Gerusalemme capitale di Israele

Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 9:00 pm

Lunedì 14 maggio 2018 prossimo io festeggio con Israele e i suoi ebrei
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

Il 14 maggio prossimo io festeggio con Israele e i suoi ebrei i 70 dello stato israeliano, la sua dichiarazione d'indipendenza, Gerusalemme capitale ed il trasferimento dell'ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme.
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Lunedì 14 maggio prossimo io veneto indipendentista festeggio con Israele e i suoi ebrei
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 9:00 pm

“Grazie presidente Trump Riconoscendo la storia hai fatto la storia”
14 maggio 2018
David Sinai

http://www.italiaisraeletoday.it/grazie ... -la-storia

“Presidente Trump – ha detto Benjamin Netanyahu – riconoscendo la storia, hai fatto la storia, tutti noi siamo profondamente commossi e tutti noi siamo profondamente grati. Grazie, Presidente Trump, per avere il coraggio di mantenere le promesse!”

Sessantanove anni dopo che Israele aveva dichiarato Gerusalemme come sua capitale, e 23 anni dopo che il Congresso degli Stati Uniti aveva approvato una legge che imponeva che Washington trasferisse la sua ambasciata, gli Stati Uniti hanno aperto formalmente l’ambasciata a Gerusalemme.

In un video all’indirizzo dell’assemblea, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che “Israele, come tutte le nazioni sovrane, ha il diritto di nominare la propria capitale. Gli Stati Uniti saranno sempre un grande amico di Israele e un partner nella causa della libertà e della pace.”
Il genero e il consulente senior di Trump, Jared Kushner, è salito sul palco. per dichiarare che “Quando il presidente Trump fa una promessa, la mantiene.Trasferendo la nostra ambasciata a Gerusalemme, abbiamo dimostrato ancora una volta al mondo che ci si può fidare degli Stati Uniti. Noi stiamo con Israele perché crediamo entrambi nella libertà, siamo uniti perché crediamo entrambi nei diritti umani, siamo uniti perché entrambi crediamo nella democrazia e sappiamo cosa è giusto da fare.”

Da sottolineare che Kushner ha ricevuto un clamoroso e fragoroso applauso quando ha menzionato la decisione del presidente Trump di uscire dall’accordo nucleare iraniano, e quando ha reso grazie all’ambasciatore statunitense all’ONU Nikki Haley per il suo duro lavoro.


Io sto con Trump, gli USA e non sono antiamericano.
Sto con Israele e i suoi ebrei e e assolutamente non posso minimamente stare dalla parte dei nazi maomettani chiunque essi siano: palestinesi, arabi, siriani, iraniani, irakeni, egiziani, pakistani, turchi, marocchini, tunisini, algerini, libici, nigeriani, afgani, ...
https://www.facebook.com/Netanyahu/vide ... 5553887076


Su Gerusalemme l’eutanasia della democrazia europea di fronte all’Islam
14/05/2018

https://www.rightsreporter.org/su-gerus ... e-allislam

Oggi a Gerusalemme, cioè nella legittima capitale di Israele, si inaugura la nuova ambasciata degli Stati Uniti dopo che il Presidente Trump ne aveva ordinato il trasferimento da Tel Aviv. L’estremismo islamico è in subbuglio e se c’è una cosa certa è che non si lascerà sfuggire l’occasione per cercare di creare caos, attentati e morti.

Hamas, l’Iran e l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ormai da mesi soffiano sul fuoco sostenuti incredibilmente dalla posizione assunta dall’Europa che se da un lato si è detta contraria alla decisione del presidente Trump, dall’altro non ha fatto nulla per cercare di gettare acqua sul fuoco delle annunciate violenze, anzi, ha dato l’impressione di schierarsi con quegli estremisti islamici che vorrebbero trasformare una decisione logica e comunque politica in un conflitto di religione finendo così per gettare benzina su quel fuoco che avrebbe dovuto spegnere.

Israele e Stati Uniti non si piegano all’Islam

Ma Israele e Stati Uniti non si sono piegati alla prepotenza islamica, non hanno ceduto al ricatto violento di coloro che ritengono Gerusalemme una città esclusivamente musulmana, addirittura una città santa per l’Islam. Oggi l’inaugurazione ci sarà anche se blindata da eccezionali misure di sicurezza allargate a tutto il Paese e al confine con Gaza.

