Soros l'ex ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael

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Messaggioda Berto » mar ago 30, 2016 7:07 am

Soros lex 'ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael

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Soros l'ex ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael

Messaggioda Berto » mar ago 30, 2016 7:08 am

George Soros. Il sabotatore di Israele
18 agosto 2016 Niram Ferretti
http://www.linformale.eu/george-soros-s ... re-israele

Un grave caso di autodissoluzione ebraica è quello rappresentato da George Soros, il più facoltoso e persistente oppositore di Israele.

Per Soros, “discepolo” di Popper, Israele dovrebbe essere spazzato via e rimpiazzato con una società più giusta ed equa. Non si sa esattamente cosa abbia in mente il finanziere, ma sicuramente, finanziando gruppi filopalestinesi, la sua idea di una società migliore e “aperta” deve trarre ispirazione dai fiorenti modelli arabi e islamici che circondando Israele.

Ieri il sito DCLeakes in una operazione di hackeraggio è riuscito a trafugare migliaia di documenti dal database della Open Society Foundation che fa capo a Soros.
Dalle mail trafugate sono di particolare interesse quelle legate a organizzazioni non governative virulentamente anti-israeliane a cui Soros ha fatto pervenire copiosi fondi.

Le mail in oggetto rappresentano qualche problema per la setta dei complottisti i quali hanno nella figura dell’ebreo orditore di trame oscure uno dei loro paradigmi preferiti. In effetti Soros sembra in parte confermare questa immagine solo che il suo accanimento contro Israele smonta uno degli assunti principe del complottismo (che non ha mai riunciato allUrtext di tutti i complotti, “I Protocolli dei Savi di Sion”), quello della finanza ebraica che lavora a tutto spiano per lo stato ebraico.

In una intervista data nel 1998 il magnate ungherese così rispondeva alle domande del suo intervistatore riguardo a un episodio emblematico accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Kroft: “Mi sembra di capire che lei accompagnava questo suo protettore il quale sosteneva che lei fosse il suo figlioccio”.
Soros: “Sì, sì”
Kroft: “Lo accompagnava e lo aiutava nella confisca di proprietà ebraiche”.
Soros: “Sì è corretto. Sì”.
Kroft: “Mi sembra una esperienza che avrebbe potuto spedire parecchia gente sul lettino dello psichiatra per molto tempo. Fu difficile?”.
Soros: “No, affatto. Assolutamente. Magari quando sei un ragazzino non vedi il rapporto. Ma non mi creò alcun problema”.
Kroft. “Nessun senso di colpa?”.
Soros: “No”.
Kroft: ” Per esempio, ‘Sono ebreo ed eccomi qui che guardo queste persone che se ne vanno. Potrei facilmente essere con loro. Dovrei essere con loro’ Niente del genere?”.
Soros: “Certo, avrei potuto trovarmi dall’altra parte, o avrei potuto essere colui che veniva espropriato dei suoi averi. Ma non c’era alcun motivo perché non fossi lì. In un senso ironico è come con i mercati finanziari, se non fossi lì non opererei, ma qualcun’altro lo farebbe al posto mio”.

Ecco, sì. Se non mettesse a disposizione la sua esorbitante disponibilità economica anche per demonizzare Israele, “qualcun’altro” lo farebbe al posto suo.
Meglio che lo faccia lui che oltretutto ha il vantaggio di essere anche ebreo.

L’Agenda di George Soros su Israele
Il “miliardario messianico” spende milioni contro lo stato ebraico
di Redazione | 18 Agosto 2016
http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/08/1 ... e_c177.htm

Hacker russi hanno violato la Open Society del miliardario George Soros, svelandone molte attività. A partire dal 2001, Soros ha investito dieci milioni di dollari in organizzazioni impegnate nella delegittimazione di Israele. Il “miliardario messianico” si conferma patrono mondiale dell’attivismo liberal. Sua la donazione di cento milioni di dollari a Human Rights Watch. “The Man Who Broke the Bank of England” ha avuto molti meriti in questo suo attivismo, come aiutare i democratici dell’est europeo, da Solidarnosc in Polonia a Charta 77 in Cecoslovacchia e, più recentemente, i dissidenti in Iran. Negli anni Ottanta, le fondazioni Soros erano impegnate a minare in modo sottile il monopolio di accesso all’informazione dei regimi socialisti. Soros dotò ogni biblioteca ungherese di fotocopiatrici, a condizione che non ne venisse controllato l’uso. Ha finanziato tante borse di studio a Oxford e Cambridge, aprendo le menti di tanti ragazzi sotto il comunismo.

Quando l’Urss di Gorbaciov sembrava arrivata alla fine, Soros fornì a Boris Eltsin gli strumenti necessari per stampare i volantini. Quando Sarajevo era sotto assedio delle truppe serbe, Soros fornì acqua e gasolio alla popolazione civile. Morton Abramowitz, suo amico e storico collaboratore, ha giustamente detto che “Soros è l’unico privato cittadino con una propria politica estera”. E questa passa anche dalla delegittimazione dello stato di Israele, che per Soros è un incidente della storia. Questa è una campagna molto meno nobile, perché Israele rappresenta proprio quel tipo di “società aperta” che potrebbe scardinare il cuore di tenebra del medio oriente.


Il Jerusalem Post contro George Soros: “E’ anti-israeliano”
di Ermanno Durantini on 18/08/2016
http://ordinefuturo.net/2016/08/18/il-j ... israeliano

A volte, la realtà non è facile e lineare, e la sua complessità può essere così sfuggente da far vacillare alcune facili certezze, preconcetti e schemi fissi, spesso strutturati su una polarizzazione manichea che vede sempre un fronte del “bene” avversario di un fronte del “male”.

Che Bene e Male esistano come categorie ontologiche primarie che sostanziano la natura profonda della morale e dell’etica umana è un fatto fuori discussione per chiunque non sia improntato di quel relativismo assoluto post-illuministico che è diventato un mantra della cultura dominante.

Tuttavia, specialmente quando si parla di geopolitica, di relazioni internazionali, di interessi economici legati a grandi gruppi finanziari, multinazionali e ONG dalle dubbie finalità, è bene rassegnarsi alla liquidità e alla repentina velocità con cui gli schieramenti, i posizionamenti, le alleanze e le amicizie possono cambiare. È il caso dei rapporti tra George Soros, magnate americano-unghese, e il giornale israeliano in lingua inglese The Jerusalem Post, di orientamento conservatore e vicino al Likud del premier dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu.

George Soros è il fondatore della Open Society, fondazione internazionale ufficialmente dedita alla difesa e allo sviluppo dei diritti umani e delle libertà politiche, civili e religiose in tutto il mondo. A tale associazione e a Soros sono state negli anni mosse svariate accuse – talora anche ben fondate e suffragate da ben più che fortissimi – di essere una vera e propria centrale di propaganda del progressismo internazionale e di influenzare le politiche sovrane di svariati Stati in tutto il mondo tramite la propria azione, effettuata sotto traccia mediante finanziamenti ad associazioni, ONG, centri di ricerca, fondazioni e movimenti politici di orientamento progressista e, in generale, utilizzati o direttamente interessati alla creazione di quella Società Aperta democratico-liberale delineata da Karl Popper in The Open Society e che ha dato il nome alla fondazione di Soros. Classicamente, tra le altre accuse mosse al magnate (di cui è contestata la possibile origine ebraica), c’è anche quella di supportare lo Stato di Israele e il Sionismo in Palestina.

Eppure, stando agli oltre 2500 file che DC Leaks (filiale statunitense dell’organizzazione WikiLeaks, guidata dal famigerato Julian Assange) ha hackerato dai server della Open Society e reso pubblici sul web all’indirizzo http://soros.dcleaks.com/, quest’ultima accusa pare non essere del tutto fondata. Il Jerusalem Post, infatti, basandosi proprio sulla lettura di alcuni di questi file – che, divisi in 9 sezioni, coprono tutto il globo e praticamente qualsiasi questione economico-politica possa venire in mente – ha, appena qualche giorno fa (Link) accusato Soros di elargire generosi finanziamenti ad associazioni anti-israeliane.

In particolare, la Open Society, sempre attenta ai diritti delle minoranze etniche e religiose (oltre che di quelle sessuali, visti gli enormi finanziamenti gentilmente concessi dalla fondazione agli ArciGay di svariati paesi, tra cui l’Italia), supporterebbe varie associazioni dedite alla difesa dei diritti degli arabo-israeliani, con un riguardo speciale ai territori attualmente occupati dai cosiddetti “coloni”. Il giornale israeliano muove dunque la sua accusa al magnate, dicendo che dai documenti emerge come Soros, di fatto, stia finanziando la “falsa propaganda” per la quale Israele non sarebbe una democrazia, ma uno Stato autoritario con venature nazionaliste, ultra-religiose e razziste.

