Ebrei antisionisti vergogne umane

Ebrei antisionisti vergogne umane

Messaggioda Berto » sab apr 09, 2016 7:45 am

Tovarish Sanders
Niram Ferretti
09/04/2016

http://www.linformale.eu/2674-2

La confusione regna sovrana, non sotto il cielo dove ha sempre il suo domicilio, ma in questo caso nella testa di Bernie Sanders.
Sanders è, tra i candidati alla presidenza degli Stati Uniti, quello più a sinistra, ed è, questo la dice lunga, il candidato preferito del vecchio guru del radicalismo di sinistra, Noam Chomsky. Se Chomsky, il quale da cinquanta anni ci racconta che il male assoluto sono gli Stati Uniti e che tutto ciò che si antepone ad essi è, per antonomasia il bene, guarda con simpatia a Sanders allora dovremmo considerare con adeguato allarmismo il rischio che egli si possa insediare nello Studio Ovale.

Riguardo a Israele, in una intervista recentemente data a Daily News il candidato Sanders ha manifestato in modo evidente la sua inadeguatezza sull’argomento, dando un colpo al cerchio e uno alla botte con un pressapochismo da dilettante allo sbaraglio.

Esaminiamo alcuni campioni dell’intervista.
L’intervistatore gli chiede se a proposito degli insediamenti nella West Bank, una volta diventato presidente, metterebbe in atto ciò che ha dichiarato: la richiesta a Israele di ritirarsi. “Se avessi dei documenti davanti a me potrei dare una risposta migliore (sic), ma penso che se l’espansione è stata illegale, l’ingresso in territori che non sono loro, allora ritengo che andarsene da quei territori sia appropriato”.

Sanders non sa assolutamente di cosa sta parlando. Non sa che il Mandato Britannico stabilì incontrovertibilmente il diritto per gli ebrei di insediarsi a est del fiume Giordano, in altre parole nella West Bank, a Gerusalemme e nella Striscia di Gaza. Questo diritto non è mai stato revocato e può esserlo solo attraverso un negoziato tra Israele e l’Autorità Palestinese. Così come non sa che le linee del 1949 non sono confini territoriali ma unicamente linee armistiziali e che quindi possano essere superate senza che questo comporti la violazione della legalità internazionale. Questo non significa che gli insediamenti possono allargarsi a dismisura, ma che non sono i confini armistiziali del ’49 a delimitarne i confini legali.

Su Hamas, Sanders dà un giudizio appropriato, la definisce un’organizzazione terroristica, però poi usa il solito cavallo di battaglia dei detrattori di Israele, relativo alla “reazione sproporzionata” dello stato ebraico quando da Gaza Hamas lancia razzi sulle città israeliane. A questo proposito le cifre delle vittime palestinesi nell’ultimo conflitto a Gaza diventano iperboliche. Oltre diecimila. Una cifra completamente grottesca che l’intervistatore si limita a considerare “probabilmente alta” (sic) perché anche lui non ha la più pallida idea del numero reale (2136).
Alla seguente domanda su cosa avrebbe dovuto fare Israele per evitare le vittime, Sanders risponde di non essere sufficientemente qualificato per prendere decisioni per l’esercito israeliano (bontà sua). Il fatto drammatico è che Sanders non è sufficientemente qualificato per parlare dell’argomento in modo appena accettabile per chi, come futuro presidente americano, dovrebbe avere idee chiare sul più persistente e controverso conflitto del dopoguerra.

Il fatto che Sanders, diversamente da altri duri e puri della sinistra americana e internazionale, qualifichi Hamas come una organizzazione terroristica non deve trarre in inganno. Sanders è soprattutto un duro e puro della sinistra dura e pura e spesso antisemita, come quella da lui tanto apprezzata che governava l’URSS e a cui si votavano in Nicaragua i sandinisti, per i quali faceva il tifo. Ed è sempre Sanders quello che, nel 1971, due anni prima della Guerra di Yom Kippur, diceva che a Israele non dovevano essere date armi. Lo stesso concetto ribadito nel 1988. “No guns for Israel”.
Qualcuno ha detto ingenuamente (anima bella da cullare), “Ma Sanders è stato in un kibbutz!”, come se andare in un kibbutz per un ebreo significhi legarsi a Israele. Ma poi si scoprì che questo kibbutz, più che a Israele, era devoto a Stalin e che l’Unione Sovietica era un modello a cui guadare. Allora erano anni in cui si poteva ancora sognare. E Sanders sognava e sogna ancora con il pugno alzato e contro gli squali di Wall Street. Certo rimetterebbe tutto a posto se fosse eletto presidente. A casa giù le banche e i conglomerati e all’estero togliere ossigeno a Israele, nonostante quelli di Hamas siano “terroristi”. Si rimpiangerebbe allora Obama come un vero grande amico, un sionista della stessa schiatta di Ben Gurion, se questo “sognatore” degli anni Sessanta e Settanta, quelli tutti anti-Vietnam e Libretto Rosso, diventasse presidente.
Sarebbe il primo presidente socialista americano, alla faccia di McCarthy, altro che il primo presidente americano ebreo. Sarebbe la rivincita postuma dei Rosenberg, e la gioia dell’ottantanovenne Chomsky, il quale, probabilmente, diventerebbe una sorta di consigliere esterno.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ebrei antisionisti

Messaggioda Berto » ven apr 15, 2016 11:05 am

MONI OVADIA: LE PEGGIORI BUGIE IN ONDA SU RAI3

Ieri sera a L'erba dei vicini Moni Ovadia è stato invitato ad intervenire su Israele, non si è capito a quale titolo, visto che non è israeliano né ha mai vissuto in Israele. Peraltro lui stesso ha affermato durante la trasmissione che non visita Israele e non ha saputo rispondere alla domanda "c'è qualcosa di buono che la politica israeliana ha fatto" proprio perché su Israele non sa e non vuole sapere.