La resa e il suicidio europeo

L’Europa si è schierata sin da subito contro la decisione del Presidente Trump di trasferire l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, ma non perché la decisione in se non fosse corretta, d’altro canto ogni Paese ha il diritto di scegliersi la capitale che vuole, ma per il timore che il mondo islamico si sollevasse e che trasformasse questo atto normale e assolutamente diplomatico in una guerra di religione. Un timore fondato ma che tuttavia non giustifica una resa senza condizioni come quella europea.

E’ come se l’Europa condizionasse la sua politica estera in base ai desiderata musulmani e non al Diritto Internazionale. Si poteva essere contrari al trasferimento dell’ambasciata USA a Gerusalemme senza però schierarsi così smaccatamente dalla parte islamica, un atteggiamento che finisce per giustificare le violenze che sicuramente oggi ci saranno. Una resa all’islam che non trova nessuna giustificazione logica se non quella del suicidio, di una eutanasia della democrazia di fronte alla prepotenza islamica.

Oggi nessuno dei più importanti Paesi europei parteciperà alla inaugurazione della ambasciata USA a Gerusalemme, certamente nessuno dei Paesi fondatori della UE, gli stessi che proprio sulla democrazia hanno creato le basi dell’Unione Europea. Un non senso incomprensibile per chi va in giro per il mondo a sostenere di essere la maggior rappresentazione di pace e democrazia del pianeta.


Io veneto sto con Israele e i suoi ebrei che sono tra gli uomini più umani e civili della terra
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Il giorno in cui Israele ha vinto
14 maggio 2018

http://www.linformale.eu/il-giorno-in-c ... e-ha-vinto

Sono tanti i momenti, a partire da quel 14 maggio del 1948, in cui Israele ha potuto festeggiare delle vittorie di natura politica, accademica o economica. Israele è una grande nazione e questo è chiaro a tutti, nonostante un territorio limitato e l’accanimento dei vicini arabi, ha costruito uno stato forte, un’economia competitiva, un sistema fresco, funzionante e democratico.

Ad Israele non manca nulla (ad eccezione del petrolio, forse). Nell’ultimo anno, registrando l’ennesima vittoria politica, Gerusalemme, grazie ad abilità politica e intelligenza, è riuscita addirittura a vincere il pregiudizio delle grandi nazioni arabe, che pur condividendo ancora una certa preoccupazione per il destino dei palestinesi, si sono convinte che Israele può essere un valido partner, se non altro per quanto riguarda la tecnologia, lo sfruttamento delle risorse idriche, l’intelligence.

Israele ha vinto molto più in un anno di quanto non avesse vinto nei precedenti quattro, quando l’amministrazione Obama, cosi imbevuta di terzomondismo e spirito di arrendevolezza nei confronti del terrorismo di matrice islamica, aveva per la prima volta rotto il patto non scritto di fiducia e amicizia con lo stato ebraico, appoggiando il JCPOA e dando, cosi all’Iran il via libera per ottenere tutti gli strumenti necessari per la nascita di un programma nucleare militare.

Mentre il mondo, ha festeggiato l’avvicinamento tra occidente e la repubblica teocratica degli ayatollah, Israele ha continuato a ricevere le solite minacce senza riscontro, tentando, ormai senza più l’appoggio degli alleati storici, di riscoprire il proprio valore e di elaborare una nuova strategia. In poco tempo, grazie anche all’appetito territoriale sciita, il quale ha suscitato lo spavento del mondo arabo, Israele ha tessuto una rete di rapporti con i propri vicini con abilita notevole.

Dopo essersi guadagnato, con una fatica imponente tanto quanto il pregiudizio contro di sè, il rispetto di numerosi stati dell’Africa centrale, aiutati tanto nella lotta all’Ebola quanto nell’ambito del deficit idrico e in quello agricolo, dopo essersi guadagnato e il rispetto di una buona parte del Sud America, (di chi ne ha chiesto l’appoggio contro le FARC e contro la criminalità organizzata), Israele ha finalmente superato gli otto anni dell’amministrazione Obama. Tutto ciò nonostante la delusione iniziale e le pugnalate alle spalle provenienti dall’altro alleato storico, l’Europa – che tra le dichiarazioni propalestiniste della Mogherini e l’appoggio alle risoluzioni UNESCO in cui si afferma che non esiste legame tra il popolo ebraico, il Monte del Tempio e le tombe dei Patriarchi.

