Gerusalemme capitale di Israele

Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » ven gen 05, 2024 8:13 am

Perché i musulmani vogliono conquistare Gerusalemme
19 febbraio 2018
https://lanuovabq.it/it/perche-i-musulm ... erusalemme

Città santa per tutte e tre le religioni monoteiste, Gerusalemme è l'obiettivo ultimo della jihad islamica. Perché, secondo la tradizione, è a Gerusalemme che Maometto guidò in preghiera Gesù e i profeti dell'Antico Testamento, stabilendo il primato su cristianesimo ed ebraismo.
L’odio palestinese e arabo ha stilisti capaci di confezionare sempre il vestito migliore, attenti soprattutto ad andare in scena con il favore della critica.

Da un paio di mesi, infatti, le proteste che infestano la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e vaste parti del mondo arabo e islamico - all'indomani del trasferimento dell’ambasciata Usa a Gerusalemme - sono sempre più prepotenti, ma sempre meglio infiocchettate per dissimulare come la maggior parte di arabi e musulmani non ha ancora fatto i conti con il diritto di Israele di esistere. Le proteste contro Trump rappresentano solo l’ennesima scusa per sfogare un odio di vecchia data. Non è certo da poco che i negozi palestinesi hanno preso l’abitudine di appendere all’ingresso cartelli che recitano, ‘i cani e gli americani non sono autorizzati a entrare’.

Il terrorismo palestinese contro Israele è una delle storie più antiche. Perché? Anzitutto perché palestinesi e arabi considerano Gerusalemme ‘occupata’ e vedono in Israele una potenza ‘occupante’. Ma la storia è molto più articolata.

A leggere la Bibbia dalla Genesi all’Apocalisse, se c’è una cosa che nota un lettore, anche superficiale, è il piano di Dio per salvare l’umanità. Tra peccato, profeti disobbedienti e paesi distrutti, tra fallimenti e delusioni, c'è un Dio che tesse, con tempi meditati, l’arazzo della storia perché tutto sia pronto per il Figlio di Dio che diventa uomo. Quella dell’incarnazione resta una storia di salvezza, in cui è la grazia a cooperare insieme alla volontà dell'uomo.

L’islam, invece, non conosce la storia di salvezza. Non conosce il peccato originale, la Grazia, la Trinità o l’incarnazione. Per il musulmano Allah è il creatore irraggiungibile a cui si deve solo obbedienza. Se l’uomo cade, è perché l’uomo non ha obbedito. E poiché Allah è così distante, e impone una perfetta obbedienza, il costante fallimento degli esseri umani può essere riscattato solo da altri esseri umani. Nell’ottica musulmana la storia delle nazioni assomiglia alla storia di salvezza di un uomo. E quando un musulmano legge l’Antico Testamento o impara l’ebraismo, quel che vede è una nazione che ha fallito, che ha disobbedito ai comandi di Allah. E non ha attenuanti. Nessuna.

Uno dei comandi che Allah diede agli ebrei era di proteggere Gerusalemme e le sacre terre circostanti. Ma perché l'islam considera sacra la città di Gerusalemme; e perché resisteranno con ogni mezzo nel riconoscerla capitale di fatto d’Israele? Guerre e conquiste ruotano intorno a questa antica città. Ma per capire fino in fondo l’odio islamico bisogna scavare ancora di più nella storia.

Sono sostanzialmente due gli episodi, o meglio, le ricostruzioni, distintivi che coinvolgono direttamente lo stesso Maometto e che hanno reso Gerusalemme un diritto per i musulmani. Gerusalemme centro delle religioni monoteiste e il giro mistico di Maometto da quelle parti.
L'Isra e Mi'raj rappresentano le due parti di un viaggio notturno che, per l’islam, Maometto avrebbe affrontato in una sola notte nel 621. Un viaggio descritto sia come spirituale che fisico. Un breve abbozzo della storia è nel Corano, mentre altri dettagli sono stati forniti dagli hadith. Maometto, ad ogni modo, avrebbe viaggiato verso “la moschea più lontana” che più tardi avrebbero identificato nella moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme. Là Maometto guidò altri profeti in preghiera e poi salì al cielo, da Mi’raj, per avere una conversazione direttamente con Allah. Il ricordo di questo viaggio è uno degli eventi più significativi del calendario islamico. Nell'immaginario islamico, Maometto volando arrivò in Terra Santa e là furono Abramo, Mosè e Gesù ad accoglierlo. In quanto ‘profeti minori’ li guidò in preghiera, ma prima gli presentarono due tazze. Una contenente vino, l’altra latte. Maometto scelse quella con il latte e da quella notte il vino fu proibito ai musulmani. Dopo quella sosta a Gerusalemme, Maometto fu portato in Paradiso su di un cuscino, sempre in volo, dall’angelo Gabriele. Allora Allah gli disse di non avere paura mai e gli diede il mandato di pregare cinque volte al giorno e non cinquanta.