Ovviamente, trattandosi di una questione molto complessa, stratificata e che richiederebbe maggiori approfondimenti di quelli consentiti dalla lettura di alcuni file e di un articolo di giornale, la prudenza è d’obbligo.

Innanzitutto, nulla certifica che questi file siano tutti egualmente veri e originali. WikiLeaks è sicuramente un’organizzazione che ha causato molti mal di pancia in seno alle élite mondiali, ma ha anche ricevuto vari dubbi e critiche sull’onestà e la trasparenza delle sue azioni. Negli USA si è ipotizzato che questa ennesima sottrazione di materiale riservato sia ancora una volta opera di hacker russi, che agirebbero in questa maniera per mostrare (non che ce ne sia il vero bisogno, viste le tonnellate di prove lampanti su questa questione) come Soros sia tra i maggiori promotori nel mondo di rivoluzioni colorate e regime change, tra i quali anche il golpe in Ucraina del 2014, che ha portato alla caduta di Viktor Yanukovich. Tutto ciò è tranquillamente plausibile, ma insomma, un margine di dubbio su questi file e sulla loro improvvisa comparsa sulla scena resta.

Inoltre, non bastano ovviamente alcune decine di file in cui compaiono generose elargizioni del magnate “filantropo” ad associazioni sostanzialmente amiche dei palestinesi per dimostrare che Soros sia un nemico del Sionismo, un avversario dello Stato di Israele o chissà che altro. Più sobriamente, si può dire che la velocità con cui The Jerusalem Post ha attaccato Soros lancia in resta mostri come tra lui e alcuni ambienti della destra politica israeliana non corra buon sangue, almeno allo stato attuale delle cose.

La suggestione che, pur con tutte le prudenze del caso, inevitabilmente compare sul tavolo è questa. Ferma restando la violenza, la brutalità, l’ingiustizia e l’atteggiamento para-razzistico con risvolti nazionalistici e messianici con cui lo Stato di Israele si è impossessato del territorio palestinese dal 1948 ad oggi, è anche chiaro che, per un magnate che predica e diffonde esplicitamente nel mondo gli ideali mondialistici e massonici di fratellanza universale, libertà, individualismo e pace perpetua, quella parte più conservatrice, nazionalista e militarista della politica israeliana, incarnata attualmente dallo stesso premier Benjamin Netanyahu, non sia il massimo della vita e della situazione politica auspicabile.

Se l’ideologia di Soros è la diffusione a livello mondiale dei dogmi progressisti, è chiaro che anche lo Stato di Israele non può sfuggire a questa logica e che il militarismo nazionalistico di certi ambienti israeliani sia, nell’ottica della Open Society, da ridurre progressivamente di peso, in favore di una società aperta mondiale, che includa anche Israele.

Questo non significa, ovviamente, fare di Israele il modello di alcunché, tanto più che molte delle “libertà” auspicate dalla Open Society di Soros hanno pieno vigore in Israele, dove ha luogo ogni anno il Gay Pride più grande dell’Asia. Di certo, neppure la più conservatrice delle destre israeliane (tra cui spiccano i nazionalisti dell’ex-ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman) è attualmente un argine alla deriva progressista, mondialista e annullatrice di differenze, identità e culture in un melting pot amorfo, senz’anima e demo-liberale, di cui si vede l’azione in tutto il mondo, ma più di tutti in Europa.

Però, a volte, come dicevamo, la realtà non è facile e dicotomica come può sembrare all’inizio, e questa presa di posizione del giornale della destra israeliana va registrata, pur con tutte le prudenze del caso e precisando, comunque, che si tratta perlopiù di suggestioni non suffragate da troppe prove. Di certo, al Jerusalem Post non piace Soros, il quale, visto che, al di sotto di una lieve patina di filantropia, il buon cuore non pare essere la sua più notevole caratteristica, qualche interesse nel difendere i diritti degli arabo-israeliani potrebbe averlo.
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Messaggioda Berto » mar ago 30, 2016 7:09 am

Soros, creatore di crisi in Medio Oriente
giugno 23, 2016
https://aurorasito.wordpress.com/2016/0 ... io-oriente

La supposta filantropia di George Soros è in realtà funzionale agli investimenti. In nessun punto ciò è più chiaro che nei tentativi in Medio Oriente del miliardario degli hedge fund. Come ha detto un ricercatore, “i gruppi finanziati da Soros aumentano le tensioni in questa regione tormentata”. Ecco uno sguardo sul modo con cui tale ormai noto istigatore di conflitti e cambi di regime mette in crisi le nazioni che circondano Israele. Non sono il primo analista ad indagare e riferire sulle nefaste macchinazioni di George Soros. Abbiamo tutti sentito parlare dell’oscuro passato della leggenda finanziaria degli hedge fund, il suo sostegno ai nazisti in Ungheria da adolescente, l’assalto alla Banca d’Inghilterra e i miliardi fatti con le crisi finanziarie che impoveriscono le masse. Gli sforzi di Soros di creare crisi nel mondo sono ormai leggende metropolitane. La sua complicità o l’intervento diretto nei cambi di regime e nello sconvolgimento sociale di intere regioni, sembrano oltre la portata di ciò che la maggior parte delle persone può capire. Il potere di Soros, e di quelli dietro di lui, è quasi incredibile, anche per coloro che lo sanno. Per quanto mi riguarda, sono sorpreso dalla quotidiana presenza dell’uomo. Oggi, un articolo del 2013 di Alexander H. Joffe dell’NGO Monitor fa altre rivelazioni. Più in particolare, la vastità della rete degli sforzi filantropici di Soros è straordinaria, ancora più grande di quanto immaginato. I singoli casi di “investimento”, come i 100 milioni di dollari donati per supposta filantropia nel 2010 a Human Eight Watch sono pochi nel quadro completo. Se il lettore avesse a che fare con il termine “influenza inimmaginabile” pensando a Soros, il resto dell’articolo renderà ciò molto più chiaro.

“Cattivo Israele”, buono per gli affari sul conflitto
Citando Kenneth Roth di Human Rights Watch, l’articolo dell’NGO Monitor su Soros lo bolla con il marchio indelebile di sovversivo. L’uomo incaricato di monitorare i diritti umani nel mondo dice: “Dobbiamo poter plasmare la politica estera di queste potenze emergenti, tanto come abbiamo tradizionalmente fatto con le potenze occidentali“. Quanto più chiare sono possibili le missioni di Soros o di Human Rights Watch confessando di plasmare la politica delle nazioni, con o senza il mandato del popolo? Ma il ruolo di Human Rights Watch, e altre ONG supportate da Soros, è più complesso di quanto si possa immaginare. L’articolo del Dr. Joffe rivela l’ampiezza dei giochi conflittuali di Soros, ma anche la terza dimensione della nuova strategia complessiva mondiale, il ruolo del conflitto globale. Utilizzando Human Rights Watch come strumento chirurgico per creare crisi, Soros e i suoi controllori sono l’ultima crociata per garantire Gerusalemme ancora una volta capitale del grande Israele in terra santa. Ciò può essere illustrato semplicemente. Soros finanzia Human Rights Watch come PR esentasse per rendere il mondo un posto migliore (PR). Poi Human Rights Watch diventa il peggiore critico di Israele al di fuori di Gaza. Il rapporto di NGO Monitor dice: “Negli ultimi anni Human Rights Watch ha scritto molte più condanne di Israele per violazioni del diritto internazionale di qualsiasi altro Paese della regione“. Senza trascinare l’utente sul contorto viale delle organizzazioni sostenute da Soros, basti dire che le Fondazioni Open Society di Soros e altre organizzazioni sono su entrambi i lati della crisi arabo-israeliana. Human Rights Watch fa la parte del leone del fronte palestinese, così come una ventina di ONG di Gaza simpatizzanti palestinesi, che alimentano il malcontento presso i vecchi nemici d’Israele. Una di queste entità, chiamata “Nuovo Fondo d’Israele”, ricevette regalie per più di 200 milioni negli ultimi due decenni. Tale organizzazione promuove anche l’idea di Israele Stato dell’apartheid, finanzia borse di studio e promuove altre attività che danneggiano la reputazione di Israele. Il rapporto Joffe e NGO Watch indicano altre ONG sostenute da Soros come Amnesty International, Media Matter, Institute for American Progress, Rabbini per i Diritti Umani, Centro Palestinese per i Diritti Umani, Mada al-Carmel – Centro arabo per la ricerca sociale, Institute for Policy Studies e molte altre istituzioni pro-palestinesi e critiche verso Israele. E poi il rapporto diventa veramente interessante.

