Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » dom giu 10, 2018 7:30 am

Spanish city declares Israel an ‘illegal country
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08/06/18

http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/247172

Following a major Spanish city’s vote to boycott Israel, the leader of Spain’s third-largest party called the Jewish state a “criminal country” during an interview aired by public television broadcaster.

Pablo Iglesias Turrión, leader of the Podemos far-left party, said this in an interview earlier this week on RTVE.

“We need to act more firmly on an illegal country like Israel,” said Iglesias Turrión, whose party in 2015 won 20 percent of the votes in the general election just one year after its creation.

Last week, a motion promoted by a local fraction of Podemos on the city council of Valencia, Spain’s third-largest city, was passed declaring a boycott of Israel and Valencia a “Israeli apartheid-free zone.”

Podemos has called for a blanket boycott of Israel and has accused its government many times of pursuing apartheid-like policies. However, calling Israel’s existence illegal is a new development.

ACOM, a Spanish pro-Israel group, said that Iglesias Turrión’s statement reflects anti-Semitism because Podemos does not consider any other country in the world illegal but Israel. ACOM also said that it has initiated legal proceedings against Valencia over its vote to joing the Boycott, Divestment and Sanctions movement. In recent years ACOM actions have led to the scrapping, annulment or suspension of 24 motions to boycott Israel by Spanish municipalities.

So far, Spanish tribunals, including Spain’s Supreme Court in two of its rulings, have voided a total of 16 boycott motions passed by municipalities. Another seven municipalities voluntarily scrapped their boycott motions under threat of legal action by ACOM. One municipality’s boycott motion was suspended by a court injunction.

Last week, the Spanish Socialist Workers’ Party, which is the country’s second-largest, and Podemos passed a no-confidence vote that toppled the government of the center-right Popular Party over corruption charges.

This week, Spain’s Socialist Prime Minister Pedro Sanchez was sworn into office.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mer giu 13, 2018 7:26 am

SAN MAURIZIO CANAVESE (TORINO): "QUESTO E' UN NEGOZIO EBREO"
Gianni Giacomino
12/06/2018

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 5044282183

È stata una notte tormentata a San Maurizio Canavese. Dove, nella centralissima piazza Marconi, è andata a fuoco una macchina parcheggiata vicino al dehor di un bar e le serrande di un negozio di parrucchiere sono state imbrattate con della vernice rossa. Poi qualcuno ha anche lasciato sulla saracinesca un foglio con su scritto «questo è un negozio ebreo».

Un raid davvero di cattivo gusto, sul quale stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Venaria. Per ora gli investigatori hanno accertato che il barbiere preso di mira , Gianni Errichiello, di Nole, non è ebreo, non ha parenti ebrei e, in passato, non ha mai ricevuto minacce.

I militari stanno anche cercando di capire se esiste un collegamento tra l'incendio appiccato alla Hyundai (la macchina non è di proprietà del barbiere) e la raccapricciante scritta lasciata davanti al negozio. Una mano alle indagini potrebbe arrivare dai filmati girati dalle telecamere che sorvegliano la zona.

Thanks to La Stampa


Alberto Pento
Non mi pare che gli onesti ebrei che gestiscono negozi e che sono vittime innocenti di odio demenziale e ingiustificato siano comparabili agli zingari carnefici che rubano, rapinano, truffano, sequestrano, spacciano droga e moneta falsa, taglieggiano, estorgono, ricattano e uccidono. Si sono mai viste in Italia e in Europa bande di ebrei fare quello che fanno le bande di zingari rom e sinti e di giostrai? Vedasi il caso di Latina e Roma con i 25 arresti di ieri del clan mafioso rom dei Di Silvio cugini dei Casamonica.



Mafia, scacco matto al clan Di Silvio, cugini dei Casamonica: 25 arresti tra Roma e Latina
nicola lillo
2018/06/12

http://www.lastampa.it/2018/06/12/itali ... agina.html

Scacco matto al clan Di Silvio. Con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso 25 persone appartenenti alla famiglia Rom sono finite in manette questa mattina nell’ambito di un’operazione della polizia di stato coordinata dalla Dda della procura di Roma. Tra gli arrestati anche Armando Di Silvio, detto «Lalla», considerato il capo dell’organizzazione, e insieme a lui sono finiti in manette anche Genoveffa Di Silvio, moglie del boss Armando, e Sabina De Rosa.

L’indagine contro i vertici del clan Di Silvio, parenti dei Casamonica, ha preso le mosse dalle rivelazioni del pentito Renato Pugliese che ha spiegato nel corso di varie audizioni quanto il clan fosse radicato sul territorio e totalmente autoctono, e slegato da gruppi criminali siciliani, calabresi o campani. Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino e dai pm della Capitale Barbara Zuin e di Latina, Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro, si contestano ai Di Silvio i reati di traffico di droga, estorsione, violenza privata, favoreggiamento, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reati elettorali, tutti aggravati dalle modalità mafiose.

L’indagine dello Sco e della Squadra Mobile della polizia di stato, coordinata dalla Dda, ha fatto luce su numerose estorsioni, effettuate con metodi particolarmente violenti e vessatori, come avviene nelle mafie tradizionali, spendevano sempre il nome dei Di Silvio per amplificare il potere di intimidazione, ovvero il riferimento alla destinazione del denaro richiesto al sostentamento dei carcerati e delle loro famiglie, o ancora richiamando episodi cruenti risalenti alla guerra criminale del 2010, quando le famiglie Rom si imposero sui altri gruppi criminali.

Gli arresti sono stati eseguiti tra Roma e Latina e nella vasta operazione sono stati utilizzati elicotteri della polizia e oltre 250 agenti. Alcuni uomini del clan Di Silvio hanno gestito la propaganda elettorale in favore di alcuni candidati alle elezioni comunali di Latina, ricevendo in cambio denaro. Le indagini hanno portato alla luce un quadro preoccupante: la compravendita dei voti. Alcuni tossicodipendenti di zona, infatti, erano costretti dal clan dietro minacce a votare i candidati preferiti dal clan. Non solo. I Di Silvio erano anche pagati dai politici locali per acclamare i candidati durante i comizi elettorali. Gli accordi erano per il pagamento di 30 euro a voto.