E’ in questa prospettiva che, nell’ossessione musulmana, Gerusalemme rappresenta il punto focale dell’idea che l’islam sia arrivato a perfezionare ebraismo e cattolicesimo. E, mentre prima della fine dei tempi, Maometto promise che Costantinopoli, e poi Roma, sarebbero state conquistate, il presunto episodio di Mi’raj suggellò il destino di Gerusalemme come obiettivo ultimo della jihad islamica.

Appena dopo che Maometto ebbe conquistato la Mecca, era a Gerusalemme che le preghiere musulmane erano dirette: molto prima che la kaaba - l 'antica costruzione che è situata all'interno della Sacra Moschea, al centro della Mecca e che costituisce il luogo più sacro all'islam - era Gerusalemme ad essere esaltata come la città al di sopra di tutte le città. D’altronde a Maometto non era sfuggito che fosse il centro delle religioni monoteiste. Trasformarla nella bandiera dell'islam non poteva rappresentare un dettaglio banale, ed è anche in virtù di ciò che l'islam iniziò a giudicare ebrei e 'crociati' invasori.

La città simbolo del culto ebraico e luogo in cui Cristo fu crocifisso, andava conquistata. E, poiché tra le convinzioni essenziali dell’islam c’è quella che ebrei e cristiani hanno corrotto il messaggio di Allah, fu facile indirizzare parte della loro missione alla riconquista di quella terra che, guarda caso, era stata affidata ai profeti di Allah, a partire da Adamo. E non certo agli ebrei. La Terra Santa, infatti, dovrebbe appartenere a coloro che vivono secondo la volontà di Allah, mentre ebrei e cattolici, con le loro vite corrotte e perverse, non fanno che contaminarla. Missione che assunse un ruolo ancora più prepotente quando gli israeliti, agli occhi dell’islam, manifestarono l‘incapacità di proteggere la loro terra dopo i re Davide e Salomone – re che secondo i musulmani avevano governato rispettando e facendo rispettare la legge della Sharia.

Se per Cristo il suo regno non è di questo mondo, per Maometto la conquista di certe città chiave è il sintomo di potenza anche temporale. E allora liberare Gerusalemme rientra nella loro visione del mondo: un posto da conquistare. Per l'islam la sovranità ebraica su Gerusalemme è, quindi, un abominio che non può essere tollerato. Qualsiasi tentativo di impedire la dominazione musulmana di Gerusalemme è considerato un affronto religioso, oltre che una manovra politica.



Le rivendicazioni dei musulmani su Gerusalemme
di Daniel Pipes
Middle East Quarterly
Pezzo in lingua originale inglese: The Muslim Claim to Jerusalem
Traduzioni di Angelita La Spada
https://it.danielpipes.org/18061/rivend ... erusalemme

...
Il legame che unisce gli ebrei a Gerusalemme è antico e fortissimo. Il Giudaismo rese Gerusalemme una città santa oltre tremila anni fa e per tutto questo tempo gli ebrei sono rimasti fedeli a essa. Gli ebrei pregano nella sua direzione, menzionano costantemente il suo nome nelle preghiere, terminano la Pasqua con la frase nostalgica: "L'anno prossimo a Gerusalemme" e ricordano la città nel rendere grazie alla fine di ogni pasto. La distruzione del Tempio pesa fortemente sulla coscienza ebraica; la sua commemorazione riveste diversi tipi di forme, una giornata di lutto, abitazioni lasciate in parte incompiute, il trucco o una parure di gioielli delle donne volontariamente incompleta e un bicchiere rotto durante una cerimonia nuziale. Inoltre, Gerusalemme ha avuto un importante ruolo storico, è la sola capitale dello Stato ebraico ed è l'unica città abitata in maggioranza dagli ebrei nel secolo scorso. Nelle parole del suo attuale sindaco, Gerusalemme rappresenta "la più pura espressione di tutto ciò per cui gli ebrei hanno pregato, sognato, versato lacrime e sono morti nel corso dei duemila anni successivi alla distruzione del Secondo Tempio".

Che ne è stato dei musulmani? Qual è il posto di Gerusalemme nell'Islam e nella storia musulmana? Non è il luogo verso cui pregano, non è menzionata una sola volta per nome nelle preghiere, e non è direttamente connessa a nessun avvenimento della vita di Maometto. La città non è mai stata la capitale di uno stato musulmano sovrano, né è mai diventata un centro culturale o accademico. Ben poche iniziative politiche islamiche di un certo spessore hanno tratto origine qui.

Un paragone spiega meglio questo punto: Gerusalemme appare nella Bibbia ebraica 669 volte e Sion (che in genere sta a indicare Gerusalemme, e a volte la Terra di Israele) 154 volte, quindi è menzionata 823 volte in tutto. La Bibbia cristiana cita 154 volte Gerusalemme e 7 volte Sion. Al contrario, come osserva il giornalista Moshe Kohn, Gerusalemme e Sion appaiono così spesso nel Corano "quanto nella Bhagavad Gita indù, nel Tao Te Ching taoista, nel Dhammapada buddista e nello Zend Avesta di Zoroastro" – vale a dire, mai una volta.
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Il primo sovrano omayyade, Mu'awiya, decise di farsi proclamare califfo a Gerusalemme; lui e i suoi successori fecero realizzare una serie di costruzioni – edifici religiosi, un palazzo e delle strade – nella città. Gli Omayyadi nutrivano probabilmente la speranza di fare di Gerusalemme la loro capitale politica e amministrativa e, secondo Elad, di fatto la trattarono come tale. Ma Gerusalemme è principalmente una città religiosa, e come spiega lo studioso israeliano Izhak Hasson, "il regime degli Omayyadi era interessato a conferire un'atmosfera islamica al centro e al principale bastione della città". A tal fine, (anche per affermare la presenza dell'Islam nella sua competizione con il Cristianesimo), il califfo omayyade fece costruire dal 688 al 691 la prima grande struttura architettonica islamica, la Cupola della Roccia, proprio in cima al Tempio ebraico. Questo edificio straordinario non è soltanto il primo monumento sacro dell'Islam, ma è anche l'unico che ancora oggi presenta una forma vicina all'originale.
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Le prime descrizioni di Gerusalemme, come quella del califfo 'Umar, durante la visita da lui fatta dopo la conquista della città, nel 638, non identificavano in alcun modo il Monte del Tempio con la "moschea più lontana" del Corano.

Le iscrizioni coraniche che formano un fregio in un mosaico di 240 metri di lunghezza presente nella Cupola della Roccia non includono i versetti coranici 17:1 e la storia del Viaggio notturno, il che indica che l'idea di Gerusalemme come luogo dal quale è stato effettuato il Viaggio notturno non era ancora consolidata nel 692. (Anzi, le prime iscrizioni del versetto 17:1 che si riferiscono a Gerusalemme risalgono all'XI secolo.)

Muhammad ibn al-Hanafiya (638-700), un parente stretto del profeta Maometto, avrebbe screditato l'idea secondo la quale il Profeta avrebbe messo piede sulla Roccia di Gerusalemme e parlando degli Omayyadi avrebbe detto: "Questi dannati siriani pretendono che Allah abbia messo piede sulla Roccia di Gerusalemme, quando una sola persona ha messo piede sulla Roccia, e questo fu Abramo".
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Poi, nel 715, per meglio costruire il prestigio dei loro territori, gli Omayyadi fecero una cosa molto intelligente: edificarono un secondo santuario a Gerusalemme, anche questo sul Monte del Tempio, e lo chiamarono Moschea di al-Aqsa (al-masjid al-aqsa, la moschea più lontana). Così facendo, gli Omayyadi dettero retroattivamente alla città un ruolo nella vita di Maometto. Questa associazione tra Gerusalemme e al-masjid al-aqsa si accorda con una propensione generale dei musulmani a identificare i nomi dei luoghi menzionati nel Corano: "laddove il Corano menziona il nome di un avvenimento, furono inventate delle storie per dare l'impressione che qualcuno, in qualche modo, da qualche parte, sapeva di cosa si stesse parlando".
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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