Gerusalemme capitale di Israele

Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » lun dic 18, 2017 9:25 am

Antisemitismo, ebrei in fuga. Ora è allarme in tutta Europa
Marco Cobianchi - Dom, 17/12/2017

http://www.ilgiornale.it/news/antisemit ... 74884.html

La decisione di Trump su Gerusalemme riaccende le tensioni. In Francia un atto razzista su tre è contro un israeliano: ecco perché chi può torna in patria

Tra gli ebrei francesi è ancora viva la memoria di Ilan Halimi: il primo uomo ad essere sequestrato, torturato e ucciso da un'organizzazione chiamata «banda dei barbari» solo per il fatto di essere ebreo.

Era il 2006. Nel 2012 a Tolosa quattro persone, delle quali tre bambini, sono state uccise all'ingresso di una scuola ebraica. Nel 2016, secondo il Servizio di protezione della Comunità Ebraica (Spcj) «un atto razzista su tre è stato rivolto contro un ebreo mentre gli ebrei rappresentano meno dell'1% della popolazione». Questo spiegherebbe il senso di insicurezza che pervade la comunità ebraica francese i cui membri sempre più numerosi decidono di lasciare il Paese ed emigrare in Israele. Ma il Spcj è di parte. Per capire davvero se in Europa sta montando un'onda antisemita bisogna rifarsi ai numeri ufficiali e considerare solo quelli. È importante, perché la decisione del presidente americano Donald Trump si spostare l'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, riconoscendola come capitale dello Stato ebraico, non solo rischia di dare il via ad una nuova stagione di guerra nell'area, ma rischia anche di rinfocolare un sentimento antisemita in tutto il mondo.

Sentimento antisemita che può essere «calcolato» attraverso i numeri ufficiali delle aggressioni agli «ebrei in quanto ebrei» e che sono stati raccolti e analizzati dal sito di datajournalism Truenumbers.it. Tutte le polizie europee, ogni anno, diffondono il rapporto sulla criminalità all'interno del proprio Paese e dal 2006, casualmente l'anno dell'omicidio di Ilan Halimi, contengono una sezione dedicata proprio alle aggressioni antiebraiche. In queste pagine sono illustrati gli atti antisemiti nei quattro principali Paesi europei: Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia. In Gran Bretagna i casi sono in drammatico aumento: tra il primo aprile del 2015 e il 31 marzo del 2016 sono stati 786 dai 629 dello stesso periodo dell'anno precedente. Solo tre anni prima erano meno della metà. In Germania l'andamento è più discontinuo. C'è stata una crescita di atti antisemiti tra il 2015 (1.366) e il 2016 (1.468) ma nel 2006 il dato era molto più alto: 1.809. Nel primo semestre di quest'anno c'è stata una fiammata di violenza antiebraica: 681 episodi, più 6% rispetto allo stesso periodo del 2016. E poi c'è la Francia, il Paese dal quale gli ebrei stanno fuggendo anche perché non vedono di buon occhio le prime mosse del presidente Macron. Quando Trump ordinò di trasferire l'ambasciata, Macron è stato il primo (al mondo) a criticarlo cercando di creare un blocco occidentale contrario. Nel 2016 gli atti antisemiti sono stati appena 335 (comunque: poco meno di un atto al giorno) rispetto agli 808 del 2015 quando il presidente socialista Hollande dichiarò una mobilitazione nazionale contro l'antisemitismo (Grand cause nationale) e ai 571 del 2006. Stando ai numeri della Digos, l'Italia non sta vivendo una situazione particolarmente allarmante. Nel 2015 (i dati del 2016 non sono stati resi disponibili) i reati antisemiti sono stati solo 50, ma sono di «qualità» peggiore rispetto ai 335 registrati in Francia perché la Digos registra solo i veri e propri reati. Da noi ci sono state 23 persone indagate e nel 2012, quando i casi registrati furono solo 28, con anche 6 arresti.

In Germania la stragrande maggioranza degli atti antisemiti sono stati opera di gruppi dell'estrema destra. Nel resto dell'Europa, invece, si tratta di atti perpetrati da musulmani. L'ufficio statistico di Israele tiene meticolosamente il conto delle persone uccise a causa dell'eterno conflitto ebrei-palestinesi nelle due aree più «calde» che sono Striscia di Gaza e West Bank. In 8 anni la stragrande maggioranza dei morti si è avuta nella Striscia di Gaza dove le forze dell'ordine israeliane hanno ucciso 2.709 palestinesi. Un numero spaventoso che corrisponde a poco meno di un morto al giorno per otto anni. Nella stessa Striscia di Gaza, e nello stesso periodo, i palestinesi hanno ucciso 45 soldati israeliani ma hanno ucciso anche 61 palestinesi, spesso accusati di essere spie di Israele.

I numeri dell'eterno conflitto rivelano un fatto piuttosto indiscutibile: mantenere lo status quo in Israele significa accettare che una persona muoia ogni giorno. Il prezzo da pagare per dare una svolta a una situazione apparentemente inestricabile, come il riconoscimento di Gerusalemme capitale, consiste nel rischio di vedere in Europa crescere gli atti di violenza contro gli ebrei. Che già ora non mancano.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » lun dic 18, 2017 9:16 pm

Gli Stati Uniti hanno posto il veto alla proposta egiziana di abolire il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele. L'ONU non avrebbe nulla da fare se non ci fosse ogni occasione per condannare Israele.

Gino Quarelo
Grazie Trump! Grazie tante, mille grazie!