Il candidato della Lega, Francesco Zicchieri, e i manifesti elettorali

C’è anche la lista legata a Matteo Salvini tra i partiti per i quali il clan Di Silvio effettuava nel 2016 propaganda elettorale a Latina con l’affissione dei manifesti elettorali. Durante un controllo, infatti, «nell’auto di Matteo Lombardi (uomo vicino al clan) vengono rinvenuti numerosi manifesti riguardanti i candidati. Per Latina: Elsa Calandrini Lungo, «Lista Cuori Italiani»; e per la «Lista Salvini» il candidato Francesco Zicchieri. Per Terracina invece Gianluca Corradini, Gina Cetrone, e Tramentozzi «Lista Si Cambia». Ad aprile scorso Fracesco Zicchieri è stato nominato vicepresidente della Lega alla Camera dei deputati.

«Quello di oggi è un risultato importante frutto di due anni di indagine. Contro il clan Di Silvio - ha detto Prestipino - abbiamo lavorato in modo serio. Da sempre il territorio del sud Pontino è un territorio difficile, dal 2010 i Di Silvio sono diventati i capi indiscussi di Latina. L’iniziativa non resterà episodica, continueremo a lavorare».

Raid della Romanina. Le motivazioni del Riesame: «Aggressione vile e brutale»

L’aggressione del primo aprile scorso con cui Antonio Casamonica e Vincenzo, Alfredo ed Enrico Di Silvio hanno meso ko una cliente invalida e dei titolari romeni del «Roxy Bar» alla Romanina è stata «particolarmente brutale», ma anche «vigliacca e vile», come emerso dalla visione delle immagini registrare all’interno dell’esercizio. La peggiore era quella commessa da Alfredo Di Silvio «che non si è minimamente controllato e, pur avendo sentito dire dalla cliente di essere in condizioni fisiche debilitate, ha insistito nel picchiare una donna indifesa e inferma, dimostrando di essere un individuo pericolosissimo e predisposto alla violenza». A scriverlo è il tribunale del riesame della Capitale che ha confermato le misure cautelari nei confronti dei quattro arrestati, tre in carcere e uno ai domiciliari, con le accuse, a vario titolo, di lesioni personali, violenza privata e tentata minaccia aggravate dall’utilizzo del metodo mafioso e danneggiamento.

Secondo i giudici del Riesame, «i Casamonica - Di Silvio hanno operato una forma di intimidazione in progressione ed hanno aspettato il momento in cui dare sfogo alla propria carica aggressiva, in funzione dell’obbiettivo iniziale di allontanare i cittadini romeni, colpevoli di essersi presi la libertà di gestire un’attività imprenditoriale nella ’loro zona’». Per il collegio giudicante, i filmati confermano quanto dichiarato alla polizia dalle vittime dell’aggressione. E non ci sono dubbi sui caratteri ’mafiosi’ del metodo utilizzato dagli indagati che hanno agito allo scopo di «esercitare una particolare coartazione psicologica con i caratteri propri dell’intimidazione derivante dall’organizzazione criminale». E come spiega la Cassazione, perchè questa aggravante sussista, non è necessaria l’esistenza di un’associazione di stampo mafioso, ma è sufficiente «il ricorso a modalità della condotta che evochino la forza intimidatrice tipica dell’agire mafioso».


Ebrei, zingari, clandestini: accostamenti immondi e impossibili
viewtopic.php?f=205&t=2780
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » sab giu 16, 2018 8:18 am

Scalfari: “il dio di israele è il dio degli eserciti, vendicatore e vendicativo” un lettore: “e’ rassicurante l’incrollabile coerenza di chi scrisse su “roma fascista” (‘42): “gli imperi quali noi li concepiamo basati sul cardine di razza…”

http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... e-2445.htm


ISRAELE, IL DIO BIBLICO E L'EDITORIALE DI SCALFARI
Lettera a Repubblica di Stefano Romano Di Segni

Gentile Direttore, può immaginare lei che piacere ho provato nel leggere l'editoriale in prima pagina del Suo giornale di ieri, 4 gennaio, e apprendere dalla penna del suo fondatore oggi teologo Eugenio Scalfari che: «Quanto a Israele, il Dio biblico non è tanto quello di Abramo e di Salomone quanto il Dio degli eserciti di Saul e di David, il Dio vendicatore e vendicativo.

È rassicurante riconoscere in lui l'incrollabile coerenza di chi, all'inizio della sua sfolgorante carriera, scrisse su «Roma Fascista» del 24 settembre 1942: «Gli imperi quali noi li concepiamo sono basati sul cardine di razza escludendo perciò l'estensione della cittadinanza da parte dello Stato Nucleo alle altre genti».

Mi lasci solo aggiungere che è raro incontrare in un Opinion Leader maturo e flessibile, che ha scritto di tutto e del suo contrario, tanta lucidità e determinazione nel voler riaffermare le sue convinzioni evidentemente più profonde.

RISPOSTA DI SCALFARI
Il dottor Di Segni insulta invece di contestare gli argomenti con altri argomenti.

2 - IL DIO DEGLI EBREI CHE SCALFARI NOMINA INVANO
Oscar Giannino per "Libero"
CaraccioloCaracciolo Scalfari e Formenton 1984

Viva Stefano Romano Di Segni. Ieri ha scritto a Repubblica la sua condanna per quanto scritto da Eugenio Scalfari. Domenica, il fondatore di Repubblica ha parlato dell'azione israeliana contro i terroristi di Hamas. Ma era solo un incipit. Parava altrove, nella consueta censura verso la Chiesa e la sua dottrina in materia di bioetica. La condanna per la «sproporzione evidente» di Israele era comunque ferma. Ma visto che si parlava di un tema non proprio secondario per la nozione stessa di Israele - Dio - Scalfari lo liquidava sbrigativamente. In Israele, per lui, lo si adora alla stessa stregua dell'interpretazione jihadista del Corano.

A quel punto, a molti lettori di Repubblica, e innanzitutto a molti lettori ebrei, le scatole sono girate a mille. E parecchi di loro hanno preso carta e penna, mandando missive di protesta. Tanto che lo stesso giornale ha dovuto pubblicarne una per tutte. Perché la voce della protesta era girata, nella comunità romana come altrove, e non sarebbe stato corretto né elegante fare orecchie da mercante.

PRETESE TEOLOGICHE
La prescelta è stata appunto quella di Stefano Romano Di Segni. Il quale ha respinto le pretese di Scalfari «teologo», per il quale gli ebrei d'Israele hanno dimenticato il Dio d'amore di Abramo e quello della sapienza di Salomone, per adorare solo Yhwé Sabaoth, l'aspro "Dio degli eserciti". E ha concluso amaramente di non stupirsi, visto che Scalfari scriveva sulle riviste più razziste del fascismo ancora nel tardo 1942.