Questo attore, che sfrutta l'immagine dell'ebreo anticonformista per arricchirsi, nonostante sia un ignorante in materia, ha affermato che Israele è uno Stato di Apartheid ed ha appoggiato il boicottaggio dell'economia e della cultura israeliana.

Vi proponiamo qualche esempio di vita quotidiana per dimostrare quanto false e ipocrite siano le sue affermazioni e quanto il boicottaggio danneggerebbe i palestinesi per primi.

Nelle foto: Una bodybuilder palestinese vince il primo premio in Israele, Bambini arabi festeggiano la ricorrenza islamica del Eid al Adha, Bambini arabi e israeliani giocano insieme accompagnati dall'ex Presidente israeliano Shimon Peres, Lavoratrice palestinese impiegata in azienda israeliana nella West Bank, Donne palestinesi si godono le spiagge di Tel Aviv, Dimostranti palestinesi manifestano a Tel Aviv, Donna araba vince Masterchef Israel, Arabo vota i rappresentanti del Parlamento israeliano, Prodotti israeliani entrano a Gaza tramite il valico di Kerem Shalom, Mamma e bambini arabi al mare a Tel Aviv.

‪#‎EDV‬ ‪#‎Erbivori‬ ‪#‎Rai3‬ Beppe Severgnini
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ebrei antisionisti

Messaggioda Berto » lun mag 23, 2016 8:50 pm

"MONI OVADIA, LE SPIEGO COSA SUCCEDE QUANDO CRITICA ISRAELE"
di Gheula Canarutto Nemni
05/11/2013

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 2672637765


Caro Moni Ovadia,

mi perdoni per questa mia interferenza nei suoi piani di disiscrizione alla Comunità Ebraica di Milano. Dettati, secondo lei, dalla mancata accettazione da parte della comunità delle sue opinioni circa Israele. Gad Lerner ricorda ai suoi lettori di avere compiuto lo stesso passo a suo tempo.

Vede, che lei sia iscritto o meno alla Comunità riguarda solo lei e le sue scelte di vita. La presenza del suo nome nelle liste, nella mailing del Bollettino, negli inviti ad eventi e feste, impattano solo sulla sua casella postale di casa ed elettronica. Nessun altro subirà delle conseguenze da questa sua scelta.

Che lei invece faccia sentire la sua voce da artista seguito e ascoltato da molti, criticando la politica di Israele e dando vita a una vera e propria campagna negativa nei confronti dello stato dei suoi correligionari, non riguarda solo lei e le sue scelte di vita.

Purtroppo no.

Riguarda anche i miei bambini che girano per la città con la kippà in testa.

Riguarda anche i ragazzi che andando a scuola devono superare quattro volanti della polizia prima di entrare a studiare ogni mattina.

Riguarda anche le persone che frequentano una sinagoga in qualsiasi parte d’Italia e devono sottomettersi a perquisizioni per poter porgere il proprio cuore a D-o.

Riguarda tutti gli ebrei d’Italia e del mondo.

Perché quando lei si mette su un palco con la sua grande kippà colorata e da lì critica in maniera pesante lo stato d’Israele, lei non rappresenta un artista qualunque a cui sia saltato in mente di analizzare la situazione geo politica mediorientale. Lei rappresenta l’artista ebreo.

E se un ebreo critica in maniera così feroce i propri fratelli, se un ebreo racconta a gran voce cose che, a suo parere, sono errori della propria nazione, se un ebreo si schiera in maniera così decisa contro l’unico posto del pianeta che dà asilo all’ebreo in qualsiasi momento lo chieda, allora tutto il mondo si sentirà in diritto di farlo.

E, partendo dalle sue posizioni, le userà per giustificare tutti gli atti di antisemitismo a cui vorrà dare vita.
Il mondo partirà dalle sue parole per rendere leciti gli attacchi agli ebrei, ovunque si trovino.

Lei è libero di esprimere le sue opinioni a tavola, circondato dai suoi cari amici. Ma non è libero di farlo davanti a un microfono. Perché lì, la sua libertà si scontra con la mia.

E si ricordi caro Ovadia, se un ebreo sputa sul proprio popolo, apre la porta perché l’intero mondo si senta legittimato a farlo.


MONI OVADIA NEL MIO PROFONDO TI DETESTO

https://www.facebook.com/Ebrei-e-Israel ... 9871202295

Si, ti detesto per il mercimonio che hai fatto di una cultura che NON ti appartiene ( Moni e' nato in Bulgaria non ha quindi Origini Ashkenazi cioe' degli ebrei dell'Est) ma diffonde questa cultura come fosse di sua appartenenza).

Ti detesto perche' hai origini ebree MINIME ma NON sei ebreo e, come i rinnegati tra gli Indiani d'America portavano cappello con una piuma, tu porti una kippa' Yemenita.( E tu sei Bulgaro).