L'ONU, sempre più asservita ai mussulmani e agli arabi.

https://www.facebook.com/zio.Ferdinando ... 3277311132

[dalla bacheca di amici, Agostino]

Si pensi che nella dichiarazione dei diritti umani, quando per non mettere i paesi mussulmani fuori legge, l'ONU, in fondo alla dichiarazione dei diritti, votò una postilla che esonerava i paesi mussulmani ad applicare tali diritti.
Essa diceva più o meno così: tutti i paesi devono osservare i diritti umani, salvo diversi usi adottati in singoli paesi se dettati da principi religiosi. E oggi, dietro pressione di quegli stessi mussulmani vorrebbe votare una risoluzione contro gli USA, che è di malavoglia il maggior finanziatore di questa istituzione che pare non serva più a niente e che costa un sacco di miliardi di dollari.
Mi sa tanto che con questo presidente USA stanno arrivando al capolinea.




"Gli offesi siamo noi". Gli Stati Uniti mettono il veto sulla risoluzione egiziana contro Gerusalemme capitale
2017/12/18

http://www.huffingtonpost.it/2017/12/18 ... a_23310822


Gerusalemme e Misurata. La Città eterna e quella diventata il simbolo insanguinato del Far West libico. Medio Oriente e Nord Africa, diversi scenari, lo stesso segno: la destabilizzazione. Al Palazzo di Vetro si combatte la "guerra delle ambasciate", a Misurata, in perfetto stile mafioso, il sindaco della città viene rapito, crivellato di colpi e il corpo privo di vita gettato davanti all'ospedale di Safwa. Onu: gli Usa contro tutti. Al Consiglio di sicurezza si fanno i conti sulla decisione degli Usa di trasferire l'ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, riconoscendo quest'ultima capitale unica e indivisibile di Israele. Per Washington sono conti (politici) molto salati.

La risoluzione "afferma che le decisioni e azioni che pretendono di alterare lo status della Città Santa di Gerusalemme non hanno alcun effetto giuridico, sono nulle e devono essere annullate in conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu". Inoltre, il testo "richiede che tutti gli Stati membri osservino le risoluzioni del Consiglio riguardanti Gerusalemme e non riconoscano nessuna azione o misura contraria a tali risoluzioni". L'ambasciatore britannico al Palazzo di Vetro, Matthew Rycroft, ha affermato che il documento "è in linea con le precedenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza". Il testo non fa riferimento esplicito agli Stati Uniti, e questa mancata esplicitazione, confidano fonti diplomati al Palazzo di Vetro, è servita per mantenere uniti i Quattordici. "Si è trattato di una risoluzione in sintonia con la pressa di posizione del ministro degli Esteri Alfano e con quella esplicitata a nome dell'Unione europea dall'Alto rappresentante ella politica estera dell'Unione, Federica Mogherini", dice all'Huffington Post una fonte della Farnesina commentando a caldo il voto al Palazzo di Vetro. Un voto avvenuto sotto la presidenza italiana.

Nel corso della seduta, l'inviato dell'Onu per il Medio Oriente, Nickolay Mladenov è intervenuto facendo un quadro complessivo della situazione e criticando la politica degli insediamenti portata avanti da Israele a Gerusalemme Est e in Cisgiordania; una critica che ha investito anche le "misure legislative" adottate per ciò che concerne la legalizzazione delle colonie in Cisgiordania e l'uso di terre private palestinesi. Dura la replica dell'ambasciatrice statunitense al Palazzo di Vetro, Nikki Haley, secondo la quale la risoluzione 2334 contraria agli insediamenti israeliani nei Territori occupati, votata da 14 membri del Consiglio di sicurezza e approvata grazie all'astensione Usa, voluta dall'allora presidente Barack Obama, "è il vero ostacolo alla pace".

Alla fine, la risoluzione su Gerusalemme è votata da 14 dei 15 Paesi membri del massimo organismo decisionale delle Nazioni Unite, tra cui l'Italia, ma non passa per il veto degli Usa. Ma quel veto esercitato in solitudine rappresenta una sconfitta politica per la diplomazia americana Perché nonostante i tentativi di far recedere dal voto favorevole alcuni storici alleati degli Stati Uniti, in primis il Regno Unito, il fronte europeo ha tenuto, con tutti e 5 i Paesi membri del Consiglio (Francia, Regno Unito, Italia, Germania e Svezia) decisi a mantenere la linea su Gerusalemme. Ma la partita non si è chiusa. Perché subito dopo la conclusione della votazione, da Ramallah, con un comunicato ufficiale l'Autorità nazionale palestinese ha annunciato l'intenzione di presentare la risoluzione all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Per essere approvata, la risoluzione ha bisogno del voto favorevole di 2/3 dei 193 Paesi membri, ma anche se dovesse ottenerli, sarebbe un successo politico senza ricadute effettive, perché solo le risoluzione approvate dal Consiglio di sicurezza hanno un valore decisionale.

A sostegno di questa linea si è subito schierata la Turchia, oltre che la Lega Araba. "Il veto posto dagli Stati Uniti è inaccettabile – dice ad HuffPost Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen -. Resta il fatto – aggiunge – che tutti gli altri 14 membri del Consiglio di sicurezza hanno difeso la legalità internazionale riconoscendo che azioni come quella intrapresa dagli Stati Uniti non hanno alcun valore effetto giuridico. Ora – conclude Abu Rudeina – chiediamo a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite di attenersi alle indicazioni contenute nella risoluzione e di non seguire il presidente Trump su una linea destinata a distruggere ogni soluzione negoziale". Per Washington quel voto è uno schiaffo in faccia. Durissimo è il commento dell'ambasciatrice Haley: "Quel voto è un affronto che non dimenticheremo", avverte. È il primo veto posto dagli Stati Uniti sotto la presidenza Trump. Immediata la presa di posizione israeliana. "Grazie tante, ambasciatrice Haley. Grazie per aver acceso la candela della verità. Hai combattuto le bugie, grazie presidente Trump", ha twittato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Netanyahu.