Un nuovo mondo coraggioso
Soros crea il conflitto, e con l’aiuto di dipartimento di Stato degli Stati Uniti e agenzie come la CIA, e tramite il supporto delle élite finanziarie, assalta il cuore della crisi in Medio Oriente finanziando anche istituzioni come il Consiglio nazionale iraniano-statunitense e una cosa chiamata “New America Foundation”, come se il nome delle convenzioni non sia più chiaro. Iran e Israele sono acerrimi nemici da sempre. Così il lettore deve chiedersi; “Perché un miliardario ebreo finanzia l’opposizione ad Israele?” La risposta è ovvia, ma risponderemo a breve. Concentriamoci su questa “New America” che Soros vuole. La “New America Foundation” fu creata nel 1999. L’ONG di Washington DC dice che affronta le “sfide delle prossime generazioni” degli Stati Uniti. L’ONG Watch illumina su un esponente della New America Foundation Iran Initiative, l’ex-funzionario della CIA e del dipartimento di Stato Flynt Leverett. Per riassumere, la NAF sostiene Hamas, ed è tutto detto. La lunga coda del sentimento apparentemente anti-israeliano e il denaro vanno molto più in profondità, ma Soros finanzia l’opposizione israeliana proprio con i soldi fatti con le speculazioni valutarie pianificate con le crisi. Senza l’odiato Israele nel Medio Oriente, non c’è guerra, non c’è crisi, e gente come Soros non ne trarrebbe profitto, assieme a roba avviata come l’assalto alla Siria o la Primavera araba in generale. Per capire chi ci sia dietro Soros, si pensi davvero in grande, mentre allo stesso tempo si segue la logica degli hedge fund. Gli dei di Wall Street come Soros, Rockefeller, Goldman Sachs e tutto il resto, amano giocare ai vincitori e vinti. E le crisi finanziarie sono il gioco più vecchio. Leggendo libri come “Golpe: Il secolo del cambio di regime americano, dalle Hawaii all’Iraq”, dell’ex-caporedattore del New York Times di Berlino Stephen Kinzer. In un’intervista del 2010 ad Imagineer Magazine, Kinzer inquadra il mio discorso condannando gli sforzi degli Stati Uniti in America Latina: “Gli effetti dell’intervento degli Stati Uniti in America Latina sono stati nettamente negativi, rafforzando sistemi sociali brutali e ingiusti e schiacciando i popoli che lottano per ciò che si chiamerebbero in realtà ‘valori americani’. In molti casi, se si prendono Cile, Guatemala o Honduras per esempio, i governi rovesciati in realtà avevano principi simili ai nostri, sostituendo quei leader democratici, quasi-democratici o nazionalisti con chi detesta tutto ciò che gli Stati Uniti rappresentano“. In Medio Oriente le attività di Soros coincidono con il suo contributo al disastro ucraino, sconvolgendo la periferia dell’UE e soprattutto con i rifugiati dal Medio Oriente che letteralmente invadono le capitali europee. Sotto gli auspici della decenza e dei diritti umani, Soros e altri neocon giocano un gioco mortale che uccide, distrugge famiglie, sradica società e rimodella la geografia del mondo. La crisi, questo è il dio dell’élite mondiale degli investimenti. Su Israele, Soros ha ancora una volta tradito il giudaismo come fece quando i nazisti occuparono l’Ungheria nella seconda guerra mondiale. Diffondere sempre rabbia e distrazione con la guerra, questo è lo scopo degli sforzi della Fondazione Soros. L’accusa del primo ministro ungherese Viktor Orban (Bloomberg) di Soros quale importante membro di un circolo di “attivisti” che cerca di minare le nazioni europee con i rifugiati quale arma, è tutto ciò che si deve sapere delle Open Society Foundations e di ciò ad esse associato. Infine tali “attivisti” lavorano per fare trarre soldi a Soros dalle crisi. Soros, che ora sostiene la candidata democratica e psicopatica di Bengasi Hillary Clinton, vuole che l’UE spenda 34 miliardi di euro all’anno per aiutare gli stessi rifugiati che fa spedire in Europa. E come i cittadini europei possono permettersi tale impresa? Soros dice: “Quando lasciare la tripla A del credito dell’UE se non nel momento del pericolo di vita? Nella storia, i governi hanno emesso obbligazioni in risposta alle emergenze nazionali. Questo è il caso dell’Europa di oggi”. Debito. Finanziamento. Ecco la risposta al “perché” Soros ha tradito Israele e i palestinesi. Soros non ha orgoglio od identità nazionale, il denaro è la sua nazione e il suo Dio. Non badate a me su tutto questo, fate voi una breve ricerca. L’articolo del Guardian è un buon punto di partenza sulle recenti rivelazioni su come i banchieri manipolano il sistema economico, e come si crea debito a loro profitto. L’articolo di Mother Jones racconta degli affari dell’ex-vicepresidente Dick Cheney con la guerra all’Iraq. Anche Time Magazine ci rivela come funzionano i profitti delle aziende belliche, e gli interessati ad incentivare la costruzione di crisi acute. Infine, ho dovuto dare la caccia letteralmente alla notizia, ma il Jerusalem Post ha riferito che la Casa Bianca offrirà il più grande supporto militare ad Israele nella storia recente. Proprio così, il presidente ed altri politici di Washington che Soros e sostenitori hanno piazzato in carica, sono costretti a difendere un Israele ancora circondato da nemici. Se ai nemici d’Israele mancava il sostegno finanziario, o si riduceva l’attrito tra le nazioni invece dell’escalation, allora non ci sarebbe bisogno di fondi e del debito che li accompagna. Spero che il lettore possa capire perché così tanti criticano George Soros.


Il volpone Soros nutre il mercato Orso
Il finanziere dice la sua sulle turbolenze finanziarie al World economic forum di Davos. L'uomo nero della speculazione internazionale insiste col pessimismo cosmico. E in tempi di "manine" che rimestano nelle banche italiane anche a Siena si chiedono perché
di Alberto Brambilla | 22 Gennaio 2016

http://www.ilfoglio.it/economia/2016/01 ... e_c197.htm

Roma. George Soros è particolarmente pessimista circa l’attuale isteria dei mercati e si diverte a dare da mangiare all’Orso (mercato orso = mercato ribassita). Soros ripete da qualche tempo che si sta verificando una spercie di sequel del 2008, anno in cui la crisi finanziaria globale è emersa e si è poi diffusa mostrandosi più profonda (economica e sociale).

Soros, 85 anni, a Davos, l’happening dell’élite finanziaria (e non solo) in Svizzera, ha spiegato che stavolta ci sono delle differenze importanti nelle radici dello smottamento odierno da considerare: “E’ serio – ha detto a Bloomberg Tv – e i cinesi hanno aspettato troppo tempo nel cambiamento del modello di crescita che avevano adottato – da basato su investimenti e export allo sviluppo domestico. Quindi un atterraggio duro è praticamente inevitabile”.

Soros, finanziere di origine ungherese e naturalizzato americano, amministratore dell’hedge fund Soros Fund Management, è convinto che la Cina sia in grado di gestire il problema ma sta trasferendo i suoi guai al resto del mondo diffondendo deflazione.

Per Soros il mondo è in una situazione particolare: un ambiente deflazionistico è una condizione vista solo 80 anni fa e nessuno, a suo dire, sa maneggiarla. “Nessuno di noi ha vissuto in quel clima. L’ultima volta era nel 1930. Anche se io ero in giro all’epoca, non stavo sui mercati. Semplicemente noi non sappiamo come gestirlo. E’ un ambiente diverso. E dobbiamo fronteggiarlo”.

Soros non era in giro all’epoca ma sa come gestire situazioni particolari, e la sua è la prima “manina” che viene in mente quando si verificano speculazioni massicce. In Italia si è diffusa, tra analisti e commentatori, l’idea che i ribassi bancari degli ultimi giorni, che si stanno correggendo in queste ore con rialzi sostenuti, siano generati dalle vendite di grossi fondi in particolare sul titolo del Monte dei Paschi come minaccia alla stabilità del governo Renzi, una replica in salsa bancaria della pressione sui titoli sovrani italiani che contribuì, secondo alcuni, alle dimissioni del governo Berlusconi in carica dal 2008. La Stampa scrive che sono tre fondi speculativi americani ad avere fatto scattare le vendite. Il volpone Soros sarà tra i possibili indiziati? Chissà, per ora se ne ride nelle sale operative ascoltando le sue considerazioni pessimistiche lanciate dalle Alpi svizzere al resto del mondo.