Ti detesto perche' racconti barzellette cosi' vecchie che mio nonno mi risparmiava dicendomi che erano vecchissime gia' ai suoi tempi.

Ti detesto perche' parli di valorizzare la lingua Yiddish che tu NON CONOSCI! Ma della quale hai appreso solo i termini piu' buffi per farci ridere dietro durante i tuoi spettacoli.

Ti detesto perche' ridicolizzi il mio popolo facendogli assumere pose da macchietta e descrivendoci tutti come dei paranoici.

Ti detesto perche' tutti teniamo famiglia ma la tua la mantieni con l'impostura.

Ti detesto perche' parli a nome degli ebrei d'Italia quando questi, il minimo che vorrebbero farti, e' prenderti a schiaffi.

Ti detesto perche' ti sei cancellato dagli elenchi della comunita' ebraica di Milano dove per anni hai attinto consensi ed ora non ne hai piu' bisogno, quindi ti risparmi pure di pagare le tasse comunitarie.....

(Si forse un po' ebreo lo sei).

NOT IN MY NAME

Tu non mi rappresenti.

Josef jossy Jonas. 15 6 2016

Tel Aviv.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ebrei antisionisti

Messaggioda Berto » sab nov 26, 2016 11:06 am

Soros l'ebreo e altri onti ebrei ke łi odia Ixrael
viewtopic.php?f=197&t=2392
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ebrei antisionisti

Messaggioda Berto » mer mar 15, 2017 7:47 am

(WATCH) This is how the Neturei Karta celebrating #Purim in Williamsburg, Brooklyn: burning the flag of #Israel !
(orologio) questo è come l'neturei karta festeggiando #purim a williamsburg, Brooklyn: bruciare la bandiera di #Israele!
https://www.facebook.com/JewishVoiceNY/ ... 3682632434


Neturei Karta
https://it.wikipedia.org/wiki/Neturei_Karta
I Neturei Karta (נטורי קרתא, in aramaico "Guardiani della città") sono un gruppo di ebrei che rifiutano di riconoscere l'autorità e la stessa esistenza dello Stato di Israele, in nome della propria interpretazione dell'ebraismo, della Torah e di passi del Talmud.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ebrei antisionisti

Messaggioda Berto » ven mar 24, 2017 1:47 pm

19ENNE ISRAELIANO DIETRO ALLE MINACCE BOMBA CONTRO ISTITUZIONI EBRAICHE AMERICANE, ARRESTATO

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 3124343046

È una storia che ha lasciato tutti a bocca aperta: dopo mesi di evacuazioni e paura in decine centri ebraici americani, le autorità israeliane hanno arrestato un israelo-americano ebreo di 19 anni responsabile delle minacce bomba. L'indagine, avviata a livello internazionale, si pensava portasse a qualche individuo o gruppo di estrema destra, vista l'ondata di antisemitismo che in ogni caso sta colpendo gli States, e invece si è conclusa nell'ultimo posto in cui chiunque avrebbe cercato.

Secondo l'ADL - Anti-Defamation League, il fatto che l'artefice di queste minacce fosse ebreo, non toglie la natura antisemita dei fatti, mentre Ira Forman, che durante l'Amministrazione Obama era stato incaricato dal governo di monitorare e combattere l'antisemitismo negli Stati Uniti, ha affermato che l'esito di questa indagine, indubbiamente scioccante, non esclude il fatto che qualcosa sia cambiato in termini di antisemitismo in America, e la distruzione dei cimiteri, la deturpazione delle sinagoghe e le aggressioni agli ebrei da parte di gruppi di estrema destra, ne sono la prova.
Questi episodi quasi quotidiani, non vengono condotti da 19enni israeliani, ha aggiunto, sottolineando però che l'antisemitismo negli USA resta comunque meno diffuso e di natura differente rispetto a quello europeo o arabo.

Ora l'adolescente israeliano, di cui non si conoscono le motivazione delle minacce, dovrà vedersela con la Giustizia israeliana, mentre gli ebrei americani potranno tirare un sospiro di sollievo, pur restando sempre in guardia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ebrei antisionisti

Messaggioda Berto » ven mar 24, 2017 9:23 pm

La casa comune
Niram Ferretti
24 marzo 2017

http://www.progettodreyfus.com/la-casa-comune

Sono cinquanta anni che l’ONU si è fatto sistematica cassa di risonanza per risoluzioni anti-israeliane, di cui, una delle “perle” fu la Risoluzione 3379 del 1975 poi abrogata, che equiparava il sionismo al razzismo.

Il 16 marzo scorso, su questa falsariga, l’ESCWA, il Consiglio Socio Economico dell’Asia Occidentale rappresentato all’ONU, con sede a Beirut e composto da 18 stati arabi, ha presentato, per mano della sua rappresentante Rama Khalaf, un rapporto in cui Israele viene accusata di “apartheid”.
Il rapporto è stato preparato da un relatore notoriamente imparziale, Richard Falk, un ex funzionario ONU con un sontuoso pedigree antisemita e il cui fervore talebano pro Hamas arrivò al punto che, in un telegramma del 16 febbraio 2010, l’Autorità Palestinese ne chiese l’espulsione dalle Nazioni Unite.
Questa volta, in virtù della forte e risoluta condanna USA, il nuovo segretario ONU, Antonio Guterres ha respinto il rapporto in oggetto. C’è da augurarsi che l’amministrazione Trump faccia da bastione anche in futuro.