A fianco della Haley si schiera l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Danny Danon che attacca frontalmente la risoluzione dei Quattordici: "Potete votare altre cento volte – dice Danon rivolgendosi polemicamente ai rappresentanti dei 14 Paesi che hanno votato la risoluzione- potete criticare quante volte volete la nostra presenza a Gerusalemme, ma non potrete mai cambiare la Storia". E ancora: "Mentre il popolo ebraico celebra la festività di Hannukkah che simboleggia il legame eterno con Gerusalemme, ci sono persone che pretendono di riscrivere la Storia. È tempo – conclude l'ambasciatore israeliano – che tutti i Paesi riconoscano che Gerusalemme è stata e sempre lo sarà capitale del popolo ebraico e capitale di Israele". Soddisfazione per il voto è stata invece espressa dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che si è congratulato con il suo ambasciatore all'Onu per "il prezioso lavoro svolto in favore della pace e a sostegno dei diritti del popolo palestinese".

Ma la pace è parola sconosciuta in Terrasanta. Come nella martoriata Libia. Era stato rapito ieri prima del tramonto mentre tornava a casa dall'aeroporto, di ritorno da Istanbul dove si era recato in visita ufficiale a capo di una delegazione di funzionari locali. E poche ore dopo il sindaco di Misurata, Mohamed Eshtewi, è stato assassinato. Il quotidiano Libya Herald spiega che era insieme al fratello Ahmed e al loro autista, quando l'auto sulla quale viaggiavano è stata attaccata mentre era ferma al semaforo sulla via dell'aeroporto. Il fratello del sindaco è stato ferito con un colpo di pistola alla testa. Sulla schiena di Eshtewi tre fori di proiettile, ma secondo il consigliere comunale di Misurata Mustafa Krwat, responsabile della sicurezza in città, la causa della morte è stato un duro colpo in testa. Il portavoce dell'ospedale di Misurata, Akram Glewan, ha parlato anche di ferite d'arma da fuoco alle gambe. Il fratello Ahmed è ricoverato in terapia intensiva in gravi, ma stabili condizioni all'ospedale di Misurata. Gli assassini del sindaco di Misurata al momento non sono stati identificati, scrive il Libya Herald. I sospetti ricadono però su militanti islamisti attivi in città.

Il Consiglio militare di Misurata, guidato dall'islamista Ibrahim Ben Rajeb, in diverse occasioni aveva tentato con la forza di ottenere le dimissioni di Eshtewi, contestato per il suo sostegno all'Accordo politico libico e alla Presidenza del Consiglio. A maggio estremisti armati lo hanno costretto alle dimissioni, che però poco dopo son state ritirate. Un funzionario locale, che ha chiesto di restare anonimo, ha però messo in dubbio la possibilità che gli autori della linea dura possano essere gli autori dell'assassinio. "Hanno cercato di rimuoverlo per mesi. Ma ucciderlo non rientra nel loro stile", ha detto a Libya Herald. Secondo la fonte, ad assassinare Eshtewi potrebbero essere stati i sostenitori del generale Khalifa Haftar, l'uomo-forte della Cirenaica o del defunto colonnello Muammar Gheddafi. "E non escludiamo l'Isis", ha aggiunto. Basta questo elenco di possibili autori dell'assassinio di Eshtewi per dar conto che cosa sia oggi la Libia: una sorta di Far West nordafricano, dove a fronteggiarsi sono due governi, altrettanti parlamenti, oltre 250 tra milizie e tribù in armi, gruppi jihadisti affiliati allo Stato islamico o ad al-Qaeda del Maghreb Islamico (Aqmi), organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani. E questo far west avviene a poche centinaia di chilometri dalle coste italiane. E l'Italia, non solo per vicinanza geografica, rischia sempre più di essere trascinata nel "pantano" libico. Un pantano insanguinato.



ONU - UNESCO e altri FAO - UNICEF (no grazie!) - e Facebook ?
Mito e organizzazioni parassitarie e criminali che non promuovono affatto i diritti umani, le libertà, il rispetto e la fraternità tra gli uomini, le genti, i popoli, le etnie, le nazioni, gli stati.
viewtopic.php?f=205&t=2404



LA LADY DI FERRO CON IL SORRISO

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Nikki Halley ha respinto con fermezza il tentativo posto in atto all'ONU da parte dal Consiglio di Sicurezza di dichiarare illegittima la dichiarazione di Donald Trump secondo cui Gerusalemme è la capitale di Israele.
Gli USA hanno posto il veto alla risoluzione appoggiata tra gli altri anche dall'Italia.
La Haley ha ricordato come nessuno stato al mondo come gli USA , dal 1994 fino ai nostri giorni, abbia investito denaro a favore dei palestinesi, con cinque miliardi di dollari spesi.
Noi diremmo, gettati al vento e in buona parte entrati nelle capienti tasche di Abu Mazen e la sua cricca.
"Nessuno ci può dire dove dobbiamo spostare la nostra ambasciata", ha dichiarato
Non solo, la Haley ha aspramente condannato la Risoluzione 2334, il colpo di pugnale alla schiena dato da Obama a Israele prima che si congedasse definitivamente, qualificandola come "Una macchia sulla coscienza americana" e "un lasciapassare nei confronti dei leader palestinesi che hanno rigettato una proposta dietro l'altra".
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mar dic 19, 2017 7:29 am

Su Gerusalemme Trump sta vincendo su tutta la linea
Maurizia De Groot Vos
18 dicembre 2017

http://www.analitiko.it/gerusalemme-tru ... a-la-linea

La decisione del Presidente americano, Donald Trump, di trasferire l’ambasciata americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme e quindi di riconoscere de facto la città di Gerusalemme quale capitale di Israele è sembrata a molti intempestiva.

Diversi analisti hanno temuto che quella decisione in quel momento potesse compromettere l’avvicinamento tra Israele e Arabia Saudita e ricompattare il mondo musulmano dietro alla “causa palestinese”, non quindi che fosse una decisione sbagliata ma che fosse sbagliata la tempistica.

Dai primi riscontri quello che gli analisti temevano non è però avvenuto. Non ci sono state le grandi manifestazioni di massa che si temevano, non ci sono state rivolte contro le ambasciate americane nei paesi musulmani, non ci sono stati grandi attentati legati alla decisione del Presidente Trump. Ma soprattutto anche nella cosiddetta “Palestina” le reazioni sono state tutto sommato moderate. Un po’ di scontri in Giudea e Samaria, ma nulla di eccezionale, nulla che non si veda anche in “tempi normali”. I numerosi richiami alla terza intifada non sono stati raccolti dalla popolazione araba di Giudea e Samaria, più preoccupata di riuscire a sopravvivere che della mire politiche della dirigenza palestinese. Qualche manifestazione si è vista nella Striscia di Gaza, più forse per costrizione che per altro. Ma nel complesso almeno fino ad ora quelle grandi rivolte arabe che si temevano non si sono viste.

Anche nella riunione straordinaria della Organizzazione per la Cooperazione Islamica che si è tenuta su richiesta di Erdogan a Istanbul, in Turchia, il mondo islamico è apparso stanco della cosiddetta “questione palestinese”. Il documento finale ha scontentato profondamente gli iraniani e nella sostanza più che protestare contro la decisione del Presidente Trump (più per ragioni interne che per altro) i Paesi musulmani fino ad ora sono apparti piuttosto tiepidi, con poca voglia di rovinare i rapporti con gli Stati Uniti o con i sauditi. Certo, le dichiarazioni di defoult contro Israele non sono mancate, ma nulla di più di quelle che si possono sentire in qualsiasi momento.

In compenso il Presidente palestinese, Mahmud Abbas (Abu Mazen), si ritrova a dover gettare la maschera e a mostrare al mondo chi, tra Israeliani e palestinesi, non vuole la pace. Sostenuto da Turchia e Iran ma senza più nessun aiuto dagli altri Paesi arabi (persino il Qatar sembra defilarsi) Abbas sembra essere arrivato al capolinea. Ha ancora alcune cartucce da sparare, soprattutto all’Onu dove la “causa palestinese” ha molti sostenitori, ma alle Nazioni Unite deve fare i conti con il Diritto di veto americano e non sarà facile bypassarlo.

Paradossalmente le contestazioni più veementi contro la decisione del Presidente Donald Trump su Gerusalemme sono arrivate dai politici e dai media occidentali, i primi impegnati a sostenere la cosiddetta “causa palestinese” ad ogni costo, i secondi alla spasmodica ricerca dello scoop, tanto da gonfiare le notizie sugli scontri in Giudea e Samaria e da arrivare a “sperare” nella terza intifada nominandola continuamente nei loro servizi (a volte drammaticamente ridicoli). Per i media occidentali fanno più notizia quattro terroristi palestinesi uccisi di una strage islamica contro i cristiani.

Di contro, di Gerusalemme e delle proteste palestinesi sui media arabi se ne è parlato poco, perlomeno non come ci si sarebbe aspettati. Giusto Al Jazeera, i siti web palestinesi e quelli iraniani (per ovvie ragioni ma nemmeno così pesantemente come ci si aspettava), per il resto sui maggiori quotidiani arabi poche righe e piuttosto distratte.

Alla fine, tirando le somme, non si è visto quel cataclisma che molti profetizzavano. Nessuna terza intifada (non state a sentire i servizi dei vari TG italiani), nessuna manifestazione oceanica nei paesi musulmani se si fa in parte eccezione per la Turchia – dove però erano radunati per motivi politici interni – e per l’Iran. Tanta retorica ma nulla di concreto. A quasi due settimane dalla decisione del Presidente Trump e tenendo presente che le reazioni di solito ci sono nell’immediato, si può dire che fino ad ora il Presidente Trump ha vinto su tutta la linea. Forse è ancora presto per fare certe affermazioni, forse ancora i sostenitori della causa palestinese potrebbero tirare fuori dal cilindro qualche trucco magico o potrebbero innalzare la tensione regionale, ma per ora questa è la realtà.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mar dic 19, 2017 7:42 am

Nemo, nessuno escluso ...dallo schifo
Commento di Deborah Fait

http://www.raiplay.it/video/2017/12/NEM ... b044e.html

http://www.informazionecorretta.com/mai ... s.facebook

Non so più cosa pensare della Rai, Radio Televisione Italiana cui gli italiani pagano il canone, posso solo dire che guardare la trasmissione "Nemo, nessuno escluso" mi ha provocato una forte nausea. Il programma è andato in onda venerdì sera, 15/12, un inizio completamente dedicato al conflitto israelo-palestinese, naturalmente indicando come uniche vittime i bambini arabi.
L'inizio è stato come dare un pugno nello stomaco ai telespettatori, un pugno di quelli che tolgono il fiato: bambini urlanti che dei soldati della Forze di sicurezza avevano preso per le braccia, donne urlanti e l'inviata Ane Irazabal che urlava anche lei, isterica: "arrestano i bambini, prendono i bambini, cosa hanno fatto, li arrestano" Naturalmente i bambini sono tornati a casa e tutti a dire "non facevano niente, giocavano a pallone, fanno sempre così, arrestano grandi e piccoli". Povere vittime! Più avanti, durante uno dei tanti assalti a lanci di pietre e bombe carta contro i soldati, la stessa inviata si è fatta scappare un "ma quello è un bambino", infatti avrà avuto 7/8 anni e tirava pietre insieme ai suoi compagni. Avrà pensato quale tipo di genitori può mettere i figli in pericolo? Forse si, forse no, comunque non ha detto niente, non ha fatto notare che i bambini sono usati come propaganda e più piccoli sono meglio è e, se vengono feriti nei tafferugli, meglio ancora. Non lo ha detto perchè non lo sa, è ovvio. È il cinismo tipico della società palestinista cui i mafiosi che li governano hanno lavato il cervello con ettolitri di odio. Tutto il servizio sui disordini è stato girato a Betlemme, il muro, Betlemme, il muro, Betlemme e il muro, il muro e Betlemme, tutto concentrato là e i palestinisti a lamentarsi che a causa di quel muro non possono lavorare. Il muro, si ma i terroristi, no? Il motivo per cui è stato costruito quel muro? Niente! Una propaganda devastante, mirata soltanto a far odiare Israele ed è questo sentimento che avranno provato i telespettatori, quelli che non sanno, quelli cui i media italiani fanno il lavaggio del cervello, quelli che non capiscono niente, avranno provato solo odio per Israele.

Per far capire a chi legge la serietà livello zero del programma, il conduttore Enrico Lucci lo ha lanciato con queste parole: "Quando Trump ha deciso di –portare- la capitale a Gerusalemme deve aver pensato –come faccio a rompere i coglioni al mondo-?" Questo è stato il livello e poi "portare"? Gerusalemme è là da sempre, sempre nello stesso posto, da almeno 3000 anni ma forse Lucci non deve aver chiaro nel cervello dove si trovi. Costantino della Gheradesca dopo aver detto un paio di cazzate sui "likudisti" che non vogliono la pace, ne ha detta però una giusta: "agli arabi non interessa niente dei palestinesi". Sul rifiuto del dialogo di Abu Mazen, sul terrorismo, sui coltelli, sui missili quotidiani da Gaza, nemmeno una parola. Il servizio successivo di Marco Maisano è stato fatto bene perchè ha parlato della situazione degli omosessuali nei territori palestinesi, allargandolo poi a tutto il mondo islamico, ha intervistato alcuni gay , tutti a dire che da loro la situazione è molto dura e pericolosa, che se vengono presi la polizia li tortura e li sbatte in galera, infatti non ne riprendevano i volti. Un ragazzo libanese che vive a Haifa ha detto che molti arabi scappano in Israele per salvarsi la vita e un ucraino che vive con un palestinese a Gerusalemme, alla domanda "stai meglio a Betlemme o in Israele?" ha esclamato "Io sto bene in Israele, è un paese europeo". E qui i propal avranno avuto un travaso di bile! Un programma di infimo livello, non tanto per le testimonianze dei palestinisti quanto per la totale assenza di professionalità dei giornalisti, per la banalità che usano per parlare di cose delicate, drammatiche e importanti di cui non sono a conoscenza. Parlano, così, senza voler fare informazione, per sentito dire, l'ignoranza e la superficialità imperano. I media sono lo specchio della politica italiana, ignoranza, pochezza, degrado intellettuale. Il servizio sul conflitto israelo-palestinese è durato circa 40 minuti: nessun israeliano è stato intervistato, Israele è stato nominato solo come occupante e nemico dei palestinisti. Nemo ha dimostrato di essere proprio Nessuno.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mer dic 20, 2017 7:13 am

Un internazicomunista demente


Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/12/2017, a pag.3 l'editoriale "D’Alema straparla su Israele".
Il vizio è antico: Massimo D'Alema a Beirut nel 2005, a braccetto con terroristi di Hezbollah

http://www.informazionecorretta.com/mai ... ign=buffer

L’idea di chiudere i palestinesi dentro delle enclave, una sorta di Bantustan, era stata dei boeri in Sudafrica, e poi si è visto come è andata a finire”. Così l’ex premier e ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, interviene contro Israele dopo la decisione americana di riconoscere Gerusalemme capitale dello stato ebraico. Il regime segregazionista sudafricano fondava la propria politica di separazione tra neri e bianchi su una differenziazione di carattere ontologico razzista. Nulla del genere esiste in Israele, una società multietnica e multireligiosa nella quale gli arabi israeliani godono degli stessi diritti sociali e civili degli ebrei israeliani, dei cristiani israeliani e di altre minoranze etnico-religiose presenti nel paese. Fanno parte dell’esercito, sono eletti alla Knesset, occupano posizioni istituzionali prestigiose (la Corte suprema israeliana è presieduta da un arabo) e possono accedere alle medesime occupazioni di tutti gli altri cittadini. Nulla di simile esisteva in Sudafrica. Ma poco importa per l’agenda dei denigratori alla D’Alema, che dipinge la West Bank come una sorta di Bantustan. Mentre in Israele esiste un venti per cento di arabi, lo stato palestinese agognato da D’Alema senza mai prendere in considerazione le preoccupazioni israeliane dovrebbe costruirsi sulla cacciata di ogni singolo ebreo (lo ha detto chiaramente Abu Mazen). Come è successo a Gaza dal 2005. All’ingresso di ogni area palestinese c’è una insegna: “Pericolo, vietato l’ingresso agli israeliani”. In quelle israeliane va da sé che non esiste nulla di tutto questo. Ma D’Alema, asserragliato nei suoi pregiudizi, questo non può saperlo.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mer dic 20, 2017 2:01 pm

Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c'è dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d'Israele

Indro Montanelli sul Corriere della Sera il 16 settembre 1972

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... age_invite

"Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c'è dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d'Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta.

Oggi, ubriacato da una propaganda di stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato fedain scarica su Israele l'odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nell'altro, bisognerà pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli «usurpatori» ebrei. Questo è storicamente, politicamente e giuridicamente falso."

La terra di Israele è sempre stata la terra degli ebrei. Se leggiamo le descrizioni di Gerusalemme fatta nel 1800 da Marx e Mark Twain, leggiamo di "una città povera e miserabile abitata nella parte Est, interamente, da ebrei poveri e miserabili che erano sempre vissuti lì, da tremila anni". Gli arabi erano sì in leggera maggioranza numerica ma in gran parte erano nomadi senza terra, l'unica vera comunità stanziale era quella ebraica che abitava le stesse case da migliaia di anni.

Gli ebrei sionisti emigrati nel '900 si sono massacrati a dissodare, irrigare, fabbricare desalinizzatori, sono morti a migliaia di stenti e di malaria, parassitosi, colera, ameba, tifo, setticemia e tetano. Sono morti a decine di migliaia, ma poi hanno vinto, il deserto è fiorito, dove cerano lande desolate è nato un paese di filari di vite e di limoni.

Per poter di nuovo odiare gli ebrei è violato il diritto civile, che per dirla con un toscanismo si riassume in "chi vende, poi, non è più suo". Gli arabi la loro terra se la sono venduta, prima ai sionisti facendola pagare carissima, poi alla comunità internazionale intascando 66 anni di fiumi di denaro per risarcirgli il "dolore" di aver perso 20.000 chilometri quadrati di terra che non è mai stata loro, meno del Piemonte, che quando c'erano loro era un terra di sassi, paludi e scorpioni.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mer dic 20, 2017 2:27 pm

LA NON ATTESA DI ISRAELE
Niram Ferretti
20/12/2017

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Alla fine, sgomberando il campo da tanta fuffa, esattamente come si fa in casa con la polvere trasformata in lana negli angoli o sotto i mobili, del conflitto che dura da cento anni, (sì, dagli inizi del secolo scorso) tra arabi ed ebrei, poi diventati israeliani, cosa resta? Resta un fatto fondamentale, che poi è la ragione del conflitto, ed è molto semplice, terribilmente semplice: il rifiuto arabo e islamico che su un territorio considerato Dār al-Islām possa sussitere uno stato ebraico, cioè uno stato governato da quelli che per secoli, all'interno degli stati islamici venivano considerati dhimmi, cittadini di serie b.

Tutto quello che circonda questo conflitto, le dispute territoriali, i confini, l'"occupazione", Gaza, la Giudea e la Samaria, ecc. ecc., è solo contorno, nulla più.

I nemici di Israele, in Medioriente e in Occidente (numerosi) vogliono una cosa sola, anche questa molto semplice e radicale nella sua semplicità, che Israele smetta di esistere. Punto. E non saranno soddisfatti, non otterranno la pienezza della loro felicità se non a questa condizione.

Quando si sente parlare di "processo di pace", di una cosa si può essere sicuri, che si tratta di una presa in giro, di una truffa, di una rappresentazione scenica con tanto di fondali e attori, luci, ribalta, copioni. E' solo questo. Perchè non si è mai sentito da quando esiste il mondo che si possa giungere alla pace tra due contendenti se uno dei due non la vuole, o finge di volerla ma non può concederla.

Questa è la realtà. E quando ci viene raccontato che Benjamin Netanyahu non fa nulla per cambiare lo stato delle cose, lo status quo, bisognerebbe rispondere, lo status quo è l'unica cosa che Israele può realisticamente amministrare, nel modo migliore possibile, nel modo più efficace possibile. Lo status quo significa che non c'è una soluzione a portata di mano, non ora, non adesso, e sicuramente non domani.

In uno dei capolavori teatrali del Novecento, "Aspettando Godot", Godot non arriva mai. L'attesa di Godot è l'attesa di qualcosa che non si manifesterà. Nella loro attesa, Vladimiro ed Estragone, ingannano il tempo con le loro formidabili battute scritte da quel genio che era Samuel Beckett. Nella non attesa, chi conosce la realtà e l'amministra in Israele, garantisce la sicurezza dello stato, la protezione dei suoi confini, la sua sopravvivenza contro chi ne vorrebbe la distruzione.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mer dic 20, 2017 2:54 pm