Certo è che stavolta non è proprio come il 2011, e non è nemmeno esattamente come il 2008. E probabilmente, si spera, non è come il 1992 quando il finanziere ungherese speculò su lira e sterlina con il suo Quantum Fund. A ogni tracollo, il suo profeta (di sventura).
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Re: Soros l'ex ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael

Messaggioda Berto » mar ago 30, 2016 7:18 am

EBREI FAMOSI CONTRO ISRAELE

http://palestinanews.altervista.org/ebr ... ro-israele

Come il governo nazista non rappresentava tutti tedeschi, il governo israeliano e i suoi leader sionisti non rappresentano affatto gli ebrei. La nascita del movimento sionista e dello stato d’Israele venne finanziata dai grandi banchieri (Rothschild in primis) che si riunirono nel 1897 a Basilea. Il sionismo è una creatura dei poteri forti e non certo la vera espressione del popolo ebraico.

C’è una lunga serie, tra figure di spicco ebree, che si oppongono allo stato di Israele e che hanno scelto, come Isaac Asimov, di non essere sioniste:

IL 9 AGOSTO 2014, 150 000 persone hanno manifestato, a Londra, in solidarietà con il popolo di Gaza vittima di un assalto barbaro da parte di Israele, che uccise più di 2000 persone innocenti, la maggior parte civili, dei quali più di 500 bambini.

Numerosi gruppi ebraici si unirono alla marcia per dimostrare la loro opposizione allo Stato di Israele, che per 66 anni ha continuamente rubato la terra palestinese e ha imposto l’occupazione più brutale e l’assedio più feroce ai palestinesi. Questi ebrei urlarono “non nel mio nome” incluso, il gruppo ebraico della Rete Internazionale di Ebrei Anti-Sionisti e i Movimenti Ebraici per la giustizia per i Palestinesi e contro la guerra a Gaza.

Questi manifestanti ebrei facevano parte di una lunga e onorata tradizione. Molte figure di spicco ebree, nel secolo scorso, da Albert Einstein al sopravvissuto all’Olocausto, Primo Levi, si sono opposti all’idea di uno Stato Israeliano .

Sigmund Freud:
“Ammetto con dolore che il fanatismo senza fondamento del nostro popolo è in parte da biasimare per il risveglio della diffidenza araba. Non posso accettare un’idea che trasforma un pezzo di muro erodiano in una reliquia nazionale, offendendo così i sentimenti del popolo indigeno”

Albert Einstein:
“L’idea di Stato di (Israele) non è sentito dal mio cuore. Non riesco a capire il motivo per cui è necessario, essendo collegato a molte difficoltà ed è sintomo di una ristrettezza di vedute. Credo che sia una cattiva idea .”

Erich Fromm:
“L’affermazione degli ebrei in Terra di Israele non può essere una pretesa politica realistica. Se tutte le nazioni rivendicherebbero improvvisamente i territori in cui i loro antenati hanno vissuto duemila anni fa, questo mondo sarebbe un manicomio. ”

Primo Levi, scrittore e sopravvissuto ad Auschwitz:”Ognuno ha i propri ebrei. Per gli israeliani essi sono i palestinesi.”

Marmarek edelmanek Edelman, ultimo leader superstite del 1943 nella rivolta di Varsavia, ha scritto una lettera a sostegno della Resistenza Palestinese, paragonandola ai ZOB, (combattenti ebrei a Varsavia). Ha aperto il discorso dicendo: “le operazioni delle forze armate in Palestina, sono operazioni paramilitari e partigiane , tutti i soldati delle organizzazioni che lottano Palestina fanno resistenza.”

Asimov, scrittore:
“Mi trovo nella strana posizione di non essere un sionista … penso che sia sbagliato per chiunque sentire che c’è qualcosa di speciale in qualsiasi eredità di qualsiasi tipo. E ‘delizioso appartenere alla razza umana ed esistere in mille varietà, perché questo suscita un maggiore interesse, ma non appena un varietà pensa per essere più importante di un’altra, vengono poste le basi per la loro distruzione. ”

Hannah Arendt, politologo:
“Il guaio è che il sionismo ha spesso pensato e detto che il male dell’antisemitismo era necessario per il bene del popolo ebraico. Nelle parole di un noto sionista in una lettera inviatami ecco l’argomentazione sionista originale: ‘Gli antisemiti vogliono sbarazzarsi degli ebrei, lo Stato ebraico li vuole riunire , una partita perfetta.’ ”

Isidor Feinstein Stone, giornalista statunitense:
“Israele sta creando una sorta di schizofrenia morale dell’ebraismo mondiale. Nel mondo esterno il benessere della comunità ebraica dipende dal mantenimento di secolari, non razziali, società pluraliste. In Israele, l’ebraismo si ritrova a difendere una società in cui i matrimoni misti non possono essere legalizzati, in cui l’ideale è razziale ed esclusionista. ”

Noam Chomsky:
“Nei Territori Occupati, ciò che Israele sta facendo è molto peggiore dell’apartheid. Se per apartheid si intende quella come in Sudafrica. Ciò che sta accadendo nei territori occupati è molto peggio! ”

Gabriel Kolko, uno dei maggiori storici sulla guerra moderna:
“La grande maggioranza degli israeliani non sono affatto ebraici in senso culturale, sono scarsamente socialisti in ogni senso, e la vita quotidiana e il modo di vivere non è diverso in Israele di quanto non sia a Chicago o Amsterdam. Semplicemente non c’è alcuna ragione razionale che giustifica la creazione dello stato. ”

Miriam Margolyes, attrice:
“I neri sudafricani hanno chiesto il nostro sostegno e ora sono i palestinesi che chiedono il nostro sostegno. Odio quello che Israele sta facendo ai palestinesi. Penso che il boicottaggio è un modo molto attivo e non violento di protestare. ”

Uri Avnery, ex ufficiale dell’esercito israeliano:
Avnery ha scritto che dopo una vittoria militare israeliana, “Che sarà scottato nella coscienza del mondo, sarà l’immagine di Israele come un mostro di sangue, pronti in qualsiasi momento a commettere crimini di guerra e non è disposta a rispettare tutti i vincoli morali . ”

Henry Siegman, rabbino e direttore del Progetto USA / Medio Oriente:
“Israele ha varcato la soglia come ‘l’unica democrazia del Medio Oriente’ e come l’unico regime di apartheid nel mondo occidentale”.

Richard Cohen, giornalista Stati Uniti:
“Il più grande errore che Israele potrebbe fare in questo momento è quello di dimenticare che Israele è di per sé un errore … l’idea di creare una nazione di ebrei europei in una zona di arabi musulmani (e alcuni cristiani) ha prodotto un secolo di guerre e terrorismo come stiamo vedendo. Israele combatte Hezbollah nel nord e Hamas nel sud, ma il suo nemico più temibile è la storia stessa. ”

Roseanne Barr, Stati Uniti comica, scrittrice, regista, candidata alla presidenza:
“Sono stufa di Israele e sono stufa di sionisti. Essi sono appoggiati dai cristiani evangelici che non aspettano altro che gli arabi vengano uccisi in modo che il loro dio della guerra genocida che essi chiamano Gesù può tornare “.

Michael Lerner, rabbino e direttore di Tikkun Magazine:
“Se un Ebreo oggi va in ogni sinagoga negli Stati Uniti o in tutto il mondo e dice: ‘Io non credo in Dio e non seguo i comandamenti’ la maggior parte saranno ancora benvenuti, ma dicendo : “non condivido lo Stato di Israele”, si rischia di essere etichettato come un anti-Ebreo che odia la propria razza o come antisemita, disprezzato e respinto”

Falk, ex relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati, ha definito la politica israeliana nei territori occupati “un crimine contro l’umanità”. Falk ha inoltre paragonato il trattamento riservato da Israele ai palestinesi uguale al trattamento nazista contro gli ebrei. Falk ha detto: “Penso che i palestinesi siano le persone più vittime nel mondo.”

Moni Ovadia, l’attore e scrittore . Essendo ebreo anch’io, per dovere di onestà intellettuale è giusto che dichiari la mia posizione perché essa è tutt’altro che neutrale. Sostengo con piena adesione i diritti del popolo Palestinese, non contro Israele, ma perché il loro riconoscimento è, a mio parere, precondizione per ogni trattativa che porti alla pace.

Lettera a The Guardian 15 Agosto 2014

Come sopravvissuti ebrei e discendenti dei sopravvissuti delle vittime del genocidio nazista, noi condanniamo in modo inequivocabile il massacro dei palestinesi a Gaza e l’attuale occupazione e la colonizzazione della Palestina storica. Condanniamo ulteriormente gli Stati Uniti per avere fornito fondi ad Israele per effettuare l’attacco, e in generale gli stati occidentali, per avere protetto Israele dalla condanna, perchè il Genocidio inizia col silenzio del mondo.

Siamo allarmati per l’estrema, disumanizzazione razzista dei palestinesi nella società israeliana, che ha raggiunto la punta massima. I politici e gli esperti di Israele di Jerusalem hanno chiesto apertamente di genocidio dei palestinesi e gli israeliani di destra stanno adottando propagande neo-nazista.

