sono delle “cabine di regia”. Guardando la loro secolare storia, i Rothschild restano l’esempio più sorprendente di “cabina di regia” del sistema finanziario, per questo vengono considerati l’emblema del rapporto tra banca e potere.
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Re: Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 9:27 pm

Teorie del complotto e famiglia Rothschild
Da oltre due secolila famiglia Rothschild è posta al centro di svariate teorie del complotto molte delle quali la pongono come controllante l'intera finanza mondiale o che incoraggia guerre e riappacificazioni tra le nazioni.

http://www.daemuk.ch/jew-world-order-il ... arte3.html
http://www.terrasantalibera.org/Lamendo ... 20dire.pdf
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Re: Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 9:27 pm

Rothschild un banchiere ebreo dal cuore grande e Sion la terra verde di Israele


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ROTHSCHILD IL SIONISMO E LA NASCITA DI ISRAELE
Tel Aviv 19 04 18
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9871202295

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Sir Benjamin James Rothschild riceveva capi di stato e capitani di industria nel suo piccolo studio nel centro città, per quasi 12 ore al giorno. Era un uomo molto impegnato ed iniziava a ricevere alle 7.45.

L'appuntamento di quella mattina di novembre era un appuntamento importantissimo e fu concesso alle 7.00 in punto ma non si presentarono principi o imprenditori bensì modesti contadini e qualche contabile; erano i sionisti, i pionieri che stavano bonificando Israele.

Saltarono i convenevoli e vennero al dunque.
Aaron Zuckerman il capo della delegazione aprì la cartina sulla scrivania di James Rothschild e, puntando il dito in una zona tra Tel Aviv e Haifa, disse semplicemente : "È qui".

Rothschild : “cosa?”
“Ho già dato tanti soldi per comprare Rishon !”
"Gli arabi ci vendono le terre a prezzi dieci volte maggiori ill loro valore perche sanno che a noi servono. Sono terre sabbiose, malariche ed incoltivabili, questa zona è assolutamente inutilizzabile; non butto altri soldi in imprese folli."

Aaron Zuckerman: " Signor Rothschild, le terre che gli Inglesi ci hanno date sono poche, non bastano. Dobbiamo continuare a comprare dagli Arabi, le bonificheremo, ci pianteremo gli eucalipti e poi piano piano..."

Rothschild:" Piano piano cosa? Gli eucalipti non si mangiano. Ci vorranno decenni; non avete macchinari né sementi né attrezzature né forza lavoro: é una impresa impossibile,. No no, la mia risposta é no."

Aaron Zuckerman rimase in piedi immobile come se non avesse sentito; no era una risposta che non poteva semplicemente accettare. Aveva negli occhi quella luce quella luce che hanno i sognatori che non si arrendono mai, che vedono quello che non c'è ma sanno che ci sarà.

Zuckerman : “ La prego Sir Rotschild, gli ebrei sono perseguitati in tutto il mondo e verrrano a rifugiarsi in Israele ma dobbiamo far trovare loro terre e campi coltivabili, per ora è solo deserto….non avranno di che nutrirsi…”

Rothschild: "E allora?, ho detto no; vi prego andate in pace; ho mille impegni, faccio tanta beneficenza ma questo progetto è folle e assurdo.
Andate in pace ora….., beazhlahà".
(Beazlaha=che abbiate successo -in ebraico).

Usciti i pionieri, Rothschild prese la sua tazza di te- la prima della giornata- e scostò la tenda per guardare la città da dietro la finestra. Vide il fumo delle ciminiere, la pioggia e la nebbia di novembre che sovrastava il tutto…il fango nella strada di una Parigi invernale e triste ... poggiò la tazzina di scatto sul tavolo ed urlò alla segretaria di fermare i Zionisti prima che uscissero dall'edificio.

Aaron Zuckerman si ripresentò immediatamente :" Eccoci signor Rothschild, che c'è?"

Rothschild: " Va bene …..va bene ; avrete i soldi…. comprerò i terreni dagli Arabi ai loro prezzi gonfiati, non importa ma voglio una cosa, anzi due".

Zuckerman:"prego".

Rothschild:" Voglio che costruiate una città; piccola ma bella bellissima, dovranno esserci giardini, piante, aiuole e tanti fiori… con tante panchine all'ombra che i vecchi possano riposare nei pomeriggi d'estate....dovrà sembrare un giardino....la dedicherete a mia moglie Chana.

I Sionisti si guardarono in faccia scettici: “ Vede Signor Rothschild non è così facile né sicuro che riusciremo a...."

Rothschild li interruppe : "Poi voglio un'altra cittadina, piccola ma con attorno boschi con animali selvatici liberi e anche dei vigneti per farne il nostro buon vino ebreo e ci metterete i cavi della elettricità, il telefono e tutte le cose moderne possibili. Sarà dedicata alla memoria di mio padre Yaaqov .

Aaron Zuckerman guardò il barone Rothschild senza riuscire a fermarlo...perché poi fermarlo ?

In fondo, ora, vedeva negli occhi del barone quella stessa luce; quella luce che avevano i Sionisti, i sognatori folli. Far crescere frutta e fiori nel deserto? Un sogno, una follia niente di più.

Rothschild: “ allora Signor Zuckerman; se non credete nemmeno voi ai vostri sogni come potrò mai fidarmi di lei? Qual’è la vostra risposta dunque?”

Zuckerman avrebbe voluto dire che sarebbero stati fortunati a coltivare qualcosa di commestibile ma senza grosse aspettative; che le richieste del suo interlocutore erano esagerate ed impossibili ma si trattenne dal farlo , sorrise e disse semplicemente:

“' Signor Rothschild …...avrete le vostre due città, ve lo giuro sulla testa dei miei cinque figli."
Che poi in fondo promettere non costa niente e tanto ci sarebbero voluti tanti di quegli anni, chissà se mai...chissà..

Pomodori e fiori nel deserto? Giardini?........Ma su andiamo, siamo seri.
Però....però....
Però , se venite in Israele - e veniteci perchè è un paese bellissimo-, da Tel Aviv prendete la strada per Haifa in direzione nord. La numero 4.