Il “rapporto Falk” si incastona a meraviglia nella lunga e consolidata tradizione del Palazzo di Vetro. Torna alla mente un dibattito del Consiglio di Sicurezza tenutosi il 26 gennaio 2016, dedicato alla “Situazione nel Medio Oriente, inclusa la questione palestinese”. Durante il dibattito, Israele venne accusata di “crimini contro l’umanità“, “esecuzione e torture di bambini”, “apartheid”, “razzismo”, “brutalità”, “crimini di guerra”, “omicidi”e “giudeizzazione”.

Il dispositivo linguistico antisemita con cui Israele venne accusato discende da quello offerto dalla pubblicistica antigiudaica cristiana del Medioevo e dalla propaganda nazista a evidenziare, se ce ne fosse ancora bisogno, come l’odio nei confronti degli israeliani sia odio nei confronti degli ebrei.
Non tutti gli ebrei lo hanno capito. Molti di loro, tra cui in Italia spiccano Gad Lerner e Moni Ovadia, il primo con la testa ancora, dopo tanti anni, infilata nelle rotative del Manifesto, l’altro una parodia dell’ebreo del galut con il cuore spezzato dalle ingiustizie di questo mondo, soprattutto quelle nei confronti dei poveri palestinesi. Bene. Loro e altri non hanno ancora capito una cosa essenziale, che Israele è solo un pretesto. Non vogliono capirlo e non lo capiranno.

Quale è la differenza nell’accusare gli ebrei di uccidere i bambini cristiani per usare il loro sangue come accadeva con i libelli del sangue medioevali, rispetto a quella che vede accusare gli israeliani di torturare e uccidere i bambini palestinesi?
E quale è la differenza nel rappresentare gli ebrei come parassiti, vampiri, sfruttatori e depravati, esseri immondi, come nella pubblicistica di Der Sturmer, rispetto a quello che si dice attualmente all’ONU in cui vengono accusati di praticare il razzismo, il segregazionismo (Richard Falk) e di crimini contro l’umanità?

Ma non è forse il crimine contro l’umanità degli ebrei semplicemente quello di esistere in quanto tali? Non è forse il crimine contro l’umanità di Israele di esistere come Stato ebraico? Non è forse questo, e soprattutto questo, il crimine?

Non dobbiamo nascondercelo. Soffia un’aria pestilenziale, gli untori sono all’opera e sono dappertutto. Soprattutto sono dentro grandi istituzioni. Sono nella UE, sono all’ONU, sono nelle università, sono nei mass media. Non è un complotto. Nessun complotto. È semplicemente lo Zeitgeist, lo spirito del tempo.

Robert Wistrich,uno dei più grandi studiosi di antisemitismo del dopoguerra, scomparso prematuramente nel 2015, era molto preoccupato. I suoi ultimi articoli sono una testimonianza lucida e amara della realtà che vedeva intorno a sé.
Rav Giuseppe Laras in un suo intervento pubblicato l’anno scorso lo ha detto anche lui senza peli sulla lingua. Laras è un uomo che pesa e soppesa le parole. L’odio al calore bianco per Israele è la maschera di un altro odio che non si è mai sopito. “Posso testimoniare che, come molti ebrei, sono nato con l’antisemitismo e con esso sono invecchiato” ha scritto.

L’Occidente sta vivendo uno smottamento, e sempre lo smottamento comincia dalle fondamenta. La Torah lo dice chiaramente, se viene meno la base morale la casa crolla. E nella casa ci siamo tutti noi. Ebrei e non ebrei.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ebrei antisionisti

Messaggioda Berto » dom apr 23, 2017 8:12 pm

La perversione del senso del 25 aprile
Polemiche. Le bandiere palestinesi al corteo? Un vulnus inaccettabile per il presidente della comunità ebraica romana Pacifici e per qualche ultrà del sionismo più isterico. Ma screditando le ragioni di chi lotta per una Palestina libera si sovverte il significato della Resistenza
Moni Ovadia
11.4.2015

https://ilmanifesto.it/la-perversione-d ... -25-aprile

Nel corso della mia vita e da che ho l’età della ragione, ho cercato di partecipare, anno dopo anno a ogni manifestazione del 25 aprile.

Un paio di anni fa, percorrendo il corteo alla ricerca della mia collocazione sotto le bandiere dell’Anpi, mi imbattei nel gruppo che rappresentava i combattenti della “brigata ebraica”, aggregata nel corso della seconda guerra mondiale alle truppe alleate del generale Alexander e impegnata nel conflitto contro le forze nazifasciste. Qualcuno dei componenti di quel drappello mi riconobbe e mi salutò cordialmente, ma uno di loro mi rivolse un invito sgradevole, mi disse: «Vieni qui con la tua gente». Io con un gesto gli feci capire che andavo più avanti a cercare le bandiere dell’Anpi che il 25 aprile è «la mia gente» perché io sono iscritto all’Anpi con il titolo di antifascista. Lui per tutta risposta mi apostrofò con queste parole: «Sì, sì, vai con i tuoi amici palestinesi».

Il tono sprezzante con cui pronunciò la parola palestinesi sottintendeva chiaramente «con i nemici del tuo popolo». Io gli risposi dandogli istintivamente del coglione e affrettai il passo lasciando che la sua risposta, sicuramente becera si disperdesse nell’allegro vociare dei manifestanti.

Questo episodio, apparentemente innocuo, mi fece scontrare con una realtà assai triste che si è insediata nelle comunità ebraiche.