Inoltre, stiamo disgustati e indignati dall’ abuso di Elie Wiese per avere promulgato falsità palesi utilizzate per giustificare l’ingiustificabile: il grande attacco di Israele con l’intento di distruggere Gaza e l’assassinio di circa 2.000 palestinesi, tra cui centinaia di bambini. Nulla può giustificare il bombardamento dei rifugi delle Nazioni Unite , delle case, degli ospedali e delle università. Nulla può giustificare privare le persone dell’ energia elettrica e dell’acqua.

Dobbiamo alzare la voce e usare la nostra forza collettiva per porre fine a tutte le forme di razzismo, compreso il genocidio in corso del popolo palestinese. Chiediamo la fine immediata del blocco di Gaza. Chiediamo il pieno boicottaggio economico, culturale e accademico di Israele. “Mai più” deve significare “Mai più per nessuno”.

Hajo Meyer superstite di Auschwitz; nei Paesi Bassi, Henri Wajnblumsurvivor e figlio di una vittima di Auschwitz da Lodz, in Polonia; Belgio, Norbert Hirschhorn profughi per genocidio nazista e nipote di tre persone che sono morte nella Shoah; Londra, Suzanne Weiss sopravvissuta in clandestinità, in Francia, la cui madre è morta ad Auschwitz; Canada, Felicia e Moshe Langersurvivors dalla Germania, Moshe sopravvissuti in cinque campi di concentramento, i cui membri della famiglia sono stati sterminati; Germania, Michael Rice superstite bambino, figlio e nipote di superstite; negli Stati Uniti 30 ebrei sopravvissuti al genocidio nazista e 260 fra figli, nipoti, pronipoti e altri parenti dei sopravvissuti
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Re: Soros l'ex ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael

Messaggioda Berto » mar ago 30, 2016 7:19 am

Ebrei antisionisti

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Re: Soros l'ex ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael

Messaggioda Berto » ven set 02, 2016 7:02 pm

NUOVI SHOW DEL PAPA GRADITO A SOROS - Lo Straniero

Antonio Socci
Da “Libero”, 2 settembre 2016

http://www.antoniosocci.com/nuovi-show- ... #more-4706

Proprio nelle stesse ore in cui il Viminale dava notizia di una nuova ondata migratoria all’assalto dell’Italia (oltre 13 mila in soli quattro giorni: siamo già arrivati a 145 mila migranti ospitati, quando in tutto il 2015 erano stati 103 mila), proprio nelle stesse ore – dicevo – papa Bergoglio ha varato un nuovo dicastero sociale prendendo lui stesso – in persona – la responsabilità della “sezione migranti” per potenziare al massimo le sue pressioni per l’abbattimento delle frontiere d’Europa.

Ormai quello dell’emigrazione, per lui, è qualcosa più di un’ossessione: è un dogma ideologico con cui sta sostituendo i bimillenari pilastri della Chiesa Cattolica.

Non lo sfiora l’idea che l’emigrazione, in sé, sia una tragedia che dovrebbe essere scongiurata (sia per i paesi d’origine, sia per chi parte, sia per i paesi d’arrivo).

Così come lo lascia indifferente la crisi del nostro stato sociale che ormai non riesce più sostenere nemmeno le fasce indigenti della popolazione italiana.

E’ indifferente pure all’enorme problema rappresentato dall’immigrazione musulmana in Europa che risulta non assimilabile ai nostri valori e a volte permeabile alla predicazione violenta o terroristica.

La propaganda bergogliana per una immigrazione indiscriminata iniziò nel luglio 2013 con il viaggio a Lampedusa (che è stato preso come un invito a salpare dalle coste africane) ed è stata particolarmente devastante per l’Italia.

L’ultimo numero di “Limes” dedicato proprio all’emigrazione, rileva la novità del 2016: adesso “da Paese di transito siamo diventati Paese obiettivo”.

La rivista di geopolitica aggiunge: “L’Italia sta cambiando pelle” e “immaginare che mutamenti tanto profondi possano impattare sull’Italia senza produrvi strappi, a tessuto sociale e politico-istituzionale costante, implica l’uso di sostanze stupefacenti. Eppure proprio questa sembra la postura della nostra classe dirigente”.

Purtroppo l’asse Bergoglio-Sinistra porta non solo a sottovalutare il problema, ma, peggio, a considerarlo positivo. A marzo scorso Bergoglio ha apertamente ammesso che è in atto una “invasione araba”, ma che non è di per sé una cosa negativa.

Del resto ha anche giustificato ed elogiato l’Islam in tutti i modi, assestando invece sui cattolici (e sull’occidente) una gragnuola continua di accuse.

Bergoglio sembra perseguire un progetto nichilista di distruzione delle identità dei popoli e della Chiesa stessa, nella quale assistiamo da tre anni a un radicale ribaltamento di direzione.

CAPOVOLGIMENTO

Fino a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI – in continuità con duemila anni di tradizione cattolica – la missione fondamentale è stata spirituale (la salvezza eterna), al centro delle preoccupazioni e del lavoro della Chiesa c’è stata l’evangelizzazione (per far fronte alla scristianizzazione di interi popoli) e la difesa della vita e della famiglia, come fondamenti dell’umano aggrediti dall’ideologia moderna.

Con Bergoglio sparisce ciò che è spirituale e soprannaturale e tutta la scena viene occupata dai temi mondani della rozza Teologia della liberazione sudamericana (un cattocomunismo ribollito).

Bergoglio infatti intrattiene rapporti fraterni con tutti i capoccia della sinistra sudamericana, a cominciare da quel Morales che gli regalò il crocifisso su Falce e martello, per finire alla brasiliana Dilma Rousseff, appena destituita e sottoposta a impeachment (Leonardo Boff, uno dei padri della Teologia della liberazione, amico personale di Bergoglio, ha reso noto che il papa argentino ha scritto una lettera personale di sostegno alla Roussef).

Ma ancor di più Bergoglio è vezzeggiato dai magnati del nuovo capitalismo americano che amano atteggiarsi da progressisti magari sostenendo le crociate più anticattoliche dell’ideologia “politically correct”.

Il pellegrinaggio di questi paperoni laicisti da Bergoglio è continuo: l’ultimo in ordine di tempo è stato Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook.

Il 22 gennaio scorso era stata la volta di Tim Cook, amministratore delegato di Apple, che ha portato a Bergoglio una grossa elargizione (pecunia non olet). Pure Leonardo Di Caprio il 28 gennaio si è presentato con un assegno “per opere di carità”. Bergoglio aveva ricevuto anche il capo di Google, Eric Schmidt e – a fine febbraio – Kevin Systrom, fondatore e amministratore delegato di Instagram.

Invece il papa argentino ha chiuso la porta in faccia ai poverissimi familiari di Asia Bibi, la madre cristiana condannata a morte in Pakistan per la sua fede, quando sono venuti in Europa a cercare aiuto e sostegno (hanno trovato appoggio perfino in Hollande, ma Bergoglio non ha accordato loro né un’udienza privata, né un appello pubblico).

Solo per miliardari e Vip lui ha sempre la porta spalancata. Ma il suo sponsor più potente e discusso è il famoso speculatore d’assalto George Soros (recentemente schieratosi contro la Brexit).

IL PAPA E SOROS

Considerando il tipo di cause che Soros sostiene e finanzia è sicuramente da considerarsi un nemico della Chiesa Cattolica. Proprio le sue battaglie sono venute alla luce di recente grazie ad hacker che hanno reso pubblici migliaia di documenti della sua Open Society. Si è appreso del sostegno dato alla causa dell’aborto e a quella Lgbt, infine alla lotta contro la cosiddetta islamofobia (la sua fondazione finanzia anche organizzazioni anti-israeliane).

Si batte inoltre a favore dell’emigrazione in Europa da considerarsi come “nuovo standard di normalità”.

Infine è emerso – ma i giornali italiani lo hanno taciuto – che Soros è potentemente intervenuto perché si cambino “le priorità della Chiesa Cattolica statunitense” e perché i vescovi americani si allineino a Bergoglio. Lo scopo è portare l’elettorato cattolico a votare Hillary Clinton (di cui Soros è donatore) e non Trump.

Cambiare le priorità della Chiesa significa accantonare i temi della famiglia e della vita e sbandierare i temi sociali cari ai liberal, alla Sinistra.

Già altri potentati nei decenni scorsi hanno cercato di influenzare cattolici e gerarchia per sovvertire l’insegnamento della Chiesa. Ma ora, per la prima volta, hanno il loro migliore alleato nel vescovo di Roma.