La scelta di Repubblica è stata quello dello scorpione, che serba in coda il veleno. La lettera di Di Segni è stata bollata in corsivo come insultante, priva di argomentazioni tali da confutare Scalfari. Una scelta che mi ha fatto riflettere. Mi ha prima fatto sorridere. Poi, mi è sembrata un po' meschinella.

Se alla direzione e all'ufficio centrale di Repubblica pensano si debba difendere il fondatore sostenendo che chi lo critica è un empio insultatore, allora alla battaglia delle idee si è sostituita l'idolatria. Bell'essere laici, criticare il Papa cattolico in nome dell'Antipapa proprio. Complimenti.

Ma, al di là delle facili battute che vengono spontanee, di fronte a tanto discettare di filosofia negli ultimi anni di prosa scalfariana, se stiamo al punto in realtà viene da dire che da stupirci c'è assai poco. Sono passati quarantuno anni ormai, dalla guerra dei Sei Giorni che vide Israele difendersi con un brillante blitz preventivo dall'ennesimo attacco che i Paesi arabi confinanti gli stavano riservando.

Molti forse non lo ricordano, ma la rottura storica tra il grande Arrigo Benedetti fondatore dell\'Espresso, ed Eugenio Scalfari che ne prese da allora il timone grazie al sostegno del principe Caracciolo, avvenne proprio perché Scalfari assunse una posizione nettamente filo-araba, condannando l'azione di Israele.

COERENZA DI FERRO
Da allora, Scalfari non ha mai cambiato idea. È Israele, in quanto Paese democratico e libero, che da sola dovrebbe capire quanto sia infondata e ingiusta, la pretesa di eliminare dal ring chi la colpisce e distrugge col terrorismo. Ricordo ancora le parole di Scalfari nel 2002. Erano passati nove anni, da quando Ytzak Rabin avevo stretto la mano di Araft a Camp David, pagandone poi due anni dopo il prezzo con la propria vita. Ancora nel 2000, vanamente Clinton aveva richiamato Arafat a Camp David con Barak, per onorare i patti sottoscritti con Israele.

Ma le stragi kamikaze contro civili israeliani inermi continuavano. E Israele a quel punto mise sotto assedio gli uffici di Arafat a Ramallah. Scalfari scrisse allora che nulla si poteva chiedere ad Arafat, tanto meno evitare i kamikaze. mentre tutto si doveva chiedere solo a Israele. Ma Sharon avrebbe detto di no, sempre e solo di no, continuava Scalfari. Mi sono sempre chiesto se quei giudizi duri come pietre gli siano tornati alla mente, quando tre anni dopo Sharon si ritirava da Gaza senza nulla pretendere. Per ritrovarsi poi Hamas che continua a tirare razzi sulle città israeliane.

È da 41 anni, che Scalfari pensa che Israele sia giustamente punita e unica responsabile dei guai dell'intero Medio Oriente. Di fronte a questo passano persino in secondo piano la superficialità e la disinvoltura con cui egli liquida Elohim agli occhi di chi è ebreo, e il valore dell'Alleanza con Dio a cui per sempre i discendenti delle dodici tribù d'Israele si sentiranno legati. In fondo, sono difetti assai prossimi a quell'istintiva e paludata apparenza di ragione che appagava il giovane Scalfari, inducendolo a scrivere in gioventù per le riviste del fascismo.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 8:43 pm

UN DURO COLPO PER LE NAZIONI UNITE: USA ESCE DAL CONSIGLIO PER I DIRITTI UMANI
20/06/2018

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 9930340062

Gli Stati Uniti si sono ritirati dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite perché è regolarmente e automaticamente contro Israele.Haley,l'Ambasciatrice americana all'ONU, definisce l'organismo un ''protettore di chi abusa dei diritti umani'' e cita l'ammissione del Congo come suo membro nonostante le fosse comuni rinvenute.

Questo è l'elenco dei paesi condannati dal consiglio negli ultimi dieci anni:
Israel 68
Syria 20
Burma 11
North Korea 9
Belarus 6
Iran 6
Eritrea 5
Sudan 3
Sri Lanka 3
Libya 2
Burundi 1
Honduras 1
Algeria 0
China 0
Iraq 0
Pakistan 0
Russia 0
Somalia 0
Turkey 0
Venezuela 0

GRAZIE agli Stati Uniti!


ONU - UNESCO e altri FAO - UNICEF (no grazie!) - e Facebook ?
Mito e organizzazioni parassitarie e criminali che non promuovono affatto i diritti umani, le libertà, il rispetto e la fraternità tra gli uomini, le genti, i popoli, le etnie, le nazioni, gli stati.
viewtopic.php?f=205&t=2404
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » lun ott 08, 2018 9:07 pm

Torino capitale dell’antisionismo
Lunedì 09 Luglio 2018 0

http://lospiffero.com/ls_article.php?id=40539

Ancora una volta il capoluogo piemontese si distingue nell’ostracismo a Israele. Dopo le lezioni a senso unico all’Università, il Consiglio comunale approva un documento contro il “paese occupante” e a favore dell'attacco palestinese di Hamas

Il Consiglio comunale di Torino riscrive la storia con un ordine del giorno su “Gaza” in cui si schiera “contro le politiche di occupazione israeliane” e definisce “pacifiche” le manifestazioni dei mesi scorsi culminate con scontri a fuoco lungo il confine tra Palestina e Israele. Il documento, presentato da Eleonora Artesio (Sinistra in Comune) e Daniela Albano (M5s), è passato con i voti a favore della maggioranza pentastellata, della stessa Artesio, di Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) e di due esponenti Pd, l’ex vicesindaco Elide Tise e Monica Canalis. Unico contrario il leghista Fabrizio Ricca, che in un articolato intervento smonta pezzo per pezzo quanto riportato nell’ordine del giorno. Una posizione ambigua, quella del gruppo dem: quasi tutti i consiglieri al momento del voto sono fuori dall’aula, compresi il capogruppo Stefano Lo Russo e Piero Fassino; restano in Sala Rossa solo Tisi e Canalis che si esprimono favorevolmente “a causa di un malinteso e di un difetto di comunicazione” afferma successivamente Lo Russo, secondo il quale “nel testo approvato vengono espresse considerazioni su Israele che non possono essere condivise e che non rappresentano la nostra posizione politica”.