Dopo un’ora e mezzo circa incontrerete una città giardino, - Pardes Chana- (Il giardino di Chana come la moglie del Barone Rothschild) Con tanti fiori e case basse ad un piano immerse nel verde e le panchine nelle piazze all’ombra per dare refrigerio ai vecchi d’estate.

Andando avanti sulla stessa autostrada troverete una cittadina adagiata su due colline con un bel boschetto e delle vigne e con tanti bei viali alberati; ristorantini e boutique nelle stesse case coloniche utilizzate 100 anni fa per bonificare la zona….E i vigneti che ancora oggi producono il vino ebreo.
Ziqron Yaqov si chiama la città ( Ziqron= Ricordo-memoria di Yaqov il padre di Sir Rothschild.)

Ma aspettate, non è finita, in mezzo alle due cittadine ve ne è una terza: BENJAMINA, piccolina ma deliziosa….non era prevista e fu dedicata a Sir Benjamin James Rothschild che rese possibile tutto questo. Perchè in fondo quando ci vuole , ci vuole.

Giardini laddove c’era il deserto . Questo fu il Sionismo; il sogno impossibile di chi non ha mai smesso di sognare.
Buon compleanno Israele e che tutti sappiano come sei nata.

*( Rishon Le Zion , rishon=primo, il primo apezzamento di terra comprata dai Zionisti in Israele )
https://it.wikipedia.org/wiki/Rishon_LeZion
Fondata nel 1882 da ebrei provenienti dall'Impero russo, fu il secondo insediamento ebraico ad essere fondato nella Terra di Israele nel XIX secolo, dopo Petah Tikva.
https://it.wikipedia.org/wiki/Petah_Tiqwa
Petah Tiqwa o Petah Tikva (in ebraico: פֶּתַח תִּקְוָה‎?, letteralmente "Soglia verso la speranza", nota come Em Hamoshavot, ossia "Madre delle Colonie") è una città di 210 376 abitanti di Israele situata nel Distretto Centrale, a nord est di Tel Aviv. La sua giurisdizione comprende 39 000 dunam (39 km²) per una densità di 5 394 abitanti per km².



La verde terra di Israele - La favola del deserto verde
9 agosto 2017
Luigi Grassia

http://www.italiaisraeletoday.it/la-fav ... erto-verde

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«Trasformare il deserto in giardino» era la sfida dei coloni israeliani nel Neghev mezzo secolo fa. Una sfida vinta creando l’irrigazione a goccia, idea poi replicata in altre zone aride del mondo, fino a farne un business. Tanto che nel 2011 il fondo britannico Permira aveva acquisito l’80% della società israeliana Netafim, specializzata nelle soluzioni di irrigazione innovative, soluzioni create e sviluppate nel kibbutz israeliano di Hatzerim che ha fondato la stessa Netafim.

Adesso Permira vende il suo 80% al gruppo chimico messicano Mexichem, però al prezzo di 1,895 miliardi di dollari (1,6 miliardi di euro) cioè il doppio di quello che la stessa Permira aveva pagato sei anni fa. Il restante 20% di Netafim resta in mano ai lavoratori del kibbutz di Hatzerim.

Il gruppo Netafim ha 4300 dipendenti, di cui mille in Israele e 3300 sparsi fra Asia, Africa e Americhe, e ha avuto un grande ruolo nello sviluppo dell’agricoltura a livello mondiale. Reinveste gran parte degli utili in continui miglioramenti dei prodotti e nella formazione dei lavoratori, anche se il 98% di questi agricoltori del deserto ha già una laurea.

Negli Anni 60 nel kibbutz di Hatzerim si scoprì che per ottimizzare l’irrigazione occorreva che minuscole quantità di acqua raggiungessero con precisione la base delle piante, alle loro radici, senza disperdersi. Dopo i primi tentativi di irrigazione a goccia con tubi forati (1965) ne seguirono altri in cui alle gocce di acqua furono aggiunti i fertilizzanti.

Poi si escogitò un sistema per non occludere i fori. Quindi si regolò la pressione del flusso dell’acqua per superare i dislivelli del terreno. In seguito molte funzioni furono affidate ai computer e i raccolti continuarono a crescere.

«Quando arrivammo in India nello Stato del Gujarat – ricorda Rafi Mehudar, uno dei progettisti di Netafim – gli agricoltori potevano a malapena coltivare insalata. Adesso esportano pomodori». Secondo Netafim, i sistemi israeliani di irrigazione riducono di decine di punti percentuali il consumo dell’acqua e moltiplicano la quantità dei raccolti. È anche questo che consente le coltivazioni in zone altrimenti ritenute proibitive.

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Re: Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Messaggioda Berto » gio apr 26, 2018 8:23 pm

La menzogna sovietico-palestinese
Judith Bergman
8 dicembre 2016

https://it.gatestoneinstitute.org/9515/ ... -sovietica

La recente scoperta che Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità palestinese (Ap) era una spia del KGB a Damasco nel 1983, è stata definita dai media mainstream come una "curiosità storica", se non fosse che la notizia è venuta fuori in modo inopportuno nel momento in cui il presidente Vladimir Putin stava cercando di organizzare un incontro tra Abbas e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per far ripartire i colloqui di pace. Com'era prevedibile, l'Autorità palestinese ha respinto la notizia. Nabil Shaath, dirigente di Fatah, ha negato che Abbas sia mai stato un agente operativo del KGB e ha parlato di "campagna diffamatoria".

La scoperta, ben lungi dall'essere una "curiosità storica", è un aspetto di uno dei tanti tasselli del puzzle delle origini del terrorismo islamico del XX-XXI secolo. Quelle origini sono quasi sempre offuscate e occultate nei tentativi malcelati di presentare una particolare narrativa sulle cause del terrorismo contemporaneo, biasimando qualsiasi prova del contrario come "teoria del complotto".