I grandi valori universali dell’ebraismo sono stati progressivamente accantonati a favore di un nazionalismo israeliano acritico ed estremo. Un nazionalismo che identifica stato con governo.

Naturalmente non tutti gli ebrei delle comunità hanno imboccato questa deriva sciovinista, ma la parte maggioritaria, quella che alle elezioni conquista sempre il “governo” comunitario, fa dell’identificazione di ebrei e Israele il punto più qualificante del proprio programma al quale dedica la prevalenza delle sue energie.

Io ritengo inaccettabile questa ideologia nazionalista, in primis come essere umano perché il nazionalismo devasta il valore integro e universale della persona, poi come ebreo, perché nessun altro flagello ha provocato tanti lutti agli ebrei e alle minoranze in generale e da ultimo perché, come insegna il lascito morale di Vittorio Arrigoni, io non riconosco altra patria che non sia quella dei diseredati e dei giusti di tutta la terra.

L’ideologia nazionalista israeliana negli ultimi giorni ha fatto maturare uno dei suoi frutti tossici: la decisione presa dalla comunità ebraica di Roma, per il tramite del suo presidente Riccardo Pacifici, di non partecipare al corteo e alla manifestazione del prossimo 25 aprile. La ragione ufficiale è che nel corteo sfileranno bandiere palestinesi, vulnus inaccettabile per il presidente Pacifici, in quanto nel tempo della seconda guerra mondiale, il gran muftì di Gerusalemme Amin al Husseini, massima autorità religiosa sunnita in terra di Palestina fu alleato di Hitler, favorì la formazione di corpi paramilitari musulmani a fianco della Germania nazista e fu fiero oppositore dell’instaurazione di uno stato Ebraico nel territorio del mandato britannico. Mentre la brigata ebraica combatteva con gli alleati contro i nazifascisti. Tutto vero, ma il muftì nel 1948 venne destituito e arrestato: oggi vedendo una bandiera palestinese a chi viene in mente il gran muftì di allora? Praticamente a nessuno, se si eccettua qualche ultrà del sionismo più isterico o qualche fanatico modello Isis.

Oggi la bandiera palestinese parla a tutti i democratici di un popolo colonizzato, occupato, che subisce continue e incessanti vessazioni, che chiede di essere riconosciuto nella sua identità nazionale, che si batte per esistere contro la politica repressiva del governo di uno stato armato fino ai denti che lo opprime e gli nega i diritti più elementari ed essenziali. Un governo che lo umilia escogitando uno stillicidio di violenze psicologiche e fisiche e pseudo legali per rendere esausta e irrilevante la sua stessa esistenza.

Quella bandiera ha pieno diritto di sfilare il 25 aprile – com’è accaduto per decenni e senza polemica alcuna – e glielo garantisce il fatto di essere la bandiera di un popolo che chiede di essere riconosciuto, un popolo che lotta contro l’apartheid, contro l’oppressione, per liberarsi da un occupante, da una colonizzazione delle proprie legittime terre, legittime secondo la legalità internazionale, un popolo che vuole uscire di prigione o da una gabbia per garantire futuro ai propri figli e dignità alle proprie donne e ai propri vecchi, un popolo la cui gente muore combattendo armi alla mano contro i fanatici del sedicente Califfato islamico nel campo profughi di Yarmouk, nella martoriata Damasco.

E degli ebrei che si vogliono rappresentanti di quella brigata ebraica che combatté contro la barbarie nazifascista hanno problemi ad essere un corteo con quella bandiera? Allora siamo alla perversione del senso ultimo della Resistenza.

La verità è che quella del gran muftì di allora è solo un pretesto capzioso e strumentale. Il vero scopo del presidente Pacifici e di coloro che lo seguono – e addolora sapere che l’Aned condivide questa scelta -, è quello di servire pedissequamente la politica di Netanyahu, che consiste nello screditare chiunque sostenga le sacrosante rivendicazioni del popolo palestinese.

Per dare forza a questa propaganda è dunque necessario staccare la memoria della persecuzione antisemita dalle altre persecuzioni del nazifascismo e soprattutto dalla Resistenza espressa dalle forze della sinistra. È necessario discriminare fra vittima e vittima israelianizzando la Shoah e cortocircuitando la differenza fra ebreo d’Israele ed ebreo della Diaspora per proporre l’idea di un solo popolo non più tale per il suo legame libero e dialettico con la Torah, il Talmud e il pensiero ebraico, bensì un popolo tribalmente legato da una terra, da un governo e dalla forza militare.

Se come temo, questo è lo scopo ultimo dell’abbandono del fronte antifascista con il pretesto che accoglie la bandiera palestinese, la scelta non potrà che portare lacerazioni e sciagure, come è vocazione di ogni nazionalismo che non riconosce più il valore dell’altro, del tu, dello straniero come figura costitutiva dell’etica monoteista ma vede solo nemici da sottomettere con la forza.


