Israele non permetterà l’occupazione iraniana della Siria. Il silenzio del mondoFranco Londei agosto 30, 2018
https://www.rightsreporter.org/israele- ... -del-mondoL’indifferenza con cui la comunità internazionale ha accolto l’accordo firmato lunedì scorso da Iran e Siria lascia francamente sconcertati. Sembra quasi che la diplomazia internazionale non si renda conto che proprio quell’accordo mette Israele nella condizione di essere costretto a intervenire direttamente in Siria per impedire che l’Iran occupi militarmente il territorio siriano.
Non convince infatti il paravento delle “ricostruzione del paese” dietro al quale si sono nascosti gli Ayatollah iraniani per giustificare la loro presenza in Siria, come del resto non convince quanto dichiarato dagli stessi iraniani i quali affermano che «la presenza delle forze iraniane in Siria è frutto di un accordo che nasce da una specifica richiesta siriana e nessuno quindi ha il Diritto di esprimere un’opinione su di esso». Eccome se c’è chi ha il Diritto di esprimere un’opinione e di dissentire. Israele di sicuro ce l’ha.
Perché Israele non può permettere all’Iran di stabilirsi in Siria
La risposta a questa domanda è quanto di più banale ci sia: perché la presenza iraniana in Siria rappresenta per Israele una minaccia esistenziale. Ora, nonostante questo sia evidente a tutti e non perché a Gerusalemme siano paranoici ma piuttosto perché le minacce iraniane a Israele sono palesi e reali e la comunità internazionale ne è perfettamente a conoscenza, il fatto che la stessa comunità internazionale non abbia detto nulla su questo accordo può dipendere da soli due fattori: il primo è che a nessuno interessa se Israele viene minacciato dall’Iran e che la comunità internazionale considera quindi un eventuale conflitto tra le due potenze regionali come inevitabile. Il secondo è più subdolo ma anche il più probabile in quanto già visto in passato e cioè che la comunità internazionale rimane silente fino a quando la minaccia non diventa così seria da costringere Israele a intervenire (lo abbiamo visto tante volte con Hamas). A quel punto scatta la denuncia contro lo Stato Ebraico, le proteste internazionali e tutto il codazzo di attacchi contro Israele. In tutti e due i casi il silenzio della comunità internazionale è a dir poco vergognoso.
La linea rossa superata
Questa mattina la stampa araba e turca (1) da un certo risalto alle dichiarazioni del Ministro israeliano della intelligence, Yisrael Katz, il quale in una intervista rilasciata alla TV di Stato israeliana ha dichiarato che «Israele non permetterà all’Iran di stabilirsi in Siria» aggiungendo poi che «agiremo con tutte le nostre forze contro qualsiasi posizionamento iraniano in Siria che minacci lo Stato di Israele». Nell’intervista il Ministro Katz ha ribadito che l’accordo tra Siria e Iran «supera la linea rossa stabilita da Israele» e che quindi lo Stato Ebraico ha tutto il Diritto di intervenire, specie in mancanza di “interventi tersi”.
Situazione ad imbuto
Israele non può rimanere con le mani in mano mentre gli iraniani si posizionano in Siria
Quella in cui si è infilato il regime siriano è la tipica situazione ad imbuto dove più si va avanti e più i margini di manovra si riducono. Accettando e favorendo la presenza iraniana in Siria, a Damasco sapevano benissimo che a Gerusalemme sarebbero suonate tutte le sirene di allarme e che gli israeliani non se ne staranno con le mani in mano mentre gli iraniani posizionano le loro truppe e le loro armi a pochi Km dal confine con Israele. E’ una situazione perfettamente a conoscenza anche della comunità internazionale che però, come detto, non fa un fiato. E’ come se Assad si fosse prestato a fungere da detonatore per un conflitto tra iraniani e israeliani che più passa il tempo e più appare inevitabile. Probabilmente è il prezzo che Assad deve pagare agli Ayatollah e ad Hezbollah per il loro intervento a suo sostegno. Ma così rischia seriamente di trascinare la Siria in un conflitto ancora più vasto e sanguinoso della guerra civile che ormai va avanti da più di sette anni.
Non solo, questa situazione rischia di trascinare in un devastante conflitto anche il Libano perché è impensabile che gli Hezbollah non intervengano al fianco degli iraniani dai quali dipendono in tutto e per tutto. E’ una situazione così grave che aggiunge stupore a stupore nel constatare come la comunità internazionale rimanga silente.