Israele ha fatto, come sempre da prima della sua nascita, di necessità virtù, plasmando le politiche degli ultimi anni sulla base della più netta strategia militare “alla Sun Tzu”, tessendo reti con i “nemici dei nemici” e servendosi del servizio di intelligence più efficiente al mondo per prevenire la nuclearizzazione dell’Iran e per contastarne le aspirazioni egemoniche. Si tratta dello stesso spirito di determinazione che mosse i pionieri a trovare l’acqua nel deserto e a coltivarlo nelle condizioni più drammatiche e che ha portato la politica a trovare, nell’epoca dei tradimenti, una nuova schiera di alleati e una nuova narrativa che possa affrontare al meglio gli anni a venire.

Quello che mancava a Israele non è mai stata la vittoria, bensì il riconoscimento, da parte del mondo, della vittoria stessa. L’inaugurazione dell’ambasciata americana a Gerusalemme è una vittoria simbolica per Israele, perché, di fatto non afferma un cambiamento sostanziale, un ribaltamento di piani, certifica semplicemente la realtà: Gerusalemme è la capitale di Israele, lo è dal 1948, e lo è spiritualmente e culturalmente da 3000 anni.

Ma la giornata di ieri rappresenta, forse come nessun altro avvenimento nella storia di questo grande piccolo paese, il riconoscimento di questa realtà da parte degli Stati Uniti, un amico ritrovato grazie all’elezione di Donald J. Trump. Si tratta di una ventata di aria fresca per la popolazione israeliana, che ha lottato decenni per sé stessa e per la difesa dell’Occidente senza mai ottenere una parola di appoggio da parte dei molti che hanno beneficiato per decenni dell’unico baluardo di democrazia nella regione.

Il giorno in cui Israele ha vinto di più non è un giorno di vittoria, ma un giorno di riconoscimento, di sostegno, appoggio e amicizia. È un giorno che molti hanno sognato, senza sperare che, per questo, si potesse inventare da zero una pace con un partner inesistente. Il giorno in cui Israele ha vinto non ha nulla a che vedere con la guerra, non parla della fine degli scontri con i palestinesi, non riguarda la pace con gli stati arabi: il 14 maggio del 2018 verrà ricordato come il giorno in cui Israele ha finalmente identificato Gerusalemme con se stessa grazie al realismo dell’Amministrazione Trump, che ha riconosciuto e ufficializzato un’identità negata dagli interessi della comunità internazionale.

La verità storica non potrà più essere sottoposta al revisionismo delle istituzioni europee, né di chi, appoggiando il falso, ha pensato anche solo per un momento che Israele concedesse Gerusalemme a chi ha contribuito per decenni a negarne il legame indissolubile con il popolo ebraico.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 9:01 pm

Gerusalemme, Città Santa contesa nei millenni
Redazione ANSA
2018/05/15

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/m ... 97ee9.html

Gerusalemme è la Città Santa contesa per eccellenza. E l'apertura dell'ambasciata Usa di oggi con la guerriglia esplosa a Gaza è l'ultimo episodio di una storia millenaria di guerre, devastazioni, assedi e conquiste cruente. Per gli ebrei non è solo la loro capitale spirituale, fondata dal mitico re Davide: nel 1980, la Knesset l'ha proclamata, in modo unilaterale e non riconosciuto dalla comunità internazionale, "capitale unica, indivisibile ed eterna" dello Stato di Israele. Ma anche i palestinesi ne rivendicano la parte orientale come capitale di una loro futura nazione. L'abitato è diviso grosso modo in due parti: ad Ovest la città ebraica, dove si trovano le maggiori istituzioni di Israele, gli uffici del Parlamento e del Governo; ad Est i quartieri arabi. Nel centro la Città vecchia, circondata dalle possenti mura ottomane. Qui, nello spazio di poche centinaia di metri, talvolta persino sovrapposti l'uno sull'altro, si trovano i luoghi più sacri per buona parte dell'umanità: il Muro del Pianto, o il Muro occidentale, è quello che rimane del Secondo Tempio, costruito nel sesto secolo avanti Cristo - dopo il ritorno dalla prigionia babilonese - sulle macerie del primo Tempio di re Salomone, edificato nel mille avanti Cristo. Su un terrapieno sopra il muro si estende la Spianata delle Moschee, e in particolare Al Aqsa, dove si svolge ogni settimana la grande preghiera del venerdì, e la Cupola della Roccia, il più antico edificio islamico del mondo, gioiello dell'arte omayyade, eretto nel 691 dopo Cristo a suggellare la conquista di Gerusalemme da parte del califfo Omar.