Alberto Pento
Non solo, questo Ovadia, come ebreo rinnegato e inter-nazi-comunista è anche un violatore dei diritti umani universali tra i peggiori e gran parte di questa orribile genia, è casta statalista italiana, parte di qull'orrendo assembramento ademocratico e parassitario, più fascista dei fascisti, che si definisce "resistenza-antifascista" dove si ritrovano quelli dell'ANPI, i sodali dei vili criminali che hanno provocato la rappresaglia delle fosse Ardeatine e che hanno lasciato morire 335 persone innocenti al loro posto (senza fare nulla per salvarle), gli antisemiti nazi-islamico-palestinesi, gli estremisti del nazismo rosso, ... tutta quella banda criminale che in buona parte vive della predazione dello stato italiano e che ritiene che la proprietà sia un furto e che quindi gli uomini non abbiano alcun diritto di avere e di difendere la propria casa, la propria patria o nazione, il proprio paese, i propri beni e la propria libertà e sovranità, ... ritenendo tutto ciò dei disvalori da cui però sono esclusi i privilegi di cui invece godono loro in nome di presunti e inesistenti valori universali come "la cittadinanza mondiale" il diritto a migrare e il dovere assoluto dell'accoglienza.

Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminio
viewtopic.php?f=188&t=2526
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ebrei antisionisti

Messaggioda Berto » dom apr 23, 2017 9:08 pm

Ovadia e della stessa orrenda genia di Lerner

L’eterna Lotta continua alla brigata ebraica dell’Infedele Gad
23 aprile 2017
di Niram Ferretti –
(L’Informale)

http://www.italiaisraeletoday.it/letern ... fedele-gad

Durante una intervista a Radio Radicale, Gad Lerner ci spiega che è perfettamente legittimo per chi sventola le bandiere palestinesi al corteo del 25 aprile poterlo fare. Alla domanda della sua intervistatrice su cosa c’entrino le associazioni filopalestinesi alle commemorazioni per la Liberazione, l’indimenticabile ex direttore del TG1 risponde “E cosa c’entrano le associazioni filoisraeliane, filofrancesi e filoamericane e filosovietiche?”.

Forse Lerner concederà che gli americani hanno dato un piccolo contributo alla Resistenza che, raccontata attraverso l’ingrandimento iperbolico della lente del solo contributo rosso e filocomunista, sembrerebbe un epos tutto italiano. Magari qualche bandiera americana, nonostante la ben nota e chomskiana terribilità statunitense, alle manifestazioni del 25 aprile non sarebbero fuori luogo. Mentre sono completamente fuori luogo quelle palestinesi. Eh sì Lerner, comprendiamo che la testa insieme ai pensieri in essa contenuti è sempre rimasta incastrata nelle rotative del Manifesto, e che dunque il filopalestinismo e il filoislamismo siano una conseguenza inesorabile di tutto un portato ideologico ben denso e ingombrante, ma un minimo di decenza, giusto uno scampolo, si potrebbe cercare di mostrare. E invece no.

La funzione delle associazioni palestinesi che si sono inserite nelle manifestazioni del 25 aprile è unicamente quella di dare addosso alla Brigata Ebraica a motivo del fatto che essa ha come effige la stella di Davide. Tutto ciò è di una evidenza solare, ma non per Lerner. Quest’anno, in aggiunta, c’è anche il Bds, notoriamente connesso con la Resistenza.

Ma tutto questo sfugge al Nostro, è irrilevante. Invece, con pelosa precisazione, egli si prodiga a contestualizzare l’apporto della Brigata Ebraica alle gloriose pagine della Resistenza vinta, come è noto, dai soli Pajetta, Pertini e compagnia. Evidentemente il contributo dato ai soldati della Brigata Ebraica (sbarcata a Taranto nel novembre 1944, non nella primavera del 1945 a “giochi fatti” come detto da Lerner) non fu essenziale alla sconfitta del nazifascismo, ma sicuramente la Brigata Ebraica c’era mentre non si dà memoria di combattenti palestinesi (sarebbero sorti compatti dopo la Guerra dei Sei Giorni). Allora si chiamavano solo arabi ed erano in altre faccende affaccendati. Erano infatti schierati con il Mufti di Gerusalemme, Amin al Husseini, volonterosa mano d’opera per Hilter in Medioriente.

Ma Lerner lamenta la “dolorosa” decisione di Ruth Dureghello di dissociare la comunità ebraica di Roma dalle manifestazioni del 25 aprile. Non avrebbe dovuto farlo, ci dice rammaricato. Tutti insieme uniti per il Lerner ecumenico, chi è erede di quanti hanno combattuto il nazifascismo con chi è invece in linea di continuità ideologica con coloro i quali in Palestina ne era alleati, chi oggi strumentalizza ignobilmente le manifestazioni per accusare Israele di nazismo e genocidio con i discendenti di chi del genocidio nazista è stato vittima.

D’altronde non c’è da stupirsi delle dichiarazioni di un attempato ideologo da salotto che annovera tra le sue scintillanti amicizie il mellifluo Tariq Ramadan, nipote di Hassan al Banna (da lui mai disconosciuto), fondatore di quei Fratelli Musulmani che vedevano nello sterminio degli ebrei in Palestina un obbiettivo imprescindibile
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ebrei antisionisti

Messaggioda Berto » lun apr 24, 2017 5:57 pm

Moni Ovadia: Quando il cuore gronda lacrime per i terroristi
24 aprile 2017 Niram Ferretti

http://www.linformale.eu/moni-ovadia-qu ... terroristi

La lettera appello che Moni Ovadia ha scritto al sindaco di Milano Giuseppe Sala citando l’Informale è un sublime compendio di demagogia, pomposità, grottesco e mistificazione, tipici del repertorio dell’attore-autore italiano. Da anni, “non si sa a quale titolo”, Ovadia si è autoconvinto di incarnare una grande voce della coscienza civile di questo paese. Nel vuoto lasciato da Sciascia e Pasolini ha pensato bene di inserirsi lui.