Gentile governo italiano,
Giulio Meotti

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 8490695933

lunedì ha dato istruzione al Consiglio di sicurezza dell'Onu di votare una risoluzione contro la decisione americana di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. Nelle scorse settimane simili risoluzioni sono state votate dall'Italia. Domani farete altrettanto all'Assemblea Generale?
Lo stallo nei negoziati di pace fra israeliani e palestinesi e le violenze seguite alla decisione americana non nascono dalla “provocazione” su Gerusalemme, ma dalla volontà di costruire uno Stato palestinese sulle rovine di Israele. È il sogno mai sopito del mondo arabo-islamico e di attori cosi diversi fra di loro, dai Fratelli Musulmani all'Iran. La tenaglia si stringe attorno a Israele, da nord a sud.
Mi vergogno che il mio paese stia votando in serie risoluzioni Onu a favore di uno stato che dovrebbe nascere sul divieto ufficiale degli ebrei di vivere in una certa area. Sarebbe la prima volta dalla Germania nazista.
Mi vergogno che il mio paese voterà per coloro che sognano di togliere l'immagine di Herzl dalla Knesset, di rimuovere il candelabro a sette braccia che è l'espressione di Am Yisrael e di cambiare il nome dello stato in Falastin.
Mi vergogno che il mio paese voti in combutta con l'Olp, un'organizzazione di assassini e negazionisti dell'Olocausto ufficialmente dedita alla deportazione degli ebrei di Israele.
Mi vergogno che il mio paese voti per uno stato che tortura i detenuti nelle prigioni, che lancia i dissidenti dai tetti come a Gaza e che sarà una combinazione di corruzione, dittatura, sharia e bin-ladenismo.
Mi vergogno che il mio paese voti per un paese che ha appena stretto un “patto di riconciliazione” con Hamas, una organizzata finanziata dagli iraniani, che ha ucciso migliaia di ebrei israeliani e che in questi giorni sta lanciando missili sul sud di Israele.
Il 29 settembre 1938 lo stato cecoslovacco fu privato di confini difendibili nell'accordo di Monaco. Sei mesi dopo, abbandonata da Inghilterra e Francia e vittima del bullismo di Hitler, la Cecoslovacchia morì. Come Israele oggi, i cechi furono accusati di “intransigenza” e di essere “disturbatori della pace”. Si arresero. E la chiamarono “pace”. La situazione della Cecoslovacchia nel 1938 è infatti simile a quella di Israele nel 2017.
Questo è il significato di tutte queste risoluzioni Onu contro lo stato ebraico che i paesi europei stanno votando in serie, comprese quelle che negano all'Unesco il carattere ebraico di Israele.
In questa vostra accettazione supina delle posizioni palestinesi, fatevi qualche domanda.
Chi garantirà che nel momento in cui viene dichiarato uno stato palestinese a Gerusalemme est, i fucili non ricominceranno a sparare? La polizia italiana?
Chi garantirà che non saranno pianificati attacchi contro gli ebrei al Muro del Pianto a Gerusalemme, che vi rifiutate di porre sotto sovranità israeliana?
Chi garantirà che le aree ebraiche nella parte orientale di Gerusalemme non saranno sottoposte al fuoco dei cecchini?
Chi garantirà che i razzi Katyusha iraniani non cadranno sull'autostrada Tel Aviv-Gerusalemme?
Mi vergogno che il mio paese possa votare al fianco di uno stato che l'Iran vuole trasformare in pista di lancio dei missili.
Mi vergogno che il mio paese possa essere ricordato tra coloro che hanno legittimato a fare dei palestinesi le “vittime” e degli israeliani i cattivi.
70 anni fa, in quello che era diventato uno degli atti di apertura della più grande tragedia della storia europea, l'Italia tradì i suoi stessi ebrei. Pochissimi tornarono da Birkenau. Oggi l'Italia, mentre l'Europa è nuovamente esposta a una ondata di antisemitismo clamoroso, capitola di nuovo nella battaglia contro coloro che cercano di finire il lavoro iniziato dai nazisti.
Dove sono finiti nuovamente tutti gli “alleati”? Votate bene. Votate per la verità. La gloria ha vita breve. L'infamia no.

Cordialmente
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » gio dic 21, 2017 7:33 pm

Giulio Meotti

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 5233264493

Il cardinale Pietro Parolin, ministro degli Esteri del Vaticano, oggi rilascia una fitta intervista al Corriere della Sera su Israele: "Gerusalemme è una città unica e sacra per ebrei, cristiani e musulmani. Dovrebbe avere uno statuto speciale che ne faccia una 'città aperta', offra assicurazioni di libertà religiosa per i membri delle tre religioni che condividono i luoghi santi e permetta l’accesso ai pellegrini. Il cuore della proposta, quindi, è quello di uno statuto speciale garantito internazionalmente". Quante bugie e omissis in poche righe (ma le aveva ripetute anche l'ineffabile Donatella di Cesare sul Corriere e le ridice il furbo Barenboim). Prendiamo la Spianata/Monte del Tempio: gli ebrei ci possono mettere piede soltanto come infedeli, guardati a vista, arrestati se pregano, oltraggiati, da turisti. I musulmani con la violenza hanno impedito che venissero installati persino dei metal detector dopo che avevano violato i luoghi santi. La Tomba di Rachele è un bunker angosciante a causa del terrorismo palestinese. La Tomba di Giuseppe è stata data alle fiamme più volte dai palestinesi e gli ebrei possono andarci soltanto come ladri di notte, assieme a un battaglione dell'esercito. La Tomba dei Patriarchi a Hebron è un ghetto diviso a metà e ogni giorno Israele ferma qualche palestinese con delle armi. Parlo con cognizione perché ho visitato più volte tutti questi luoghi. Il cardinale Parolin si faccia spiegare bene come stanno le cose in Israele. Quest'anno ci sará un boom senza precedenti di pellegrini cristiani. Gli unici discriminati, gli unici che rischiano, sono gli ebrei nell'accesso ai loro luoghi santi. Un diritto che si sono dovuti conquistare con la forza e la volontà, contro l'Onu, il jihad, l'Europa e tutta la brava gente che conta. Nessuno, non certo il Vaticano e tantomeno i palestinesi, avrebbe mai concesso loro quel diritto. Il Vaticano si occupasse dei cristiani di Mosul, del Sinai, di Aleppo, che alla libertá religiosa a Gerusalemme Israele ci pensa alla grande per tutti. Il cardinale Parolin lo chiedesse ai conventi cristiani a Gerusalemme est, che hanno chiesto a Israele di essere inglobati nella parte israeliana della barriera antiterrorismo. Ma quand'é che avranno il coraggio di dirla, la verità?