LEGGI IL DOCUMENTO
http://www.lospiffero.com/documents/Ord ... 20Gaza.pdf

I promotori del documento - in cui si chiede, tra le oltre cose, “che la comunità internazionale si adoperi per far assumere a Israele le proprie responsabilità in quanto Paese occupante” - esprimono “profonda preoccupazione per il ripetersi di gravi episodi di repressione per l’uso smisurato della forza da parte dell’esercito israeliano contro la popolazione civile palestinese, in particolare nella Striscia di Gaza” e arrivano a chiedere “un’indagine internazionale” assieme a “misure per proteggere la popolazione civile”. Il riferimento è a quanto accaduto dallo scorso marzo fino al 14 maggio, giorno in cui è stata inaugurata l'ambasciata americana a Gerusalemme e 70° anniversario di quello che per gli arabi è il Giorno della Nakba (Catastrofe), cioè la nascita dello Stato d'Israele.

Un dispositivo piuttosto sbilanciato su posizioni palestinesi e nettamente partigiano in molti passaggi. Sulla natura “pacifica” di manifestazioni organizzate lungo il confine, per esempio, ci sarebbe molto da dire. “Il luogo in cui sono avvenuti gli scontri – spiega il professor Ugo Volli, ordinario di Semiotica all’Università di Torino ed esponente di spicco della comunità ebraica in Italia – è un confine di stato riconosciuto dall’Unione Europea, insomma una frontiera. Hamas ha convocato manifestazioni di massa in una zona pericolosa con l’obiettivo esplicito di sfondare quella barriera, oltre la quale, a pochi chilometri ci sono insediamenti di civili israeliani”. In quelle manifestazioni, inoltre “è documentata la presenza di miliziani di Hamas, colpiti solo quando hanno tentato di sfondare il confine. Sono loro, per il 90 per cento, i caduti di questi scontri”. Insomma, secondo i resoconti ufficiali si sarebbe trattato di un vero e proprio atto ostile nei confronti di Israele. I cecchini hanno difeso la frontiera.

Nel documento si censura la decisione degli Stati Uniti di trasferire la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme e pure la decisione degli organizzatori del Giro d’Italia di far partire proprio da Israele la kermesse ciclistica. Ricca in Sala Rossa ha aggiunto: “Nel gennaio 2006, in seguito al successo elettorale di Hamas, Stati Uniti, Russia, Onu ed Europa hanno dichiarato che per continuare a ricevere aiuti umanitari, Hamas avrebbe dovuto riconoscere lo Stato di Israele e bloccare l’attività terroristica. Condizioni respinte al punto che gli aiuti sono stati interrotti nel 2006”. Per professor Volli, triestino ebreo, che tra l'altro collabora con le riviste Pagine Ebraiche e Shalom, questo ordine del giorno “è figlio di una cultura vagamente internazionalista e terzomondista che predilige una visione ideologica dei fatti avulsa dalla realtà”. Una narrazione che “alimenta l'antisemitismo”.


LEGGI IL DOCUMENTO
http://www.lospiffero.com/documents/Ord ... 20Gaza.pdf
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » lun ott 08, 2018 9:08 pm

Sorvegliato speciale
Niram Ferretti
21 luglio 2018

http://www.linformale.eu/sorvegliato-speciale

Come Atena nacque dalla testa di Zeus, la fantastoria nacque dall’ideologia. Il nome “Palestina” deriva dai filistei, una popolazione originaria del Mediterraneo Orientale (forse dalla Grecia o da Creta) la quale invase la regione nell’undicesimo e dodicesimo secolo A.C. Parlavano una lingua simile al greco miceno. La zona nella quale si insediarono prese il nome di “Philistia”. Mille anni dopo, i Romani chiamarono la zona “Palestina”. Seicento anni dopo gli Arabi la ribattezzarono “Falastin”.

Per tutta la storia successiva non ci fu mai una nazione chiamata “Palestina” né ci fu mai un popolo chiamato “palestinese”. La regione passò dagli Omayyadi agli Abassidi, dagli Ayyumidi ai Fatimidi, dagli Ottomani agli Inglesi. Durante questo millennio il termine “Falastin” continuò a riferirsi a una regione dai contorni indeterminati e MAI a un popolo originario.

Nel 1695, l’orientalista danese Hadrian Reland scoprì che nessuno degli insediamenti conosciuti aveva un nome arabo. La maggioranza dei nomi degli insediamenti erano infatti ebraici, greci o latini. Il territorio era praticamente disabitato e le poche città, (Gerusalemme, Safad, Jaffa, Tieberiade e Gaza) erano abitate in maggioranza da ebrei e cristiani. Esisteva una minoranza musulmana, prevalentemente di origine beduina, che abitava nell’interno.

Reland pubblicò a Utrecht nel 1714 un libro dal titolo Palaestina ex monumentis veteribus illustrata, nel quale non c’è alcuna prova dell’esistenza di un popolo palestinese, né di un’eredità palestinese né di una nazione palestinese. In altre parole, nessuna traccia di una storia palestinese.

Dobbiamo avvicinarci ai nostri tempi, più precisamente al periodo in cui gli inglesi crearono, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e dell’impero ottomano la Palestina mandataria.

Gli arabi protestarono in modo acceso nei confronti della nuova realtà chiamata “Palestina”. Infatti, per loro, la Palestina era inestricabilmente collegata alla Siria. Gli arabi chiamavano la regione Balad esh sham (la provincia di Damasco) o Surya–al–Janubiya (Siria del sud). Per i nazionalisti arabi la Palestina non era altro che la Siria del sud. Punto. I siriani, ovviamente, non potevano che annuire. Il Congresso Generale Siriano del 1919 sottolineò con forza l’identità esclusivamente siriana degli arabi della “Siria del sud”, quella che gli inglesi chiamavano “Palestina”.

Nel suo libro, Il Risveglio Arabo del 1938, George Antonious, il padre della storiografia moderna araba, documenta il tumulto sorto tra gli arabi della “Grande Siria” e dell’Iraq quando inondarono le strade delle città siriane, Gerusalemme inclusa, per protestare contro la divisione geografica che gli inglesi, per ragioni geopolitiche, avevano imposto alla Siria. Antonious, come Reland prima di lui, non fa alcuna menzione di un “popolo palestinese”. Motivo? Di nuovo, non esisteva.