Insignitosi della missione di difensore degli oppressi e delle vittime, Ovadia non cessa di mostrare la propria straordinaria generosità di cuore con selettiva partecipazione. Poiché è chiaro che egli non può abbracciare tutte le cause, ne sceglie una che funge da sineddoche, guarda caso quella del conflitto arabo-israeliano. Qui egli offre con sontuoso sperpero il solito consunto apparato della propaganda arabo-sovietica entrata in azione subito dopo la Guerra dei Sei Giorni e da allora mai cessata. Come tutti i travet dell’apparatčik, Ovadia ha scelto con passione di trasformarsi in un “parlato” rinunciando alla funzione di “parlante”.

Esamineremo ora l’esemplare testo di cui offriremo solo alcuni campioni significativi.

"Mi permetto orgogliosamente di ricordarle, che sono ebreo per nascita, cittadino milanese da 68 anni, militante antifascista dall’età della ragione……In questi ultimi anni per avere sostenuto i diritti del popolo palestinese, ho ricevuto ogni sorta di spietati insulti e maledizioni, ci ho un po’ fatto il callo, ma se, ancorché indirettamente, l’istituzione della mia città si unisse al coro, il vulnus colpirebbe non me ma i valori della tradizione”.

Essere ebrei per nascita purtroppo non garantisce nulla. Ovadia dovrebbe saperlo. Non è un abilitazione a rappresentare né meglio né peggio di chi è ebreo o non ebreo, la questione relativa al conflitto arabo-israeliano. Anche Otto Wenninger e Arthur Trebitsch erano ebrei come lo era la marcionita Simon Weil e lo sono oggi Shlomo Sand e Gilad Atzmon, due campioni di furente cupio dissolvi ebraico. Né il vittimismo e l’orgoglioso antifascismo (si attende da tempo anche una parallela dichiarazione di orgoglioso anticomunismo) possono, di per sé, rendere immuni dalle fole l’attore diffonde con prodigalità da anni.

“Il 25 Aprile ricorda e celebra sia la memoria della lotta contro la barbarie nazifascista, ma irradia anche un insegnamento e un monito che cammina di generazione in generazione: il dovere di opporsi ad ogni oppressione per liberare ogni popolo oppresso da chiunque ne sia l’oppressore”.

Da incorniciare, contemplare e piangere. L’attesa della opposizione di Ovadia al governo di Maduro in Venezuela, alla teocrazia iraniana, al regime di Bashar Assad, a quello di Mugabe, il suo accorato appello contro il massacro dei cristiani in Medioriente ad opera dell’estremismo islamico e altre battaglie, mancano all’appello. Come mancano all’appello le sue sentite rimostranze contro Cuba, sia all’epoca di Castro, sia attualmente, ma, come già detto, bisogna selezionare una causa che le rappresenti tutte.

Proseguiamo.

“Per questa ragione, lo slogan più ripetuto nella manifestazione dell’antifascismo è “/Ora e sempre //Resistenza!/”, pertanto chiunque inalberi simboli che richiamano alla libertà e all’indipendenza dei popoli, è legittimo erede dei partigiani”.

Da consumato cabotin, Ovadia sa come strappare l’applauso alla platea, soprattutto quella che gli fa da eco chamber. E questo pezzo di gigioneggiamento demagogico è da antologia. Ma veniamo al dunque. Quali sarebbero i “simboli che richiamano alla libertà e all’indipendenza dei popoli”? Naturalmente si tratta delle bandiere palestinesi.

L’”oppressione” palestinese da parte del “colonialismo sionista” è un inossidabile feticcio, l’ultimo rimasto agli ex rivoluzionari attempati, ai cheguevaristi e maoisti criogenizzati. Tutte le altre luchas de liberación sono fallite, è rimasta solo questa. Sottrargliela sarebbe un delitto imperdonabile, come portare via a un bambino il suo ultimo giocattolo, quello che ancora, irresistibilmente, lo tiene avvinto all’infanzia impedendogli di diventare adulto. Ma Ovadia e i suoi sodali hanno un serio problema con il principio di realtà. Non avendo mai letto Hobbes e avendo letto (forse) Lenin gli sfugge la fondamentale differenza tra ciò che è vero e ciò che è delirato.

La difesa del BDS è appassionata e perentoria. Non si può esimersi dal riportarla.

“Signor Sindaco, io non mi permetto di chiederle di prendere posizione sul BDS,voglio solo sottoporle un’accorata sollecitazione a non prestarsi a legittimare un uso scellerato e strumentale dall’accusa di antisemitismo o di terrorismo contro BDS. L’unico scopo di tali falsità e quello di tappare la bocca, imbavagliare il pensiero e criminalizzare una militanza sacrosanta che si batte per i diritti di un popolo oppresso, i cui territori sono occupati, colonizzati da cinquantanni, le cui topografie esistenziali sono devastate, ai cui figli è negato il presente e il futuro, la cui gente è sottoposta a punizioni collettive e ad un autentico apartheid a causa del quale, i palestinesi subiscono un diuturno ed incessante stillicidio di vessazioni e patiscono la negazione sistematica della dignità sociale e personale.”