Non c'è nulla di cospiratorio riguardo alla recente rivelazione che arriva da un documento degli archivi Mitrokhin custoditi dal Churchill Archives Center dell'Università di Cambridge, nel Regno Unito. Vasily Mitrokhin era un alto funzionario del servizio di intelligence sovietico, poi degradato ad archivista del KGB. Mettendo la sua vita in grave pericolo, ha trascorso 12 anni a copiare diligentemente i dossier segreti del KGB che erano secretati (gli archivi dell'intelligence estera del KGB non sono stati aperti al pubblico, nonostante il crollo dell'Unione Sovietica). Quando Mitrokhin disertò nel 1992 rifugiandosi nel Regno Unito, portò con sé i documenti copiati. Le parti declassificate dell'archivio Mitrokhin sono state portate a conoscenza dell'opinione pubblica negli scritti del professor Christopher Andrew, docente dell'Università di Cambridge, che è coautore del libro del disertore sovietico L'archivio Mitrokhin (pubblicato in due volumi). Gli archivi di Mitrokhin portarono, tra le altre cose, alla scoperta di molte spie del KGB in Occidente e altrove.

Purtroppo, la storia dell'entità dell'influenza del KGB e delle informazioni fasulle non è così nota come dovrebbe essere, considerando l'enorme influenza che l'organo di polizia segreta dell'Unione Sovietica ha esercitato sulle questioni internazionali. Il KGB ha condotto operazioni ostili contro la NATO, contro il dissenso democratico in seno al blocco sovietico e ha messo in moto eventi sovversivi in America Latina e in Medio Oriente, con ripercussioni fino ad oggi.

Inoltre il KGB è stato un attore molto attivo nella creazione dei cosiddetti movimenti di liberazione in America Latina e in Medio Oriente, movimenti coinvolti nel terrorismo letale, come documentato tra l'altro nell'Archivio Mitrokhin e anche nei libri e negli scritti di Ion Mihai Pacepa, l'ufficiale comunista più alto in grado che abbia disertato dall'ex blocco sovietico.

Pacepa era ex capo del Servizio di informazioni estere dell'intelligence romena e consigliere personale del leader comunista romeno Nicolae Ceausescu prima che disertasse negli Stati Uniti nel 1978. Pacepa ha lavorato con la CIA per più di dieci anni per sconfiggere il comunismo; l'agenzia ha descritto la sua cooperazione come "un importante e straordinario contributo agli Stati Uniti".

In un'intervista del 2004 a FrontPage Magazine, Pacepa disse:

L'OLP è stata concepita dal KGB, che aveva un debole per le organizzazioni di 'liberazione'. C'era l'Esercito di liberazione nazionale della Bolivia, creato nel 1964 dal KGB con l'aiuto di Ernesto "Che" Guevara (...) il KGB ha anche creato il Fronte per la liberazione della Palestina, che ha compiuto numerosi attacchi dinamitardi. (...) Nel 1964, il primo Consiglio dell'OLP, composto da 422 rappresentanti palestinesi selezionati con cura dal KGB, approvò la Carta nazionale palestinese – un documento che era stato redatto a Mosca. Anche il Patto nazionale palestinese e la Costituzione palestinese sono nati a Mosca, con l'aiuto di Ahmed Shuqairy, un influente agente del KGB che è diventato il primo presidente dell'OLP...

Nel Wall Street Journal, Pacepa ha spiegato come il KGB costruì Arafat, o nel gergo corrente, come costruirono una narrativa per lui:

Egli era un borghese egiziano trasformato in un devoto marxista dall'intelligence estera del KGB. Il KGB lo aveva formato nella sua scuola per operazioni speciali a Balashikha, cittadina a est di Mosca e a metà degli anni Sessanta decise di prepararlo come futuro leader dell'OLP. Innanzitutto, il KGB distrusse i documenti ufficiali che certificavano la nascita di Arafat al Cairo, rimpiazzandoli con documenti falsi che lo facevano figurare nato a Gerusalemme e, pertanto, palestinese di nascita.

Come ha scritto lo scomparso storico Robert S. Wistrich in A Lethal Obsession, la guerra dei sei giorni scatenò una lunga e intensa campagna da parte dell'Unione Sovietica volta a delegittimare Israele e il movimento per l'autodeterminazione ebraica, conosciuto come sionismo. Ciò è stato fatto al fine di porre rimedio ai danni creati al prestigio dell'Urss dopo che Israele sconfisse i suoi alleati arabi:

Dopo il 1967, l'Urss cominciò a inondare il mondo di un costante flusso di propaganda antisionista. (...) I nazisti, nei loro dodici anni di potere, furono gli unici che siano mai riusciti a produrre un flusso sostenuto di false calunnie a mezzo stampa come strumento della loro politica interna ed estera.[1]

Per questo l'Urss utilizzò una serie di parole-chiave naziste per descrivere la sconfitta inflitta da Israele all'aggressione araba del 1967, e molte di queste parole-chiave sono ancora usate oggi dalla sinistra occidentale nei confronti di Israele, come ad esempio "esperti di genocidio", "razzisti", "campi di concentramento" e "Herrenvolk".

Inoltre, l'Urss intraprese una campagna internazionale di diffamazione nel mondo arabo. Nel 1972, l'Unione Sovietica lanciò l'operazione "SIG" (Sionistskiye Gosudarstva o "Governi sionisti"), onde ritrarre gli Stati Uniti come "un arrogante e altezzoso feudo ebraico finanziato dal denaro ebraico e governato da politici ebrei, il cui obiettivo era quello di subordinare tutto il mondo islamico". Circa 4.000 agenti furono inviati dal blocco sovietico nel mondo islamico, armati di migliaia di copie dei Protocolli dei Savi anziani di Sion, falso documentale utilizzato dalla Russia zarista. Secondo Yuri Andropov, capo del KGB:

"Il mondo islamico era una piastra di Petri in cui potevamo coltivare un ceppo virulento di odio antiamericano e antisraeliano, cresciuto dal batterio del pensiero marxista-leninista. L'antisemitismo islamico ha radici profonde... Dovevamo solo continuare a ripetere i nostri argomenti – che gli Stati Uniti e Israele erano 'paesi fascisti, imperial-sionisti" finanziati da ricchi ebrei. L'Islam era ossessionato dall'idea di evitare l'occupazione del suo territorio da parte degli infedeli ed era assolutamente ricettivo al ritratto da noi fatto del Congresso americano come un rapace organismo sionista volto a trasformare il mondo in un feudo ebraico.