Il tempo sta scadendo
Il tempo delle parole e delle minacce verbali sta scadendo. Le parole del Ministro israeliano della intelligence lo dimostrano. Per quello che ne sappiamo noi, diverse delegazioni israeliane sono state inviate nelle capitali che contano (Mosca e Washington in primis) per ribadire ai partner e alle diplomazie occidentali che il tempo per trovare una soluzione diplomatica a questa situazione ad imbuto sta scadendo. Israele non potrà rimanere ancora a lungo inerte mentre gli iraniani si posizionano in Siria. Si chiama autodifesa.
Ora tutto passa per le diplomazie occidentali, anche se dubito fortemente che le stesse possano realmente incidere su questa pericolosissima situazione che va sempre più dritta verso il baratro. Rimane l’incognita russa. Come si comporterà Mosca quando immancabilmente i caccia israeliani colpiranno obiettivi iraniani in Siria?
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ISRAELE MINACCIA L’ANNIENTAMENTO NUCLEARE DELL’IRAN https://www.controinformazione.info/isr ... e-delliran Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha risposto alla minaccia del primo ministro israeliano definendolo il “guerrafondaio”, Benjamin Netanyahu, per avere questi minacciato l’Iran di “annientamento atomico” proprio mediante il sistema segreto di armi atomiche del regime sionista (segreto ma non troppo).
Parlando durante una cerimonia presso l’impianto nucleare di Dimona nel deserto del Negev, Mercoledì, Netanyahu aveva affermato che Israele( paese occupante) deve affrontare minacce da vicino e da lontano.
“Coloro che minacciano di spazzarci via mettono loro stessi in un simile pericolo, e in ogni caso non raggiungeranno il loro obiettivo”, ha detto Netanyahu. “Ma i nostri nemici sanno molto bene ciò che Israele è in grado di fare. Hanno familiarità con la nostra politica. Chiunque cerca di farci del male, noi lo annienteremo “, ha dichiarato Netanyahu.
Utilizzato Twitter per rispondere alla minaccia altamente aggressiva fatta del premier israeliano , avvenuta lo stesso giorno in cui le nazioni del mondo stavano osservando la Giornata internazionale contro i test nucleari.
“L’Iran, un paese senza armi nucleari, è minacciato di annientamento atomico da parte di un paese guerrafondaio che dispone di un’effettiva fabbrica di armi nucleari”, ha twittato il principale diplomatico iraniano, descrivendo le dichiarazioni di Netanyahu come “al di là di ogni vergogna”.
Israele è l’unico possessore di armi nucleari in Medio Oriente, in spregio ai trattati internazionali, ma la sua politica non è né confermare né negare che disponga di bombe atomiche. Si stima che il regime di Tel Aviv abbia tra le 200 e le 400 testate nucleari nel suo arsenale.
Diversamente dall’Iran, il regime sionista ha rifiutato di aderire al Trattato di non proliferazione nucleare (NPT) – il cui scopo è impedire la diffusione della tecnologia nucleare delle armi e delle armi – in deroga alla pressione internazionale che per Israele non esiste.
Marcando la Giornata internazionale contro i test nucleari, il ministro degli Esteri Zarif aveva in precedenza attaccato il regime israeliano e il suo convinto patrocinatore, gli Stati Uniti, come unico possessore di bombe nucleari nella regione e “unico utilizzatore” di armi atomiche nel mondo , rispettivamente.
“Ricordiamo anche che l’Iran ha chiesto la Nuclear Weapon Free Zone (zona denuclearizzata) dal 1974”, ha detto Zarif in un tweet.
Altrove nei suoi commenti, Netanyahu ha detto che l’esercito israeliano continuerà a prendere di mira i consiglieri militari iraniani, che hanno assistito l’esercito siriano nelle loro battaglie contro i terroristi sostenuti dall’estero.
L’esercito israeliano, ha detto Netanyahu, “continuerà a operare con piena determinazione e con piena forza contro” quelli che ha definito i tentativi dell’Iran “di mettere in campo forze e sistemi d’arma avanzati in Siria”.
L’Iran non ha truppe sul terreno in Siria e la sua missione consultiva antiterroristica – come quella della sua alleata Russia – arriva su richiesta del governo di Damasco, ha ribadito il ministro iraniano.
Preoccupato per i guadagni della Siria contro i terroristi, Israele spesso attacca obiettivi militari all’interno della Siria nel tentativo di sostenere gruppi terroristici jiadisti che hanno subito sconfitte sul campo di battaglia.
Il regime ha anche fornito armi e supporto ai militanti jadisti anti-Damasco e cure mediche agli elementi de gruppi Takfiri feriti in Siria.
Il 9 aprile, un raid aereo israeliano contro la base aerea T-4 nella provincia di Homs in Siria ha ucciso più di una dozzina di persone, inclusi sette consiglieri militari iraniani.
L’Iran ha promesso che questa aperta aggressione di Israele non rimarrà impunita.