Da qui, racconta la leggenda, Maometto spiccò il volo verso il cielo e l'impronta del suo piede è rimasta impressa in una roccia. Poco distante si trova infine il Santo Sepolcro, cuore della cristianità, controllato, in una sorta di pace armata, da cristiani latini, ortodossi, armeni, copti, etiopici e siriaci. Ognuno sente Gerusalemme come propria città, come una parte essenziale della propria identità. Ciò spiega le conquiste e le riconquiste della storia: dai persiani ai babilonesi, dai romani ai bizantini, dai musulmani ai crociati, per finire di nuovo ai vari califfati islamici e all'impero ottomano, che l'ha amministrata fino alla sconfitta della Prima guerra mondiale, consegnandola al mandato britannico. La città - in ebraico Yerushalayim (che vuol dire 'ascolta') e in arabo al-Quds ('la Santa') - venne divisa tra parte occidentale e parte orientale dopo la proclamazione dello Stato di Israele nel 1948 e il conflitto contro gli eserciti arabi. Fino al 1967, la parte est, che comprende anche la Città vecchia, è rimasta sotto controllo giordano. Poi, durante la guerra dei Sei Giorni, l'esercito israeliano sfondò ogni resistenza e i soldati con la Stella di Davide si ritrovarono, attoniti e increduli, davanti al Muro del Pianto. Diverse risoluzioni del Consiglio di Sicurezza (nessuna vincolante) hanno denunciato o dichiarato non validi i tentativi di Israele di controllare o unificare Gerusalemme.

Con la risoluzione 478 del 1980 (passata con 14 voti favorevoli e l'astensione degli Usa) in particolare, il Consiglio di sicurezza ha condannato la Legge per Gerusalemme del 1980 approvata dalla Knesset, definendola una "violazione del diritto internazionale". Nel 2009 l'Assemblea Generale, nella risoluzione 63/30, ha affermato che "tutte le azioni intraprese da Israele, potenza occupante, per imporre le proprie leggi, la propria giurisdizione e la propria amministrazione sulla Città Santa di Gerusalemme sono illegali e quindi prive di qualunque legittimità". Poi alla Casa Bianca è arrivato Trump, l'America ha riconosciuto Gerusalemme capitale d'Israele trasferendoci l'ambasciata. E tutto sta cambiando di nuovo.


Gino Quarelo
Gerusalemme è innanzi tutto e sopratutto la citta santa degli ebrei e la capitale di Israele.
I romani come i nazisti maomettani sono stati invasori, imperialisti delinquenti che non hanno mai rispetto gli ebrei e la loro terra.



Giorgio Bauducco
L'Ansa si distingue sempre per la sua mancanza di obbiettività verso Israele.
"Leggendario re Davide" ma che leggendario è un personaggio storico!
Nel 1948 la Giordania attaccò il neonato stato di Israele con la Legione Araba (con l'aiuto di ufficiali inglesi) INVASE west banck e parte di Gerusalemme (cosiddetta Gerusalemme est) CACCIANDO tutti gli ebrei che ci vivevano (da millenni)
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » ven giu 08, 2018 3:36 pm

Israele, dopo il calcio la musica: salta l'Eurovision
Fausto Biloslavo - Ven, 08/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 37973.html

L'evento spetta allo Stato ebraico che indica Gerusalemme. Per gli organizzatori «troppo divisiva»

Prima l'amichevole con l'Argentina saltata all'ultimo momento. E adesso tocca ad Eurovision, il festival della canzone europea ispirato da Sanremo.

Gli organizzatori non vogliono tenere la gara musicale a Gerusalemme città troppo «divisiva» dopo l'investitura americana come capitale di Israele. Lo stesso scoglio politico che ha fatto saltare la partita di calcio fra lo Stato ebraico e l'Argentina di Lionel Messi.

La notizia non è ancora ufficiale ed è trapelata da Israele, membro organizzativo dell'Unione televisiva europea che manda in onda il festival. Il bello è che i cantanti israeliani hanno partecipato alla competizione musicale europea 41 volte dal 1973 vincendo in quattro occasioni. E ben due volte, nel 1979 e nel 1999, Eurovision è stata ospitata proprio a Gerusalemme, la città contesa con i palestinesi.

La ministra della Cultura e dello Sport, Miri Regev, ha messo le mani avanti dichiarando che se «Eurovision non si terrà a Gerusalemme non l'ospiteremo da altre parti». Fedelissima del primo ministro Benjamin Netanyahu era stata proprio lei a spostare l'amichevole con l'Argentina da Haifa a Gerusalemme, dove gli Usa hanno da poco trasferito l'ambasciata, sollevando sanguinose proteste dei palestinesi. L'edizione di quest'anno è stata vinta il 12 maggio dalla cantante israeliana Netta Barzilai nella finale di Lisbona. Per questo motivo Eurovision 2019 dovrebbe tenersi in Israele. E secondo il governo a Gerusalemme, la capitale dello Stato ebraico non riconosciuta da tutti i Paesi.

La battagliera Regev ha chiarito che il costo per ospitare la manifestazione è di 50 milioni di Nis, l'equivalente di 12 milioni di euro. «Se Eurovision non vuole venire a Gerusalemme - spiega la ministra -, penso che sia sbagliato investire una cifra del genere di fondi pubblici». E poi ha aggiunto: «La capitale dello stato d'Israele è Gerusalemme e non dobbiamo vergognarcene».

In rete sono già apparsi i richiami turistici per Eurovision 2019 sottolineando che il gran finale dovrebbe tenersi allo stadio Teddy o all'arena delle Nazioni a Gerusalemme. In passato Eurovision è già stato terreno di scontro fra arabi e israeliani. Nel 1978 la televisione giordana interruppe la diretta durante l'esibizione della concorrente israeliana. E quando è stato chiaro che avrebbe vinto sospese la messa in onda sostenendo che era arrivato primo il candidato del Belgio. Il Libano che voleva partecipare si è tirato indietro perché non riconosce lo Stato ebraico. Gli album di Eurovision, che oggi sono proibiti, fino al 2009 erano in vendita a Beirut con il nome di Israele cancellato.

Per la partita di calcio con l'Argentina che si sarebbe dovuta disputare domani la federazione israeliana ha denunciato alla Fifa le pressioni palestinesi sui calciatori argentini. La superstar Messi sarebbe stata minacciata di morte. Adesso sta scoppiando il braccio di ferro della canzone, che rischia di far saltare Eurovision 2019 per motivi puramente politici e timore delle rappresaglie.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » dom lug 08, 2018 10:11 am

Bari, Papa Francesco prega per il Medio Oriente davanti a 100mila persone. Fa rumore l'assenza del patriarca russo Kirill
Francesco Antonio Grana | 7 luglio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ll/4477191

Nello storico incontro con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente, il Pontefice ha rivolto un appello contro l'indifferenza che "uccide, e noi vogliamo essere voce che contrasta l’omicidio dell’indifferenza". Nelle intenzioni di Bergoglio l'appuntamento in Puglia doveva essere l'occasione per rivedere pubblicamente il leader religioso di Mosca, che però ha declinato l'invito

“L’indifferenza uccide, e noi vogliamo essere voce che contrasta l’omicidio dell’indifferenza. Vogliamo dare voce a chi non ha voce, a chi può solo inghiottire lacrime, perché il Medio Oriente oggi piange, soffre e tace, mentre altri lo calpestano in cerca di potere e ricchezze”. È l’appello che Papa Francesco ha rivolto da Bari in uno storico incontro di preghiera ecumenica per la pace con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente. Oltre 100mila persone hanno accolto Bergoglio nella sua terza visita in Puglia del 2018 dopo quelle a San Giovanni Rotondo, Alessano e Molfetta. Occasione mancata, però, per l’assenza del Patriarca di Mosca Kirill che nel capoluogo pugliese ha inviato come suo rappresentante il metropolita Hilarion, capo del dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato russo.

Dopo lo storico primo, e al momento unico, faccia a faccia avvenuto a Cuba nel 2016, Francesco aveva teso la mano a Kirill nella speranza di un secondo incontro questa volta nella città di San Nicola, tanto caro anche al Patriarcato ortodosso russo. Proprio a L’Avana, infatti, Kirill aveva chiesto al Papa di poter avere a Mosca una reliquia del patrono di Bari. Desiderio subito esaudito da Bergoglio. Nel 2017, per poco più di due mesi, un frammento della costola sinistra del santo fu portato a Mosca e a San Pietroburgo dove fu venerato da quasi 2 milioni e mezzo di fedeli, principalmente ortodossi, tra quali Vladimir Putin. Un evento eccezionale perché in 930 anni mai prima di allora le reliquie di San Nicola avevano lasciato Bari.

Dopo aver pregato insieme con i capi delle altre Chiese davanti alle reliquie del patrono del capoluogo pugliese, il Papa ha sottolineato che sul Medio Oriente “si è addensata, specialmente negli ultimi anni, una fitta coltre di tenebre: guerra, violenza e distruzione, occupazioni e forme di fondamentalismo, migrazioni forzate e abbandono, il tutto nel silenzio di tanti e con la complicità di molti. Il Medio Oriente è divenuto terra di gente che lascia la propria terra. E c’è il rischio che la presenza di nostri fratelli e sorelle nella fede sia cancellata, deturpando il volto stesso della regione, perché un Medio Oriente senza cristiani non sarebbe Medio Oriente”. “Preghiamo uniti, – è stata la richiesta di Bergoglio – per invocare dal Signore del cielo quella pace che i potenti in terra non sono ancora riusciti a trovare”.

Al termine di un lungo confronto a porte chiuse con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente, Francesco ha rivolto il suo appello davanti alla Basilica di San Nicola: “Per aprire sentieri di pace, si volga lo sguardo a chi supplica di convivere fraternamente con gli altri. Si tutelino tutte le presenze, non solo quelle maggioritarie. Si spalanchi anche in Medio Oriente la strada verso il diritto alla comune cittadinanza, strada per un rinnovato avvenire. Anche i cristiani sono e siano cittadini a pieno titolo, con uguali diritti. Fortemente angosciati, ma mai privi di speranza, volgiamo lo sguardo a Gerusalemme, città per tutti i popoli, città unica e sacra per cristiani, ebrei e musulmani di tutto il mondo, la cui identità e vocazione va preservata al di là delle varie dispute e tensioni, e il cui status quo esige di essere rispettato secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale e ripetutamente chiesto dalle comunità cristiane di Terra Santa. Solo una soluzione negoziata tra Israeliani e Palestinesi, fermamente voluta e favorita dalla Comunità delle nazioni, potrà condurre a una pace stabile e duratura, e garantire la coesistenza di due Stati per due popoli”.

Il Papa ha, inoltre, denunciato con forza che “la guerra è la piaga che tragicamente assale quest’amata regione. Ne è vittima soprattutto la povera gente. Pensiamo alla martoriata Siria. La guerra è figlia del potere e della povertà. Si sconfigge rinunciando alle logiche di supremazia e sradicando la miseria. Tanti conflitti sono stati fomentati anche da forme di fondamentalismo e di fanatismo che, travestite di pretesti religiosi, hanno in realtà bestemmiato il nome di Dio, che è pace, e perseguitato il fratello che da sempre vive accanto. Ma la violenza è sempre alimentata dalle armi. Non si può alzare la voce per parlare di pace mentre di nascosto si perseguono sfrenate corse al riarmo. È una gravissima responsabilità, che pesa sulla coscienza delle nazioni, in particolare di quelle più potenti. Non si dimentichi il secolo scorso, non si scordino le lezioni di Hiroshima e Nagasaki, non si trasformino le terre d’Oriente, dove è sorto il Verbo della pace, in buie distese di silenzio. Basta contrapposizioni ostinate, basta alla sete di guadagno, che non guarda in faccia a nessuno pur di accaparrare giacimenti di gas e combustibili, senza ritegno per la casa comune e senza scrupoli sul fatto che il mercato dell’energia detti la legge della convivenza tra i popoli!”.

Francesco ha concluso il suo appello ricordando che “la speranza ha il volto dei bambini. In Medio Oriente, da anni, un numero spaventoso di piccoli piange morti violente in famiglia e vede insidiata la terra natia, spesso con l’unica prospettiva di dover fuggire. Questa è la morte della speranza. Gli occhi di troppi fanciulli hanno passato la maggior parte della vita a vedere macerie anziché scuole, a sentire il boato sordo di bombe anziché il chiasso festoso di giochi. L’umanità ascolti, vi prego, il grido dei bambini, la cui bocca proclama la gloria di Dio. È asciugando le loro lacrime che il mondo ritroverà la dignità”.



???
Fortemente angosciati, ma mai privi di speranza, volgiamo lo sguardo a Gerusalemme, città per tutti i popoli, città unica e sacra per cristiani, ebrei e musulmani di tutto il mondo, la cui identità e vocazione va preservata al di là delle varie dispute e tensioni, e il cui status quo esige di essere rispettato secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale e ripetutamente chiesto dalle comunità cristiane di Terra Santa. Solo una soluzione negoziata tra Israeliani e Palestinesi, fermamente voluta e favorita dalla Comunità delle nazioni, potrà condurre a una pace stabile e duratura, e garantire la coesistenza di due Stati per due popoli”.


Alberto Pento
No Bergoglio Gerusalemme è innanzi tutto la capitale di Israele e degli ebrei. Quella che tu chiami Terra Santa è Israele e null'altro.

Il verbo della pace cosa ha a che fare con il nazismo maomettano?
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » dom lug 08, 2018 10:13 am

Ebrei a Gerusalemme, 1880.

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 1763627879

Secondo Manashe Harrel, "The Jewish Presence in Jerusalem through the Ages" (1974) nella capitale ebraica all'epoca c'erano 12.000 ebrei, 7.560 musulmani e 5.470 cristiani.
Gli ebrei a Gerusalemme sono sempre stati la maggioranza: assoluta, quando non relativa.



Demografia storica ed etnica in Giudea, Palestina, Israele lungo i millenni
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » gio lug 12, 2018 3:10 am

Monte del Tempio-Gerusalemme
Daniel Greenfield

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

"L’unica ragione per la quale esiste una controversia relativa al Monte del Tempio è perché il califfo Omar conquistò Gerusalemme e ordinò che una moschea venisse costruita su un luogo considerato santo per gli ebrei. L’unica ragione per la quale c’è una controversia relativa a Gerusalemme Est è dovuta al fatto che degli invasori musulmani catturarono metà della città nel 1948, bombardarono le sinagoghe e procedettero alla pulizia etnica della popolazione ebraica in modo da determinare un insediamento artificiale a maggioranza musulmana. La rivendicazione musulmana su Gerusalemme o su qualsiasi altra parte di Israele è basata unicamente sulla violenza coloniale. Non c’è nessuna rivendicazione musulmana su Israele che sia basata su qualcosa di diverso dal colonialismo, dall’invasione e dagli insediamenti"
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mer ago 22, 2018 6:44 am

Mondo islamico: «uniti saremmo imbattibili». Rabbia per Gerusalemme
Maurizia De Groot Vos agosto 21, 2018

https://www.rightsreporter.org/mondo-is ... erusalemme

La questione di Gerusalemme torna prepotentemente alla ribalta a causa del disappunto espresso nei confronti delle dirigenze arabe dai pellegrini musulmani che in questi giorni sono alla Mecca. Secondo un articolo della Reuters (1) molti pellegrini avrebbero criticato la “debolezza” e la “disunità” delle dirigenze arabe sulla questione di Gerusalemme. «Se gli arabi fossero uniti gli americani non avrebbero mai riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele», sostengono molti pellegrini secondo la Reuters.

Ma la questione di Gerusalemme è solo il detonatore di una visione del mondo islamico molto diffusa tra il “musulmano medio”. Nell’articolo della Reuters si fa riferimento solo al mondo arabo, ma l’idea di un mondo islamico unito in tutte le sue fazioni con l’obiettivo di diventare una grande potenza mondiale inarrestabile si fa sempre più strada nelle menti del musulmano medio.

Lo sa benissimo un profittatore come Erdogan che il marzo scorso ha proposto la creazione di un esercito islamico per distruggere Israele e riconquistare Gerusalemme. Lo sanno gli Ayatollah iraniani che il giugno scorso chiamavano all’unità del mondo islamico sempre per distruggere Israele e riconquistare Gerusalemme.

Se è vero che la politica di Trump ha portato i regimi arabi del Golfo a più miti consigli, è altrettanto vero che l’onda di protesta per la “debolezza araba” sta montando in tutto il mondo islamico, sia sunnita che sciita. Non è un caso che a chiedere l’unità del mondo islamico siano due potenze non arabe, la Turchia e l’Iran.