Già nel 1965, l'Urss aveva proposto ufficialmente una risoluzione all'ONU che condannava il sionismo come colonialista e razzista. Sebbene il tentativo fallì, le Nazioni Unite si rivelarono grate all'Unione Sovietica per l'intolleranza e la propaganda e nel novembre del 1975 fu alla fine approvata la Risoluzione 3379 che condannava il sionismo come "una forma di razzismo e discriminazione razziale". Ciò fece seguito a quasi un decennio di diligente propaganda sovietica rivolta al Terzo Mondo, che descriveva Israele come un cavallo di Troia per l'imperialismo occidentale e il razzismo. Questa campagna fu concepita allo scopo di raccogliere consensi a favore della politica estera sovietica in Africa e Medio Oriente.[2] Un'altra strategia consisteva nel fare comparazioni visive e verbali nei media sovietici tra Israele e il Sud Africa (questa è l'origine della frottola "apartheid israeliana").

Il Terzo Mondo e la sinistra occidentale si sono bevuti tutta questa propaganda sovietica. E la sinistra occidentale continua a disseminarla in gran parte. In realtà, diffamare qualcuno, chiunque esso sia, definendolo razzista, è diventata una delle armi primarie della sinistra da utilizzare contro chi non condivide le sue posizioni.

Parte delle tattiche sovietiche volte a isolare Israele facevano apparire l'OLP come un'organizzazione "rispettabile". Secondo Pacepa, questo era il compito assegnato al leader romeno Nicolae Ceausescu, che riuscì nell'impresa improbabile di far credere all'Occidente che lo spietato Stato di polizia romeno fosse un paese comunista "moderato". Niente di più lontano dalla verità, come alla fine si scoprì nel processo del 1989 contro Nicolae Ceausescu e la moglie Elena, che si concluse con l'esecuzione della coppia [fucilata da un plotone di esecuzione, N.d.T.].

Yasser Arafat (a sinistra nella foto) con il leader romeno Nicolae Ceausescu durante una visita a Bucarest nel 1974. (Fonte dell'immagine: Museo Nazionale di Storia della Romania)

Pacepa ha scritto nel Wall Street Journal:

Nel marzo del 1978 condussi in gran segreto Arafat a Bucarest per le istruzioni finali su come comportarsi a Washington. "Devi solo far finta di rompere con il terrorismo e riconoscere Israele, ancora, e ancora e ancora", disse Ceausescu ad Arafat. (...) Ceausescu era euforico all'idea che Arafat e lui potessero riuscire ad accaparrarsi un Premio Nobel per la pace con la loro farsa del ramoscello d'ulivo.

... Ceausescu non riuscì a ottenere il suo Premio Nobel per la pace. Ma nel 1994 Arafat lo ricevette, proprio perché continuò a interpretare alla perfezione il ruolo che gli avevano affidato. Aveva trasformato la sua OLP terrorista in un governo in esilio (l'Autorità palestinese), fingendo sempre di porre fine al terrorismo palestinese, pur continuando ad alimentarlo. Due anni dopo la firma degli accordi di Oslo, il numero degli israeliani uccisi dai terroristi palestinesi era aumentato del 73 per cento.

Nel suo libro Orizzonti rossi, Pacepa ha riportato quello che disse Arafat nel corso di un incontro che ebbe con lui nel quartier generale dell'OLP a Beirut, nel periodo in cui Ceausescu cercava di rendere l'OLP "rispettabile":

Sono un rivoluzionario. Ho dedicato la mia intera vita alla causa palestinese e alla distruzione di Israele. Non cambierò, né scenderò a compromessi. Non sarò d'accordo su qualcosa che riconosce Israele come Stato. Mai... Ma sono sempre disposto a far credere all'Occidente che voglio fare quello che il Fratello Ceausescu vuole che io faccia.[3]

La propaganda ha aperto la strada al terrorismo, ha spiegato Pacepa in National Review:

Il generale Aleksandr Sakharovsky, che creò la struttura di intelligence della Romania comunista e poi diresse l'intelligence estera della Russia sovietica, spesso mi diceva: "Nel mondo di oggi, in cui le armi nucleari hanno reso obsoleta la forza militare, il terrorismo dovrebbe diventare la nostra arma principale".

Il generale sovietico non stava scherzando. Solo nel 1969 ci furono 82 dirottamente aerei in tutto il mondo. Secondo Pacepa, la maggior parte di questi dirottamenti fu compiuta dall'OLP o da gruppi affiliati, tutti appoggiati dal KGB. Nel 1971, quando Pacepa incontrò Sakharovsky nell'ufficio di quest'ultimo nel palazzo della Lubjanka (sede del KGB), il generale si vantava: "I dirottamenti aerei sono una mia invenzione". Al Qaeda usò la tattica del dirottamento dei voli di linea per gli attentati dell'11 settembre, facendo schiantare gli aerei contro gli edifici e provocandone il crollo.

E Mahmoud Abbas che ruolo ha in tutto questo? Nel 1982, Mahmoud Abbas studiava a Mosca presso l'Istituto di Studi orientali dell'Accademia delle Scienze dell'Urss. (Nel 1983 divenne una spia del KGB.) A Mosca, egli scrisse la sua tesi di dottorato, pubblicata in arabo, dal titolo "L'altra faccia: Le relazioni segrete tra il nazismo e i capi del movimento sionista". Nella sua dissertazione, Abbas ha negato l'esistenza delle camera a gas nei campi di concentramento e ha messo in discussione il numero delle vittime dell'Olocausto definendo i sei milioni di ebrei che erano stati uccisi "una fantastica menzogna", accusando al contempo gli ebrei stessi dell'Olocausto. Il relatore della sua tesi era Yevgeny Primakov, che in seguito divenne ministro degli Esteri della Russia. Anche dopo aver finito la tesi, Abbas ha mantenuto stretti legami con la dirigenza sovietica, l'esercito e i membri dei servizi di sicurezza. Nel gennaio del 1989, Abbas fu nominato copresidente del Comitato di lavoro palestinese-sovietico (e poi russo-palestinese) sul Medio Oriente.

La notizia che l'attuale leader degli arabi palestinese era un accolita del KGB – le cui macchinazioni hanno provocato la morte di migliaia di persone solo in Medio Oriente – non può essere liquidata come una "curiosità storica", anche se gli opinionisti contemporanei preferirebbero vederla come tale.

Anche se Pacepa e Mitrokhin hanno lanciato l'allarme molti anni fa, solo in pochi si sono preoccupati di ascoltarli. Occorre farlo.

Judith Bergman è avvocato, scrittrice, editorialista, e analista politica.
[1] Robert S. Wistrich, 'A Lethal Obsession' (2010) p 139.
[2] Robert S. Wistrich, 'A Lethal Obsession' (2010), p 148.
[3] Ion Mihai Pacepa, 'Red Horizons' (1990) p 92-93.



Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e occupato alcuna terra altrui e non opprimono nessuno
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2825
Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e non hanno occupato nessuna terra altrui, nessuna terra palestinese poiché tutta Israele è la loro terra da 3mila anni e la Palestina è Israele e i veri palestinesi sono gli ebrei più che quel miscuglio di etnie legate dalla matrice nazi maomettana abusivamente definito "palestinesi" e tenute insieme dall'odio per gli ebrei e dai finanziamenti internazionali antisemiti.
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Re: Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Messaggioda Berto » sab set 21, 2019 9:31 pm

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Re: Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2020 9:48 am