ZANZARE E MARTIRI

Ormai nella Chiesa di Bergoglio sono spariti i “principi non negoziabili” e pure sui sacramenti e sulla legge morale si assestano colpi pesanti. Mentre sono stati elevati a verità indiscutibili l’emigrazione e l’ambientalismo più eco-catastrofista.

Ieri per esempio Bergoglio ha celebrato la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. Non una giornata mondiale di preghiera per i cristiani perseguitati e massacrati, ma una giornata per la salvaguardia di zanzare e piccoli rettili di cui si preoccupa già nella sua enciclica ecologista.

E’ quella nuova “religione della terra” di sapore New age, cioè gnostico, che già ha celebrato il suo trionfo con la mostruosa proiezione di scimmioni sulla facciata di San Pietro.

Nel suo messaggio per l’evento di ieri, Bergoglio chiede una “conversione ecologica”. In un’epoca di grande apostasia, in cui interi popoli hanno dimenticato Dio, Bergoglio – vicario di un “Dio non cattolico” (parole sue) – chiede la “conversione ecologica”, invece della conversione a Gesù Cristo.

Inoltre papa Bergoglio – che evita di rinnovare il grido di dolore dei predecessori davanti a un miliardo di aborti in 20 anni – invita a pentirsi “del male che stiamo facendo alla terra”, per esempio, quando non facciamo la raccolta differenziata, quando non facciamo un uso oculato della plastica e quando non utilizziamo il trasporto pubblico, ma quello privato (esempi suoi).

Queste trasgressioni vanno confessate ed espiate, dice il papa che nell’Amoris laetitia ha archiviato i peccati mortali da sempre condannati nel Vangelo.

Come si vede qua il cambiamento di priorità è vertiginoso. Benedetto XVI aveva iniziato il suo pontificato tuonando contro “la dittatura del relativismo”, Bergoglio in questo regime nichilista e anticristiano è invece applauditissimo.
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Re: Soros l'ex ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael

Messaggioda Berto » ven nov 04, 2016 7:15 am

???

Usa, le mail trafugate a George Soros finiscono online: “È architetto di ogni colpo di Stato degli ultimi 25 anni”
Dc Leaks pubblica i file rubati dai database della Open Society Foundation dell'imprenditore ungherese americano: "A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia"
di F. Q. | 17 agosto 2016
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... ni/2979321

Ci sono i dossier sulle elezioni Europee del 2014 ma anche quelli sul voto nei singoli Stati, i fascicoli sui finanziamenti elargiti alle organizzazioni non governative di tutto il mondo e persino i rapporti sul dibattito politico in Italia ai tempi della crisi dell’Ucraina. Sono solo alcuni dei documenti rubati dai database della Open Society Foundation di George Soros. Appena pochi giorni fa Bloomberg aveva raccontato che, oltre ad aver violato i server del partito Democratico, avrebbero anche trafugato le mail dell’imprenditore americano.

E adesso Dc Leaks ha varato soros,dcleaks.com, un portale interamente dedicato ai documenti trafugati dalle caselle mail del magnate statunitense. Nove categorie – Usa, Europa, Eurasia, Asia, America Latina, Africa, World bank, President’s office, Souk – migliaia di documenti consultabili online o da scaricare in pdf.

Dentro c’è un po’ di tutto: commenti sulle elezioni nei Paesi di mezzo mondo, rapporti sui “somali nelle città europee” e sul bilancio di previsione statunitense, ma anche dossier sulla crisi tra Russia e Ucraina con una serie di allegati che spiegano la posizione dei vari stati Europei sulla vicenda.

In homepage, poi, c’è un post che spiega il motivo della pubblicazione dei file. “George Soros – scrivono gli hacker – è un magnate ungherese- americano, investitore , filantropo, attivista politico e autore che, di origine ebraica. Guida più di 50 fondazioni sia globali che regionali. È considerato l’architetto di ogni rivoluzione e colpo di Stato di tutto il mondo negli ultimi 25 anni . A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia. I suoi servi hanno succhiato sangue a milioni e milioni di persone solo per farlo arricchire sempre di più. Soros è un oligarca che sponsorizza il partito Democratico, Hillary Clinton, centinaia di uomini politici di tutto il mondo. Questo sito è stato progettato per permettere a chiunque di visionare dall’interno l’Open Society Foundation di George Soros e le organizzazioni correlate. Vi presentiamo i piani di lavoro , le strategie , le priorità e le altre attività di Soros. Questi documenti fanno luce su uno dei network più influenti che opera in tutto il mondo”.



Quel filo che lega la Bonino al finanziere-speculatore Soros
15 aprile 2013
http://www.lanotiziagiornale.it/quel-fi ... iere-soros
C’è più di un filo a legare Emma Bonino al finanziere George Soros. La storica esponente dei radicali, nei giorni scorsi, è stata inserita nella lista dei papabili per la corsa all’incarico di presidente della repubblica. Non è la prima volta che accade, hanno fatto notare un po’ tutti con chiari accenti ironici. Al di là di quelle che sono le possibilità di succedere a Giorgio Napolitano, piuttosto evidenti risultano le relazioni internazionali che ruotano intorno alla Bonino. E che portano dritte all’Open Society, ovvero la rete di fondazioni lanciata tempo fa da Soros mutuando il titolo di un’opera del filosofo Karl Popper. Si tratta di un network che si propone di promuovere democrazia e diritti umani nel mondo. Dopodiché, come spesso avviene in questi casi, è anche un luogo dove si costruiscono contatti e relazioni internazionali. Certo, quando si parla di Soros la memoria non può non andare al 1992, quando una maxi-speculazione su sterlina e lira consentì al finanziere di mettere in cassa buona parte della sua attuale ricchezza miliardaria. Un blitz che nella storia economica non ha certo fatto passare Soros per quel filosofo-filantropo che oggi prova a incarnare.

Tra l’altro, sempre andando a esplorare la rete di contatti con l’estero, risulta che la Bonino faccia parte del board dell’Icg, ovvero l’International Crisis Group. Si tratta di un’organizzazione non profit e non governativa che mira a prevenire o a risolvere i conflitti nel mondo. Anche qui, in buona sostanza, lo schema è lo stesso: l’Icg è anche un modo per stringere legami con i centri di potere internazionale. Tra i principali animatori dell’Icg, tanto per dirne una, c’è Tom Pickering, un decano degli ambasciatori statunitensi con un passato da sottosegretario di stato Usa e da vicepresidente della Boeing, colosso americano della difesa. Ma anche nell’Icg spunta Soros, che all’interno dell’organismo occupa un bel posto nel comitato escutivo.

Nello “scacchiere” della Bonino, inoltre, una parte di rilievo assume il suo ruolo di membro del board dell’European Council on Foreign Relations. Si tratta di un think tank, un pensatoio che si definisce “paneurope0” e che è guidato da personalità come l’ex presidente finlandese e premio Nobel per la pace Martti Ahtisaari e come l’ex ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer. Infine anche la Bonino fa parte dell’Aspen Institute Italia, la super-lobby di estrazione americana. La Notizia nei giorni scorsiha pubblicato l’elenco riservato dei suoi 226 soci (vedi il numero del 9 aprile).



Emma Bonino premiata da George Soros
Imola Oggi, 28 Oct 2015

http://www.npwj.org/it/content/Emma-Bon ... Soros.html

Un riconoscimento internazionale per l’ex ministro degli esteri Emma Bonino, insignita del ‘Fred Cuny Award for the Prevention of Deadly conflict’ dell’International Crisis Group. Bonino e’ una dei sette leader premiati dall’organizzazione in occasione della cena di gala annuale a New York, che quest’anno segna il ventesimo anniversario dell’impegno di Crisis Group nella prevenzione e risoluzione dei conflitti nel mondo. (il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti dal momento che quasi ogni angolo del pianeta è devastato da conflitti).
Il riconoscimento è stato consegnato dal sicario economico George Soros, membro onorario di Crisis Group
La Bonino è attualmente preoccupata per la “crisi interna europea, una crisi di valori che sta solo a noi risolvere” e dimostrata dall’avanzata di posizioni “a difesa della cristianità contro l’invasione musulmana” dalla Polonia alla Francia.
Bonino ha fondato l’Ong No Peace Without Justice, ed é stata tra i principali fautori della creazione di una corte speciale per processare i crimini commessi nella ex-Jugoslavia. Inoltre, é una pioniera nella promozione dei diritti delle donne.



L’amica di Soros, Emma Bonino: “l’Europa ha bisogno di tanti immigrati per ripopolarsi”
http://www.riscattonazionale.it/2016/03 ... ipopolarsi

“Chiudere i confini per bloccare l’arrivo di rifugiati? O l’Europa torna in sé o la disgregazione europea, a partire da Schengen, è veramente alle porte”. Solo una come la Bonino, lautamente finanziata da Soros può definire l’orda ai nostri confini ‘rifugiati’.