Siamo qui nel plesso della menzogna piena, dentro il suo nucleo più profondo. Siamo nell’onirismo puro, all’autoaffatturazione brada. Si stagliano truffe semantiche di indubbia suggestione mistagogica, “popolo oppresso”, “colonizzazione”, “apartheid”, “stillicidio di vessazioni”. Sono formule che incantano, sono esercizi di “A me gli occhi” da guitto di provincia, da oratore di Hyde Park. La platea non si conquista citando Eschilo ma facendo cabaret. Ha funzionato sempre, continua a funzionare.

Ovadia racconta una distopia terribile, evoca implicitamente paralleli atroci (il “nazismo” di Israele, o perlomeno il suo fascismo, sono in filigrana). Si tratta di rappresentare una fabula ideologica senza alcun rapporto con la realtà. Un paese in cui vivono integrati un milione e mezzo di arabi che hanno accesso a molteplici professioni, sono rappresentati al governo, siedono alla Corte Suprema di Giustizia è esattamente uguale al regime di segregazione razziale del Sudafrica. Ma no, attenzione, egli parla dei territori oKKupati, dove, dopo gli Accordi di Oslo, firmati da uno dei suoi beniamini, il lord of terror, Yasser Arafat, l’Autorità Palestinese ha il pieno controllo dell’Area A e quello congiunto dell’Area B (dove l’ingresso ai cittadini israeliani è rigorosamente verboten). Ma no, Ovadia intende il Muro, ovvero la barriera di protezione che Israele ha fatto costruire per difendersi dagli attacchi suicidi degli “oppressi”, barriera che non avrebbe dovuto essere costruita in modo da permettergli di continuare a farsi esplodere in nome di Allah.

Ma Ovadia di storia sa poco o nulla, quello che gli interessa è la narrazione. Al suo posto preferisce il canovaccio del romanzo criminale su Israele così in voga nella sinistra estrema e nell’estrema destra. È un racconto irresistibile. Nutre l’immaginazione di nemici necessari, li situa nella tenebra profonda e permette di nobilitarsi convincendosi di essere dalla parte della luce. Francesco Giordano, l’ex brigatista responsabile dell’omicidio Tobagi e fautore di un Fronte Palestina da tastiera, la pensa come lui. Chissà cosa prova Ovadia nell’incrociarlo sulla stessa strada che percorre.

Nell’accorato appello a Sala perché non discrimini il BDS (illegale in molti stati), una associazione che fa della discriminizzazione di Israele la sua ragione d’essere, l’attore-narratore cita come testimone contro Israele B’Tselem, la ONG su posizioni ancora più radicali delle sue, un’altra organizzazione vocata alla demonizzazione dello Stato ebraico e da tempo palesemente smascherata per l’inattendibilità e parzialità dei propri resoconti.

Siamo quasi giunti alla fine. Ancora un poco di pazienza.

“Proprio in occasione delle recenti polemiche, la comunità ebraica romana in una sua nota, ne ha rispolverato a pappagallo una versione inventata dal talento di Bibi Netanyahu: “L’Anpi sceglie di cancellare la Storia e far sfilare gli eredi del Gran Muftì di Gerusalemme che si alleò con Hitler con le proprie bandiere…” (la Repubblica 20/04/2016). Ovvero, chi inalbera la bandiera palestinese, simbolo dell’identità e della dignità di un popolo oppresso, sarebbe erede del Gran Mufti di Gerusalemme del tempo della Seconda Guerra Mondiale, noto per le sue simpatie filonaziste. Questo argomento se non fosse una vigliaccata sarebbe ridicolo e patetico, tanto più se serve come scusa alle istituzioni della Comunità Ebraica romana per non partecipare alla manifestazione a cui ha pieno titolo ad esserci ma non contro l’aspirazione alla libertà e all’indipendenza del popolo palestinese”.

Qui invece siamo al grottesco. Alla spudoratezza spinta all’iperbolico. Davvero l’insipienza di Ovadia è così macroscopica, o si tratta di pura malafede? L’alleanza tra Amin al Husseini, allora il più alto rappresentante in Palestina della causa araba con Adolf Hitler, la sua affettuosa corrispondenza con Heinrich Himmler, il suo offrirsi come volonterosa manodopera in Medioriente per ripulirlo dagli ebrei, sono fatti inequivocabili, incistati nella storia, e non i fondali di una recita da strada. Così come è inequivocabile l’adesione popolare araba (all’epoca i palestinesi non esistevano ancora) alle rivolte e ai pogrom organizzati dal Mufti. No, Bibi Netanyahu non centra. Comprendiamo l’avversione di Ovadia nei suoi confronti, ma l’odio gioca brutti scherzi. La linea di continuità ideologica è la medesima. Se l’attore, l’affabulatore pataccaro, si prendesse la briga di uscire dal recinto intossicato delle sue fantasie e si prendesse la briga di studiare, imparerebbe che l’antisemitismo eliminazionista di importazione nazista dei Fratelli Musulmani sodali di Amin al Husseini si è giustapposto a quello coranico. Vedrebbe la linea di continuità ideologica che apparenta Hamas (costola palestinese della fratellanza) a Hezbollah. Vedrebbe la volontà dichiarata, esplicita, programmatica di restituire la Palestina al Dār al-Islām. Vedrebbe tante altre cose che non può vedere, che si impedisce programmaticamente di vedere, preferendo perpetrare una gigantesca frode gratificando il proprio io sul quale porre la corona di campione (selettivo) dei “diritti umani”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Ebraismo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron