Ebrei e non più ebrei che odiano gli ebrei e/o Israele

Re: Ebrei e non più ebrei che odiano gli ebrei e/o Israele

Messaggioda Berto » gio mar 23, 2023 8:23 pm


Massimo Fini



FINI MASSIMI
Niram Ferretti
23 marzo 2023

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Su quel giornale pattumiera che è il Fatto Quotidiano, Massimo Fini scrive un pezzo dedicato al fascismo in cui, a un certo punto, tira in ballo gli ebrei, esibendo il vecchio campionario dell'antisemitismo complottista derivato dai Protocolli (gli ebrei signori del capitale e manovratori della finanzia mondiale) e dell'antisemitismo attuale mascherato da antisionismo (gli ebrei che praticano il genoicidio dei palestinesi e si divertono in particolar modo a uccidere i bambini).
Marco Travaglio, direttore del giornale, pubblica il pezzo, ma si riserva di intervenire dissociandosi, anche se, sicuramente, non gli piace il governo "fascistoide" attuale che governa in Israele.
Da anni il Foglio Quotidiano offre su Israele la vulgata abituale, quella mutuata dalla propaganda araba anche se Travaglio si dichiara "amico" dello Stato ebraico ("Con amici così chi ha bisogno di nemici?").
Massimo Fini è un caso umano. Ebreo della schiatta di quelli che detestano la propria origine (alla Otto Weininger per intenderci, non possedendone però l'intelligenza), ha sempre cercato, tutta la sua vita, di affermarsi come intellettuale maledetto, restando sempre tuttavia nelle retrovie. Gli sarebbe piaciuto essere un Pasolini di destra, ma la sorte gli ha negato questo ruolo confinandolo in quello assai più angusto di Fini Massimo.






Ma saranno Santi suoi

http://www.massimofini.it/index.php?opt ... &Itemid=69

«Pio IX è un beato inaccettabile» ha scritto Il Manifesto; il Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, ha affermato di non capire come «si possa conciliare la beatificazione di chi difese la vita, cioè Roncalli, con quella di chi ricorse alla condanna a morte, Pio IX»; Eugenio Scalfari ha sentenziato che «Pio IX è un beato di destra»; Pannella ha organizzato la solita manifestazione (non contro Pio IX, che sarebbe lecitissima, anche se un tantino anacronistica, ma contro la sua beatificazione); e anche due laici in genere coerenti e conseguenti come Indro Montanelli e Furio Colombo, di estrazione cattolica il primo, ebraica il secondo, hanno dichiarato, sia pur con qualche distinguo, che questa beatificazione non si doveva fare; il rabbino David Rosen e il presidente della comunità ebraica in Italia, Amos Luzzatto, hanno detto che la beatificazione di Papa Mastai è una mancanza di rispetto verso gli ebrei. In quanto a Israele ha fatto conoscere, per bocca del ministro Michael Melchior, il suo «profondo rammarico» e il suo disappunto. Davvero curiosi questi laici, Che siano diventati, da un giorno all'altro, cattolici? Per un laico, infatti, ciò che avviene all'interno di un'organizzazione privata su base volontaria, come la Chiesa, in materia di fede, di dogmi, di Santi, di Beati, di cherubini, di serafini, dovrebbe essere del tutto indifferente proprio perché costui, per suo stesso postulato, non crede a nessuna di queste cose, Un laico può criticare finche vuole la figura di Pio IX in quanto Papa reazionario, antiliberale, antirisorgimentale, non la sua beatificazione che è un atto squisitamente religioso che può interessare e riguardare solo gli adepti. Ancora più stravagante è che un presidente del Consiglio si immischi nelle scelte di fede della Chiesa e del suo pontefice contestando un beato. È come se il Papa volesse metter becco in una nomina a cavaliere della Repubblica fatta da Ciampi. Il brocardo di Cavour, «libera Chiesa in libero Stato», recepito dai Concordati, significa che Stato e Chiesa hanno sfere di competenza diverse, l'una temporale, l'altra spirituale, che non devono interferire fra di loro. Invece negli anni della cosiddetta seconda Repubblica abbiamo assistito a una gran confusione dei ruoli con il Papa (per non parlare degli eccellentissimi cardinali) che mette i piedi in questioni temporali di stretta pertinenza dello Stato italiano e ora, quasi a render la pariglia, con una batteria di laici, alcuni dei quali ricoprono cariche istituzionali, che si intromettono in una questione come la beatificazione, prettamente spirituale e religiosa. Di inaudita gravità è poi l'intervento di Israele. Che c' entra uno Stato con una beatificazione? Che atto di intimidazione è mai questo? Se l'avesse fatto la vecchia Unione Sovietica si sarebbero aperte, e giustamente, le cateratte. Furio Colombo, a Radio Radicale, ha sostenuto che Israele ha voce in capitolo in quanto rappresenta gli ebrei di tutto il mondo e sotto il pontificato di Pio IX un bambino ebreo fu battezzato a forza e gli ebrei erano ghettizzati. Mi stupisce che un ebreo laico, solitamente molto sorvegliato, come Furio Colombo, si lasci andare a sciocchezze del genere. Se fosse come lui dice allora sarebbe lecito accollare all'intera comunità ebraica, e quindi anche a quella italiana, la responsabilità delle ripugnanti violenze che lo Stato di Israele pratica da quando è nato, nei confronti del popolo palestinese. La distinzione fra Israele e comunità ebraica internazionale, fra sionismo ed ebraismo, e quindi, specularmente, tra antisionismo e antisemitismo, va tenuta ben ferma proprio per non precipitare nel razzismo antisemita. Ma del tutto sconclusionata e priva di senso è anche la protesta della comunità ebraica in quanto tale. La beatificazione di Pio IX, riguardando oltretutto un uomo vissuto più di un secolo fa, è un fatto interno del cattolicesimo e, con buona pace del rabbino Rosen e di Luzzatto, ogni religione a casa propria fa quello che più le pare. O la Chiesa cattolica deve adesso mettersi a depennare i suoi Santi e i suoi Beati perché non sono graditi al rabbino Toaff? Ognuno ha diritto di avere gli Dei, i Santi e i Beati che preferisce o di non averne nessuno. Altrimenti è intolleranza, E vien la nostalgia della Roma pagana che riconosceva a tutte le confessioni il diritto di sacrificare ai propri dei, quali che fossero, mentre i governatori di Galilea, con santissima pazienza, si sono slombati per impedire che ebrei e cristiani, comunità litigiosissime allora come oggi, si lapidassero a vicenda in nome di fedi diverse.




L'eterno salvacondotto della Shoah
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 5 maggio 2018

http://www.massimofini.it/articoli-rece ... ella-shoah

Che le dichiarazioni di Abu Mazen (gli ebrei sarebbero in qualche modo responsabili della Shoah) siano inaccettabili, come ha immediatamente dichiarato, fra gli altri, anche l’Unione Europea, non è nemmeno il caso di dirlo. Ci si chiede però, come ha fatto un lettore del Fatto (27.4), Mauro Chiostri, parlando dell’oggi e non del codificato ieri, se lo Stato di Israele non goda di uno speciale salvacondotto basato proprio sullo sterminio ebraico di tre quarti di secolo fa. E’ una domanda, per la verità, che si fanno in molti ma che non osano formulare pubblicamente nel timore di essere immediatamente bollati come antisemiti, negazionisti, razzisti, nazisti. Ma Israele è uno Stato e non va confuso con la comunità ebraica internazionale. In anni meno manichei di quelli che stiamo vivendo attualmente era la stessa comunità ebraica a non volere che si facesse una simile confusione. Ed era logico che così fosse. Perché Israele è uno Stato e, come tale, può compiere azioni criticabili, e anche nefande, ma non per questo ne deve rispondere, poniamo, un ebreo del ghetto di Roma. Oggi invece questa confusione esiste e Israele può compiere impunemente atti che ad altri Stati costerebbero l’indignata condanna, se non peggio, della cosiddetta ‘comunità internazionale’.

1.Durante le manifestazioni popolari di quest’ultimo mese e mezzo a Gaza i militari israeliani hanno ucciso 44 persone e ne hanno ferite 1.400. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres aveva fatto richiesta di un’indagine indipendente sui morti a Gaza. Ma Israele l’ha respinta. Eppure richieste di questo genere sono state accettate persino da Assad e, a suo tempo, da Saddam Hussein. L’esercito israeliano sarà anche “il più virtuoso al mondo” come afferma Netanyahu ma certamente ha il grilletto molto facile.

2. L’altro giorno Benjamin Netanyahu, in diretta tv, con la massima esposizione mediatica possibile, ha accusato l’Iran di aver mentito sul proprio programma nucleare e di stare preparando almeno quattro o cinque bombe Atomiche della stessa potenza di quelle che gli americani sganciarono su Hiroshima e, tre giorni dopo, su Nagasaki. Ha anche affermato di essere in possesso di oltre 55 mila pagine di documenti che lo provano. E ha subito trovato una sponda nell’amico di sempre, gli Stati Uniti. In realtà è proprio Netanyahu a raccontar frottole che sono state subito smentite dall’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) i cui ispettori fanno la spola fra Vienna e Teheran e hanno sempre constatato che nelle centrali iraniane l’arricchimento dell’uranio non supera il 20% che è quanto serve per gli usi energetici, civili e medici del nucleare (per arrivare all’Atomica l’arricchimento deve essere del 90%). Questo il comunicato dell’Aiea che, in materia, è la fonte più autorevole dato che i suoi ispettori fanno le verifiche sul campo: “Non abbiamo alcuna indicazione credibile di attività in Iran attinenti allo sviluppo di un ordigno nucleare dopo il 2009”.

È grottesco, se non fosse inquietante, che uno Stato come Israele, che non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare, che ha la Bomba, anche se non lo dice ma, per buona misura, fa sapere, ne accusi un altro, l’Iran, che questo Trattato ha sottoscritto e accetta da sempre le ispezioni dell’Aiea.

Ma anche se l’Iran, in linea puramente ipotetica, volesse farsi l’Atomica non sarebbe uno scandalo circondato com’è da potenze nucleari come lo stesso Israele, il Pakistan e la non lontana India. L’Atomica, è ovvio, serve solo da deterrente, come dice la logica e anche l’esempio del dittatore coreano che si è salvato semplicemente dimostrando di averla e, a contrario, i casi di Saddam Hussein e Muammar Gheddafi che sono stati eliminati provocando il caos mediorientale e libico che tutti abbiamo sotto gli occhi.

3. Gli israeliani hanno effettuato una decina di raid missilistici su postazioni iraniane in Siria. Gli ultimi due, nella notte di domenica scorsa, hanno provocato almeno 40 vittime. Certo le milizie iraniane sono fuori dal proprio territorio col pretesto di combattere l’Isis che è diventato il passepartout per ogni sorta di nefandezze, turche, russe, americane e, appunto, iraniane. Ma Israele ha il diritto di intervenire? Facciamo l’ipotesi opposta. Cosa succederebbe se missili iraniani colpissero ipotetiche postazioni israeliane fuori dal loro territorio? Il finimondo. La condanna e l’indignazione sarebbero unanimi e le ritorsioni, economiche e militari, immediate. Invece con Israele si sta zitti, si fa finta di non vedere, di non sapere.

4. Dal 1946 sono centinaia le risoluzioni Onu che Israele non ha rispettato. Evidentemente è legibus solutus. Fino a quando deve durare questo salvacondotto che, come scrive il lettore Mauro Chiostri, “specula sul dramma della Shoah mancando oltretutto di rispetto alle vittime innocenti che l’hanno subita”?


Non mi piacciono i popoli "Eletti da Dio"

http://www.massimofini.it/index.php?opt ... &Itemid=61

Caro Direttore,
Massimo Fini viene ospitato il 4 novembre sulla prima pagina del Gazzettino per commentare la fiaccolata in solidarietà con Israele e con i suoi usuali toni polemici e controcorrente si dichiara antisemita. La polemica è contro una stupida e ingiustificabile affermazione del portavoce della comunità ebraica di Roma che indicava come nemici di Israele e degli ebrei italiani tutti coloro che si fossero dissociati dalla manifestazione. Tuttavia le affermazioni di Massimo Fini non solo sono - come sempre nel suo stile estremo - provocatorie, ma, ahimè, veritiere. Va ad onore della sua onestà intellettuale il fatto di dichiararsi esplicitamente antisemita. A prescindere dalla polemica contingente, infatti, sono tali e tanti i momenti della carriera giornalistica di Fini caratterizzati da una costante polemica a senso unico contro Israele e contro gli ebrei, che nessuno fra i suoi numerosi lettori aveva più dubbi in proposito. Gadi Luzzatto Voghera Venezia Caro Luzzatto, mettiamo alcune cose in chiaro. Mia madre, Zinaide Tobiasz, era un'ebrea russa che ha visto sterminati tutti i suoi famigliari (genitori, sorella, fratello, zii, cugini) durante la seconda guerra mondiale. I suoi ebbero la sfortuna di trovarsi sul fronte sovietico-tedesco che fu il più feroce perché i contadini russi difesero con le unghie e con i denti la loro terra, a maggior gloria di Stalin che li aveva sterminati a milioni. Non sappiamo se i familiari di mia madre furono semplicemente vittime della guerra o anche del loro essere ebrei. Non lo sappiamo perché, dopo la guerra, i miei genitori fecero fare delle ricerche dalla Croce Rossa Internazionale, ma di quelle persone non si trovò alcuna traccia, sparite nel nulla. Per gli ebrei, che seguono la linea matrilineare, io sono quindi teoricamente un ebreo. Ma io non mi sento tale. Perché non sono stato educato in quella cultura. Mia madre fa parte infatti di quei casi - non rari - di ebrei che furono talmente choccati dalle violenze antisemite degli anni Trenta e Quaranta da rimuovere le proprie origini, anche quando, dopo la guerra, non c'erano più pericoli. Ciò dice, di per sè, della spaventosa ferocia di quelle persecuzione. È difficile quindi pensare che io non abbia sensibilità per la questione ebraica. Tuttavia non mi sento ebreo. Anche per un altro motivo. Da anarchico-individualista qual sono non mi piacciono le appartenenze appioppate dall'alto, culturali o razziali che siano. Io appartengo solo a me stesso. Per questo non mi interessa se la persona che mi sta da vanti è un ebreo, un arabo o un malgascio, mi interessa innanzitutto chi è lui come persona.(Segue a pagina 11) Dalle mie labbra e dalla mia penna non è quindi mai uscita una parola contro un ebreo o un negro o un arabo o un malgascio solo perché tale. Naturalmente posso preferire una cultura a un'altra o, da agnostico qual sono, una religione a un'altra. Non ho simpatia per "le tre grandi religioni monoteiste" perché vedo nel monoteismo la radice dell'intolleranza e del totalitarismo. Preferisco le religioni africane, che non hanno Iddii unici e, a volte, nemmeno pantheon di Dei, ma una concezione magica della vita e della natura e spiritualizzano anche la materia laddove noi occidentali, nel solco del pensiero giudaico-cristiano, poi secolarizzato dall'Illuminismo, abbiamo finito per materializzare anche l'uomo. Ancor meno mi piace che un popolo si consideri "eletto da Dio" perché vi trovo, in nuce, le radici di quel razzismo di cui poi proprio gli ebrei sarebbero stati così atrocemente vittime. Se esistono popoli "eletti" vuol dire che gli altri, i "non eletti", sono inferiori. Quando sento parlare di "popoli eletti" e di "razze superiori" mi vengono i brividi. La sua affermazione che criticare Israele vuol dire, per ciò stesso, essere antisemiti, è inaccettabile. Perché significa impedire la critica a uno Stato e alla sua politica sotto il ricatto morale dell'antisemitismo. Israele non è il Male, come pensa il presidente iraniano, ma non è nemmeno il Bene. È uno Stato come gli altri verso il quale si deve poter conservare il diritto di critica. Trovo inaccettabile l'eterno ricatto morale che, oggi, viene fatto per cui Israele dovrebbe godere di un trattamento di privilegio in ragione dell'Olocausto. Lo trovo inaccettabile e oltraggioso. Oltraggioso per quei sei milioni di ebrei morti e oggi strumentalizzati per ragioni che con la loro tragedia non hanno più nulla a che fare. Massimo Fini



Il Popolo Eletto, e gli altri ancora più eletti
(ogni popolo e ogni ideologia religiosa da sempre ha la sua elezione e la sua ideologia suprepatista: Sumeri, Egiziani, Assiri, Persiani, Greci, Etruschi, Romani, Cinesi, Indiani, Russi, Giapponesi, Arabi, Tedeschi, Turco ottomani, ... ebrei, zoroastriani, cristiani, maomettani, indù, buddisti, ...) .
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Demenziali pseudo intellettuali di destra e di sinistra antisemiti, antiamericani e filo nazi maomettani
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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