Gino Quarelo
Che schifo questo prete!
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » gio dic 21, 2017 8:25 pm

A l'ONU 138 paesi votano contre la decisione di Trump di riconoscere Gerisalemme capitale di Israele e di spostarvi l'ambasciata USA

Niram Ferretti
21/12/2017


LA REALTA'

Il carrozzone ONU e l'Europa (con l'eccezione parziale dell'Europa dell'Est) sono avversi agli USA, questo è un fatto. La demonizazzione di Donald Trump è oggi lo sport preferito dei progressisti e va di pari passo con la demonizzazione di Israele.

Di Donald Trump si è arrivati a dire di tutto, è stato ed è rappresentato come un demente, un rozzo idiota che non ha la più pallida idea di come funziona il mondo, mica come Michele Serra, Vittorio Zucconi o Massimo Gramellini, qui in Italia (ma sarebbero tanti quelli da citare), i quali nella loro vita hanno raggiunto vertici che Donald Trump se li può sognare...Ma questa è la vulgata caricaturale offerta dalle mezze calzette nostrane che ci spiegano loro cos'è l'America, come funziona, e soprattutto che requisiti bisogna avere per esserne il presidente. Naturalmente Trump di loro non ha mai sentito parlare e mai sentirà parlare.

La demonizzazione dello Stato ebraico dura invece da cinquanta anni, essendo frutto di una persistente azione concertata tra stati arabi e l'ex Unione Sovietica, di cui l'Europa dai primi anni Settanta in poi si è resa complice in virtù di interessi economici e di una strategia geoplitica a guida francese atta a contrastare l'anglosfera.

Oggi vediamo gli USA e Israele saldi a salvaguardia dei medesimi interessi, dello stesso assetto valoriale profondamente occidentalista, robustamente in contrasto nella sua Weltanschauung con quella indiscriminatamente pro-immigrazionista e a favore di una società meticcia priva di identità, storia e cultura propria.

Contro i cantori di questo tipo di società disossata e ibrida, transgender, gli USA e Israele, paesi multietnici e multiculturali, difendono una loro identità marcata che si declina non in un sovranismo grossolano e etnocentrato, ma in una visione identitaria forte e orgogliosa della propria storia, del proprio passato, e dei propri valori culturali.

Israele nasce come stato degli ebrei aperto a chi ebreo non è, rispettoso dell'altrui identità pur rivendicando per sè il proprio carattere specifico culturale, valoriale, nazionale. Gli Stati Uniti nascono con una apertura ecumenica nei confronti di altri popoli e culture i quali però una volta diventati a tutti gli effetti cittadini americani dovranno posporre le loro identità particolari per riconoscersi soprattutto come americani.

Questa idea di patria, di nazione, di identità specifica e caratterizzata è anatema per gli aedi dell'ibridismo socio culturale, del grande crogiuolo in cui fondersi in una unità indistinta, indifferenziata. E' questa la riproposizione postmoderna del fallimentare progetto marxista il quale, dopo la rivoluzione proletaria, vedeva come proprio esito una società perfetta, emancipata da ogni differenza e specificità, in cui sarebbe emerso finalmente "l'uomo universale", questa creatura mitologica.

Noi, alle deliranti astrazioni dei teorici preferiremo sempre la realtà.




https://www.facebook.com/profile.php?id ... wI&fref=nf

Non bisogna farsi fregare dai titoli antitrumpiani di La Repubblica, la quale dopo il voto di oggi all'Assemblea Generale dell'Onu contro la decisione dell'Amministrazione Trump di dichiarare Gerusalemme capitale di Israele, titola, "Schiaffo a Trump".

La realtà è diversa e fotografa un piccolo ma significativo smottamento rispetto a risoluzioni dove la maggioranza è stata assi più compatta.

Tra i paesi che si sono astenuti è significativo notare che a Est è stato rotto il blocco europeo con paesi come la Cecoslovacchia, l'Ungheria, la Romania, la Croazia e la Latavia, mentre paesi i quali si riteneva che avrebbero appoggiato la mozione, come il Rwanda, il Messico, il Malawi, la Colombia, si sono astenuti anch'essi.

Che la maggioranza dei paesi avrebbe votato contro la decisione degli USA era scontato, meno scontate erano le defezioni significative che ci sono state.

Nel novembre del 2012 furono 138 i paesi che votarono a favore dell'ammissione all'Onu della Palestina come non membro osservatore, mentre solo un mese fa furono 151 i paesi che in un'altra sessione dell'Asseemblea Generale hanno votato contro Israele.

Nel suo discorso post votazione, Nikki Haley ha dichiarato che gli Stati Uniti sposteranno la loro ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme e che nessun voto ONU modificherà le cose. Ha aggiunto che il voto verrà ricordato quando agli USA verrà chiesto di fornire all'ONU il proprio massiccio contributo (gli USA da soli sono il singolo paese che contribuisce maggiormente a; budget del Palazzo di Vetro), o quando, "tanti paesi vengono a chiamarco, come fanno spesso, per chiederci ancora più fondi o di usare la nostra influenza a loro vantaggio".

Donald Trump, dicono, non è uomo che si dimentica facilmente un affronto.

Lo show dell'ONU con gente come Erdogan che redarguisce gli USA e dove negli ultimi cinquanta anni stati canaglia e abusatori di diritti umani, dittature, teocrazie, satrapie hanno votato per condannare Israele, è quello che è, una oscena rappresentazione senza alcuna legittimità morale.

La realtà procede con i suoi passi, al di fuori di questo consesso, con la determinazione USA di proseguire nel proprio intento.
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