??? Demenzialità antiebraiche

Il clan Rothschild in Italia: gli Insospettabili Banchieri
febbraio 27, 2012

http://www.cogitoergo.it/il-clan-rothsc ... DHXoZYOL0g

Carlo De Benedetti, una delle persone più potenti in Italia, è nel Consiglio d’Amministrazione della Banca Rothschild francese. Costui ha come braccio destro Colaninno, ex Presidente di Telecom, il quale mise il figlio (ora deputato del PD) a lavorare a stretto contatto con Casaleggio nella Webbeg S.p.a.
Gianroberto Casaleggio gestisce o ha gestito personaggi come Di Pietro, Grillo e tanti altri. Un fatto strano? Colaninno junior incontrò Eugenio Benetazzo, economista un po’ (troppo) eretico ed il veneto cambiò bandiera, dato che non nominò più la parola Signoraggio (un po’ come fece pure anche Grillo dopo il ‘98). Al vertice Carlo De Benedetti, uno dei maggior finanziatori del PD e dell ‘IDV. De Benedetti, la sera prima dell’11 settembre del 2001, era a cena a Washington, al National Building Museum, con George Bush padre e la famiglia di Bin Laden, tutti invitati dal Gruppo del Carlyle. E chi conosce il gruppo Carlyle sa bene che cosa vuol dire. Rodolfo, figlio di Carlo, è Presidente di Sorgenia. Il sito di Sorgenia informa che è il primo operatore privato italiano del mercato nazionale dell’energia elettrica e del gas naturale, con 500.000 clienti in tutta Italia e impianti di generazione elettrica per circa 2.900 MW di potenza. Bernabè è stato inoltre presidente e azionista di maggioranza di FB Group, società di investimenti nei settori dell’ICT e delle energie rinnovabili che aveva fondato.
Franco Bernabè è l’attuale Amministratore delegato di Telecom. Ex VicePresidente di Rothschild Europe ed attualmente in Rothschild Spa. E’ stato amministratore delegato di Eni, e dal 1992 al 1998 ha privatizzato la Società. Bernabè ha inoltre ricoperto vari incarichi pubblici: nel 1999 è stato nominato dal Primo Ministro come rappresentante speciale del governo italiano per la ricostruzione del Kosovo depredato dalla guerra Nato ai Serbi; tra il 2001 e il 2003 è stato Presidente della Biennale di Venezia e dal 2004 era Presidente del MART di Trento e Rovereto, il principale museo italiano di arte moderna. È stato membro dell’Advisory Board del Council on Foreign Relations; attualmente siede nel consiglio del Peres Center for Peace, nell’Advisory Board dell’Observatoire Méditérranéen de l’Énergie, ed è membro del consiglio di amministrazione di Petrochina, ruolo che ha ricoperto in passato anche in altre società italiane e internazionali quotate.
La Banca francese Edmond de Rothschild possiede Air France la quale ha di fatto acquistato Alitalia.
Rothschild-Telecom: Giovanni Stella, Professore alla Bocconi, dal 2004 al 2007 è stato Amministratore Delegato di Rothschild S.p.A. per poi passare dal 2008 a vicepresidente esecutivo e amministratore delegato di Telecom Italia Media.
Chicco Testa è stato Segretario Nazionale, e successivamente Presidente Nazionale, di Legambiente. Eletto alla Camera dei deputati per due legislature, nelle liste del Pci nelle elezioni del 14 giugno 1987, poi riconfermato con il Pds fino al 1994; è stato membro della Commissione Ambiente e Territorio. Dal 1994 al 1996 è stato Presidente del consiglio di amministrazione di Acea, Azienda Comunale Energia e Ambiente del Comune di Roma. Toh: Rothschild da anni è financing advisor di ACEA. Dal 1996 al 2002 è stato Presidente del Consiglio di Amministrazione di Enel e membro del Consiglio di Amministrazione di Wind. Durante la sua presidenza, Enel è stata parzialmente privatizzata. È stato inoltre membro dell’Expert Advisory Committee dello European Carbon Fund e Presidente del Comitato Organizzativo del 20° Congresso Mondiale dell’Energia. È stato membro del Consiglio di Amministrazione del gruppo Riello (leader italiano nei sistemi di riscaldamento) dal 2002 al 2004. Dal 2002 al 2005 è stato membro dello European Advisory Board del Gruppo Carlyle, presidente del consiglio di amministrazione di S.T.A. S.p.A. (Agenzia per la Mobilità del Comune di Roma) e Presidente del Kyoto Club. È stato inoltre Presidente, fino al 2008, della società Roma Metropolitane, appartenente al comune di Roma, che realizza le nuove Linee Metropolitane della capitale italiana.
È giornalista e collabora con alcuni fra i più importanti quotidiani e settimanali italiani. È stato professore incaricato presso la Scuola di Management della LUISS, Libera Università Internazionale degli Studi Sociali, Master in Business Administration, responsabile del corso in Economia e Management delle Imprese di servizi di pubblica utilità.
È stato professore presso le Università di Macerata e Napoli. Attualmente è Managing Director di Rothschild. È inoltre Presidente di Telit Communications Plc e Vice Presidente della Intecs S.p.A. Chicco Testa è membro del consiglio di amministrazione di Allianz ed è Presidente di EVA, Energie Valsabbia, società che sviluppa e costruisce impianti idroelettrici e solari.
Angelo Rovati era Senior Advisor in Rothschild Italia, è un ex cestista, dirigente sportivo e politico italiano. È stato uno dei consiglieri di Romano Prodi. Divenne consigliere della presidenza del Consiglio nel maggio 2006, durante il Governo Prodi II. Decide di lasciare l’incarico nel mese di settembre, successivamente ad alcune polemiche legate al suo studio su un ipotetico piano di riassetto per Telecom Italia, consegnato in modo privato e riservato a Marco Tronchetti Provera, con l’errore, come ammette Rovati, di aver allegato al documento un biglietto da visita che recava l’intestazione della presidenza del Consiglio. Parte della lettera di dimissioni dall’incarico in Rothschild: «Mi sono reso conto che forse il fatto che da sempre sono abituato a dire quello che penso liberamente possa in effetti procurare qualche impatto negativo alla Rothschild di cui sono senior advisor… Per questo ho pensato che la cosa migliore da farsi è rassegnare le mie dimissioni per non correre il rischio che altre mie esternazioni da “SPIRITO LIBERO” possano riportarmi e riportare la Banca in incresciose situazioni nei riguardi di clienti o potenziali tali. Vi auguro grandi successi, ve li meritate tutti e vi prego di considerarmi comunque e SEMPRE un grande amico vostro e della Banca».(maiuscolo d.a.)
Il principale organizzatore del tour europeo che lanciò Fini ed il suo Movimento fu Sir Derek Thomas: ex ambasciatore inglese a Roma sovraintende agli affari italiani della Banca Rothschild. Fini, nella sede della stampa estera, ha parlato a lungo di privatizzazioni, rassicurando l’ uditorio sull’atteggiamento di Alleanza Nazionale: “Non saremo certo noi ad opporci alle privatizzazioni..”.
Stefano Rossi che in una nota intervista parla di paesi virtuosi e dell’imminente crisi della Grecia e della Spagna, è Amministratore Delegato Edmond de Rothschild e comincia la sua carriera a Londra nel 1988. Nel 1989 torna in Italia per entrare in Citibank. Nel 1991 approda in S.G. Warburg e in seguito, con l’acquisizione della Società da parte di SBC e della successiva unione con UBS, viene promosso nel 1996 a Head of Sales di UBS. Nominato nel 2001 Responsabile del mercato azionario e Managing Director di UBS SIM, Rossi mantiene la carica di CEO della SIM italiana di UBS fino al giugno 2007. Nel corso della sua carriera in UBS SIM, Stefano Rossi e il suo team sono stati eletti per ben otto volte migliori StockBroker italiani dalla Institutional Investors Survey.
Carlo Caracciolo è un “nobile parente degli Agnelli” e socio di Rothschild nel quotidiano Liberation. Caracciolo fondò “La Repubblica”. Eric Alain Rothschild aveva preso in moglie Maria Beatrice Caracciolo. Gianni e Umberto Agnelli hanno sposato le due figlie di Caracciolo e da allora furono soprannominati “affettuosamente” i Re d’Italia. De Benedetti è stato compagno di scuola di Umberto Agnelli.
Luigi D’Urso mori nel 2006 poco prima di prendere un aereo per Napoli, dove aveva appuntamento con il fratello Mario e la mostra «Beatrice Caracciolo Rothschild» di cui si era occupato. Mario d’ Urso è banchiere di razza e amico dei signori dell’ industria (era uno dei commensali più frequenti e apprezzati dell’Avvocato Gianni Agnelli) e della finanza (è adorato da Jacob Rothschild) e della politica (grazie ai suoi ottimi rapporti con i Kennedy).
Mario d’ Urso ha organizzato nella propria villa il compleanno a Fausto Bertinotti e quest’ultimo lo aveva ringraziato pubblicamente.
LA7 era controllata direttamente dai Rothschild attraverso Telecom la quale è controllata da una cordata italo-spagnola composta da Mediobanca, Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo e Telefónica (Telco [patto di controllo]), ha il controllo del 23% circa di Telecom Italia. AD è Franco Bernabè (Rothschild Europe).
Pininfarina ha un accordo col finanziere francese Vincent Bolloré: per la produzione di una vettura elettrica: evidentemente si tratta di un pezzo della strategia che per l’ azienda torinese stanno mettendo in piedi la banca d’ affari Rothschild e Roland Berger.
Tutto ha inizio nel 1856, grazie all’ intuizione geniale di Francesco Cirio, che a soli 20 anni scommette sull’ idea di conservare le verdure per rivenderle durante la stagione invernale, quando ovviamente i campi non davano prodotti. Cirio, ex garzone e manovale di umili origini, abbandonata la natia Nizza Monferrato (Asti), dopo aver girato mezza Europa alle dipendenze della ditta Gamba ed essere entrato in rapporti d’ amicizia con il commendatore Amilhau, fiduciario dei banchieri Rothschild, si mette in proprio.
L’Advisor Rothschild ha collaborato in passato con lo Studio Tremonti.
I Rothschild hanno curato come Advisors la gran parte delle privatizzazioni dell’industria pubblica nazionale, Eni in primis.
Quando i ricchissimi Rothschild, di cui i Florio erano emissari e soci, prendono le distanze dalla famiglia calabro-sicula, inizia il declino inarrestabile dei Florio.
Oliviero Diliberto dal 2003 al 2007 partecipa a ben otto avvenimenti pubblici con un uomo legato al capo della P2: Giancarlo Elia Valori (amico di David de Rothschild).
Nel 2002 Rutelli s’incontrò con Blair, Clinton ed altri sul tema «Building new coalitions», costruire nuove coalizioni. Un ritiro blindato, tre giorni di seminario alla Hartwell House. Anfitrione della cena il barone e banchiere Evelyn de Rothschild.
“C’è nell'aria qualcosa di strano”
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Re: Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2020 9:49 am

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Re: Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2020 9:50 am

I banchieri cristiani peggiori di tutti


IL CURIOSO CASO DELLA BANCA FRAUDOLENTA DI CALLISTO I
di JESUS HUERTA DE SOTO

https://www.miglioverde.eu/il-curioso-c ... B9EbMEO_pU

Un esempio curioso di attività bancaria fraudolenta è quello di Callisto I, papa e santo (217-222 d. C.) che, al tempo in cui era schiavo del cristiano Carpoforo, operò come banchiere per conto di questi e accettò depositi dei cristiani. Nonostante tutto, si rovinò e quando tentò di scappare fu detenuto dal suo padrone, ottenendo il perdono grazie alle suppliche degli stessi cristiani che aveva defraudato*. Il fallimento del banchiere Callisto, che è narrata in dettaglio nella Refutatio omnium haeresium** attribuita a Ippolito e che fu scoperta in un convento del monte Athos nel 1844, si produsse, come le crisi ricorrenti che abbiamo già visto verificarsi in Grecia, dopo un periodo di forte espansione inflazionistica che venne seguita dalla grave crisi di fiducia, dalla perdita del potere d’acquisto del denaro e dal fallimento di numerose imprese commerciali e finanziarie, che ebbe luogo sotto l’imperatore Commodo approssimativamente dall’anno 185 all’anno 190 della nostra era. Ippolito racconta come Callisto, essendo schiavo dell’anch’egli…

Callisto I, (conosciuto in latino col nome di Callixtus o Calixtus) (... – Roma, 222), è stato il 16º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa all'incirca dal 217 al 222.
https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Callisto_I
Quasi tutte le notizie sulla sue figura si devono a sant'Ippolito, che forse inserì fatti malevoli nella sua biografia. Sarebbe stato schiavo e malversatore del denaro del suo padrone Carpoforo. Fuggì e venne riacciuffato venendo condannato alla macina. Appena graziato provocò dei disordini in una sinagoga, finendo per essere condannato alle miniere in Sardegna nel 186-189 circa.
Più sicure sono le notizie dopo la sua liberazione, dopo il 190-192. Da liberto aprì un banco nella regio terza di Roma, popolata quasi esclusivamente da cristiani, che fallì travolta dalla crisi inflazionistica del II secolo. Fu diacono di Zefirino, che gli affidò la direzione di un cimitero sulla via Appia (detto appunto catacombe di San Callisto).



Gino Quarelo
Un banchiere cristiano e non ebreo come erano banchieri cristiani quelli della Popolare vicentina, di Veneto Banca, della Banca Etruria, della Banca di Bari, della Banca di Genova, del Monte dei Paschi di Siena, della Credit Euro Nord e di mille altre banche italiane ed occidentali truffaldine e fallite. Nessun Ebreo a parte il caso dell'ebreo che ha imitato Charles Ponzi un italiano cristiano emigrato negli USA.




Banche venete e italiane, ruberie e depredazioni
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =165&t=224
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Re: Rothschild banchieri ebrei d'Europa - realtà e menzogne

Messaggioda Berto » ven gen 24, 2020 10:08 am

I peggiori e più feroci banchieri usurai nel Medioevo e nell'Età moderna erano cristiani e non ebrei, come i Medici di Firenze.
I tassi d'usura più elevati e da capestro erano quelli praticati dagli usurai (banchieri) cristiani che erano di gran lunga più alti di quelli degli ebrei che erano sempre modesti e ben calibrati (economicamente, finanziariamente, socialmente e politicamente) per non incrementare il rischio, il rancore e l'odio verso di loro e verso gli ebrei in generale.


I Medici, banchieri e mecenati
https://www.altaterradilavoro.com/i-med ... -mecenati/

Magnifici usurai, inventarono il Rinascimento
http://www.danielacavini.eu/magnifici-u ... ascimento/

I Medici: tra falso storico e lesa maestà
http://www.mangialibri.com/i-medici-tra ... aest%C3%A0



Quando i banchieri cercavano ancora di salvarsi l’anima
Alessandro Marzo Magno
Naturalmente c’è bisogno di credito, e così l’attività si sdoppia. Da un lato stanno i piccoli prestatori, lombardi prima ed ebrei poi, che danno a credito su pegno alla massa della popolazione (il cronista veneziano Marin Sanudo scriverà che gli ebrei sono più necessari dei panettieri). Dall’altro ci sono i grandi banchieri internazionali che non fanno nulla di diverso, solo che lo fanno su grande scala si scrollano di dosso l’etichetta di usurai prima di tutto perché sono i banchieri del papa e il sommo pontefice certo non può aver a che fare con gli orrendi usurai (con i Medici i banchieri diventeranno papi).

https://www.linkiesta.it/it/article/201 ... nima/8505/

Anche i banchieri hanno (avuto) un’anima. Soprattutto nei tempi in cui a fare i banchieri si rischiava di dannarsela per sempre, quell’anima. Intanto non si diceva banchieri, ma usurai. Per la Chiesa nel Medioevo chiunque prestasse denaro lucrandoci un interesse era un usuraio. Attenzione: non era l’entità dell’interesse a determinare l’esistenza di usura, ma l’interesse stesso. Era un peccato orrendo, un peccato contro natura perché si faceva copulare il denaro.

«Il denaro non partorisce denari», aveva detto san Tommaso d’Aquino. L’usuraio non merita sepoltura in terra consacrata: «Niuna chiesa vorrà il suo corpo ricevere, anzi sarà gittato a fossi a guisa d’un cane», scrive Boccaccio nella prima giornata del Decameron. «Usurarius et mortus infraciditus, quia secum trahit: furtum, omicidium, infernum», afferma nel suo pittoresco latinorum Bernardino da Feltre, il francescano antisemita che promuove l’apertura dei Monti di pietà (e per questo beatificato dalla Chiesa). E contro gli usurai si scatena l’iradiddio, come nel caso della cappella mortuaria dov’è appena stato sepolto un usuraio, strappata di notte dalle sue fondamenta e gettata nel fiume con tutto il suo macabro contenuto di salme inumate. Oppure come nel 1478, a Piacenza, quando durante i funerali di un usuraio si scatena un temporale terribile e allora la folla, convinta che stia arrivando la punizione divina, si impossessa della salma, la porta in processione per la città, la impicca e la getta nel Po.

Naturalmente c’è bisogno di credito, e così l’attività si sdoppia. Da un lato stanno i piccoli prestatori, lombardi prima ed ebrei poi, che danno a credito su pegno alla massa della popolazione (il cronista veneziano Marin Sanudo scriverà che gli ebrei sono più necessari dei panettieri). Dall’altro ci sono i grandi banchieri internazionali che non fanno nulla di diverso, solo che lo fanno su grande scala si scrollano di dosso l’etichetta di usurai prima di tutto perché sono i banchieri del papa e il sommo pontefice certo non può aver a che fare con gli orrendi usurai (con i Medici i banchieri diventeranno papi).

Mentre, agli occhi della popolazione in genere, i banchieri cercano di riscattarsi creando opere d’arte che ne glorifichino la memoria. Uno dei casi più clamorosi di ripulitura della memoria è quello di Rainaldo degli Scrovegni, il banchiere padovano che, a scanso di equivoci, Dante schiaffa all’inferno, nel girone di Malebolge: «Qui distorse la bocca e di fuor trasse la lingua, come bue che
’l naso lecchi».

Rainaldo era un personaggione, prestava soldi al Comune di Padova, e il figlio Enrico non ci sta affatto che il nome della famiglia sia infangato per sempre. Allora ha un’ideona: commissiona al pittore più famoso (e costoso) del tempo, Giotto, la decorazione di una cappella dedicata alla Vergine Maria. La cappella degli Scrovegni, realizzata tra il 1303 e il 1305, è ancor oggi una delle grandi meraviglie d’Italia, ma al tempo costituisce una riuscitissima operazione di marketing. «Enrico, che muore in esilio a Venezia per ragioni puramente politiche, lascia dietro di sé l’immagine di un grande benefattore: per l’usuraio si aprono le porte del Paradiso», scrive Jacqes Le Goff. In definitiva quelle pitture costituiscono «il migliore affare del grande finanziere», sostiene la medievista Chiara Frugoni.

Non molto diversamente si comporteranno i Medici a Firenze: per ripulire la loro immagine di banchieri finanzieranno il Rinascimento. Cosimo il Vecchio, quasi un secolo e mezzo dopo Scrovegni, si fa prendere dagli stessi scrupoli per la ricchezza male acquisita e si procura una bolla papale che sana tutto in cambio di un’opulenta donazione al convento fiorentino di San Marco. Il Banco Medici – che apre nel 1397 e chiude nel 1494 – finanzia le meraviglie della Firenze che ancor oggi conosciamo, ma il mecenatismo della famiglia non terminerà con la fine del banco. I Medici daranno alla Chiesa due papi (Leone X, 1513-21, e Clemente VII, 1523-34) che saranno entrambi grandi promotori dell’arte. Clemente VII, tanto per dire, è il pontefice che incarica Michelangelo di affrescare la Cappella Sistina.

Anche banchieri di più modesta levatura pensano bene di darsi una ripulita finanziando artisti. Per esempio il vicentino Pietro da Marano, detto “Nano” perché era davvero un nano, consigliere di Mastino I della Scala e banchiere dei signori di Verona fa abbellire la chiesa francescana di San Lorenzo, a Vicenza, e si fa immortalare, vestito con un saio e in tutta la sua magnifica bassezza, nel lunotto sopra il portale d’ingresso.

Detto con vocaboli moderni, e quindi anacronistici, i banchieri del Rinascimento sono assolutamente consci del fatto che devono restituire alla collettività almeno parte di ciò che la collettività ha dato loro. E così fanno.



“L’usura nel medioevo” di Ettore Gucciardo
https://www.letture.org/l-usura-nel-med ... -gucciardo

L'USURA NEL MEDIOEVO
http://www.homolaicus.com/storia/medioevo/usura.htm

Quindi direi che siete sulla mia lunghezza d'onda, gli usurai potrebbero essere visti come i banchieri del futuro, i precursori del capitalismo, svolgevano una funzione comunque necessaria, prima demonizzata, poi tollerata sempre più che lo sviluppo economico prendeva piede.
https://www.lamoneta.it/topic/91492-lus ... -medioevo/

Arka ha ricordato i veneziani, ricordo i bravi mercanti di Asti, abilissimi nelle fiere della Champagne e grandi prestatori di denaro, ma anche i milanesi non erano poi da meno.

A Verona sono riuscito a procurarmi un prezioso e interessante libro di Ettore Verga " La Camera dei Mercanti di Milano " edito nel 1914 dalla Camera di Commercio e Industria di Milano dell'epoca.

Si parla molto dei mercanti di Milano nel medioevo e sull'usura riporto: "due disposizioni riflettono due interessanti caratteristiche dei tempi : la prima è contro l'usura : se un mercante, approvato e riconosciuto come legittimo mercante, sarà denunciato da due testimoni come usuraio, sia bandito dal consorzio mercantile. Anche i negozianti, anzi essi specialmente, hanno voluto consacrare, platonica consacrazione, l'orrore che il medioevo aveva per l'usura, colpita dagli anatemi della chiesa, dalle invettive delle popolazioni, e pur sempre trionfante, giacchè data la scarsezza del contante in quei tempi, l'opera degli usurai, tra i quali i lombardi, diciamolo pure, ed i caorsini, dileggiati da Dante, avevano per lungo tempo la palma accanto agli ebrei, l'opera degli usurai era necessaria. Questa gente teneva dappertutto banchi di prestito, ma in tempi meno antichi i lombardi e i caorsini, contenti della preponderanza acquistata colla protezione della Chiesa che si serviva di loro per la riscossione delle decime, avevano escluso gli israeliti dalle grandi società di credito e costrettili nel prestito a pegno."

Un quadro abbastanza esaustivo in un Medioevo avanzato.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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