Facciamo un passo indietro. Nel 1920, la Francia conquista la Siria. È in questo periodo, durante il controllo francese della Siria, che inizia a prendere forma l’idea di una “Palestina” come stato arabo-musulmano indipendente, e fu il famigerato Mufti di Gerusalemme, Amin-al-Husseini, la personalità di maggior spicco tra i leaders arabi dell’epoca, a creare un movimento nazionalista in opposizione all’immigrazione ebraica determinata dal movimento sionista. In altre parole, fu il sionismo a fare da levatrice al palestinismo nazionalista. Anche allora, tuttavia, nessuno parlava di un “popolo palestinese”. Siamo nel 1920.

Ancora nel 1946, Philip Hitti, uno dei più eloquenti portavoce della causa araba dichiarava al Comitato di Inchiesta Anglo-Americano che un’entità nazionale chiamata Palestina…non esisteva.

Nel 1947, quando le Nazioni Unite stavano valutando la spartizione della Palestina mandataria in due stati separati, uno ebraico, l’altro arabo, numerosi politici e intellettuali arabi protestarono in modo acceso poiché sostenevano che la regione in questione fosse parte integrante della Siria del sud. Non c’era una popolazione “palestinese” in senso proprio, ed era dunque un’ingiustizia smembrare la Siria per creare un’altra entità che di fatto le apparteneva di diritto.

Nel 1957, Akhmed Shukairi, l’ambasciatore saudita alle Nazioni Unite dichiarò che, “È conoscenza comune che la Palestina non è altro che la Siria del sud“. Concetto ribadito da Hafez-al-Assad nel 1974, “La Palestina non solo è parte della nostra nazione araba ma è una parte fondamentale del sud della Siria”.

Dal 1948 al 1967, i diciannove anni intercorsi tra la Guerra di Indipendenza e la Guerra dei Sei Giorni, tutto quello che restava del territorio riservato agli arabi della Palestina mandataria britannica, era la West Bank (nome dato dai giordani alla Giudea e alla Samaria), che si trovava in quegli anni sotto il dominio illegale giordano, e Gaza, sotto il dominio illegale egiziano.

Durante questo periodo nessuno dei leader arabi prese neanche lontanamente in esame il diritto all’autodeterminazione degli arabi “palestinesi” che si trovavano sotto il loro dominio. Perché? Ancora, perché un “popolo palestinese” per i giordani e gli egiziani…semplicemente non esisteva.

Persino Yasser Arafat fino al 1967 usò il termine “Palestinesi”, unicamente come riferimento per gli arabi che vivevano sotto la sovranità israeliana o avevano deciso di non essere sottoposti ad essa. Nel 1964, per Arafat la “Palestina”, non comprendeva né la Giudea e la Samaria né Gaza, le quali, infatti, dopo il 1948 appartenevano reciprocamente alla Giordania e all’Egitto.

Lo troviamo scritto nella Carta fondante dell’OLP all’articolo 24, “L’OLP non esercita alcun diritto di sovranità sulla West Bank nel regno hashemita di Giordania, nella Striscia di Gaza e nell’area di Himmah”.

L’articolo 24 venne cambiato nel 1968 dopo la Guerra dei Sei Giorni, dietro ispirazione sovietica. Ora la sovranità “palestinese” si estendeva anche alla West Bank e a Gaza. Libero da possibili attriti con la Giordania e l’Egitto, Arafat, protetto dai russi, poteva allargare il campo della propria azione. La “Palestina”, adesso, inglobava anche Giudea, Samaria e Gaza.

La Guerra dei Sei Giorni è stata lo spartiacque per la creazione del “popolo palestinese”. Dopo la Guerra dei Sei Giorni tutto cambia. Da Davide, Israele diventa Golia e i “palestinesi” entrano ad occupare il proscenio della storia come popolo autoctono espropriato della propria terra dai “sionisti imperialisti”. Questa è la narrazione ormai consolidata e che, come un parassita, si è incistata nella mente di una moltitudine. Potere della menzogna. Potere della propaganda.

“Nella grande menzogna c’è una certa forza di credibilità poiché le grandi masse di una nazione sono molto più facilimente corruttibili nello stato più profondo della loro materia emozionale di quanto lo siano consciamente o volontariamente, e quindi, nella primitiva semplicità delle loro menti diventeranno più facilmente vittime di una grande menzogna piuttosto che di una piccola, poiché essi stessi spesso dicono piccole bugie per piccole cose, ma si vergognerebbero di utilizzare menzogne su larga scala. Non gli verrebbe mai in mente di fabbricare falistà colossali e non crederebbero che altri avrebbero l’impudenza di distorcere la verità in modo così infame”. (Adolf Hiltler, Mein Kampf)

Per creare questa nuova realtà del “popolo palestinese”, priva di qualsiasi aggancio con il passato era necessario che il passato venisse interamente fabbricato, o meglio, come in Tlon, Uqbar, Orbis Tertius” di Jorge Luis Borges, bisognava fare in modo che il reale venisse risucchiato dalla finzione.

Dunque ecco apparire i “palestinesi”, i quali fin da un tempo immemorabile hanno sempre vissuto nella regione e addirittura si possono fare risalire ai gebusei o, a piacimento, ai cananei. Questo popolo mitico sarebbe stato poi cacciato dagli “invasori” sionisti.

Il 31 marzo del 1977, come fosse un colpo di scena in un romanzo giallo, Zahir Mushe’in, membro del Comitato Esecutivo dell’OLP dirà, durante un’intervista:

“Il popolo palestinese non esiste. La creazione di uno stato palestinese è solo un mezzo per continuare la nostra lotta contro lo stato di Israele in nome dell’unità araba. In realtà oggi non c’è alcuna differenza tra giordani, palestinesi, siriani e libanesi. Solo per ragioni tattiche e politiche parliamo dell’esistenza di un popolo palestinese, poiché gli interessi nazionali arabi richiedono la messa in campo dell’esistenza di un popolo palestinese per opporci al sionismo”.

Il “popolo palestinese” è una pura invenzione, la quale, con grande abilità propagandistica, è stata trasformata in un fatto che ormai appartiene a tutti gli effetti alla realtà.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » lun ott 08, 2018 9:08 pm

Antisemitismo, boicottaggi e classifiche di democrazia
Informazione Corretta
Il commento di Deborah Fait
5/11 agosto 2018

http://www.informazionecorretta.com/mai ... I.facebook

Una notizia di un paio di mesi fa, che però non ha trovato lo spazio che meritava in nessun media da me controllato, è l'incidente accaduto alla moglie dell'ambasciatore israeliano in Senegal. Roba vecchia, dirà qualcuno. No, rispondo roba sempre attuale, drammaticamente attuale perchè fa parte dell'odio che da ogni parte del mondo si concentra su Israele. Veniamo ai fatti: Jeanne Hirschson, moglie dell'ambasciatore Paul Hirschson, è arrivata in Senegal quasi tre anni fa ed è subito entrata a far parte dell'Organizzazione 'Mogli di diplomatici' dedicandosi in attività sociali e di carità, incontrando la popolazione senegalese. Grazie al buon lavoro fatto, è diventata vicepresidente dell'Organizzazione. Tutto bene quindi ma poi che succede? Le mogli dei diplomatici organizzano un party e Velerie Bigot, consorte dell'ambasciatore francese in Senegal, invita la Hirschson di cui è anche amica da anni. Il giorno prima dell'evento Jeanne Hirschson riceve una telefonata dalla stessa Valerie che le dice" Devo avvisarti di non venire al Party perchè la tua presenza è un problema per molte persone. Non tutti amano Israele" . La Hirschson sotto shock, fatica per un momento a capire quello che le e' appena stato detto, una situazione paradossale, e ripete:" Fammi capire, la moglie dell'ambasciatore francese sta dicendo alla moglie dell'ambasciatore israeliano che la sua presenza non è gradita al party dell'organizzazione di cui e' membro e vicepresidente perchè e'...israeliana?" Valerie Bigot, probabilmente imbarazzata, almeno spero fosse imbarazzata, risponde:" Non ti sto dicendo di non venire, ti sto solo avvisando che se tu venissi non sarebbe piacevole per te. Qualcuno a causa della tua presenza se ne potrebbe andare. Temo che sarebbe molto imbarazzante". Naturalmente Jeanne Hirschson ha deciso di restarsene a casa e un mese fa ha dato le dimissioni dalle sue cariche e, col marito, sono tornati in Israele.

Ormai non si contano i boicottaggi nei confronti di Israele, sono cosi' tanti che si potrebbe fondare 'Il club internazionale del boicottaggio a Israele' ed entrare nel guinness dei primati. Nelle competizioni sportive si contano ogni anno atleti arabi o islamici che rifiutano di confrontarsi con i loro colleghi israeliani. Succede sempre. Se le competizioni avvengono in paesi arabi i club israeliani ne sono sempre esclusi. Persino la piccola campionessa di scacchi israeliana, Liel Levitan, di 7 anni, è stata respinta dalla Tunisia dove doveva partecipare a un Torneo Internazionale di scacchi. Insomma i casi di boicottaggio dovuto alla nazionalità israeliana non si contano. Sinceramente non avevo mai sentito che questo schifo avvenisse anche in campo diplomatico, credo, spero, sia la prima volta che accade soprattutto tra due paesi che hanno rapporti e che si scambiano gli ambasciatori. Un episodio che avrebbe dovuto avere una grande copertura mediatica proprio perchè in odore di razzismo antisemita in un ambiente che dovrebbe esserne esente se non altro per opportunismo e savoir faire. https://www.ynetnews.com/articles/0,734 ... 84,00.html

Le notizie della settimana appena trascorsa, riguardano per lo più l'attacco missilistico di Hamas su Israele, degli imbrogli dei media internazionali per far apparire Israele come il colpevole.Poi la legge su Israele Nazione-stato del popolo ebraico, sempre contestata da chi non si rassegna a una realtà vecchia di 3000 anni. Ma quello che mi ha molto colpita e mi ha fatta anche sbellicare dalle risate è la notizia riportata da Angelo Pezzana sull'unica democrazia del Medio Oriente che non è più Israele. http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=71667 .

Israele dunque è stata retrocessa da 'democrazia liberale' a 'democrazia elettorale' ed è stata superata, udite udite, dalla Tunisia, si proprio quella stessa Tunisia che ha impedito alla piccola Liel Levitan di partecipare a una gara di scacchi. Questa farsa, perchè è così che va chiamata, è stata organizzata dal Rapporto annuale che registra il grado di democrazia in 178 paesi. Naturalmente il conflitto con i palestinesi ha avuto il suo peso e si sa che ogni Organizzazione internazionale, dalla più grande e importante alla più piccola e insignificante, ritiene Israele responsabile del conflitto. I palestinisti sono come sempre innocenti. Ormai non dovremmo meravigliarci più di niente. Fa una certa impressione però che Israele, così piccolo, che ha invano dimostrato di cercare solo la pace con i propri nemici, sia considerato un tale cattivo e pericoloso soggetto da odiare, da boicottare, da umiliare in tutti i modi, da colpire con risoluzioni ingiuste e razziste, da offendere in ogni modo possibile. Non solo, chi frequenta internet sa perfettamente che nessun popolo al mondo è più odiato di quello ebraico, basta entrare nella posta dei maggiori quotidiani per leggere le peggiori e disumane ingiurie. Niente di nuovo insomma, l'unico problema è che fa male.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » lun ott 08, 2018 9:09 pm

Israele, le leggende nere, Erode e gli “innocenti”
Niram Ferretti
21 agosto 2018

http://www.linformale.eu/israele-le-leg ... nnocenti-2

Nel 1948, il nascente Stato di Israele sconfisse gli eserciti di Egitto, Iraq, Siria, Transgiordania, Libano, Arabia Saudita e Yemen che volevano distruggerlo completamente. Il jihad contro Israele proseguì, ma lo Stato ebraico tenne duro, sconfiggendo ancora Egitto, Iraq, Siria, Giordania e Libano nella guerra dei Sei Giorni nel 1967 e l’Egitto e la Siria ancora una volta nella guerra dello Yom Kippur del 1973. Nell’ottenere queste vittorie contro enormi difficoltà, Israele riscosse l’ammirazione del mondo libero, vittorie che comportarono l’attuazione più audace e su più ampia scala nella storia islamica del detto di Maometto: “La guerra è inganno”.

Per distruggere l’impressione che il piccolo Stato ebraico stesse fronteggiando ingenti nemici arabi musulmani e che stesse prevalendo su di loro, il KGB sovietico (il Comitato sovietico per la sicurezza dello Stato) inventò un popolo ancora più piccolo, i “palestinesi”, minacciato da una ben funzionante e spietata macchina da guerra israeliana. Nel 134 d.C., i Romani avevano espulso gli ebrei dalla Giudea dopo la rivolta di Bar Kokhba e ribattezzarono la regione Palestina, un nome tratto dalla Bibbia, il nome degli antichi nemici degli Israeliti, i Filistei. Ma il termine palestinese era sempre stato riferito a una regione e non a un popolo o a una etnia. Negli anni Sessanta, tuttavia, il KGB e il nipote di Hajj Amin al-Husseini, Yasser Arafat, crearono tanto questo presunto popolo oppresso quanto lo strumento della sua libertà, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP).

Ion Mihai Pacepa, già vicedirettore del servizio di spionaggio della Romania comunista durante la Guerra Fredda, in seguito rivelò che “l’OLP era stata una invenzione del KGB, che aveva un debole per le organizzazioni di ‘liberazione’. C’era l’Esercito di liberazione nazionale della Bolivia, creato dal KGB nel 1964 con l’aiuto di Ernesto ‘Che’ Guevara (…) inoltre, il KGB creò il Fronte democratico per la liberazione della Palestina, che perpetrò numerosi attacchi dinamitardi. (…) Nel 1964, il primo Consiglio dell’OLP, composto da 422 rappresentanti palestinesi scelti con cura dal KGB, approvò la Carta nazionale palestinese – un documento che era stato redatto a Mosca. Anche il Patto nazionale palestinese e la Costituzione palestinese nacquero a Mosca, con l’aiuto di Ahmed Shuqairy, un influente agente del KGB che divenne il primo presidente dell’OLP”.

Affinché Arafat potesse dirigere l’OLP avrebbe dovuto essere un palestinese. Pacepa spiegò che “egli era un borghese egiziano trasformato in un devoto marxista dall’intelligence estera del KGB. Il KGB lo aveva formato nella sua scuola per operazioni speciali a Balashikha, cittadina a est di Mosca, e a metà degli anni Sessanta decise di prepararlo come futuro leader dell’OLP. Innanzitutto, il KGB distrusse i documenti ufficiali che certificavano la nascita di Arafat al Cairo, rimpiazzandoli con documenti falsi che lo facevano figurare nato a Gerusalemme e, pertanto, palestinese di nascita”.

Arafat potrebbe essere stato marxista, almeno all’inizio, ma lui e i suoi referenti sovietici fecero un uso copioso dell’antisemitismo islamico. Il capo del KGB, Yuri Andropov, osservò che “il mondo islamico era una piastra di Petri in cui potevamo coltivare un ceppo virulento di odio antiamericano e antisraeliano, cresciuto dal batterio del pensiero marxista-leninista. L’antisemitismo islamico ha radici profonde… . Dovevamo solo continuare a ripetere i nostri argomenti – che gli Stati Uniti e Israele erano ‘paesi fascisti, imperial-sionisti’ finanziati da ricchi ebrei. L’Islam era ossessionato dall’idea di evitare l’occupazione del suo territorio da parte degli infedeli ed era assolutamente ricettivo al ritratto da noi fatto del Congresso americano come un rapace organismo sionista volto a trasformare il mondo in un feudo ebraico”.

Il membro del Comitato esecutivo dell’OLP, Zahir Muhsein, spiegò in modo più esaustivo la strategia in una intervista del 1977 al quotidiano olandese Trouw:

Il popolo palestinese non esiste. La creazione di uno stato palestinese è solo un mezzo per continuare la nostra lotta contro lo stato di Israele per la nostra unità araba. In realtà, oggi non c’è alcuna differenza fra giordani, palestinesi, siriani e libanesi. Solo per ragioni politiche e strategiche parliamo oggi dell’esistenza di un popolo palestinese, dal momento che gli interessi nazionali arabi esigono che noi postuliamo l’esistenza di un distinto “popolo palestinese” che si opponga al sionismo. Per ragioni strategiche, la Giordania, che è uno stato sovrano con confini definiti, non può avanzare pretese su Haifa e Jaffa mentre, come palestinese, posso indubbiamente rivendicare Haifa, Jaffa, Bee-Sheva e Gerusalemme. Tuttavia, nel momento in cui rivendicheremo il nostro diritto a tutta la Palestina, non aspetteremo neppure un minuto a unire Palestina e Giordania.

Una volta che era stato creato il popolo, il loro desiderio di pace poteva essere facilmente inventato. Il dittatore romeno Nicolae Ceausescu insegnò ad Arafat come suonare l’Occidente come un violino. Pacepa raccontò: “Nel marzo del 1978 condussi in gran segreto Arafat a Bucarest per le istruzioni finali su come comportarsi a Washington. ‘Devi solo far finta di rompere con il terrorismo e riconoscere Israele, ancora, e ancora e ancora’, disse Ceausescu ad Arafat. (…) Ceausescu era euforico all’idea che Arafat e lui potessero riuscire ad accaparrarsi un Premio Nobel per la pace con la loro farsa del ramoscello d’ulivo. (…) Ceausescu non riuscì a ottenere il suo Premio Nobel per la pace. Ma nel 1994 Arafat lo ricevette, proprio perché continuò a interpretare alla perfezione il ruolo che gli avevano affidato. Aveva trasformato la sua OLP terrorista in un governo in esilio (l’Autorità palestinese), fingendo sempre di porre fine al terrorismo palestinese, pur continuando ad alimentarlo. Due anni dopo la firma degli accordi di Oslo, il numero degli israeliani uccisi dai terroristi palestinesi era aumentato del 73 per cento”.

Questa strategia ha continuato a funzionare alla perfezione, attraverso i “processi di pace” negoziati dagli Stati Uniti, dagli accordi di Camp David del 1978 alla presidenza di Barack Obama e oltre, senza posa. Le autorità occidentali non sembrano mai riflettere sul perché siano tutti falliti così tanti tentativi di raggiungere una pace negoziata tra Israele e i “palestinesi”, la cui esistenza storica oramai tutti danno per scontata. La risposta, ovviamente, sta nella dottrina islamica del jihad. “Cacciateli da dove vi hanno cacciato” è un ordine che non contiene alcuna mitigazione e che non accetta nessuno.

Nota: Questo è un estratto esclusivo dal nuovo libro di Robert Spencer, The History of Jihad From Muhammad to ISIS. Tutte le citazioni sono contenute nel libro.