Arabia Saudita sul banco degli imputati

Ad essere sul banco degli imputati sono i regimi arabi del Golfo e soprattutto l’Arabia Saudita. Non è bastata la dichiarazione di Re Salman del luglio scorso nella quale in pratica il Re saudita ridimensionava completamente la politica di apertura verso l’occidente portata avanti dal Principe ereditario, Mohammed bin Salman. Per il musulmano medio cedere su Gerusalemme è stato un peccato mortale è dimostra come il mondo islamico disunito sia debole e remissivo.

Attenti, perché questi non sono pensieri isolati o circoscritti a pochi elementi. E’ il pensiero dominante nel mondo islamico, un pensiero ben alimentato dagli Imam in tutta la galassia musulmana, un pensiero con il quale o prima o poi i regimi del Golfo dovranno fare i conti. E dopo i regimi del Golfo ci dovranno fare i conti prima Israele e poi l’occidente.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » sab ott 13, 2018 3:14 am

Gerusalemme, scoperta la più antica iscrizione che menziona la capitale israeliana
11 ottobre 2018

https://www.progettodreyfus.com/gerusalemme-iscrizione

Immagine

È uno dei reperti archeologici più sensazionali venuti alla luce in Israele. Presentato alla stampa in questi giorni, ma scoperto un anno fa, l’oggetto porta l’iscrizione più antica di Gerusalemme. È scritta in caratteri ebraici ed è incisa sua una pietra di forma cilindrica, sui cui si legge: “Hananiah, figlio di Dodalos da Gerusalemme”.

La pietra è stata rinvenuta su una delle colonne di un edificio romano risalente ai tempi di Erode il Grande ed è alta quasi un metro. Gli archeologi ritengono che Hanania fosse un artigiano del posto e che “Dodlos” fosse un riferimento di ossequio alla figura di Dedalo.

Come sottolineato dl direttore del Museo Israele, Ido Bruno, il ritrovamento è ancora più incredibile perché la scritta di 2000 anni fa è “è chiaramente decifrabile oggi da qualsiasi bambino israeliano”:

“Come abitante di Gerusalemme sono estremamente felice di leggere questa iscrizione, realizzata 2000 anni fa, soprattutto ora che è accessibile ad ogni bambino perché è fatta in una lingua comprensibile e nell’ortografia moderna”.

La stragrande maggioranza delle scritte risalenti a quel periodo non riportano il nome di Gerusalemme per esteso, ma in maniera abbreviata. Anche nella Bibbia, infatti, la capitale di Israele è menzionata più di 660, e solamente in rari casi in modo esteso.

L’archeologo Yuval Baruch e il docente dell’università di Haifa Ronnie Reich, studiando l’iscrizione, hanno rilevato che questa è l’unica su pietra dell’anno zero nella quale il nome esatto di Gerusalemme è inscritto nelle lettere ebraiche.

In passato questa scrittura era trovata esclusivamente su una moneta della rivolta del popolo ebraico contro i romani (66-70 d.C.).

L’iscrizione presentata alla stampa, semmai ce ne fosse bisogno, certifica il legame atavico fra gli ebrei e Gerusalemme.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » gio nov 15, 2018 7:40 pm

Israele: Moshe Lion eletto nuovo sindaco di Gerusalemme
14 novembre 2018

https://www.tvsvizzera.it/tvs/israele-- ... e/44543718

Il nuovo sindaco di Gerusalemme sarà Moshe Lion, 57 anni, il candidato attivamente sostenuto dal partito ortodosso Shas e dal partito nazionalista laico Israel Beitenu di Avigdor Lieberman.

Nel voto municipale di ballottaggio ha sconfitto di misura la scorsa notte il rivale laico ed indipendente Ofer Berkovicz. Il primo ha ottenuto il 51,5% dei voti, grazie anche al sostegno massiccio dei rioni ortodossi della città. Il secondo, che ha ottenuto il 48,5%, ha denunciato irregolarità che sarebbero avvenute nello spoglio dei voti. Ma per ora non pare che esse, anche se confermate, possano cambiare l'esito del voto. Come in passato, i palestinesi di Gerusalemme est hanno boicottato in massa le elezioni.

Oggi Lion ha comunque assicurato: "Sarò il sindaco di tutti gli abitanti".

Lion è nato a Tel Aviv in una famiglia di ebrei originari della Grecia. Alla fine degli anni Novanta è stato direttore generale dell'ufficio del primo ministro che era anche allora Benyamin Netanyahu, il leader del Likud. Ma in queste elezioni municipali Netanyahu si è astenuto dal sostenerlo.
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