La storica aspirabambini, intervistata da LaPresse, è stata nelle zone della Turchia al confine con la Siria, dove ci sono i campi profughi. E sostiene che l’Immigrazione di massa è un fenomeno destinato a rimanere con noi al di la delle guerre. Guerre come quelle nella Siria, distrutta. Bonino ha toccato con mano il fatto che chi fugge dai conflitti per un pò cerca di restare vicino a casa in Giordania, Libano, Turchia, nella speranza di poter tornare, ma “quando dopo 4/5 anni perde questa speranza non c’è piu’ muro che tenga”.
L’ex ministro degli Esteri Bonino parla di milioni di rifugiati e – sottolinea- “non di migranti economici, ma rifugiati che vengono da Iraq, Afghanistan, Siria, Eritrea”. L’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ) ha detto che sono 60 milioni nel mondo gli sfollati e richiedenti asilo, gli apolidi per causa di forza maggiore e i sopravvissuti in fuga. “E per quanto riguarda il movimento africano solo uno su dieci bussa alle porte dell’Europa. – ha già fatto notare Bonino – Alla fine della seconda guerra mondiale i profughi furono 15 milioni nel mondo”.
Bonino chiama in causa la responsabilità del continente europeo, “il piu ricco al mondo, con 500 milioni di abitanti in declino demografico, un continente che – ha ricordato più volte – non riesce ad affrontare un problema che riguarda un milione di persone”.

Una donna confusa. Oltre ad essere una criminale. Intanto, ricordiamo perché l’Italia è in ‘declino demografico’, uno dei motivi è che ci mancano quei 2 milioni di bambini morti prima di nascere, che a loro volta avrebbero fatto figli. Al loro omicidio di massa ha partecipato anche questa criminale, che viene intervistata come fosse un oracolo, e lo è, ma un oracolo di morte.


Paratornadori o manipoładori de l'ordene nadural dei Diriti Omàni Ogniversałi
Manipolatori dell'Ordine Naturale dei Diritti Umani Universali
viewtopic.php?f=141&t=2023
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Re: Soros l'ex ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael

Messaggioda Berto » sab nov 26, 2016 11:06 am

Palindromo filantropico
Niram Ferretti
2018/10/21

http://caratteriliberi.eu/2018/10/21/in ... IALekccAIw

Nei suoi Tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, Vladimir Sergeevič Solov’ëv presenta il filius perditionis come un grande filantropo venuto per unificare i popoli e instaurare una Chiesa universale, abbattendo divisioni, particolarismi e settarismi. George Soros, non è, naturalmente, l’Anticristo, ma è, come il protagonista del libro di Solov’ev, un filantropo e come tale si presenta sulla scena nella veste di guerriero del progresso che può plasmare demiurgicamente la realtà, i fatti, in virtù dell’enorme ricchezza di cui dispone. L’uomo, d’altronde, ha di sé una opinione molto alta, “diventare la coscienza del mondo” e non a caso, il suo biografo, ha intitolato il libro a lui dedicato The Life and Times of a Messianic Billionare. Di sicuro il messianismo di Soros è, come tutti i messianismi, improntato a redimere l’umano, se non dalle sue contraddizioni esistenziali sicuramente da quelle storiche sociali. A questo scopo, nel 2017, ha dirottato diciotto miliardi di dollari delle sue sostanze alla Open Society Foundations, la grande organizzazione creata allo scopo di promuovere un futuro più democratico in linea con ciò che per lui significano democrazia e progresso.

“Società aperta” è una definizione prelevata da Karl Popper che, a sua volta l’aveva mutuata da Henri Bergson, ed è, ancora una volta, uno di quegli splendidi trucchi lessicali dal sapore umanitario di cui la nostra epoca va ghiotta. Perché dichiararsi a favore di una società aperta evoca immediatamente un’immagine di maggiore libertà e tolleranza, di circolazione delle idee, di pluralismo, di altruismo, in contrasto con quella di una società chiusa ed egoista, nemica della diversità, razzista.

Solo che poi la teoria deve farsi prassi, l’idea deve incarnarsi nel concreto ed è a questo punto che l’agenda umanitaria e universalista di Soros si rivela essere radicalmente in opposizione con ogni idea di tradizione, di ordinamento consolidato, di consistenza etnica e nazionale. Per il magnate ungherese di origine ebrea nazionalizzato americano, nato Schwartz e poi trasformato in Soros da un padre innamorato dell’Esperanto, totalitario non è solo ogni regime che come quello nazista o comunista, confischi la libertà riducendo gli uomini a meri epifenomeni di un’unica volontà collettiva superiore, ma ogni confine, ogni identità di popolo, ogni rivendicazione culturale forte da parte di una civiltà e di una nazione.

In questo senso il sentire di Soros è perfettamente allineato a quello maggioritario europeo attuale, allo scollamento identitario di cui l’Europa è portatrice, ed è altresì allineato alla teologia dell’immigrazione come destino ineludibile, di conseguenza ferocemente avverso a tutto ciò che vi si oppone. Tutti i dubbiosi o i non allineati sono nemici del progresso. Il meccanismo è sempre quello. E il progresso si dispiega in una pletora di organizzazioni non governative che nella loro diversità, tuttavia hanno tutte un comune denominatore, come sottolinea Caroline Glick:

“Cosa ha a che fare il cambiamento climatico con l’immigrazione illegale africana in Israele? Cosa ha a che fare Occupy Wall Street con le politiche immigrazioniste greche? Il fatto è che I progetti appoggiati da Soros condividono una base di attributi comuni.

Operano tutti nell’indebolire le autorità nazionali e locali all’interno delle democrazie finalizzate a sostenere le leggi e i valori delle loro nazioni e comunità. Operano tutte per danneggiare i liberi mercati, sia che essi siano finanziari, ideologici, politici o scientifici. Lo fanno in nome della democrazia, dei diritti umani, della giustizia economica, razziale e sessuale e di altri termini nobili”[1].

Lo fanno in nome di. E’ fondamentale che sia così. Il Bene va annunciato e promosso come lo scopo da perseguire, cosa comporti effettivamente perseguirlo è un altro paio di maniche. Lo sottolinea Douglas Murray:

“Nel 2015 il finanziere miliardario George Soros ha speso considerevoli somme di denaro per finanziare gruppi di pressione e istituzioni promuoventi i confine aperti e il libero movimento dei migranti dentro e intorno all’Europa. Insieme a un sito internet chiamato Welcome2EU, la sua Open Society Foundations ha pubblicato milioni di volantini allo scopo di informare i migranti su cosa fare. I volantini li informavano su come arrivare in Europa, quali fossero i loro diritti una volta lì e cosa potessero fare e non fare le autorità. I gruppi sostenevano apertamente la ‘resistenza contro il regime europeo dei confini’”[2]

Lo sfondamento dei confini, dei bordi, il loro oltrepassamento, non è solo un auspicio concreto, una precisa direttiva politica, chiaramente esplicitata da un sodale di Soros, come il defunto grand commis della UE, Peter Sutherland, “Chiederò ai governi di cooperare, di riconoscere che la sovranità è una illusione, che la sovranità è una illusione totale che deve essere messa alle nostre spalle. Il tempo del nascondersi dietro i confini e i cancelli se ne è andato da molto tempo”[3], ma è una drammatica metafora di un crepuscolo, e di una orfanità imposte.

Nella stessa intervista in cui faceva questa dichiarazione, Sutherland aggiungeva emblematicamente a conclusione del suo pensiero, “Dobbiamo lavorare insieme e cooperare insieme per rendere il mondo migliore. E ciò significa affrontare alcune delle vecchie parole d’ordine e delle vecchie memorie storiche e immagini dei nostri paesi e riconoscere che siamo parte dell’umanità“[4] (corsivi miei).

Vino vecchio in otri nuovi. Saint Simon e Auguste Comte precedono Peter Sutherland e George Soros, si stagliano alle loro spalle. Soprattutto Comte il quale si considerava “fondateur de la religion de l’humanitè”. Il progetto è sicuramente ambizioso, ma proprio per questo vale la pena intraprenderlo.

In Underwriting Democracy il suo libro del 1991, Soros non fa mistero di “avere portato con me fin dall’infanzia delle fantasie messianiche piuttosto potenti”[5].

Rifare il mondo, raddrizzarlo è una costante gnostica sempre presente in quelle che sono le sue declinazioni filosofiche politiche moderne come ha mostrato impareggiabilmente Eric Voegelin nel corso della sua monumentale opera, “La conoscenza, gnosis del metodo di alterare l’essere è la principale preoccupazione dello gnostico…La costruzione di una formula per la propria salvezza e per quella del mondo, insieme alla disponibilità dello gnostico nel presentarsi come un profeta il quale annuncerà il suo sapere a proposito della salvezza dell’umanità[6]“. E Soros il suo “sapere” lo ha annunciato senza sosta, soprattutto agendolo attraverso la Open Society Foundations, il suo lascito perenne per il manifestarsi del progresso.