Traduzione in italiano di Angelita La Spada
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » lun ott 08, 2018 9:10 pm

Dati mostruosi nei paesi arabi, in Europa spaventa la Grecia
Riccardo Ghezzi
il 9 luglio 2017

http://www.linformale.eu/antisemitismo- ... agli-ebrei

Il sito Global100 ha pubblicato una mappa basata sui risultati di un sondaggio condotto dall’Anti Defamation League, l’ong statunitense che da anni combatte l’antisemitismo.
Il monitoraggio è aggiornato ogni anno, gli ultimi risultati disponibili sono quelli riguardanti il 2014, con alcuni aggiornamenti non ancora completi per il 2015. Il criterio usato si basa sulle risposte affermative che gli intervistati forniscono a domande riconducibili ai principali luoghi comuni (negativi) sugli ebrei: ad esempio “Ritiene che gli ebrei abbiano troppo potere in economia e sui media?”, “Ritiene che gli ebrei siano legati maggiormente ad Israele che al proprio Paese?”.
In base alle risposte, l’Anti Defamation League stila un indice di antisemitismo, utile anche a capire quali siano i paesi europei maggiormente ostili nei confronti degli ebrei.



Come si può notare dall’illustrazione, il quadro risulta variegato. Si passa da Paesi con un indice di antisemitismo pericolosamente alto, come la Grecia che registra un 69% di opinioni negative nei confronti degli ebrei (leggero calo nel 2015: 67%), a Paesi come il Regno Unito la cui percentuale è invece pari all’8% (salita però al 12% nel 2015).
In Europa, dietro la Grecia (fortunatamente piuttosto staccati) ci sono Bulgaria e Polonia rispettivamente con il 44% e il 45%. Abbastanza inquietante anche il dato della Francia, che è il Paese con la maggiore concentrazione di ebrei nel continente: il 37% degli intervistati ha espresso opinioni antisemite.
Va leggermente meglio all’Italia, dove la percentuale si è fermata al 20%, ma il dato del 2015 appare in pericolosa crescita: 29%.
In Germania invece la percentuale è del 27%.
Ben più alte, ma non stupisce, le percentuali di antisemiti in Medio Oriente: 69% in Turchia (71% nel 2015), 75% in Egitto, 74% in Arabia Saudita, 78% Libano, 81% Giordania, 82% Kuwait, 88% Yemen, addirittura 92% Iraq. Non stupisce il dato altissimo (93%) registrato nella striscia di Gaza e in West Bank, sorprende quello relativamente basso dell’Iran (56%, salito però al 60% nel 2015).
In Asia, la Russia registra un 30% (calato al 23% nel 2015), il Giappone il 23%, la Cina il 20%. l Paesi meno antisemiti del mondo? Le Filippine con il 3% e il Laos con lo 0,2%, quasi azzerato. Bassi anche i dati di Usa (9%), Canada (13%) e Australia (14%).

Dividendo il mondo in macrozone, le percentuali sono le seguenti: 14% in Oceania, 19% nel continente americano (alzano la media il 52% di Panama e il 41% della Colombia e della Repubblica Dominicana); 22% in Asia; 23% nell’Africa sub-sahariana; 24% nell’Europa occidentale; 34% nell’Europa orientale e ben 74% in Medio Oriente e Nordafrica.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » lun ott 08, 2018 9:10 pm

Reggio Emilia contro Israele: "Smisurato uso dell'esercito ai danni dei civili in Palestina. Si faccia indagine internazionale”
2018/10/04
https://nextstopreggio.it/2018/10/04/re ... a-indagine

Il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha approvato – con 18 voti favorevoli (Pd, SI, Art. 1 – Mdp, M5S) e 3 voti contrari (Gruppo Misto, FI, Lega Nord) – una mozione dei consiglieri De Lucia, De Franco, Lusenti e Vergalli, contro le repressioni dell’esercito israeliano ai danni dei civili in Palestina (leggi qui integralmente la Mozione votata e approvata nella seduta del 1 Ottobre 2018).

“Nel corso delle ultime settimane -scrivono gli amministratori autori della Mozione- si è assistito ad una durissima repressione da parte delle forze armate israeliane delle proteste pacifiche della popolazione palestinese dei territori Palestinesi Occupati, nell’ambito delle mobilitazioni popolari contro le politiche di occupazione israeliane, contro il blocco illegale israeliano della Striscia di Gaza e per il diritto al ritorno dei rifugiati protrattesi fino al 15 maggio, ricorrenza del 70° anniversario della fondazione dello stato di Israele che i palestinesi ricordano come il Giorno della Nakba (Catastrofe)”.

“La repressione israeliana ha causato a partire dal 30 marzo 2018 più di 100 morti e oltre 10000 feriti tra i manifestanti”, “La decisione del governo USA di trasferire da Tel Aviv a Gerusalemme la sede della propria rappresentanza diplomatica è avvenuta nonostante le proteste dei palestinesi”….

“Il Consiglio comunale di Reggio Emilia esprime profonda preoccupazione per il ripetersi di gravi episodi di repressione e per l’uso smisurato ella forza da parte dell’esercito israeliano contro la popolazione civile palestinese, in particolare nella Striscia di Gaza. Si unisce alle richieste di un’indagine internazionale indipendente e chiede che vengano prese misure efficaci per proteggere la popolazione civile. Chiede che la comunità internazionale si adoperi per fare assumere a Israele le proprie responsabilità in quanto Paese occupante per il trattamento della popolazione civile secondo quanto previsto dal diritto internazionale umanitario. Chiede al Governo italiano e agli organi della Unione Europea di impegnarsi per la sospensione delle forniture di armi e attrezzature militari come chiesto anche da Amnesty International”.


Il confine Gaza- Israele riassunto in una sola foto: i bambini in prima linea, gli adulti nel retro.
Semplicemente ripugnante.
Grazie a chi condividera' questo post.
https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 8793970174

Roberto Moggi
Non solo se ne fanno scudo - ben sapendo che l'esercito di difesa israeliano, essendo di uno stato civile e democratico (unico nel Medio Oriente), non potrà difendere efficacemente i propri civili come potrebbe - ma vengono appositamente inviati - come fossero adulti - all'attacco di militari della difesa e civili delle zone di confine, con micidiali fionde a biglie di ferro e pietre acuminate, lancio di sassi taglienti e talvolta bombe molotov, per non parlare dei micidiali e potenzialmente stragisti palloncini incendiari che inviano sui civili israeliani... C'è dietro una vera e propria regia criminale impregnata di una cultura di morte...
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