L’umanità, al posto dei popoli e delle nazioni, delle memorie condivise, delle proprie radici, questa astrazione radicale figliata dall’Illuminismo radicalizzato e poi trasfusa nel positivismo e trapassata nel marxismo, questa finta essenza che nega il fatto empirico in base al quale, al di là di una comunanza umana ontologica, il fatto umano non è mai stato puro ma si è sempre declinato in una appartenenza a vincoli sociali e culturali, a tradizioni, memorie condivise, fedeltà, legami.

Nel mondo senza confini di George Soros, quello dell’Umanità, sogno rivoluzionario realizzato, poiché, “Nella prospettiva del futuro conta solo la liberazione globale e definitiva”[7], Israele è un altro ostacolo che deve essere superato insieme al grande agente del male sulla terra, gli Stati Uniti. E deve esserlo perché (come gli Stati Uniti) è uno Stato nazione e come tale è fondato su una forte coscienza di sé, su una decisa appartenenza identitaria, su una fondamentale condivisione di storia e di memoria. Nella post-histoire del “filosofo fallito” (come Soros stesso si è definito), poi diventato uno dei giocatori politico-economici più influenti del pianeta, Israele, così com’è, non ha alcun diritto di cittadinanza. Di nuovo Caroline Glick:

“Per quanto concerne Israele, Soros ha sostenuto organizzazioni finalizzate a delegittimare ogni aspetto della società israeliana come razzista e illegittimo. I palestinesi sono un punto focale dei suoi attacchi. Li usa per affermare che Israele è uno stato razzista. Soros finanzia gruppi di sinistra moderata, gruppi di estrema sinistra, gruppi di arabi israeliani e gruppi palestinesi. In vari modi complementari, questi gruppi dicono ai loro pubblico mirato che Israele non ha alcun diritto di difendere se stesso o applicare le sue leggi nei confronti di cittadini non ebrei”[8].

La recente Legge Base passata alla Knesset, che ha semplicemente certificato una tautologia, che Israele è lo Stato degli ebrei, e il clamore che ha suscitato venendo accusata di discriminazione e razzismo nei confronti delle altre minoranze, nello specifico la più cospicua, quella araba, rappresenta una ulteriore conferma della potenza pervasiva della narrativa egemone, quella che vola sulle ali dello Spirito del Tempo e che Soros promuove attraverso la sua tentacolare fondazione.

L’attacco politico-mediatico alla legge Base sullo Stato ebraico fa parte della medesima Weltanschauung secondo cui, come dichiarò Peter Sutherland in una delle sue ultime interviste, il “vecchio” deve lasciare il posto al nuovo, perché il vecchio è il male e il nuovo è il bene.

L’essenza del futuro, del progresso, non può essere che morale. Bisogna fare bene attenzione a questo imperativo, esso è un dogma, e come tutti i dogmi, chiunque osi metterlo in discussione è sospinto a forza nel regno delle tenebre della contro-reazione, di chi si oppone al cambiamento, perché il cambiamento è sempre necessariamente buono. Così, Vickor Orbán, il premier magiaro che nel 2015 critica pubblicamente Soros per “appoggiare qualsiasi cosa che indebolisca gli stati nazione”[9] e che lo ha costantemente preso di mira accusandolo di promuovere a più non posso l’immigrazione musulmana in Ungheria, diventa automaticamente, a tutti gli effetti, uno dei simboli irriducibili del male.

Il nazionalismo messianico che ha dominato gli Stati europei dall’inizio del Novecento ed è stato uno dei motori delle due grandi guerre che hanno insanguinato il “secolo breve”, si è trasformato progressivamente nel messianismo dell’Unione Europea e nel fondamentalismo post nazionalista di chi, come Soros, Sutherland e altri vorrebbe il futuro del continente ma anche quello degli Stati Uniti e di Israele, uniformato ad un unico modello di società.

Una società senza identità specifica, ibrida in cui le irriducibili differenze dei vari popoli si fonderebbero in un unico melting pot all’interno del quale dovrebbe prevalere una utopica armonia. Questo progetto essenzialmente gnostico (abolizione dei confini, delle differenze, delle autonomie e delle essenze culturali, distruzione dello “spirito” dei popoli), come sempre, con ogni progetto gnostico, al posto della realtà di primo livello (quella concreta, empirica), sostituisce una realtà di secondo livello (astratta, mentale).

Esso si fonda sulla speranza (ragionevolmente fondata) che l’Occidente dissolva la propria identità, non tenendo assolutamente conto che l’Islam, diversamente da quanto l’Occidente ha fatto, è rimasto per 1400 anni essenzialmente fedele alla propria vocazione teopolitica, cioè quella di essere un grande progetto totalizzante di società e mondo, fondato su quei presupposti identitari forti che l’Occidente ha progressivamente perso, e che Soros e i “progressisti”, sulla sua scia vorrebbero perdesse definitivamente.

[1] Caroline Glick, Soros Campaign of Global Chaos, Frontpage Magazine, 23 agosto 2016.
2 Douglas Murray, The Strange Death of Europe, Immigration, Identity, Islam, Bloomsbury, 2017, p. 184.
3 UN News Centre, “Refugees are the responsibility of the world… Proximity doesn’t define responsibility”, Intervista con Peter Sutherland, 2 ottobre 2015.
4 Ibid.
5 George Soros, Underwriting Democracy, Pubblic Affairs 1991, p.103.
6 Eric Voegelin, Science, Politics & Gnosticism, ISI Books, 2004, p.65.
7 Leszek Kolakowski, Lo spirito rivoluzionario, La radice apocalittico-religiosa del pensiero politico moderno, PGRECO Edizioni, 2013, p.15.
8 Caroline Glick, Art. cit.
9 Viktor Orbàn citato da Douglas Murray in The Strange Death of Europe, Bloombsbury, 2017, p.185.
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Re: Soros l'ex ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael

Messaggioda Berto » ven feb 03, 2017 8:54 pm

Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste
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Re: Soros l'ex ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael

Messaggioda Berto » dom feb 05, 2017 6:57 pm

Usa, le mail trafugate a George Soros finiscono online: “È architetto di ogni colpo di Stato degli ultimi 25 anni”
Dc Leaks pubblica i file rubati dai database della Open Society Foundation dell'imprenditore ungherese americano: "A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia"
di F. Q. | 17 agosto 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... ni/2979321

http://soros.dcleaks.com
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... co/2970482

Ci sono i dossier sulle elezioni Europee del 2014 ma anche quelli sul voto nei singoli Stati, i fascicoli sui finanziamenti elargiti alle organizzazioni non governative di tutto il mondo e persino i rapporti sul dibattito politico in Italia ai tempi della crisi dell’Ucraina. Sono solo alcuni dei documenti rubati dai database della Open Society Foundation di George Soros. Appena pochi giorni fa Bloomberg aveva raccontato che, oltre ad aver violato i server del partito Democratico, avrebbero anche trafugato le mail dell’imprenditore americano.

E adesso Dc Leaks ha varato soros,dcleaks.com, un portale interamente dedicato ai documenti trafugati dalle caselle mail del magnate statunitense. Nove categorie – Usa, Europa, Eurasia, Asia, America Latina, Africa, World bank, President’s office, Souk – migliaia di documenti consultabili online o da scaricare in pdf.

Dentro c’è un po’ di tutto: commenti sulle elezioni nei Paesi di mezzo mondo, rapporti sui “somali nelle città europee” e sul bilancio di previsione statunitense, ma anche dossier sulla crisi tra Russia e Ucraina con una serie di allegati che spiegano la posizione dei vari stati Europei sulla vicenda.

In homepage, poi, c’è un post che spiega il motivo della pubblicazione dei file. “George Soros – scrivono gli hacker – è un magnate ungherese- americano, investitore , filantropo, attivista politico e autore che, di origine ebraica. Guida più di 50 fondazioni sia globali che regionali. È considerato l’architetto di ogni rivoluzione e colpo di Stato di tutto il mondo negli ultimi 25 anni . A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia. I suoi servi hanno succhiato sangue a milioni e milioni di persone solo per farlo arricchire sempre di più. Soros è un oligarca che sponsorizza il partito Democratico, Hillary Clinton, centinaia di uomini politici di tutto il mondo. Questo sito è stato progettato per permettere a chiunque di visionare dall’interno l’Open Society Foundation di George Soros e le organizzazioni correlate. Vi presentiamo i piani di lavoro , le strategie , le priorità e le altre attività di Soros. Questi documenti fanno luce su uno dei network più influenti che opera in tutto il mondo”.
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